Analisi
Nella seduta del Senato di venerdì 19 giugno, la Sen. Rizzotti (FI) ha presentato
un’interrogazione al Ministro della Salute rilevando come a seguito dell’infezione aviaria del 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato a tutti i Paesi di sviluppare un Piano pandemico e di aggiornarlo costantemente. Tuttavia, l’ultimo
aggiornamento al Piano nazionale risale al 29 luglio 2010, a mezzo della circolare del Ministero della salute sulla “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2010-2011” (influenza suina).
L’atto poi considera che l’OMS, il 27 febbraio 2020, ha pubblicato delle nuove
raccomandazioni recepite in Italia nel Rapporto ISS COVID-19 n. 2/2020 contenente
“Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS- COV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS- COV-2”.
In ragione della probabilità del verificarsi di un secondo picco di pandemia nei mesi autunnali, e del fatto che l’attuale pandemia non è dovuta a un virus influenzale, l’atto riporta come necessaria l’adozione di un apposito Piano nazionale Covid contenente:
• misure di prevenzione del contagio degli operatori sanitari, garantendo in primo luogo la dotazione di idonei DPI, particolarmente le maschere facciali filtranti
FFP2/FFP3, raccomandandone l’utilizzo quale unico DPI appropriato per contenere con maggior sicurezza il rischio di contagio;
• un coordinamento con le amministrazioni regionali per effettuare tamponi ed esami ematici (se necessari) agli operatori sanitari coinvolti nella gestione diretta di casi sospetti o confermati di COVID-19.
• azioni e interventi da intraprendere per una più efficace risposta in termini di prevenzione e controllo dell’infezione;
• elaborazione dei nuovi piani di emergenza per mantenere i servizi sanitari e garantire altri servizi essenziali;
• definizione della gestione dei casi sospetti e positivi nelle strutture sanitarie, inclusi i servizi di pronto soccorso;
• un’adeguata formazione del personale (sanitario e non) coinvolto nella risposta alla nuova pandemia;
L’elaborazione di un nuovo Piano nazionale sarebbe – stando al testo dell’atto –
indispensabile anche per la definizione dei piani operativi di ciascuna Regione attraverso la stesura di linee guida (il cui ultimo aggiornamento risale al 2010), in base alle quali vengono delineate le azioni necessarie che ogni Regione, attraverso il proprio comitato pandemico dovrà improntare per conseguire gli obiettivi del Piano in ogni fase della pandemia.
In conclusione, l’atto chiede al Ministro le motivazioni che hanno portato al mancato aggiornamento del Piano nazionale antinfluenzale già a gennaio, chiedendo per l’appunto di aggiornarlo, e dall’altro di predisporre un nuovo Piano nazionale di preparazione e risposta a Covid-19 nonché Linee guida per la stesura dei piani pandemici regionali, come annunciate a più riprese da MinSal, ISS e CTS.