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Lista cattivi pagatori cancellazione

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Lista cattivi pagatori cancellazione

Autore: Adele Margherita Falcetta | 12/05/2020

Tutto quello che serve sapere su come cancellarsi dall’elenco delle persone che per le banche sono poco affidabili: da ciò che bisogna fare al tempo necessario.

Può essere successo anche a te di finire nella “lista nera” delle persone che hanno difficoltà ad ottenere prestiti dalle banche. Non c’è da vergognarsi: spesso questo non ha nulla a che vedere con la serietà di una persona. Basta infatti attraversare un momento difficile dal punto di vista economico e non riuscire a pagare alcune rate di un prestito. A tutto però c’è rimedio. In questo articolo, ti spiego cos’è esattamente la lista dei cattivi pagatori e come ottenere la cancellazione.

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Cos’è la lista dei cattivi pagatori?

Gli Istituti di credito (banche e finanziarie), quando prestano denaro a qualcuno, consultano due tipi di banche dati alle quali possono accedere. Esse sono: i database delle Società di Informazioni creditizie (dette anche Sic) e la Centrale rischi della Banca d’Italia (Cr).

Database delle Società di Informazioni creditizie

Si tratta di elenchi gestiti da società private (in Italia Crif, Consorzio Tutela Credito, Assilea ed Experian). Essi contengono i dati di tutti coloro che chiedono un finanziamento a un Istituto di credito. Dunque, è sufficiente, ad esempio, rivolgersi ad una finanziaria per l’acquisto dell’auto per essere iscritti nei Sic.

Nelle banche dati sono specificati l’importo e la durata del finanziamento e il pagamento o meno delle relative rate. Pertanto, nei Sic si trovano anche i nominativi dei debitori “virtuosi”, che rimborsano gli Istituti di credito con regolarità. Lo scopo di questi elenchi è quello di far conoscere a banche e finanziarie se una persona ha già finanziamenti in corso e come si comporta nel rimborsarli. Si tratta di notizie importanti ai fini della concessione o meno di ulteriori prestiti.

Ti faccio un esempio.

Mario ha in corso un finanziamento ma non riesce a pagare le rate con regolarità. Nonostante questo, si rivolge a una finanziaria per acquistare gli elettrodomestici di casa. L’istituto di credito, consultati gli elenchi Sic, rileva che Mario non si comporta bene come debitore e quindi nega il finanziamento. Ora ti faccio un esempio diverso: pensa al caso di Luigi, che percepisce uno stipendio mensile di 1.500 euro e che ha in corso due finanziamenti, per i quali paga rate mensili per complessivi 700 euro. E’ molto preciso e versa le rate con grande puntualità. Vuole acqustare la macchina e per farlo si rivolge a una finanziaria.

Quest’ultima, però, consultati gli elenchi Sic, nota che Luigi, pur essendo preciso e affidabile, è già abbastanza indebitato e difficilmente riuscirebbe a sostenere il pagamento di un’altra rata: pertanto nega il finanziamento.

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Centrale rischi della Banca d’Italia

Essendo gestito da Bankitalia, questo elenco ha carattere pubblico. Si tratta di una banca dati contenente soltanto i nominativi di coloro che non sono in regola con il rimborso di un finanziamento.

Le informazioni contenute nelle banche dati private hanno il solo scopo di far conoscere agli Istituti di credito l’esistenza di finanziamenti in capo a una persona e il comportamento del debitore nel rimborsarli; la banca o la finanziaria, in base a queste informazioni, può decidere se concedere o meno ulteriori finanziamenti.

L’iscrizione alla Centrale rischi della Banca d’Italia ha, invece, conseguenze più drastiche: essa comporta l’assoluta impossibilità di accedere a prestiti e finanziamenti, di ottenere fidi sul conto corrente, di emettere assegni, di utilizzare carte di credito. Si tratta, infatti, di una vera e propria lista di cattivi pagatori.

Quando si viene iscritti nella lista dei cattivi pagatori?

I presupposti per l’iscrizione nelle liste delle Sic oppure nella Centrale rischi della Banca d’Italia sono diversi, essendo differenti le funzioni delle due banche dati.

I dati che vengono raccolti nelle liste delle Sic sono i seguenti:

la semplice richiesta di un finanziamento, a prescindere dal fatto che esso venga o meno erogato;

la concessione di un finanziamento e il suo importo;

l’andamento del rimborso del finanziamento: quindi sia il regolare versamento delle rate che il ritardo nel pagamento delle stesse.

Di conseguenza, basta un piccolo ritardo nel pagamento di una rata perchè ciò venga annotato in queste banche dati. L’annotazione, come confermato dalla Cassazione [1], è perfettamente legittima anche per piccoli ritardi o per importi minimi.

Prima di procedere alla segnalazione l’Istituto di credito informa il debitore con un sms: ciò consente a quest’ultimo di provvedere al pagamento immediatamente e di evitare così di risultare in ritardo nel rimborso del credito.

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Diverso è il caso per la segnalazione alla Centrale rischi della Banca d’Italia.

Quest’ultima, infatti, contiene i dati di coloro che possono a pieno titolo essere considerati “cattivi pagatori”, perchè gravemente in ritardo nel rimborso di un finanziamento.

Sempre secondo la Cassazione [2], la segnalazione alla Centrale rischi non può avvenire per importi modesti o per piccoli ritardi, oppure ancora per il mancato pagamento ad una o due scadenze. Occorre invece che non siano state pagate più rate, facendo presumere che vi sia uno stato d’insolvenza del debitore. Con quest’ultima espressione si intende una situazione di difficoltà economica cronica, tale da non essere più in grado di far fronte ai propri impegni.

Inoltre, prima di procedere alla segnalazione alla Centrale rischi, l’Istituto di credito deve avvisare il debitore mediante raccomandata a.r., dandogli un termine per provvedere al pagamento ed evitare così l’iscrizione.

Queste precauzioni sono perfettamente comprensibili, se si considerano le gravi conseguenze dell’inserimento di un nominativo in questa lista.

Quando avviene la cancellazione dalle banche dati delle Sic?

Anche riguardo alla cancellazione occorre distinguere tra le banche dati delle Sic e la Centrale rischi della Banca d’Italia.

La cancellazione dagli elenchi delle Sic avviene automaticamente, decorso un certo periodo. Precisamente:

in caso di semplice richiesta di finanziamento, 180 giorni dalla data della richiesta;

in caso di finanziamento rifiutato, oppure qualora il richiedente rinunci ad ottenerlo, 90 giorni dalla data in cui il sistema ha registrato il rifiuto o la rinuncia;

in caso di finanziamento rimborsato regolarmente, 60 mesi dalla data di estinzione dello stesso;

in caso di una o due rate pagate in ritardo, 12 mesi dalla data in cui l’istituto di credito ha comunicato l’avvenuta regolarizzazione dei pagamenti. Occorre però che in tale periodo le rate siano state

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regolarmente pagate;

in caso di 3 o più rate pagate in ritardo, 24 mesi dalla comunicazione dell’avvenuta regolarizzazione, sempre però a condizione che in tale periodo le rate siano state regolarmente pagate;

in caso di finanziamenti non rimborsati, da 36 a 60 mesi dalla data di scadenza del rapporto.

Naturalmente quella che più importa è la cancellazione dei mancati pagamenti, che possono influire negativamente sulla valutazione di affidabilità quando si ha bisogno di chiedere un ulteriore finanziamento.

Quando avviene la cancellazione dalla Centrale rischi?

La cancellazione dalla Centrale rischi della Banca d’Italia avviene al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

viene meno la situazione di insolvenza del debitore. Come ti ho detto, l’insolvenza consiste in una situazione di particolare gravità, che comporta per il debitore l’impossibilità di far fronte ai propri impegni. Tale situazione cessa se il debitore comincia, ad esempio, ad effettuare dei pagamenti dai quali si evince che la sua condizione economica è migliorata;

il debitore rimborsa interamente il debito, oppure vi provvedono terze persone al posto suo (ad esempio amici o parenti);

la banca o la finanziaria cedono il credito a terzi. Vi sono infatti società che

“comprano” i crediti delle banche, ad un prezzo più basso rispetto all’importo dovuto dal debitore. Per la banca è un modo per non rimetterci del tutto;

l’istituto di credito ha preso atto, in modo definitivo, del fatto che recuperare il credito è impossibile ed ha rinunciato a qualunque azione nei confronti del debitore;

è intervenuta la prescrizione dell’intero credito. La prescrizione [3] è l’estinzione dei diritti per effetto del decorso del tempo. Nel caso del finanziamento, il periodo previsto è di 10 anni per ciascuna rata. Perchè si prescriva l’intero credito è quindi necessario che siano decorsi 10 anni dalla scadenza dell’ultima rata. Questo sempre che l’Istituto di credito, nel frattempo, non faccia una formale richiesta di pagamento, ad esempio a

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mezzo raccomandata a.r. o atto notificato tramite ufficiale giudiziario. In tal caso, la prescrizione di interrompe e ricomincia a decorrere da capo a partire dalla data della richiesta;

vi è stata una procedura di esdebitazione che ha riguardato il credito. Si tratta di una soluzione, prevista dalla legge [4] che consente ai debitori di ridurre o, in certi casi, addirittura azzerare l’importo dei propri debiti in presenza di determinate condizioni.

Attenzione però: anche se avviene la cancellazione, l’iscrizione come cattivo pagatore è visibile nei tre anni successivi alla data in cui essa avviene. Infatti, gli Istituti di credito hanno la possibilità di consultare le iscrizioni dell’ultimo triennio, per cui, anche se la cancellazione di un nominativo è avvenuta, verranno a conoscenza del fatto che vi era stato il suo inserimento in questo elenco.

Cosa faccio se l’iscrizione è avvenuta per errore?

Può succedere che l’iscrizione alla Centrale Rischi avvenga per errore, oppure senza che l’Istituto di credito abbia prima avvisato il debitore tramite raccomandata. In quest’ultimo caso, la segnalazione è illegittima: il debitore, infatti, se fosse stato preavvisato, avrebbe avuto la possibilità di evitare l’iscrizione pagando subito quanto dovuto.

Un’iscrizione illegittima o fatta per errore comporta per chi la subisce un grave danno, specie se si tratta di un imprenditore che ha necessità di rivolgersi regolarmente alle banche e di utilizzare assegni.

In tal caso, per ottenere la cancellazione dalla lista dei cattivi pagatori, è possibile scegliere una di queste soluzioni:

ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario. Si tratta di un organismo imparziale al quale è possibile rivolgersi per la decisione di controversie con le banche. Tramite tale ricorso l’interessato può ottenere la cancellazione dell’iscrizione e il risarcimento del danno;

rivolgersi al giudice, chiedendo prima un provvedimento d’urgenza per ottenere l’immediata cancellazione, e, successivamente, la condanna dell’Istituto di credito al risarcimento del danno.

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Note

[1] Cass. sent. n. 20896/2018. [2] Cass. sent. n. 20896/2018. [3] Art. 2946 cod.

civ. [4] D. Lgs. n. 14/2019.

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