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(1)

Regione Veneto Provincia di Treviso

Comune di Trevignano

DISCARICA PER RIFIUTI INERTI DENOMINATA "POSTUMIA 2"

AMPLIAMENTO

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

DETERMINAZIONE DELLE INFORMAZIONI

Data: marzo 2010 Cod.: 1423/1

Committente

Progetto e Studio di Impatto Ambientale:

Studio Tecnico Conte & Pegorer ingegneria civile e ambientale

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: contepegorer@libero.it

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

Consulenza geotecnica e idraulica:

C6

(2)

INDICE

1  PREMESSA ... 3 

2  VALUTAZIONE DELLA COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DEL SITO DI PROGETTO NEL CONTESTO DEL TERRITORIO ... 4 

2.1  LE CARTE TEMATICHE (TAVV.E01,E02,E03 E E04) ... 4 

2.2  CARTA DELL'USO DEL SUOLO (TAV.E01) ... 4 

2.3  CARTA DELLA DESTINAZIONE DUSO (TAV.E02) ... 6 

2.4  LA CARTA DEI VINCOLI (TAVV.E03 E E04) ... 7 

2.5  LA CARTA DELLA SENSIBILITÀ AMBIENTALE (TAV.E05) ... 8 

2.5.1  Metodi di rappresentazione ... 8 

2.5.2  Considerazioni sulla Carta della sensibilità ambientale ... 10 

3  VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI PUNTUALI ATTRAVERSO LA MATRICE DI LEOPOLD ... 11 

3.1  DEFINIZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI ... 11 

3.2  DEFINIZIONE DELLE COMPONENTI PROGETTUALI ... 12 

3.3  CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE DIMPATTO E LORO QUANTIFICAZIONE ... 13 

3.3.1  I risultati della matrice di Leopold ... 14 

3.3.1.1  Stato di progetto autorizzato ... 14 

3.3.1.2  Stato di progetto autorizzato + ampliamento ... 19 

3.3.1.3  Raffronto delle matrici stato di progetto autorizzato + ampliamento e stato di progetto autorizzato ... 23 

3.3.2  Considerazioni sugli impatti prodotti ed individuazione delle ulteriori opere di mitigazione ... 24 

3.3.2.1  AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) ... 25 

3.3.2.2  AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni ... 26 

3.3.2.3  AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) ... 28 

3.3.2.4  ATMOSFERA: aria ... 28 

3.3.2.5  BIOSFERA: fauna ... 30 

3.3.2.6  AMBIENTE UMANO: beni culturali ... 31 

3.3.2.7  AMBIENTE IDRICO: acque superficiali ... 31 

3.3.2.8  AMBIENTE UMANO: paesaggio ... 33 

3.3.2.9  BIOSFERA: ecosistemi ... 34 

3.3.2.10  LITOSFERA: sottosuolo ... 35 

3.3.2.11  BIOSFERA: flora e vegetazione ... 36 

3.3.2.12  LITOSFERA: suolo ... 37 

3.3.2.13  AMBIENTE UMANO: salute e benessere ... 38 

3.3.2.14  AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee ... 39 

3.3.3  Valutazione dell’impatto acustico ... 40 

3.3.3.1  Piano di classificazione acustica ... 41 

3.3.3.2  identificazione dei ricevitori ... 42 

3.3.3.3  Risultati della modellizzazione matematica dell’impatto acustico ... 42 

3.3.3.4  Conclusioni... 44 

4  CONCLUSIONI SULLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ... 45 

(3)

1 PREMESSA

La presente relazione descrive i potenziali effetti prodotti dal progetto, in funzione della tipologia dell’opera e dell’ambito territoriale in cui è inserito.

Sono applicati due momenti valutativi:

1. valutazione della collocazione geografica del sito di progetto nel contesto del territorio attraverso la realizzazione di carte tematiche;

2. valutazione analitica degli impatti prodotti attraverso la predisposizione di appropriate matrici.

L’elaborato conclude, quindi, lo Studio di Impatto Ambientale ed esprime, sulla base dei dati e dei metodi utilizzati, il giudizio di compatibilità dell’intervento.

(4)

2 VALUTAZIONE DELLA COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DEL SITO DI PROGETTO NEL CONTESTO DEL TERRITORIO

Il contesto territoriale è gerarchizzato ai fini ambientali in modo da stabilire in quale livello di sensibilità si colloca il sito di progetto. Si tratta di una valutazione preliminare al fine di stabilire anche eventuali alternative di sito. La tecnica utilizzata è derivata dalla Map Overlay di McHarg.

Esperienze in letteratura (statunitense in particolare) hanno dimostrato l'importanza di valutare il territorio attraverso analisi tematiche interdisciplinari capaci, pur in modo sintetico, di rappresentare un ambito geografico come un organismo ambientale. Si tratta di applicare gli avanzamenti teorico-metodologici frutto della disciplina dell’analisi e valutazione ambientale all'interno dell'urbanistica.

Questa tecnica consente di leggere un determinato ambito geografico secondo livelli diversi di sensibilità ambientale, fatto questo che permette di sovrapporre a questo strumento qualsiasi intervento progettuale, valutandone una compatibilità di massima.

Attraverso l'elaborazione di carte tematiche è possibile realizzare un processo di valutazione ambientale con la tecnica della Map Overlay di McHarg, che produce come risultato finale una tavola discretizzata di sintesi: Carta della Sensibilità ambientale.

2.1 LE CARTE TEMATICHE (TAVV.E01,E02,E03 E E04)

Sono state elaborate 3 tipologie di carte tematiche con base cartografica ricavata dalla Carta Tecnica Regionale Numerica, quali la Carta dell'uso del suolo (Tav. E01), la Carta della destinazione d’uso (Tav. E02) e la Carta dei vincoli territoriali suddivisa in due tavole per una migliore rappresentazione grafica (Tav. E03 e Tav. E04).

Le carte tematiche rappresentano una descrizione ambientale delle diverse variabili ivi contenute, utilizzando quattro gradienti di sensibilità ai quali corrisponde una indicazione numerica (Sensibilità Alta 3; Sensibilità Media 2; Sensibilità Bassa 1;

Sensibilità Nulla 0).

La ponderazione delle componenti di ogni carta tematica è frutto di una incrociata analisi tra diverse variabili, successivamente descritte.

2.2 CARTA DELL'USO DEL SUOLO (TAV.E01)

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Sensibilità Alta (3): corsi d’acqua principali (canali e stagni), centri abitati, edifici civili, edifici civili con attività commerciale e artigianale (vendita al dettaglio e piccoli), edifici civili con attività di ristorazione e alberghiera (ristoranti e bar).

Sensibilità Media (2): edifici adibiti ad attività produttive (artigianali, industriali, commerciali e direzionali), edifici adibiti ad attività religiose (chiese e capitelli), edifici adibiti ad attività culturali, sociali e sportive (scuole, circoli, palestre, edifici storici e ville), edifici adibiti ad attività zootecniche (stalle), edifici adibiti ad attività agronomiche (serre), edifici adibiti al servizio per i cittadini (uffici pubblici) vigneti, frutteti, arboreti ed aree boscate, impianti sportivi, aree di culto, aree militari.

Sensibilità Bassa (1): cave attive e non, edifici accessori (tettoie, silos, magazzini e baracche), edifici di pubblica utilità (cabine elettriche e cabine metano), pascoli, seminativi, ortaggi, parcheggi principali, stazioni di rifornimento carburanti, cantieri edili, discariche in esercizio e non.

Sensibilità Nulla (0): aree abbandonate, strade, piazzali, aree di limitate dimensioni di pertinenza degli edifici privati o aree non chiaramente definibili.

Nell'assegnazione del punteggio sono stati presi in considerazione i seguenti principi:

• la presenza di persone e durata della permanenza di queste;

• il tipo di struttura fisica delle aree con presenza di persone, se edificio chiuso o se spazio aperto;

• la valenza naturalistica;

• la tipologia del prodotto agricolo;

• la vulnerabilità dell'elemento considerato.

Da queste considerazioni emerge che gli elementi con punteggio più elevato, o a maggiore sensibilità ambientale, sono i luoghi di residenza con presenza stabile di persone e gli elementi naturali più vulnerabili come i corsi d'acqua principali ed i canali.

A sensibilità media sono i luoghi di raccolta temporanea delle persone la cui presenza è determinata per motivi lavorativi, di svago, d’istruzione e religiosi. In questa categoria

(6)

rientrano anche le colture agricole specializzate che in genere determinato la produzione di prodotti tipici di un territorio, e gli arboreti d'impianto.

A sensibilità bassa rientrano i luoghi in cui la presenza umana è occasionale e le colture agricole non di pregio.

A sensibilità molto bassa sono le aree e gli edifici in cui la presenza umana è saltuaria o che non hanno un utilizzo specifico come le zone abbandonate.

Dall'analisi della carta si deriva che il territorio agricolo occupa la quasi totalità della carta ed è caratterizzato da una prevalenza di seminativi, si rilevano in posizione sparsa alcuni appezzamenti a prato. I vigneti sono rari, limitati a qualche lotto di ridotte dimensioni, in prossimità di abitazioni. I centri abitati compaiono nella zona Nord della carta (Trevignano e Falzè). Nella zona Nord Ovest e Nord est vi sono alcuni frutteti di kiwi.

2.3 CARTA DELLA DESTINAZIONE DUSO (TAV.E02)

In questa tavola è stata rappresentata la destinazione d’uso, come riportata negli strumenti urbanistici pianificatori vigenti relativi al territorio sotto esame, ossia il Piano Regolatore Generale del Comune di Trevignano, Istrana e Vedelago.

Sensibilità Alta (3): centri storici (zone A), zone residenziali (zone B e C), nuclei rurali (zone E4).

Sensibilità Media (2): zone produttive (zone D), zone di interesse comune - zone F:

Istruzione, sport e parco attrezzato e verde privato.

Sensibilità Bassa (1): zone di interesse comune (zone F: impianti speciali e parcheggi).

Sensibilità Nulla (0): zone agricole ed altre - zone tipo E - viabilità - varie.

I punteggi sono stati assegnati con lo stesso criterio della Carta dell’uso del suolo considerando in primo luogo il tempo di permanenza delle persone. Le zone

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come nelle zone residenziali oppure in zone da salvaguardare come i nuclei rurali, mentre a sensibilità media sono i luoghi comuni con presenza temporanea delle persone a scopo lavorativo, per svago, per istruzione o per culti religiosi, ed i giardini pubblici e privati anche se la presenza umana è solo occasionale.

Fra le zone a sensibilità nulla sono comprese le zone agricole e la viabilità poiché zone escluse, in sede di programmazione, da interventi specifici da parte dell’uomo, denotando un loro ridotto pregio urbanistico e di richiamo della popolazione.

La programmazione urbanistica ricalca l’uso attuale del suolo del territorio analizzato, le zone residenziali sono concentrate, come attualmente, in corrispondenza dei centri abitati, a ridosso di queste si hanno alcune delle zone industriali riportate in carta, altre sono sparse nella zona Sud della carta in corrispondenza di attività esistenti. La maggior parte del territorio rappresentato nella carta rientra tra le zone agricole. Per l’area in oggetto la destinazione è agricola.

2.4 LA CARTA DEI VINCOLI (TAVV.E03 E E04)

In queste tavole sono stati riportati i vincoli territoriali come indicati negli strumenti urbanistici pianificatori e normativi relativi al territorio sotto esame. I limiti delle aree vincolate sono stati ubicati nella tavola come indicato dai seguenti piani e progetti:

• Piano Regolatore Generale (P.R.G.)

• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.)

• Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (G.R.T.N.)

• Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale "Veneto Orientale" - Piano d'Ambito (A.A.T.O.V.O.P.A.)

Sensibilità Alta (3): Fascia di rispetto di 150 m dalle abitazioni (L.R. 21 gennaio 2000, n. 3), Zona di salvaguardia pozzi pubblici Fonte: P.R.G. - A.A.T.O.V.O.P.A. (D.Lgs.

03.04.2006, n. 152 - P.T.A.), Vincolo aeroportuale/militare Fonte: P.R.G..

Sensibilità Media (2): Vincolo archeologico Fonte: P.A.T. - P.R.G. (D.Lgs. 22.01.2004, n. 42, Soprintendenza per la Tutela dei Beni Archeologici del Veneto); Fascia di rispetto impianti di depurazione - Fonte: P.A.T. - P.R.G. (D.Lgs. 152/99 - Del.Com.Int.

04.02.1977), vincolo ferroviario - Fonte: P.AT. - P.R.G., (T.U.L.S. 27.07.1934, n. 1265),

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vincolo stradale - viabilità di grande comunicazione in fase di realizzazione Fonte:

P.AT. - P.R.G. (D.M.LL.PP. 1 aprile 1968, n. 1404).

Sensibilità Bassa (1): Fascia di rispetto Linee aeree di Alta Tensione - Fonte: P.A.T. - G.R.T.N. (D.P.C.M. 8 luglio 2003), Vincolo cimiteriale - Fonte: P.R.G. (T.U.L.S. testo unico delle leggi sanitarie, 27.07.1934, n. 1265.

Sensibilità nulla (0): assenza di vincoli significativi.

I punteggi sono stati assegnati considerando il tipo di vincolo in relazione alla natura dell'opera. I vincoli maggiormente sensibili sono quelli che possono compromettere in maniera più sostanziale la realizzazione del progetto, come ad esempio la distanza di 150 m dalle case dettata dalla L.R. n. 3/2000, i vincoli di natura militari e di rispetto dei punti di presa acquedottistici. A sensibilità media sono stati riconosciuti i vincoli archeologici e relativi alle infrastrutture stradali e ferroviarie, nonché alla fascia di rispetto dell’impianto di depurazione perché possono intervenire sulla progettazione dell’intervento senza, tuttavia, pregiudicarne a priori la sua realizzazione.

I vincoli ritenuti a minor sensibilità sono quelli che non possono determinare prescrizioni importanti all’opera in progetto.

La tavola E03 non evidenzia molti vincoli, si notano le fasce di rispetto delle infrastrutture stradali e di vincolo archeologico relativo ai ritrovamenti. Nella zona Sud si nota la presenza dell’aeroporto militare di Istrana. La tavola E04 riporta solo le fasce di rispetto di 150 m dalle abitazioni e mette in luce la distribuzione del sistema residenziale.

2.5 LA CARTA DELLA SENSIBILITÀ AMBIENTALE (TAV.E05)

2.5.1 Metodi di rappresentazione

La Carta della sensibilità ambientale ha lo scopo principale di selezionare le possibili alternative di localizzazione di un progetto in un contesto territoriale.

Il metodo più utilizzato è rappresentato dall'Overlay Mapping (Sovrapposizione di

(9)

I metodi di questa categoria, conosciuti anche come metodi LSA (Land Suitability Analysis, analisi di idoneità territoriale), sono strumenti di progettazione particolarmente utili nei contesti caratterizzati dalla presenza di particolari valori ambientali. Tali metodi possono essere utilizzati sia per determinare la localizzazione ottimale di opere quali strade, impianti per la produzione di energia, insediamenti industriali, attrezzature per la ricreazione nell'ambiente naturale, ecc., sia come strumenti di aiuto alla valutazione della suscettività di usi alternativi dei siti di una regione o ambito territoriale.

Il metodo più conosciuto, e utilizzato per il nostro caso, si ispira al metodo di McHarg.

Tale metodo è fondato su un approccio di tipo ambientalista-scientifico e può essere di tipo quantitativo o qualitativo, differenziandosi per il modo in cui l'informazione di base viene organizzata ed elaborata per ricavare la valutazione di suscettività o sensibilità ambientale.

Il risultato finale di tale procedimento è la Carta della sensibilità ambientale in cui sono rappresentate le diverse aree come risultato delle sovrapposizione delle carte tematiche.

Come già anticipato vi sono diversi metodi di elaborare la carta della sensibilità ambientale: metodi analitici o quantitativi e metodi qualitativi.

Nel primo caso, la carta finale è rappresentata con una distribuzione numerica, organizzata in un reticolo più o meno fitto, in cui sono evidenziate le somme dei punteggi assegnati in ogni singola carta tematica. I limiti di tale metodo sono sicuramente legati alla definizione delle dimensioni dell’unità di analisi di base; tanto più piccole sono le dimensioni del quadrato, tanto maggiore sarà la definizione dei contorni delle aree a diversa sensibilità, i quali tuttavia non potranno mai essere definiti perfettamente.

I metodi qualitativi si basano sulla semplice sovrapposizione delle carte tematiche, dopo averle rielaborate graficamente in modo da permettere una gradazione cromatica in relazione ai punteggi assegnati. I punteggi, in particolare, sono espressi in termini di toni di grigio assegnati a ciascuna delle sottoclassi di una specifica caratteristica del territorio: più scuro è il tono, più sensibile è il territorio analizzato. Con la sovrapposizione delle carte tematiche si ha un’esaltazione dei toni di grigio, per cui le zone più scure saranno le zone a maggior sensibilità e le zone più chiare saranno

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quelle a minore sensibilità e più adatte in definitiva ad accogliere il progetto in questione.

I limiti di tale metodo sono dovuti alla difficoltà di collegare visivamente il tono di grigio al punteggio corrispondente.

Nel nostro caso è utilizzato il metodo per toni di grigio appena descritto, modificato al fine di rendere più immediata l’individuazione delle aree a sensibilità diversa. La carta con i riportati i vari toni del grigio è alla fine rielaborata assegnando ad ogni tonalità un colore.

2.5.2 Considerazioni sulla Carta della sensibilità ambientale

Applicando la metodologia esposta al nostro caso, è prodotto un elaborato costituito da una corografia in scala 1:5.000 del territorio ricadente entro i 2 chilometri dal perimetro dell’area d’intervento. Una colonna descrive la classificazione della sensibilità ambientale realizzata in base ai colori assegnati.

Da tale rappresentazione si possono trarre le seguenti conclusioni:

• Per quanto riguarda l’intero territorio:

− dominano le zone a media e bassa sensibilità;

− la più bassa sensibilità è riscontrabile nelle zone agricole più interne, con assenza di abitazioni;

− le zona ad alta sensibilità ricadono in corrispondenza dei centri storici abitati.

• Per quanto riguarda l’area interessata al progetto:

− l’area d’intervento ricade per la maggior parte in una zona a sensibilità bassa (punteggio 1);

− la zona Sud rientra per una piccola porzione in zona a media sensibilità (punteggio 4) a causa della fascia di rispetto di 150 m dalle abitazioni. In tale zona non saranno conferiti rifiuti;

− le aree confinanti ad Est hanno sensibilità bassa (punteggio 1);

− la zona confinante ad Ovest ha sensibilità media (punteggio 5 e 6);

− le zone Sud e Nord hanno sensibilità media (punteggio 4).

(11)

3 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI PUNTUALI ATTRAVERSO LA MATRICE DI LEOPOLD

La seconda fase di valutazione consente una stima degli impatti diretti, effettuata attraverso l'applicazione di una matrice, derivata da quella di Leopold, che si dimostra essere la più adatta per progetti puntuali e che consente un’identificazione precisa degli impatti delle componenti progettuali su quelle ambientali.

Le caratteristiche di un progetto, in genere, possono essere suddivise nelle tre fasi progettuali di "Cantiere", "Esercizio" e "Post esercizio", a loro volta suddivise nelle varie

“Componenti progettuali”. Le componenti progettuali sono successivamente messe a confronto con le "Componenti ambientali", al fine di definire le possibili relazioni di impatto potenziale delle prime sulle seconde.

Le Componenti progettuali e le Componenti ambientali sono identificate attraverso schede sintetiche, “Check-list”, di tipo quali-quantitativo.

È da ricordare che la schematizzazione in Check-list è fondamentale per ridurre la complessità dello studio, poiché semplifica e facilita il processo valutativo; il numero di componenti rappresentate nelle Check-list non deve essere, d’altra parte, eccessivamente elevato, in modo da non complicare inutilmente l’analisi.

Attraverso le “relazioni” tra le componenti progettuali e quelle ambientali è possibile identificare gli impatti e con la “Matrice di Leopold” valutare indicativamente l’impatto totale prodotto dal progetto.

3.1 DEFINIZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI

Sono state individuate 14 Componenti ambientali, aggregate in Check-list, che compongono la matrice quantitativa derivata da Leopold:

1) ATMOSFERA: aria

2) AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 3) AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 4) LITOSFERA: suolo

5) LITOSFERA: sottosuolo

6) AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni 7) BIOSFERA: flora e vegetazione

(12)

IMPATTO PROGETTO AUTORIZZATO

IMPATTO AMPLIAMENTO IMPATTO

PROGETTO AUTORIZZATO +

AMPLIAMENTO

8) BIOSFERA: fauna 9) BIOSFERA: ecosistemi

10) AMBIENTE UMANO: salute e benessere 11) AMBIENTE UMANO: paesaggio

12) AMBIENTE UMANO: beni culturali

13) AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) 14) AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità)

Per ogni componente ambientale è stata definita la sensibilità su vasta area (range 1- 25) e la sensibilità in ambito locale (range 1-25) determinata dal prodotto fra i punteggi assegnati alla qualità (range 1-5) e alla vulnerabilità (range 1-5). I prodotti ottenuti sono stati a loro volta sommati e correlati sempre al range 1 – 25. Il valore finale corrisponde alla sensibilità totale della componente considerata e può essere riferito alla seguente classificazione:

Bassa sensibilità 1÷8

Media sensibilità 9÷16

Alta sensibilità 17÷25

3.2 DEFINIZIONE DELLE COMPONENTI PROGETTUALI

Come già anticipato, un progetto, ai fini della valutazione matriciale dell’impatto, può essere suddiviso nelle fasi progettuali: "Cantiere", "Esercizio" e "Post esercizio" a loro volta suddivise in più componenti progettuali.

Il progetto in questione è relativo all’ampliamento di un impianto di discarica autorizzato e non si ritiene corretto, per la valutazione dell’impatto, considerare solamente le opere previste dal nuovo intervento. Il reale impatto prodotto dal progetto, infatti, è determinato dall’incremento della potenzialità dell’impianto, considerato nella sua globalità. La valutazione è effettuata, quindi, applicando lo schema seguente:

- =

(13)

Sarà effettuata la valutazione del progetto autorizzato e la valutazione dell’impatto del progetto autorizzato + ampliamento e il raffronto fra le due situazioni permetterà di definire l’impatto effettivo determinato solo dal progetto di ampliamento.

Il progetto autorizzato è stato scomposto nelle seguenti fasi:

• FASE DI CANTIERE

A) Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie

• FASE DI ESERCIZIO

B) Conferimento rifiuti e chiusura discarica C) Attività di trasporto

• FASE DI POST-ESERCIZIO

D) Effetto finale e interventi di post-chiusura

Il progetto autorizzato + ampliamento è stato scomposto nelle seguenti fasi:

• FASE DI CANTIERE

A) Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie

• FASE DI ESERCIZIO

B) Conferimento rifiuti e chiusura discarica C) Attività di trasporto

• FASE DI POST-ESERCIZIO

D) Effetto finale e interventi di post-chiusura

3.3 CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE TIPOLOGIE DIMPATTO E LORO QUANTIFICAZIONE

L'impatto di una componente progettuale su tutte le componenti ambientali può essere definito in modo sintetico secondo le seguenti tipologie:

− Positivo (se migliora le condizioni ambientali esistenti) o Negativo (se le peggiora);

− Locale (se gli impatti si limitano al sito di progetto o alle sue immediate vicinanze geografiche) o Ampio (se al contrario escono dall'ambito del sito e dalle immediate vicinanze geografiche);

(14)

− Reversibile (se al cessare dell'azione impattante le modificazioni indotte nell'ambiente si annullano) o Irreversibile (se invece rimangono nel tempo).

In base alla combinazione degli impatti è possibile stilare una gerarchia di combinazioni qualitative alle quali associare un valore numerico:

Impatto Reversibile e Locale 1 - 3 Impatto Irreversibile e Locale 4 - 6 Impatto Reversibile e Ampio 7 - 9 Impatto Irreversibile e Ampio 10 - 12

Il range numerico 1-12, consente, sulla base delle tipologie delle componenti progettuali e ambientali, di selezionare gli opportuni valori numerici che meglio possono rappresentare la tipologia degli impatti.

Questa tecnica, ovviamente, ha come obiettivo la semplificazione della valutazione, al fine di rendere i risultati facilmente comprensibili e confrontabili.

3.3.1 I risultati della matrice di Leopold

L’applicazione della tecnica matriciale consente di individuare gli impatti puntuali di ogni componente progettuale su ogni componente ambientale. Di seguito sono riportate le matrici di Leopold per le due situazioni citate in precedenza ed il loro raffronto.

3.3.1.1 STATO DI PROGETTO AUTORIZZATO

La matrice di Leopold relativa allo stato di progetto autorizzato è la seguente:

(15)

CANTIERE ESERCIZIO ESERCIZIO POST- ESERCIZIO

Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie Conferimento rifiuti e chiusura discarica Attività di trasporto Effetto finale e interventi di post- chiusura

GRADO DI

SENSIBILITA' A B C D IMPATTO

COMPONENTE

1 ATMOSFERA: aria 4 -1 -1 -2 0 -16

2 AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 2 0 0 -1 4 5

3 AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 20 0 0 0 4 80

4 LITOSFERA: suolo 12 0 0 -1 4 36

5 LITOSFERA: sottosuolo 8 0 0 0 4 32

6 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni 8 -1 -1 -2 0 -30

7 BIOSFERA: flora e vegetazione 8 0 0 0 4 30

8 BIOSFERA: fauna 6 -1 -1 -2 4 0

9 BIOSFERA: ecosistemi 5 0 0 0 0 0

10 AMBIENTE UMANO: salute e benessere 10 1 1 0 0 20

11 AMBIENTE UMANO: paesaggio 7 0 -1 -1 4 13

12 AMBIENTE UMANO: beni culturali 6 0 0 0 0 0

13AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) 8 -1 -1 -1 0 -23

14AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) 9 0 0 -1 0 -9

TOTALE 139

COMPONENTI AMBIENTALI

COMPONENTI PROGETTUALI

La somma di tutti i valori è 139 (valore positivo) all’interno di un range che va da: – 5.256 a +5.256.

Le indicazioni numeriche relative all’impatto complessivo di tutte le componenti progettuali su ogni singola componente ambientale, consentono di evidenziare la seguente gerarchia delle componenti ambientali impattate:

(16)

Componente Valore impatto AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni -30 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) -23

ATMOSFERA: aria -16

AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) -9

BIOSFERA: fauna 0

BIOSFERA: ecosistemi 0

AMBIENTE UMANO: beni culturali 0

AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 5

AMBIENTE UMANO: paesaggio 13

AMBIENTE UMANO: salute e benessere 20

BIOSFERA: flora e vegetazione 30

LITOSFERA: sottosuolo 32

LITOSFERA: suolo 36

AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 80

TOTALE 139

L’impatto sulle componenti ambientali del progetto è rappresentato graficamente come segue:

(17)
(18)

Nel grafico seguente è illustrata l’entità dell’impatto negativo prodotto dalle fasi del progetto:

Realizzazione del bacino di discarica ed opere

accessorie 17%

Effetto finale e interventi di post-chiusura

0%

Attività di trasporto 61%

Conferim ento rifiuti e chiusura discarica

22%

I dati illustrati possono essere riassunti come segue:

• l’attività dell’impianto produce un impatto negativo sulle seguenti componenti:

AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni, AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani), ATMOSFERA: aria e AMBIENTE UMANO:

assetto territoriale (viabilità);

• l’attività dell’impianto produce un impatto nullo sulle seguenti componenti:

BIOSFERA: fauna, BIOSFERA: ecosistemi e AMBIENTE UMANO: beni culturali;

• l’attività dell’impianto produce un impatto positivo sulle componenti: AMBIENTE IDRICO: acque superficiali, AMBIENTE UMANO: paesaggio, AMBIENTE UMANO:

salute e benessere, BIOSFERA: flora e vegetazione, LITOSFERA: sottosuolo,

(19)

• l’impatto negativo principale è prodotto dall’attività di trasporto dei rifiuti e dei materiali.

3.3.1.2 STATO DI PROGETTO AUTORIZZATO + AMPLIAMENTO

La matrice di Leopold relativa allo stato di progetto autorizzato + ampliamento è la seguente:

CANTIERE ESERCIZIO ESERCIZIO POST- ESERCIZIO

Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie Conferimento rifiuti e chiusura discarica Attività di trasporto Effetto finale e interventi di post- chiusura

GRADO DI

SENSIBILITA' A B C D IMPATTO

COMPONENTE

1 ATMOSFERA: aria 4 -2 -2 -3 4 -12

2 AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 2 0 0 -1 4 5

3 AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 20 0 0 0 4 80

4 LITOSFERA: suolo 12 0 0 -1 5 48

5 LITOSFERA: sottosuolo 8 0 0 0 4 32

6 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni 8 -1 -2 -3 0 -45

7 BIOSFERA: flora e vegetazione 8 0 0 0 5 38

8 BIOSFERA: fauna 6 -1 -2 -2 5 0

9 BIOSFERA: ecosistemi 5 0 0 0 5 25

10 AMBIENTE UMANO: salute e benessere 10 2 2 1 0 50

11 AMBIENTE UMANO: paesaggio 7 0 -1 -2 5 13

12 AMBIENTE UMANO: beni culturali 6 0 0 0 0 0

13AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) 8 -2 -2 -3 0 -53

14AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) 9 0 0 -3 0 -26

TOTALE 155

COMPONENTI AMBIENTALI

COMPONENTI PROGETTUALI

La somma di tutti i valori è 155 (valore positivo) all’interno di un range che va da: – 5.256 a +5.256.

Le indicazioni numeriche relative all’impatto complessivo di tutte le componenti progettuali su ogni singola componente ambientale, consentono di evidenziare la seguente gerarchia delle componenti ambientali impattate:

(20)

Componente Valore impatto

AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) -53 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni -45 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) -26

ATMOSFERA: aria -12

BIOSFERA: fauna 0

AMBIENTE UMANO: beni culturali 0

AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 5

AMBIENTE UMANO: paesaggio 13

BIOSFERA: ecosistemi 25

LITOSFERA: sottosuolo 32

BIOSFERA: flora e vegetazione 38

LITOSFERA: suolo 48

AMBIENTE UMANO: salute e benessere 50 AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 80

TOTALE 155

L’impatto sulle componenti ambientali del progetto autorizzato + ampliamento è rappresentato graficamente come segue:

(21)
(22)

Nel grafico seguente è illustrata l’entità dell’impatto negativo prodotto dalle fasi del progetto:

Conferimento rifiuti e chiusura discarica

25%

Attività di trasporto 61%

Effetto finale e interventi di post-

chiusura 0%

Realizzazione del bacino di discarica ed

opere accessorie 14%

I dati illustrati possono essere riassunti come segue:

• l’attività dell’impianto produce un impatto negativo sulle seguenti componenti:

AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani), AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni, AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) e ATMOSFERA: aria;

• l’attività dell’impianto produce un impatto nullo sulle seguenti componenti:

BIOSFERA: fauna e AMBIENTE UMANO: beni culturali;

• l’attività dell’impianto produce un impatto positivo sulle componenti: AMBIENTE UMANO: paesaggio, BIOSFERA: ecosistemi, LITOSFERA: sottosuolo,

(23)

• l’impatto negativo principale è prodotto dall’attività di trasporto dei rifiuti e dei materiali.

3.3.1.3 RAFFRONTO DELLE MATRICI STATO DI PROGETTO AUTORIZZATO + AMPLIAMENTO E STATO DI PROGETTO AUTORIZZATO

Il progetto di ampliamento dell’impianto comporta un incremento del valore dell’impatto positivo di 17 punti:

valore impatto stato di progetto autorizzato + ampliamento: +155

valore impatto stato di progetto autorizzato: +139

differenza: +17

Nella seguente tabella è riassunto il raffronto fra i due casi per ogni singola componente:

Componente

AUTORIZZATO + AMPLIAMENTO

AUTORIZZATO Differenza

ATMOSFERA: aria -12 -16 4

AMBIENTE IDRICO: acque superficiali 5 5 0

AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee 80 80 0

LITOSFERA: suolo 48 36 12

LITOSFERA: sottosuolo 32 32 0

AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni -45 -30 -15

BIOSFERA: flora e vegetazione 38 30 8

BIOSFERA: fauna 0 0 0

BIOSFERA: ecosistemi 25 0 25

AMBIENTE UMANO: salute e benessere 50 20 30

AMBIENTE UMANO: paesaggio 13 13 0

AMBIENTE UMANO: beni culturali 0 0 0

AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) -53 -23 -30 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) -26 -9 -17

TOTALE 155 139 17

È da specificare che il confronto delle due ipotesi è effettuato valutando i valori di impatto risultanti alla conclusione del ciclo di realizzazione dell’intervento. L’analisi di dettaglio degli impatti prodotti nelle varie fasi è effettuata nel paragrafo successivo.

Il confronto evidenzia che gli impatti negativi sono rivolti sempre alle stesse componenti;

il progetto di ampliamento non comporta il coinvolgimento, in senso negativo, di componenti diverse rispetto il progetto autorizzato.

(24)

L’impatto negativo, con l’ampliamento, si riduce sulla componente ATMOSFERA: aria, mentre aumenta sulle componenti AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni, AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) e AMBIENTE UMANO:

assetto territoriale (viabilità).

L’impatto positivo incrementa sulle componenti: LITOSFERA: suolo, BIOSFERA: flora e vegetazione, BIOSFERA: ecosistemi e AMBIENTE UMANO: salute e benessere.

Gli impatti sulle altre componenti rimangono invariati.

Il progetto di ampliamento, in conclusione, comporta un incremento degli impatti negativi e positivi che nel bilancio complessivo determina un lieve aumento dell’impatto positivo. Il maggiore incremento degli impatti positivi, rispetto a quelli negativi, è dovuto ai maggiori benefici, come dimostrato nel paragrafo successivo, prodotti dall’inserimento paesaggistico della ricomposizione finale.

3.3.2 Considerazioni sugli impatti prodotti ed individuazione delle ulteriori opere di mitigazione

La stima degli impatti diretti, compiuta attraverso l'applicazione della matrice di Leopold, ha dimostrato che il progetto di ampliamento della discarica per rifiuti inerti “POSTUMIA 2” non produrrà sostanziali incrementi degli impatti negativi ed è prevedibile, alla conclusione dell’intervento, un incremento dei benefici rispetto al progetto autorizzato.

I dati ottenuti dalla valutazione matriciale sono da definirsi teorici; la principale funzione del calcolo matriciale è il confronto dei valori ottenuti con quelli ricavati esaminando progetti simili, ipotesi alternative o la situazione ante progetto per valutare se le scelte operate sono le più appropriate.

L’analisi degli impatti prodotti sulle singole componenti ambientali consente di individuare eventuali nuove opere di mitigazioni che permettono di ridurre l’impatto negativo previsto o di mantenere l’impatto nullo o positivo evidenziato dall’analisi matriciale

Gli impatti negativi sono prodotti in prevalenza nelle fasi di cantiere ed esercizio, mentre nella fase di post esercizio prevalgono gli impatti positivi. Le opere di mitigazioni dovranno essere applicate, perciò, principalmente durante queste fasi di realizzazione e gestione della discarica.

(25)

3.3.2.1 AMBIENTEUMANO: ASSETTO TERRITORIALE (INSEDIAMENTI UMANI)

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) producono un impatto negativo.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) produce impatto nullo.

Descrizione dell’impatto

Il sito è delimitato da una siepe sempreverde e da barriere arboree. Le attività di cantiere e di conferimento avvengono, in prevalenza, in posizione depressa. I rifiuti conferiti non producono odori, gas, fumi o vapori.

La diffusione di polveri difficilmente potrà, quindi, superare il confine dell'impianto.

Si ravvisa, tuttavia, un impatto minimo, sulle abitazioni più prossime, determinato dall'incremento del rumore di fondo.

L'attività di trasporto può comportare dei disagi per gli insediamenti situati lungo i tragitti interessati e, soprattutto, in corrispondenza di punti critici dove è probabile un incremento delle emissioni generate dai mezzi per eseguire le operazioni di manovra.

Analizzando il territorio, lungo la S.P. n. 68 “Di Istrana”, dove si concentrano i mezzi connessi all'attività dell'impianto, sono presenti diverse abitazioni. In prossimità del punto critico maggiore, individuato nell'ingresso dell'impianto, le abitazioni più prossime sono situate a circa 150 m. Sulla viabilità più distante dal sito, il contributo determinato dai mezzi di trasporto alla formazione dell'impatto negativo, non è effettivamente distinguibile.

Il ripristino paesaggistico produce un impatto positivo indiretto per gli insediamenti più prossimi. Un possibile utilizzo dell'area a favore della collettività potrà essere preso in considerazione in futuro.

Mitigazioni proposte

− Organizzare l’attività, in tutte le sue fasi, in modo da evitare la sovrapposizione delle sorgenti rumorose e polverose e la conseguente amplificazione degli effetti;

− garantire il rispetto dei limiti delle emissioni sonore prodotte;

− organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi,

(26)

sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta;

− controllare periodicamente lo stato delle pavimentazioni e delle altre superfici oggetto di transito dei mezzi ed eseguire le operazioni di manutenzione;

− controllare che siano eseguite le operazioni di lavaggio ruote dei mezzi prima dell’uscita;

− prevedere, eventualmente sulla base di riscontri oggettivi, l’installazione di un impianto di bagnatura delle superfici interne, oggetto di transito dei mezzi e delle macchine, e dei materiali abbancati;

− prevedere la copertura con teli plastici di materiali particolarmente polverosi.

3.3.2.2 AMBIENTEFISICO: RUMORE, VIBRAZIONI E RADIAZIONI

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) producono un impatto negativo.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) produce impatto nullo.

Descrizione dell’impatto

L'attività determina emissioni rumorose e vibrazioni difficilmente controllabili. La normativa in materia impone definiti limiti di emissione che dovranno essere in ogni caso rispettati. La siepe, la barriera arborea e la posizione depressa dove sono svolte, in prevalenza, le operazioni, limitano la diffusione sonora oltre i confini del sito. Si ravvisa, tuttavia, un inevitabile incremento del rumore di fondo.

Il transito dei mezzi sulla viabilità pubblica comporta un inevitabile impatto negativo determinato da emissioni di rumori e vibrazioni. Il transito dei mezzi avviene in prevalenza su strade provinciali e statali e l'impatto si confonde con quello generato dall'attuale sostenuta circolazione. I punti critici di maggiore impatto sono individuati negli incroci stradali perché è prevedibile un'amplificazione delle emissioni,

(27)

Istrana” è costituita da una rotonda stradale che permette un inserimento fluido dei mezzi e genera un impatto non significativo. Il punto maggiormente critico è, perciò, in corrispondenza dell'ingresso su cui si compie la svolta per l'inserimento e l'uscita dall'impianto. L'impatto è definito locale perché prodotto soprattutto dall'ultimo tratto di strada, dove si ha la maggiore concentrazione dei mezzi connessi all'attività di discarica.

Il movimento delle macchine per la manutenzione ordinaria dell'impianto, nella fase di post esercizio, genererà un impatto poco rilevante ed assimilabile a quello prodotto dalle attività agricole svolte nei terreni circostanti.

Mitigazioni proposte

− Organizzare l’attività, in tutte le sue fasi, in modo da evitare la sovrapposizione delle sorgenti rumorose e polverose e la conseguente amplificazione degli effetti;

− garantire il rispetto dei limiti delle emissioni sonore prodotte;

− organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta.

L’impatto acustico è stato valutato dettagliatamente nel capitolo successivo, “3.3.3 Valutazione dell’impatto acustico”. La simulazione ha evidenziato il rispetto dei limiti di zona presso tutti i ricettori.

L’impatto acustico potrà essere controllato periodicamente attraverso misurazioni in sito. Gli esiti delle rilevazioni potranno richiedere la realizzazioni di ulteriori opere di mitigazione mirate (es. barriere fisse o mobili).

(28)

3.3.2.3 AMBIENTEUMANO: ASSETTO TERRITORIALE (VIABILITÀ) La fase di esercizio (Attività di trasporto) produce un impatto negativo.

Le altre fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie), di esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) e post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) non producono impatto.

Descrizione dell’impatto

Il traffico indotto dall'attività dell'impianto determina un disturbo alla circolazione sulla rete viaria più prossima al sito. Le arterie più distanti sono caratterizzate da un flusso costante di mezzi pesanti e l’impatto dovuto ai mezzi dai mezzi connessi con l'attività di discarica non è distinguibile.

Mitigazioni proposte

− Organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta;

− controllare che siano eseguite le operazioni di lavaggio ruote dei mezzi prima dell’uscita.

3.3.2.4 ATMOSFERA: ARIA

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) producono un impatto negativo.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) produce impatto nullo.

Descrizione dell’impatto

Le operazioni di rettifica della cava, la stesa dei materiali per l'impermeabilizzazione del bacino, il conferimento e la compattazione di rifiuti e terreni determinano la formazione di emissioni polverose difficilmente controllabili. Le operazioni sono svolte in prevalenza

(29)

in posizione depressa e lungo il perimetro della cava sono presenti filari arborei ed una siepe sempreverde.

I rifiuti non sono putrescibili e non producono, odori, vapori o gas.

Il transito dei mezzi sulla viabilità pubblica comporta un inevitabile impatto negativo, fino a quanto l'evoluzione della tecnica non consentirà l’abbandono dei motori a combustibile fossile. L'attività di trasporto avviene in prevalenza su strade provinciali e statali e l'impatto si confonde con quello generato dall'attuale circolazione sostenuta.

Nell'ultimo tratto di strada, dove si ha la maggiore concentrazione dei mezzi della Ditta, l’incidenza dell'impatto prodotto è maggiore. I punti critici di maggiore impatto sono individuati negli incroci stradali perché è prevedibile un'amplificazione delle emissioni gassose, conseguente alle manovre di svolta (fermate e ripartenze). Analizzando il percorso effettuato, l'intersezione fra la S.P. n. 102 “Postumia Romana” e la S.P. n. 68

“Di Istrana” è costituita da una rotonda stradale che permette un inserimento fluido dei mezzi e un impatto non significativo. Il punto maggiormente critico è, perciò, l'ingresso su cui si compie la svolta per l'inserimento e l'uscita dall'impianto.

I nuovi impianti arborei della sistemazione finale contribuiscono positivamente sullo stato della qualità dell'aria. Le superfici coinvolte non sono tali da creare un polmone verde con effetti sostanziali, tuttavia, le nuove macchie boscate possono costituire una barriera di mitigazione delle emissioni prodotte dalla circolazione dei veicoli lungo l'adiacente strada provinciale. Le opere di manutenzione ordinaria dell'impianto, nella fase di post esercizio, non determinano un impatto negativo rilevante sulla componente considerata.

Mitigazioni proposte

− Organizzare l’attività, in tutte le sue fasi, in modo da evitare la sovrapposizione delle sorgenti rumorose e polverose e la conseguente amplificazione degli effetti;

− organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta;

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− controllare periodicamente lo stato delle pavimentazioni e delle altre superfici oggetto di transito dei mezzi ed eseguire le operazioni di manutenzione;

− controllare che siano eseguite le operazioni di lavaggio ruote dei mezzi prima dell’uscita;

− prevedere, eventualmente sulla base di riscontri oggettivi, l’installazione di un impianto di bagnatura delle superfici interne, oggetto di transito dei mezzi e delle macchine, e dei materiali abbancati;

− prevedere la copertura con teli plastici di materiali particolarmente polverosi.

3.3.2.5 BIOSFERA: FAUNA

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) producono un impatto negativo.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) produce un impatto positivo che compensa ed annulla quello negativo.

Descrizione dell’impatto

Le attività svolte e, in particolare, il movimento mezzi interno comportano la formazione di emissioni, soprattutto rumorose, che creano un ambiente ostile alla fauna locale. Il disturbo è rivolto soprattutto all’avifauna e alla fauna terrestre. L'effetto barriera prodotto dalla siepe perimetrale contribuisce a ridurre l'impatto negativo prodotto. Il sito, inoltre, è ben delimitano e non è attraversato da corridoi faunistici.

Il traffico automobilistico rappresenta una fonte di disturbo per la fauna situata nelle zone a ridosso delle strade. Non è valutabile il contributo all'impatto negativo determinato dai mezzi connessi con l'attività di discarica lungo le strade maggiori, considerato l'elevato volume di traffico che caratterizzano queste arterie. Nella viabilità più prossima l'incidenza dei mezzi di trasporto è maggiore e, quindi, è maggiore l’incidenza del progetto.

Conclusa la discarica, nell'area sarà favorito lo sviluppo del prato erboso e delle nuove piantumazioni che si integreranno con la vegetazione esistente andando a costituire un'area di potenziale richiamo di nuova fauna. Il beneficio ha una sua valenza poiché l'area interessata copre quasi un terzo della cava attuale.

(31)

Mitigazioni proposte

− Organizzare l’attività, in tutte le sue fasi, in modo da evitare la sovrapposizione delle sorgenti rumorose e polverose e la conseguente amplificazione degli effetti;

− garantire il rispetto dei limiti delle emissioni sonore prodotte;

− organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta;

− controllare periodicamente lo stato delle pavimentazioni e delle altre superfici oggetto di transito dei mezzi ed eseguire le operazioni di manutenzione;

− controllare che siano eseguite le operazioni di lavaggio ruote dei mezzi prima dell’uscita;

− prevedere, eventualmente sulla base di riscontri oggettivi, l’installazione di un impianto di bagnatura delle superfici interne, oggetto di transito dei mezzi e delle macchine, e dei materiali abbancati;

− prevedere la copertura con teli plastici di materiali particolarmente polverosi.

3.3.2.6 AMBIENTEUMANO: BENI CULTURALI

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie), esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) e post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) non producono impatti.

3.3.2.7 AMBIENTEIDRICO: ACQUE SUPERFICIALI

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica) non producono impatti.

La fase di esercizio (Attività di trasporto) produce un impatto negativo.

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La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) compensa l’impatto negativo e produce, complessivamente, un impatto positivo sulla componente ambientale.

Descrizione dell’impatto

Le attività di cantiere comportano una revisione della morfologia della porzione di cava interessata. Non si individuano cambiamenti sostanziali alla gestione delle acque meteoriche.

Il bacino di discarica è completamente isolato dal sistema idrico locale. La canaletta perimetrale, durante il conferimento, svolge funzione di barriera contro l'ingresso delle acque superficiali nel bacino. Le acque che vanno a contatto con i rifiuti rientrano nella gestione del percolato e, quindi, sono raccolte ed inviate ad idoneo trattamento.

Il passaggio insistente sulle strade può provocare un accumulo di rilasci incontrollati di oli, residui di pneumatici, ecc. che si depositano nei fossati laterali con un conseguente peggioramento della qualità delle acque superficiali. Si tratta, in realtà, di un inquinamento diffuso e tipico della circolazione veicolare da imputare a sorgenti generalizzate, almeno per quanto riguarda il tragitto previsto sulle strade maggiori. Non è quantificabile oggettivamente l'impatto dovuto all'incremento del traffico connesso all'attività dell'impianto. Si riconosce un possibile impatto negativo dovuto dal transito sulla rete viaria più prossima al sito, considerata la maggior incidenza dei mezzi della Ditta.

L'impatto generato dalla regimazione delle acque superficiali, una volta completata la copertura finale, è positivo, poiché il sistema di gestione delle acque è opportunamente dimensionato sulla base dei massimi eventi piovosi, e garantisce il controllo completo delle acque superficiali.

Mitigazioni proposte

− Organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste

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− controllare periodicamente lo stato delle pavimentazioni e delle altre superfici oggetto di transito dei mezzi ed eseguire le operazioni di manutenzione;

− controllare che siano eseguite le operazioni di lavaggio ruote dei mezzi prima dell’uscita.

3.3.2.8 AMBIENTEUMANO: PAESAGGIO

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica) non producono impatti.

La fase di esercizio (Attività di trasporto) produce un impatto negativo.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) compensa l’impatto negativo e produce, complessivamente, un impatto positivo sulla componente ambientale.

Descrizione dell’impatto

L'attività si svolge in un’area schermata da siepi e barriere arboree e, in prevalenza, in zona depressa. Le operazioni svolte sono, quindi, poco visibili dall'esterno.

Il movimento degli automezzi può alterare la qualità del paesaggio qualora la mole dell’andirivieni sia particolarmente intensa. Il transito sulla rete viaria più prossima può causare un impatto negativo sul paesaggio locale agricolo. Nelle aree più distanti non si riconosce alcun impatto in considerazione dell'attuale volume di traffico che caratterizza le arterie interessate.

L'intervento agronomico, associato al ripristino morfologico, comporterà un impatto positivo sul paesaggio. Le nuove piantumazioni saranno in parte visibili dall'esterno del sito, considerata la morfologia baulata della sistemazione finale della discarica. La siepe sempreverde perimetrale, i filari arborei e le macchie boscate sono elementi che ben si integreranno sul paesaggio agricolo circostante.

Mitigazioni proposte

− Organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente.

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3.3.2.9 BIOSFERA: ECOSISTEMI

Le fasi di cantiere (Realizzazione del bacino di discarica ed opere accessorie) ed esercizio (Conferimento rifiuti e chiusura discarica, Attività di trasporto) non producono impatti.

La fase di post – esercizio (Effetto finale e interventi di post-chiusura) compensa l’impatto negativo e produce, complessivamente, un impatto positivo sulla componente ambientale.

Descrizione dell’impatto

L'attività svolta in passato (cava) ha comportato, considerato il tempo trascorso, sia l'integrazione del sito nell'ecosistema locale, sia l'adattamento di quest'ultimo alla presenza del sito. Le emissioni prodotte dall'attività possono influire sulla fauna locale ma non determinare mutazioni all'ecosistema in cui è inserita l'area ed i rapporti con gli altri ecosistemi locali. Il sito, infatti, è ben localizzato e non comunica direttamente con gli ecosistemi esterni.

L'attività di trasporto non interferisce con la componente ambientale considerata.

L'effetto finale dell'opera ricondurrà il sito a caratteristiche più prossime a quelle dell'ecosistema in cui si inserisce, richiamando nuova fauna e arricchendosi sotto l'aspetto vegetazionale. Il ripristino morfologico permette un possibile collegamento ed integrazione con gli ecosistemi esterni al sito.

Mitigazioni proposte

− Organizzare l’attività, in tutte le sue fasi, in modo da evitare la sovrapposizione delle sorgenti rumorose e polverose e la conseguente amplificazione degli effetti;

− garantire il rispetto dei limiti delle emissioni sonore prodotte;

− organizzare la logistica dei trasporti sulla viabilità pubblica, in accordo con le ditte produttrici dei rifiuti e fornitrici di materiali, in modo da diluire i passaggi, sempre nell’ambito dell’orario lavorativo, e limitare i viaggi di mezzi vuoti o caricati parzialmente;

− controllare, durante la fase di accettazione, lo stato dei mezzi in entrata;

− controllare che siano effettuate le manutenzioni previste e le revisioni richieste dalla normativa del parco macchine della Ditta;

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