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Disabili e anziani, assistenza ko

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Academic year: 2022

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Disabili e anziani, assistenza ko

di Marta Naddei

I c e n t r i d i r i a b i l i t a z i o n e a d u n p a s s o d a l l o s t o p all’erogazione dei servizi. Disabili gravi e anziani restano senza assistenza né residenziale, né semiresidenziale.

Insomma, abbandonati. Sembra un deja-vù ma è semplicemente la realtà: dal prossimo mese di novembre le prestazioni di assistenza sanitaria afferenti alla macroarea della riabilitazione e a quella della salute mentale e socio- sanitario rischiano il blocco a causa della recente delibera sui tetti di spesa emanata dall’Asl Salerno lo scorso 30 settembre. Un atto dovuto, certo, se non fosse che a monte c’è un errore di calcolo, perpetrato dalla struttura commissariale della Regione Campania, che ha fatto sì che, per quanto concerne l’erogazione delle risorse per l’anno 2014, vi fosse un ammanco – per Salerno – di circa due milioni e mezzo di euro, pari a oltre 2.000 prestazioni non erogabili. Un errore scaturito dal fatto che per l’anno in corso l’importo di 10 milioni 970 mila euro (al netto della compartecipazione dei Comuni) è stato sottostimato rispetto a quello attribuito nel 2013 (19 milioni 967 mila euro) calcolato al lordo della compartecipazione della spesa. E mentre le altre Asl della Campania hanno ritenuto di non deliberare i tetti di spesa fin quando, di concerto con la Regione Campania, non si sia trovata una soluzione, il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale di Salerno Antonio Squillante, pur riconoscendo l’anomalia nei fondi, ha deciso di procedere ugualmente con la loro ripartizione. Il risultato è che alcune strutture, tra cui il centro diurno integrato per disabili

“Guido Caressa” dell’Anffas, Salerno hanno già raggiunto il proprio budget annuale a far data dallo scorso 17 ottobre.

Tradotto, il resto dei soldi dovrà metterceli di tasca propria

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l’associazione di riferimento. Come sottolineato anche dal direttore sanitario del distretto 66 Antonio Lucchetti nella comunicazione in cui informa che l’Asl «non si assume alcuna responsabilità di eventuale sforamento del tetto liquidabile».

Insomma, dovendo avere a che fare con bilanci già provati dalla medesima situazione che, come un mantra, si ripete ad ottobre di ogni anno, le strutture e i centri non sono più in grado di far fronte alle prestazioni e si trovano costretti a sospenderli. Una situazione che è stata portata, con una nota, all’attenzione del prefetto di Salerno Gerarda Maria Pantalone: sono trascorsi dieci giorni e nessuna convocazione di tavoli di concertazione è ancora giunta. Ieri mattina, il presidente dell’Anffas Campania Salvatore Parisi, quello dell’Aspat Pier Paolo Polizzi e il coordinatore regionale dell’Aspat Antonio Gambardella, hanno illustrato lo scenario dinanzi ad una folta platea non solo di addetti ai lavori, ma anche di pazienti e loro familiari. «Abbiamo sollecitato l’Asl a non procedere – ha affermato Parisi – ma non c’è stato nulla da fare. Rispetto agli anni precedenti siamo più preoccupati perché abbiamo già stretto la cinghia fino all’ultimo buco. Siamo stati degli “eroi”, noi, i nostri collaboratori, i nostri pazienti e i loro familiari, ma noi alla fine dell’anno con queste condizioni non arriviamo». A rincarare la dose, anche Antonio Gambardella: «Potremo mai mettere per strada i nostri assistiti? Il dg ha avuto la sola colpa di non aver previsto tale situazione e questo perché si delibera senza previo confronto con le associazioni di categoria, che avrebbero potuto consigliare Squillante, il quale, spero, abbia provveduto per iscritto a richiedere la correzione del budget destinato al settore sociosanitario». Un budget già compromesso da un errore, fatto diversi anni fa, sul calcolo del fabbisogno pro capite che, per l’Asl Salerno, è il più basso di tutta la Regione. Il presidente dell’Aspat Polizzi ha invece posto l’accento sulla clausola prevista nel deliberato che impone alle strutture di accettare tutte le condizioni imposte: «Per la prima volta è prevista solo la quota a carico delle strutture. Bisogna istituire, come già abbiamo

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richiesto, una cabina di regia unica per superare le criticità».

Riabilitazione, «Entro fine mese risolveremo la questione tariffe»

di Peppe Rinaldi

E’ uno di quegli uomini che ha dovuto arginare l’alluvione di danaro che ha travolto le casse della sanità campana nell’epoca dolce del rinascimento bassolinian-demitiano. Si chiamaMario Morlacco (foto) è il sub commissario per il Piano di rientro dal deficit sanitario (che toccava gli 8 miliardi di euro, tanto per dare un’idea di ciò di cui parliamo): in pratica è l’uomo che decide, dopo il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro, vita e morte dei conti di gestione della sanità in Campania. Vaste programme, avrebbe detto qualcuno. E in parte, va riconosciuto, ci stanno riuscendo a Palazzo Santa Lucia risalendo una china che l’allegria gestionale del centrosinistra dell’ultimo ventennio almeno presentava come un dirupo inarrivabile.

I dati generali e di tendenza sembrano migliorati, certo ci sono ancora aree e sacche di insipienza amministrativa e di sprechi ingiustificabili ma, del resto, nessuno è perfetto ed ogni cosa a sua tempo. Si vedrà.

Mario Morlacco, però, raggiunto da Cronache del Salernitano, si schermisce e subito precisa che «guardi non parlo normalmente con i giornalisti, c’è un livello politico che ha la precedenza in questa materia».

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Capisco dottore, ma volevamo soltanto farle alcune domande perché questo giornale si è occupato di questioni concernenti l’universo dei centri di riabilitazione accreditati…

«Ho capito ma si renderà conto che non spetta a me delineare scenari generali, io sono un tecnico e come tale di questioni tecniche mi occupo: altro non saprei dirle»

Infatti dottor Morlacco, io proprio di questioni di tale natura volevo discutere con lei se lei fosse disponibile

Il vice-capo (c’è solo Stefano Caldoro che potrebbe mettere in discussione una sua decisione) della Sanità campana è purtroppo in treno durante la conversazione e, pertanto, l’audio è stato continuamente interrotto

«Mi dica pure, se è qualcosa su cui posso rispondere sarò lieto di farlo»

Si, allora: su questo quotidiano abbiamo trattato della famosa tariffazione dei centri di riabilitazione e della giungla che sembrerebbe esserne derivata sul nostro territorio

«Ah si, conosco l’argomento»

Bene, abbiamo ospitato l’opinione di specialisti, giuristi, tecnici della materia e via dicendo»

«E dunque?»

Chiedevo il suo parere

«Guardi, gliela faccio breve: per ciò che concerne le tariffe che la Regione riconosce a quelle strutture che si occupano della riabilitazione la questione è molto semplice»

Cioè?

«Non vorrei essere troppo tecnico, appunto, ma le posso dire che siamo orientati ad adeguarci alle indicazioni che

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promanano dal ministero»

Tutto qua?

«Ovviamente no. Come lei sa abbiamo accolto le osservazioni dei centri specializzati e delle associazioni di riferimento, e ci siamo preoccupati di analizzare ben 101 bilanci di queste strutture proprio per capire come adeguare uniformemente le tariffe»

Il calcolo dei famosi costi standard di cui Cronache si è occupato?

«Diciamo di sì, che sinteticamente la questione così è: le associazioni (Aiop, Aris e tutte le altre, ma consideri che esistono anche i cani sciolti) hanno prodotto osservazioni, stanno valutando le determinazioni che riterranno opportuno comunicarci, dopodiché si tireranno le somme»

Il che significa?

«Che siamo sulla buona strada, mi par di capire che le associazioni abbiano valutato attentamente le cose e siano disponibili a lavorare in perfetta sinergia con le indicazioni generali»

Una volta trovata la cosiddetta “quadra” s’intende

«Certo. Diciamo che entro la fine di questo mese il cerchio sarà chiuso. Questo lo può scrivere con certezza»

Scrivo proprio così, che Morlacco considera il 30 giugno il termine ultimo per la definizione della questione delle tariffe e dei costi standard dei centri di riabilitazione in Campania?

«Esattamente»

Grazie dottor Morlacco, per le altre domande rimandiamo ad un’occasione migliore?

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«Vedremo, grazie a lei, a presto»

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