Torquato Tasso
(1544/ 1595)
Il periodo della
Controriforma cattolica
Una gioventù di peregrinazioni e l’arrivo a Ferrara
• Nasce a Sorrento (nel 1544)
• Il padre era un uomo che lavorava al servizio di grandi signori e dovette viaggiare molto sia in Italia che in Francia. Lo stesso farà Torquato, che passerà di corte in corte, prima con il padre e poi da solo: fino a quando non deciderà di mettersi sotto gli Este (1565).
• Ebbe un’ottima educazione: ottimi maestri, studi di Legge e poi di Filosofia ed Eloquenza.
• Scrive moltissimo: poesie, poemetti, tragedie, trattati di poetica.
• In particolare scrive il Gierusalemme, un primo nucleo di poema
inerente la I crociata: 116 ottave che, in séguito, confluiranno nel suo capolavoro, la Gerusalemme Liberata.
Il capolavoro e la follia
• Anni ‘70: dà inizio al suo capolavoro, la Gerusalemme liberata (che intitola in un primo momento: il Goffredo).
• 1575: pieno di dubbi morali e artistici, la sottopone alla revisione di intellettuali romani (laici ed ecclesiastici), il quali lo criticano aspramente.
• 1577: Tasso si auto-denuncia al Tribunale dell’Inquisizione.
Alfonso d’Este, irritato, lo fa rinchiudere al S. Anna per 7 anni. Qui Tasso scriverà moltissime lettere, poesie, dialoghi in difesa di se stesso.
• 1580/1581: l’opera viene pubblicata contro la sua volontà a Venezia.
Il folletto e le visioni
«Oltre que’ miracoli del folletto, vi sono molti spaventi notturni; perché, essendo io desto, mi è paruto di vedere alcune fiammette ne l’aria: ed alcuna volta gli occhi mi sono scintillati in modo ch’io ho temuto di perder la vista; e me ne sono uscite faville visibilmente. Ho veduto ancora nel mezzo de lo sparviero ombre de’ topi, che per ragione naturale non potevano farsi in quel luogo: ho udito strepiti spaventosi; e spesso ne gli orecchi ho sentito fischi, titinni, campanelle, e romore quasi d’orologi da corda; e spesso è
battuta un’ora; e dormendo m’è paruto che mi si butti un cavallo addosso».
Tasso diventa un mito letterario.
Goethe: dramma Torquato Tasso (1790) Leopardi: Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare (1824)
Gli ultimi anni e la Liberata.
• Uscito da Sant’Anna e ottenuto il parere positivo di Alfonso d’Este, viene ospitato a Mantova, Napoli, Roma, Firenze e di nuovo Roma.
• 1593 pubblica la Gerusalemme Conquistata, riscrittura integrale della Liberata, ma più conforme al modello omerico dell’Iliade e al rigore cattolico. Per il pubblico, però, questa ri-edizione non
prenderà mai il posto della Liberata.
• Nel 1595 muore.
Il rapporto con la corte
• Viscerale e ben diverso da quello di Ariosto, che rivendicava la sua libertà e la sua indipendenza: la corte è per Tasso un modello etico di vita (cf. B. Castiglione; Della Casa); nella corte si gioca tutta la vita di Tasso, le sue ambizioni e anche il suo fallimento.
• Sceglie Ferrara perché lì c’erano stati i grandi autori dell’epica cavalleresca: è ambizioso e vuole conquistarsi quel tipo di
pubblico.
La Poetica di Aristotele
• In questi anni viene riscoperta la Poetica di Aristotele, secondo cui l’arte è mimesis della natura e deve essere unitaria. C’è un ritorno all’epica classica e un allontanamento dalla forma romanzesca
tipica di Ariosto (storie intrecciate, amori, magie).
• Tasso vuole seguire questa nuova tendenza, ma nel contempo emulare il successo di Ariosto.
• Scrisse un trattato: Discorsi dell’arte poetica.
Poetica VIII 20-25
«Omero, come anche nel resto si differenzia dagli altri, poiché nel comporre l’Odissea, non prese a poetare su tutto quanto accadde ad Odisseo, come, ad esempio, che fu ferito sul Parnaso e che finse di essere pazzo nell’adunanza, due fatti dei quali il verificarsi dell’uno non comportava di necessità o con verosimiglianza il verificarsi dell’altro, ma costruì l’Odissea attorno ad un’unica azione, quale noi diciamo, e così anche l’Iliade».
La Liberata
• Poema storico, non inventato: la prima crociata (è un precursore del romanzo storico).
«Il vero condito in molli versi | i più schivi allettando ha persuaso»
• Riferimento alla contemporaneità: i Turchi.
• Racconto lineare e integrale: un solo protagonista, una sola storia, conclusa.
• Uso del meraviglioso verosimile (miracoli, magia bianca e nera).
• Conflitto ideologico fra il Bene dell’esercito cristiano e il Male dell’esercito saraceno.
• I nemici hanno una loro grandezza, solo che inseguono valori negativi: gloria, amori sensuali, onore, individualismo.
• Uso del chiaroscuro: personaggi complessi, lacerati da un contrasto etico con loro stessi, irrazionali (Rinaldo segue la gloria, Tancredi l’amore).
• Stile serio, sublime (quello dell’epica e della tragedia): parole rare, arcaiche, francesismi, ipotassi, prosopopea, enjambement, ossimori, iperbati, chiasmi,…
• Anticipa il melodramma e il barocco.
Gli elementi salienti della trama e i personaggi
• Goffredo il pio che guida l’esercito cristiano e con le sue preghiere e il suo coraggio farà vincere il suo esercito.
• Il feroce re Aladino guida gli infedeli.
• Il mago Ismeno e la selva di Saron, trasformata in un labirinto che fa perdere i soldati (allegoria della mente e della sue contraddizioni).
• La maga Armida che seduce i soldati e li imprigiona nel suo castello, ma è ella stessa fragile e alla fine si convertirà.
• Tancredi, cristiano, innamorato della pagana Clorinda. Si scontreranno in una lotta e, in punto di morte, ella chiederà il battesimo.
• Erminia, pagana, innamorata di Tancredi, che arriva a travestirsi da Clorinda.
• La siccità, risolta da Goffredo con le preghiere.
• Rinaldo che vincerà gli incanti di Armida e di Ismeno.