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CAPIRE LE PENSIONI PICCOLE E GRANDI RISPOSTE QUOTIDIANE A PORTATA DI MANO

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Academic year: 2022

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CAPIRE

LE PENSIONI

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AVVERTENZA

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Tutto, però, è in continua evoluzione e, quando prenderai in mano questa guida, qualcosa potrebbe essere cambiato.

Per stare al passo con gli argomenti che ti interessano, non dimenticare di consultare le nostre riviste e di collegarti al sito www.altroconsumo.it. Qui potrai sempre trovare le ultime news e sapere quando sarà disponibile una nuova edizione di questa guida.

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Introduzione ... 9

PARTE PRIMA – La contribuzione Capitolo 1 – I contributi obbligatori

Cosa sono i contributi ... 13

I contributi dei lavoratori dipendenti ... 15

I contributi di artigiani e commercianti ... 21

Lavoratori autonomi agricoli ... 27

La Gestione Separata INPS ... 30

Capitolo 2 – Contributi figurativi, volontari e da riscatto

I contributi figurativi ... 33

I contributi volontari ... 38

I contributi da riscatto ... 43

Sommario

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Capitolo 3 – La ricongiunzione, la totalizzazione e il cumulo

Cos’è la ricongiunzione ... 53

La ricongiunzione nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti ... 54

La ricongiunzione in altri Fondi ... 55

La ricongiunzione per i liberi professionisti ... 58

INPS ed ENPALS ... 59

La totalizzazione ... 60

Il “cumulo” ... 62

PARTE SECONDA – I trattamenti pensionistici Capitolo 4 – La pensione di vecchiaia

Il sistema retributivo e misto ... 68

Il sistema contributivo ... 76

La pensione di vecchiaia in totalizzazione ... 79

La pensione di vecchiaia con il “cumulo” ... 81

L’Anticipo Pensionistico (APE) ... 83

Capitolo 5 – I trattamenti anticipati

La pensione anticipata ... 88

Sistema contributivo puro ... 90

In pensione con “Quota 100” ... 92

La pensione di anzianità in regime di totalizzazione ... 97

La pensione anticipata in regime di cumulo ... 99

Pensione anticipata a 63 anni con contributi versati alla Gesione Separata ... 100

I prepensionamenti a carico delle aziende ... 101 Capire le pensioni

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Capitolo 6 – I trattamenti di invalidità

L’assegno di invalidità ... 103

La pensione di inabilità ... 107

La pensione privilegiata di inabilità ... 109

La vecchia pensione di invalidità ... 111

La pensione di inabilità in totalizzazione ... 112

La pensione di inabilità in regime di cumulo... 113

Capitolo 7 – La pensione di reversibilità

Che cos’è la reversibilità ... 115

A chi spetta ... 116

A quanto ammonta ... 121

Capitolo 8 – Lavorare all’estero

La normativa internazionale di sicurezza sociale ... 128

Lavorare all’estero per un’azienda italiana ... 132

Capitolo 9 – Il trattamento minimo e le maggiorazioni sociali

Il “trattamento minimo” ... 135

La maggiorazione sociale ... 139

L’aumento delle pensioni basse (la “quattordicesima”) ... 141

Il rimborso una tantum agli “incapienti” ... 143

Capitolo 10 – Regole e sistema di calcolo delle pensioni INPS

Fare i conti ... 147

Il calcolo retributivo ... 150 Sommario

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Il calcolo contributivo ... 154

La pensione nel sistema misto ... 160

Il calcolo della pensione per i lavoratori autonomi ... 165

Capitolo 11 – Lavorare in pensione

Cumulare pensione e lavoro ... 167

Quando il cumulo è solo parziale ... 168

Cumulo vietato ... 170

Il supplemento di pensione ... 170

Capitolo 12 – Le pensioni assistenziali

L’assegno sociale ... 175

La pensione sociale ... 179

Prestazioni per gli invalidi civili ... 180

Come si controlla il reddito ... 188

Indice analitico ... 189 Capire le pensioni

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La legislazione in materia di previdenza è in continua evoluzione. Accanto a vertiginosi e continui aggiornamenti della normativa, rimane, inoltre, la com- plessità di un sistema che per raccordare le vecchie e le nuove leggi presenta deroghe ed eccezioni, che rendono difficile comprendere se, come e quando si maturerà il frutto di anni di contributi versati.

La Riforma Monti-Fornero ha innalzato, dal primo gennaio 2012, i requisiti anagrafici richiesti per la pensione di vecchiaia, ha apportato novità al mecca- nismo di calcolo delle pensioni, ha cancellato le vecchie pensioni di anzianità sostituendole con una nuova prestazione, la pensione anticipata e, infine, ha introdotto meccanismi di penalizzazione o incentivi collegati all’età in cui si decide di andare in pensione. Per rendere meno traumatico il passaggio dal vecchio al nuovo sistema nei confronti di taluni lavoratori assicurati, la legge ha però stabilito che le norme in vigore fino al 2011 continuino, per un limitato numero di casi, a essere ancora valide.

Questa guida tiene conto delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2019 che, come vedremo, ha “addolcito” le regole per il pensionamento anti- cipato, prevedendo la possibilità di ottenere la prestazione se si possono far valere, congiuntamente, 62 anni di età e 38 di versamenti; una proroga della cosiddetta “Opzione donna”; un blocco degli incrementi dei requisiti contributivi per la pensione anticipata legati all’aumento dell’aspettativa di vita.

Nella prima parte parleremo dei vari tipi di contributi, nella seconda ci occu- peremo dei trattamenti pensionistici.

Introduzione

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I contributi obbligatori

I contributi obbligatori

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Il sistema previdenziale è il complesso di norme che disciplina il diritto a un trattamento pensionistico, determinato in base ai contributi versati durante l’attività lavorativa. Il sistema assistenziale regola, invece, l’attività dello Stato volta a erogare un trattamento o un’integrazione per tutelare una situazione di bisogno. La differenza tra i due sistemi, quindi, è nel sistema di finanziamento: il primo è garantito dai contributi previdenziali di ciascuno, il secondo si alimenta con la cosiddetta “fiscalità generale” ovvero con le tasse versate da tutti.

Cosa sono i contributi

Per parlare di previdenza, e specificamente di pensioni, si deve perciò in- nanzitutto parlare di contribuzione, perché esiste uno stretto legame tra la prestazione previdenziale e il versamento dei contributi.

I contributi previdenziali sono quelle quote della retribuzione (nel caso di rapporti di lavoro subordinato) o del reddito di lavoro (nel caso del lavoro autonomo, di rapporti di collaborazione o di lavoro associato) destinate al finanziamento delle prestazioni previdenziali previste dalla legge.

Essi sono, di norma, obbligatori perché il loro versamento è previsto dalla

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Capire le pensioni

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legge e la volontà delle parti (datore di lavoro e prestatore di lavoro) non può derogare a quest’obbligo, che sorge generalmente all’avvio di una qualunque attività lavorativa e al verificarsi di ulteriori condizioni previste dalla legge. Una parte dei guadagni, quindi, viene versata quale contributo ai fini della pensione.

Fino a qualche tempo fa secondo la variegata galassia della previdenza la contribuzione e le relative prestazioni pensionistiche non erano gestite tutte da un unico ente, ma da istituti previdenziali diversi a seconda della tipologia di attività lavorativa svolta.

La tendenza è, invece, cambiata in questi ultimi anni e molti Istituti previdenziali (INPDAI, INPDAP, ENPALS, IPOST, Fondo Ferrovie), pur mantenendo invariate le proprie regole per il pensionamento, sono stati assorbiti dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Quest’ultimo, secondo i dati diffusi dello stesso istituto, ha 37 milioni di utenti; gestisce i conti assicurativi di 22 milioni e mezzo di lavoratori, paga mensilmente 18 milioni di pensioni ed eroga prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, malattia, mobilità, maternità ecc.) a poco meno di 5 milioni di persone. Sono, infatti, iscritti presso l’INPS:

• i lavoratori dipendenti del settore privato iscritti al cosiddetto Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti;

• gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti iscritti alle gestioni speciali lavoratori autonomi;

• i lavoratori “parasubordinati” (co.co.pro, co.co.co. e lavoratori occasionali) e i professionisti titolari di partita IVA privi di una cassa professionale e, perciò, iscritti alla cosiddetta Gestione Separata;

• i lavoratori iscritti ai fondi speciali di previdenza sostitutivi del regime generale (fondo telefonici, fondo elettrici e fondo addetti alle imposte di consumo);

• i dirigenti di azienda industriale iscritti fino al 2002 al disciolto istituto na- zionale di previdenza dei dirigenti industriali (INPDAI);

• i lavoratori iscritti ai fondi speciali di previdenza integrativi del regime generale INPS (fondo Previdenza Marinara, fondo degli addetti ai pubblici servizi del gas, fondo degli addetti ai pubblici servizi di trasporto, fondo dipendenti degli istituti di credito).

Sono, inoltre, assicurati presso l’INPS, in apposite Gestioni:

• i dipendenti dello Stato, della Sanità e degli Enti Locali, iscritti alla Gestione ex INPDAP dell’INPS;

• i lavoratori dello spettacolo iscritti alla Gestione ex ENPALS dell’INPS;

• i dipendenti di Poste Italiane S.p.A. iscritti alla Gestione ex IPOST dell’INPS.

Questa guida tratterà solo gli aspetti contributivi e pensionistici dei soggetti assicurati al regime generale INPS, che rappresentano la stragrande maggio- ranza dei lavoratori.

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I contributi obbligatori

Il limite di retribuzione per l’accreditamento dei contributi

Il minimale di retribuzione imponibile non va confuso con il limite di retri- buzione utile per l’accreditamento dei contributi.

I contributi pensionistici sono, infatti, accreditati per ogni settimana di lavoro ma per avere diritto all’accredito della settimana il lavoratore deve percepi- re, per ciascuna settimana, una retribuzione lorda pari almeno al 40% del trattamento minimo di pensione in vigore al primo gennaio di ogni anno.

Se la retribuzione annua è inferiore al 40% del trattamento minimo, allora le settimane accreditate sono proporzionalmente ridotte. In pratica, se il la- voratore ha lavorato tutto l’anno, si divide la retribuzione imponibile annua per il limite minimo settimanale e il quoziente, arrotondato per eccesso, rappresenta il numero delle settimane di contributi cui si ha diritto.

Tabella 1: Il minimale di retribuzione

Anno Minimale (in euro)

2003 8.364,20

2004 8.573,24

2005 8.744,84

2006 8.893,56

2007 9.071,92

2008 9.225,84

2009 9.521,20

2010 9.588,28

2011 9.722,44

2012 10.004,80

2013 10.304,84

2014 10.418,20

2015 10.439,52

2016 10.439,52

2017 10.439,52

2018 10.544,44

2019 10.670,40

Tabella 2: Il massimale di retribuzione

Anno Massimale (in euro)

2003 80.391

2004 82.401

2005 84.049

2006 85.478

2007 87.188

2008 88.670

2009 91.507

2010 92.147

2011 93.622

2012 96.146

2013 99.034

2014 100.123

2015 100.324

2016 100.324

2017 100.324

2018 101.427

2019 102.543

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€ 14,45

CAPIRE LE PENSIONI

Il sistema pensionistico italiano è molto complesso e le continue modifiche normative non fanno che confondere le idee. Così capire quando e con quale retribuzione si andrà in pensione risulta piuttosto difficile.

Con la nuova edizione di questa guida, aggiornata alle ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2019 che ha

“addolcito” le regole per il pensionamento anticipato, vi offriamo il bandolo della matassa per potervi districare nel dedalo delle nuove regole della previdenza.

AL SUO INTERNO

D Le più recenti disposizioni di legge spiegate con semplicità

D Tabelle utili per comprendere la propria posizione

D Esempi pratici in cui riconoscersi

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