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Tomaso Marazza CON TE ME NE ANDRÒ

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Academic year: 2022

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Con te me ne andrò

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Tomaso Marazza

CON TE ME NE ANDRÒ

Poesie

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www.booksprintedizioni.it

Copyright © 2020 Tomaso Marazza Tutti i diritti riservati

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A me stesso, a tutti colore che mi amano ed hanno amato, come dono di una parte di me, del mio tempo.

della mia anima.

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“Silenzioso soffia il vento di morte annunziatore della foglia triste il lamento dolcemente entra nel cuore foglia rossa, gialla, inaridita un tempo verde di splendore eri tu come la mia vita che fiorisce, soffre e muore.”

T. M.

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Introduzione

Non sono un poeta e nemmeno uno scrittore. Sono so- lo un uomo che guarda, ascolta e cerca di riprodurre ciò che vede e sente con parole. Sono un uomo che ama soffermarsi su un dettaglio e ne fa una gigantogra- fia, di un particolare che sfugge correndo ma che di- venta ragione di vita o di speranza camminando len- tamente e vivendo con amore le proprie giornate. Sono un uomo che si meraviglia ancora delle cose più ovvie, scontate e di queste ne fa motivo di gioia intima da tra- smettere agli altri. Forse con questa tecnica induttiva si può giungere a quell’arte dalla quale mi discosto per incapacità tecnica e inesperienza che è la poesia. Per me la poesia è come dice l’etimologia della parola crea- zione, poiesis. Creazione di parole accostate in sequen- ze particolari che esprimono spesso uno stato d’animo a partire da ciò che vedo o vorrei vedere con gli occhi dell’apparato visivo o con gli occhi dell’immaginazione e ciò che ascolto con l’apparato uditivo o sento con le orecchie dell’animo. Non sono un poeta “sensu stricto”

e non costruisco versi che sottostanno a una metrica precisa, il verso stesso non deve essere prigioniero di un endecasillabo o di un settenario pur sottraendo la composizione ad una sua musicalità intrinseca che così verrebbe meno almeno in parte. Talora con i miei brevi e semplici componimenti cerco di compiere un’opera di astrazione o di innalzare un particolare a Simbolo o semplicemente descrivere un evento, un particolare, un oggetto ad esempio un fiore, una rappresentazione del- la natura senza secondi fini ma unicamente per rical- carne il significato più profondo, per esprimerne la bel- lezza o la propria capacità di modificare il mio stato

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d’animo o le mie azioni. Senza necessariamente assur- gere a simbolismi o a voler a tutti i costi operare azioni di tipo astrattivo o tantomeno didascalico.

Non posso identificarmi in un filone poetico poten- domi definire solo “scrittore di sensazioni”, aspirante poeta e se anche già tale, non ritengo la poesia rivela- trice di verità, il poeta non è vate, non si fa portatore di un credo letterario, di una corrente, di una religione, ma è solo portatore di sé stesso, delle sue sensazioni evocate e fatte risaltare dall’osservazione di ciò che cir- conda. E tali sensazioni diventano tutt’uno con il pen- siero e strutturali del pensiero al punto da modificare l’atteggiamento nei confronti della vita.

Eugenio Montale sosteneva che i poeti possono dire

“ciò che non siamo” e “ciò che non vogliamo”, nulla di più. Io penso che possiamo dire ciò che sentiamo e che spesso ciò che sentiamo è ciò a cui aspiriamo anche se vanamente. E in ultima analisi ciò che sentiamo in par- te identifica ciò che siamo.

I temi da me trattati sono sempre quelli, a partire dal tempo, dall’alternarsi delle stagioni o del giorno e della notte, della luce e del buio, della bellezza intesa come giovinezza eterna o purezza del creato, del mare e ciò che trasmette all’uomo, della natura nelle sue varie espressioni, il fiore, l’albero, la nebbia, la neve, il sole, la luna, il fiume, il lago, del silenzio, dell’invocazione della poesia stessa, dell’amore e non da ultimo della morte partendo da diversi spunti e situazioni.

La morte in particolare è concepita con diverse con- notazioni. Non esiste soltanto come nulla eterno ma anche come continuazione della vita, come staticità della natura o paragonata al silenzio della natura che pure suggerisce intense emozioni, come preghiera su una tomba o come corrispondenza tra le voci delle anime e il vento sussurrante tra i cipressi, come visione di angeli che raccolgono le anime di un trapassato morto su una strada o che vestiranno di una veste tra- sparente le mie stesse spoglie mortali, o come una bar- ca che prende il largo o come una farfalla prigioniera in una stanza che aspetta di spiccare il volo libera. E

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della morte può rimanere tutto o nulla. Possono rima- nere i ricordi o una scia sull’acqua che non esiste più o la solitudine del distacco e il dolore che è solo nostro o rimane qualcosa di positivo perché con la morte la vita si può trasformare, e anche una foglia morta staccatasi da un ramo nell’autunno della sua vita può alzarsi al primo alito di vento e andare oltre ogni sguardo e oltre ogni pensiero.

La vita nella sua caducità è invocata spesso come passaggio rapido delle stagioni e la natura impersonifi- cata ora da un fiume ora da un albero rappresenta spesso il segnapassi del tempo.

Ma tutte le tematiche svolte, tra queste anche il ri- cordo, la musica, l’attesa, la felicità, hanno come co- mune denominatore la forza delle parole scritte e anco- ra più la loro esistenza nella mente di chi scrive e in senso assoluto o se si preferisce della Poesia, mater et magistra e compagna dell’uomo nel suo peregrinare, unico duraturo valore che si fonda sulla Speranza e che dà eternità alla Speranza. In principio avrei voluto de- dicare la raccolta alla dea Speranza dando come titolo alla raccolta stessa “Un libro, una speranza”, in un se- condo tempo ho preferito come titolo “Con te me ne andrò” quasi come un romanzo in cui gli attori siamo io e la poesia unica sostenitrice fedele compagna di vita terrena e se Dio vorrà anche ultraterrena. La poesia dà la forza di ragionare, di lasciarsi plasmare dalle belle emozioni e dalla bellezza della vita in tutte le sue espressioni e ci permette di bloccare la nostra corsa verso la fine fermandoci in un umile campo per coglie- re quel bocciolo che s’aprirà oltre l’ultima stazione o per contemplare un semplice fiore di campo che nell’aridità della vita rappresenta il sorriso del mondo.

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