LE ISOLE EPARSES (« sparse ») appartenenti alle Terre australi e antartiche francesi (TAAF)
Testo pubblicato nel 2009 su Famiglia Cristiana; il Prefetto delle TAAF dell’epoca era Rollon Mouchel-Blaisot (attualmente – novembre 2017 – il Prefetto è Cécile Pozzo di Borgo).
Le sette del mattino sull’isola di Europa. Nel piccolo campo militare all’ombra delle palme da cocco è l’ora dell’alzabandiera. Due militari in tenuta mimetica issano il tricolore francese, mentre una decina di loro commilitoni, un ufficiale e un gendarme osservano sull’attenti.
Siamo su una delle cinque isole « Eparses » (sparse), riserve naturali appartenenti alla Francia, disabitate e perdute nel canale del Mozambico, fra le coste orientali dell’Africa e il Madagascar. Le altre si chiamano Juan de Nova, Glorieuses e Bassas da India, un atollo in formazione, sommerso ad alta marea. Tromelin, la più piccola delle Eparses (appena un km2) è invece situata 450 km a l’est del Madagascar, nell’oceano indiano. Più « sparse » di cosi’ !
Sono isole di corallo ; nonostante si trovino ai Tropici, appartengono alle Terre australi e antartiche francesi (le TAAF) e sono amministrate da un prefetto il cui quartier generale è situato alla Riunione.
Le Eparses sono un luogo di riproduzione privilegiato per milioni di uccelli marini e migliaia di tartarughe marine. La biodiversità è elevata : 13 delle 24 specie di uccelli che si riproducono nell’oceano Indiano nidificano nelle isole « sparse » fra cui circa due milioni di sterne
fuligginose su Europa; circa 100 diverse specie di coralli formano i reefs di Juan de Nova, e 60 quelli di Europa.
Proteggere questi santuari della natura dall’intrusione di bracconieri o di pirati, garantire la protezione integrale degli ecosistemi terrestri e marini, studiarne e preservarne la
biodiversità è l’impegno assunto dal governo francese, spiega Rollon Mouchel-Blaisot, Prefetto delle TAAF. Ecco perché – dal 1973 – la Francia mantiene tre distaccamenti militari sulle tre isole principali. Tromelin è tropo piccola per ospitare una caserma : dal 1954 vi è installata una stazione meteo con 4 metereologi.
Se la superficie totale delle isole è piccola (44 km2), la zona economica esclusiva (un’area
Estratto da www.newsdaipoli.it | 2 marina in cui le TAAF gestiscono la pesca in modo sostenibile e rilasciare permessi per
ricerche petrolifere) è vastissima : 650.000 km2, oltre il doppio dell’Italia. Per dimostrare il loro impegno di proteggere l’ambiente delle Eparses, nella primavera scorsa le TAAF hanno finanziato e organizzato una spettacolare operazione di « pulizia » delle isole. Circa 650 tonnellate di « spazzatura » (600 t di rottami di ferro, di alluminio e di acciaio, 14 t di
batterie, 2 t di oli usati e 6,5 t di kerosene) accumulata nell’arco di decenni sono stati rimossi e riportati alla Riunione a bordo della nave oceanografica Marion Dufresne.
La spedizione aveva anche uno scopo scientifico: a bordo del Marion viaggiavano 46 ricercatori appartenenti a varie discipline, ornitologi, ecologi, biologi marini, geologi,
geomorfologi, archeologi marini …. un ricercatore di origine veneziana (vedere il riquadro).
Trenta eco-turisti completavano la lista dei passeggeri. Una mattina – dopo aver assistito all’alzabandiera al campo militare di Europa – ci rechiamo alla colonia delle fregate,
accompagnati da Matthieu Le Corre, ricercatore e professore all’Università della Riunione, esperto nello studio degli uccelli marini e da David, uno dei suoi studenti.
Le fregate sono uccelli straordinari e terribili : straordinari per la loro capacità di attraversare immense distanze sull’oceano, sfruttando le correnti ascensionali per salire alte nel cielo e poi planare il più lontano possibile, per andare a pescare. Terribili perché sono « briganti » con le ali : per esempio, attaccano in volo altri uccelli per far loro rigurgitare il cibo e quindi rubarlo. Due diverse specie di fregate si riproducono su Europa : per raggiungere la colonia ci inoltriamo in un inquietante bosco di euforbie, arruffato e scomposto come un luogo stregato.
I rami pungenti delle piante graffiano braccia e gambe, la temperatura sfiora i 40°C. Dopo un po’ iniziamo a sentire le voci delle fregate e a scorgerle da lontano. Le loro grida sinistre paiono grida umane. Un gruppetto di maschi fa bella mostra di sé posato sulle fronde di un’euforbia, come se si trattasse di un palcoscenico. Gonfiano la sacca giugulare rosso vermiglio e aprono le ali per far fremere le piume nere iridescenti. Sopra di loro volano le femmine, che « studiano » i pretendenti : nel popolo delle fregate infatti sono le femmine a scegliere il compagno.
Uscendo dal bosco scorgiamo – in lontananza – un’immensa « nuvola » formata da centinaia di migliaia di uccelli che volano in tutte le direzioni. Matthieu Le Corre spiega che si tratta di
sterne fuligginose, impegnate in una cerimonia nuziale. Sono circa un milione, forse più. Il vociare si sente a diversi chilometri di distanza : «E’ come un enorme altoparlante che annuncia: siamo qui, venite! », dice Le Corre. Questo sistema, prosegue, attira sempre più sterne e coordina il periodo della riproduzione. Le coppie si formano in volo, e dopo una serie di evoluzioni coordinate, maschio e femmina scendono a terra per riprodursi fra alte erbe.
Le isole sono anche la nursery delle tartarughe marine. Due diverse specie ritornano a terra sempre più numerose per riprodursi in questo strano paradiso naturale protetto dai militari : le tartarughe verdi e le tartarughe embricate. « Il numero delle femmine che torna per deporre le uova aumenta ogni anno », spiega Stéphane Ciccione, direttore dell’Osservatorio delle Tartarughe Kélonia, alla Riunione. «Su Europa si riproducono 6.000-11.000 tartarughe verdi ogni anno, precisa Stéphane, a Glorieuses 3.000-5.000, a Tromelin 2.000-4.000 e un centinaio a Juan de Nova, di cui il 60% sono tartarughe embricate ». Stéphane e il collega Jerôme Bourjéa dell’istituto IFREMER partecipano alla spedizione : a Juan de Nova abbiamo potuto osservarli mentre catturavano, marcavano e rilasciavano le tartarughe verdi e embricate, dopo averle misurate e pesate.
Estratto da www.newsdaipoli.it | 4 DR.
L’ultima tappa del Marion Dufresne – prima di rientrare alla Riunione – è l’isola di Tromelin, teatro di una vicenda straordinaria. Nel 1761, una nave francese diretta all’isola Mauritius (che allora apparteneva alla Francia) naufrago’ su un’isola la cui posizione era mal indicata sulle carte. A bordo, un carico di schiavi catturati in Madagascar. Molti perirono, ma una parte dell’equipaggio e di schiavi riusci’ a porsi in salvo su quel minuscolo pezzo di terraferma. Con il fasciame della nave naufragata e con l’aiuto degli schiavi, i bianchi costruirono
un’imbarcazione di fortuna e lasciarono l’isola, promettendo ai malgasci di tornare a salvarli.
La promessa non fu mai mantenuta. I « Robinson neri » furono abbandonati e dimenticati.
Quindici anni dopo il naufragio, il Cavaliere di Tromelin (un navigatore francese) porto’ in salvo i soravvissuti : 7 donne e un neonato. Vestivano abiti confezionati con le piume degli uccelli dell’isola. Max Guérout, un archeologo francese esperto di archeologia navale ha compiuto due campagne di scavi su Tromelin, e ha contribuito a far conoscere la loro storia, cosi’ come la scrittrice francese Irène Frain, che ha pubblicato un romanzo sulla vicenda.
(c) Lucia Simion, 2009
La copertina del carnet filatelico TAAF dedicato alle isole Eparses, il quinto distretto delle terre australi e antartiche francesi. L’isola è Tromelin, nell’oceano indiano a est di Madagascar. Superficie:
un km2; la nave è il Marion Dufresne (c) Lucia Simion
Nel 2009 il Servizio filatelico delle TAAF (Direttore: Marc Boukebza) ha emesso un “Carnet filatelico” dedicato alle isole Eparses, contenente 16 francobolli realizzati a partire da fotografie di Lucia Simion e 16 cartoline. Il carnet è stato presentato al Senato francese a Parigi, in occasione di un colloquio sulle isole Eparses e di una mostra fotografica (autunno 2009).
Estratto da www.newsdaipoli.it | 6 La immagini del carnet filatelico “Eparses” esposte al Senato francese a Parigi, autunno 2009 (c) Lucia Simion