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Perlodidae. Ninfe - Si distinguono facilmente da quelle

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Le pagine che seguono sono un piccolo estratto originale del volume “Gli insetti di Fly Line”.

Le prossime due pagine mostrano retro e copertina del volume. Le pagine successive mostrano la trattazione di tue famiglie di Plecotteri: Perlodidae, Leuctridae e Nemouridae.

Si tratta di poche pagine, qui mostrate esclusivamente come esempio.

Il volume può essere richiesto direttamente alla redazione. Il costo è stabilito in Euro 75,00.

Tutte le spese di confezione e spedizione sono a carico dell’editore. Per informazioni di

qualunque genere contattare la redazione di Fly Line:

tel. 059573663 fex 059 573663

e-mail: flyline@flylinemagazine.com

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Perlodidae

N

infe - Si distinguono facilmente da quel- le della famiglia Perlidae per l’assenza di tracheobranchie toraciche e da quelle del- la famiglia Chloroperlidae per avere le pteroteche leggermente divergenti e l’ultimo articolo dei palpi mascellari di spessore su- periore a 1/3 dell’articolo precedente (nei Chloroperlidae è chiaramente più sottile: al- meno 1/4 dell’articolo precedente). Il labbro

superiore è molto largo, più del doppio della lunghezza. Presentano dimensione media (Isoperla 10-15 mm) o grande (15-30 mm), sono slanciate e le estremità delle zampe po- steriori, se stirate all’indietro, non supera l’estremità dell’addome. Presentano colora- zione giallastra o bruna con disegni dorsali più o meno definiti e specifici. Gli astucci alari sono piuttosto larghi (a differenza di Nella foto: larva

di I. rivulorum con indicazione delle

caratteristiche della famiglia.

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Leuctridae e Capniidae), subtriangolari e con margine esterno, almeno nel tratto centrale, rettilineo (anziché convesso, ad arco di cer- chio, come nei Chloroperlidae), gli astucci anteriori sono subparalleli all’asse del cor- po, i posteriori leggermente più divergenti.

Frange natatorie sono presenti nella maggior parte delle specie.

Adulti - Plecotteri di taglia media e grande. In alcune specie appaiono disegni dorsali, cefalici, torcici e addominali che aiu- tano o ne permettono l’identificazione. La maggioranza delle specie sono macrottere, ma non sono infrequenti casi di brachitterismo e microtterismo. La venulazione delle ali varia nei vari generi e le ali posteriori presentano più di due venulazioni anali.

I caratteri generali sono quelli del grup- po Systellognatha: il terzo tarsomero è più lungo dell’assieme dei primi due, gli articoli distali dei palpi mascellari sono più stretti dei prossimali, le glosse sono più corte delle paraglosse. Ultimi metameri addominali, sia

nel maschio che nella femmina, poco modi- ficati. Nella femmina la placca ventrale ori- gina a partire dall’VIII urosterno e si pro- lunga di poco o molto oltre l’XI urosterno. I cerci sono lunghi e multiarticolati.

Due sottofamiglie: Perlodinae, con quattro generi: Dictyogenus, Isogenus, Perlodes, Besdolus, con poche specie cia- scuno, poco frequenti, per lo più regionali, (Besdolus non è qui descritto) e Isoperlinae, un solo genere: Isoperla, numerose specie, alcune ampiamente diffuse.

In Europa sono presenti 10 generi sud- divisi in 62 specie. Nella Regione italica sono presenti 5 generi e circa 20 specie, oltre metà delle quali appartenenti al genere Isoperla.

Genere Dictyogenus – Adulti con cor- po bruno verdastro o bruno rossastro, più o meno scuro con parti più chiare. Aspetto e dimensioni intermedie tra Perlodes e Isoperla. Settore radiale con nervature trasverse che formano di regola un reticolo regolare. Decimo tergite del maschio diviso

Isoperla

carbonaria, vista dorsale. Adulto catturato in giugno 2003 nell’Appennino modenese.

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longitudinalmente in due lobi. Urosterno VII del maschio con bordo posteriore ispessito e ricurvo, così da ricoprire parzialmente il IX.

Larve con corpo più tozzo e zampe cor- te, di colorazione piuttosto uniforme, mascel- le terminanti con due denti e con bordo in- terno ciliato. Urosterni e urotergi separati nei soli primi due segmenti. Tre specie italiane di grande dimensione (15-30 mm).

Besdolus ravizzarum (ex D. ventralis) – Larva 17-25 mm, dorso uniformemente chiaro, capo con un disegno scuro (simile a I. grammatica), pronoto con corte setole sui

margini. Adulto 15-20 mm, apertura alare 30- 40 mm. Addome giallastro con fianchi bru- ni. Specie fluviale assai rara, nota per l’Appennino emiliano, 200-500 metri, sfarfallamento giugno-luglio.

D. alpinus – Larva 15-25 mm, con una serie mediana dorsale di setole su torace e addome. Lunghe frange natatorie. Adulti 16- 24 mm, apertura alare 35-44 mm, una mac- chia scura brunastra su rs, corpo sottile, protorace quadrato, addome bruno dorsalmente, ali lunghe e strette con estre- mità parabolica. Specie tipicamente alpina, da 900 a 2000 m, sfarfallamento giugno-ago- sto.

D. fontium – Larva 15-25 mm, priva di setole mediodorsali, frange natatorie meno abbondanti e più corte, larva tozza di colore più scuro. Adulti 11-23 mm, apertura alare 14-42 mm. Corpo assai tozzo, protorace più largo che lungo, urotergi colore bruno, ali con estremità bruscamente arrotondata.

Brachitterismo variabile nei due sessi, con ali generalmente più corte nei maschi. È pos- sibile riscontrare variabilità nelle ali nello stesso luogo. Specie nota per l’arco alpino, 1000-2000 m, sfarfallamento giugno-settem- bre.

Genere Isogenus – Una sola specie flu- viale: I. nubecula, nota per il Trentino Chiave dei generi, adulti

1. Nessuna nervatura traversa oltre ad rs tra R1 e R2 . . . . . 2 - Una o più nervature traverse oltre ad rs tra R1 e R2 . . . . 3 2. Una macchia scura su rs.

Più di due nervature trasverse tra costa ed R1 . . . . Isogenus - Nessuna macchia scura su rs. Una sola (raramente due)

nervatura trasversa tra costa ed R1 . . . Isoperla 3. rs ed rm sono allineate, così da essere l’una prolungamento dell’altra.

Decimo tergite del maschio diviso longitudinalmente . . . Dictyogenus - rs ed rm non allineate, ma separate da un tratto della nervatura

longitudinale che le divide. Decimo tergite del maschio intero . . Perlodes Per la chiave delle larve, si utilizzi la chiave globale dei generi dell’Ordine.

Nella foto sotto:

larva di Isoperla rivulorum, stadio giovanile.

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(Adige, Chiese), ma ora probabilmente scomparsa. Larva (15-21 mm) con corpo giallastro con disegni dorsali che ricordano i disegni di Perlodes, adulto (12-19 mm) con corpo scuro ed una macchia gialla nel trian- golo ocellare.

Genere Perlodes – Plecotteri di grande taglia (larve 15-25 mm). Larve slanciate con colorazione contrastata e zampe lunghe, mandibole (lacinia) non dilatate nel margi- ne interno dietro i due denti terminali e non ciliate come nelle altre specie della famiglia.

Distinzione tra urotergi e urosterni nei seg- menti addominali da 1 a 4. Pelosità poco sviluppata. Adulti con corpo bruno o nerastro con macchie gialle arancio su testa e torace.

Le nervature trasverse del settore radiale for- mano spesso un reticolo complesso e irre- golare.

Tre specie (P. microcephala, P.

intricata, P. jurassica) non rare nell’arco al- pino, presenti sporadicamente in Appennino.

Le larve di P. microcephala, vive e non sbia- dite in alcol, si distinguono dalle altre due per la colorazione, esse sono giallastre con disegni bruni più o meno scuri, quelle di jurassica e intricata sono verdastro pallido con disegni bruno olivastri.

P. microcephala – Larva 15-25 mm,

capo dietro agli occhi largo come il protorace, corpo giallastro con disegni bruni o grigio nerastro, protorace ciliato. Adulto 14-20 mm, apertura alare 30-40 mm, capo largo come o pochissimo più largo del protorace. Arco al- pino e Abruzzi, torrenti e fiumi fino a 1300 m, adulti da febbraio ad agosto.

P. intricata – Larva 15-25 mm, capo dietro agli occhi poco più largo del protorace, corpo biancastro con disegni dorsali oliva- stri. Adulti 17-24 mm, apertura alare 25-50 mm, con ali più scure lungo il radio e presso la base. Si possono reperire esemplari con ali più corte in entrambi i sessi, sempre più lunghe dell’addome, ma talvolta più corte dei cerci. Alpi occidentali ed Emilia Romagna, torrenti tra 1000 e 2700 m, adulti da giugno a luglio.

P. jurassica – Larva 18-22 mm. Dise- gno a forma di “M” nel capo tra le antenne davanti alla quale la fronte è scura. Corpo glabro, senza ciglia dorsali. Adulto 18-21 mm, apertura alare 38-50 mm, maschio e femmina macrottere. Arco alpino e Abruz- zo, torrenti da 850 a 2500 m, adulti da mag- gio ad agosto.

Genere Isoperla – Larve di media di- mensione (larve mature 10-16 mm), generi- camente giallastre o verdastre con disegni

Isoperla

carbonaria, vista laterodorsale.

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bruni. Si distingue bene dagli altri generi della famiglia per i peli coricati e non ritti che ricoprono le superfici dorsali, ben visi- bili al microscopio, ma è facile individuarli anche osservando lateralmente con una len- te il pronoto e le pteroteche. Tutte le specie sono prive di tracheobranchie. Solo i primi due segmenti addominali presentano sepa- razione tra urotergi e urosterni. Sulle tibie sono sempre presenti frange natatorie.

Adulti con corpo giallo verdastro, oli- vastro o brunastro; mesonoto, metanoto e urotergi bruno scuro o nerastri. Le ali pre- sentano nervatura trasversale semplificata, nel settore radiale, rs ed rm sono le uniche trasverse.

In Italia sono segnalate 12 specie: I.

grammatica, I. rivulorum, I. carbonaria, I.

saccai, I. insularis, I. alpicola, I. andreinii, I. hyblacea, I. ilvana, I. obsura, I. oenotriae, I. orobica. Sono qui descritte le prime quat- tro.

I. grammatica – Larva di 11-16 mm con corpo slanciato, riconoscibile per il partico- lare disegno sul capo e la colorazione chia- ra, caratteri assai costanti. Adulto con corpo ed ali giallastre, con macchia cefalica a for- ma di ferro di cavallo, lunghezza 9-14 mm,

apertura alare 20-27 mm. Frequente ovun- que, torrenti da 200 a 1500 m. Sfarfallamento da maggio a giugno.

I. rivulorum – Larva slanciata di regola scura, bruno scuro o verdastro, ma con ca- ratteri cromatici variabili, lunghezza 10-12 mm, peli coricati bruno nerastri. Adulto di 10-15 mm, apertura alare 20-27 mm. Corpo brunastro o olivastro, ali giallo brunastre o verdastre, una macchia cefalica rettangolare o trapezoidale interessa il triangolo ocellare.

Specie comune in tutto l’arco alpino e Appennino settentrionale, segnalata nella Basilicata. Torrenti sopra gli 800 m, adulti da giugno a settembre.

I. carbonaria – Larva con corpo slanciato, di 10-13 mm, peli coricati fini, bruni o chiari. Adulto con testa e protorace chiari ed una macchia simile ad I. gramma- tica. Addome nerastro, ali pallide. Alpi oc- cidentali e Appennino, torrenti sopra i 600 m, sfarfallamento da maggio a luglio.

I. saccai – Larva con corpo tozzo di 12- 15 mm con peli coricati dorati. Adulti mas- sicci, simile ad I. rivulorum, ma più dorata, con macchia a ferro di cavallo sul capo. Tut- to l’Appennino, sorgenti e torrenti, adulto da maggio a novembre.

Isoperla

carbonaria, vista laterale.

Pagina a fronte, in alto: giovane neanide di Perlodes intricatus, Appennino settentrionale, fine agosto.

Sotto: curioso atteggiamento di I. carbonaria vittima di intossicazione momentanea da sigaro toscano, sgradevole per l’insetto, ma utile al fotografo per riprendere particolari morfologici altrimenti celati dalle ali.

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Leuctridae

P

lecotteri di piccola e media taglia con adulti di colorazione scura, bruna o nerastra, tipici per tenere le ali, a riposo, semiarrotolate attorno al corpo, così da ap- parire, visti da sopra, come piccoli tubi me- tallici semicilindrici. Ricordiamo come i pe- scatori inglesi chiamano le piccole Leuctra:

Needle flies, “mosche ago”.

La famiglia comprende in Italia due generi, Leuctra e Tyrrhenoleuctra. Il ge-

nere Tyrrhenoleuctra annovera una sola spe- cie, T. zavattarii (CONSIGLIO), nota per Sar- degna e Corsica in corsi d’acqua tempora- nei. Un terzo genere europeo, Pachyleuctra, comprende tre specie comuni nei Pirenei.

Il genere Leuctra comprende numero- se specie italiane delle quali 19 sono descritte (chiave delle solo larve) da C. Consiglio in Plecoptera (pubblicazione del CNR, 1980), che ne cita ulteriori 19 poco note o scono- Leuctrs sp.

Si noti la forma slanciata, le zampe lunghe, le pteroteche strette, separate medialmente, parallele al corpo con bordi paralleli a loro volta. Le teche alari nerastre della larva in primo piano indicano la prossimità allo sfarfallamento.

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sciute.

È un gruppo ostico da affrontare, la cui determinazione delle specie è difficile e ta- lora impossibile anche per gli specialisti e necessita l’ottenimento delle forme adulte per diagnosi più attendibili. Qui riportiamo i caratteri generali del genere Leuctra senza addentrarci nella determinazione delle sin- gole specie.

Genere Leuctra – Le larve sono sotti- li, slanciate, di dimensione piccola e media (5-12 mm), di colore da bruno giallastro a giallo pallido, con astucci alari dai bordi la- terali paralleli e a loro volta paralleli all’as- se del corpo e ben distanziati tra loro. Il se-

condo articolo dei tarsi è assai piccolo e tal- volta difficile a vedersi, i segmenti addominali sono divisi in urotergi e urosterni da uno spazio membranoso solo nei primi quattro, questo appare come una piega membranosa dello stesso colore, anziché biancastra, mentre i segmenti sono più chia- ri ventralmente. I paraprocti sono allungati.

Le numerose specie, diffuse ovunque e abbondanti dagli ambienti sorgivi ai fiumi del piano (alcune sembrano in grado di sop- portare moderate forme di inquinamento), hanno larve che ad occhio nudo possono es- sere facilmente confuse con Capnia, se ne distinguono osservando lateralmente le par- ti membranose che dividono i primi quattro

Leuctra sp. Le ali sono tipicamente semiarrotolate attorno al corpo.

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Alcuni Leuctra sp. colti nei delicati momenti immediatamente successivi alla muta in immagine.

Ottobre 2003.

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Leuctra sp.

Si noti, nella foto sopra, la mancanza della figura ad “X”

(tipica delle Nemouridae) nelle venature trasverse del settore radiale.

Sotto: vista laterale.

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segmenti in uriti e tergiti: in Capnia sono invece suddivisi tutti i segmenti addominali, anziché solo i primi quattro.

Per la determinazione della specie è importante la pelosità, assai variabile da spe- cie a specie. Alcune presentano caratteristi- che tali da facilitare il riconoscimento, a patto di conoscere bene tutto il gruppo.

Gli adulti si distinguono bene (come famiglia) con i caratteri della chiave: man- canza di figura ad “X” nelle trasverse del set- tore radiale, ali semiavvolgenti l’addome a riposo, articoli 1 e 3 dei tarsi subeguali, arti- colo 2 molto corto, articoli distali dei palpi larghi come i prossimali e presenza di più di tre venature trasverse nel campo cubitale, vi- sibili anche nell’insetto a riposo. Cerci sem- plici, spesso formati da un solo articolo.

Le numerose specie degli adulti si di- stinguono per i caratteri degli organi genita- li maschili e femminili, per le protuberanze (appendici) e le macchie presenti negli urosterni e per le forme e le proporzioni del- le strutture morfologiche.

Specie note in Italia: L. geniculata, L.

braueri, L. nigra, L. major, L. armata, L.

rosinae, L. leptogaster, L. budzi, L. fusca, L.

mortoni, L. moselyi, L. archimedis, L.

meridionalis, L. hexacantha, L. hippopus, L.

alpina, L. insubrica, L. inermis, L. teriolensis (numerose altre specie, anche frequenti, poco note).

Brevi note di geonemia: L. alpina, L.

fusca, L. hexacantha, L. hippopus, L. inermis, L. leptogaster, L. major (unico Plecottero interstiziale anche allo stadio di ninfa) sono abbondantemente diffuse in tutta Italia nelle catene alpine e appenniniche.

L. armata, L. braueri, L. moselyi, L.

nigra, L. rosinae, L. teriolensis sono diffuse lungo l’arco alpino ampiamente o regional- mente.

L. mortoni è nota delle regioni: Piemon- te, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzi, sfarfalla tra settembre e novembre.

L. meridionalis è nota di Piemonte e Valle d’Aosta, sfarfalla tra estate e autunno.

L. budzi è nota di Corsica e Sardegna, schiude in settembre. L. geniculata: Sarde- gna, sfarfalla in settembre. L. archimedis è nota della Sicilia, schiude in settembre-otto- bre.

Larva giovane di Leuctra sp. Si noti la evidente pelosità lungo i segmenti addominali.

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Nemouridae

È

la famiglia che annovera (a livello pla- netario) il maggiore numero di specie:

circa 400; solo i generi Protonemura, Amphinemura e Nemoura, tutti presenti in Italia, ne comprendono circa 100.

Sono Plecotteri di taglia da piccola a media con larve (5-12 mm) tozze con addo- me corto, tanto che l’estremità delle zampe posteriori, se stirate, eguaglia e spesso supe- ra l’estremità dell’addome. Astucci alari chiaramente divergenti, gli anteriori più stret- ti, i posteriori subtriangolari con base larga.

Corpo brunastro o verdastro più o meno scu- ro. Bordi del protorace e angoli di mesotorace e metatorace ornati da peli di varia lunghez-

za, zampe robuste con peli più o meno nu- merosi e rudimenti di frange natatorie. Uriti non divisi in urosterni e urotergi che sul pri- mo segmento. I tergiti addominali sono di regola ornati, nel bordo posteriore, da una raggiera di peli più o meno regolari, visibili lateralmente in controluce. Gli articoli dei cerci sono verticillati con peli di varia lun- ghezza.

Gli adulti, di piccola e media taglia, sono marroni, brunastri e nerastri, con addo- me bruno più chiaro o rossastro. Alcuni pos- sono presentare segni rossastri o giallognoli sul capo e sulle zampe. Le ali possono pre- sentarsi con macchie opache o scure e sono In questa

pagina: larve di Protonemura salfii. Il genere Protonemura è facilmente identificabile dalle

appariscenti tracheobranchie digitiformi sotto il protorace.

Fiume Sangro a monte di

Barrea, agosto 2003.

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notevolmente più lunghe dell’addome, a ri- poso sono tenute piatte sul corpo, caratteri- stica è la figura ad “X” formata dalle venature trasverse del settore radiale e dalla R4+5, ben visibile ad occhio nudo sul bordo dell’ala anche se a riposo. Tale caratteristica, citata come tipica della famiglia, non è esclusiva:

compare anche presso alcuni Taeniopterygidae (Rhabdiopteryx) e Capniidae (per es. Capnia). Numerose spe- cie presentano tracheobranchie cervicali.

Cerci corti, sempre ad un solo segmento, tal- volta col rudimento di un secondo articolo.

La famiglia comprende in Europa 4 generi e circa 80 specie, in Italia sono pre- senti 4 generi con circa 30 specie, molte del- le quali comuni e assai frequenti. La deter- minazione delle numerose specie non è sem- plice, richiede principalmente l’analisi al microscopio degli organi genitali di entram- bi i sessi; qui affronteremo la famiglia al li- vello del genere rimandando la determina- zione delle specie alle pubblicazioni citate in bibliografia.

Generi: Protonemura, Amphinemura, Nemoura, Nemurella.

Genere Protonemura – Le larve, di lunghezza 6-10 mm, sono facilmente rico- noscibili per le tre paia di tracheobranchie

digitiformi, bianche o brunastre, ben visibili sotto il collo. Il genere annovera numerose specie ampiamente diffuse e assai frequenti, non di rado abbondanti, in torrenti e ruscel- li. Le larve presentano pelosità meno svilup- pata che negli altri generi.

Gli adulti conservano le caratteristiche tracheobranchie delle larve, la cui lunghez- za è utile nella determinazione di alcune spe- cie. Come costante si puntualizza che le tre paia sono progressivamente più corte dall’in- terno verso l’esterno.

Specie segnalate in Italia: P. nimborum, P. brevistyla, P. nitida, P. salfii, P. lateralis, P. intricata, P. praecox, P. macrura, P. caprai, P. ruffoi, P. ichnusae, P. lagrecai, P. tyrrhena, P. ausonia (altre specie rare o poco note).

Note di geonemia ed etologia: P.

intricata, P. lateralis, P. caprai, P. praecox sono diffuse ovunque in ruscelli e torrenti, P. praecox sfarfalla precocemente rispetto alle altre specie del genere, da marzo ad apri- le. P. ausonia, P. salfii, P. thyrrena sono note dell’Appennino.

P. brevistyla, P. nimborum, P. nitida, sono note dell’arco Alpino.

P. lagrecai è una specie autunnale nota di Sicilia e Calabria. P. macrura è endemica della Calabria, P. ruffoi è nota di Basilicata, Calabria e Sicilia, ruscelli acquitrinosi tra

Adulto di Amphinemura sulcicollis.

Si notino le tracheobranchie agglutinate presenti sotto il protorace, residuo delle tracheobranchie filamentose delle larve.

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Protonemura sp. subito dopo lo sfarfallamento, avvenuto in

contemporanea con alcune specie di Leucra autunnali, siamo alla metà di ottobre. Sono facilmente distinguibili dai Leuctra in funzione della maggiore dimensione e dalle ali tenute piatte sul corpo (per la verità sono leggermente flesse lungo l’asse longitudinale), ma soprattutto ad identificarli sono le

tracheobranchie digitiformi visibili sotto il pronoto (prosternali).

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Chiave dei generi, adulti

1. Presenza di tracheobranchie sotto il protorace . . . 2

- Assenza di tracheobranchie . . . 3

2. Tre paia di tracheobranchie tubulose simili a salsicciotti . . Protonemura - Tracheobranchie agglutinate che si presentano

come piccole masse biancastre (derivanti da due sparuti

ciuffi di filamenti delle larve) . . . Amphinemura 3. Cerci e paraprocti del maschio allungati, cerci senza dente all’apice,

femmina con placca genitale che separa totalmente i

mammelloni vaginali (genere monospecifico) . . . Nemurella - Cerci del maschio con un dente all’apice (eccetto N. dubitans).

Placca ventrale della femmina arrotondata posteriormente,

mammelloni vaginali poco visibili o inesistenti . . . . Nemoura Chiave dei generi, larve

1. Tracheobranchie sotto il protorace . . . 2

- Assenza di tracheobranchie . . . 3

2. Tre paia di tracheobranchie tubulose . . . Protonemura - Tracheobranchie formate da ciuffi di 5-10 filamenti . . Amphinemura 3. Primo articolo del tarso posteriore lungo come il terzo . . . Nemurella - Primo articolo del tarso posteriore più corto del terzo . . . Nemoura Sotto, vista

dorsale di larva di Protonemura salfii. Ai lati del pronoto si intravvedono le tracheobranchie digitiformi.

Disegno da Aubert:

Nemurella picteti:

A, placca ventrale della femmina.

B, mammelloni vaginali.

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1000 e 1600 metri.

Genere Amphinemura – Le tre specie italiane, ampiamente diffuse e abbondanti in ruscelli e torrenti, sono riconducibili al ge- nere senza difficoltà per le tracheobranchie filamentose (due ciuffi sparuti di 5-10 fila- menti) sotto il collo, un ciuffo per lato, al margine anteriore del protorace. Negli adul- ti le tracheobranchie filamentose sono tra- sformate in piccole masse biancastre agglutinate sotto il pronoto, masse che con- sentono la facile individuazione del genere.

Specie segnalate in Italia: A. standfussi, A. sulcicollis, A. triangularis.

Geonemia: A. standfussi è nota delle Alpi dal Piemonte all’Alto Adige e sfarfalla da agosto a settembre. A. sulcicollis è diffu- sa ovunque tranne che nelle isole, sfarfalla da maggio ad agosto. A triangularis è nota di Lombardia, Appennino centrale e Calabria, sfarfalla tra maggio e giugno.

Genere Nemoura – Genere con ampia distribuzione geografica, ma meno frequen- te dei primi due, presente con una dozzina

di specie. Si differenzia dai precedenti per l’assenza di tracheobranchie sotto il protorace. La determinazione delle specie richiede principalmente l’analisi attenta della pelosità nelle larve e di difficili particolari morfologici negli adulti, soprattutto dei ge- nitali. Specie segnalate in Italia: N. cinerea, N. mortoni, N. flexuosa, N. sinuata, N. obtusa (rare o poco note: N. fulviceps, N. hesperiae, N. marginata, N. minima, N. gulviceps, N.

palliventris, N. undulata).

Geonemia: N. cinerea è diffusa in tutta Italia isole escluse. N. flexuosa è diffusa in Alto Adige e negli Appennini fino alla Calabria. N. mortoni, N. sinuata e N. obtusa sono note dell’arco Alpino occidentale e cen- trale e dell’Appennino settentrionale.

Genere Nemurella – Una sola specie in Europa ed in Italia: N. pictetii, individuabile con i caratteri della chiave dei generi. È diffusa e spesso molto abbondante in ruscelli, torrenti, laghi e torbiere delle Alpi e dell’Appennino settentrionale tra 600 e 2100 metri. Sfarfalla tra maggio e settem- bre.

Adulto di Amphinemura sulcicollis. Si noti la evidente figura ad “X”

formata dalle venature trasverse del settore radiale e dalla R4+5, visibile presso il bordo dell’ala.

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In questa pagina: sopra, Amphinemura sp. è pronto ad involarsi dopo avere (foto sotto) disteso ed asciugato le ali.

Il genere è individuabile dalle

tracheobranchie biancastre agglutinate in un’unica protuberanza.

Pagina a fronte in alto:

emergenza di un Protonemura sp.

Sotto: l’insetto ha terminato lo sfarfallamento.

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