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I FANTASMI SONO IN NOI. Francesca Mazzeo, Viola Rizzo e Nicole Turi, classe IV I sez. Audiovisivo e Multimedia

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Academic year: 2022

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I FANTASMI SONO IN NOI di

Francesca Mazzeo, Viola Rizzo e Nicole Turi, classe IV I sez. Audiovisivo e Multimedia

Una liceale perde i sensi scivolando nei bagni della scuola. Nessuno se ne accorge e rimane chiusa

nell’edificio. Si risveglia che è ormai buio scoprendo che di notte la scuola è abitata da immigrati clandestini.

Conosce così Zahira, ragazza madre siriana che le racconterà la sua triste esperienza.

Gli autori autorizzano

l’utilizzazione gratuita del testo per le attività delle celebrazioni della Giornata Mondiale del Teatro.

Referente di progetto:

Prof. Vincenzo De GIorgi (cell. 3473829075)

c/o Liceo Artistico "Ciardo Pellegrino"

via Vecchia Copertino,6 73100 - Lecce

tel. 0832.352431 fax 0832.228866 e-mail

lesl03000r@istruzione.it pec

lesl03000r@pec.istruzione.it

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ATTO UNICO

Aula scolastica di una classe terminale di liceo.

Professore e alunni stanno facendo lezione. I ragazzi, un po’ vivaci, scherzano e ridono. Il docente si alza battendo le mani sulla cattedra.

PROFESSORE Silenzio!

I ragazzi si azzittiscono per pochi secondi e poi riprendono a parlare tra di loro. Il

professore si alza in piedi camminando avanti e indietro tra i banchi. I ragazzi lo ascoltano svogliatamente.

PROFESSORE

Un tempo questa scuola era un antico convento di monache e anche un’importante Casa Ospitale che accoglieva persone in difficoltà...

MARIA

Ho sentito parlare di una cella sotterranea in cui è stata murata viva una suora, ma è vero?

LUCIA

Sicuramente perchè era incinta...

SANDRO

...Di sicuro era incinta di qualche frate!

La classe ride e il professore accenna una smorfia scuotendo la testa.

Maria ironizza con tono "tenebroso" di chi vuole incutere timore.

MARIA

Qualcuno dice di vedere il suo fantasma vagare per i corridoi della scuola...

SANDRO

Mia nonna dice sempre: _Una volta incinte, le suore le hanno recinte_

Breve risata della classe

Laura alza la mano masticando una gomma.

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2.

LAURA

Professore posso andare in bagno?

Anche Sandro usa un tono ironico-tenebroso SANDRO

Attenta al fantasma della suora!!!

La classe scoppia a ridere e Laura si suggestiona

LAURA

Vabbè professò, non fa niente, tanto ora suona l’ora... al bagno ci vado dopo, a casa...

MARIA

Che cagasotto, ci vado io al bagno

Maria si alza e cammina verso i bagni guardando il cellulare e ignorando il bidello che sta

lavando a terra, poi digita un numero e porta il telefono all’orecchio. Il bidello posiziona un segnale che indica che il pavimento è bagnato, ma Maria non ci fa caso.

MARIA

Pronto mamma? Ascolta, oggi posso rimanere da papà?

...Questa settimana non l’ho proprio visto...

...Okay, perfetto allora, chiudo e lo avverto subito, ci vediamo domani, un bacio.

Maria cerca il numero del padre sul display mentre cammina e non si accorge del pavimento bagnato distratta dall’uso del telefono.

Maria scivola battendo la testa e sviene. Il cellulare, cadendo si divide in più parti.

Sound off: Vociare dei ragazzi e campanella d’uscita.

Il bidello chiude le porte assicurandosi che non ci sia nessuno e spegne le luci.

BIDELLO

"C’è ancora qualcuno? ...Okay allora qui stacco

tutto. Spengo direttamente l’interruttore generale!"

Un primo abbassamento immediato delle luci (dovuto allo stacco dell’interruttore).

Un secondo abbassamento graduale delle luci (che indica il trascorrere delle ore).

BUIO.

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3.

DA BUIO A LUCE SOFFUSA.

È ormai notte. Maria si risveglia e alzandosi con cautela, intontita dalla caduta, prende dalla tasca un accendino e facendosi luce, si sposta per cercare il cellulare.

Lo trova, ma è fuori uso. Con una mano prende il telefono e con l’altra continua a tenere acceso l’accendino per farsi luce. Sbuffa e borbotta qualcosa di incomprensibile verso il telefono inutilizzabile.

MARIA

Dai perchè non ti accendi..!

Prova a muovere il telefono alzando il braccio verso l’alto per trovare un segnale e per

leggere meglio il display, ma senza risultato.

Sbuffa nuovamente. E’ nervosa e comincia a muoversi avanti e indietro. Forse per i troppi pensieri e suggestioni comincia a spaventarsi.

Batte i piedi e si tira i capelli.

MARIA

Ma che ore saranno? Come sembra diverso questo posto al buio.

Maria si muove a tentoni nel corridoio, cercando una via d’uscita. A tratti corre, a tratti

cammina velocemente, a tratti lentamente.

MARIA

Ma come si esce da quest’incubo di scuola?

Trova il portone, cerca di forzarlo ma è chiuso.

Maria cade a terra inginocchiata, piangendo.

Si sentono dei passi provenire dal buio,

accompagnati dal pianto flebile di un bambino.

Si intravede una lucina.

Si volta e di fronte a sé appare una giovane donna (Zahira) con il capo coperto da un velo (come una suora),il cui volto è illuminato dalla candela che tiene con una mano;con l’altro

braccio sostiene un neonato. Maria,

suggestionata dai discorsi della mattina, crede di vedere il fantasma di una suora.

Maria urla e indietreggia spaventata.

Zahira, si rivolge a Maria usando un italiano stentato, con tono amichevole e confortante.

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4.

ZAHIRA

E chi sei tu, cosa fai qui a quest’ora?

MARIA

Oddio la suora! Il fantasma della suora!

Urla impaurita, mettendosi le mani tra i capelli.

La donna prova ad avvicinarsi implorando la ragazza di aspettare.

ZAHIRA

Aspetta aspetta, non temere, stai calma!

Maria, impaurita,non sapendo come muoversi per scappare, guardandosi attorno, decide di restare ad ascoltare la giovane donna.

MARIA

T-t-t-u, s-s-ei il fantasma della suora?

(con voce tremante) ZAHIRA

No, ma cosa dici. Non c’è nessun fantasma, nessuna suora.

Maria inizia a piangere e si siede su un gradino.

Zahira si avvicina e si china verso di lei.

MARIA

E chi sei allora?

ZAHIRA

Stai tranquilla.

La donna porge una mano a Maria e la aiuta ad alzarsi.

Maria si asciuga le lacrime con le mani.

Si accende un unico riflettore su Zahira, mentre tutte le altre luci si abbassano.

ZAHIRA

Il mio nome è Zahira, e non so di cosa tu parlavi prima, ma io non sono un fantasma, sono persona vera, viva. Per fortuna...

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5.

Maria prende forza e cerca di tornare la ragazza spavalda che era prima dell’incidente.

MARIA

Perchè dici "per fortuna"? Sarebbe figo essere un fantasma... andare a spaventare la gente, fare scherzi a quelli che ti stanno sulle palle...

Infondere terrore... Sarebbe divertente.

ZAHIRA

Divertente...? Il terrore non è mai divertente per chi lo prova. Non si scherza con la vita delle

persone. Io voglio vivere più possibile, mi piace la vita, io amo la vita. E poi ora ho lei...

MARIA

Parli in modo diverso, non sei di qua?

ZAHIRA

La mia città, Aleppo, in Siria.. è ormai un cimitero.

MARIA

Siria hai detto? Oddio ma lì c’è la guerra!

ZAHIRA

Già.. Capisci ora perchè per me vita così importante?

MARIA

Da quanto sei in Italia?

ZAHIRA

Cinque mesi. Età di mia figlia più o meno.

MARIA

Figlia? Ma sembri così giovane, quanti anni hai!?

ZAHIRA

Ho 19 anni.

MARIA

Una figlia a 19 anni? Io non lo vorrei mai un figlio a quest’età, non saprei come fare... e poi... addio discoteca, ciao ciao uscite con gli amici..! Perchè hai voluto fare un figlio?

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6.

ZAHIRA

Nemmeno io lo volevo... Qualcuno ha preso il mio corpo e ha fatto quello che voleva. Compreso questo.

MARIA

Cavolo... Non pensavo che... Scusami.

ZAHIRA

Stai tranquilla. Ne ho viste tante di cose brutte, e questa non è la peggiore.

MARIA

Cosa può esserci di peggio?

ZAHIRA

La guerra. Guerra è la cosa più brutta che tu puoi vedere.

Da una delle ultime quinte, una fila di comparse con abiti orientali cammina lungo il palco in penombra formando un’ellisse. Uno dopo l’altro, ogni figurante accende la candela che ha in mano. Si fermano e poi continuano a camminare, si fermano e poi camminano... e così via

ZAHIRA

Guerra è... gente che scappa, e dietro altri che

corrono con mitra, soldati rompono porta di tua casa, mettono tutto in aria e poi fuoco! Prendono quello che vogliono, poi ancora scoppi, bombe... questa è guerra. Fame, sete, sonno ma senza dormire per paura.

Persone ferite per strada, lasciate lì senza la pietà di nessuno. Morti buttati in fossa tutti insieme.

Gente che spara, che si fa saltare in aria davanti ai tuoi occhi. Tanti bambini hanno armi vere. Niente lavoro, niente soldi, niente cibo e niente acqua.

Niente pace, amore, felicità, niente allegria, solo paura.

MARIA

Al telegiornale ne parlano... ma di solito io cambio canale, mi sembra una cosa lontana, che succede solo agli altri.... raccontata da te invece fa proprio paura...

ZAHIRA

...Paura fa vivere! La guerra è molto vicina. Per molti di noi morire è sollievo. Morire fa meno paura di vivere soffrendo.

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7.

MARIA

E tu come ce l’hai fatta... come sei arrivata fin qua?

ZAHIRA

E’ stato difficile, molto. In mare molti giorni, stretti come le sardine in barca grande, ma troppo piccola per tutti. Vicino a costa ci hanno buttati in acqua. Spinti via con i fucili e bastoni... Acqua fredda. Gelata. Volevo morire, ma dopo, alla mia bimba, chi ci pensava? Poi ho conosciuto Michele che mi ha portata qui. Ma sai... nessuno fa niente per niente...

MARIA

Michele? Il bidello della mia scuola ? ZAHIRA

Michele lavora in questa scuola. Sono una... come dite voi... "clandestina", fino a quando non trovo lavoro. Io provo ma non trovo niente. Quando arrivi in Italia pensi _Ah, ora sono salva!_ Ma non si è mai salvi, la fuga non finisce mai. Anzi io sono

fortunata. Michele mi ha dato un posto per la

notte...qui, in questa scuola... rischiando il suo lavoro per me. Anche se non ho un vero letto, la scuola, per ora, è un posto sicuro per me e la mia piccola Aisha."

La donna culla tra le braccia la bimba e le sorride intonando un accenno di ninna nanna siriana

(esempio:

https://www.youtube.com/watch?v=RvJfl9jlRJQ In alternativa, il brano del link potrebbe

partire in sottofondo.

ZAHIRA

Speravo. Speravo che le mie orecchie, dopo le bombe sentissero pace... parole d’amore, invece quando cammino sento dire _Brutta straniera torna al tuo paese... Vai via puttana..._ e le persone si tengono stretta la borsa perchè mi credono ladra.Siamo in tanti, tantissimi. Sì, siamo fantasmi. Viviamo di nascosto, come i topi e gli scarafaggi, e appena

usciamo fuori... Scrak! Ci schiacciano!La mia piccola che vita farà? Tutti dicono che non c’è lavoro

nemmeno per gli italiani, che dobbiamo tornare nel nostro paese e lavorare lì. Ma se torniamo nel nostro paese ci ammazzano. Noi scappiamo da uno paese che ci odia per venire qui, in uno paese che non ci vuole.

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8.

Sound off: riparte la ninnananna siriana. Le candele delle comparse si spengono.Il riflettore che illumina Zahira si spegne gradualmente.

BUIO.

Un primo graduale aumento delle luci (che indica il trascorrere delle ore e il far del mattino).

Un secondo aumento immediato delle luci (dovuto all’attacco dell’interruttore).

Il bidello, in lontananza, apre le porte e accende le luci.

Sound off: Vociare dei ragazzi e campanella d’ingresso.

In un angolo, Zahira e Maria dormono

abbracciate. Con loro, anche la piccola, della quale, nel nuovo abbassamento totale delle luci, si sente la fievole vocina.

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