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Prot. 11/2020 Padova, 25 agosto 2020

Ai direttori generali Ai direttori sanitari ULSS DEL VENETO

e p.c Ai segretari aziendali Sivemp

Oggetto: focolai Covid in stabilimenti lavorazione carni. Richieste e proposte Sivemp Veneto

Gentili direttori,

il recente preoccupante focolaio di Sars Cov2 nello stabilimento Aia di Vazzola, nel trevigiano (il maggiore per dimensioni che si sia verificato ad oggi in Italia) ripropone con urgenza la necessità di tutelare i veterinari pubblici veneti a vario livello attivi sul territorio e impegnati nelle verifiche ispettive all'interno degli stabilimenti di macellazione e lavorazione delle carni.

Come è risaputo, negli ultimi mesi, nel nostro Paese e all'estero, diverse strutture sono state interessate da focolai di Covid 19. Le particolari condizioni di temperatura e i livelli di umidità degli ambienti di lavoro, nonché la vicinanza e la promiscuità in cui spesso si trova ad operare il personale, possono infatti favorire la circolazione e la diffusione del virus. Si tratta di stabilimenti da considerare perciò a significativo rischio contagio.

È importante quindi assumere le iniziative rigorose e adeguate per tutelare e mettere in sicurezza i veterinari ufficiali e, più in generale, tutto il personale in servizio nei macelli veneti. Questo non solo per le esigenze imprescindibili di protezione della salute dei lavoratori, ma anche per la salvaguardia di un comparto, quello delle carni, economicamente rilevante nella nostra Regione.

Come sindacato che rappresenta i veterinari pubblici del Veneto riteniamo

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opportuno richiamare la necessità:

- che siano resi sempre disponibili in ogni azienda sanitaria tutti gli adeguati dispositivi di protezione individuale a tutela dei veterinari nello svolgimento delle loro attività;

- che siano intensificati sui veterinari in servizio i test diagnostici con frequenza costante e adeguata al livello di rischio.

Più in generale, oltre all'applicazione di rigorosi protocolli di sicurezza, si suggerisce di valutare l'opportunità di implementare screening epidemiologici a tappeto su tutto il personale che si occupa di lavorazione delle carni, come già avvenuto in altre regioni. Tale monitoraggio permetterebbe di effettuare in sicurezza la vigilanza sanitaria, rappresentando anche una garanzia per il regolare svolgimento delle lavorazioni in campo agro-alimentare a tutti i livelli della filiera.

Distinti saluti

Maria Chiara Bovo

Segretaria regionale Sivemp Veneto

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