Propagazione in ambiente reale
Nella quasi totalità dei radio-collegamenti reali, TX ed RX sono circondati da oggetti (edifici, colline, vegetazione, suolo, ecc.) che rendono lo scenario di propagazione assai diverso dallo spazio libero
L onda EM interagisce con gli oggetti dello scenario (riflessioni sulle pareti, diffrazioni sugli spigoli, ecc.); l effetto di tale interazione dipende dalle caratteristiche geometriche ed elettromagnetiche dell ambiente.
Le caratteristiche della propagazione in un radio-collegamento reale a. dipendono sensibilmente dalle proprietà dello scenario propagativo
b. hanno un impatto molto significativo sulle caratteristiche del segnale ricevuto (andamento spazio-temporale della potenza ricevuta, dispersione angolare, shift in frequenza dovuto a spostamento Doppler, …)
Propagazione in presenza di ostacoli
Diffraction Path Transmission
Reflection
L onda elettromagnetica subisce diverse interazioni con l ambiente reale di propagazione prima di giungere al ricevitore. I meccanismi di propagazione più importanti sono:
1) Riflessione;
2) Diffrazione;
3) Trasmissione (Rifrazione);
[ 4) Diffusione (Scattering); ]
In presenza di un ostacolo finito è Il fenomeno che avviene a causa del
bordo dell ostacolo
Diffrazione - il principio di Huygens-Fresnel
Il fenomeno della diffrazione può essere introdotto e descritto a partire dal principio di Huygens o delle sorgenti secondarie : noto il fronte d onda F all istante t, è possibile ricostruire il successivo fronte d onda F all istante t+dt supponendo che gli elementi di superficie dS di F siano eccitati ad emettere contemporaneamente onde sferiche con la velocità v dell onda; l inviluppo di tali onde secondarie all istante t+dt costituisce il fronte d onda F allo stesso istante.
T R
Q
Po ro s
S1
! $ =
( )
# " " & % " & % "d!s e r
A e K
) R ( d
s j 0
r
j 00 0
!(R)= K
( )
" ! A!e" j#0r0r0 !e" j#0s
Sup.Sferica
#
s d$ Teoria scalare Ψ generica componente del campo
Il teorema di Kirchhoff (1/2)
Detta Ψ la generica componente del generico campo, in una regione omogenea priva di sorgenti:
nel caso in figura quindi
( )
=!
%&')*(( + *(()"#$) ,
, , , ,
, -
,
= ) . + ) /
S Green
di funzioneMetododella
2
2 dS
G n n r G
0 !
( ) !
"
#$
& % ' (
)
* +) ) ,
+ )
* ,
=
*
S S
n dS n G
r G
!
"
Fatte le seguenti ipotesi:
- d , r >> λ
- Mezzo senza perdite - -
- S = sup. d onda
0 r
n lim r
lim r
r = " ! =
#
!
" #
$
%
$
%
( )
! = # " e#!$!4 G 1
S
S∞ O Q P
r! ' r!
!! nˆ d!
!
Funzione di Green di Spazio Libero
!(!r) = j"
4# F
( )
$,% & e' j"d dCampo! in Q
"$$#$$%
&e' j"(
( & 1+ cos
(
))
*
S dS!K
( )
! = 4#j" $ 1+ cos(
!)
Il teorema di Kirchhoff diviene invece assai utile per valutare il campo ricevuto in presenza di un ostacolo. L integrale deve essere limitato alla porzione di fronte d onda non intercettata dall ostacolo stesso:
d
ρ SA
P
Il teorema di Kirchhoff (2/2)
Il valore di ψ su SA può essere approssimato con il valore che si avrebbe in assenza dell ostacolo
(approssimazione di Kirchhoff);
In assenza di ostacoli (Spazio Libero), il calcolo del campo ricevuto per mezzo del teorema di Kirchhoff è possibile ma inutilmente complicato, poiché vale la formula di Friis (estremamente più semplice)
!(!r) = j"
4# F
( )
$,% & e' j" d + (( )d &( & 1+ cos
(
))
S
*
A dSDiffrazione – esempi teorici fondamentali
Con il termine Diffrazione si intende indicare una particolare categoria di fenomeni propagativi generati dalla presenza di ostacoli sul cammino di propagazione.
Esempi:
La diffrazione determina in particolare:
Campo non nullo anche in zone non direttamente illuminate dalla sorgente;
Campo diverso da quello di Spazio Libero nelle zone direttamente illuminate dalla sorgente
Diffrazione da Apertura Diffrazione da “Knife Edge”
La diffrazione è tanto più rilevante quanto più le dimensioni geometriche in gioco (ostacoli, aperture, raggi di curvatura) sono piccole rispetto a λ
Il teorema di Kirchoff permette di risolvere in linea di principio qualunque problema di diffrazione. Occorre di volta in volta determinare la superficie SA e risolvere l integrale per il calcolo del campo
Zone di Fresnel (1/3)
R1 R2
r = R1+R2 R1
T R
k 2 R
r
k=
2+ " !
r1 r3
r2 rk
Pk
I zona di Fresnel II zona di Fresnel III zona di Fresnel ρk
ρk : kmo raggio di Fresnel
In alcuni casi è possibile valutare gli effetti della diffrazione senza dover risolvere esplicitamente l integrale di Kirchhoff (può essere complicato)
Zone di Fresnel : porzioni di fronte d onda delimitate dall intersezione fra il
medesimo e le sup.
sferiche di raggio rk
Zone di Fresnel (2/3)
si può osservare che
2 k k k
2 1 1 k
k2 k2
k2 12
2
1 r 1 r
1 R R
r R
R R
r !!"#
$$%& ' ( )
!!" +
$$% #
& ' ( )
= ' ( +
' (
= +
=
k 2 2 R
1 R
2 1 k 2
R r R
2 1 1 R r
2 1 1 R
R R
2 2k 1
2k 2
1 2
k k k
2
1 1 k
2
1 + " !
$ #
$ #
" ! + +
% =
%
&
' ((
)
*
++,- ../0 #
$
"
% +
%
&
' ((
)
*
++,- ../0 #
$
"
= +
2 0
x
2 x
2 1 1 x
1! " !
#
( )
!!"
#
$$
%
&
+ (' +
( +
!!
"
#
$$
%
& (' +
( (
' (
= ) ' *
(
=
!!
!!
"
#
$$
$$
%
&
( ' + +
( )
2 2 1
1
2 2 1 k
1 2 k2
R
Rk 2
1 R
R
R 2
1 k R
R 2 k
k k 2
R 1 R
1 2
1
k 2
1,R
R >>! e
Zone di Fresnel (3/3)
Supponendo che k·λ/2 << R2: !k = k "#" R1R2 R1 + R2
( )
= k "!1; !1 = # "(
RR1 1+ RR2 2)
Considerato inoltre Pk appartenente alla circonferenza di raggio ρk k 2
2 r k R
R r
R RP
TPk + k = 1 + k = 1 + 2 + " ! = + " !
Fissata la frequenza di collegamento e la distanza fra T ed R, la somma delle distanze del punto Pk dai punti T ed R è una costante il punto Pk appartiene ad un ellissoide di fuochi T ed R. Ciò significa che al variare di R1 (e di R2=r-R1), la circonferenza di raggio ρk cambia e si sposta, ma appartiene sempre ad un ellissoide di fuochi T ed R detto kmo ellissoide di Fresnel
T R
r
!/4 !/4
"M
Esempio: primo ellissoide di Fresnel (k=1) semi-asse maggiore = r/2 +λ/4
semi-asse minore =
4
M = !r
"
Diffrazione da apertura circolare (1/2)
In alcuni casi, le zone di Fresnel permettono di valutare gli effetti della diffrazione senza dover risolvere esplicitamente l integrale di Kirchhoff. E il caso ad esempio dell apertura circolare, ove si desideri valutare il campo ricevuto lungo l asse dell apertura
T R
Contributo dell elemento dΣ appart. ad SA
R1, R2 >> h χ≅ 0 e F(θ,φ) ≅ A (costante)
SA h
Se R2 >> λ si approssima s ≅ rk all interno della kma zona di Fresnel e analogamente s ≅ rk+1 all interno della (k+1)ma i contributi dei punti della (k +1)ma zona di Fresnel differiscono da quelli della kma per il fatto che nella (*) s vale rk+1 e non rk. Trascurando l effetto di tale differenza sull ampiezza ed osservando che rk+1 = rk + λ/2 i contributi della (k+1)ma zona sono sfasati rispetto a quelli della kma di βλ/2 = π
dE(R) = j!
4" # F
( )
$,% # e& j!R1R1 # e& j!s
s # 1+ cos
(
')
d(dE(R) = j!
2" # A #
e$ j!R1
R1 # e$ j!s
s #d% *
( )
R2 R1
Diffrazione da apertura circolare (2/2)
Se la (k+1)ma zona di Fresnel passa attraverso l apertura, essa tende ad annullare i contributi al campo ricevuto dati dalla kma se dall apertura passa un numero pari di zone di Fresnel, in R si ha un minimo del campo, mentre si ha un massimo se tale numero è dispari
0 1 2
E/ E0
h / ρ1
Andamento reale
1 2
Diffrazione da Knife-Edge (1/4)
Y
X
Z h
T
R Q d
ρ dΣ
X
Z
T h R
a b
Ostacolo piano (Knife-Edge = Lama di coltello ) appart.al piano XY, infinitamente esteso in direzione Y e limitato fra h e -∞ in direzione X;
T ed R collocati su asse Z ( alla stessa altezza) da parti opposte rispetto all ostacolo
Diffrazione da Knife-Edge (2/4)
Contributo dell elemento dΣ appartenente ad SA
Ipotesi 1: sorgente tanto lontana dallo schermo da poter approssimare il fronte d onda con il piano XY
Ipotesi 2: h << a , h << b
Ipotesi 3: le sorgenti secondarie dΣ che danno contributo rilevante al campo in R sono tutte e sole quelle per cui
x << ρ, d ; y << ρ, d Si giustifica osservando che le sorgenti secondarie più rilevanti appartenenti alla prime zone di Fresnel e sono quindi più raccolte attorno alla direzione del collegamento
dE(R) = j!
4" # F
( )
$,% # e& j!dd # e& j!'
' # 1+ cos
(
()
d)E(R)= j!
4" # F
( )
$,% # e& j!dd # e& j!'
' # 1+ cos
(
()
dxh
+)
*
dy&) +)
*
E(R)= j! 4" #
e$ j! a+b( )
ab F
( )
%,& # e$ j! d $a( )d a# e$ j! '$b( )
' b# 1+ cos
(
()
dxh
+)
*
dy$) +)
*
Diffrazione da Knife-Edge (3/4)
Ipotesi 2 + Ipotesi 3
F(θ,φ) = A costante ; χ ≅ 0 d ≈ a , ρ ≈ b
a denominatore si pone d = a , ρ = b
negli esponenziali a numeratore si osserva che
( ) ( )
aa y 1 x
a a a
y x
a
d! = 2 + 2 + 2 ! = + 2 +2 2 !
2 1 z z
1+ z!0 +
"
( ) ( )
a 2
y a x
a 2
y 1 x
a a
d 2 2 2 ! = 2 + 2
"
"
#
$
%%
&
' + +
(
!
( )
b 2
y b ! x2 + 2
"
# (Analogamente)
Diffrazione da Knife-Edge (4/4)
E(R) = j!
2" # A # e$ j!(a+b)
ab e$ j!
x2+ y2
2a # e$ j!x
2+ y2
2b dx
h
+%
&
dy$%
+%
&
= j!
2" # A # e$ j!(a+b)
ab e$ j!
a+b
2ab
(
x2+ y2)
dxh
+%
&
dy$%
+%
&
Diffrazione da KE
Attenuazione Supplementare (1/3)
E0(R) = campo che si avrebbe in assenza dell ostacolo:
L
S= E
0E =
j !
2 " # A # e
$ j!(a+b)ab e
$ j!a+b
2ab
(
x2+ y2) dx
$%
+%
& dy
$%
+%
&
j !
2 " # A # e
$ j!(a+b)ab e
$ j!a+b
2ab
(
x2+ y2) dx
h
+%
& dy
$%
+%
&
=
e
$ j!a+b 2abx2
dx
$%
+%
&
e
$ j!a+b 2abx2
dx
h +%
&
Attenuazione supplementare LS
L
S=
2 ! e
" j#a2ab+bx2dx
0 +$
%
e
" j#a+b 2abx2
dx
h +$
%
E
0(R) = j!
2 " # A # e
$ j!(a+b)ab e
$ j!a+b
2ab
(
x2+ y2) dx
$%
+%
& dy
$%
+%
&
Posto
ab b a 2 dx d
ab b a x 2
+
!
"
= + #
$ !
=
"
L
S= E
0E =
2 2
!
a + b ab
e
" j# 2$2
d $
0 +%
&
1 2
!
a + b ab
e
" j# 2$2
d$
h' 2
! a+b
ab +%
&
=
2 e
" j# 2$2
d $
0 +%
&
e
" j# 2$2
d $
h' 2
! a+b
ab
+%
&
ν0: parametro di Fresnel
( )
1 j2 e 1
2
1 j4
!
=
"
! #
Integrale di Fresnel
Diffrazione da KE
Attenuazione Supplementare (2/3)
L
S= E
0E = 1
1 + j
2 e
! j"
2#2
d#
#0
+$
%
!o = "h1 2Si noti che:
Diffrazione da KE
Attenuazione Supplementare (3/3)
As (dB) = 20 log (E0/ E )
!0
P e r ν 0 > - 1 s i p u ò approssimare come:
Per il valore di | AS(dB)| è inferiore a 1 dB, e d u n q u e l e f f e t t o dell ostacolo risulta in pratica trascurabile. Osservando che
la condizione
corrisponde a h < -ρ1 ovvero alla condizione di non intersezione tra l ostacolo ed il primo ellissoide di Fresnel
LS( )dB = 6.4 + 20 ! log10
(
"02 + 1 +"02)
h 2
0 1 !
"
=
#
!0 < ! " 2
0 < " ! 2
#
LS
Lee’s simplified attenuation formulas [*]
L(!0) =
"20log 0.5 " 0.62!
(
0)
-0.8<!0<0"20log 0.5exp "0.95#$
(
!0)
%& 0<!0<1"20log 0.4 " 0.1184 " 0.38 " 0.1'#$
{ ( !0)
2}
1/ 2%&( 1<!0<2.4
"20log 0.225
!0
#
$' %
&
( !0>2.4 )
* ++ ++
, ++ ++
[*]W. C. Y. Lee, Mobile Communications Engineering, Mc Graw Hill, New York 1982
KE Diffraction – calcolo del campo (1/3)
z
x y
rR dy χ
! dz
!
jkx
in E e
E! = 0 !
( x, y, 0 )
Bordo del KE coincidente con asse y; R nel generico punto del piano XZ
Ipotesi: onda incidente sul Knife Edge piana uniforme e incidenza normale:
( )
( ) j z
inc inc
e z A
, y , x H
z , y , x
E " !
#
$% =
$&
'
( )
( )
" "! ! ( )
"
#
$
% #
&
' +
= $ () + *
0 R
r j
' dx ' r dy
cos e 4 1
A j z
, 0 , x H
z , 0 , x
E R
Supponendo z >> λ e sapendo che le sorgenti secondarie (y , x ) che danno un contributo significativo al campo ricevuto in (x,0,z) sono solo quelle per y ≈ qualche λ (prime zone di Fresnel)
( ) ( ) ( )
( )
( )
!( )
"
#
$ +
% #
&
# '=
() + , *+ + " + "
=
- , &"
%
0 R
4 j j 0
R 2 2 R
2 2 R
' e dx
cos 2 1
e z A
, 0 , x H
z , 0 , x E
2 ' ' y
y '
x x z
r
R
( ) !"#
$%&(R = z2 + x'x' 2
Z Y
( ) j z X
inc x,y,z A e
E = # "!
R(x,0,z) dy’
dx’
Q(x’,y’,0)
( )
( )
#$ " + !!" %
&
"
"
+
"
' =
() % $ % # % $&
sin 2
cos 1
2 1 e e
A e
z A , 0 , x H
z , 0 , x
E j z j 4 j
0
Applicando il metodo della fase stazionaria per la risoluzione dell integrale, è possibile ottenere la seguente soluzione per il campo ricevuto:
x > 0 (Regione illuminata)
( )
( )
#$ " + !!" %
&
"
"
' =
() % # % $&
sin 2
cos 1
2 1 e e
z A , 0 , x H
z , 0 , x
E j 4 j
x < 0 (Shadow Region)
(ρ,θ )"
y"
x"
Confine dʼombra"
Onda Piana Incidente"
• θ > 0 se x > 0
• θ < 0 se x < 0
KE Diffraction – calcolo del campo (2/3)
Z X
(r,q)"
y"
x"
Confine dʼombra"
Onda Cilindrica Diffratta"
Onda Piana Incidente"
( )
( ) ( )
"( )
!" #
"
+
!
"
"
$=
%& ( ) ( '#
>
! '
( e D
e A U
e z A
, 0 , x H
z , 0 , x E
Diffratta
Cilindrica
Onda
4 j j 0 0)
per solo
( Onda Piana z 0 j
!
!
! "
!
!
! #
! $
! "
!
! #
$
La presenza del knife-edge genera un onda diffratta che nelle ipotesi fatte risulta essere un onda cilindrica
Le superfici d onda sono perciò dei cilindri aventi per asse il bordo superiore del Knife-Edge è allora possibile definire i Raggi Diffratti che si propagano dal bordo dell ostacolo in direzione radiale.
: Coefficiente di Diffrazione
( ) " + !!
#$
= %
! 2sin
cos 1
2 D 1
KE Diffraction – calcolo del campo (3/3)
Z X
Osservazioni:
La possibilità di estendere l ottica geometrica al fenomeno della diffrazione fin qui mostrata e sottoposta ai seguenti vincoli e limitazioni:
1) Approccio scalare alla teoria della diffrazione (Huygens-Fresnel);
2) Onda incidente piana;
3) Incidenza normale;
4) Ostacolo assimilato ad un knife-edge trasversalmente illimitato;
5) Ricevitore lontano dal confine d ombra del raggio diretto (D(0)=∞)
Tali ipotesi di lavoro assai raramente risultano verificate in situazioni reali di diffrazione. E quindi opportuno generalizzare l approccio fin qui seguito in modo da estendere la descrizione a raggi della diffrazione a situazioni più realistiche
La legge della Diffrazione
Introdotta da J. B. Keller nel 1961 e si articola nei seguenti 2 seguenti assunti[6] : I. Si generano uno o più raggi diffratti ogniqualvolta un raggio dell OG classica
(diretto o riflesso) incide su uno spigolo o un vertice;
II. Per ogni cammino diffratto vale il Principio di Fermat (Estensione del principio di Fermat al fenomeno della diffrazione)
Raggio Incidente
Cono di Keller
Legge della diffrazione: il raggio diffratto e quello incidente giacciono da parti opposte rispetto al piano perpend. allo spigolo e passante per il punto di diffrazione; gli angoli che tali raggi formano con lo spigolo (angolo di incidenza e angolo di di diffrazione) sono dati dalla legge di Snell per la diffrazione :
Se i raggi si propagano nello stesso mezzo, θd=θi;
Ogni raggio incidente genera una infinità di raggi diffratti sulla superficie laterale di un cono (cono di Keller)
d d
i
i sin n sin
n " ! = " !
VEDREMO MEGLIO IN UNA PROSSIMA LEZIONE…