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Academic year: 2021

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DUE NUOVI TEST DI CONFERMA LD BIO TOXO II IGG E IGM WESTERN BLOT PERMETTONO DI DISCRIMINARE TRA ANTICORPI SPECIFICI E ASPECIFICI NELLA DIAGNOSI DI

TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA Genco F., Lanzarini P., Meroni V.

Dipartimento di Malattie Infettive,Università di Pavia Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico “ San Matteo “ Via Taramelli 5, 27100 Pavia Italy

E-Mail: v.meroni@smatteo.pv.it

Introduzione. Quando la primoinfezione da Toxoplasma

gondii viene contratta durante la gravidanza può avere

gravi conseguenze per il prodotto del concepimento.Nelle fasi iniziali gli anticorpi IgG sono in genere assenti e la sola presenza di IgM non può essere considerata diagno-stica per la loro frequente aspecificità.La comparsa delle IgG può essere ritardata e ridotta dalla terapia sommini-strata in tutti i casi di positività IgM.In questo studio abbiamo valutato l’accuratezza diagnostica dei test western blot di conferma LDBIO TOXO II IGG e TOXOII IGM in 25 gravide negative per IgG e positive per IgM antitoxoplasma.

Pazienti e Metodi. Venticinque gravide negative per IgG anti-Toxoplasma (Etitoxok IgG DIASORIN Saluggia Italy,VIDAS toxo IgG II BIOMERIEUX Marcy l’Etoile, France) e positive per IgM con almeno uno dei due test Etitoxok-IgM DIASORIN Saluggia Italy e/o Toxo-IgMISAGA BIOMERIEUX Marcy l’Etoile, France , in terapia con spiramicina, sono state valutate con i test LDBIO-TOXO II IgG and LDBIO-TOXO II IgM (LDBIO DIAGNOSTICS, Lyon France) quest’ultimo non ancora disponibile in commercio.In 9 delle 25 pazienti sono stati effettuati anche test di stimolazione linfocitaria .In tutti i casi è stato effettuato un follow-up sierologico settimana-le per evidenziare la sieroconversione.

Risultati. LDBIO-TOXO II IgM è risultato positivo in 12 pazienti. In 10 casi la sieroconversione è stata confermata dalla comparsa di IgG specifiche durante il follow-up.In tutte le sieroconversioni il test LDBIO TOXO II IgG ha evidenziato la comparsa degli anticorpi più precocemente dei test tradizionali. In 13 casi negativi non si è avuta sie-roconversione anche dopo interruzione della terapia.In 2 casi il test LDBIO-TOXO II IgM è risultato falsamente positivo.

Conclusioni. In 23 pazienti il test LDBIO TOXO II IgM ha permesso una diagnosi corretta e precoce. Tutte le pazienti con sieroconversione sono state correttamente diagnosticate. Il test LDBIO TOXO II IgG in tutte le pazienti con infezione ha permesso di confermare la siero-conversione prima dei test tradizionali.In tutti i casi nega-tivi è stato possibile interrompere la terapia e rassicurare la donna.

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GENOTIPIZZAZIONE DI CEPPI DI Entamoeba histolytica IDENTIFICATI A PARMA:

RISULTATI PRELIMINARI.

Calderaro A., Gorrini C., Piccolo G., Peruzzi S., Dettori G., Chezzi C.

Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio, Sezione di Microbiologia, Università degli Studi di Parma.

Introduzione. L’attuale conoscenza della patogenesi del-l’amebiasi manca della comprensione di ciò che determina l’esito dell’infezione da Entamoeba histolytica (Eh). È possibile che uno dei fattori determinanti risieda nel geno-tipo del parassita.

Metodi. Nel presente studio abbiamo utilizzato un pannel-lo di saggi di PCR aventi come bersaglio 6 pannel-loci contenenti “short tandem repeats” (STR), al fine di studiare la diver-sità genetica di ceppi di Eh identificati in 19 campioni (feci, aspirati da ascessi epatici, biopsie intestinali) appar-tenenti ad 8 pazienti con amebiasi (5 intestinale, 3 extrain-testinale).

Risultati. Sulla base della variabilità nel numero di STR, tutti i ceppi di Eh di pazienti diversi presentavano genoti-po differente (ad eccezione di 2 ceppi identificati nelle feci di 2 individui appartenenti allo stesso nucleo familiare), riflettendo un elevato grado di polimorfismo. Interessante è il caso dell’unico paziente del quale erano disponibili sia le feci sia l’aspirato da ascesso epatico: i ceppi di Eh nei 2 tipi di campioni avevano genotipi diversi. Tale osservazio-ne suggerisce un possibile ruolo del genotipo osservazio-nel determi-nare un tropismo di tessuto, ipotesi che certamente neces-sita di una conferma su un numero significativo di indivi-dui con amebiasi extraintestinale. È in corso il sequenzia-mento dei prodotti di amplificazione per confermare l’as-segnazione dei genotipi, condotta in prima istanza sulla base della stima delle dimensioni degli ampliconi in gel di agarosio.

Discussione. Un recente studio svolto in Bangladesh ha suggerito che il genoma di Eh possa rivestire un ruolo nel determinare l’esito dell’infezione. Per confermare tale osservazione è necessaria un’estensiva raccolta di campio-ni in differenti aree geografiche del mondo. Pertanto, seb-bene non si riferiscano ad una vasta popolazione di ceppi, auspichiamo che i risultati del presente studio, quando ana-lizzati unitamente a dati di genotipizzazione prodotti su un numero crescente di ceppi isolati da pazienti asintomatici e sintomatici, possano fornire un contributo per una più pro-fonda comprensione dell’associazione tra genotipo di Eh ed esito dell’infezione.

volume 22, numero 3, 2007 POSTER

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