Bergamo, 30 settembre 2013 Bergamo, 30 settembre 2013
LA RESPONSABILIT
LA RESPONSABILITÀ À AMMINISTRATIVA AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI
DEGLI ENTI
EX EX D.LGS. D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231 8 GIUGNO 2001, N. 231
Dott. Annalisa De Vivo
Necessità di ottemperare agli obblighi previsti da varie convenzioni internazionali al fine di una uniformazione degli ordinamenti statuali europei
Evoluzione del concetto e del ruolo dell’impresa nella società
Diffusione dellaCultura della Legalità Preventiva nell’ambito della corporate governance per contrastare i reati non solo con la repressione e efficacia deterrente della norma penaleRATIO E ORIGINI DEL D.LGS. 231/2001
LA NORMALa responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 3 3
IL DECRETO 231 :
Nascita del nuovo principio “societas puniri potest”
Non si pone in antitesi con l’art. 27 Cost.:“La responsabilità penale è personale”
Tramonto del tradizionale principio:
LA NORMA
RESPONSABILITÀ
“AMMINISTRATIVA”
Un termine equivoco …..
Nella relazione al decreto il legislatore parla infatti di un “tertium genus”, che coniuga i tratti essenziali del sistema penale e di quello amministrativo
LA NORMA
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 5 5
Il d.lgs. 8 GIUGNO 2001, n. 231 in “pillole”
ll reato è imputato a soggetti diversi dalle persone fisiche (si aggiunge a quello commesso dalle persone fisiche)
Il meccanismo di irrogazione delle sanzioni è basato sul processo penale
L’Autorità competente a contestare l’illecito è il Pubblico Ministero
L’Autorità competente ad irrogare le sanzioni è il Giudice penale
Il sistema di “memorizzazione” delle condanne è inquadrato nell’ambito del Casellario Giudiziale penaleLA NORMA
La responsabilità “penale” degli Enti scaturisce dalla commissione dei reati previsti dal Decreto231 e commessi materialmente dai propri vertici o dai propri sottoposti, nell’interesse o vantaggio dell’ente.
LA NORMA
IN CHE COSA CONSISTE
LA CONDOTTA PUNITA?
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 7 7
Enti forniti di personalità giuridica
Società e associazioni fornite di personalità giuridica
Società e associazioni prive di personalità giuridica
ESPRESSAMENTE ESCLUSI:
Stato
Enti Pubblici Territoriali
Altri enti pubblici non economici
Enti che svolgono una funzione di rilievo costituzionale
(Art. 1, co. I – III)
I DESTINATARI• Non è stata data una definizione di “ENTI”
• Ampia Zona d’ Ombra
• Può aiutare la Relazione ove indica
espressamente che la norma mira a punire
“…la repressione di comportamenti illeciti nello svolgimento di attività di natura
squisitamente economica e, cioè assistite da fini di profitto…”
(Relazione Ministeriale al D.Lgs 231/01) I DESTINATARI
Destinatari sono “ENTI”
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 9 9
• Vi rientrano tutti quegli enti che, pur avendo soggettività pubblica, non esercitano poteri pubblici: l’Aci, la Cri, gli Ordini e i Collegi professionali, le aziende ospedaliere, le scuole, le università pubbliche, gli istituti di assistenza.
• Inizialmente tali enti erano esclusi dall’ambito applicativo del decreto in quanto, pur non essendo provvisti di pubblici poteri, perseguono e curano interessi pubblici escludendo finalità lucrative.
• Negli anni però si è verificata una vera e propria inversione di tendenza: nel settore sanitario, ad esempio, l’adozione dei modelli organizzativi ex d.lgs. 231/2001 viene oggi considerata ulteriore garanzia dell’organizzazione e della trasparenza dell’operato delle Aziende sanitarie pubbliche.
I DESTINATARI
La ‘zona d’ombra’
• Richiamo implicito al “Criterio di
Economicità civilistico” (art. 2082 c.c.):
• Scopo di realizzare un avanzo di gestione
• A prescindere dal concreto conseguimento di un Lucro Oggettivo (avanzo di gestione) o Soggettivo (riparto degli utili tra i soci)
I DESTINATARI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 11 11
ENTI PUBBLICI ECONOMICI
enti a soggettività pubblica, privi di pubblici poteri, i quali agiscono iure privatorum
Cass. pen., sez. II, n. 234/2011:
“La natura pubblicistica di un ente è condizione necessaria ma non sufficiente per l'esonero dalla
disciplina in questione, deve necessariamente essere presente anche la condizione dell'assenza di svolgimento di attività economica da parte del
medesimo”
I DESTINATARI
Possono così essere facilmente ricondotti nella definizione di “ENTE”
SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA soggetto di diritto privato, del tutto distinto
dall’Amministrazione Pubblica Cass. 28699/2010
La società per azioni (partecipata al 51% dallo Stato) opera come persona giuridica privata, nell'esercizio della propria autonomia negoziale, senza alcun collegamento con l'ente pubblico nei confronti del
quale ha assunto l'obbligo di gestire il servizio.
I DESTINATARI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 13 13
Quando lo scopo, ancorché ideale, venga perseguito con metodo economico, l’ente acquista la qualità di
imprenditore.
ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI Tribunale di Milano 26 giugno 2008
O.N.L.U.S.
G.I.P. Tribunale di Milano 30 marzo 2011
in parte motiva: “… presentavano alle aziende sanitarie locali, agli enti e alle istituzioni pubbliche competenti, tra le altre, richieste di rimborso per prestazioni socio- sanitarie effettuateavvalendosi di personale non
volontario, bensì effettivamente pagato con tariffa oraria
…”.
I DESTINATARI
ENTI CON FINI IDEALI O ALTRUISTICI
La responsabilità “penale” degli Enti scaturisce dalla commissione dei reati
previsti dal Decreto 231 e commessi materialmente dai propri vertici o dai
propri sottoposti, nell’ interesse o vantaggio dell’ente.
IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 15 15
Apicali
• Amministratori
• Direttori generali
• Rappresentanti legali a qualsiasi titolo
• Preposti a sedi secondarie
• Direttori di divisione
Sono quei “soggetti che hanno Funzioni diGESTIONE e CONTROLLO tali da consentire unPENETRANTE DOMINIO SULL’ENTE. Hanno, quindi, funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa”
Ai reati commessi da tali soggetti la legge associa una presunzione di colpa in capo all’ente
Sottoposti
•Lavoratori dipendenti
•Collaboratori
•Agenti
•Parasubordinati
•Distributori, Fornitori
•Consulenti
Soggetti sottoposti all’altrui direzione che eseguono nell’interesse dell’ente le decisioni intraprese dal vertice
Qui è la Pubblica Accusa che deve provare l’eventuale culpa in vigilando dell’ente
IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
È penalmente rilevante non soltanto il caso in cui il comportamento illecito abbia determinato un
vantaggio, patrimoniale o meno per l’ente, ma anche l’ipotesi in cui, pur in assenza di tale concreto risultato, il fatto-reato trovi ragione nell’interesse dell’ente
IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ
…nell’interesse o vantaggio dell’ente
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 17 17
L’ente è responsabile anche quando:
l’autore del reato non è stato identificato o non è imputabile
Il reato si estingue per una causa diversa dall’amnistiaAUTONOMIA DELLA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE (ART. 8)
Gli enti aventi nel territorio dello Stato la loro sede principale rispondono anche in relazione ai reati commessi all’estero, purché nei loro confronti non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il fatto
REATI COMMESSI ALL’ESTERO (ART. 4)
IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ•
di aver adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione idonei a prevenire i reati della specie di quello verificatosi;•
di aver affidato il compito di vigilare sul funzionamento el’osservanza dei modelli, nonché di curare il loro aggiornamento ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo;
•
che le persone hanno commesso il reatoeludendofraudolentementei modelli di organizzazione e di gestione;
•
che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo a ciò prepostoL’esimente è una causa di non punibilità di cui l’ente si può avvalere se dimostra:
L’ESIMENTE
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 19 19
(segue)
Nel caso di reati commessi da soggetti in posizione subordinata, l’ente risponde solo se sono stati violati gli obblighi di controllo generalmente facenti capo agli organi dirigenti:
É UNA RESPONSABILITÀ PER COLPA
Perciò, l’onere di provare le suddette violazioni grava sul Pubblico Ministero
***
Invece, nel caso di reati commessi da soggetti in posizione apicale, la responsabilità dell’ente prescinde da qualsiasi accertamento degli elementi soggettivi del dolo o della colpa:
VI É UNA PRESUNZIONE DI COLPEVOLEZZA IN CAPO ALL’ENTE A meno che non dimostri che il modello è stato eluso fraudolentemente dall’autore del reato (c.d. inversione dell’onere della prova)
L’ESIMENTE
Art. 24: Reati contro la Pubblica Amministrazione (Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico)
Art. 24-Bis: Delitti informatici e trattamento illecito di dati Art. 24-ter: Delitti di criminalità organizzata
Art. 25: Concussione e corruzione
Art. 25-Bis: Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento Art. 25-Bis.1: Delitti contro l’industria e il commercio IL CATALOGO DEI REATI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 21 21
Art. 25-Quater.1: Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili Art. 25-Quinquies: Delitti contro la personalità individuale
Art. 25-Sexies: Abusi di mercato
Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro Art. 25-Octies: Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita
Art. 25-Novies: Delitti in materia di violazione del diritto d’autore.
Art. 25-Decies: Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria.
Art. 25-Undecies: Reati Ambientali
Art. 25-Duodecies: Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare
IL CATALOGO DEI REATI
LA CORRUZIONE TRA PRIVATI Art. 25 (Concussione e corruzione)
Con la legge 6.11.2012, n. 190 (cd. Legge anticorruzione) sono stati introdotti due nuovi reati-presupposto nel novero di quelli previsti e puniti dall’art. 25 del Decreto 231.
Enti, società e associazioni rispondono pertanto anche dei reati di induzione indebita a dare o promettere utilità(art. 319-Quater cod. pen.) e di corruzione tra privati (art. 2635 cod. civ.).
Le nuove disposizioni sono entrate in vigore il 28.11.2012.
IL CATALOGO DEI REATI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 23 23
Art. 24-bis (Delitti informatici e trattamento illecito di dati) L’art. 9 del DL 14.08.2013, n. 93, contenente “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”, ha modificato l’art. 24-bis del d.lgs. 231/2001, introducendo i seguenti reati:
-frode informatica con sostituzione dell’identità digitale (art. 640-ter, co. 3, c.p.)
-indebito utilizzo, falsificazione, alterazione e ricettazione di carte di credito o di pagamento(art. 55, co. 9, d.lgs. 231/2007)
-trattamento illecito dei dati personali (art. 167 d.lgs. 196/2003) -falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante (art. 168 d.lgs.
196/2003)
-inosservanza dei provvedimenti del Garante (art. 170 d.lgs. 196/2003) Le nuove disposizioni sono entrate in vigore il 17.08.2013.
IL CATALOGO DEI REATI
del numero delle quote (non inferiore a 100 e non superiore a 1.000) in relazione alla gravità del reato, al grado di responsabilità dell’ente e all’attività svolta per eliminare le conseguenze del fatto e attenuarne le conseguenze o per prevenire la commissione di altri illeciti
dell’entità delle singole quote (min. € 258,23 - max € 1.549,37) sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali dell’ente, allo scopo di assicurare l’efficacia della sanzione
In conclusione la sanzione corrisponderà ad un 1. PECUNIARIEVengono determinate per quote, in base ad un sistema che prevede la determinazione:
LE SANZIONI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 25 25
2. INTERDITTIVE
Interdizione dall’esercizio dell’attività
Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito
Divieto di contrattare con la p.a., salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio
Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli già concessi
Divieto di pubblicizzare beni o serviziL’inflizione di una sanzione interdittiva comporta altresì l’esclusione dalla contrattazione con la P.A. “Sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi, né possono essere affidatari di subappalti,
e non possono stipulare i relativi contratti” (Codice degli Appalti, D.Lgs 163/2006, art. 38, lettera m).
LE SANZIONI
3. CONFISCA
É diretta a sottrarre all’ente il prezzo o il profitto del reato, facendo salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede
4. PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA
Deve essere prevista dalla legge in relazione al singolo reato
LE SANZIONI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 27 27
GRADUAZIONE DELLE SANZIONI
La sanzione pecuniaria e la confisca devono essere irrogate tutte le volte che sia accertata la sussistenza della responsabilità dell’ente
Le sanzioni interdittive e la pubblicazione della sentenza sono previste solo per le fattispecie più gravi
Per i reati societari è prevista l’irrogazione delle sole sanzioni pecuniarie
LE SANZIONI
IL COMMISSARIO GIUDIZIALE
In luogo dell’applicazione della sanzione interdittiva, il giudice può disporre la prosecuzione dell’attività da parte di un commissario per un periodo pari alla durata della pena interdittiva che sarebbe stata applicata, quando ricorre almeno una delle seguenti condizioni:
a) l’ente svolge unpubblico servizio o un servizio di pubblica necessità la cui interruzione può provocare un grave pregiudizio alla collettività;
b) l’interruzione dell'attività dell’ente può provocare, tenuto conto delle sue dimensioni e delle condizioni economiche del territorio in cui è situato,rilevanti ripercussioni
LE SANZIONI
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 29 29
Art. 12, co. 1 - Sono ridotte alla metà (e comunque non possono superare € 103.291,38) se:
L’autore del reato ha agito nel prevalente interesse proprio o di terzi e l’ente non ne abbia ricavato alcun vantaggio, ovvero unvantaggio minimo
Il dannopatrimonialecagionato è diparticolare tenuità
Art. 12, co. 2 - Sono ridotte da un terzo alla metà se prima dell’apertura del dibattimento di 1° grado:
L’autore del reato harisarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze dannose del reato, o si è efficacemente adoperato in tal senso
È statoadottato e reso operativo un modello organizzativoidoneo a prevenire reati della stessa specie di quelli verificatosi
Se concorrono le condizioni suddette, le sanzioni pecuniarie sono ridotte dalla metà ai due terzi; in ogni caso esse non possono essere inferiori a €
10.329,14
CASI DI RIDUZIONE SANZIONI PECUNIARIE
LE SANZIONIArt. 17 - Le sanzioni interdittive non si applicano qualora, prima dell’apertura del dibattimento di primo grado, l’ente:
abbiarisarcito integralmente il danno ed eliminato le conseguenze dannose del reato, ovvero si sia adoperato efficacemente in tal senso
abbiaeliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediantel’adozione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della stessa specie di quello verificatosi
abbiamesso a disposizione il profitto conseguito ai fini della confisca
In ogni caso resta ferma l’applicazione delle sanzioni pecuniarie
CASI DI RIDUZIONE SANZIONI INTERDITTIVE
LE SANZIONILa responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 31 31
É modellato sullo schema del processo penale
Si svolge dinanzi al giudice penale, su iniziativa del p.m.
Può svolgersi anche insieme al processo penale relativo ai reati addebitati alle persone fisiche
Prevede per l’ente le stesse garanzie vigenti in favore dell’imputato nell’attuale processo penale
L’ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀIL PROCEDIMENTO DI ACCERTAMENTO (CENNI)
IL REGOLAMENTO ATTUATIVO (ART. 85)
Il regolamento di attuazione disciplina il procedimento di accertamento dell’illecito amministrativo e in particolare:
le modalità di formazione e tenuta dei fascicoli degli uffici giudiziari
il procedimento di controllo (continua)
L’ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀLa responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 33 33
IL PROCEDIMENTO DI CONTROLLO (segue)
Le associazioni di categoria devono inviare i codici di comportamento al Ministero della Giustizia
Ai codici devono essere allegati lo statuto e l’atto costitutivo dell’associazione
Il Ministero può formulare osservazioni entro trenta giorni dal ricevimento dei codici
Decorsi trenta giorni, il silenzio del Ministero equivale all’approvazione dei codici
L’ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ
TRASFORMAZIONE (art. 28)
In caso di trasformazione dell’ente, resta ferma la responsabilità per i reati commessi anteriormente alla
data in cui la trasformazione ha avuto effetto
FUSIONE (art. 29)
In caso di fusione, anche per incorporazione, l’ente che ne risulta risponde dei reati dei quali erano responsabili gli
enti che hanno partecipato alla fusione
VICENDE MODIFICATIVE DELL’ENTELa responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 35 35
SCISSIONE (art. 30)
In caso di scissione parziale l’ente scisso è responsabile dei reati commessi antecedentemente
alla data in cui la scissione ha avuto effetto.
Sia in caso di scissione parziale che totale, gli enti beneficiari restano obbligati in solidoper il pagamento della sanzione pecuniaria dovuta dall’ente scisso per i reati commessi anteriormente alla data dalla quale la scissione ha avuto effetto,nei limiti del valore effettivo del patrimonio netto trasferito a ciascuno di essi.
Tale limitazione di responsabilità non opera nei confronti di quegli enti ai quali è stato trasferito, anche in parte, il ramo di attività nell’ambito del quale è stato commesso il reato; per i reati commessi anteriormente alla data dalla quale la scissione ha avuto effetto,tali enti saranno soggetti anche all’applicazione delle sanzioni interdittive.
VICENDE MODIFICATIVE DELL’ENTE
CESSIONE D’AZIENDA (art. 33)
Il cessionario è solidalmente obbligato al pagamento della sanzione pecuniaria per i reati commessi nell’attività dell’azienda ceduta, salva la preventiva
escussione del cedente e nei limiti del valore dell’azienda.
L’obbligazione del cessionario è limitata alle sanzioni pecuniarie che risultano dai libri contabili obbligatori,
ovvero dovute per illeciti amministrativi dei quali egli era comunque a conoscenza
VICENDE MODIFICATIVE DELL’ENTE
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 37 37
L’art. 6 c.1, lett. b) attribuisce il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli e di curare il loro
aggiornamento ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo.
Rappresenta il secondo pilastro su cui si fonda il d.lgs. 231/2001
37
L’ORGANISMO DI VIGILANZA
ORGANISMO DI VIGILANZA
Normativa scarna ricorso alle Linee Guida di Confindustria
Autonomia: libertà di azione e di autodeterminazione
Indipendenza: non soggezione ad alcun organo dell’ente
Professionalità: idoneità allo svolgimento delle funzioni
Continuità d’azione: incessante e costante operatività
REQUISITI DELL’ODVDocumento IRDCEC n. 18 (maggio 2013):
“Linee guida per l’organismo di vigilanza ex d.lgs. 231/2001 e per il coordinamento con la funzione di vigilanza del collegio sindacale”
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 39 39
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE:
Mancanza del necessario requisito dell’indipendenza
Cumulo tra la posizione di controllore e quella di controllato Eccezione:
Negli enti di piccole dimensioni, i compiti dell’OdV possono essere svolti direttamente dall’organo dirigente (art. 6, co. 4) al fine di non appesantire la struttura con ulteriori organismi ed i relativi oneri.
39 COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
LE PREVISIONI DELLA LEGGE DI STABILITÀ
L’art. 14, comma 12, della legge n. 183/2011 (c.d. legge di stabilità per il 2012) aggiunge all’art. 6 del d.lgs. 231/2001 il seguente comma 4-bis:
“Nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono
svolgere le funzioni dell’organismo di vigilanza di cui al comma 1, lettera b)”
Il suddetto comma era stato modificato dal secondo comma dell’art. 16, D.L. 22 dicembre 2011, n. 212, soppresso dalla legge di conversione 17 febbraio COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 41 41
COLLEGIO SINDACALE (intero organo)
La dottrina prevalente escludeva una sovrapposizione di funzioni tra l'intero collegio sindacale e l’OdV a causa:
dell’impossibilità di riconoscere al collegio il requisito dell’autonomia;
dell’incapacità di assicurare la necessaria continuità d’azione;
della sovrapposizione tra la posizione di controllore e quella di controllato
del fatto che il collegio sindacale è un organo non sempre obbligatorio nelle realtà societarie di minori dimensioni.
Altri ritengono, diversamente, che il collegio sindacale possa svolgere anche i compiti dell’OdV, in quanto:
dotato di piena autonomia;
i sindaci sono in possesso ex lege dei requisiti di onorabilità e professionalità;
in grado, ancorché tenuto per legge a riunirsi almeno ogni novanta giorni (art. 2404, c. 1, c.c.), di garantire la continuità d’azione in merito
all’aggiornamento del modello;
consentirebbe di ridurre gli oneri per l’ente.
41 COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
COLLEGIO SINDACALE (intero organo)
La questione deve essere analizzata anche alla luce:
delle diverse modalità di nomina e revoca dei due organi
delle diverse conoscenze tecniche necessarie per lo svolgimento delle attività di controllo richieste all’OdV
del diverso regime di responsabilità
Del problema si occupa anche il punto 5.5 delle norme di comportamento del CNDCEC
COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 43 43
COLLEGIO SINDACALE (singoli membri)
A tale eventualità non è mai sembrato frapporsi alcun ostacolo tangibile: il sindaco, infatti, è soggetto in possesso ex lege dei requisiti di onorabilità e professionalità richiesti ai membri dell’OdV dai codici di comportamento.
N.B.: in relazione ad alcuni dei reati elencati dal decreto si ripropone il problema dell’incompatibilità tra la funzione di controllore e quella di controllato.
43 COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
SOCIETÀ DI REVISIONE
L’orientamento principale è negativo: il principale ostacolo é costituito dalle mansioni attribuite ex lege a tale
organizzazione chiamata ad esercitare la funzione di
“revisione legale dei conti”, che si traduce nella verifica della regolare tenuta della contabilità e della rispondenza del bilancio di esercizio alle risultanze della stessa.
Tale condizione non consente alla società di revisione di rispettare i requisiti che il legislatore ha ritenuto necessari per l’esercizio delle funzioni di vigilanza sul modello.
COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 45 45
ALTRI ORGANISMI
INTERNAL AUDITING: possiede senz’altro adeguati requisiti di competenza e professionalità, in quanto effettua il monitoraggio del sistema di controllo interno nel suo complesso. Potrebbe, invece, essere insufficiente il requisito dell’indipendenza, qualora fosse presente una subordinazione psicologica verso i massimi vertici aziendali, che dovrà essere attentamente valutata caso per caso.
COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO (Codice di Autodisciplina): nelle società quotate le funzioni dell’OdV potrebbero essere affidate al Comitato per il controllo interno, organo dotato di soli poteri propositivi e consultivi, composto da amministratori senza deleghe, non esecutivi e in maggioranza indipendenti.
Al riguardo, si obietta che le competenze di tale organismo, ove esistente, non coincidono né sono riconducibili alle funzioni tipiche dell’OdV; ciò nonostante, esse potrebbero essere integrate e coordinate a tal fine.
45 COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
ORGANISMO AD HOC
COMPOSIZIONE MONOCRATICA O COLLEGIALE
SOGGETTI INTERNI
• Componenti collegio sindacale
• Responsabile funzione internal auditing e risk management
• Amministratorinon esecutivi e/o indipendenti
SOGGETTI ESTERNI
• Consulenti aziendali
• Avvocati
• Commercialisti
• Esperti sicurezza sul lavoro e consulenti gestione qualità COMPOSIZIONE DELL’ODV:
COMPATIBILITÀ/INCOMPATIBILITÀ
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 47 47
Le funzioni dell’Organismo di Vigilanza si evincono dall’art.
6, comma 1, lett. b) del D.Lgs. 231/2001, che prevede in capo all’Organismo l’obbligo di “vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli e curare il loro aggiornamento”.
Ne consegue che l’Organismo di Vigilanza deve svolgere una serie di attività analitiche e funzionali necessarie a mantenere efficiente e operativo il modello, che possono essere raggruppate nelle seguenti macro-aree:
a) analisi, vigilanza e controllo;
b) aggiornamento del modello.
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POTERI E FUNZIONI DELL’ODV
A) ANALISI, VIGILANZA E CONTROLLO
Tale attività consiste nel verificare l’adeguatezza del Modello, cioè la sua reale capacità di prevenire i comportamenti illeciti, nonché la coerenza tra quanto stabilito e indicato nel Modello e il
comportamento tenuto in azienda.
Per un effettivo e funzionale espletamento dei compiti e delle funzioni attribuitegli, l’Organismo di Vigilanza dovrà avere accesso a tutte le informazioni e documentazioni aziendali, che verranno trattate nel rispetto della disciplina sulla Privacy di cui al d.lgs. 196/2003 e, in caso di trattamento di informazioni e dati price sensitive, in conformità alle disposizioni del TUF sull’insider trading.
POTERI E FUNZIONI DELL’ODV
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 49 49
B) AGGIORNAMENTO DEL MODELLO
L’Organismo di Vigilanza deve, altresì, curare l’aggiornamento del modello, ovvero garantire che lo stesso si mantenga efficace e adeguato sotto il profilo della ‘tenuta’ e della funzionalità.
Il Decreto nulla dispone con riferimento all’individuazione delle circostanze da cui scaturisce l’obbligo di formulare tali proposte, sicché nella prassi si è cercato di colmare il vuoto normativo, individuando alcune ipotesi:
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POTERI E FUNZIONI DELL’ODV
significative violazioni del modello organizzativo
significative modificazioni dell’assetto interno della società e/o delle modalità di svolgimento dell’attività d’impresa (es. apertura di nuove aree di business, cessione di un ramo aziendale)
modifiche normative: es. catalogo dei reati
CIVILE
Nel caso in cui l’ente sia condannato ex D.Lgs. 231/01, esso potrà esperire azioni civili intese a conseguire, da parte di coloro che ne hanno creato i presupposti, il risarcimento del danno economico conseguente alla
condanna.
Tale potrebbe essere il caso dei membri dell’OdV che non abbiano vigilato in modo diligente sul funzionamento e sull’osservanza dei modelli di organizzazione e gestione.
PENALE
Sembra doversi escludere una possibile responsabilità dei membri dell’OdV per omessa o insufficiente vigilanza, in quanto non è previsto in capo all’organismo stesso alcun
“obbligo giuridico di impedire l’evento” (art. 40, comma 2, c.p.).
L’OdV non esercita infatti alcun potere di gestione attiva, in quanto le sue funzioni si limitano di verifica dell’efficacia del modello e di aggiornamento dello stesso si esauriscono nella possibilità di effettuare proposte e sollecitazioni all’organo dirigente, unico
deputato a prendere decisioni sul
RESPONSABILITÀ DELL’ODV
La responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 51 51
In materia di antiriciclaggio, l’art. 52 del D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 (relativo all’attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione di attività di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo) impone specifici obblighi di comunicazione in capo agli organi di controllo dei soggetti destinatari della normativa antiriciclaggio.
In particolare, i destinatari delle comunicazioni relative alle eventuali violazioni riscontrate dall’OdV potranno essere, in base alle singole fattispecie:
a) l’Autorità di Vigilanza di settore;
b) il titolare dell’attività, il legale rappresentante o un suo delegato;
c) il Ministero dell’economia e delle finanze;
d) l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF).
Il mancato rispetto di questi obblighi di comunicazione è espressamente sanzionato dalla previsione contenuta nell’art. 55, comma 5, del D.Lgs.
231/2007, con la reclusione fino ad un anno e con la multa da 100 a 1.000 euro.
AGGRAVIO DELLE RESPONSABILITÀ DELL’ODV!!
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RESPONSABILITÀ DELL’ODV