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Academic year: 2021

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Abruzzo

Popolazione: 1.334.700 abitanti Superfi cie: 10.798 km2

Province: L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo Densità: 124 abitanti per km2

(fonti ISTAT 2010)

Territorio e ambienti naturali

L’Abruzzo è situato nel cuore dell’Italia appenninica. A est la regione è bagnata dal mar Adriatico, a nord confi na con le Marche, a ovest con il Lazio e a sud con il Molise.

Nella regione si trovano i massicci e le vette più elevati degli Appennini (fatta eccezione per l’Etna): il Gran Sasso d’Italia (2914 m) e La Maiella (2795 m). Procedendo verso est, i rilievi si fanno più dolci e digradanti verso il mare, con sporadiche piane; il risultato di una simile conforma- zione è un panorama prevalentemente montuoso (è mon- tuoso per il 65,1% e collinare per il 34,9%) (areogramma).

I fi umi principali scendono verso l’Adriatico e sono l’Ater- no-Pescara e il Sangro. Il Liri-Garigliano sfocia nel Tirreno.

La presenza dell’Adriatico conferisce alla parte orientale dell’Abrzzo uno spiccato carattere marittimo che si rifl ette nelle attività dei suoi abitanti.

65,1%

34,9%

Montagna Collina

Il Gran Sasso (o Gran Sasso d’Italia) è il più alto massiccio montuoso degli Appennini continentali; è contenuto interamente in Abruzzo al confi ne fra le province dell’Aquila, di Teramo e di Pescara.

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L’ambiente naturale, grazie alla scarsa pressione antropi- ca sia per la bassa densità abitativa sia per il territorio in gran parte montuoso e coperto di boschi, si può conside- rare quasi incontaminato. Si trovano infatti diverse specie di fauna selvatica, come il lupo e l’orso, che qui si ripro- ducono.

Gran parte del territorio della regione è interessata da vin- coli paesaggistici e tutelata da parchi: Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; Parco Nazionale d’Abruz- zo; Parco Nazionale della Maiella; Parco Regionale Sirente Velino.

http://www.gransassolagapark.it/

http://www.parcoabruzzo.it/

http://www.parcomajella.it/

La piana del Fùcino è un altopiano alto in media 650 m situato nella Marsica, in provincia dell’Aquila. Ha avuto origine dal prosciugamento di un grande lago che, a causa dell’irregolare livello delle acque e dell’ambiente malsano circostante, fu sottoposto a numerosi tentativi di regimazione fi n dall’epoca romana e infi ne boni- fi cato a partire dal 1855. Oggi è una grande piana a prevalente destinazione agri- cola dove i campi hanno forme regolari, i canali e le strade sono diritti. Qui sorge anche il Centro spaziale del Fucino, uno fra i più grandi centri spaziali del mondo per concentrazione di impianti e servizi con oltre 80 antenne paraboliche.

http://www.telespazio.com

La maggior parte del territorio dell’Abruzzo è classifi cato come area sismica ad alto rischio. Già nel 1915 un disastro- so terremoto aveva colpito la regione facendo circa 30.000 vittime. Più recentemente, a partire dal dicembre 2008 per diversi mesi si sono susseguite numerose scosse sismiche che hanno avuto il loro apice alle ore 3:32 del 6 aprile 2009 con un devastante terremoto, con epicentri nell’intera area della città e della provincia dell’Aquila. La scossa princi- pale ha avuto un’intensità pari a 5,8 della scala Richter, 6,3 magnitudo momento (Mw). Altre scosse rilevanti sono sta- te registrate successivamente e ancora oggi se ne verifi ca- no. Il bilancio defi nitivo conta più di 300 vittime e 65.000 sfollati. Grazie al solerte lavoro della Protezione Civile e dei numerosi volontari accorsi, gli abitanti dell’Aquila e dei

paesi colpiti hanno trovato riparo nelle tendopoli e dopo pochi mesi delle nuove case che sono state ricostruite a tempo di record. Molti gli edifi ci storici andati distrutti, dalla Prefettura alla cupola della chiese delle Anime Sante, a una parte della Casa dello Studente.

Il devastante terremoto del 6 aprile 2009 in Abruzzo.

L’orso bruno marsicano sopravvive oggi in Italia con due distinte popolazioni: una presente principalmente nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise con una popolazione stimabile in 40-55 individui circa, l’altra sulle Alpi, dove dopo la quasi estinzione della popolazione locale alla fi ne degli anni novanta grazie ad un progetto di reintroduzione oggi parliamo di una popolazione in crescita di circa 30 individui.

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Economia della regione

L’agricoltura non ha grande rilevanza a livello nazionale, mentre l’allevamen- to ha rivestito molta importanza soprattutto in passato con la pastorizia ovina transumante, che era caratteristica di questa regione. Oggi, a causa delle diffi cili condizioni di vita che devono aff rontare i pastori e della concorrenza di lane straniere di qualità migliore e a costi inferiori, questa attività è ormai scompar- sa, restano invece le tracce degli antichi tratturi.

L’industria, a livello di media-piccola impresa, si è sviluppata quasi esclusiva- mente nella zona litorale. Il turismo riguarda le località di villeggiatura estiva sulla costa (Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Francavilla) e quelle invernali all’interno (Roccaraso, Campo Imperatore).

Città, brevi note storiche e curiosità

Il nome Abruzzo deriva dal toponimo medievale Aprutium. Durante l’età moderna e per secoli è prevalsa la sua denominazione al plurale Abruzzi, soppiantata solo nel 1963 dall’attuale nome Abruzzo, con la divisione della regione dal Molise.

Sotto il profi lo storico, l’Abruzzo settentrionale insieme alla parte meridionale delle Marche venne colonizzato dai Piceni, popolazione preromana. In seguito, quando i Romani conquistarono la regione, intorno al 304 a.C., ne divisero il territorio in due parti, unendo il nord alle Marche meridionali e il sud al Molise e all’Alta Sabi- na. Dopo il crollo dell’Impero romano l’Abruzzo fu teatro della guerra greco-gotica durante la quale i Bizantini fondarono il ducato di Teate, l’odierna Chieti. Succes- sivamente, la regione venne conquistata dai Longobardi e poi dai Franchi che la riorganizzarono in contee, con al centro il comitato autonomo

della Marsica. Entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie e fu unifi cata da Federico II che nel 1245 fondò L’Aquila, divenuta in breve tempo un centro economico e culturale di grande in- teresse, contraddistinto da una forte vocazione all’autonomia.

Con l’arrivo degli Aragonesi però la città perse la propria forza.

In seguito, durante le lotte tra Francesi e Spagnoli per il pos- sesso del Regno di Napoli, Carlo V di Spagna fece erigere la fortezza per controllare militarmente il capoluogo, decretando così l’inevitabile declino. Il lungo periodo di decadenza in cui era sprofondata la regione, zona di latifondi, povertà e disagio sociale, continuò anche con l’Unità d’Italia. A partire dalla fi ne dell’Ottocento, divenuto nel frattempo uno dei maggiori centri del brigantaggio politico, la regione subì una serie di ondate migratorie che ne spopolarono le terre.

La regione Abruzzo è stata istituita nel 1970.

L’Aquila

L’Aquila è il capoluogo di regione e si trova a 700 metri d’altitudine.

È una città dalle antiche tradizioni culturali e storiche che ha avuto un modesto sviluppo produttivo ma ha mantenuto il ruolo di centro culturale soprattutto gra- zie alla sua università.

Nel 1294 nella Basilica di Collemaggio venne nominato Papa Celestino V, un papa molto amato, al centro di avventurose vicende storiche. Pietro da Morrone era un mistico, fondatore dell’ordine dei Celestini e rappresentante di quella tradizione

L’Aquila nacque, con l’autorizzazione dell’imperatore Federico II, quando 99 castelli (castrum), cioè villaggi, si federarono: questi sono ricordati dalle 99 cannelle della famosa fontana.

Le cannelle sbucano da mascheroni allegorici di teste sotto la facciata dalla caratteristica bicromia bianco e rosa.

I tratturi sono le antiche vie delle transumanza, una tradizione ormai scomparsa, “strade” che i pastori percorrevano andando dall’Abruzzo fi no alla Puglia e che sono oggi percorsi turistici.

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ascetica e pauperista propria del cristianesimo medievale, lontana dai fasti e dal po- tere della Chiesa. Celestino V fu il primo Papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confi ni dello Stato Pontifi cio, e uno dei pochi ad abdicare. Durante il suo papato, promulgò un documento, la bolla del perdono (conservata presso la Tor- re di Piazza Palazzo) con la quale concedeva un’indulgenza plenaria e universale a coloro i quali si fossero recati presso la Basilica di Collemaggio fra il 28 e il 29 agosto;

anticipò, così, l’istituzione del Giubileo, opera del suo successore Bonifacio VIII. An- cora oggi, L’Aquila, durante la Perdonanza, si anima di attività religiose e culturali.

Il Castello è uno dei più imponenti realizzati dall’imperatore Carlo V in Italia. Fu voluto come presidio di sicurezza dopo la rivolta antispagnola del 1529, per con- trollare gli indomabili aquilani. La fortezza ospita il Museo Nazionale d’Abruzzo, presso il quale è custodito lo scheletro dell’Elephas meridionalis vestinus, un ele- fante preistorico rinvenuto nella regione nel 1954 e di dimensioni enormi: è alto 4,3 metri e lungo più di sei.

Pescara

Pescara è la città più popolata della regione, sulla costa dove si sono sviluppate le attività produttive anche grazie all’au- tostrada e alla ferrovia.

In epoca longobarda era tanto importante da avere un vesco- vo. Intorno all’anno mille assunse il nome Piscaria in omag- gio alla pescosità del suo mare. La città moderna è nata nel 1926, in epoca fascista, con la fusione dei centri della vec- chia Piscaria e Castellammare Adriatico.

Il suo porto è uno dei principali sull’Adriatico: è distinto nel porto canale, costruito per regimentare le acque del fi ume Pescara, e nel porto turistico. Sul pittoresco porto canale si aff accia l’interessante Museo Ittico.

Pescara è la città del Vate, il sommo Gabriele d’Annunzio, poeta e intellettuale fra i più importanti in Italia, e non solo, fra ottocento e novecento. Personalità eclettica, incarnò l’ideale dell’artista decadente, narciso, edonistico e dello Ue- bermensch allora in voga (il superuomo). D’Annunzio compì

la celebre impresa di Fiume, nell’ambito della quale volò sopra la città rivendicata dagli irredentisti. Fu grande artista e uno dei primi comunicatori di massa, che intuì la potenzialità della pubblicità e della comunicazione. “Pubblicitario” ante litteram, coniò anche slogan di successo, per esempio i nomi industriali Amaro Montenegro e La Rinascente. Ebbe grande successo in poesia (Le Laudi), nella nar- rativa (Il Piacere, Le Vergini delle rocce), nel teatro (La fi glia di Iorio) e fu anche librettista per Claude Debussy.

Il Tempio Nazionale della Conciliazione è la cattedrale della città costruita nel 1933, progettata da Cesare Bazzani, sotto il patrocinio estetico di Gabriele d’Annunzio e anche fi nanziata dal poeta. Ospita una bella tela del Guercino.

Vicino al porto canale, si staglia il settecentesco Bagno Penale Borbonico, poderosa costruzione ed eredità del regno spagnolo.

Il Gran Caff è d’Amico è il celebre salotto dove si incontra l’intellighenzia pescarese, e luogo di produzione del tipico parrozzo, la gustosa specialità a base di mandorle e cioccolato.

Veduta aerea del porto di Pescara.

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Il Museo Civico Basilio Cascella ha sede nella casa studio di questa prolifi ca fami- glia d’artisti, a incominciare dal capostipite Basilio, che fu pittore, scultore e si cimentò anche nella produzione di pubblicità. La dinastia fu continuata dai fi gli Gioacchino, Tommaso e Michele, e i nipoti Andrea e Pietro. Di quest’ultimo, forse il più famoso al mondo, ricordiamo alcune opere come la Nave, sul lungomare di Pescara, l’Arco della Pace a Telaviv e l’Omaggio all’Europa a Strasburgo.

Ennio Flaiano, scrittore, giornalista e critico pescarese, Premio Strega con il Tempo di uccidere. Collaborò con Fellini nella sceneggiatura di capolavori come Otto e mez- zo, i Vitelloni e La Dolce vita.

Le altre due città della regione, Teramo e Chieti, sorgono sui rilievi vicino alla costa e perciò sono servite dalle comunicazioni che hanno favorito lo sviluppo di piccole e medie imprese.

La cucina abruzzese

Il profi lo storico e quello sociale dell’Abruzzo giustifi cano la cucina sostanzialmente povera, in gran parte legata ad abitu- dini pastorali e in cui la frugalità era interrotta solo in ricor- renze particolari (come le festività religiose) che si trasforma- vano spesso in veri e propri eccessi. Durante la “panarda”, il ricchissimo e dispendioso banchetto, costituito da più di trenta portate, accanto alle specialità locali veniva servita una serie di cibi che non potevano assolutamente mancare, come il brodo di gallina o vitello, i maccheroni con il ragù di carne di pecora e le fave lessate.

Rinomati e conosciuti in tutta Italia, i maccheroni alla chitarra conditi con il ragù di agnello – che insieme a quella di maiale è la carne più consumata nella regione – rappresentano uno dei piatti più tipici della cucina abruzzese.

Le regioni vicine dell’Italia meridionale presentano piatti si-

mili (i cutturiddi della Basilicata e il cuturridde dell’entroterra pugliese ), testimo- nianza del passaggio dei pastori abruzzesi, che raggiungevano la Daunia.

La forte tradizione pastorale, celebrata anche in una poesia di Gabriele D’An- nunzio, è ancora molto sentita, soprattutto nell’entroterra dove la cucina impiega largamente carne ovina.

Ne sono un esempio gli arrosticini, spiedini di carne di pecora di piccole dimensio- ni e pertanto richiedono cotture brevi. Rientrano nella categoria degli street food e costituiscono spuntini veloci, più che piatti veri e propri da consumare a tavola.

http://www.abruzzoeappennino.com/

Gli arrosticini sono spiedini di carne di castrato (in origine) o di pecora (nell’uso attuale, vista la diffi cile reperibilità di animali castrati) tipici della cucina povera tradizionale abruzzese.

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