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Variazioni fenotipiche osservate nelle popolazioni di Juglans regia (Juglandaceae) della Sicilia nord-orientale

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Quad. Bot. Amb. Appl., 1712 (2006): 3-7.

Variazioni fenotipiche osservate nelle popolazioni di Juglans regia (Juglandaceae) della Sicilia nord-orientale

P.

MARINO,

R.

SCHICCHI

& F. M.

RAIMONDO

Dipartimento di Scienze Botaniche dell'Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi, 28 - 90123 Palermo.

ABSTRACT. - PhenotFpic variation observed in Juglans regia (Juglandaceae) population o.f NE-Sici(y. - Juglans regia germplasm from Peloritani Mountains was evaluated to assess the morphological variability in walnut population and some fruit characters. On the basis of macro-morphological nut characters the studied populations have been divided into four different groups. The third group is characterized by three asymmetrical valve nutshell, the fou1ih by thin deiscent nutshell.

Key words: Juglans regia, germplasm, nut, NE-Sicily.

PREMESSA

Nel corso di ricerche finalizzate alla raccolta del germo- plasma delle piante da frutto, presente negli agro-ecosiste- mi tradizionali della Sicilia (RAIMONDO & al., 2006;

Srn1cc111 & al., 2006), sono state indagate in modo partico- lare alcune aree di fondovalle dei Monti Peloritani (Messina). Quest'attività ha permesso di rilevare diverse variazioni fenotipiche nell'ambito delle popolazioni di Juglans regia L., presenti in sistemi agrari di tipo estensivo.

La presenza del noce, come elemento della flora sponta- neizzata, testimonia l'adattamento dei fenotipi osservati alle particolari condizioni pedo-climatiche dell'area in esame.

11 materiale ed i dati raccolti hanno consentito di distin- guere gruppi omogenei ad elevata affinità fenotipica, ai fini della costituzione di campi di collezione del germoplasma.

IL NOCE TRA MITO E STORIA

Juglans regia L., noce comune o noce persiano, è un taxon antico originario dell'Asia centrale, della catena montuosa ad ovest dell'Himalaya e dcl Kyrgyzstan. Cresce spontaneo nei boschi umidi caducifogh dei Balcani, a nord della Turchia, nel litorale meridionale del Caspio, Caucaso e Asia Centrale. Riappare a Tin Chan, nella Cina occidenta- le (F.IELLSTROM & PARFITT, 1995; STANFORD & al. 2000;

FERNÀNDEZ-LOPEZ & al., 2000). La forma selvatica produ- ce frutti da 2 a 3 cm di diametro, con parete spessa (ZOHARY

& HorF, 1994).

Il noce, dall'indoeuropeo knu/knuk, sacro a Diana dea dei boschi, è divenuto il culto delle Janare, derivato da Diana/Dianara/!gnara (PEZONE, 1982). I termini Juglans regia e nux juglandes (la noce) derivano dal latino Regia Jovis Glans (Ghianda Reale di Giove) e da nux (frutta in

guscio). L'etimo nux, da nox (notte), ha attinenza con il colore dell'essenza scura ottenuta dal gheriglio e utilizzata come pigmento per tingere la lana. Le noci furono anche in passato, per i cristiani, simbolo di rigenerazione ed abbon- danza. Insieme ai cereali, costituivano il pasto tipico dei contadini che le credevano capaci di curare i disturbi del cervello; da esse si ricavava anche un olio adoperato nelle messe cristiane per alimentare le lucerne.

L'utilizzo dei frutti del noce, da parte dell'uomo, risale al periodo preistorico (50000 a.C.), come dimostrano i reperti di gusci consumati dagli abitanti della Caverna di Shanidar, nell'Iraq del Nord (ROOT, 1980). Altri rinvenimenti di noci fossili sono stati osservati nella provincia francese di Périgord, risalenti al neolitico e nella Regione della Murcia (Spagna), riconducibili all'età del ferro (RIVERA NùNEZ &

al. (1997).

Intorno al 2000 a.C. in Mesopotamia, i Chaldeans hanno lasciato alcune iscrizioni su tavolette d'argilla che testimo- niano l'esistenza di boschetti di noce ali'interno del famosi giardini di Babilonia. Anche Re Solomone, nel Vecchio Testamento (Cl 6, 11 ), racconta di essere sceso "nel giardi- no dei noci, per vedere il verdeggiare della valle ... ". Anche nel codice di Hammurabi c'è prova del consumo di noci, in una sezione dedicata agli alimenti.

Il noce compare nella mitologia greca con la storia di Carya, della quale Dionisio si innamorò; quando ella morì, Dionisio la trasformò in albero di noce. Il padre di Cc11ya dispose di costruire un tempio con colonne scolpite in legno di noce, a forma di giovani fanciulle, denominate cc11yati- des o ninfee del noce (Tou1SSANT, 2000).

Durante l'ultimo periodo glaciale, il noce scomparve dall'Europa del Nord, dove fu successivamente reintrodot- to dalle popolazioni barbare e dai conquistatori greci e romani. A partire dal 1000 a.C. la coltura veniva praticata

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Messina

Fig. I -Localizzazione dcll"area di studio.

nel sud dcli' Europa (Ducc1 & al. 1997), grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche.

In Sicilia non si hanno notizie cene, relativamente alla sua introduzione, ciò lascia supporre che la coltivazione, ncll"arca in esame, sia stata comunque praticata dalle popo- lazioni greche e romane, sin clall'Vlll secolo a.C.

Fino all'inizio dcl secolo scorso a Modica, in provincia di Ragusa, si gettavano grano e noci al passaggio degli sposi.

come gesto augurale. cll'arca di Cianciana, in provincia di Agrigento, la noce divisa in tre setti veniva considerata un portafortuna; si credeva. infatti, che ponata in tasca preser- vasse dai fulmini e da ogni sortilegio. accelerasse i parti lenti, propiziasse il successo e debellasse la febbre (CJ\TTABIANO, 1998).

Secondo quanto riportato da RAIMONDO & al. (2004) J11gla11s regia rientra nella categoria Cs -Coltivata sponta- neizzata - tra le entità introdotte intenzionalmente dall'uo- mo. sfuggite alla coltura. che si riproducono, almeno in una colonia. per seme o abbondantemente per via vegetativa e si inseriscono tra la vegetazione nativa tanto da apparire nati- ve anch ·esse.

LINEAMENTI FI IOGRAFICI, CLIMJ\TICI E GEOPEDOLOGICI

I Monti Peloritani (Fig. I) occupano la porzione nord- orientale della Sicilia, compresa tra 15°12' e 15°31 'E di lon- gitudine e 38°17' e 38°53 'N di latitudine. La catena mon- tuosa, estesa per circa 65 km, si prolunga in direzione NE- SO da Capo Peloro ai Monti cbrodi, fìno a raggiungere la Valle dell'Alcantara, in prossimità dell'Etna e di Giardini axos. Ad ovest. in corrispondenza di Rocca ovara e Montagna Grande, si congiunge con la catena dei ebrodi.

A nord cd a est vengono circoscritti dal Mar Tirreno, dallo Stretto di Messina e dal Mar Ionio. Le sommità più elevate.

da ovest verso est, sono Rocca Novara ( 1.340 m). Montagna Grande ( 1.374 m), Monte Paiano ( 1.040 m), Pizzo Cute ( 1.065 m), Pizzo di Vernà ( 1.287 m), Monte Gardile ( 1.228 m), Monte Fossazza ( 1.245 m), Monte Poverello ( 1.279 m), Monte Pomaro ( 1.196 m), Monte Antennammare ( 1.124 m), Monte Cavallo ( 1.216 m). Monte Scuderi ( 1.253 m), Pizzo della Croce ( 1.214 m) e Portella Mandrazzi ( 1.125 m).

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La morfologia della catena è diversificata da un'elevata successione di picchi. dorsali e dirupi. La linea di cresta.

stretta e tortuosa. compresa tra 800 e I 000 m di quota, inter- cetta numerosi impluvi che spesso si sviluppano in fìumare detritiche e gole profonde.

Dal punto di vista geologico (BONARDI & al., 1976;

LE TI 1 & al., 1995), le rocce più diffuse sono di origine ignea e metamorfica ed in minor parte di origine sedimenta- ria. Predominano strati di scisti del Laurenziano, graniti, fil- ladi e gneiss. I suoli hanno, pertanto, un'elevata componen- te sabbioso-limosa e sono facilmente erodibili dagli eventi meteorici. Le associazioni di suoli più frequenti compren- dono i uoli bruni acidi. i litosuoli e la roccia affiorante (FIEROTTI & al.. 1998).

li bioclima dell'area peloritana. sulla base dci dati elabo- rati da BAZJ\N & al. (2006), è contraddistinto da termotipi compresi tra il termomeditcrranco superiore ed il suprame- ditcrranco inferiore con varianti ombrotcrmiche variabili tra il secco superiore ed il subumido inferiore. La temperatura media annua oscilla da circa I 7°C sul livello del mare a I 3°C nelle zone più elevate. Le precipitazioni medie annue, in funzione dell 'esposizionc e dcli 'altimetria, sono compre- se ncll' intervallo tra 650 e 850 mm.

MATERIALI E METODI

La raccolta del germoplasma è stata eseguita sulla base di un campionamento sistema! ico che ha preso in rassegna 150 alberi di noce. distribuiti nella fascia altimetrica compresa tra 250 e 700 m s.1.m. Per l'identificazione varietale sono state effettuate anche interviste alla popolazione locale che ne ha segnalato. talvolta. la presenza.

I dati raccolti hanno consentito di definire le caratteristi- che morfologiche, la fenologia e le principali proprietà mer- ceologiche delle noci. Sulla base delle affinità fenotipiche è stato possibile distinguere quattro differenti gruppi fenotipi- ci, ai quali è stato assegnato il rispettivo nome dialettale.

Per quanto attiene alle caratteristiche dell'endocarpo, dcl guscio e del gheriglio sono stati utilizzati i descrittori IPGRI ( 1984 ). Relativamente al 111 cd al I V gruppo, tenendo conto delle particolari caratteristiche del guscio, sono state appor- tate delle integrazioni. In accordo con i criteri IPGRI, il peri- carpo è stato escluso dalle misurazioni.

Per l'inquadramento sistematico. ripot1ato in tab. I. è stata seguita l'impostazione di LIN EO ( 1753) e di DODI·

( 1906, I 909a, b). Per le categorie superiori alla famiglia si è fatto riferimento a SITTE & al. (2004). Per i taxon intraspe- cifici cd il confronto delle affinità dei gruppi osservati, sono state consultate le opere di DE CANDOLLE (1864) e Risso ( 1826).

Tab. I -Inquadramento sistematico di J11gla11s regia.

Classe ... .. ... ... . ... Rosopsida Sottoclasse ... .

Ordine ... . Famiglia

Genere Subgenere

Specie

. ... Rosidae . ... J11g/a11da/es .... J11gla11daceae

J11g/a11s L.

... Dioscar\'Oll Dodc ... Juglans regia L.

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RISULTATI

ella Sicilia nord-orientale il noce non è presente in col- tura specializzata, ad eccezione di qualche impianto di modesta estensione destinato alla produzione di legno. I gruppi considerati comprendono individui isolati o riuniti in piccoli nuclei, frequenti nelle porzioni umide di fondovalle, esposte a nord, ed all'interno di sistemi agrari misti. Essi mostrano un 'elevata variabilità sia nelle caratteristiche pomologiche che fenologiche.

All'elevata variabilità della forma e della dimensione dei frutti, si aggiunge la variazione di colore, di spessore e con- sistenza del guscio. L'epoca di fioritura è compresa tra la fine di aprile e la prima decade di giugno, mentre la matu- razione dei frutti cade tra i primi di settembre e la terza decade di ottobre.

Il diametro dei fusti, degli individui osservati, varia da un minimo di 15 cm ad un massimo di 11 O cm; la frequenza maggiore oscilla tra 40 e 70 cm. L'altezza delle piante varia da 9 a 20 m, mentre l'età viene stimata tra 20 a 120 anni (Foto I).

Sulla base delle caratteristiche morfologiche e fenologi- che, i campioni analizzati (Tab. 2), riuniti nei gruppi 1-11-I I I- IV, sono stati comparati con le varietà botaniche di seguito riportate:

-Juglans regia L. var. regia -Juglans regia var. .fragilis Risso - Juglans regia var. rugosa DC.

Il gruppo I (Foto 2), denominato 'Nuciara Tardia', mostra Foto I -Esemplare adulto di Juglans regia var. regia, nel tcrrito- caratteristiche tipiche di Juglans regia L. var. regia. La rio di Valdina (ME).

Tab 2 -Variabilità fenologica e pomologica dci campioni di J11g/a11s regia dci Monti Peloritani.

Descrittori IPGRI del frutto

Cararteristicllefe110/ogic/le Periodo di fioritura.

Periodo di maturazioni:

Caratteristiche tle//'eudocarpo Forma ...

Diamdro fmmJ ... . Lunghezza jmm J ..

Peso lgJ ...

Caratteristic/1e del guscio

Tessitura ... . Colore ... . Sutura \'ah·c ... . Resistenza .. .

Intcgritit ... . Spessore J mm I . Peso jgj ..

Carauerisriclle del gheriglio

Peso jgJ ... . Resa in sgusciato [0 o] ... .

\"1.!natura.

Rotondità ....

Faciliti di rimozione .. .

Raggrinzim~nto 1°01 ... . Colore ...

Sote

Gruppo I

·>ruciara tardia-

30N-15.05 01.10-15.10

Rolonda-O,·ata 38 -12 13.-12

\kdia

\kdio Fo1k F011e Guscio intero

0.19 6.-15

6.97 51.98 30 Soddisfacente

Buono

\lockrata Facile

50 . \mbra chiaro . \bbaslanza diffusa nel territorio . peloritano.

\lollo rcs1slcnle a C1·dw pomone/la ~

Gruppi e denominazione locale

Gruppo II Gruppo lii

·:--.izininata· ·.\ tri canichi"

15.04-30.04

o 1.09-20.09

Rotonda 36 -IO 11.-ll

Rugosa

~kdio lnkrmcdia lnl\.!1111\.!dia Guscio inti.:ro

0.25 6.18

5.23 45.82

-IO Soddisfacente

\loderalo

\loderata

\loderala 50 . \mbra chiaro Poco diffusa nel lcrritono ~lastra JlOlC\'Ok S\.!nsibilìtà a1 principali parassiti

15.04-30.04 15 09-30 09

Triangolare 31 -IO 9.66

Rugosa

\kdio lnti.:rm\.!dia lnti.:m1\.!dia Guscio inti.:ro

0.17 G. I I

3.55 36.77

35 Soddisfacente

Scarso

\loderata Dillìcoltosa

50 . \mbra chiaro

Gruppo I\"

·surdo·

01.05-15.05 15.10-30.10

Ellittica 25 -li -l.13

Liscia Chiaro

\lo Ilo debole Scarsa Parziak

0.0-l 0.81

3.32 80.31

GO Soddisfacènlè

Buono

\lodcrala

\lolla facile 50 .\mhra chiaro

5

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1 cm

Foto 2 - Gruppo I: campioni cli noce 'Nuciara tarclia' .

1 cm

Foto 3 -Gruppo Il: campioni cli noce 'Nzirrinata'.

maturazione piena avviene tra la prima e la seconda decade di ottobre.

li gruppo Il (Foto 3), denominato 'Nzirrinata', mostra un 'elevata affinità con Juglans regia var. rugosa. La matu- razione piena si ha verso metà settembre.

Il gruppo Ili (Foto 4), chiamato localmente 'Atri carri- chi', matura verso la seconda decade di settembre. Esso si distingue per la caratteristica del guscio, formato da tre valve asimmetriche di forma rotondeggiante. Questo grup- po, pur rientrando nella variabilità di Juglans regia, non è riferibile a nessuna delle varietà note in letteratura.

11 gruppo IV (Foto 5), si diversifica sia per la maturazio- ne tardiva, che inizia verso metà ottobre e si prolunga fino 6

1 cm

Foto 4 -Gruppo lii: campioni cli noce 'Atri carrichi'.

1 cm

Foto 5 -Gruppo IV: campioni cli noce 'Surclo'.

alla terza decade di ottobre, sia per la singolare esiguità del-

! 'endocarpo. Per tale carattere potrebbe rientrare nella varia- bilità di Juglans regia var.Ji·agilis. Tuttavia, la popolazione censita si distingue da quest'ultimo taxon per il guscio che si fessura in quattro parti, dall'apice fin quasi alla base. La resa in sgusciato, inoltre, è molto elevata superando I '80%.

CONCLUSIONI

Questo contributo ha consentito di acquisire nuovi dati sulla diversità del noce, in una porzione territoriale rappre- sentativa della Sicilia. Sulla base del materiale raccolto e delle analisi effettuate deriva un'elevata variabilità nell'am-

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bito della specie che ha consentito di distinguere, attual- mente, 4 differenti gruppi.

I campioni del primo gruppo 'Nuciara tardia' evidenzia- no buone caratteristiche pomologiche con un buon rendi- mento in sgusciato (51,98%), oltre che ad una spiccata resi- stenza ai principali parassiti. Quelli del secondo gruppo 'Nzirrinata' mostrano una scarsa resistenza ai patogeni, anche se il rendimento in sgusciato è accettabile (45,82%).

11 terzo gruppo 'A tri carri chi', molto raro, ha scarso rendi- mento in sgusciato (36,77). li quaro gruppo 'Surdo' è raris- simo e risulta presente in una sola stazione. La resa in sgu- sciato è molto elevata (80,31 %), di gran lunga superiore all'affine var./i-agi/is, alla quale viene attribuita una resa di circa il 54%. Rispetto a quest'ultima il guscio, oltre ad esse- re pressoché inconsistente, si fessura a 2/3 dall'apice lasciando scoperto il gheriglio, per circa il 40%.

Limitatamente agli individui del terzo e quarto gruppo, ulteriori indagini di tipo isoenzimatico potranno fornire nuovi elementi per la definizione del rango tassonomico delle rispettive popolazioni.

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279.

RINGRAZIAMENTI - Lavoro effettuato nell'ambito del Progetto di ricerca "Individuazione e raccolta del germoplasma delle specie arboree da frutto di pre- valente interesse negli agroecosisterni tradizionali della Sicilia" promosso dal l'Azienda Regionale Foreste Demaniali. Responsabile scientifico Prof.

Francesco M. Raimondo.

Pubblicato con il contributo dell'Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana (L. R.

25/93).

RIASSUNTO -Il presente contributo riporta i risultati della variabilità fenotipica osservata nelle popolazioni di Juglans regia dei Monti Peloritani. Sulla base dei caratteri macro-morfologici, relativi sopratutto al frutto, le popolazioni indagate sono state riferite a quattro differenti gruppi. In particolare, quelle del terzo gruppo evidenziano un caratteristico guscio a tre valve asimmetriche, mentre quelle del quarto gruppo presentano un endocarpo di consistenza car- tilaginea e, per buona parte, fessurato.

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