Forme funzionali in microeconomia
Giulio Palomba
Lezioni per il Dottorato di Ricerca in Economia Politica Universit`a Politecnica delle Marche
Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali (DISES)
Febbraio 2014
Indice
Introduzione 2
1 La tecnologia 2
1.1 Definizioni di base . . . . 3
1.1.1 Input ed output . . . . 3
1.1.2 Insieme delle possibilit` a di produzione . . . . 3
1.1.3 Funzione di produzione . . . . 3
1.1.4 Insieme degli input necessari . . . . 4
1.1.5 Isoquanto di produzione . . . . 4
1.2 Assiomi . . . . 5
1.3 Elasticit` a di sostituzione . . . . 7
1.3.1 Elasticit` a di sostituzione ordinaria . . . . 7
1.3.2 Elasticit` a parziale di sostituzione . . . . 8
1.4 Rendimenti di scala . . . . 10
1.5 Omogeneit` a . . . . 11
1.6 Omoteticit` a . . . . 12
2 Scelte ottime dell’impresa 14 2.1 Funzione di costo . . . . 14
2.2 Minimizzazione dei costi . . . . 17
2.2.1 Costi marginali e costi medi . . . . 17
2.2.2 Lemma di Shephard . . . . 19
2.2.3 Equilibrio dell’impresa rispetto alla produzione . . . . 20
2.2.4 Equilibrio dell’impresa rispetto ai fattori produttivi . . . . 22
2.2.5 Funzione di profitto . . . . 24
2.3 Dualit` a . . . . 25
3 Forme funzionali 25 3.1 Forme funzionali rigide . . . . 26
3.1.1 Cobb-Douglas . . . . 26
3.1.2 Elasticit` a di sostituzione costante (CES) . . . . 30
3.2 Forme funzionali flessibili . . . . 34
3.2.1 CES a pi` u stadi (cenni) . . . . 34
3.2.2 Translogaritmica . . . . 36
3.2.3 Diewert . . . . 39
Appendice: alcuni risultati utili 41
Introduzione
In microeconomia le forme funzionali vengono spesso utilizzate per descrivere dal punto di vista anali- tico l’attivit` a di produzione effettuata da una generica impresa; il loro largo impiego in letteratura, sia dal punto di vista teorico, sia dal punto di vista applicato, `e dovuto al fatto che esse costituiscono un adeguato strumento analitico per analizzare la relazione esistente tra le combinazioni di fattori pro- duttivi (ad esempio, lavoro, capitale, materie prime) impiegati nei processi di produzione ed i livelli di produzione realizzati. In termini pi` u specifici, esse vengono utilizzate per descrivere sia le funzioni di produzione, sia le funzioni di costo.
Questo lavoro si pone perci` o l’obiettivo di definire le principali funzioni e di mostrare le loro caratteristiche pi` u importanti riguardo agli aspetti matematici ed economici.
Le pagine che seguono sono composte di tre sezioni. La sezione 1 introduce il concetto di tecnologia utilizzato in microeconomia con particolare enfasi sui concetti matematici che sono alla base della sua definizione. In quast’ambito perci` o vengono introdotti gli importanti concetti di funzione di produzione, Saggio Marginale di Sostituzione Tecnica (SMST) e di elasticit` a di sostituzione. La sezione 2 si occupa invece dei meccanismi di ottimizzazione necessari per raggiungere l’obiettivo di massimo profitto; in questo contesto vengono perci` o introdotte le funzioni di costo per l’impresa. Le forme funzionali costituiscono l’oggetto della sezione 3 all’interno della quale si effettua la distinzione tra forme rigide e flessibili. Un’appendice contenente alcuni risultati utilizzati nelle dimostrazioni contenute nelle diverse sezioni chiude il lavoro.
La comprensione del testo non prescinde dalla conoscenza dei concetti base della microeconomia, della matematica a pi` u dimensioni, nonch´e di algebra delle matrici; per quanto riguarda questi ulti- mi, alcune nozioni utili sono contenute all’interno di un’Appendice tecnica che chiude questo lavoro.
Infine, dal punto di vista della notazione, tutte le matrici (quindi anche i vettori) saranno evidenzia- ti attraverso la scrittura in grassetto per distinguerle dai numeri scalari per il quale `e utilizzato il normale standard matematico (corsivo).
1 La tecnologia
Nella teoria economica la quantit` a di bene e/o servizio offerta da un’impresa (Q
s) `e generalmente rappresentata attraverso la funzione
Q
s= Q
s(p, w, T
∗, N ), (1)
dove, oltre alla variabile endogena data prezzo di vendita del prodotto (p), entrano in gioco le seguenti variabili esogene:
- il costo dei fattori produttivi, definito dal vettore w, in quanto un aumento del prezzo dei fattori dovrebbe avere un impatto negativo sulla produzione;
- lo stato della tecnologia, indicata con T
∗poich´e un miglioramento tecnologico dovrebbe produrre effetti positivi sull’offerta;
- il numero di imprese che producono il bene scambiato nel mercato, indicato con N infatti, all’aumentare del numero di imprese presenti sul mercato, la quantit` a offerta aumenta.
In questo contesto l’impresa `e vista sostanzialmente come un contenitore (o “scatola nera”) nel quale sono immessi i fattori produttivi e da cui escono i prodotti finiti. La tecnologia si configura perci` o come un mero processo di trasformazione degli input in output ed `e perci` o assunta come data/esogena;
dal punto di vista analitico la tecnologia `e rappresentata attraverso opportune forme funzionali che
saranno introdotte nelle pagine successive.
1.1 Definizioni di base 1.1.1 Input ed output
In un dato periodo di tempo l’impresa produce una quantit` a di output, o prodotto finito, indicata dallo scalare y; per ipotesi si considerano solo imprese monoprodotto. L’impresa impiega all’interno del processo di produzione un insieme di input, o fattori produttivi, che vengono indicati attraverso le n componenti del vettore x. Gli input costituiscono i flussi in ingresso nel processo di produzione, in quanto vengono misurati in ore di utilizzo all’interno di in un certo periodo di tempo.
Per definizione, y e tutte le componenti di x devono avere valori positivi, quindi risulta:
y ∈ R
+x ∈ R
n+. (2)
Tutte le coppie (x, y) teoricamente possibili costituiscono l’insieme dei piani di produzione, quindi dalla (2) segue immediatamente che (x, y) ∈ R
n+1+.
1.1.2 Insieme delle possibilit` a di produzione
L’insieme dei piani di produzione pu` o essere vincolato dalla natura della tecnologia, dalle caratteri- stiche e dalla disponibilit` a dei fattori, da restrizioni istituzionali fino a comprendere tutte quelle com- binazioni input-output effettivamente realizzabili: si definisce pertanto come insieme delle possibilit` a di produzione il sottoinsieme in R
n+1+, ovvero a lista di output ed input
Y = {(x, y) ∈ R
n+1+|y ≤ f(x)}, (3)
dove f (x) rappresenta la funzione di produzione.
1.1.3 Funzione di produzione
La funzione di produzione f (x) `e trasformazione del tipo
f (x) : R
n+−→ R
+. (4)
Il vincolo nella (3) stabilisce l’appartenenza all’insieme Y di tutte quelle combinazioni per le quali la quantit` a di output prodotto non pu` o superare quella stabilita dalla funzione di produzione per una data quantit` a di fattori produttivi. In questo senso la funzione di produzione costituisce l’insieme dei punti di frontiera oppure, in altri termini
f (x) = {y `e il massimo output ottenibile associato a (x, y) ∈ Y }. (5) Ovviamente, la trasformazione degli input in output deve essere tecnicamente possibile.
1Diewert (1982) introduce le propriet` a della funzione di produzione:
1. la funzione f (x) deve essere continua nello spazio R
+quindi, per il teorema di Weierstrass, ammette almeno un punto di massimo o di minimo relativo;
2. La funzione di produzione `e monot` ona crescente; presi due generici vettori x
1e x
2deve risultare che
se x
1> x
2⇒ f (x
1) > f (x
2);
3. produttivit` a marginale rispetto all’input i-esimo `e f
i= ∂f (x)
∂x
i≥ 0 (6)
per ∀ i;
4. concavit`a
f
ii= ∂
2f(x)
∂x
2i≤ 0 (7)
per ∀ i;
5. legge della produttivit` a marginale decrescente
x
lim
i→∞f
i= 0; (8)
6. analogamente risulta
0 ≤ lim
xi→∞
ε
y,xi≤ 1, (9)
dove ε
y,xi`e l’elasticit` a dell’output rispetto all’i-esimo input
ε
y,xi=
∂y y
∂x
ix
i= ∂y
∂x
ix
iy = ∂ ln y
∂ ln x
i. (10)
Dimostrazione:
L’elasticit` a dell’output rispetto all’input i-esimo pu` o essere scritta come segue ε
y,xi= f
if ¯
i,
dove ¯ f
i` e la produttivit` a media rispetto all’input i-esimo. ` E perci` o ovvio che, per un utilizzo del fattore x
i→ ∞, risulti f
i≤ ¯ f
i, quindi 0 ≤ lim
xi→∞ε
y,xi≤ 1. Questo risultato sfrutta la relazione neoclassica in base alla quale la curva della produttivit` a marginale interseca quella della produttivit` a media in corrispondenza del punto di massimo.
——————————
1.1.4 Insieme degli input necessari
Analogamente `e possibile definire l’insieme degli input necessari, cio`e una lista di fattori produttivi necessari per produrre una almeno certa quantit` a di output (tutte le possibili combinazioni degli input che sono in grado di generare y). Per essere tecnologicamente fattibile, occorre che (x, y) ∈ Y . Esso `e pertanto definito da
V (y) = {x ∈ R
n+|(x, y) ∈ Y }. (11)
All’interno di questa equazione sono considerate tutte le combinazioni di input che devono essere possibili, ma possono essere efficienti oppure inefficienti.
21.1.5 Isoquanto di produzione
L’insieme di tutte le combinazioni efficienti prende il nome di isoquanto di produzione ed `e dato dalla seguente espressione:
Q(y) = {x ∈ R
n+|x ∈ V (y), x / ∈ V (y
∗) per ∀y
∗> y }. (12) In pratica, l’isoquanto `e una lista di variabili che permette di produrre precisamente la quantit` a y. Gli insiemi Y e V (y) riassumono da due diversi punti di vista tra loro strettamente connessi la struttura della tecnologia.
2
Una combinazione di input ` e detta tecnologicamente efficiente se l’output prodotto corrisponde a quello massimo ottenibile attraverso il suo utilizzo. In simboli si ha una tecnologia efficiente se:
@y
∗∈ Y |y
∗> y
1.2 Assiomi
Per poter rendere compatibili gli insiemi finora definiti alle esigenze della teoria economica sono stati introdotti i seguenti assiomi di comportamento:
1. l’insieme delle possibilit` a di produzione non pu` o essere vuoto (Y = ∅) in quanto deve sempre esistere una tecnologia che permette la produzione di qualsiasi livello di output;
2. L’insieme Y `e chiuso, infatti i punti per i quali y = f (x) fanno parte dell’insieme stesso;
3. Quantit` a positive di output scaturiscono solo dall’impiego di quantit` a positive di input, in simboli y > 0 ⇐⇒ ∃i ∈ [1, n] | x
i> 0
Anche per l’insieme degli input necessari V (y) esistono alcuni assiomi che vanno ad integrarsi con quelli di cui sopra. In particolare risulta che
1. L’insieme V (y) `e regolare
3cio`e risulta essere non vuoto, chiuso e contiene x = 0 per ∀ y ≥ 0;
2. L’insieme V (y) `e monot` ono cio`e se da un vettore x `e possibile ricavare la quantit` a di output y, la stessa quantit` a `e ottenibile anche per qualsiasi vettore x
∗≥ x. In formule si ha:
se x ∈ V (y) ⇒ x
∗∈ V (y) per x
∗≥ x
Graficamente tale concetto `e evidenziato in Figura 1 per il caso in cui nel processo di produzione entrano due soli input; considerando un generico punto P incluso in V (y) deve risultare che tutti i punti appartenenti allo stesso insieme devono trovarsi nel semipiano a destra dell’isoquanto.
Ci` o implica un’inclinazione non positiva dell’isoquanto.
Figura 1: Monot` onicit` a di V (y) x
2x
1P
3. L’insieme V (y) `e convesso, quindi i saggi marginali di sostituzione
4sono non crescenti.
5Con- siderando due vettori x
1, x
2∈ V (y) contenenti gli input, la convessit`a dell’insieme `e garanti- ta dal fatto che qualsiasi loro combinazione lineare fa parte dell’insieme degli input necessari.
Analiticamente risulta perci` o
se x
1, x
2∈ V (y) ⇒ ¯ x = θx
1+ (1 − θ)x
2∈ V (y) per ∀ θ ∈ [0, 1].
3
Varian (1992) identifica tale assioma col nome di “tecnologia regolare”.
La convessit` a dell’insieme degli input necessari `e implicata dal fatto che anche l’insieme delle possibilit`a di produzione `e convesso, infatti, presi due vettori x
2> x
1in grado di poter produrre la quantit` a di output y, risulta
se (x
1, y), (x
2, y) ∈ Y ⇒ (¯ x, y) ∈ Y,
dove ¯ x `e una qualsiasi combinazione lineare dei vettori degli input considerati;
4. la convessit` a dell’insieme V (y) implica che la funzione di produzione sia quasi concava (Cardani, 1988).
Dimostrazione:
La rappresentazione di cui alla (5) implica che
V (y) = {x|y ≤ f (x)}
che coincide con la definizione formale di quasi concavit` a della funzione di produzione.
——————————
Esempio 1 La Figura 2 illustra tutti i concetti esposti finora rappresentando 3 tecniche di produ- zione alternative che utilizzano n = 2 input per produrre la quantit` a di output y = 1: la tecni- ca 1, la tecnica 2 e la tecnica 3 per le quali l’insieme delle possibilit` a produttive ` e dato da Y = {(1, x
1,1, x
2,1), (1, x
1,2, x
2,2), (1, x
1,3, x
2,3) }, mentre l’insieme degli input necessari `e
V (1) = {x
1, x
2, x
3} = x
1,1x
2,1, x
1,2x
2,2, x
1,3x
2,3Generalizzando per un livello di produzione y = y
0si ottiene
V (y
0) = {φy
0x
1, (1 − φ)ψy
0x
2, (1 − ψ)y
0x
3} dove φ = 0, 1
y
0, 2 y
0. . . , 1 e ψ = 0, 1 y
0, 2 y
0. . . , 1 sono i parametri che combinano linearmente le tecniche nei punti che costituiscono i segmenti AB e BC. La spezzata in grassetto indica perci` o l’isoquanto di produzione per un livello di produzione y = y
0.
Figura 2: Tecnologia, isoquanto di produzione x
2x
1C tecnica 1
tecnica 2
tecnica 3 A D
B
Il punto D non ` e raggiungible con nessuna tecnica e neppure attraverso una combinazione di
tecniche, quindi x
D∈ V (y /
0).
1.3 Elasticit` a di sostituzione
L’elasticit` a di sostituzione `e un indicatore sintetico utilizzato in Economia per misurare il grado di sostituibilit` a diversi input all’interno di un processo produttivo. In letteratura esistono due tipi diversi di elasticit` a di sostituzione a seconda del numero di input che entrano nella sua determinazione.
All’interno di questo paragrafo sono enunciati ed analizzati entrambi.
1.3.1 Elasticit` a di sostituzione ordinaria
L’elasticit` a di sostituzione ordinaria `e calcolata tra due input del processo produttivo indipendente- mente dalla presenza di altri input. Dati due generici fattori produttivi x
ie x
jcon i 6= j contenuti all’interno del vettore x, l’elasticit` a di sostituzione ordinaria
6`e definita come il rapporto tra la varia- zione percentuale del rapporto tra le loro quantit` a e la variazione percentuale del saggio marginale di sostituzione tecnica (SMST), cio`e
σ =
∂(x
j/x
i) x
j/x
i∂ SMST(x
i, x
j) SMST(x
i, x
j)
= ∂(x
j/x
i)
∂ SMST(x
i, x
j)
SMST(x
i, x
j) x
j/x
i= ∂ log(x
j/x
i)
∂ log |SMST(x
i, x
j) | (13)
dove il SMST relativo agli input considerati definisce la pendenza dell’isoquanto. Nell’ultima versione della (13) il SMST `e in valore assoluto perch´e costituisce l’argomento della funzione logaritmo (con- dizione di esistenza). Si tenga presente che, quando x
i= L (input lavoro) ed x
j= (input capitale), il rapporto x
j/x
i= K/L `e detto intensit` a di capitale.
L’equazione che definisce il SMST `e
SMST(x
i, x
j) = dx
jdx
i, (14)
quindi esso si configura inoltre come il rapporto tra la produttivit` a marginale dei due input considerati, infatti risulta
SMST(x
i, x
j) = − ∂f (x)
∂x
i∂f (x)
∂x
j. (15)
Dimostrazione:
Data una generica funzione di produzione y = f (x), supponendo che i fattori produttivi subiscano una variazione infinitesima nelle loro quantit` a, si ottiene:
dy = ∂f (x)
∂x
idx
i+ ∂f (x)
∂x
jdx
jPoich´ e tale variazione non modifica la quantit` a prodotta, deve valere dy = 0, quindi
∂f (x)
∂x
idx
i+ ∂f (x)
∂x
jdx
j= 0, dalla (14) risulta perci` o
SMST(x
i, x
j) = − ∂f (x)
∂x
i∂f (x)
∂x
j= − f
i(x) f
j(x) .
——————————
Mentre il SMST si configura come la pendenza dell’isoquanto, l’elasticit` a di sostituzione rappre-
senta la curvatura dello stesso (Varian, 1992), quindi l’equazione (13) mostra come il rapporto nelle
quantit` a di input utilizzate all’interno del processo di produzione subisca variazioni quando il SMST
varia. L’elasticita di sostituzione assume valori positivi, cio`e σ ∈ [0, +∞): quanto maggiore `e l’e-
lasticit` a di sostituzione, tanto maggiore `e la possibilit` a di sostituire l’uno con l’altro gli input. Nel
- se σ = 0 ⇒ input perfetti complementi, quindi non `e possibile sostituire il minore impiego di uno con il maggiore impiego dell’altro e viceversa. Questo `e il caso dei processi produttivi a proporzioni fisse;
- se 0 < σ < 1 ⇒ input complementari;
- se σ > 1 ⇒ input sostituti;
- se σ → ∞ ⇒ input perfetti sostituti, si pu`o ottenere lo stesso livello di produzione diminuen- do la quantit` a utilizzata di uno e incrementando in maniera proporzionale la quantit` a l’altro:
l’isoquanto di produzione `e perci` o una retta.
1.3.2 Elasticit` a parziale di sostituzione
Quando la dimensione del vettore x `e n > 2 l’elasticit` a di sostituzione tra due generici input non `e la stessa che si ottiene attraverso l’equazione (13), in quanto la presenza di altri fattori produttivi influisce nel suo valore. In questo caso si parla di elasticit` a parziale di sostituzione, introdotta da Allen (1938) e nota perci` o anche come elasticit` a di sostituzione di Allen-Uzawa.
Dati due generici input x
ie x
j(i 6= j) l’elasticit`a parziale di sostituzione `e definita dalla seguente espressione:
σ
ij= γ
ijx
ix
jf
0x, (16)
dove
f =
f
1f
2.. . f
n
=
∂f (x)
∂x
1∂f (x)
∂x
2.. .
∂f (x)
∂x
n
`e il vettore gradiente contenente le produttivit` a marginali; la quantit` a γ
ij`e data dall’elemento posto all’incrocio dell’i-esima riga e la j-esima colonna della matrice inversa dell’Hessiana bordata
7della funzione di produzione data da
G = 0 f
0f H
, (17)
dove
H =
∂
2f (x)
∂x
21∂
2f (x)
∂x
1∂x
2. . . ∂
2f (x)
∂x
1∂x
n∂
2f (x)
∂x
1∂x
2∂
2f (x)
∂x
22. . . ∂
2f (x)
∂x
2∂x
n.. . .. . .. .
∂
2f (x)
∂x
1∂x
n∂
2f (x)
∂x
2∂x
n. . . ∂
2f (x)
∂x
2n
`e la matrice Hessiana contenente le derivate seconde.
Per la regola di inversione di una generica matrice quadrata
8il coefficiente γ
ij`e definito come γ
ij= |G
ij|
|G| , (18)
7
Per la definizione della matrice Hessiana bordata di f (x) si veda la Proposizione 3 in Appendice.
8
Si veda in proposito la Proposizione 2 in Appendice.
dove |G| `e il determinante dell’Hessiana bordata, mentre |G
ij| `e un minore di G, cio`e il determinante della matrice Hessiana bordata alla quale sono state tolte la i-esima riga e la j-esima colonna.
9Per la propriet` a 3 della Proposizione 1 unitamente alla definizione di cui alla (16) si evince che l’elasticit` a parziale di sostituzione `e sempre simmetrica, quindi vale la relazione σ
ij= σ
ji. Natural- mente, quando la tecnologia comprende solo due input (n = 2), l’elasticit` a parziale di sostituzione coincide col valore dell’elasticit` a di sostituzione ordinaria σ di cui alla (13).
Dimostrazione:
Partendo dalla seconda espressione di cui alla (13), occorre dimostrare che essa ` e uguale all’elasticit` a parziale di sostituzione tra gli (unici) input x
1e x
2. Analiticamente deve perci` o risultare
∂(x
2/x
1)
∂ SMST(x
1, x
2)
SMST(x
1, x
2) x
2/x
1= γ
12x
1x
2x
0f
= |G
ij|
|G|
x
1f
1+ x
2f
2x
1x
2= f
1f
2|G|
x
1f
1+ x
2f
2x
1x
2, in quanto vale la relazione
|G
12| =
0 f
1f
2f
12= −f
1f
2,
dove f
12= ∂
2f (x)
∂x
2∂x
1. Calcolando il differenziale del rapporto x
2/x
1si ha
d(x
2/x
1) = ∂(x
2/x
1)
∂x
1dx
1+ ∂(x
2/x
1)
∂x
2dx
2= − x
2x
21dx
1+ 1 x
1dx
2= x
1dx
2− x
2dx
1x
21= x
1dx
2dx
1− x
2x
21dx
1Dato che SMST(x
1, x
2) = dx
2dx
1= − f
1f
2, risulta
d(x
2/x
1) = − x
1f
1f
2+ x
2x
21dx
1= − x
1f
1+ x
2f
2x
21f
2dx
1Analogamente per il differenziale di SMST ` e
d SMST(x
1, x
2) = ∂ SMST(x
1, x
2)
∂x
1dx
1+ ∂ SMST(x
1, x
2)
∂x
2dx
2= − ∂f
1/f
2∂x
1dx
1+ f
1/f
2∂x
2dx
2= − 1 f
22∂f
1∂x
1f
2− ∂f
2∂x
1f
1dx
1− ∂f
1∂x
2f
2− ∂f
2∂x
2f
1dx
2= − [f
11f
2− f
21f
1]dx
1+ [f
12f
2− f
22f
1]dx
2f
22.
9
Si tenga presente che la matrice G ha dimensione (n + 1) × (n + 1) che ovviamente ` e superiore alla dimensione di x;
nel computo del coefficiente γ
ijci sono quindi una riga ed una colonna che non possono mai essere escluse. In questo caso
la prima riga e la prima colonna, che contengono lo zero, non vengono mai escluse. Cos`ı, ad esempio, volendo calcolare
σ
23(i = 2, j = 3), la matrice G
23sar` a ottenuta togliendo la terza riga e la quarta colonna di G.
Dato che per la definizione di SMST(x
1, x
2) risulta dx
2= − f
1f
2dx
1, sostituendo si ottiene
d SMST(x
i, x
j) = − [f
11f
22− f
1f
21f
2]dx
1− [f
1f
12f
2− f
22f
12]dx
1f
23= − f
11f
22− 2f
1f
21f
2+ f
22f
12f
23dx
1= − |G|
f
23dx
1,
in quanto, per la regola di Sarrus, il determinante della matrice Hessiana bordata ` e
|G| =
0 f
1f
2f
1f
11f
12f
2f
21f
22
= f
11f
22− 2f
1f
21f
2dx
1+ f
22f
12.
L’elasticit` a di sostituzione ordinaria di cui alla (13) vale perci` o
σ =
− f
1f
2x
2x
1− x
1f
1+ x
2f
2x
22f
2dx
1|G|
f
23= x
1f
1+ x
2f
2x
1x
2f
1f
2|G| = γ
ijx
ix
jf
0x.
——————————
Si tenga presente che, per n > 2, l’elasticit` a parziale di sostituzione pu` o assumere sia valori positivi, sia valori negativi: nel primo caso si parla di input concorrenti, cio`e la sostituzione dell’uno determina l’aumento della domanda dell’altro, mentre nel secondo caso gli input sono detti complementari, quindi la sostituzione di uno non comporta necessariamente l’aumento della domanda dell’altro. Ci` o
`e dovuto al fatto che esistono altri fattori da poter utilizzare all’interno del processo di produzione.
Allen (1938) mostra che i valori positivi di σ
ijdevono essere pi` u numerosi e/o pi` u importanti di quelli negativi
.
Dimostrazione:
Innanzi tutto si definisce con h
jla quota del costo totale spesa per l’input j-esimo. Essa ` e per definizione positiva o al limite nulla.
h
j= x
jf
jx
0f .
Moltiplicando gli elementi dell’i-esima riga della matrice G per i complementi algebrici relativa ad una riga k con 6= i, per la Proposizione 5 risulta
n
X
j=1
g
ij(−1)
i+j|G
kj| = 0.
Analogamente risulta
n
X
j=1
h
jσ
kj=
n
X
j=1