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(1)

Biblioteca Teatral e n . 16, 1990

Valerio Vianello

Dal testo

letterari o a

l test o

spettacolare:

I prologh i d

i Ludovic o Ariost

o

SOMMARIO I Nei prologhi delle

sue commedie Ludovico

Ariosto

muove da un'argomentazione letteraria

del nuovo modello

comico per definire, in

accorto equilibrio

tra imitazione ed

emulazione, la triade costitutiva («giochi»,

«fabula», «vulgar

lingua») ed approda all'autosufficienza

di un preliminare

spettacolare, che aziona scenicamente la

teoria.

RESUMÉ I Ludovico Ariosto,

dans les prologues de

ses

comédies, pari de la dialectique du

nouveau modale

comique

pour aboutir a

la définition, dans

un équilibre avisé

d'imitation

et d'emulation, de

la triade qui le constitue («giochi»,

«fabula»,

«vulgar lingua»);

il parvient ainsi

a un preliminare

spectaculaire qui suffit a luì-méme, dans

l'action scénique

de la

théorie.

SUMMARY / Ludovico Ariosto,

in thè prologues ofhis

plays, in

arder to defìne thè constitutive triad

(which is:

«giochi»,

«fabula»,

«vulgar lingua») movesfrom

thè literary

argumentation of thè new comic pattern in clever equilibrium

between imitation and

emulation and

reaches thè

self-sufficiency

of a preliminary performance

which scenically sets

thè theory in

action.

(2)

VALERIO VIANELLO

All'incrocio tra l'umanistic a predilezion

e lusori a e l'intensa

sperimenta-

zione d i recit e plautin e e

terenziane, nell a dinamic a aderenz

a a d un a produzio -

ne artistic a nobilitante

, a d u n patrimoni o d

a piegar e all e istanz e d i un a monda -

nità attuale , m

a d a cu i distinguersi , il

teatro moderno

assurge i n Ferrar a a segno

di prestigi o ch

e proiett a nell

a dimension e "eternizzata

" l a dinasti a estense

.

1

La confident e comic

e dell a corte , contemporaneament e produttric

e e spet-

tatrice, e la natural e passion

e pe r l a rappresentazion e comic

a suggeriscon o a

Lu-

dovico Ariosto

il progett o d

i un a commedi a «regolare»

, trascendent e l'effime

-

ro gioco festivo, allestit

a co n l a volont à d

i imporr e un

o spettacol o i

n equilibri o

tra Vimitazione di schem

i e modelli classic

i e la lor o emulazione nel nuov

o tes -

suto linguistico, fecalizzat

a nell e intern e dimension i struttural

i da i prologhi , te

-

sti co n assialit à temporal

e present e e

spazialità deittica , aggiustabil

i second o l e

occorrenze. Il prolog o s

i inventa , pertanto

, sed e privilegiat a d

i un a comunicazion e in

-

tellettuale co n i l pubblic o pe

r individuar e le

convenzioni soggiacent i e

le pro -

prietà testual i ch

e presiedon o a

l produrs i de

l sens o nell'inevitabil e confront

o

con l'antico, i

l cu i valor e è confermato

tanto più fortemente, quant

o pi ù s i riven -

dica l a 'novità ' dell'iniziativa

.

2

Come pratica diegetica, rivolt

a all a comprension e dell'autore

, co n

cui i l prologhist a s'identific

a fi n dall a consuetudin e d

i presentars i i

n sce -

na ornato di un a coron a d'alloro, il prolog

3

o ariostesco , d

i tip o «relati -

Nell'analisi semiotic 1

a pi ù aggiornat a l

a fest a rinascimental e è

concepita come «archi -

tettura de l temp o ch e catalizz a i divers

i element i ch e i n ess a compaiono»

: F . CRUCIAM I - F. TA -

VIANI, Discorso preliminare pe

r un a ricerca in collaborazione, i

n «Quadern i d

i teatro»

, 7 , 1980 ,

pp. 31-66 : p . 35 . E v. l e fin i osservazion i d

i P . LARIVAILLE , L

a vita quotidiana i

n Italia ai tem-

pi d i Machiavelli, Milano

1984 (ed . orig . Pari s 1979) , pp . 68-6 9 e M. VAINI , Economia e socie-

a Montava dal Trecento

al Cinquecento, in

AA. VV.

, L a cane e i l «Cortegiano».

Un model-

lo europeo, a

cura d i A . Prosperi , Rom a 1980 , II , p . 290 .

Sull'ambiente ferrarese d i Èrcol e I e d i Alfons o I d'Este v. A . PIROMALLI , L

a cultura a

Ferrara a l tempo di Ludovico Ariosto, Rom

a 1953 , i n particolar e pp

. 113-121

; C . MOLINARI ,

Scenografia e spettacolo nelle

poetiche de l '500, in «II Veltro»

, Vili , 1964 , pp . 885-902 : p

.

886; AA . VV.

, / / Rinascimento nelle corti

padane. Società e cultura,

Bari 1977

; L . ZORZI , Fer-

rara: i l sipario ducale, i

n / / teatro e la citta. Saggi sulla scena

italiana, Torin o 1977 , pp . 3-59 .

A. GRECO 2

, L a «nova comedia», i

n L'istituzione del teatro

comico ne l Rinascimento,

Napoli 1978 , pp . 25-47 : pp . 25-32

; N . BORSELLINO , II

comico, i n AA . VV , Letteratura Italiana,

a cur a d i A . Aso r Rosa , Torin o 1986 , V : L e Questioni, pp. 419-457

: p . 44 9 (oppur e L a tradizio-

ne de l comico, Milano

1989, pp . 54-55) .

-' L'us o è documentato, oltr

e ch e dall e xilografi e ch

e illustran o alcun

e stamp e cinquecen -

tesche (v.

, a d esempio , quell e de l Pellegrino di Girolam

o Parabosc o edit

o da l Giolit o a Venezia

nel 1552) , da l Prolog o mzantian o dell

a Fioritici (§3) e

da Leon e de ' Somm i ne i Quattro dialoghi

in materia di rappresentazioni

.tecniche ( a cur a d i F . Marotti , Milan o 1968 , p . 55) : « a m e pa -

re...che siano molto convenienti que

i mod i de ' prologh i usat i d a gl'antichi , cio

è ch e i n person a

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO 8 3

vo», simboleggia

4

l'originale orizzonte

volgare, in

5

quanto, scandend o l

e

tappe di un'ipotes i progettuale

, s i atteggi a a

d organism o ideat

o i n simbio -

si co n l a pièce recitata, enunciat

o valid o pe r l'ogg i de l consumo , e

non

passe-partout adattabil e a

d ogn i circostanza .

Semmai, accant o all'approfondiment

o diacronic o d

i u n itinerari o persona

-

le, s i espandon o l

e dinamich e intertestuali

, i l dialog o sincronic o a

distanza co n

gli altr i auctores della commedi

a rinascimentale , Bibbien

a e Machiavelli, i

n u n

cammino trasversale, dov

e si a l'accettazion e normativ

a ch e l o scart o innovati -

vo rimbalzano

in un fitto reticolo nazionale d

i codic i preesistent i e

di codic i sin -

golari .

6

Il rinvi o a d un a topicit à antic

a modul a i

l Prolog o dell

a Cassarla (1508),

percorso nel ton o colloquial e dell

e terzine dalla caut

7

a volont à d

i disquisir e su

l

genere comic o e

di rivelar e l

e propri e intenzion i i

n u n discors o i

l cu i soggett o è

il dramm a stesso

. Nella solidariet à tr

a funzion e auditiv

a e visiva, l'intent

o letterari o s

i inte -

gra co n l a transcodificazion e spettacolare

, l a scena , probabilment e prospettica,

8

del poet a esch i uno , togat o e t laureato , il cui abit o richied e esser e no n me n sontuos o ch e grave...

»

Con 4

questa dizion e Francesc o D'Ambr

a nell a Cofanarìa indica i

l prolog o apologetic o e

polemico: A . RONCONI , Prologhi «plautini» e

prologhi «terenziani»

nella commedia italiana de

l

'500, i n AA . VV , / / teatro classico italiano

nel '500.

Atti de l Convegno , Rom

a 1971 , pp . 197-217 .

Sulle traduzion 5

i ariostesch c de

i Menaechmi, dcll'Aulutaria, àett'Andria

e Aelì'Eunu-

chus, v . M . CATALANO , Vita

di Ludovico Ariosto, Genèv

e 1931 , I , pp . 587-588 .

Se i n Plaut o i l prolog o serve , pe r l o più , a d esporr e e d illustrar e l'intreccio , i

n Terenzio ,

distaccato dalla commedia , divent

a un'istituzion e pe

r l'autodifes a e

per l e considerazion i su

l

metodo drammatico, ma

, i n entrambi , è

una variabil e rimess

a all a volont à dell'autore , perch

é

non indispensabile: F

. H . SANDDACH , /

/ teatro comico i

n Grecia e a Roma, Bar i 1979 , pp . 173 -

177. L a genes i cinquecentesc a s

i spiega , però , anch e co n i l retaggi o de i prolegomena bizanti-

ni e la massicci a influenz

a de i Familiaria Praenotamenta d

i Jodoc o Badi e (premess i sicura

-

mente all a stamp a liones e d i Terenzi o de l 150 2 e d ampliat i nell a successiv a impression

e de l

1504), sintes i dell a riflession e cors

a sull a direttric e d

i Terenzio , Grazio

, Donat o e d Evanzio .

E. BONORA 6

, L a teoria del teatro negli scrittori

del Cinquecento, in

Retorica e invenzio-

ne, Milan o 1970 , pp . 143-184 : pp . 145-153 . Su i prologh i cinquecenteschi , oltr

e all a voce cura-

ta d a N . BORSELLIN O nell'

Enciclopedia dello Spettacolo, Roma 1958-1959

, Vili , coli . 526-534 ,

e a l fondamental e contribut

o d i A . RONCONI , Prologhi..., cit., è

ora disponibil e il

ricco saggio di

F. ANOELINI , Teatri

moderni, i n AA . VV , Letteratura..., cit., Torin

o 1987 , VI : Teatro, musica,

tradizione de i classici, pp. 77-8

4 (Vecchio e nuovo:

i prologhi).

C. Sr.GRE 1

, Struttura dialogica delle

«Satire» ariostcsche, in

Semiotica filologica.

Testo

e modelli culturali, Torin

o 1979 , pp . 117-130 .

M. TAITJRI 8

, / / luogo teatrale i

n AA . VV.

, / / teatro italiano nel

Rinascimento, a cura di

F. Crucian i e D; Seragnoli , Bologn

a 1987 , pp . 53-66 : pp . 56-57 . D i parer e contrari o è

Ludovi-

(3)

VALERIO VIANELLO

della citt à dipint a d a Pellegrin o d

a Udin e sull o sfond o dell a Terr a Nova ed

9

il lin -

guaggio intessuto

di citazion i latine

. L a proiezion e i

n u n passat o indefinit o cogli

e

una sfasatur a dialettica

, un'intern a tensione

, co n l a citt à ideal e dell a scenografi a

(vv. 29-30 : «sappiat

e ancor , ch e l'auto r voi, che questa/cittad e Metellin

o ogg i s i

nome») perché l

10

o spazi o lontan o lanci a u n intermittent e sguard

o contemporane o

sull'universo delle corti , co n battut e scarn e e d essenzial i (

I 7

; I I 2

; II I 3 ) "

.

Il Prologo , accantonand

o l e incombenz e referenzial

i dell'argomento , le

-

gittima i personaggi «protatici

» a fornire l

e spiegazion i preliminar

i all a tram a

(vv. 31-32 : «D

e l'argumento , ch

e anc o udi r v i resta , h a dat o cur a a un servo,

detto el Nebbia»), mentre l

l2

o svolgiment o della

fabula è affidato

al dialogat o

ed allo scioglimento

fisiologicamente progressiv o dell'intreccio

, tradizion e

espressamente dichiarat a sull'esempi

o plautin o de

l Trinummus (Prol., vv

. 16-17 :

«Sed de argument o n

e exspecteti s fabulae;

/ Sene s qu i hu c venien t i rem vobis

aperient») e della Vidularia («credo argumentu

m veli e vo s pernoscere:

/ intelle -

getis potiu s qui d agan t quand o agent»

) e terenziano

degli Adclphoe (Prol., vv

.

co ZORZ I (II teatro..., pp.26-28

) ch e propend e a

d interpretar e i

l termin e "prospettiva"

, adope -

rato da B . Prosper i nell a not a letter a a Isabella d'Est e ( 8 marz o 1508 , v . M . Catalano , Vita...,

cit., II , pp . 83-84 ) nell'accezion e d

i 'scen a d i teatro ' divulgat a da

i traduttor i d

i Vitruvio .

Secondo l 9

a suggestiv a congettur

a d i Elen a POVOLEDO , Orìgini

e aspetti della scenogra-

fia in Italia: dalla fine de

l Quattrocento agli intermezzi

fiorentini de l 1589, in appendice a

N.

PIRROTTA, L i du e Orfei.

Da Poliziano a

Monteverdi, Torin o 1975 , pp . 357-37 1 : pp . 36 1 -362

; M .

PLAISANCE, L o spazio ferrarese nelle

due prime commedie dell'Ariosto,

in AA. VV.

, L a corte e

lo spazio: Ferrara estense, a

cura d i G . Papagn o e A. Quondam , Rom

a 1982 , pp . 247-255 .

M. BARATTO 10

, L a commedia del Cinquecento,

Vicenza 1975 , pp . 77-82

; O . ATTOLINI ,

Teatro e spettacolo ne

l Rinascimento, Bari 1988

, pp . 42-49 .

Facendo emergere l

a volont à dell'autor e nell'indicar

e i l luog o dell'azione , Ariost

o riper -

corre l e orm e de l Rudens plautino

(Prol., v . 32 : «bui e ess e nome n urb i Diphilu s Cyrena s vo -

luti"); cfr . anch e Truculentus, Prol., vv

. 10-11 : «Athenis...traci o it

a u t ho c proscaenium/Tan -

tisper du m transigimu s han

c comoediam»

.

Per i riscontri cultural

i nell a Cassarla e ne

i Suppositi, oltre all

e not e dell'edizion e criti

-

ca dell e Commedie, a cur

a d i A . Casella , G . Ronchi , E . Varasi , Milan o 197 4 (d a cu i son o trat -

te l e citazioni) , v

. L . D'ORSI , L e commedie di Ludovico

Ariosto, Milano-Roma-Napol i 1924

.

M. BARATTO 11

, L a fondazione di u

n genere (per un'analisi

drammatugica della comme-

dia del Cinquecento), in

AA. VV , / / teatro italiano de

l Rinascimento, a cur

a d i M . d e Panizz a

Lordi, Milan o 1980 , pp . 3-24 : pp . 12-1 4 e G. FERRONI , /

/ teatro e l a corte in AA. VV.

, / / tea-

tro...,c\t.,pp- 186-198 .

In 12

I 2 nel dialog o co n Giand a Nebbi a ricostruisc e gl

i antefatt i e d ulterior i particolar i

sono aggiunti dall e angosciat e parol

e d i Gerisc a e d Eulali a ( I 3) .

Sulla ridondanz a de

l prolog o argomentativ o s

i estend e i l Prolog o padovan o dell

a Betta

8): «Altr o d e l a coss a ch e s e h a a recitare a ' n o v ò dir e ananzo , perch é l' è coss a naturale , e

pcrzòntena a ' l'intcnder ì gagiardamcn

. A ' v e domand o m

o solamc n salinzio

» (RUZANTE , Tea-

tro. Testo , traduzion e a

fronte e note a cura d i L . Zorzi , Torin o 1969) .

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO 85

22-24: «Dehin c n

e exspecteti s argumentu

m fabulae:/Sene s qu

i prim i venient , ii

partem aperient,/ I

n agend o parte m ostendent») .

La difes a dell'autonom a creazion

e teatral e all'intern

o d i modul i costrutti -

vi e di form e prestigios e god

e dell a cooperazion e interpretativ

a d i un a platea ,

cortigiana m a anch e borghese, curiosa e

11

compiaciuta d i riconoscer e nell

a rac -

comandazione d i un a sospension e de

l giudizi o fin

o all a chiusur a dell

a recit a l a

reminiscenza dell'Ilecyra e nell

a reticent e polemic

a l a memori a autenticativ

a de l

prologo dell'Eunuchus, pur

e organizzat o su

l poliptot o de

l «dire

» (vv . 40-43 : «de -

nique/ nullums t ia

m dictu m quo d no n dictu m si t prius.

/ Qu a r e aequo m es

t vo s

cognoscere atqu e ignoscere / qua

e vetere s factitarun t s

i faciun t novi») . Infatt i l o

scopo conativo

corre, lung o i l fil o dell'emulazione , sull'identit

à tr a l o stat o d'a -

nimo del prologhist a e

quello della maggioranz a degl

i spettatori , cadenzat

a nel -

la perplessit à da

i reticol i lessical i (v'

appresento, v . 1 , v' appresentl, v

. 23

; fine, v.

6, fin, v. 24

; h o detto, v. 5 , h o detto, v.22, dica,

v. 24) : all'un o pare

di scorger e l

e

reazioni de l pubblic o no

n appen a h a detto nuova l

a commedia , all'altr

a no n pa -

re possibil e ch

e i moderni s

i impongan o co

n un o spettacol o rivitalizzato

, perch é

la perfezion e s

i rinserr a solament

e i n ci ò ch e hanno detto gl

i antichi .

Perciò la strategi a comunicativ

a s i bilanci a tr

a l e motivazion i dell'innova

-

zione, determinat a all'individuazion

e de l modern o agir

e artistic o com

e gener e

letterario (vv. 1-21) , e la canonic a funzion

e informativa , alleggerit

a dell'excur-

sus dell'argoment o (vv

. 25-34) : i vv. 22-2 4 operan o d

a cernier a tr

a l a preoccu -

pazione inizial e e

l'invito «commendativo»

alla pazient e e

benevola attesa , to-

pos terenzian o de

l tutt o stereotipat o (Andria,

Prol., vv . 26-30) .

L'aggettivo «nova», ch

e connot a nell'introduzion

e liminar e l

a commedi a

(vv. 1-3 : «Nov a comedi a v'appresent

o piena/d i vari

i giochi , ch e n é ma i latine /

né grech e lingu

e recitam o i

n scena») , trascin

a i l desideri o d

i misurars i co

n gl i

antichi ne l da r novell a vest e all e struttur e latine

, veicoland o nell'incipit

il signi -

ficato, propri o d

i ^erenzi o d

i "commedia'jch e no

n è mai stat a rappresentat a al

- \

~ 1 «.

tre volte»

.

l4

Cfr. N 13

. CAMPANINI , Ludovico

Arioslo ne i prologhi delle su

e commedie, Bologna 1891

,

pp. 7-9

; D . CLOUET , Empiiisme ou égotisme:

la politique dans

la «Cassarla» e

t Ics «Supposi-

ti»

de l'Arioste, in

AA. VV , Lcs ccrivains e

t l e pouvoir cn Italie

a l'épnque de l

a Renaissance,

a cur a d i A . Rochon , Pari s 1974,pp . 7-44 : p . 21 .

Phormio, Prol. 14

, vv . 24-26 : «adport o novam/Epidicazomenon

quam vocant comoe -

diam/ Graeci , Latin i Phormionem nominant»; Hecyra,

Prol. 2 , vv . 1-2 : «Hecyra est hui

c nome n

fabulae. Hae c cu m data / Novast , novu m interveni t vitiu

m e t calamitas»

; Hauton timorumenon,

Prol., vv . 4-5 : «e x integr a Graec a integram , comoediam/hodi

e su m acturu s Hauton timorume-

non»', Adelphoe, Prol., v

. 11 : «ea m no s actur i sumu s novam»

.

Baratto ritiene d i associarv i i

l sens o d i commedi a ch

e «no n h a all a bas e dell a "fabula

"

alcun testo specifico recitato nell'antichità»: M

. BARATTO , L

a fondazione..., cit., p

. 7 .

(4)

VALERIO VIANELLO 86

Contro il pregiudizi o dell'inferiorit

à linguistica , rafforzat

o da l chiasm e

(vv. 10-11 : «

E ve r ch e n é volga r pros a n é rima / h a parago n co

n pros e antiqu e o

versi»), perch é «l a vulga r lingua , d i latin o mista,/

è barbar a e mal culla

» (vv . 16 -

17), s i f a appell o a d u n ordin e natural e immanent

e all a stori a umana , ch

e ne l ri -

volgimento degli interess i abilit

a gl i ingegn i contemporane

i (vv . 13-15 : «M a

l'ingegni no n so n per ò diversi / d

a que l ch e fur , ch e anco r pe r quell o Artista /

fansi, pe r cu i ne l temp o indietr o fersi»)

.

Dall'esordio Ariosto, concentrand

o l a ricerc a su l divers o livell o degl i esi -

ti comici , s

i sforz a d i acquisir e l

e movenz e d

i u n ritm o teatrale , dov

e l a parol a

confina co n i l gest o e con lo spazio, fondat o sull'eloquenz

a e sulle potenzialit à

del volgar e ancor

a depauperat o dell'ampi

o registr o de

l latino .

15

Con la consapevolezz a teoric

a d i un a sperimentazion e artistic

a delimita ,

quindi, preliminarment e i

l rapport o tr

a l a fabula ed

i giochi (v. 18-19

: «m a co n

giochi/ s i pu ò fa r un a fabul a me n trista») , schem

a d i fabulazione , d

i minim a uti

-

lità pe r l a trama , ch e moviment a l

a labil e invenzion e dell

a commedi a co

n l e tro -

vate ingegnos e e

d i l disinvolt o divertissement

di un a lingu a vivid a i n grad o d i

conquistarsi i l favor e dell a platea .

Tuttavia l a molteplicit à d

i combinazion i realizzabil

i co n i giochi, condot

-

te co n l a rissosit à scenica

, l a gestualit à e

gli equivoc i permett

e soltant o agl

i

astanti l'inter a coscienz

a de l vortic e spettacolare , pu

r nell'incombent e minacci

a

di u n eccessiv o appiattiment

o su l teatr o classico . I

16

l titol o d i Cassano, conia-

Sulla 15

spigliatezza de l linguaggi o comic

o (pe r cui : M . L . ALTIER I BUGI , Appunti sul-

la lingua della commedia de

l '500, in AA. VV.

, / / teatro classico italiano

nel '500, cit., pp

. I -

48), d i cu i Ariosto , nell a retoric a dell a modestia , avvert

e l a mancanza , intervien

e Niccol o Ma -

chiavelli i n un a celeberrim a digression

e de l Discorso o dialogo

intorno alla nostra lingua

sul-

l'incapacità verbale dei concorrent i forestieri

, imponend o «termin

i e t mott i ch e faccin o quest i

effetti; i quali termini , s

e no n so n propri i e t patrii , dov e sicn o sol i intes i e t noti , no n muovon o

né posso n muovere»

: N . MACHIAVELLI , Discorso

intorno alla nostra lingua,^

cura d i P . Trova -

to, Padov a 1982 , pp . 62-63 . Ammira , invece

, que i mott i e quei ribobol i popolaresch i Giova

n

Battista Giraldi , ch e valut a persin o superior i a l Furioso le commedie

, l a cu i fortun a fiorentin a

è testimoniat a d

a manoscritt i e

stampe: S . SPERONI , L a Canace e scritti

in sua difesa; G . B . GI -

RALDI, Scritti contro l

a Canace:

Giudizio e d epistola latina, a

cura d i C . Roaf , Commission e pe

r

i test i d i lingua , Bologn a 1982 . Pe r l'attribuzion e de

l Giudizio al Girald

i ved i ivi, pp. XXIII-X -

XIX e C . ROAF , A sixteenth century

anonimo: thè author ofthe

«Giuditio sopra la tragedia d i

Canace e Macareo», i

n «Italia n Studies»

, XIV , 1959 , pp . 49-74 .

W. BINIMI 16

, Metodo e poesia

di Ludovico Ariosto, Messina-Firenze

, 1961 , p 2

. 59

; S .

TERRONE, Sulle commedie i

n prosa dell'Ariosto, i

n AA . VV , Ludovico Ariosto: lingua,

stile e

tradizione. Att i de l Congress o organizzat

o da i Comun i d i Reggi o Emili a e Ferrara, 12-1 6 otto -

bre 1974 , a cura di C . Segre , Milan o 1976 , pp . 391-425 : pp . 411-412

; A

; GUIDOTTI , Dall'imita-

zione aH'«arroganzia»:

sviluppo e maturazione della

tecnica teatrale nelle commedie

dell'A-

riosto, i n «Rivist a italian a d i drammaturgia»

, V , 1980 , pp . 17-38 : pp . 19-23 .

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO 87

to con il suffiss o all

a latin a s u u n espedient e marginal

e dell a pièce, la cass

a d i

ori laminat i lasciat

a i n pegn o a Lucrano

per i l riscatt o d i Eulalia , n

e è un indizio

al par i dell a proliferazion e de

i servi , ver i protagonist i d

i dirett a filiazion e plau

-

tina, ch e co n l a lor o scaltrezz a attingon

o all a propri a fantasi a pe r dipanar e i pi

ù

intricati intrighi . E

d i l ventagli o de

i giochi si trascriv

17

e in una ret e d i simulazio -

ni, d i ingann i verbal

i d i Lucrano , d

i Trappola , d

i Volpino , d

i Fulcio , escogitat i

per raggirar e le

vittime predestinat e e

la fine , pi ù ch e sciogliere , prolung

a le fin-

zioni. 1 1 diffus o ascendent e terenziano

organizza l

18

a filigran a dell

a difes a iso -

lando l'autore

in terza person a pe

r includer e nell'original

e moviment o compo

-

sitivo il viatic o incipitari

o capac e d i istruir e — perciò

canonico — e di condi -

zionare l'espressione .

Il dialog o introduttiv

o s i tac e co n i residui informativi

, i n un a partit a d i

persistenze e di perdite : d

i front e all'assenz a degl

i antefatt i e

delle informazio-

ni sull'intrecci o e

sulla presentazion e de

i personaggi , s

i riducon o nell

a compar -

tizione testual e all'accenn

o cursori o all'intitolazion

e e d all'invit o all'ascolto

19

Ma l'enunciazion e de

l titol o no n soddisf a alcu

n risvolt o curioso

, congelat a i

n

una sintes i criptic

a (vv . 26-28 : «sappiate come/ l

a fabul a ch e vo i ponerv i innan -

zi, / detta Cassarla fia pe

r propri o nome»

) e l'iterata

esortazione a seguire i

n si -

lenzio, attravers o il

piacere scenic o (vv

. 32-34) , leitmotiv dei prologh

i dell'/A/!

-

dria, àe\VEunuchus e degl

i Adelphoe, coinvolge l'autore

, ch e invent a i

modi de l

divertimento, e d i l patrono , ch

e don a l a festa , nell o specchi o d

i un a societ à ge -

rarchica, a l d i qu a dell'illusion e teatrale

.

II termin 17

e f a capolin o i n un a battut a d i Volpin o (I V 2 : «M a ch e cess o i o d i comincia -

re i l giucco?»

) com e anticipazion e d

i un a scen a fondat a sull a incomunicabilit à de

i dialoganti :

G. FERRONI , Gioco, trucco, illusione:

la corte ne l corso del tempo, in, /

/ testo e l a scena.

Sag-

gi su l teatro del Cinquecento, Roma

1980, pp . 99-162 : pp . 99-108 .

TERENZIO, Andria, 18

Prol., vv . 5-7 : «na m i n prologi s scribundi s opera

m abulitur, / no

n

qui argumentu m narret

, se d qu i malevoli / veteri

s poèta e maledicti s respondeat»

.

Sulla tecnic a d i Terenzio : H

. GELHAUS , Di

e Prologe des Terenz,

Heidelberg 1972; A .

RONCONI, L a polemica letteraria nei

prologhi d i Terenzio,m Interpretazioni letterarie

nei clas-

sici, Firenze 1972, pp

. 17-47 .

Terenzio, conosciut o a

Ferrara da i temp i d i Guarin o Veronese , er

a ospitat o nell a biblio -

teca estens e co n i l comment o d

i Donat o e d u n florilegi o a

fini fors e didattici : G

. BERTONI , L a

Biblioteca Estense e l

a cultura ferrarese a

i tempi del duca

Èrcole I , Torin o 1903

; E . GARIN , Mo -

livi della cultura filolofica

del Rinascimento italiano, Firenz

e 1961 , pp . 407-408 .

L'esortazione 19

ali'attenzione e d all'indulgenza , oltr

e ch e ne i prologh i p la uti ni (Cusi-

na, vv . 21-22

; Eunuchus, vv. 44-45

; Mcnaechmi, v. 4

; Trinuninuis, v. 22

) e terenziani (Andria,

v. 24)

; Haulon limorumeno, vv

. 28-35

; Hecyra, 3, v

. 28

; Phormio, v. 30)

, s i svilupp a nell e prio -

ri commedi e volgari

, dall a Virginia di Bcrnard

o Accolt i (1494 ) a l Filostralo e Panfita

del Cam -

melli (1498) , a l Formiconc di Publi

o Filipp o Mantovan o (ante

1506).

(5)

VALERIO VIANELLO

Quindi, l'acquisizion e selettiv

a de l patrimoni o passat

o e l'integrazione

con l'esperienza present

e nell'attivazion e d

i un a lingu a volgar e stringon o i

con-

cetti d a cu i muov e Ariost o pe r definir e l'ambit

o d i u n commedi a original

e e per

vincolare l a prass i artistic a de

l sistem a comic

o nell a su a doppi a pertinenza , let

-

teraria e spettacolare.

Il Prolog o dell

a prim a redazion e de

i Supposlti (1509)

l'unico

20

in prosa,

stabilisce pi ù direttament e triangolazion

i cultural i nell'are

a classica , conservan

-

do una grigli a controllat

a d i rimand i topic

i (i l titol o e l'invito

al silenzio) , anch

e

se è ormai definitivament

e esautorat o dell

e mansion i esplicative

, perch é la fa-

bula «d i part e i n part e pe r s e medesim a s

i dichiara»

, cio è recuper a l

e premes -

se narrativ e all'intern

o d i un a coerent e soluzione

.

Il ton o pi ù disinvolt o è

incoraggiato dalla favorevol e accoglienz

a riserva -

ta all a Cassarla, che sollecit

a a d inoltrars i nell

a provinci a modern

a sondando -

ne l e percorrenze .

L'esordio, com e omaggi o a

se stesso , ideat o pe r l'occasion e (anaforicamen

-

te scandit a da

l locativ o «qui»)

, rispolver a co

n un'autocitazion e l

a lezion e prece -

dente pe r imporr e u

n propri o stile , i l generars i d

i convenzion i particolar

i d a quel -

le singolari : «Qu

i siam o pe r farv i spettatori d'una nuova

comedia de l medesim o

autore d i cu i l'ann o passat o vedest e l

a Cassarla ». E

la formul a insistit

a dell a no -

vità anim a circolarment e l'epilog

o co n l o stereotipat o rimetters

i all a benignit à del

-

l'uditorio, pregat o d i no n esprimer e verdett

i prim a d i aver e «l a nuova fabula co

-

nosciuta» e s i spost a su l fecond o motiv

o dell a «nuova fabula», poggiat

a s u u n ca -

so «.nova e strano», a

rimarcare ne i Suppositi la prevalenz

a de l narrat o sull'agito .

Il proposit o asseverativ

o dell a compagin e testual

e consolid a un

o stil e de -

coroso, fortement e letterario

, connotat o d

a un a segmentazion e specular

e de i pe -

riodi, a membri paralleli

, com e i l calembour sulle «supposizioni

» imperniat o s

u

un duplice enunciat

o simmetrico , lievement

e variat o dagl i incisi . Iperbat i («d

i

supposizioni è tutta piena»), posposizion

i («Ch e l i fanciull i pe

r l'adietr o sien

o

stati supposit i e

sieno qualche volt

a oggidì , s o ch e no n pu r n e l e comedie , m

a

letto avete nell e istori e ancora») , camp

i semantic i (supposizioni

, suppositi , sup

-

ponere), anafor e (altr

a guisa , altri , altr e supposizioni) , chiasm

i e gruppi binar

i

(«el serv o pe r l o libero , e t e l liber o pe r l o servo») , effett

i fonic i i n allitterazion e

(«...non lasciò ne l i suo i lasciv i libri»

) e d i n assonanz a (imitazione

, nome

;

Cransunto, Plauto , Surto

) e d i n rim a (figurato-imaginato) , fin

o a i settenar i ch

e

sigillano gli ultim i du e enunciat i («l

i darebbon o nome»

, «pe r satisfarv i meno»)

,

L'istrione monologant 20

e f u l o stess o Ariosto : «L o argument o f

o recitat o pe r l o Com -

positore e è bellissim o e

multo accomodato

ali mod i e t costum i nostri

» (Bernardin o Prosper

i a d

Isabellad'Estc, 8 febbraio

1509: M . CATALANO , Vita...,

cit., II , pp . 87-88) .

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO 89

avvolgono e legittiman o l'enunciazion

e poetic a dell e entit à prosastich e co

n i l

doppio spartito

dell'eloquenza e dell'analis i critic

a pe r u n «segret o bisogn

o d i

ritmo»

.

21

Il principi o paradigmatic

o dell a «poetic a imitazione»

, contrappost a a

l

«furto»

drammaturgicamente poc o produttivo , d

i Terenzi o e

Plauto, assunt i «n e

li argumenti»

, ne i «mod i e processi», accogli

e l a suggestion e dell

a continuit à tr

a

il mond o latin

o e quello greco (Adelphoe Prol.

, vv . 22-24 : «pemoscite / furtum

-

me factu m existumeti

s a n locurn / reprehensu m qu

i praeteritu ' neglegentiast»

;

Eunuchus, Prol.

, vv . 27-29 : «S i i d es t peccatum , peccatu

m inprudentiast/poetae ,

non qui furtu m facer e studuerit.

/ I d it a ess e vo s ia m iudicar e poteritis»):

Ario-

22

sto adombra l'innalzament

o a d auctor volgare pe

r s e stess o e , sveland o l

e su e

fonti nell'Eunuchiis terenziano

e ne i Captivi plautini, rimodell

a l a lezion e degl i

antichi, d i cu i s i present a continuator

e e d emul o attravers o i

frequenti debit i

contratti (Andria, Prol., vv

. 18-21 : «qu i quo m hun c accusarli , Naeviur

n Plautu m

Ennium/ accusan t quo

s hi c noste r auctore s habet,

/ quoru m aemular

i exopta t ne -

glegentiam/ potiu s qua m istoru m obscura

m diligentiam») , pe

r maturar e nell'e

-

sperienza modern a l

e convinzion i teoriche

.

23

Come second o temp

o d i un a line a vettoriale , i

l Prolog o abbin

a a i «giochi

»

la «fabula»

, ch e riconduc e l'intrecci

o dell e sostituzion i e

delle finzioni , i

n u n al -

lucinato raddoppiamento, da

l fint o Dulipp o e

dal fint o Filogon o all

a stess a Fer -

rara, mascher a ludic

a d i sé , allorch é Lieo

, serv o d i Filogono , dubit

a dell'identi -

tà dell a citt à estense : «Patrone

, e l mond o è grande. No

n cred i t u ch e c i si a pi ù

d'una Catania

e pi ù d'un a Sicilia , e più d'uno Filogono

e d'un o Erostrato , e

più

d'una Ferrara ancora

? Quest a no n è forse l a Ferrar a dov e st a i l tu o figliol o e che

noi cercavamo

» (I V 4) . L a traslazion e cittadina

, co n un o sguard o a

rovescio, f a

oscillare Ferrar a tr

a l'immagin e vecchi

a e quella nuov a dell e Addizion i co

n u n

effetto di straniament e ch

e n e profil a l'aspett o rimodernat

o e la divergenz a co

n

la prospettiv a ch

e l a riduc e a cifra emblematica : occultand

o l e modificazion i er

-

culee, «i n quest o giucc o carnevalesco...Ferrar a dimostr

a pienamente , masche

-

randola, l a su a forz a e la coscienz a ch

e n e ha»

.

24

C. GRABIIER 21

, Su l teatro del/'Ariosto, Roma

, s.d . (1946) , p . 178 .

Vedi anch 22

e i l prologo , attribuit o a l 1488 , dettat o d a Polizian o pe

r i Menacchmi (vv

.

23-24: «Tantumqu c s

i qui d furtivu m es t i n ei s placet,/Quipp e alieni

s insidiantu r laboribus»)

: G .

BOMBIERI, Osservazioni sul Prologo

ai Menaecmi di Angelo

Poliziano, i n AA . VV.

, Tradizione

classica e letteratura umanistica.

Per Alessandro Perosa, a

cura d i R . Cardini , E . Garin , L . Ce -

sarini Marlinelli , G

. Pascucci , Rom

a 1985 , II , pp . 489-506 .

M. BARATTO 23

, L a fondazione..., cit., pp

. 17-18

; A . D E LUCA , I prologhi delle

comme-

die arinstesche, in

// teatro di Ludovico Ariosto, Rom

a 1981 , pp . 29-46 : pp . 32-33 .

G. FF.RRONI 24

, / / teatro e l a corte..., cit., pp

. 177-198 , pp . 194-195

; M . PLAISANCE , L

o

spazio..., cil.

, pp . 247-255 .

(6)

VALERIO VIANELLO 90

Alla fin e l a rivelazion e dell

e simulazion i e

l'epilogo degli equivoc i pareg

-

giano personaggi e

spettatori: i n V . 7 Pasifilo

restituisce l'eccezionaiit à dell'in

-

trigo all'acquisizione lucid

a d i u n pretest o scenic

o («I I pi ù be l cas o d i quest o

non accadde mai

: s e n e potri a far e un a comedia»

) e d i n II . 2 il serv o de l Sene -

se, confessandos i incapac

e d i ricordar e i

l nom e d i Filogono , annod

a co n u n

ideale/7/ ronge l'operosa tram

a de l teatr o ariostesco : «Vo

i t u ch'i o m i fing a mu -

tolo, com e i o fec i un'altr a volta?»

. L a battut a s i dirig e vers o un a god\b\\&

fabu-

la, d i cu i è spazio il palcoscenico : «Verr

à ch e t u pe r gra n cos a no n vorrest i ch

e

fussi restat o d i accadert i quest

o inganno , o

come t u i l vuo i nominare : ch

e t i se -

ra un a fabul a piacevol e d

a ricontar e i

n cent o luoghi

» (V . 8) .

L'apertura metateatrale , ammiccand

o a situazioni tipiche

, è vidimata

dal

Prologo, quas i pars prò tota

(«Che l i fanciull i pe

r l'adietr o sien

o stat i supposi -

ti e sieno qualche volt

a oggidì , s o ch e no n pu r n e l e comedie , m

a lett o avet e nel -

le istori e ancora

; e forse è qui tr a vo i ch i l'h a i n experienzi a aut

o o almeno

udi-

to referire»)

', tramit

2

e privilegiat o d

i un a distinzion e tr

a i codici avvertit a dell

a

diversa fruizion e e

sommessamente cospars a dell

a definizion e donatian

a dell a

commedia «imitati o vitae»

. De l resto , l'accenn o colt

o a i disegn i d i Elefantid e

favorisce u n excursus sulla fissazion

e de i meccanism i comici

: «...ch e ben e i n

altra guis a s i suppon e ch

e no n lasci ò n e l i suo i lasciv i libr i Elefantid e figurato

;

et i n altr i ancor a ch e no n s'hann o l

i contenzios i dialettic

i imaginato»

.

Esula da l preliminar e dell

a Cassarla, ma s

e n e riagganci a com

e attivazio -

ne inventiv a de

i «giochi»

, l a denotazion e polisemic

a d i «suppositi»

, ch e co n un a

storpiatura fluttu a tr

a i l significat o d

i «sostituiti»

e quell

26

o d i «sottopost i a

d

amori contr o natura»

, ne l rispett o dell e accort e figur e ch e «nascon o dall'ambi

-

guità»

o ch e escon o «fuo r d'opinione

» d i cu i tratt a Bibbien a i

n tutt o i l second o

libro del Cortegiano .

21

La suggestion 25

e è plautina: Casino,

V 4 , vv . 1005-1006

; Mercaior, V 4

, v . 1007

; Poe-

nulus, I H 2 , v . 597

; Pseudolus, I 3

, vv . 388-389 .

In 26

simile accezion e i

l termin e rimand a a situazioni costant

i nell a commedi a latina

:

PLAUTO, Cislellaria I 3

, vv . 151-152 : «It a properavi l d

e puclla e proloqu i Suppositione»

. L a

mossa giustificativ a de

l titol o m i par e trov i un'ec o nell'analog a movenz

a de l Prolog o dell a Ca -

landra, dov e l a sciocchezz a d

i Calandr o è comprovata d

a quell a antonomastic a d

i Martin o d'A -

melia (po i menzionat o i

n Lena I 1) .

Con 27

qualche riserva, s i ved a J . GUIDI , Festive narrazioni, motti

e hurle (hcffe): l'ari

desfacéties dans le «Courlisan», in

AA. VV.

, Formes et signiflcationx

de l a «beffa»

dans l a lit-

lérature italienne de l

a Renaissance, II serie

, Pari s 1975 , pp . 171-210 . Second o l a miglior e tra -

dizione retoric a l e facezi e son o imperniat e in

re, cio è sull'aneddoto , o

in verbo, cioè sulla viva -

cità de l mott o d i spirito : CICERONE , De

oratore, I I LI V 218-219

; I I LI X 23 9 e LXII 252 .

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO

Pur s e quest i gioch i ispiran o lievement

e l a rappresentazione , i

28

l Prolog o

dei Supposi/i non

solo prosegue nell'inchiest

a sull a nuov a commedi a pe

r perse -

guire l a consacrazion e letteraria

, m a i n pi ù passagg i assaggi

a sapid e tonalit à e

tematiche dell a recita .

11 transit o vers

o un a pi ù sicur a padronanz a stilistic

a s i compi e co n i l Ne -

gromante, inizial o ne l 150 9 e sottratto

all'oblio a distanz a d

i un a decin a d'anni ,

nel 1519-1520 , s

u pressant e sollecitazion

e d i Leon e X , senz

29

a per ò ottener e

l'onore d i un a messinscen a a

Roma.

La condensazion e de

i valor i esemplar i i

n u n unic o grand e test o h a intan -

to attratto attorno al centr o d i gravitazion e de

l Furioso il rinnovament

o lingui -

stico delle Satire, allora i

n pien a composizione : insomma

, l a sorvegliat a demi

-

stificazione ironic a govern

a i n un a stabilizzazione , bench

é frastagliata , l

a ragio -

ne scaltrit a da

l commerci o contraddittori

o e paradossale co

n gl i ingann i dell

e

passioni e della vita .

Ma gl i ann i no n son o filat i solament e pe

r l'Ariosto : l

a commedi a rinasci

-

mentale s i è avventurata

per strad e differenti , lastricat

e dall a Calandra di Bib

-

biena, dove , rintracciand o l

a sostanz a narrativ

a e verbale ne

l Decamefon, la li

-

nea romanz a s

i sald a co n quell a classic a e

l'ambientazione s i spost a i n epoc a di -

chiaratamente coeva , e

dalla Mandragola,^

dove Machiavell i co

n l a fredd a ana -

lisi dell o sfacel o borghes e s

i sping e vers o un a total e libert à da i modell i teatral

i

antichi.

Il Prolog o dell

a Calandra, nell'illustrare prioritariament

e l a novit à dell a

forma e dei modi , i n garbat a polemic a indirett

a co n l e prudent i affermazion

i

della Cassarla, rivendica, co

n un a seri e d i opposizion i —

moderno/antico, pro -

sa/versi, volgare/latin o —

, l a precis a qualific a d

i «nuov a commedia»

, perch é

Fu, infatti 28

, i l carosell o degl i scamb i a divertire

maggiormente i presenti: «Mart

i sir a

il R.m o Car . fec e l a su a compost a pe

r D . Lud . Ariosto , Comedi a i

n ver o pe r modern a tut a de -

letevole e piena di moralit à e

parole e gesti d a redern c assa i cu m triplic e falaci e o sia sottopo -

sitione»: M . CATALANO , Vita...,

cit., II , p . 88 .

«E 29

tanto ha i n m e potut o l'esserm i stat a d a part e d i V . Santit à richiesta , ch e quell o ch e

in dicc i anni , ch e gi à m i nacqu e i l prim o argomento , no

n h o potuto , h o po i i n du e giorn i o Ire

condutto a fine : m a no n ch e perli ò m i satisfacci a a

punto, e che no n c i sien o d e l e parl i ch e m i

facciano tremare l'animo, pensand o a

qual giudici o l

a s i debbi a appresentare

» ( a Leon e X , 1 6

gennaio 1520): L . ARIOSTO , Lettere, a cur

a d i A . Stella , Milan o 1965 , pp . 49-50 .

Sulla Mandragola 3(1

cfr, almeno , F . FIDO , Machiavelli 1469-1969: politica

e teatro nel

badalucco d i Mcsser Nido, i

n «Italica»

, XLVI , 1969 , pp . 359-37 5 (or a i n L e metamorfosi del

centanni, Rom a 1977 , pp . 9 1 -108)

; L . VANOSSI , Situazione e sviluppo

del teatro machiavellia-

no, i n AA . VV.

, Lingua e strutture del teatro

italiano del Rinascimento, Padov

a 1970 , pp . 4 57;

G. FERRON I «Mutazione»

e «riscontro»

nel teatro di Machiavelli, Roma

1972, pp . 19-137

; E .

RAIMONDI, / / segretario a teatro,

in Politica e

commedia, Bologn a 1972 , pp . 173-233 .

(7)

VALER/O VIANELLO 92

«le cos e modern e e

nove delettan o sempr

e e piacciono

più che l e antiqu e e le

vecchie, l e quale , pe r long o uso , soglian o saper

e d i vieto»

. Dispiegand o l'ugua

-

glianza dell e lingu e e delle lor o capacit à espressiv

e su l fondament o d

i un'ana -

loga legittimazion e metafisica

, l'amic o d i Bemb o s i integr a ne l progett o d

i un a

letteratura volgar e i

n continuit à e

pari dignit à co

n quell a latina : «Oltr e che , l a

lingua ch e Di o e Natura

ci h a dat a no n deve , appress o d

i noi , esser e d i manc o

estimazione n é d i mino r grazi a ch e l a latina , la greca e la ebraica : all

e qual i la

nostra no n sari a fors e punt o inferior e s

e no i medesim i l

a esaltassimo , l

a osser -

vassimo, l a polissim o co

n quell a diligent e cur

a ch e l i Grec i e t etiam gli altr

i fer -

no la loro»

.

31

Così Bibbiena , rispettand

o l e esigenz e edonistich

e dell a cort e urbinate ,

nella Calandra vuole testimoniar

e i l valor e dell e commedi e ariostesch

e attraver -

so la tessitur a d

i prezios i ech

i da i Suppositi («Voi saret

e ogg i spettatori d'una

nuova commedia intitulata Calandra»)^

e resping e l'accus

a d i plagi o d a Plau -

to per ave r ideato , co n preliev i episodici

, meccanism i e

d organizzat o personag

-

gi e situazioni: «De

* qual i s e fi a ch i dir à l o autor e esser e gra n ladr o d i Plauto..

.

lo autore giura , all a croc e d i Dio , ch e gl i h a furat o questo

; e vuole star e a para-

gone».

Dell'effetto di alon e s i contorn a i

l prim o Prolog o de

l Negromante, che

esaurisce l'inventari o dell

a triad e comic a dentr o i l paradigm a i

n cu i appar e in -

scritta e contestualmente s

i svincol a dall'impacci

o d i un'enunciazion e teoric

a

per prepors i com

e anticip o de

l timbr o teatrale , approd

o decisiv o ne

l diagramm a

comico dell'Ariosto.

Superando la demarcazion e co

n l a pros a dell a fabula, la commedi

a fi n

dall'inizio frequenta l'endecasillab

o sdrucciolo , m

a l a scelta , ch e pur e godev a

del prestigi o d

i u n metr o ritmat o su l trimetr o giambic

o acatalettico , guid

a un'e -

sposizione discorsiva , l'identic

a escursion e sperimentat

a nell e Satire^.

La 31

Calandra. Commedia elegantissima per

messer Bernard»

Dovizi d a Bibbiena.

Te-

sto critico annotato a cur a d i G . Padoan , Padov a 1984 , pp . 61-62 .

O. PADOAN 32

, Momenti del Rinascimento

vendo, Padov a 1978 , pp . 274-283 : p . 276

;

ID., Introduzione a L

a Calandra..., cit., p

. I O n . 18

; F . RumNi , Commedia e festa

nel Rinasci-

mento, l a «Calandria»

alla corte di Urbino, Bologna

1986, pp . 124-130 .

W. BINNI 33

, Metodo..., cit., p.88

; P . M . BERTINETTO , /

/ ritmo della prosa

e de l verso nel-

le commedie dell'Ariosto, i

n AA . VV.

, Ludovico Arioslo..., cit.

, pp . 347-377

; G VENTURI Le

scelle metriche e teatrali

dell'Ariosto i n «Rivist a italian a d i drammaturgia»

, I, 1976, pp . 19-4 2

(ora i n L e scene dell'Eden. Teatro,

arte, giardini nella letteratura

italiana, Ferrar a 1979 , pp . 3 -

34); G . DAVIC O SONINO , Nota Introduttiva a

L. ARIOSTO , L

a Lena, Torino

1981, p . X (anche in

Lo scandalo della

Lena, i n Letteratura e teatro.

Nove studi, 1966-78, Torin

o 1979 , pp . 3-14) .

DAL TESTO LETTERARIO AL

TESTO SPETTACOLARE:

I PROLOGHI DI LUDOVICO

ARIOSTO 93

La versificazion e d

i un a lingu a intermedi a s

i appoggi a sull'esigenz

a d i u n

andamento musicale

sepolto nelle cadenze prosastich

e dell e prim e prov e e su

una propriet à metric

a lontan a d

a vincol i strofici .

I vers i de l Prologo , co

n sapienz a combinatoria

, son o equament e distribui

-

ti: ne i vv . 1-2 8 l'illustrazion e dell

a prospettiv a serv

e a dispensare l

a commenda -

zione encomiastic a d

i Leon e X

; ne i vv . 29-5 4 son o confinat i l

a presentazion e

del dramma , l'indicazion

e de l titol o ch e regal a all a verve scenica material

e pe r

scherzare sull a finzione , l

a menzion e dell'autore

, i l consuet o invit

o a l silenzio ,

34

d'impronta visibilmente

terenziana. I vv. 42-5 1 indugian o sull

a volga r lingua ,

però la ricerc a teoric

a d i un a degn a scrittur a pe

r i l teatr o no n s i affianc a co

n l o

spessore tematic o precedente

, quas i frutt o de i percors i obbligat

i de l testo .

Con una moss a desueta , Ariost

o ingaggi a co

n un a dott a citazione il pre

35

-

testo per rivendicar e l

a centralit à de

l fondale , che

, inverat o dall'immagine

, ge -

nera l a progression e inventiv

a (vv . 1-14) . L a comparazion e co

n i l codic e classi -

co, richiamand o s

u d i s é l a complicit à de

l pubblico , vanific

a i l mit o smasche -

randone l a mimes i e

rafforzandone la dimension e d

i oggett o teatrale

, che , pe r

contrario, grazi e all a "magia

" dell a scena , riproduc e l

a realt à piacevol e d

i u n

mondo «altro». Co

n un o straniament e è

Cremona i n person a a trasferirsi a

Ro-

ma pe r applaudir e il

vero spettacolo

del trionf o d i Leon e X , denotat o da

l climax

ascendente dell'ansios a vision

e (conoscer/

veder/ contemplar) e dell

e dot i ec -

celse de l «pontefic e liberai

» coronat e dall

a «somm a virtù»

.

Ed è i l negromant e effigiat

o ne l titolo , a l singolar e pe

r fissarn e i

l caratte -

re d i pern o risolutiv o degl

i intrecci , a

permettere l a traslazion e dell

a citt à co n

una «mirabile

» metamorfosi , ch

e s i riverber a sull'illusion

e de l palcoscenico , do

-

ve pu ò avvenir e fin

o i n fond o ogn i invenzion e e

d ogn i ribaltament o (vv

. 32-36) :

«...la qual vuoi che s

i nomini / i

l Negromante e ch

e ogg i a voi s i reciti.

/ O r no n

vi parr à pi ù tant o mirabile / ch

e Cremon a si

c qui , ch e gi à giudicio / fat

e ch e ' I ne -

gromante d e l a fabula / l'abbi a fatt a porta r pe r l'ari a a i diavoli») , co

36

n un a riat -

Cfr.Negmmante, Prologo 34

, vv . 52-5 3 («O r s e l a su a comedi a co n silenzio / udirete...») ,

ed Eunuchits, Prol.

, v . 4 4 («cu m silenti o animu m attendile») .

II mit 35

o è sfruttato con finalità seria , anch e i n Satire VI, vv . 70-87 . L a font e è GRAZIO,

Epistulae, I I 3 , vv . 391-396 : «Silvestri

s hominc s sace r interpresqu e deorum/caedibu

s e t vict u

foedo deterruit Orpheus,

/ diclu s o b ho c lenir e tigri s rabidosqu e leones;

/ dìctu s e t Amphion ,

Thebanae condito r urbis,/sax

a mover e son o testudini s e

t prec e blanda/ducer e qu

o vellet»

.

PLAUTO, Asinaria, 36

Prol., vv . 10-12 : «hui c nome n graec e Onagosl fabulac;/ ...Asìna-

riam volt esse, s i pe r vo s licei»

. Sull'inserimento della "magia

" ne l gener e drammatic o i

n union e co n l a "sciocchezza

"

v. L SCORRANO, L

a «gran confidenzia» d

i mastro Jachelino e

altre osservazioni sul «Negroman-

te», i n «Annal i dell a Facolt à d i Magister o delI'Universtit

à degl i Stud i d i Lecce»

, I , 1972 , pp .

37-71.

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