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Rotta della settimana

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Academic year: 2022

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Rotta della settimana

L 10 giu 2019 Atene - Kythnos ( Kolona Bay) 46

Si parte la mattina presto, rotta per Kythnos. Volendo ci si può fermare nella baia di Capo Sounio, che è più o meno a metà strada, per un bel bagno e per ammirare il tempio di Poseidone.

Sull'isola, nel dodicesimo secolo Avanti Cristo, era insediata la popolazione Driope, il loro capo si chiamava Kithnos. Era una società organizzata molto bene, tanto la sua struttura sociale ha impressionato i greci fino all'epoca di Aristotele. Le acque curative dell'isola erano ben note anche durante l'antichità e la gente dal continente e dalle isole vicine si reca qui per curarsi da varie malattie e malesseri.

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L'isola di Kythnos - Κύθνος si trova a sud-est di Kea ed è aspra e rocciosa, quasi priva di vegetazione.

Ha due villaggi principali, la Chora (capoluogo), molto pittoresca e Dryopida.

Ha un bel porticciolo privato, con acqua ed elettricità, a Loutrá, spesso pieno e l’addetto fa ormeggiare nella parte esterna, dopo il frangiflutti di nord est, di fianco alla banchina. Se potete, evitate questo ormeggio, molto esposto anche con calma di vento e i parabordi sono soggetti a sforzi e usura straordinari.

Un porticciolo pubblico alternativo è a Mérikha (acqua ed elettricità; PA tel. 22810 32290); è obbligatorio ormeggiare dove segnalato dall’apposito cartello e ha un piccolo ma piacevole paesino.

Il pezzo forte dell’isola è però la piccola penisola di ÁyiosLoukas, a nord di Mérikha, che forma bellissime baie (Kólona, Fikiada, Apokriosis e Episkopis); in particolare, le prime due sono intercalate da una striscia di sabbia bianca, con una piccola trattoria, che le rende semplicemente meravigliose ed un ottimo ancoraggio ben ridossato. Comunque, l’isola si caratterizza in generale per delle baie molto belle (a titolo di esempio, ÁyiosStefánou e ÁyiosIoánnis), con rare taverne, ben ridossate dal Meltemi.

Arrivo prima di cena a Kolona.

Nella baia di Kolona posta ad W della lingua di sabbia, ed è quindi aperta ad W, ma ben ridossata dal meltemi. Ancorare nell'angolo NE della baia, su 3-6 metri di sabbia, buon tenitore. Nel caso in cui la rada sia molto frequentata, conviene filare delle cime a terra, sulla riva N.

Ottima la taverna.

M 11 giu 2019 Kythnos (Loutra) 11

Risalendo la costa verso nord, si va a Loutra.

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Nel porticciolo dove finisce la spiaggia a destra ci sono delle pozze di acqua termale.

Eventualmente ormeggiarsi in rada davanti Agia Irini. Da Loutra si può raggiungere con un sentiero e una camminata di circa due ore, l'antico borgo di Paleokastro, capitale dell'isola durante il Medioevo. Ora però il villaggio è abbandonato e sia gli edifici che il castello sono ridotti a rovine.

All'interno dell'isola si trovano due borghi caratteristici, quello di Kitnos (Hora) e quello di Dryopida, entrambi caratterizzati da stradine tortuose e ripide scalinate. Nei pressi di Dryopida si trova la grotta di Kataphyki, ricca di stalattiti e stalagmiti.

Qualora non ci fosse posto in porto e in rada, 7 miglia più a sud c'è la baia di Santo Stefano, dove c'è anche una taverna. In avvicinamento prestare attenzione alla secca rocciosa posta a SE del promontorio che divide le due baie. In entrambe le rade, dare ancora sul fondo delle stesse, fissando una lunga cima a terra, ad un albero o ad una roccia. Il fondo di alghe e sabbia non è ovunque buon tenitore, quindi è necessario verificare con cura tenuta dell'ancora. Un relitto non segnalato dalla cartografia sull'angolo NE di Ay Stefanos, sulla batimetrica di 5-6 metri, coperto da circa 1.5 metri d'acqua.

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M 12 giu 2019 Kytnos – Syros 23

L'isola collinare di Syros - Siros - Σύρος si trova a metà strada tra Kythnos e Mykonos. La sua posizione centrale lo rende il centro principale di amministrazione, del commercio e della pesca nelle Cicladi e un punto focale delle rotte marittime nel Mar Egeo centrale.

Ci sono molte buone baie per ancorare: Varis nel sud e Delfino, Megas, Lakkos e Kini lungo la costa occidentale. Inoltre, anche l'isola di Gaidaros ha un ottimo ancoraggio.

Se il vento darà un po' di tregua puntare subito a Finikas dove anche in porto l'acqua è bellissima.

Ricordarsi che all'alimentari vendono la spremuta fresca di arance e il pane (ma dopo che è arrivata la nave).

L'isola collinare di Syros - Siros - Σύρος si trova a metà strada tra Kythnos e Mykonos. La sua posizione centrale lo rende il centro principale di amministrazione, del commercio e della pesca nelle Cicladi e un punto focale delle rotte marittime nel Mar Egeo centrale.

Ci sono molte buone baie per stare alla fonda: Varis nel sud (altre 5 miglia) e Delfino, MegasLakkos e Kini lungo la costa occidentale. Inoltre, anche l'isola di Gaidaros ha un ottimo ancoraggio.

G 13 giu 2019 Syros - Paros (Paroikia) 25

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L’isola di Paros fu abitata fin dalla preistoria. Al centro della civiltà micenea, come le altre Cicladi, fu in seguito coinvolta nelle guerre tra Ateniesi e Persiani, alleata con questi ultimi. Fu conquistata dai Romani e poi da Bizantini. All’inizio del XIII secolo fu conquistata dai veneziani e inclusa nel Ducato di Naxos. Nella sua storia fu soggetta a numerose incursioni e devastazioni ad opera dei pirati. Paros è la patria del poeta Archiloco.

Il capoluogo dell’isola di Paros è la città di Paroikia o Parikia, sulla costa nord-occidentale, la seconda città più importante è Naoussa, sula costa nord. Alti centri abitati sono Marpissa, nei pressi della costa orientale e il suo porto di Piso Livadi, Lefkes nell’entroterra, Aliki, sulla costa meridionale.

Arrivati sull’isola, la prima visita è quella alla città di Paroikia, grazioso centro abitato che si sviluppa tra stradine e vicoli tra le tradizionali casette bianche dalle porte e finestre azzurre. La parte più alta, quella che offre una vista splendida sul porto è Kastro, il castello dove si trovano i resti di una fortezza dei Franchi, una torre veneziana e alcune case caratteristiche intorno alle rovine. Vicino al castello sorge la chiesetta di Agios Konstantinos, mentre verso l’interno si trova la Basilica della Madonna di Katapoliani (Panagia Ekatontapiliani, Madonna delle cento porte) chiesa bizantina con mattoni a vista, una parte più antica, la cappella dedicata a San Nicola, risalente al IV secolo d.C., diversi mosaici e importanti icone all’interno. Il complesso religioso ospita anche il Museo bizantino. Da visitare vicino alla basilica, il Museo Archeologico di Paros, con importanti reperti di epoca greca antica e romana. A su del porto da vedere la graziosa chiesetta di Agia Anna. La città di Paroikia è piena di negozi di abbigliamento, soprattutto per il mare, ristoranti, taverne e locali.

V 14 giu 2019 Paros – ( Naoussa) 10

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S 15 giu 2019 Paros - Naxos 10 Meglio nota in Italia come Nasso, è anche una bellissima città, posta sull’isola omonima. Le origini storiche di Nasso sono testimoniate dai resti ben visibili dell’antica Portara, di cui restano gran parte delle fondamenta e un enorme portale in pietra, ricordo dell’antico tempio qui presente, che si staglia sull’isolotto di fronte al porto di Naxos.

Non sono solo le attrazioni storiche che guidano qui moltissimi turisti ogni anno: Naxos è un’isola molto ampia e offre moltissime possibilità per chi ama il mare, ma anche per chi preferisce fare delle gite nell’entroterra.

Sono molti i piccoli villaggi presenti in questo fazzoletto di terra. A parte Naxos troviamo anche Filoti, Apiranthos, Tragea, Koronos, Sangri e Apollonas; si tratta in genere di villaggi di dimensioni contenute, ognuno dei quali mostra la sua personalità originale.

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Per poter approfittare al meglio di quest’isola conviene prepararsi ad una vacanza itinerante: non è pensabile scegliere una singola spiaggia da frequentare per più giorni; l’elenco di cose da vedere è lunghissimo e consiglia una sosta prolungata.

Le spiagge più famose e rinomate di Naxos sono difficili da elencare, ma volendone fare una selezione ridotta sicuramente non ci si può esimere dal menzionare Prokopios, posta sulla costa ovest, con mare limpido e tranquillo, e sabbia a sassolini tondeggianti, molto ampia e frequentata dai turisti.

Sulla costa a est si trova Kleidos, una baia caratterizzata dalla vegetazione spontanea, ancora totalmente selvaggia; il promontorio è costellato da piccole grotte, molto caratteristiche e particolari.

Verso l’interno Naxos è ricoperta da foreste di cedri del Libano, da vegetazione rigogliosa totalmente allo stato selvatico, che si alterna a campi coltivati, ad uliveti e frutteti. Perfetta per una scampagnata, in bicicletta o a piedi.

Per una sosta piacevole è d’obbligo sostare a Moustsouna, un minuscolo paesino di pescatori che si affaccia sul mare, dove in piccoli ristoranti si può assaggiare il pesce del giorno, freschissimo e gustoso.

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Rotta della settimana

D 16 giu 2019 Naxos – Ano Koufonissi ( Pori Bay) 26

Giorgio prende il Traghetto e rientra ad Atene mentre noi a pranzo partiamo per Koufonissia

Il porto è l’unico paesino dell’isola, una tipica Chora bianca ed azzurra, che la sera in estate si anima ed i molti visitatori si riversano nei numerosi ristoranti e locali che riempiono le strette stradine del centro. Ci sono anche 2 supermercati, un fornaio, un bancomat, un’agenzia di viaggi per i traghetti, una farmacia, diversi negozi di souvenir, un nuovissimo parco giochi per bambini. Vi consiglio di dormire in paese, o appena fuori, noi abbiamo dormito a Villa Roula, lo consiglio, è silenzioso ma a 2 minuti a piedi sia dalla chora che dalla spiaggia, e con una bellissima veranda vista mare

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La spiaggia del porto – Ammos Beach – è bellissima e spesso poco frequentata, ci sono delle panchine per sedersi e nell’arco di pochi metri avrete a disposizione bar, ristoranti e tutto quello che vi può servire.

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Da Ammos Beach parte la strada delle spiagge, 3,5 kilometri costeggiando una stupenda costa variegata, che alla fine arriva a Pori, la spiaggia più famosa di Koufonissi, da evitare però in caso di vento.

Le spiagge dell’isola partendo da Ammos e andando verso Est:

Chondros Cavos, a circa 800 m da Ammos, di ciottoli e sabbia, riparata in caso di vento, a poca distanza c’è un ristorante

Finikas, è il ristorante Finikas appunto, che ha dato il nome alla spiaggia (in origine veniva chiamata Charokopou), dista circa 1,1 km dal villaggio, sabbiosa.

L 17 giu 2019 Ano Koufonissi – Amorgos (Katapola) 14

Nel caso in cui non ci sia più posto al pontile, si può comunque stare alla ruota, a NE del porto. Se il vento lo consente va bene anche Kalotaritissa, la prima baia che si incontra, o Kambos bay un pò più a est.

Un giro al Monastero di Hozoviotissa, per entrarci, arrivandoci per godere del tramonto vale sicuramente la pena. Ci si può arrivare anche in bus. Per la visita si richiede un abbigliamento adeguato, spalle coperte e pantaloni lunghi sono consigliati. Un’ offerta alla fine della visita è gradita. Il Monastero è aperto tutti i giorni dalle 08.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00, in estate spesso è aperto però solo in orario pomeridiano. I monaci al termine della visita offrono un liquore e dei dolci che producono loro. Si narra che nel IX° secolo una piccola barca abbandonata si arenò tra gli scogli della zona sottostante all’odierno monastero. Nell’imbarcazione c’era un’icona della Madonna che venne rinvenuta dai monaci locali. Altre versioni riportano che la barca arrivò sulla costa governata proprio da un gruppo di monaci. Ma la sostanza non cambia. La popolazione iniziò a venerare quell’icona della Madonna miracolosa che proteggeva pescatori e contadini. Secondo alcuni l’icona proveniva dal villaggio di Hozovo, in Palestina. Ecco perché venne chiamata Vergine Maria Hozoviotissa.

Due secoli dopo, grazie ai sempre più frequenti scambi commerciali con Costantinopoli, la fama dell’immagine arrivò fino all’imperatore Alexiou Komneos che ordinò la costruzione di un monastero sul luogo del ritrovamento. Ma la costruzione del monastero non fu facile: quello che veniva realizzato di giorno, crollava misteriosamente ogni notte. Finché il capomastro pregò la

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Madonna: “Indicami Tu il luogo”. Il giorno seguente apparve un chiodo conficcato nella roccia, in un punto quasi inaccessibile, a 300 metri di altezza sul mare. Lì sorse il monastero.

M 18 giu 2019 Amorgos Alcune spiagge:

AEGIALI: la più grande dell’isola, sabbiosa, adatta anche a famiglie con bambiniAGIA ANNA: la più bella e probabilmente più famosa, anche se davvero molto piccola. A caratterizzarla: acqua cristallina e rocce, ma soprattutto la bianchissima cappella dal portone azzurro che domina la baia.

ORMOS: la spiaggia più battuta dell’isola, centrale e facilmente raggiungibile, ampia, perfetta per famiglie.

AGIOS PAVLOS: la mia preferita, spiaggia di sabbia fine e ciottoli, da qui potete prendere la barca per l’isola di Nikouria, piccola disabitata, ideale per un giorno in semi-solitudine.

MALTEZI: acque azzurre e sabbia, collegata al centro con taxi-boat ogni mezz’ora.

M 19 giu 2019 Amorgos - Astipalaia 35

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Il nome dell'isola deriva da una figura mitologica, Astypalea, che era la figlia di Phoenix e Perimede e la sorella di Europa. Ha avuto due figli con Poseidon: Anceo, re di Samos e un Argonaut ed Eurypylos, re di Kos. E' l’isola più ad ovest del Dodecaneso ed è stata italiana fino al 1943: fu la prima a diventarlo, dopo essere stata strappata ai turchi nel 1912 senza incontrare resistenza. Tracce della presenza italiana si trovano ancora nel vecchio cafénio, dove sui muri si conservano ancora memorabilia dell’epoca, tra cui una vecchia insegna della rivendita dei tabacchi ed una targa di bronzo con un’epigrafe in latino che ricordava lo sbarco degli italiani sulla spiaggia di Maltezana (così denominata perché inizialmente sede di un covo di pirati maltesi). A Maltezana ci sono i famosi bagni romani di Talara, con i suoi mosaici blu del periodo ellenistico che rappresentano le stagioni ed i simboli dello zodiaco.

Storicamente, l’isola ha avuto stretti legami con le vicine Cicladi all’epoca del dominio veneziano.

Dopo essersi del tutto spopolata a causa delle frequenti scorrerie dei pirati, fu il duca di Naxos Marco Sanudo a concedere Stampalia quale feudo della famiglia patrizia dei Querini che l’amministrarono per quasi trecento anni e che per questo aggiunsero al proprio cognome anche il nome latino dell’isola. I Querini incentivarono la rinascita demografica, invitando parte delle popolazioni di Tinos e Mikonos ad insediarvisi e realizzarono il poderoso castello attorno al quale sorse il nuovo centro abitato (inizialmente battezzato come Astinéa).

Il castello veneziano è senz’altro la maggiore attrazione della Chora, nonostante il terremoto del 1956 l’abbia in gran parte fatto cadere in rovina. Rimangono le mura perimetrali degli edifici che un tempo ospitavano le guarnigioni e le due chiese restaurate di Agios Georgios e dell’Annunciazione, con le loro cupole azzurre. Anche qui, sono incantevoli i panorami sull’Exo Nisi, l’ala più occidentale della “farfalla”.

All'ombra del castello a Rodia, un luogo poetico il cui nome deriva dal melograno che una volta cresceva vicino, c'è la chiesa di Portatissa, della Vergine Maria, una delle più belle dell'Egeo.

In prossimità della Chora, il vecchio porto di Pera Gialòs (Skala) costituisce ormai il punto d’attracco per i soli yacht privati. Col Meltemi è colpito da forti raffiche che rendono la navigazione difficile anche sottovento. Al porto c'è acqua e carburante con cisterne, ma c'è posto solo per due barche con poppa in banchina nella porzione inferiore del molo riservato al traghetto. In alternativa si può dare fondo al centro della baia in 4-7 metri di sabbia e alghe. Caffè e ristoranti, talvolta dallo stile elegante, si affiancano sulla scogliera ed il litorale.

Il porto non offre grandi ancoraggi, bisognerà usare cautela, lungo le sue sponde però vi sono buoni ristoranti, alcuni dei quali con una vista invidiabile. Se non è possibile ormeggiare a Skala, il consiglio è di seguire l’abitudine dei pescatori e spostarsi a Maltezana. Se il Meltemi imperversa, Vathi, nella parte Nordest dell’isola, è il posto migliore: uno stretto fiordo, riparato da pareti rocciose e ben ridossato. Anche davanti la spiaggia di Livadi, molto protetta, si può gettare l'ancora su sabbia e da qui la Chora dista solo 2,5 km (mezz'ora di cammino).

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Il Μonastero di Aghios Ioannis, (12 chilometri ad ovest di Chora) costruito in un paesaggio impressionante, tra due pendici scoscese, con vista sull'arcipelago e le isolette Κtenia, Pontikoussa e Ofidoussa. Sotto la chiesetta, ci sono orti e sorgenti con acque gorgeggianti. Il burrone termina sulla costa dalle acque cristalline.

Mangiare da "Ioanna Giannaru Ristorante Ageri", nella piazza di Chora, frequentato quasi solo da locali, migliore rapporto qualità-prezzo: con 10 euro a testa (capretto al forno, peperoni e melanzane stufati con feta, polipo, gamberi e frutti di mare, moussaka, formaggi locali); Da "Linta" a Kaminakia sulla spiaggia 15 euro a testa (pesce, capretto, insalate). La taverna sul molo di Maltesana: 20 euro, pesce fresco sbarcato dai pescherecci tutte le mattine (ottima la zuppa di pesce Kakavià). Le taverne sulla spiaggia di Skinontas: aragoste, insalata di ricci di mare, polipo. La taverna sulla spiaggia del porto di Chora, 15 euro.

G 20 giu 2019 Astipalaia in giro per l'isola

V 21 giu 2019 Astipalaia

Se possibile ormeggiare nella baia di Kounoupia

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S 22 giu 2019 Astipalaia - Kos (Kardamena) 47 Arrivano Felice e Patrizia e Angelo parte domani.

Kos è famosa per Ippocrate che è considerato il padre della medicina ma magari pochi sono a conoscenza che alla base della sua fama c'è anche il concetto, oggi ritenuto elementare, che la malattia così come la salute di un essere umano, dipendono anche e soprattutto da circostanze legate ad aspetti psicologici.

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Ippocrate non fu infatti solo l'inventore della ben nota cartella clinica, dei concetti di diagnosi e prognosi, legati all'osservazione dei sintomi che interessano il paziente ma bensì fu anche il primo ad ipotizzare che ci sia una diretta relazione tra aspetti psicologici e malattie. Tra le sue famose frasi, infatti, troviamo anche queste che seguono e che non lasciano alcun dubbio su ciò che aveva scoperto; “Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.” “Dal cervello, e dal cervello solo, sorgono i piaceri, le gioie, le risate e le facezie così come il dolore e il dispiacere.”“La guarigione è legata al tempo e a volte anche alle circostanze".

Inoltre c'è da ricordare che Ippocrate viaggiò anche moltissimo, visitò infatti tutta la Grecia ed arrivò persino in Egitto e in Libia. Operò nell’area del Mediterraneo e nei suoi viaggi toccò la Sicilia, l’Egitto, Alessandria, Cirene e Cipro. Morì a circa ottanta anni, un età incredibile per quei tempi.

Ma quello che mi preme sottolineare è che alla base delle sue concezioni c’era una curiosità incredibile che solo in seguito diventò una filosofia molto pratica e ricca di un notevole buonsenso.

I principi fondamentali erano di lasciar fare alla natura, cioè alla forza guaritrice della natura, di osservare attentamente il malato ed intervenire il meno possibile, fare attenzione all’alimentazione e alla salubrità dell’aria ma anche di dare importanza agli aspetti psicologici.

Kos è l'isola in cui si trova il santuario di Asclepio, dio della medicina. Sull'isola nacque anche Ippocrate, padre della medicina moderna, intorno al 460 a.C. Ippocrate fu il primo medico a sviluppare teorie proprie e a rifiutarsi di credere che le malattie fossero un castigo degli dei. A Kos si avverte la sua presenza: ad esempio c'è un albero che si trova vicino alla fortezza dei Cavalieri che si dice sia stato piantato proprio dal medico greco. Secondo la leggenda, il fondatore della moderna medicina Ippocrate padre ha insegnato ai suoi discepoli l'arte della medicina sotto questo platano. Anche all'interno del Museo Archeologico c'è una grande statua che rappresenta Ippocrate, nonché un mosaico che raffigura Asclepio.

A circa quattro chilometri da Kos su una collina boscosa c'è il santuario di Asclepio, un tempio romano in stile corinzio. Costruito su tre livelli in cima alla collina, il santuario è dedicato al dio della medicina. Qui Asclepio guariva gli ammalati attraverso le acque curative e le sorgenti termali.

Ancora si apprezzano i condotti di circolazione e i tubi. Al primo livello c'è l'altare dedicato al sole e agli altri dei. Ci sono anche alcuni resti del tempio ionico, con pezzi di colonne e gocciolatoi a forma di testa di leone.

Da vedere in centro città l'Agorà di cui rimangono pochi resti e l'anfiteatro romano oltre al Castello di Neratzia vicino al porto cittadino. Nelle vicinanze di Kos c'è il Villaggio di Zia, sui pendii del Monte Dikeon. Percorrendo la pittoresca strada che da Kos conduce a Zia sembra quasi di salire in alta montagna. La strada sempre più impervia e ricca di tornanti, un paesaggio montano, fino a raggiungere Zia. Qui in un unica e sola strada è tutto concentrato di negozi di souvenir, prodotti tipici locali (spezie, miele olive ed olio) e molti oggetti di manifattura locale a prezzi davvero economici. Consigliata una sosta in una delle tante taverne tipiche greche. Da qui il tramonto è eccezionale.

PORTO DI KOS Kos 22420 26594 (vhf 16) Porto. Acqua, carburante con autobotte, servizi, gru alaggio, ristorante, rifornimenti, officine, meccanico. Ormeggiare (dando ancora) di poppa o di prua sulla banchina sul lato E del porto. Fondo di di 5-6 m, fangoso, ottimo tenitore.

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Con meltemi forte, si insinua risacca. Nel caso di burrasche da NNE il porto diventa quasi insostenibile.

Se non si trova posto al porto antico, dirigersi a KOS MARINA Kos 22420 57500 (vhf 77) Marina privato. Acqua, energia elettrica, carburante, servizi, gru alaggio, travel lift, parcheggio barche a terra, scivolo, rifornimenti, officine, meccanico, ristoranti. Kos Marina ospita molte barche charter, quindi c'è il rischio di non trovare facilmente posto il sabato e domenica, quando le barche tornano per il cambio di equipaggio.

Comunque contattare il porto e effettuare la prenotazione, anche online www.kosmarina.gr.

In avvicinamento da NW, prestare la massima attenzione ai bassi fondali rocciosi che sporgono abbondantemente da Ak Ammoglossa. La costa di Kos è per lo più rocciosa, ma vi sono alcune spiagge bellissime, specie a Nord e ad Ovest incastonate in una assolata costa dalla quale si inerpicano alcuni sterrati talvolta impressionanti.

Ogni spiaggia di Kos è lunga almeno un kilometro. Sono tutte a sudovest. Da non perdere Mastihari, Tigkaki, Marmari, Chrysi Akti, Kefalos e Paradise.

Rotta della settimana

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D 23 giu 2019 Kos - Nysiros 10 Lungo la rotta merita una sosta a Gyalis dove c'è una grandissima cava di pietra pomice.

con il tender, se il vento lo consente, si può facilmente superare lo scivolo e costeggiare la costa in direzione SW fino a raggiungere una piccola spiaggetta, poco prima di Ak Kaloutoi.

Qui il paesaggio è veramente bellissimo e selvaggio e i colori del mare sono caraibici. Bastano pochi passi sulla spiaggia per giungere alla parte opposta dell'isola di Yiali e ammirare anche un suggestivo scorcio sull'isola di Kos. Impossibile non immergersi in queste acque cristalline. La spiaggetta è completamente costituita da pietre pomice, più o meno grandi e una camminata a terra sostituisce una seduta dall'estetista… in quanto ripulisce completamente i piedi dalla pelle secca.

Dopo pranzo a Nysiros. L’antico nome dell’isola era Porfiris. La leggenda narra: durante la guerra contro i Titani, Poseidone scagliò un pezzo dell'isola di Kos, contro Polyvotis; dando origine all'isola di Nysiros. Famosa per i capperi sotto sale e i pomodorini dolci alle mandorle. Nisyros è l'ideale acquistare prodotti tradizionali come il Soumada, bevanda locale a base di mandorle, miele, pomodorini e capperi conservati. Provare ad ormeggiarsi al Mandraki, se non c'è posto bisogna andare a Palos dove c'è il porticciolo turistico ottimo riparo dal meltemi, con il noleggio motorini sul molo.

In caso di forte meltemi la costa N di Nisiros è spazzata da violente raffiche catabatiche e l’onda diventa corta e ripida. Una secca rocciosa sporge di circa 100 metri a N di Ak Ammodes.

All’ingresso del porto, verso la riva, i fondali sono molto bassi, quindi in ingresso procedere con estrema cautela ed evitare di entrare con vento e onda.

Rispetto a quanto riportano alcuni portolani, il molo di sopraflutto del porto è stato modificato (la foto seguente riporta la situazione attuale).

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Il bacino del porto è stato dragato a 3 metri, comunque entrare e manovrare scandagliando con attenzione: non avvicinarsi alla parte W del bacino portuale, perché ostruito da bassi fondali.

La parte migliore per ormeggiare è il molo N, ma molte imbarcazioni ormeggiano di poppa anche alla banchina S, caratterizzata da fondali più bassi: è più comoda in quanto più vicina ai ristoranti, ma è anche più disturbata.

Si può anche accostare all’inglese al molo di sottoflutto. Nell’effettuare la manovra dare tanta catena (circa 40 metri) perché i posti sono al traverso rispetto al vento prevalente.

Se si vuole essere sicuri di trovare posto è opportuno arrivare presto, perché nel pomeriggio il porto si riempie. Tenere anche conto del fatto che il porto viene utilizzato dalle imbarcazioni charter per i cambi di equipaggio, quindi è particolarmente difficile trovare posto durante il fine settimana.

Alla estremità NW della diga foranea si possono affittare degli scooter (Moto & Car PETASTRA) con i quali fare il giro dell’isola.

Gli stessi gestori di questa agenzia di noleggio mettono anche a disposizione un servizio lavanderia, dei servizi igienici e una doccia.

C'è un vulcano attivo visitabile. Merita affittare un motorino per girarla tutta. Fare un giro nel dedalo di stradine di Mandráky, prendere un caffè nella piazza principale e salire in cima alla rupe su cui svetta un monastero del XIV dedicato ala Vergine della Grotta (Moní Panagías Spilianis) da cui c'è una visuale bellissima sull’isola e oltre. Petarlo isopgna essere vestiti adeguatamente e gli uomini devono avere i pantaloni lunghi. Poi ancora più in alto fino all’acropoli, Paléokastro (epoca micenea), da cui la vista è ancora più spettacolare.

Mandraki è il paese più bello con la spiaggia. Vicino ci sono le Terme comunali di Loutra dove con

€3 si fa il bagno. La Taverna che si chiamava un tempo Kalikanthos ora è il BACARETO TAVERNA MARGARITA, dietro il Mulino di Mandraki è assolutamente da non perdere. E' di un veneto che ha adattato i prodotti locali alla cucina venete.

Nelle vicinanze della chiesetta di Agios Nikita e del porticciolo di Mandraki, c’è una deviazione con una indicazione poco visibile che, in circa 5 km, porta a PALEOKASTRO, l’antica acropoli del IV secolo avanti Cristo. Imperdibile.

Alta, sulla sommità della collina che domina il paese di Mandraki, si erge una bellissima, ampia e possente cinta muraria di grandi blocchi di pietra scura; intorno belle e curate aiuole di erbe profumate, un restauro discreto ed efficace che ha lasciato a questo luogo il suo fascino antico.

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Meritano i villaggi di Níkea e Emboreios. Due insediamenti sull’orlo del precipizio con una vista mozzafiato sulla caldera e un’atmosfera d’altri tempi. Ad Emboreios all'ingresso del paese, un curioso cartello “SAUNA” indica i una piccola grotta naturale, proprio sotto il paese, dalle cui rocce fuoriescono bollenti vapori sulfurei. Lo spettacolo è incredibile, nessuna porta e nessun custode, un rudimentale sedile, entrata libera. A Nikea, l’altro paese affacciato sul Vulcano, il panorama è magnifico. Da visitare, prima di andare alla Caldera dove servono sandali con suola spessa per evitare di scottarsi, il Museo di Vulcanologia che apre alle 10.00 e che vale la pena visitarlo per comprendere meglio l’isola di Nisyros e il suo Vulcano. Poi non perdere la piazza principale che si chiama Porta: una delle più belle dell'Egeo. Per mangiare un'ottima insalata di Nysiros (diversa da quella classica) andare da Andriotis.

A Avlaki c'è una spiaggia di ciottoli neri e tutte le rocce intorno sono nerissime (è la sciara del vulcano). La strada per arrivarci è asfaltata. Qui c'è la chiesa tutta bianca di AGIOS PANTELEIMON, il medico cristiano dell’imperatore romano Galerio martirizzato all’epoca di Diocleziano. La sua storia dice che condannato al rogo le fiamme si spensero, immerso nel piombo fuso il piombo si raffreddò, gettato in mare con una pietra al collo la pietra galleggiò, condannato ad feras le belve si misero a fargli le feste, legato alla ruota le corde si spezzarono, la spada che doveva decapitarlo si piegò e il boia si convertì, insomma solo quando diede il suo consenso riuscirono a tagliargli la testa. Insieme ai santi Cosma e Damiano, Panteleimon è dunque il patrono dei medici, grandemente onorato sia in oriente che in occidente, patrono anche di molte città italiane. Guardando fuori dalla finestra vicina all’iconostasi sull’orizzonte non si vede semplicemente il profilo dell’Isola di Tilos, ma si vede bene anche il Monte Profitis Ilias di Tilos, quello su cui si trova il monastero fortezza di Agios Panteleimon, uno dei suoi santuari più importanti nell’Egeo. Chi non può andare al Santuario di Tilos a chiedere grazia per i suoi malanni viene quaggiù, nel posto più vicino al Santuario di Tilos…

Da Pali continuando ancora verso sud, salire per le colline di Capo Katsouni, appena la strada sprofonda in un avvallamento che arriva vicinissimo al mare, lasciare il motorino sulla strada e scendere su quella che sembra solo una stretta e lunga striscia di anonimo ghiaietto fra la strada e il mare.

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Dalla strada non si vede proprio nulla e nessun riferimento può far intuire la presenza della Spiaggia di Pomice, ma appena sarete sulla riva del mare la vedrete perché la stretta striscia di sabbia su cui siete appena scesi continua verso nord allargandosi proprio a ridosso del promontorio da cui siete venuti col motorino.

L 24 giu 2019 Nysiros

In giro per la cittadina ed il vulcano.

M 25giu2019 Nysiros-Tilos 19

Nota come l'isola verde del Dodecaneso, da quando nel 1990 è divenuta membro di GreenPeace. Un tempo vi viveva una razza nana di elefanti estintisi per uno tsounami nel 4500 bc. Da qui partirono i primi coloni greci alla volta della Sicilia a fondare quella che poi divenne la Magna Grecia. Le rovine delle antiche fortezze sono numerose. Tra tutte spicca il castello di Mesarià, risalente al XIV secolo. La vegetazione è caratterizzata da fitte distese di salvia, rosmarino e asfodelo.

Partire la mattina presto così lungo la rotta vedere Agios Antonios, a nord, dove c'è un porticciolo delizioso, ma con un unico posto barca. Il capoluogo è Megalo Chorio e dista 5 km da Livadia che è l'unico porto. La si può raggiungere la sera con il bus.

Lontana dal turismo dei grandi numeri: Tilos, una sorta di enclave di australiani e americani di origine greca che tornano ogni estate. L’approdo più suggestivo al porto di Livadia è alla sera, quando le luci che si scorgono dal mare fanno apparire l’isola come un ciclope con un occhio fiammeggiante. Se Livadia è il porto (bruttino) più importante dell’isola, è nel borgo di Megalo Horio, 160 abitanti, adagiato sulla collina di Agios Stefanos, che si concentra la vita dell’isola all’imbrunire. Percorrendo tutta la spiaggia della baia di Livadi si raggiunge in 25 min a piedi Agios Stefanos un piccolo porticciolo di pescatori.

Sui resti del tempio di Apollo e Atena fu costruita la chiesa dell’Arcangelo Michele, dove sbiadiscono affreschi del XVI secolo. Un sentiero si inerpica fino al Castello dei Cavalieri: dalle mura si gode la spettacolare vista del golfo di Agios Adonios. Altri tesori: il monastero affrescato di Agios Panteleimon (XV sec.) e i percorsi per birdwatcher. L’isola è popolata da un centinaio di specie diverse di volatili, dall’aquila del Bonelli al falco Eleonora. Ma ci sono anche ecosentieri segnalati che serpeggiano nella macchia mediterranea.

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Fra le spiagge, quella di ciottoli di Lethra, che si raggiunge partendo a nord di Livadia e attraversando la Gola di Potami, e Despoti Nero, piccola oasi di silenzio. Poco frequentata anche Plaka, incorniciata da alberi spontanei. Alla Taverna Trata a Livadi si mangia molto tradizionale (maiale nel coccio).

M 26giu2019 Tilos-Chalki 20

Avvicinandosi a Chalki occorre fare molta attenzione per scogli affioranti.

Il porto è adeguatamente ridossato dal meltemi, mentre è aperto ai venti da S, che sollevano notevole onda. Kalki, il cui nome deriva dalle antiche miniere di rame che erano presenti nell'isola, ha un porticciolo delizioso, copia in piccolo di quello di Simi, attorno a una rada a ferro di cavallo.

Se si vuole accostare al pontile galleggiante, il posto migliore dove dare ancora è ad SW del pontile stesso, dove il fondale è di 7-8 metri di sabbia chiara. Si può anche stare dalla parte NE del pontile galleggiante.

E’ invece più disagevole ormeggiare ad E del pontile galleggiante in quanto tale zona è caratterizzata da fondali che decrescono molto rapidamente verso il largo. Se si è costretti a ancorare in questa zona, predisporre una linea di ancoraggio molto lunga.

E' molto piacevole è buttarsi in acqua direttamente dal pontile per un bagno rinfrescante, in un’acqua sorprendentemente limpida e pulita nonostante si sia in porto. Una scaletta posta di fronte alle casette sulla riva NE consente di risalire agevolmente.

Si può dare ancora nella parte a N della rada del porto portando anche le cime a terra. I fondali diventano rapidamente profondi verso il largo. Questo ancoraggio va utilizzato solo in caso di tempo buono.

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Molte case sono in rovina perché la popolazione si sta gradualmente trasferendo in cerca di lavoro, abbandonando un’economia fatta ancora di pesca e allevamento delle capre. Non circolano autobus (solo un paio di taxi) ed è diventata buen retiro di scrittori e poeti a caccia di ispirazione. Impresa vana cercare un ufficio turistico: non c’è. La sera al Mavri Thalassa, ristorante di pesce in fondo al porto, gli isolani si mescolano con i turisti. Pochi piatti nel menu a voce, ma immancabili i calamari e i gamberetti. Alla Maria’s Taverna le cicerchie locali accompagnano lo stufato di agnello cucinato con erbe aromatiche, mentre si è contagiati dalla rilassante atmosfera di una piazzetta all’ombra degli alberi.

Emborion è l'unico approdo dell'isola, protetto ma ci sono raffiche. Se non ci dovesse essere posto in porto, sempre molto affollato se non si arriva presto, andare a Potamos. Evitare Kania per gli allevamenti di branzini.

Visita dell'isola. Chalki e l'isola della pace e dell' amicizia dei popoli, e da tanti anni ospita la riunione annuale dei giovani provenienti da tutto il mondo. A 30 min a piedi si trova Chorio un paesino abbandonato alla meta degli anni '20. Dal cimitero è possibile raggiungere tramite una stradina il castello dei cavalieri di San Giovanni costruito nel 14° secolo sulle mura di un’antica acropoli. Da qui sopra si gode un bellissimo e spettacolare panorama che arriva fino alle coste dell'isola di Karpathos e di Rodi. Assolutamente da non perdere sono le 300 cappelle del monastero di San Giovanni. Lungo il percorso si staglia il monastero dell’Arcangelo Michele.

G 27 giu2019 Chalki - Symi 24

Le coste di Symi sono estremamente frastagliate e la sua posizione è veramente strategica: infatti è posta all’ingresso del Golfo di Doris (Turchia) ed è molto protetta dalla costa turca e di conseguenza meno esposta al meltemi.Ci si può rifugiare a Symi in occasione di previsioni di meltemi molto: vento teso ma sostenibile, mare caldo, acqua cristallina e paesaggi da cartolina.

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Si può fare il bagno all'isolotto di Sesklio. A SE di Seskili l’Isolotto Artikonisi delimita a S l’ancoraggio di Ormos Skomisa. Entrare nella rada da E, evitando di avvicinarsi troppo alla riva N dalla quale sporge una secca rocciosa. Sufficientemente ridossato dal meltemi, questo ancoraggio risulta anche essere parzialmente riparato da WSW. Dare ancora su un fondo di sabbia e roccia, non ovunque buon tenitore.

Dopo il bagno andare in rada a Panormitts, villaggio pittoresco, nell'estremo sud ovest dell'isola di Symi dove c'è una bella insenatura.

Con meltemi forte il tratto di mare di fronte all’ingresso della rada può diventare molto agitato. La riva NE della imboccatura della rada è sormontata da un mulino bianco con tetto tinta mattone, cospicuo. Ben riconoscibile è anche l’imponente edificio del monastero, situato sulla riva S.

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Si può ancorare sia nella parte E (fondali di circa 7 metri) che in quella W (fondali 4-5 metri) della insenatura, ma la parte ad E è evidentemente quella più ridossata e protetta. Evitare di ancorare proprio di fronte al pontile, riservato ai traghetti (che sono abbastanza frequenti), perché quando arriva la nave si rischia di essere mandati via. La rada è parecchio frequentata, quindi se si arriva tardi nel pomeriggio, si trova posto solo nella zona ad W della rada, che è quella più disturbata e meno protetta dal meltemi.

La mattina piuttosto presto e la sera gli altoparlanti del monastero diffondono a un volume piuttosto elevato le cantilenanti preghiere dei monaci e ciò conferisce a questo ancoraggio un connotato assolutamente inusuale.

Panormittis è famoso per il suo monastero ortodosso, eretto in tipico stile veneziano. Il Monastero dell'arcangelo Michele: è il monumento più noto ed importante di tutta l'isola. Dedicato al santo patrono dell'isola (protettore anche dei marinai). Eretto nel 12° secolo e ricostruito nel 18° secolo è meta di pellegrinaggi, in quanto il culto di San Michele è vivissimo tra le popolazioni dell'Egeo.

Dallo stile tipicamente veneziano, questo monastero custodisce non solo manufatti di rara bellezza, ma anche una grandiosa (misura circa tre metri di altezza) e particolarissima icona in argento dell’Arcangelo.

Un’antica leggenda locale afferma che l’Arcangelo Michele è solito apparire in sogno durante la prima notte che si dorme sull'isola… è per questo che dormiremo in rada!

V 28 giu2019 Symi 10

Partendo la mattina presto si può far rotta verso nord e fermarsi a fare il bagno ad Agios Georgios Dysalonas che è considerata la più bella spiaggia di Symi.

Andando verso Symi l’isoletta di Nimos è situata immediatamente a N. Lo stretto passaggio tra le due isole, molto comodo per evitare di aggirare tutta Nimos, ha al centro fondali di 4 metri ed è praticabile, per lo meno con tempo buono. Attenzione al passaggio degli aliscafi: anche loro usano passare da qui e giungono ad alta velocità. Quindi prima di imboccare lo stretto canale, è opportuno verificare che non ne stia giungendo qualcuno.

Il porto principale dell'isola è Gialos è collegata alla parte alta del paese Chorio (o Ano Symi) dalla Kali Strata, una scalinata monumentale costeggiata da signorili palazzi neoclassici (alcuni in rovina) di mercanti ed armatori, arricchiti dal commercio delle spugne e dalla costruzione delle

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barche. Si può ancora ammirare il bel edificio neoclassico che un tempo ospitava l'antica farmacia dell'isola.

Bellissimo borgo con casette bianche e colorate dagli splendidi balconi, tante belle chiese e scalinate e l'antico castello dei Cavalieri (kastro) o di San Giovanni fatto saltare durante la seconda guerra mondiale quando fu adibito a deposito munizioni.

Il Porto di Symi è situato nella bella insenatura immediatamente a W di Pedhi ed è di fatto un porto naturale.

La parte più esterna del pontile N è riservata ai traghetti. Più internamente vengono fatti ormeggiare i grossi yacht e le barche da diporto, che vengono anche indirizzate alla banchina S. La parte W del porto è riservata alle barche turistiche locali. C'è un addetto che provvede a dare indicazioni per l’ormeggio.

Il fondale è piuttosto profondo, quindi dare ancora su 12-20 metri di fondo di fango e roccia non ovunque buon tenitore. Gli ormeggi sono piuttosto disturbati dall’onda provocata dall’arrivo dei traghetti. Il porto è sufficientemente ridossato dal meltemi. Forti venti da S sollevano una risacca che può diventare pericolosa.

In condizioni di tempo buono si può anche dare ancora a Ormos Kharani, immediatamente a N del porto, tenendo conto del fatto che i molto ormeggi permanenti limitano l’area dove si può ancorare.

I fondali sono piuttosto profondi e a tratti irregolari.

Se non si trova posto in porto ci si può ancorare ad Agia Marina che è a 2 miglia a est dopo l'omonimo capo, così da riprovarci poi la mattina dopo per scendere a terra. Appena a NW dell’ingresso della insenatura di Pedhi, l’isolotto sormontato dalla piccola chiesetta di Ay Marina offre un piccolo angolo di paradiso, molto ben ridossato dal meltemi su un fondo di sabbia chiara di 3-4 metri. Qui bisogna filare le cime a terra.

Se non c'è posto nemmeno ad Agia Marina allora andare a Ormos Pedhi un po' più a sud.

Entrando nella rada porre attenzione ad uno scoglio posizionato proprio all’ingresso della insenatura , ben visibile di giorno. Un piccolo molo, utilizzato per lo più da caicchi e da barche turistiche locali, sporge dalla riva W dove conviene ormeggiarsi in testata. Dare ancora preferibilmente in 7-

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10 metri d’acqua appena a N o a S del molo su fondale di alghe e sabbia, non ovunque buon tenitore. Controllare con attenzione la tenuta dell’ancoraggio, soprattutto con previsioni di meltemi.

Il fondo decresce molto velocemente verso il largo e quando, come spesso accade, l’ancoraggio è molto frequentato, si corre il rischio di dover dare ancora su fondali piuttosto profondi (18-20 metri), valutare la possibilità di calare una seconda ancora. Bisogna arrivare piuttosto presto perché a partire dal pomeriggio la rada si riempie.

Mantenersi comunque ad una distanza adeguata dal molo perché ad esso attracca talvolta anche qualche piccola nave da lavoro (foto seguente) e in tal caso le imbarcazioni che intralciano le manovre vengono mandate via. Si tratta comunque di un buon ancoraggio che consente, con le dovute cautele, di sostenere anche un meltemi teso.

La riva N della insenatura è stata banchinata ed è possibile accostare all’inglese (arrivando presto se si vuole trovare posto): in tal caso proteggere bene le fiancate e prestare attenzione a degli anelli di ormeggio che sporgono dalla banchina.

La fermata del bus per la cittadina di Symi è dietro al molo (cartello con gli orari esposto dietro il molo): corse abbastanza frequenti. Una stradina (in salita) molto panoramica consente di arrivare a piedi fino a Symi in circa 20 minuti, ma è consigliabile percorrerla solo nelle ore più fresche.

Si può andare in tender ad Ay Marina per dei bagni superlativi.

S 29 giu2019 Symi - Rodi 25

La città medievale di Rodi è stata dichiarata dall’ Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 1988 ed è la più antica città medievale abitata d’ Europa. Ci sono oltre 200 strade e stradine, tortuose, spesso senza nome…ecco, non è difficile perdersi tra questi vicoli, ma è normale perché queste vie sono state progettate come difesa dai pirati, affinché si perdessero!

Le mura del centro storico sono in ottime condizioni e sono lunghe più di 4 km!

La strada principale si chiama Sokratous, partite da qui e poi andate e perdetevi!

COSE DA VEDERE E FARE A RODI CITTA VECCHIA

Entrando attraverso Marine Gate (Agias Ekaterinis) che secondo me è l’accesso più bello per entrare in città, vi troverete in Piazza Ippokratous. Questo è un buon punto da cui iniziare l’esplorazione della Città Vecchia di Rodi. La piazza è un vivace punto d’incontro circondato da caffè, negozi e ristoranti all’aperto. Da qui avete accesso diretto alla via dello shopping, Sokratous.

Marine Gate

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Dirigendosi verso nord attraverso la parte alla della città vecchia, di fronte alla Porta della Libertà (Eleftherias), si trova la Piazza Symis con le rovine del III secolo a.C. del Tempio di Afrodite.

Una passeggiata attorno al porto di Mandraki è molto piacevole. Anche se la sua posizione precisa rimane un mistero, qui è dove un tempo si trovava l’antico Colosso di Rodi, molti credono che la statua di bronzo si trovasse all’ingresso del porto di Mandraki, ma in realtà in questo modo avrebbe bloccato l’ingresso del porto alle grandi navi. Probabilmente si trovava da qualche parte nella zona orientale del porto o nell’entroterra. Il Colosso di Rodi fu costruito in dodici anni: dal 304 al 292 a.C.. Il responsabile dell’impresa fu lo scultore Chares di Lindos, la statua misurava 32 metri- Un terremoto nel 226 a.C. fece finire la statua nelle acque del porto, dove è rimasta – a pezzi – per oltre 1.000 anni, prima di essere trasportata in Siria dagli invasori arabi nel 654 d. C. poi se ne sono perse le tracce. Il Colosso di Rodi è considerato come una delle sette meraviglie del mondo antico.

Antichi mulini al porto Mandraki

A nord delle mura della città vecchia, al confine con il porto di Mandraki, si trova la Fortezza di San Nicola del XV secolo. Serviva come punto di difesa chiave per il porto e la città murata.

Il palazzo del Gran Maestro dei Cavalieri, il famoso “Castello”, si trova nella Città Medievale, in odos Ippoton, la celebre via dei Cavalieri. È aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 8:00 alle 16:00.

Si tratta di uno dei più grandi monumenti eretti nel Medioevo. Era il centro amministrativo, la residenza del capo dei Cavalieri di San Giovanni di Rodi e la sede della classe dirigente. Durante il periodo ottomano fu danneggiato da un’esplosione, fu ricostruito durante il periodo in cui Rodi era sotto l’occupazione italiana, nel 1912. Oggi ospita il Museo di Rodi.

Il Castello

L’Acropoli di Rodi, risalente al periodo ellenistico (II-III secolo a.C.) si trova sulla collina del Monte Smith, nella parte occidentale e più alta della città. Gli amanti delle antichità elleniche apprezzeranno sicuramente una passeggiata sulla collina, in uno splendido e rigoglioso parco archeologico ed avranno l’opportunità di ammirare il Santuario di Apollo Pythius, il tempio dorico in onore di Zeus Polieus e Polias Athena. Il momento migliore per fare una passeggiata e fare jogging è nel pomeriggio per godersi un tramonto unico con la vista sulla città e sul mare.

Il modo migliore per visitare la città vecchia è a piedi: tutte le attrazioni sono facilmente raggiungibili e si trovano a breve distanza l’una dall’altra.

D 30 giu2019 Rodi - Tilos 45

Partono Felice e Patrizia Rotta della settimana

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L 1 lug 2019 Tilos

M 2 lug 2019 Tilos - Astipalaia 45

M 3 lug 2019 Astipalaia

G 4 lug 2019 Astipalaia - Chalki 65

V 5 lug 2019 Chalki - Alimnia 10

Alimnia, isola che è praticamente deserta, eccetto qualche sparuta casa di pescatori. Insieme a Chalki era punto di avvistamento di Rodi, come testimoniano i forti diroccati. Dormire in rada nella baia sud dove il fondo è ottimo tenitore ed è la più protetta.

Ha due grandi baie Emporion e Agio Gheorghios che fungono anche da porti naturali. Nella seconda si trova l'unico insediamento abbandonato dopo la seconda guerra mondiale. Non distanti le caserme italiane anch'esse abbandonate. Ci sono graffiti dei tedeschi in alcuni resti. L'isolotto è sempre stato utilizzato come base navale fin dai tempi dei Bizantini. Le spiagge di Alimnia sono spettacolari per fare snorkeling.

S 6 lug 2019 Alimia Relax

D 7 lug 2019 Alimia - Rodi 30

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