Malattie neurodegenerative
• Progressiva e irreversibile perdita di neuroni in specifiche aree del cervello
– Ippocampo e corteccia: perdita delle capacità mnesiche e cognitive –
Alzheimer
– Gangli della base: anomalie nel controllo dei movimenti – M. di Parkinson, corea di Huntington
– Motoneuroni spinali, corticali e bulbari:
debolezza muscolare - SLA
Morbo di Alzheimer
• Malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla presenza di placche amiloidi, aggregati neurofibrillari e perdita di neuroni,
soprattutto neuroni colinergici del proencefalo (ippocampo e nuclei della base)
Nel 1907, durante il Congresso
Psichiatrico di Tubinga, lo psichiatra e neuropatologo tedesco Alousius
“Alois” Alzheimer presentò il caso di questa donna, Auguste D., di circa 50 anni, sottolineando come,
successivamente all'autopsia, il
cervello mostrasse "una scarsità di cellule nella corteccia cerebrale e gruppi di filamenti localizzati tra le cellule nervose".
Cervello normale Cervello di malato di Alzheimer
PET scan
Placche amiloidi costituite da depositi extracellulari amorfi di Ab
Aggregati neurofibrillari intracellulari costituiti dalla proteina Tau nella sua forma iperfosforilata
Ipotesi dell’amiloide.
Morbo di Alzheimer: ipotesi colinergica
• La perdita dei neuroni colinergici è
probabilmente responsabile del deficit nell’apprendimento e nella memoria
– Riduzione dei neuroni colinergici presinaptici nel proencefalo (ippocampo e neocortex)
– Marcata riduzione di attività dell’enzima
colina acetiltransferasi in varie zone della
corteccia
Vie colinergiche del SNC
Approccio sintomatico
• Mira ad aumentare i livelli dei
neurotrasmettitori che sono deficitari
acethylcholine
• Farmaci anticolinesterasici reversibili
– A breve durata d’azione:
edrofonio. Si lega in maniera reversibile al sito anionico dell’enzima. Per far diagnosi di miastenia gravis
– A durata intermedia:
• Neostigmina, fisostigmina (esteri carbamilici): nella terapia della miastenia, per revertere l’azione dei
curarici non depolarizzanti alla fine dell’anestesia
• Donepezil, rivastigmina, galantamina, tacrina: per il trattamento dei disturbi cognitivi della malattia di Alzheimer
(min)
Farmaci
anticolinesterasici
Effetti collaterali:
diarrea, nausea, vomito, ma in genere sono ben tollerati
Memantina
Effetti collaterali: cefalea
Morbo di Parkinson
• Malattia neurodegenerativa caratterizzata da
– Tremori (a riposo) – Rigidità muscolare – Bradicinesia
– Compromissione dell’equilibrio posturale
James Parkinson, 1817
Eziologia
• Idiopatico
• Genetico (10-15%, sinucleina e parkina)
• Encefalite virale?
• Tossico
– Farmaci che riducono la quantità di dopamina nel cervello (reserpina)
– Farmaci che inibiscono i recettori dopaminergici (neurolettici)
– MPTP (1-metil-4-fenil-1,2,3,6- tetraidropiridina), 1982
– Rotenone (diserbante)
Morbo di Parkinson
• Riduzione del contenuto di dopamina e degenerazione neuronale nella
substantia nigra pars compacta e
nello striato, e comparsa di inclusioni intracellulari (corpi di Lewy:
aggregati di α-sinucleina, proteina coinvolta nel riciclo delle vescicole).
normale Parkinson
Principali vie dopaminergiche
LeWitt NEJM 2008
Sbilanciamento dell’equilibrio tra l’innervazione
dopaminergica
(inibitoria) e quella colinergica
(eccitatoria).
Levodopa
• Precursore della dopamina in grado di attraversare la
barriera ematoliquorale
(carrier degli aminoacidi aromatici)
Levodopa
• Viene somministrato insieme ad un inibitore della dopa decarbossilasi periferica (carbidopa) che riduce gli
effetti collaterali periferici ma non attraversa la barriera ematoliquorale
Levodopa
• È efficace nell’80% dei
pazienti, ma perde di attività dopo 2-4 anni circa
• Effetti collaterali sono le discinesie, movimenti
involontari facciali e delle estremità che interessano fino l’80% dei pazienti
trattati per lunghi periodi
• Fenomeno del wearing-off o acinesia di fine dose, effetto
“on-off”
• Altri effetti collaterali:
nausea e anoressia,
ipotensione, disorientamento, insonnia, allucinazioni, psicosi
Levodopa:
controindicazioni
• Controindicata in pazienti psicotici
• Nel glaucoma ad angolo chiuso
• In pazienti con ulcera peptica attiva
• È un precursore della melanina, da evitare o sotto stretto controllo in pazienti con storia di melanoma
• Agonisti dei
recettori della dopamina
bromocriptina (agonista D
2, agonista parziale
D
1); ropinirolo e
pramipexolo (agonisti selettivi D
2)
Rotigotina (agonista D
2e D
3, per via
transdermica
DA AGONISTS
Agonisti recettoriali, vantaggi
• La loro attività non dipende dall’attività funzionale dei neuroni nigro striatali
• Hanno una durata d’azione più lunga della l-dopa, minore frequenza di
fluttuazioni motorie e discinesie
• La terapia dovrebbe essere iniziata con questi farmaci
• Possono modificare il decorso del
Parkinson?
Agonisti recettoriali, svantaggi
• Anoressia, nausea e vomito, stipsi e dispepsia
• Ipotensione posturale (all’inizio della terapia)
• Discinesie
• Convulsioni, allucinazioni, disturbi
psichiatrici
1
Reuptake 2
AD
SELEGILINA
Inibitore delle MAO-B
• Selegilina
• Rasagligina
• Sempre in associazione a L-DOPA di cui prolungano l’azione
• Rallentano il catabolismo della
dopamina e sono utili per ridurne la dose e attenuare i fenomeni “on off”
e “wearing off” di grado lieve
1
Reuptake 2
AD
ENTACAPONE TOLCAPONE
Inibitori delle COMT
Apomorfina
• Potente agonista dopaminergico
efficace per il sollievo temporaneo dei periodi off di acinesia nei pazienti in terapia con levodopa
• Somministrato per via sottocutanea, efficace dopo 10 min e per 2 ore
• È un potente emetico
DOPAC
AMANTADINE
ACETHYLCHOLINE INHIBITORS
Inhibits NMDA receptors
Farmaci anticolinergici
• Migliorano il tremore e la rigidità ma sono poco efficaci sulla bradicinesia
• Effetti collaterali
antimuscarinici
• Procedure chirurgiche
– Stimolazione encefalica profonda ad alta frequenza del nucleo subtalamico e del globus pallidus
– Trapianto di tessuto dopaminergico (substantia nigra fetale)
– Terapia cellulare
• Terapia genica (studi di fase I); iniezione nel corpo striato di un adenovirus tipo 2 come
vettore di geni:
– Gene codificante la decarbossilasi dell’acido glutammico (precursore del GABA)
– Gene della decarbossilasi degli aminoacidi aromatici;
– Gene della neurturina, fattore di crescita che
aumenta la sopravvivenza dei neuroni dopaminergici