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Verbale del convegno

“La figura dell’Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio ed il ruolo della Formazione, dell’Ordine e delle Associazioni per l’inserimento nel mondo professionale”

Torino, Aula Magna del Politecnico di Torino, 5 giugno 2015

Per tale incontro hanno partecipato più 250 persone tra cui studenti, laureati e professionisti iscritti all’Ordine

Alle 9.00 la prof.ssa Maria Chiara Zanetti apre i lavori e saluta AIAT, Ordine ingegneri e Politecnico di Torino che hanno concordato sull’importanza di fare il punto sulla figura dell’ingegnere per l’Ambiente e Territorio. Definisce l’ incontro un momento di verifica e di ritaratura dei processi attualmente in opera.

Ricorda che attualmente al Politecnico di Torino vi sono la laurea in Ingegneria per l’ Ambiente e il

Territorio e Ingegneria del petrolio. Nota che tra i presenti vi sono anche ex laureati e docenti. Ringrazia in particolare il prof. Mancini promotore particolare di questa iniziativa e il prof. Pirozzi.

Coordina il prof. Oreste che introduce:

L’ing. Gaetano Fede (membro del CNI e coordinatore del Settore Sicurezza ed Energia all’interno del Consiglio Nazionale degli Ingegneri) il quale saluta i presenti anticipando il suo intervento previsto come contributo che il Consiglio può dare alla figura dell’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio.

L’ing. Remo Giulio Vaudano (presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino) il quale sottolinea la stretta collaborazione con il Politecnico di Torino. Auspica l’importanza dell’Ordine anche nell’ambito del post laurea. Pone l’accento sulla formazione permanente.

Dott. Elisabetta Perrotta (Direttore Fise-Assoambiente) la quale descrive la funzione di Fise-Assoambiente anche a livello dell’Unione Europea; dall’esperienza acquisita emerge la necessità di creare competenze in campo ambientale in modo da formare menti capaci di creare lo sviluppo nell’ottica della Circular

Econonmy.

Presentazione dell’incontro

Ing. Mancini dell’AIAT- responsabile dei rapporti con l’Università e con gli enti esterni (Università di Catania). Egli sottolinea che la sezione AIAT è sul territorio volta alla formazione permanente. Sottolinea che Il 5 giugno è la giornata mondiale dell’Ambiente , è stata scelta Torino perché è un importante polo scientifico anche a livello internazionale. Ricorda che In questo periodo nasce la sezione territoriale regionale dell’AIAT: ritiene che l’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio sia una figura professionale tutt’oggi senza giusto riconoscimento. Molto spesso è vista in concorrenza con altre figure professionali.

Tale figura ha determinate specificità e deve avere un approccio olistico. Afferma che la tematica più importante è la tutela del territorio anche per il settore delle infrastrutture e ricorda che membri del CNI si occupano anche del rischio idrogeologico. Sottolinea che AIAT è una associazione che veicola tante offerte di lavoro ma soprattutto vuole rappresentare un riferimento per l’ingegnere per l’ambiente e il territorio, partecipare a progetti ambientali raggruppando più competenze dove il singolo non può partecipare, premi di lauree, visite, tecniche. Afferma che tema molto importante è l’aggiornamento continuo in

collaborazione con gli ordini professionali.

Inizio degli interventi

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Intervento del prof. Pierpaolo Oreste. Inquadra gli aspetti fondamentali riguardanti l’Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Per quanto riguarda l’Inquinamento dell’aria, da dati del 2013, 35 città in Italia hanno superato i limiti di soglia. I corpi idrici superficiali con qualità elevata o buona rappresentano solo il 18% del totale . Per quanto riguarda il territorio nazionale vi è un numero di eventi franosi molto elevato ed una rilevante criticità idrogeologica del territorio nazionale . Afferma dunque l’importanza della figura professionale dell’ingegnere per l’ambiente e il territorio. Ricorda che inizialmente questa figura non era molto nota, mentre oggigiorno il processo di informazione relativo a questo corso di laurea può essere avviato a conclusione. Il prof. Oreste evidenzia le forti basi culturali e multidisciplinari per ingegneria per l’ambiente e il territori al Politecnico di Torino ma in generale in tutte le università italiane. Analizza il percorso di studi: in particolare rileva 2-3 semestri comuni a tutti corsi di laurea di ingegneria,

successivamente corsi in comune con corsi di laura di classe civile ambientale. Porta l’attenzione alla laurea di primo livello ove sono pochi i contenuti specializzanti: Si tratta di figure che nell’ambiente di lavoro richiedono un certo periodo di ambientamento. Sottolinea che ideare pianificare e progettare connotano l’attività del laureato magistrale rispetto al laureato primo livello. Rileva anche in questa parte del percorso una specializzazione abbastanza contenuta: la scelta dei crediti liberi completa la formazione

nell’orientamento scelto o consente di avere nozioni aggiuntive rispetto all’orientamento scelto. Afferma che da interviste a studenti si è rilevata l’esigenza di un maggior numero di esercitazioni e attività più pratiche. Da tali interviste si indica come criticità lo scarso contatto tra le università e mondo del lavoro e si auspicano più tirocini. 10% degli iscritti è straniero, 50% viene da fuori regione e il 10% di laureati ha soggiornato all’estero. 83% di laureati apprezza attività didattiche integrative. Sottolinea che è necessario cercare di capire come migliorare l’intero corso di studi per potenziare questo aspetto che interessa gli studenti. A tal proposito si rivolge a CNI e AIAT per svolgimento tirocini. Il 90% dei laureati del Politecnico lavorano ad un anno dalla laurea. Auspica che si lavori a modificare i piani di studi per poter indirizzare i laureati in ingegneria per l’Ambiente e il Territorio anche nel settore dei servizi e non solo in quello dell’industria.

Intervento dell’ing. Gaetano Fede-CNI- Porta l ‘attenzione sul tema del tirocinio non ancora obbligatorio.

Se CNI chiede al Ministero il tirocinio obbligatorio si deve garantire a tutti la possibilità di farlo e un

adeguata retribuzione. Chiarisce che l’Ordine è l’emanazione giuridica del Ministero della giustizia ed è un ente pubblico non economico ; inoltre esso tutela la professione, gli iscritti e la collettività. Sottolinea che il CNI vuole stringere sempre di più interlocuzione con modo della politica e del lavoro ribadendo che da alcuni anni CNI va verso un protocollo d’intesa con associazioni (AIAT, AEI; INAIL, vigili del fuoco..). Afferma che l’Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio ha forte multidisciplinarietà e contemplare la rappresentanza in tutti gli organismi non è facile. Ricorda che CNI è inserito nell’unità di missione per il dissesto

idrogeologico. In particolare il gruppo di lavoro ambiente è presente nel CNI. Sottolinea inoltre che gli Ordini provinciali hanno autonomia di intervento per dialogare con istituzioni. Evidenzia segnali di crescita nella domanda di lavoro delle imprese nel settore civile ambientale segnalando dal 1 gen 2014 l’obbligo per gli ingegneri iscritti all’Ordine della formazione continua. Cita il Progetto Work Ing Cert per il

riconoscimento competenze dell’ingegnere nel mondo del lavoro.

Interventi dell’ ing. Alessandro De Carli (consigliere AIAT) e ing. Marta Camera (Direttore AIAT) Viene evidenziata come peculiarità dell’ Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio la conoscenza del contesto in cui è inserita l’ opera e comprendere il suo impatto. L’AIAT nasce nel 1999 dal Politecnico di Milano perché nei bandi pubblici non vi era la richiesta dell’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio. Si tratta di un’associazione che promuove la figura dell’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio e costituisce un ponte, collegamento con il mondo del lavoro. Dal 2002 AIATI aderisce a ENEP (European Network of Environmental

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Professionals). Vengono presentati i dati da indagine conoscitiva su 700 ingegneri ambientali provenienti da 33 Atenei.

Dopo il coffee Break i lavori riprendono alla 11.20.

Intervento del prof. Pirozzi. Presidente del gruppo italiano di Ingegneria Sanitaria Ambientale, parla anche in veste del Coordinatore del corso di studi di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’Università Federico II a Napoli. Il prof. Pirozzi fa riflettere sul fatto che tale corso di studi “si sceglie”

consapevolmente. Prosegue sottolineando che la figura dell’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio non è nota ma sta maturando negli ultimi tempi. Prosegue relazionando sul corso di studi: esso è caratterizzato da pochi iscritti ma premia nel percorso formativo che gli studenti affrontano con entusiasmo, contagiando i docenti stessi. Il Corso di studi di Ambiente e Territorio nasce nel 1990 con un decreto che lo indica come corso di studi intersettoriale. Era nata l’esigenza di un nuovo modo di affrontare i problemi. Afferma che l’approccio olistico descrive meglio quelle che devono essere le competenze dell’ingegnere per l ‘Ambiente e il Territorio. Nella professione sono richieste ampie competenze che gli ingegneri hanno. Sottolinea che , fuori dall’Università, in un mondo globalizzato, la figura dell’ingegnere per l’Ambiente e il Territorio è quella che riesce meglio a confrontarsi con tutti quanti; in questo momento di crisi una figura come quella

dell’ingegnere Ambientale meglio può affrontare le problematiche emergenti.

Il prof. Pirozzi porta l’attenzione alle seguenti 3 criticità emergenti:

1. DM 9 luglio 2009 sull’equipollenza dei tioli di studio . Per alcuni concorsi è consentita la

partecipazione dell’ing. Civile ma non quella dell’ing. A&T che è la figura più vicina all’ingegnere civile.

2. Progettazione di impianti energetici. L’ing. A&T si iscrive all’albo di ingegneria civile e ambientale ma viene escluso dalla progettazione di impianti energetici. Questo deve essere tenuto in conto dal CNI

3. Ing. A&T è in classe civile ambientale perché il suo lavoro è finalizzato a trovare la migliore soluzione del problema; tuttavia nel corso di studi di Ambiente e Territorio devono essere introdotte in maniera più significativa competenza provenienti dall’area industriale.

Interviene l’ing. Vaudano che condivide il problema dell’equipollenza esposto dal prof. Pirozzi . L’ing.

Vaudano ritiene che bisogna ripensare alla suddivisione tra settori A, B, C e addirittura a tutto il 328.

Intervento dell’ ing. Rigatelli (slide). Direttore della Direzione Regionale Ambiente, Governo e Tutela del Territorio della Regione Piemonte. Sottolinea che nella Direzione Ambiente il territorio è oggetto della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica. A tal proposito, vi sono 25 ingegneri e di essi 6 appartengono all’area dell’ingegneria Ambientale e tra di essi ci sono degli ingegneri minerari. Afferma dunque che non vi è dunque una grossa prevalenza di ingegneri nell’ente pubblico. Specifica che per lavorare nel pubblico è necessario avere una visione integrata e integrale dell’ambiente e una visione giuridica: non si richiede di essere iperspecialisti e bisogna previlegiare una competenza che permetta di specializzarsi. Prosegue affermando che l’importante è l’elasticità per poter essere impiegati su più aspetti specifici (si lavora molto con avvocati e giuristi: per questo bisogna adattarsi in contesti multidisciplinari) e che è necessario avere maggiori competenze sul processo di progettazione. Sottolinea la necessità di utilizzare “le regole del gioco” acquisendo competenze giuridiche di base: importante è la capacità di integrare le competenze tecniche nel mondo delle regole che si è anche chiamati a scrivere. Concludendo, l’ing. Rigatelli pone una riflessione sul mondo della Green Economy: quali sono le competenze che la scuola deve fornire per preparare ai lavori della green economy?

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Intervento dell’ ing. Savoca . Dirigente struttura Cave e Miniere della Regione Lombardia e presidente dell’ANIM. Richiama l’attenzione sul fatto che una specializzazione dell’ingegneria per l’Ambiente e il Territiorio è legata al settore delle Attività Estrattive che ha un fatturato pari al 2% del PIL Nazionale. Fino a 25 anni fa l’ingegnere minerario rappresentava la figura più presente nel settore estrattivo per le sue competenze e le attività legate all’ambiente erano subordinate. Successivamente il sistema minerario nazionale si è esaurito e si è quindi verificata la necessità di ristrutturare l’ing. minerario, reinserendolo nella più vasta famiglia dell’ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. L’ing. Savoca afferma dunque l’esistenza di una necessità cogente di conoscenze interdisciplinari. Con la crisi mineraria, vi è stato

l’inserimento in regione del settore estrattivo in settori più completi, comprendenti ambiti più ampi: ciò ha avuto come conseguenza l’interdisciplinarietà . La VIA è la prima è più importante realtà amministrativa per valutare la compatibilità ambientale di opere minerarie: in questo caso la multidisciplinarietà deve anche essere coordinata. L’ing. Savoca sottolinea però la criticità rappresentata dalla diminuzione di competenze tecniche nel pubblico. La recente introduzione della VAS richiede competenze multidisciplinari quali quelle dell’ingegnere ambientale. L’ing. Savoca auspica l’inserimento di qualche esame in più riguardante l’ambito minerario: l’orientamento Geoingegneria va già in tale direzione ma si rileva ancora l’esigenza di un

maggiore approfondimento. Sposta l’attenzione sul campo della sicurezza: altro ambito su cui è chiamato a lavorare l’ingegnere ambientale. Sottolinea che la conoscenza di regole e normative è una necessità per i professionisti ma anche per gli ingegneri negli enti pubblici. Segnala altresì che ci sono indicazioni positive per le opportunità di lavoro nel settore alla luce delle più recenti politiche comunitarie. Tale politica europea si tradurrà in una politica nazionale che porterà un’attenzione all’utilizzo contingente del

territorio. L’ing. Savoca si riferisce all’ANIM , che comprende al suo interno professionisti, docenti e aziende nel settore estrattivo e ha interesse a diffondere la cultura mineraria e collabora molto con strutture ministeriali centrali e con università per tirocini, tesi e premi di laurea o ricerche applicate.

L’ing. Vaudano coordina la sessione successiva.

Intervento dell’ ing. Giordano. (slide) L’ingegnere presenta la sua esperienza lavorativa nel Dipartimento della Protezione civile dopo aver descritto la sua attività precedente formativa e professionale. In

particolare dopo una laurea in ingegneria ambientale e un master che coinvolgeva differenti figure

professionali , ha acquisito una competenza specifica nel settore meteorologico. Attualmente lavora presso l’ufficio rischi idrogeologici e antropici presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Intervento dell’ ing. Sara Bonatto (slide) L’ingegnere presenta la sua esperienza lavorativa in ambito minerario sottolineando le diverse realtà con cui si deve scontrare nel svolgere la sua mansione di direttore di miniera. Rileva l’importanza di svolgimento di corsi di comunicazione e gestioni di conflitti per un

ingegnere che deve svolgere tale attività lavorativa.

Intervento dell’ ing. Laura Bretti- (slide) Pone delle riflessioni sulla necessità per l’ingegnere ambientale di avere competenza tecnica progettuale, conoscenza dei materiali e della tecnologia e conoscenza del quadro progettuale. Segnala che nella realtà accademica manca il collegamento tra modelli, calcoli e i prodotti tecnologici che offre il mercato. Ritiene importante fornire allo studente la conoscenza di materiali e impianti. Di grande importanza è anche la capacità di definire il quadro di riferimento progettuale nel quale l’opera si va ad inserire.

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Intervento dell’ ing.Maurizio De Maio (slide) L’ingegnere porta a conoscenza della sua realtà lavorativa e le competenze che occorrono per svolgere la mansione di Responsabile di Impianto, in particolare della Discarica Barricalla spa.

Intervento ing. Simona Uccheddu (slide). L’ing. Uccheddu, dopo aver presentato la Golder, azienda presso cui lavora, spiega che a sua attività come coordinatore del SGA si basa sulla valutazione e gestione

ambientale, sicurezza del lavoro e difesa ambientale. L’ing. Uccheddu ha una laurea triennale e esprime perplessità sulla iscrizione alla sezione B dell’ordine degli ingegneri e il suo parere completamente favorevole all’associazione AIAT: Rileva l’importanza di affrontare appena laureati l’esame di stato.

Intervento ing. Silvia Bonapersona . L’ingegnere espone la sua attività lavorativa che è iniziata 13 anni fa in un piccolo studio che si occupava di Sicurezza, poi con un’attività di co.co. co. in Regione Piemonte presso la sezione Commercio. Parallelamente con partita IVA ha iniziato l’attività di libera professionista seguendo una commissione di periti e consulenti tecnici del tribunale: tale attività prevede la collaborazione di diverse figure professionali.

13.15 Inizio tavola rotonda

Intervento dell‘ing. La Ferlita. L’ing. sottolinea la dinamicità della figura dell’ingegnere ambientale e la voglia di fare gruppo. Si rivolge agli studenti dicendo che devono apprezzare il fatto di essere arrivati alla fine del percorso acquisendo metodo. Invita a mettersi in gioco partecipando alla vita dell’ordine e associativa.

Domanda 1: Rileva che manca molto la visione del valore dell’ambiente dal punto di vista etico e morale e chiede come si pensa di inserirlo nel piano di studi? Rileva il problema dei finti professionisti con partiva Iva, che in realtà sono dipendenti.

Risposte:

Ing. Vaudano: sottolinea che l’ingegnere è un portatore di contenuti culturali che hanno una valenza.

L’ordine degli ingegneri hanno la funzione di verificare che si svolge l’attività degli ingegneri secondo un codice deontologico. Nel recente codice deontologico son altresì presenti delle norme specifiche in materia ambientale.

Ing. La Ferlita: aggiunge che il problema delle false partita iva è un problema reale che bisognerebbe risolvere a livello nazionale. Vi è un network nazionale che lavora per via politica.

Ing. Mancini: aggiunge che sebbene nei corsi si introducano i temi dell’etica si cercherà di stimolare ulteriormente su tale tema.

Ing. Fede: rende noto che c’è un collegio di disciplina che svolge le mansioni di carattere etico e deontologico ma non è un organo ispettivo.

Domanda 2: quali sono i percorsi consigliati per entrare in protezione civile?

Ing. Giordano. Indica che anche le Regioni oltre che il Ministero hanno unità operative per la protezione civile. Per poterci lavorare bisogna accedere tramite concorsi altrimenti ci sono anche una serie di attività di volontariato.

Ing. De Carli . Interviene portando al sua esperienza di ingegnere che collabora e si confronta con diverse figure come economisti, biologi e agronomi e sottolinea la necessità di saper comunicare.

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Domanda 3: Ponendo l’accento sull’importanza della normativa, chiede un network che aiuti a districare il problema della normativa. Rileva inoltre che non si è sufficientemente preparati sulla normativa del lavoro.

Risposte:

Ing. Oreste. Sottolinea che prima delle ultime due riforme si potevano immettere nel corso di studio anche materie giuridiche. Adesso il numero delle materie è limitato da normativa. Afferma comunque che l’osservazione deve essere presa come un valido suggerimento.

Alle ore 13,40 conclude la prof. Zanetti ringraziando e rilevando l’utilità della giornata. La prof. Zanetti dichiara la necessità di continuare a formare la figura dell’ingegnere ambientale e , essendoci ancora problematiche per la diffusione della sua figura, richiama alla necessità di un impegno e di una

sensibilizzazione di tutti. Aggiunge che è necessario far percepire l’ambiente e il territorio non un peso ma una risorsa e in questo senso, l’ingegnere ambientale rappresenta una valenza sociale che si impegna a lasciare qualcosa per il futuro. Questo è anche il motivo della maggiore presenza femminile tra gli

ingegneri per l’Ambiente e il Territorio: per la maggiore attenzione verso gli aspetti sociali. La prof. Zanetti sottolinea l’importanza della comunicazione con Ordine degli ingegneri e Associazioni . Preannuncia ulteriori sfide e intenti quali formare l’ingegnere ambientale per l’estero. Rivolge un ringraziamento particolare al prof. Oreste, coordinatore del Collegio del Corso di Studio in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Torino.

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www.ingegneriambientali.it

ENTI ORGANIZZATORI DELLA CONFERENZA

www.ingegneriambientali.it

AIAT è punto di riferimento per le professionalità ambientali in Italia con specifico ma non esclusivo riferimento agli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio. AIAT pubblica una rivista trimestrale (“Ingegno Ambientale”) e una newsletter elettronica bimestrale. Sono un centinaio all’anno le offerte di lavoro trasmesse direttamente ai soci regolarmente iscritti. Dal 2003 AIAT è in Europa tramite l'adesione al Network Europeo dei Professionisti Ambientali (ENEP – www.efaep.org),che riunisce ormai più di 40.000 professionisti. AIAT collabora con Enti pubblici e Centri di Ricerca a Programmi nazionali per la Salvaguardia dell’Ambiente e la Sostenibilità Ambientale.

www.http://www.ording.torino.it L’Ordine degli Ingegneri ha la funzione principale di garantire il cittadino circa la professionalità e la competenza degli Ingegneri. Tra le attribuzioni assegnate vi sono: procedere alla formazione e all'annuale revisione e pubblicazione dell'Albo;

dare, a richiesta, parere sulle controversie professionali;

vigilare sulla tutela dell'esercizio professionale.

http://www.diati.polito.it/

Il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) è la struttura di riferimento del Politecnico di Torino nelle aree culturali che studiano le tecnologie per la salvaguardia, la protezione e la gestione dell'ambiente e del territorio, l'utilizzo sostenibile delle risorse e lo sviluppo ottimizzato ed eco-compatibile delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto. Il DIATI promuove, coordina e gestisce la ricerca di base e quella applicata, la formazione, il trasferimento tecnologico e i servizi al territorio con riferimento agli ambiti relativi alle applicazioni ingegneristiche delle scienze della terra, delle scienze naturali e delle scienze economiche e gestionali.

CON IL PATROCINIO DI

CON LA PARTECIPAZIONE DI

Segreteria organizzativa del Convegno AIAT - Associazione Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio

P.za Leonardo da Vinci, 32 - 20133 - Milano Fax. 02 700 406 502

Giuseppe Mancini – consigliere AIAT tel. 095 7382755; cell. 349 5260573 e-mail [email protected] Irene Sterpi – Segretario AIAT

e-mail [email protected]

Per motivi organizzativi si prega di confermare l’adesione attraverso il form online sul sito:

http://www.ingegneriambientali.it/web/iscrivievento

Oppure per e-mail all’indirizzo:

e-mail: [email protected] INFO

Politecnico di Torino www.diati.polito.it/

Associazione Ingegneri Ambiente e Territorio (AIAT) www.ingegneriambientali.it

La figura dell’Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio e il ruolo della Formazione, dell’Ordine e delle Associazioni

per l’inserimento nel mondo professionale

Aula Magna

Politecnico di Torino

Corso Duca degli Abruzzi, 24

5 Giugno 2015

Per i partecipanti Ingegneri iscritti all’Ordine saranno riconosciuti 3 crediti formativi cfp

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www.ingegneriambientali.it MOTIVAZIONI DELL’INCONTRO

L’Italia presenta oggi problemi nei riguardi della tutela dell’ambiente e della protezione del territorio.

La qualità dell’aria nelle grandi città ha notevoli criticità, con ben 35 città che hanno presentato nel 2013 valori di inquinamento superiori ai limiti ammessi. I corpi idrici superficiali che hanno una qualità elevata o buona con riferimento alle condizioni chimiche sono solo il 18%. Ogni anno si verificano, inoltre, oltre mille frane, di cui il 10%

produce vittime e ingenti danni alle persone o alle infrastrutture. Le aree ad alta criticità idraulica interessano il 4% del territorio nazionale. L’82% dei Comuni ha aree ad alta criticità idrogeologica.

Gli aspetti ambientali sono oggi sempre più rilevanti ai fini del perseguimento di uno Sviluppo Sostenibile e dei principi della Strategia Europea 2020. Temi quali le bonifiche, la lotta al dissesto idrogeologico, i cambiamenti climatici, la gestione delle acque e dei rifiuti, la salvaguardia della biodiversità, la valorizzazione delle risorse naturali richiedono competenze sempre più specialistiche.

Il corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio ha lo scopo di preparare tecnici in grado di affrontare le sfide che la società pone in questo settore. Tale corso di laurea ha, tra i suoi punti di forza: Ampio spettro di competenze in molti campi dell'ingegneria - Attenzione alle tematiche della sicurezza, della qualità e della tutela ambientale - Possibilità di operare nella libera professione, negli studi di ingegneria, nelle aziende private ed enti pubblici.

Può questo percorso formativo contribuire a soddisfare l’attuale domanda del mondo del lavoro ?

E’ possibile una parziale modifica del piano degli studi che consenta di avvicinare ancor di più gli allievi alla figura professionale richiesta dalle aziende e dal mercato?

Possono essere queste competenze efficacemente integrate nella formazione post-laurea?

Quale ruolo può svolgere l’Ordine degli Ingegneri ? Quale quello dell’Associazione degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio ?

A queste domande, attraverso l’interazione con allievi e professionisti affermati, si propone di dare risposta in questo incontro.

PROGRAMMA

9.00 Apertura dei lavori

Saluti introduttivi

Prof.ssa. Mariachiara Zanetti

Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, Politecnico di Torino

Ing. Armando Zambrano

Presidente Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) Ing. Remo Giulio Vaudano

Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino Dott.ssa Monica Cerroni

Presidente FISE-Assoambiente

Presentazione dell’Incontro Ing. Adriano Murachelli

Presidente Ass. Ingegneri Ambiente e Territorio (AIAT)

9.35 Il ruolo del corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio nella formazione della figura professionale

Prof. Pierpaolo Oreste

Coordinatore Collegio Ing. per l'Ambiente e il Territorio, Politecnico di Torino

9.50 Il ruolo del CNI e degli Ordini degli Ingegneri per la professione dell’Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio Ing. Raffaele Solustri

Delegato Consiglio Nazionale degli Ingegneri per l’Ambiente Ing. Gaetano Fede

Delegato Consiglio Nazionale degli Ingegneri per l’Energia

10.10 Il ruolo di AIAT in Europa e in Italia: sintesi delle principali attività

Ing. Mario Grosso, Ing. Alessandro de Carli Consiglieri Ass. Ingegneri Ambiente e Territorio (AIAT) 10.25 Coffe break

10.45 La figura professionale dell’Ingegnere per l’Ambiente e Territorio nel contesto socio-economico attuale

Prof. Francesco Pirozzi

Presidente Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria Ambientale Ing. Stefano Rigatelli

Direttore della Direzione Regionale Ambiente, Governo e Tutela del territorio della Regione Piemonte

Ing. Domenico Savoca

Dirigente Struttura Cave e miniere della Regione Lombardia Presidente dell’Ass. Nazionale Ingegneri Minerari (ANIM)

11.25 Esperienze professionali di Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio nel Settore Pubblico, Privato, nelle Società di Ingegneria e nel mondo della Libera Professione

coordina: Ing. Remo Giulio Vaudano

Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino

Intervengono:

Ing. Pietro Giordano

Dip. Protez. Civile - Uff. Rischi Idrogeologici e Antropici Presidenza Consiglio dei Ministri, Roma

Ing. Sara Bonatto

Direttore Miniera di talco di Rodoretto - Imerys Talc Italy Spa Ing. Laura Bretti

Libero Professionista - Idra Studio Associato Ing. Maurizio Demaio

Responsabile Impianto - Barricalla Spa Ing. Simona Uccheddu

Integrated Management System Coordinator - Golder Assoc.

Ing. Silvia Bonapersona Libero professionista

12.35 Tavola Rotonda con domande dal pubblico:

Interazione tra Università, CNI, Ordini professionali ed AIAT: Prospettive per l’Ing. per l’Ambiente e Territorio Prof. Giuseppe Mancini, Ing. Remo Giulio Vaudano, Prof.

Pierpaolo Oreste, Ing. Gaetano Fede, Ing. Adriano Murachelli, ing. Santo La Ferlita,

13.00 Chiusura dei lavori Prof.ssa Mariachiara Zanetti

Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture

Riferimenti

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