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EXPORT, ISTAT: CRESCE

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Academic year: 2022

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EXPORT, ISTAT: CRESCE NEI PAESI EXTRAUE. BENI DI CONSUMO +3,8%

R i s p e t t o a l m e s e p r e c e d e n t e , a d a g o s t o 2 0 13 le esportazioni verso i paesi extra Ue registrano una crescita contenuta (+0,2%), mentre le importazioni diminuiscono dello 0,5%. La crescita congiunturale dell’export interessa i beni di consumo (+3,8%) e i prodotti intermedi (+1,2%), mentre l’energia (-12,3%) e i beni strumentali (-1,0%) flettono. Dal lato dell’import il calo congiunturale riguarda l’energia (-7,0%) e i beni di consumo (-2,9%); sono in crescita gli altri principali raggruppamenti di beni, in particolare quelli strumentali (+22,0%). Nell’ultimo trimestre la flessione congiunturale delle esportazioni (-1,4%) risente soprattutto del calo dei prodotti intermedi (-5,4%); crescono soltanto i beni di consumo (+1,1%). Nello stesso periodo,

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l’incremento congiunturale delle importazioni (+2,2%) interessa soprattutto i beni strumentali (+11,1%) e l’energia (+4,7%), mentre i beni di consumo non durevoli (-2,7%) e i prodotti intermedi (-1,9%) diminuiscono. Rispetto allo stesso mese del 2012, ad agosto 2013 entrambi i flussi flettono, in misura più marcata per le importazioni (-15,4%) che per le esportazioni (-5,4%). Nel periodo gennaio-agosto 2013 la crescita tendenziale delle esportazioni (+2,3%) interessa tutti i principali raggruppamenti di beni, salvo l’energia (-15,1%) e i prodotti intermedi (-1,9%). Nello stesso periodo le importazioni registrano una diffusa flessione tendenziale (-10,7%), particolarmente significativa per l’energia (-19,4%). Ad agosto 2013, il surplus commerciale con i paesi extra Ue è pari a +559 milioni di euro, a fronte di un disavanzo di 903 milioni dello stesso mese del 2012. Al netto dell’energia, il saldo commerciale si riduce da +4,8 miliardi di agosto 2012 a +4,6 miliardi di agosto 2013. Nei primi otto mesi del 2013 il surplus con i paesi extra Ue è pari a +11,1 miliardi. I mercati più dinamici all’export sono: MERCOSUR (+16,4%) e Cina (+14,4%). Turchia (-29,5%) e Svizzera (-24,3%) sono invece in marcata flessione. La diminuzione delle importazioni è particolarmente rilevante dai paesi ASEAN (-23,9%) e dai paesi EDA (-20,1%).

La lieve crescita congiunturale dell’export (+0,2%) interessa i beni di consumo (+3,8%) – in misura più marcata quelli durevoli (+7,7%) rispetto ai non durevoli (+2,6%) – e i prodotti intermedi (+1,2%). L’energia (-12,3%) e, in misura inferiore, i beni strumentali (-1,0%) registrano una flessione delle vendite all’estero. Il calo congiunturale delle importazioni (-0,5%) è dovuto ai beni di consumo (-2,9%), in particolare quelli durevoli (-13,2%), e all’energia (-7,0%); i beni strumentali (+22,0%, condizionato dall’acquisto di mezzi di navigazione marittima) e, in misura molto più lieve, i prodotti intermedi (+0,2%) sono invece in espansione rispetto al mese di luglio 2013.

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Ad agosto 2013 le esportazioni registrano andamenti tendenziali fortemente negativi per l’energia (-28,9%) e i prodotti intermedi (-12,3%). I beni di consumo, durevoli (+10,5%) e non durevoli (+0,6%), presentano tassi positivi, m e n t r e i b e n i s t r u m e n t a l i s o n o s t a z i o n a r i . P e r l e importazioni, il ripido calo tendenziale (-15,4%) interessa tutti i principali raggruppamenti di beni, a esclusione dei beni strumentali (+33,9%). La flessione è particolarmente rilevante per energia (-29,4%), beni di consumo durevoli (-28,1%) e prodotti intermedi (-12,2%).

Nel mese di agosto 2013 i principali partner commerciali verso cui si registra un’espansione tendenziale delle esportazioni sono: MERCOSUR (+16,4%), Cina (+14,4%), Russia (+1,8%) e Stati Uniti (+1,7%). Le vendite verso Turchia (-29,5%), Svizzera (-24,3%), ASEAN (-15,4%) e OPEC (-12,2%) sono in rilevante contrazione. Più contenuta la flessione delle esportazioni verso Giappone e paesi EDA (entrambi -2,5%).

R i s p e t t o a l m e s e d i a g o s t o 2 0 1 2 , s i r i l e v a n o c a l i particolarmente rilevanti per le importazioni di beni dai paesi ASEAN (-23,9%), dai paesi EDA (-20,1%), dai paesi OPEC (-16,4%) e dalla Turchia (-15,4%). Gli acquisti di beni provenienti dagli Stati Uniti (-14,8%), dalla Russia (-10,9%), dalla Cina (-10,3%), dai paesi MERCOSUR (-8,7%) e dalla Svizzera (-7,6%) diminuiscono ma in misura meno marcata rispetto alla media. Ad agosto 2013 si registrano deficit commerciali particolarmente consistenti nei confronti di paesi OPEC (-1.108 milioni), Cina (-1.062 milioni) e Russia (-733 milioni). I saldi positivi più ampi si rilevano invece nei confronti di Stati Uniti (+1.074 milioni), paesi EDA (+688 milioni) e Svizzera (+489 milioni).

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FEP, AL VIA “GAC CALABRIA”, COORDINAMENTO REGIONALE GRUPPI DI AZIONE COSTIERA

Lega Pesca saluta la creazione di “GAC C a l a b r i a ” ,

A s s o c i a z i o n e d i coordinamento dei 6 G r u p p i d i A z i o n e Costiera operativi in ambito regionale, costituita oggi a C a t a n z a r o p r e s s o l’Assessorato Pesca della Regione Calabria, con la nomina a presidente di Antonio A l v a r o , P r e s i d e n t e G A C A r e a S t r e t t o ( B a g n a r a ) e a vicepresidente di Salvatore Martilotti, Responsabile regionale Lega Pesca, in rappresentanza del GAC “Borghi Marinari della Sibaritide”. Accanto alla consolidata esperienza di Alvaro nella gestione dei GAL agricoli e dei programmi di intervento comunitario con attenzione alle tematiche ambientali, arriva con la vicepresidenza di Martilotti, storico cooperatore da sempre impegnato nel mondo della pesca, un segnale forte per integrare a pieno titolo la filiera ittica, il ruolo della cooperazione e dell’associazionismo nello sviluppo delle progettualità dei GAC.

Obiettivo di “GAC CAlabria” – dichiara il neovicepresidente Martilotti, quello di coordinare le azioni programmatiche di intervento dei 6 GAC regionali e di condividere la profonda innovazione progettuale all’interno di questo strumento

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strategico per il futuro della pesca calabrese. E’ stato già programmato per lunedì prossimo un incontro in Regione con l’Assessore Trematerra, che ha espresso vivo apprezzamento per questo passo che va nella direzione di una valorizzazione ottimale di questo strumento e che risponde anche all’esigenza di dare una forte accelerazione nell’attuazione dei diversi progetti contenuti nei Piani di Sviluppo Locale presentati da ciascun Gruppo.

La Regione Calabria ha puntato un robusto impegno di risorse finanziarie, pari complessivamente a 18 milioni di euro, per il finanziamento dei 6 Gruppi ad oggi costituiti: i Borghi marinari della Sibaritide, Costihera, Medio Jonio, Gruppo di Azione costiera dello Stretto, Costa degli Dei, La perla del Tirreno.

I Gruppi di Azione Costiera, continua Martilotti, sono uno strumento strategico non solo per la gestione della programmazione in atto, ma in particolar modo per quella futura del nuovo FEAMP 2014-2020 ( Fondo Europeo Affari Marittimi e Pesca che sostituirà il Fondo Europeo Pesca, FEP) in cui i GAC sono chiamati a caratterizzarsi come vere e proprie agenzie di sviluppo della pesca. Si profilano grandi opportunità da non mancare apportando tutti gli aggiustamenti di tiro che si renderanno necessari per agevolare il pieno utilizzo dei fondi.

Confidiamo nel proseguimento del dialogo proficuo e costruttivo avviato con l’Assessore Trematerra, che dopo il varo del piano volontario di riconversione delle ferrettare, della cui pubblicazione siamo in attesa, ha dimostrato attenzione nei confronti del settore, sia attraverso la valorizzazione dei progetti pilota, che tramite gli interventi di microcredito varati a sostegno delle famiglie di pescatori in difficoltà.

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DE GIROLAMO: E’ BENE CHE TUTTI ABBIANO CHIARE LE VERE PRIORITA’ DEL SETTORE AGRICOLO

“Sono qui a Bruxelles a chiudere l’accordo definitivo sulla Pac. È necessario però che l’Italia si sintonizzi con quello che sta succedendo in Europa in queste ore. Stiamo terminando infatti lo straordinario lavoro portato avanti in questi anni con spirito da squadra italiana dal Ministero, dal Presidente De Castro, dall’onorevole La Via e da tutti coloro che hanno veramente a cuore il destino della nostra agricoltura e dei nostri imprenditori agricoli In questi primi quattro mesi ho incontrato più volte le organizzazioni, le Regioni, i parlamentari e tutti saranno nuovamente coinvolti subito dopo la chiusura definitiva della riforma, poiché ritengo tutti responsabili prima che protagonisti”.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo ha dichiarato a margine del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Ue in corso a Bruxelles.

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CRISI, CIA: GIÙ CONSUMI ORTAGGI

Dopo dieci anni di crescita ininterrotta, anche i prodotti di quarta gamma finiscono nel tunnel della “spending review” a tavola. La necessità di risparmiare e limitare le spese vincono sulla praticità delle insalate in busta e degli ortaggi pronti all’uso: così, dopo aver chiuso il 2012 con un aumento delle vendite a due cifre (+14,8 per cento), il segmento dei “confezionati freschi” paga l’inasprimento della crisi e nei primi otto mesi del 2013 inverte bruscamente la tendenza crollando al -3,5 per cento. Lo afferma la Cia- Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi oggi dall’Ismea.

Il bisogno di fare economia, insomma, arriva a coinvolgere anche quei segmenti che finora erano rimasti immuni al calo dei consumi -osserva la Cia- con un allungamento dei tempi sia davanti agli scaffali del supermercato (con il 65 per cento degli italiani che compara i prezzi con molta più attenzione rispetto al passato) sia in cucina (con il 30 per cento in più di famiglie che tornano a lavare, pulire e tagliare le verdure da mettere in tavola).

Nel 2012 il volume di mercato degli ortofrutticoli “pronti all’uso” si è attestato oltre le 90mila tonnellate, con un fatturato al consumo di 700 milioni di euro e un incremento delle quantità acquistate del 400 per cento circa in dieci anni (2002/2012) -ricorda la Cia-. Tra gennaio e agosto 2013, invece, le vendite delle insalate in busta sono scese del 4,5 per cento e addirittura quelle degli ortaggi freschi confezionati (cruditè di verdura, ciotole con condimento) sono crollate del 7 per cento.

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PAC, AGRINSIEME: SIANO PROTAGONISTI ANCHE GLI AGRICOLTORI NEL CONFRONTO IN ITALIA

“Nell’applicazione della Politica agricola comune in Italia gli agricoltori intendono svolgere un ruolo da protagonisti e partecipare attivamente al confronto con le istituzioni nazionali e regionali. Non possiamo solo assistere, ma essere parte integrante di un progetto che permetta al nostro Paese di affrontare le complesse sfide che caratterizzeranno lo scenario agricolo fino al 2020”. Lo ha affermato il coordinatore nazionale di Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari) Giuseppe Politi in occasione del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue in corso a Bruxelles.

“Con la presentazione delle bozze definitive dei regolamenti, la riforma della Pac sta entrando nel suo rush finale. Per questo motivo -ha aggiunto il coordinatore di Agrinsieme- abbiamo tutto il diritto, come agricoltori, di dare il nostro apporto per la sua migliore applicazione in Italia. Molti e fondamentali sono, infatti, gli aspetti, applicativi relativamente al primo pilastro e programmatici per il secondo, delegati allo Stato membro”.

“E’ un’occasione che non possiamo mancare: l’agricoltura e l’intero sistema agroalimentare italiano possono svolgere una funzione centrale per la crescita del Paese e l’incremento dell’occupazione. Applicare bene la Pac non significa, però, solo definire alcuni parametri tecnici, ma soprattutto -ha concluso Politi- costruire una visione condivisa di un sistema agroalimentare organizzato, di qualità, radicato nel

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territorio, con una forte propensione anche ai mercati esteri, specie a quelli nuovi ed in espansione. Da qui l’importanza di coinvolgere pienamente il mondo agricolo nel confronto. E Agrinsieme vuole partecipare con proposte e idee realmente costruttive

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UNIMPRESA, 5 IMPRESE SU 8 CHIEDONO UN PRESTITO PER PAGARE LE TASSE

Cinque aziende su o t t o c h i e d o n o prestiti in banca p e r p a g a r e l e t a s s e . E ’ u n o d e g l i u l t i m i risvolti della crisi finanziaria internazionale e della recessione economica, a cui si è aggiunto, nel nostro Paese, un pesante inasprimento della pressione fiscale. Ragion per cui oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane è stato costretto a ricorrere a un finanziamento per onorare le scadenze fiscali. E c’è l’Imu (imposta municipale unica) in cima alla lista dei balzelli che hanno spinto gli imprenditori a rivolgersi agli istituti di credito. Quanto ai settori produttivi, sono gli operatori turistici (per gli alberghi), le piccole industrie (per i

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capannoni) e la grande distribuzione (per i supermercati) quelli maggiormente esposti con le banche a causa dei versamenti fiscali sugli immobili e, più in generale, per tutti gli adempimenti con l’Erario. Questi i dati più di un sondaggio del Centro studi Unimpresa, condot to fra le 122.000 imprese associate sulla base dei dati raccolti al 30 giugno 2013.

Nuovi prestiti per 4 miliardi

Oltre 76.200 pmi associate a Unimpresa, dunque, ha chiesto soldi alle banche,nel primo semestre di quest’anno, per rispettare le scadenze tributarie. Le rilevazioni, i cui risultati sono in linea con quelle svolte nel 2012, sono state effettuate dal 15 luglio al 15 settembre, attraverso le 60 sedi di Unimpresa sparse su tutto il territorio nazionale.

Oltre all’Imu, è l’Irap l’altra tassa che mette in difficoltà gli imprenditori italiani, tenuto conto che l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche quando i bilanci sono in perdite dunque in assenza di utili. Tre, in particolare, i comparti dell’economia del Paese letteralmente

“strozzati” dal tributo immobiliare. Secondo il sondaggio Unimpresa, gli ostacoli maggiori sono stati riscontrati per le categorie che basano più di altre la loro attività imprenditoriale proprio sugli immobili. E dunque si tratta degli operatori turistici (con i propri etari di alberghi in cima alla classifica), delle piccole industrie e delle fabbriche (per i capannoni) e del comparto della grande distribuzione organizzata (per i cosiddetti supermercati).

Triplo effetto negativo sulle aziende

«Tutto ciò genera un triplo effetto negativo sui conti e sulle prospettive di crescita delle aziende» spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. «Il primo – spiega Longobardi – è

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l’apertura di linee di credito destinate a coprire le imposizioni fiscali invece di nuovi investimenti, il che limita la natura stessa dell’attività di impresa. Il secondo problema sorge, poi, alla chiusura degli esercizi commerciali, quando il valore degli immobili posti a garanzia dei “prestiti fiscali” va decurtato in proporzione al valore dell’ipoteca, con una consequenziale riduzione degli attivi di bilancio. Il terzo “guaio” è relativo a eventuali, altri finanziamenti per i quali l’impresa deve affrontare due ordini di problemi: meno garanzie da presentare in banca e un rating più alto che fa inevitabilmente impennare i tassi di interesse».

Gettito tributario a rischio

Secondo Longobardi «questa è la prova che un sistema tributario troppo pesante si accanisce sulle imprese fino a portarle allo sfinimento, se non al fallimento. Attivare linee di credito per pagare le tasse è assurdo: vuol dire la fine del sistema economico. Di fatto l’impresa si trova morsa in una tenaglia, con fisco e credito che tagliano le gambe e chiudono le porte del futuro». Non solo. «Alla fine – spiega il presidente di Unimpresa – il conto arriva anche per lo Stato: un’impresa che annaspa diventa un contribuente meno

“generoso” e pure il gettito tributario ne risente e non poco sia sul fronte dell’imposizione diretta (a esempio l’Ires) sia su quello dell’imposizione indiretta (come l’Iva)».

Scambio Iva cuneo fiscale

“Pur ribadendo una contrarietà di fondo a qualsiasi innalzamento dei tributi, potremmo dare il nostro assenso a un eventuale scambio fra l’innalzamento dell’aliquota Iva dal 21%

al 22% controbilanciato però da un taglio del cuneo fiscale”

aggiunge Longobardi. Secondo il presidente di Unimpresa

“l’inasprimento della tassa sui consumi è pericoloso e corre

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il rischio di frenare le flebili speranze di ripresa economica. Tuttavia, potrebbe essere considerato il male minore rispetto a un concreto intervento sulle tasse a carico di aziende e dipendenti. Intervento che avrebbe un doppio effetto positivo: alleggerire i bilanci delle imprese e aumentare le disponibilità delle famiglie, che potrebbero così far fronte a un aumento dei prezzi consequenziale al rialzo dell’Iva”.

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BIO: IL GRUPPO DI ESPERTI

COMMISSIONE UE REDIGE IL

RAPPORTO SULLA PRODUZIONE

BIOLOGICA IN SERRA

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I l grupp o d i esper t i della Commi ssion e

Europ e a sulla produ zione biolo g i c a (EGTOP), istituito dalla Commissione con la decisione 2009/427/CE e al lavoro dal dicembre 2010, ha steso il rapporto sulla produzione biologica in serra.

La funzione del Gruppo di Esperti è di fornire, alla Commissione, una consulenza tecnica su qualunque problema relativo all’area della produzione biologica. In particolare, deve assistere la Commissione nella valutazione dei prodotti, delle sostanze e delle tecniche che possono essere utilizzate nella produzione biologica, migliorando le normative esistenti e sviluppando nuove normative di produzione. Fra i 13 membri permanenti dell’EGTOP, compaiono due italiani: Giuseppe Lembo Presidente del EGTOP e Fabio Tittarelli del Centro di ricerca per lo studio delle relazioni tra pianta e suolo (CRA-RPS).

La produzione biologica in serra è stata oggetto negli ultimi anni di un dibattito molto acceso in quanto l’assenza di un complesso di regole condivise ha determinato lo sviluppo nei singoli Paesi membri di pratiche usate e consentite a livello nazionale. Le più importanti differenze si riferiscono all’uso dell’energia e dei substrati colturali. Ciò ha provocato, di

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volta in volta, lamentele di competizione sleale, da parte di ciascuno degli Stati membri.

Su mandato della Commissione Europea, il Gruppo di Esperti ha istituito un Sotto-gruppo, presieduto da Fabio Tittarelli del C R A - R P S , c h e h a p r e p a r a t o l a b o z z a d e l r a p p o r t o successivamente revisionata ed approvata dal EGTOP. Nel rapporto si specifica che, sebbene la produzione biologica in serra sia caratterizzata da delle peculiarità tecniche e strutturali che la distinguono dalla produzione biologica di pieno campo, cio non dimeno anche per essa valga il rispetto dei principi e delle norme della produzione biologica, specificati nei Reg. (EC) 834/2007 e (EC) 889/2008. Nel rapporto si afferma, comunque, che saranno necessarie delle normative specifiche di produzione, per assicurare un uso responsabile dell’energia, dell’acqua, del suolo e della sostanza organica. Si sottolinea, inoltre, che l’elevato grado di intensificazione della produzione biologica in serra è motivo di preoccupazione per il Gruppo di Esperti perché ne minaccia la sostenibilità.

Dal punto di vista del consumo energetico, si consente il ricorso al riscaldamento delle serre, senza limitazioni, solo per assicurare la protezione dal gelo (fino a 5°C) e si concede la possibilità di raggiungere temperature superiori solo se se adeguatamente giustificato ed in funzione della coltura. Associato al consumo energetico, il rapporto si esprime sulla concimazione carbonica, consentendola, ma manifestando grande preoccupazione per la diffusa tendenza, in alcuni Paesi, di bruciare combustibili fossili d’estate allo scopo principale di ottenere anidride carbonica da immettere nelle serre. A tale proposito, nel rapporto si afferma “che l’utilizzo di combustibile fossile per la sola funzione di aumento della concentrazione di anidride carbonica delle serre non dovrebbe essere permesso”. Infine, nel rapporto si chiarisce un punto oggetto di tanti dibattiti a livello europeo, e che riguarda la possibilità di produrre in

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biologico coltivando su substrati colturali. Nel rapporto, si stabilisce che la produzione biologica deve essere realizzata su suolo sebbene si conceda una deroga, con molte restrizioni (per esempio, impossibilità di aumento delle superfici attualmente utilizzate), solo ai Paesi Nordici (Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca). Infine, non ultimo per importanza, nel rapporto, il Gruppo di Esperti raccomanda che, nonostante le difficoltà tecniche e logistiche, anche nelle serre venga adottata la tecnica della rotazione delle colture e l’introduzione di colture da sovescio a ciclo breve e di leguminose.

ORTAGGI IV GAMMA, ISMEA:

FRENANO VENDITE NEI PRIMI 8 MESI. NEL PERIODO GENNAIO- AGOSTO 2013 UN CALO DEL 3,5%

I t a g l i a l carrello della s p e s a n o n r i s p a r m i a n o gli ortaggi di IV gamma, un s e g m e n t o – quello delle v e r d u r e

f r e s c h e , l a v a t e ,

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tagliate e confezionate – immune, almeno fino allo scorso anno, dalla crisi dei consumi alimentari e in grado di esprimere tassi di crescita anche a due cifre.

La rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko indica nel periodo gennaio- agosto 2013 un calo del 3,5% dei volumi acquistati rispetto allo stesso periodo del 2012 e una flessione della spesa del 7,5%, a causa della concomitante riduzione dei prezzi medi al dettaglio (-4,2%).

Tale dinamica è riconducibile alla contrazione delle vendite di insalate monovarietali, di insalate miste e di altri ortaggi (ad es. carote), mentre le vendite di ortaggi pronti da cuocere si sono mosse in netta controtendenza, registrando un +2,8% su base annua, con un aumento della spesa dello 0,9%, solo in parte ridimensionata dalla riduzione dei listini medi (-1,8%).

Fino alla fine del 2012, gli acquisti di ortaggi di IV gamma hanno registrato un costante trend in crescita, complici l’elevato contenuto di servizio e la praticità d’uso che ne hanno fatto impennare i consumi del 380% in dieci anni nonostante prezzi decisamente più elevati rispetto al fresco tradizionale.

I primi segnali di cedimento del mercato si sono manifestanti a dicembre 2012, quando l’onda lunga della crisi aveva determinato una brusca inversione di tendenza negli acquisti domestici che si è protratta fino a giugno 2013.

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Miglioramenti sono emersi solo in estate: nel bimestre luglio- agosto le vendite (sia in volume che in termini monetari) hanno superato i livello dello stesso periodo del 2012, grazie soprattutto ai maggiori acquisti di insalate e ortaggi pronti da cuocere.

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RETRIBUZIONI CONTRATTUALI, ISTAT: AD AGOSTO AGRICOLTURA +3,2%

Alla fine di agosto 2013 i contratti c o l l e t t i v i nazionali di l a v o r o i n vigore per l a p a r t e e c o n o m i c a r i g u a r d a n o i l 4 7 , 6 % d e g l i

o c c u p a t i dipendenti e corrispondono al 46,1% del monte retributivo osservato.

Nel mese di agosto – rileva l’Istat – l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie risulta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,5% nei confronti di agosto 2012. Complessivamente, nei primi otto mesi del 2013, la

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retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, ad agosto le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (4,4%);

agricoltura (3,2%); pubblici esercizi e alberghi (2,9%). Si registrano, invece, variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di agosto sono stati recepiti due accordi mentre nessuno è scaduto. Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 52,4% nel totale dell’economia e del 38,5% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 27,0 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 14,1 mesi per quelli del settore privato.

LAVORO, ISTAT: RETRIBUZIONI

CONTRATTUALI AUMENTANO PER

AGROALIMENTARE

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I settori che presentano il maggior incremento per q u a n t o r i g u a r d a l e retribuzioni contrattuali s o n o l e b e v a n d e , g l i alimentari e il tabacco.

Seguiti dall’agricoltura.

Alla fine di agosto 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 47,6% degli occupati dipendenti e corrispondono al 46,1% del monte retributivo osservato.

Nel mese di agosto l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie risulta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,5% nei confronti di agosto 2012. Complessivamente, nei primi otto mesi del 2013, la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2012.

Con riferimento ai principali macrosettori, ad agosto le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e u n a v a r i a z i o n e n u l l a p e r q u e l l i d e l l a p u b b l i c a amministrazione.

I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (4,4%);

agricoltura (3,2%); pubblici esercizi e alberghi (2,9%). Si registrano, invece, variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di agosto sono stati recepiti due accordi mentre nessuno è scaduto.

Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 52,4% nel totale dell’economia e del 38,5% nel

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settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 27,0 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 14,1 mesi per quelli del settore privato.

Applicazioni contrattuali

Ad agosto 2013 l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie risulta invariato per il limitato contributo dei miglioramenti economici previsti dai contratti in vigore.

Andamento settoriale

Nel mese di agosto 2013 a fronte di un aumento tendenziale medio dell’1,5%, i settori che presentano gli incrementi maggiori sono: alimentari, bevande e tabacco (4,4%);

agricoltura (3,2%); pubblici esercizi ed alberghi (2,9%). Si registra, un aumento dello 0,1% per il settore tessile, abbigliamento e lavorazione pelli e stazionarietà per tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Copertura contrattuale

Alla fine del mese di agosto 2013 tra i contratti monitorati dall’indagine si è registrato il recepimento di due accordi (laterizi e manufatti in cemento, società e consorzi autostradali), mentre nessun accordo è venuto a scadenza.

Pertanto, alla fine di agosto 2013, sono in vigore 24 contratti che regolano il trattamento economico di circa 6,1 milioni di dipendenti che rappresentano il 46,1% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 63,2%, con quote differenziate per attività economica:

la copertura è totale nel settore agricolo, mentre è del 67,3%

nell’industria e del 57,6% nei servizi privati (Prospetto 4).

Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 50 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 6,8 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).

L’indagine sulle retribuzioni contrattuali permette di

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calcolare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che resterebbero in vigore nel semestre successivo n e l l ’ i p o t e s i d i a s s e n z a d i r i n n o v i . P e r i l t o t a l e dell’economia l’incidenza dei contratti collettivi in vigore, rispetto a quella rilevata ad agosto 2013, scenderebbe lievemente da ottobre attestandosi a fine dicembre al 44,8%, e subirebbe quindi una forte contrazione a partire da gennaio 2014 (27,9%). Per il solo settore privato la quota di agosto, pari al 63,2%, si ridurrebbe alla fine del semestre al 38,2%

Proiezioni dell’indice

L’indice per dipendente delle retribuzioni contrattuali per l’intera economia, proiettato per tutto l’anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di agosto, registrerebbe nel 2013 un incremento dell’1,5%

(Prospetto 6). Con riferimento al semestre settembre 2013- febbraio 2014, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell’indice generale risulterebbe dell’1,2%, come media delle variazioni mensili che si ridurrebbero dall’1,3%

di settembre allo 0,8% di febbraio 2014.

Tensione contrattuale

Nel mese di agosto la quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia è pari al 52,4%, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente (52,7%). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 27,0, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2012 (32,2). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 14,1 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (9,4).

Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 38,5%, in diminuzione rispetto al mese precedente (38,9%) e in decisa crescita rispetto ad agosto 2012 (8,6%); i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 14,1, mentre l’attesa media è di 5,4 mesi considerando l’insieme dei

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dipendenti del settore.

L’andamento di tali indicatori, che consentono di monitorare la tensione contrattuale per l’intera economia, è presentato nelle successive figure, che riportano la quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento.

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LN-LOMBARDIA.PROMOZIONE

ESTERO, FAVA A LONDRA CON 12 IMPRESE

L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava accompagnerà da domani, martedì 24 settembre, fino a mercoledì, alcune imprese lombarde a Londra, nell’ambito di una missione economica, che vede le aziende protagoniste di una serie di incontri ‘business to business’ e visite a punti vendita locali. E’ quanto prevede l’iniziativa ‘Lombardia food’, promossa dalla Direzione generale Agricoltura, nell’ambito di un Accordo di programma con il Sistema camerale. In scaletta, inoltre, anche incontri istituzionali con rappresentanti governativi e di associazioni economiche.

BERLINO E COLONIA, PROSSIME TAPPE – Tra gli obiettivi del p r o g e t t o f i g u r a n o l a p r o m o z i o n e d e i p r o d o t t i e n o - agroalimentari lombardi all’estero, il tema della

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riconoscibilità dei prodotto alimentari attraverso l’etichettatura, l’analisi delle dinamiche del mercato delle commodities alimentari e l’organizzazione internazionale dei prodotti di base. La prima tappa promozionale nella capitale britannica sarà seguita – a marzo 2014 – da quelle a Berlino e a Colonia. Obiettivo, facilitare l’entrata di nuove imprese lombarde nei mercati target, aiutandole finanziariamente e nelle operazioni di certificazione e distribuzione dei prodotti; sostenere le imprese lombarde già attive nei mercati target, rafforzando la loro presenza e visibilità in loco tramite operazioni di marketing orientate ai consumatori locali. All’iniziativa londinese aderiscono 12 imprese lombarde coordinate da Promos, azienda speciale per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano.

GB MERCATO DI SBOCCO – Il Regno Unito è uno dei più importanti mercati di sbocco per la produzione alimentare italiana. Nel 2012 le esportazioni di prodotti alimentari (inclusi vini, bevande, frutta e vegetali) hanno superato i 2,5 miliardi di euro, con un incremento del 5,5 per cento rispetto al 2011. Il sistema distributivo britannico è contraddistinto da una forte concentrazione della Gdo. Le prime 4 catene (Tesco, Asda, Sainsbury e Morrison) controllano quasi l’80 per cento del mercato. Per le piccole aziende italiane di nicchia il principale canale di consumo è la ristorazione italiana di alto livello che negli ultimi anni si è andata sempre più affermando nel Regno Unito e specialmente a Londra. Il Regno Unito rappresenta la terza destinazione mondiale del vino italiano nel mondo (dopo Francia e Germania), per un valore stimato a fine 2012 di oltre 630 milioni di euro.

Il programma della giornata di incontri di domani, martedì 24 settembre:

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– ore 09, Cabinet Office, incontro con Mr. Richard Chachala, Deputy Director, Obesity & Food Policy Branch, Health &

Wellbeing Division, Department of Health: tema dell’incontro, la normativa inglese sull’etichettatura a semaforo dei prodotti alimentari;

– ore 12.30, ristorante Tamarind, 20 Queen Street. Lunch meeting con Francesca Manchi, Ufficio della Commissione Europea; Fortunato Celi Zullo, direttore Ice (Istituto Commercio con l’Estero) Londra; Laura Albanese, addetto commerciale e responsabile settore Prodotti di Base;

– ore 15.30, International Coffee Organization – 22 Berners Street. Incontro con rappresentanti delle Organizzazioni Internazionali dei Prodotti di Base. Mauricio Galindo, Deputy Executive Director; International Coffee Organization (ICO) Lilian Eunice Volcan, Projects Officer, ICO, Michele Nardella, Econometrician, International Cocoa Organization (ICCO) Representative from the International Sugar Organization (ISO): Tema dell’incontro, acquisizione di elementi sulle dinamiche dei mercati delle commodities alimentari, anche in prospettiva di Expo Milano 2015;

BILANCIO 2014-2016, MIPAAF

“RESUSCITA” LA 499 PER

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AUMENTARE INVESTIMENTI IN AGRICOLTURA

S e m b r e r e b b e c h e l a

“lista della spesa” che il ministero delle Politiche agricole avrebbe dovuto inviare al ministero dell’Economia entro il 10 settembre nell’ambito della sessione di bilancio 2014-2016 sia pronta non prima de1 15 ottobre. Ma che le idee siano già chiare: puntare sulla 499 – oggi con la cassa vuota – per incrementare gli investimenti nel settore agricolo. In questo modo il ministero avrebbe potere di spesa per pianificare un piano agricolo nazionale sul settore del mercato e interventi agricoli di settore.

Bisogna vedere ora di risolvere l’ostacolo relativo alle competenze nazionali e regionali, uno dei motivi per cui, negli anni, la 499 si è “persa”.

Quello che il Mipaaf si appresta a redigere è il documento con cui i dicasteri propongono le proprie “priorità di spesa” al Mef e su cui poi lavorare all’interno del Patto di Stabilità.

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Entro il l5 ottobre, ciascuno Stato membro deve poi pubblicare e trasmettere alle competenti Istituzioni europee un Documento Programmatico di Bilancio {DFB} nel quale siano aggiornate le informazioni precedentemente inviate con il Programma di Stabilità.

L a s c a d e n z a u l t i m a , d a t a dal ministero dell’Economia aveva come termine ultimo il 10 settembre ma, agli uffici preposti, alla data del 17 settembre il documento Mipaaf non era ancora pervenuto. E neppure in ragioneria. Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che sia ancora in working progress al fine di poterlo “chiudere” entro il 15 ottobre. Il punto più importante, da quanto si apprende, dovrebbe essere la 499 (Legge 23 Dicembre 1999, n. 499 sulla

“Razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale”) al fine di incrementare gli investimenti in agricoltura. E quindi anche del comparto ittico.

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Qui di seguito AGRICOLAE riporta la lettera inviata il 30 agosto dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ai

“colleghi” ministri e al presidente del Consiglio Enrico Letta.

“Le modifiche introdotte in ambito europeo al processo di governante economica prevedono che, in base al Regolamento (Uli) 473/2013, entro il l5 ottobre, ciascuno Stato membro pubblichi e trasmetta alle competenti Istituzioni europee un Documento Programmatico di Bilancio {DFB} nel quale siano aggiornare le informazioni precedentemente inviare con il Programma di Stabilità (di cui alla l sezione del Documento di economia e finanza – DHT), tenendo conto, in particolare, delle più recenti informazioni sui risultati di consuntivo comunicate dall’lstimto nazionale di statistica (lSTAT) con la notifica del l0 Ottobre. Il predetto documento dovrà inoltre contenere indicazioni dettagliate circa i provvedimenti che costituiscono la manovra di finanza pubblica proposta dal governo per il conseguimento degli obiettivi programmatici. Il rispetto dei termini di presentazione delle dei Dpb, Richiede una revisione del calendario degli adempimenti e delle attività connesse alla definizione della manovra di finanza pubblica. In particolare – scrive ancora il ministro dell’economia e delle finanze – Si rende necessario anticipare la definizione dei contenuti del disegno di legge di stabilità rispetto alla data attualmente prevista dalla legge di contabilità e finanza pubblica oggi fissata per il 15 ottobre.

Le proposte di intervento di ciascuna amministrazione dovranno essere compiutamente definite e comunicate al ministero dell’economia e delle finanze entro e non oltre la data del 10 settembre 2013 per il triennio per il tramite dell’ufficio centrale del bilancio contestualmente l’invio delle proposte di bilancio come previsto dalla circolare n.e 32 del 17 luglio 2013. Ciò per consentire di definire un quadro allo cattivo delle risorse disponibili in un contesto organico in cui siano note le grandezze di bilancio quantificate a legislazione

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urgente e le eventuali proposte di modifica di ciascun ministero.

La formulazione di proposte di ciascun ministero dovrà essere coerente con un contesto in cui è imprescindibile il mantenimento degli impegni assunti in ambito europeo con riferimento al conseguimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica In continuità con l’impegno del governo nel corso degli ultimi anni. È necessario confermare tale orientamento al fine di rafforzare e rendere maggiormente sostenibili nel medio periodo gli sforzi finora compiuti.

Le proposte di intervento dovranno risultare coerenti con il contenuto proprio della legge di stabilità come definito dalla legge 31 dicembre 2009 numero 196 e non potranno in p a r t i c o l a r e a v e r e a d o g g e t t o n o r m e d i c a r a t t e r e prevalentemente ordinamentale ed organizzatorio anche qualora idonee a determinare risparmi di spesa nonché interventi localistici o micro settoriali. Ciascuna amministrazione e chiamata in primo luogo a ricostruire il quadro delle risorse ad essa assegnate a legislazione vigente valutando nell’ambito di ciascun programma del proprio stato di previsione la possibilità di interventi di razionalizzazione e di riduzione della spesa. Al fine di migliorare la qualità della spesa stessa e di promuovere un utilizzo più efficace ed efficiente delle risorse pubbliche. Qualora in sede di predisposizione del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge di stabilità per il triennio 2014 2016 i ministri competenti intendano proporre iniziative normative da cui derivino nuovi o maggiori oneri rispetto a quanto previsto a legislazione vigente o si manifesti l’esigenza di aumentare il livello dello stanziamento Di risorse previsto per il finanziamento di alcune attività le stesse proposte dovranno essere accompagnate da misure compensative disposte nell’ambito d e l l ’ a g g r e g a t o c o m p l e s s i v o d i s p e s a d e l l a s t e s s a amministrazione.

Sia le proposte di incremento della spesa che le relative

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compensazioni dovranno essere ordinate secondo un ordine di priorità individuato dalle stesse amministrazioni. Le proposte e le relative compensazioni dovranno inoltre essere adeguatamente illustrate in un apposito documento che consenta la verifica degli effetti finanziari ad esse associati. Tale documento dovrà in particolare indicare per ciascuna proposta gli obiettivi perseguiti gli elementi o parametri utilizzati ai fini della quantificazione dei relativi effetti finanziari nonché contenere la bozza delle disposizioni proposte. Nel caso in cui per l’attuazione della proposta si renda necessaria una modifica della sottostante autorizzazione legislativa di spesa o di uno dei parametri che ne determinano l’evoluzione la proposta di spesa dovrà essere accompagnata da una corrispondente Proposta di modifica legislativa della norma autorizzatoria e delle sottostanti determinanti della spesa.

Le proposte di incremento della spesa potranno essere tenute in considerazione in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità solo qualora le compensazioni proposte dai ministeri risultino adeguate a rassicurare l’invarianza della spesa sui saldi di finanza pubblica.

Le proposte pervenute dalle amministrazioni saranno coordinate dal ministero dell’economia e delle finanze in un quadro di sintesi che consenta di valutare la coerenza del complesso degli interventi proposti con i vincoli aggregati di finanza pubblica dopo che le stesse siano state valutate dallo stesso ministero in relazione alla congruità degli effetti finanziari loro ascritti. In questa sede l’insieme delle proposte di modifica avanzate dai dicasteri sarà valutato anche al fine di verificare la loro compatibilità con l’obiettivo di non incrementare la pressione fiscale.

Il lavoro istruttorio svolto dal ministero dell’economia e delle finanze sulla base dei criteri su esposti In via preliminare rispetto all’approvazione del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge di stabilità sarà sottoposto

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al consiglio dei ministri ai fini delle decisioni fondamentali da assumere in ordine all’articolazione del bilancio 2014, Come risultante dal disegno di legge di bilancio e dalla legge di stabilità in termini di entrate e di spese complessive nonché dei principali aggregati di spesa”.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il testo della Legge 23 Dicembre 1999, n. 499 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.

305 del 30 dicembre 1999

RAZIONALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI NEI SETTORI AGRICOLO, AGROALIMENTARE, AGROINDUSTRIALE E FORESTALE

Art. 1.

(Finalità)

1. La presente legge, nel rispetto delle linee di intervento fissate dal Documento di programmazione economico-finanziaria, ha la finalità di:

a)

assicurare coerenza programmatica e continuità pluriennale agli interventi pubblici nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale, favorendone l’evoluzione strutturale;

b) accrescere, mediante l’armonizzazione dei costi medi di produzione con quelli degli altri Paesi dell’Unione europea, le capacità concorrenziali del sistema agroalimentare italiano nel mercato europeo ed internazionale perseguendo la massima valorizzazione delle produzioni agricole e la tutela del consumatore, nonché il riequilibrio delle strutture produttive nelle diverse aree del Paese;

c) promuovere le politiche di sviluppo e di salvaguardia del mondo rurale, attraverso il sostegno all’economia multifunzionale nel quadro di uno sviluppo sostenibile e del riequilibrio territoriale.

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Art. 2.

(Dotazioni finanziarie e procedure di programmazione)

1. Per le finalità di cui all’articolo 1, per il quadriennio 1999-2002, sono destinate le risorse finanziarie recate specificamente dalla presente legge, nonché i fondi che le regioni iscrivono autonomamente nei propri bilanci, quelli erogati dal Fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, per l’attuazione dei regola menti comunitari a fini strutturali, quelli recati annualmente dalla legge finanziaria e destinati alle competenze regionali nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale, quelli di competenza statale destinati in particolare ai settori dell’irrigazione, dell’agroindustria e del riordino fondiario, per l’attuazione di programmi di interventi in settori specifici, e quelli previsti dal Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura di cui all’articolo 12 della legge 27 ottobre 1966, n. 910.

2. I fondi specificamente recati dalla presente legge, per le finalità di cui all’articolo 1, per il periodo 1999-2002, ammontano a lire 499,3 miliardi per l’anno 1999, a lire 99,1 miliardi per l’anno 2000 e a lire 101,1 miliardi per ciascuno degli anni 2001 e 2002.

3. Per l’anno 1999, i fondi stanziati dalla presente legge sono destinati quanto a lire 250 miliardi al finanziamento dei regimi di aiuto previsti dal decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173, e quanto a lire 249,3 miliardi alle altre iniziative contemplate dall’articolo 1, comma 3, della legge 2 dicembre 1998, n. 423, con le procedure dallo stesso previste.

4. Per i fondi stanziati a decorrere dall’anno 2000, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro delle politiche agricole e forestali, in coerenza con i vincoli posti dagli accordi internazionali e dalla politica agricola dell’Unione europea e con le indicazioni del Documento di programmazione economico- finanziaria e sulla base della Piattaforma programmatica di

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politica agricola nazionale, definisce le linee di indirizzo e coordinamento per gli interventi da realizzare nei settori agricolo, agroindustriale, agroalimentare e forestale, nonché le indicazioni per l’omogenea redazione dei programmi regionali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Sono fatte salve le attribuzioni del Ministero del commercio con l’estero e dell’Istituto nazionale per il commercio estero in materia di attività promozionale all’estero di rilievo nazionale e di internazionalizzazione delle imprese.

5. Le somme di cui ai commi 1 e 2 sono destinate a finanziare gli interventi previsti dal Documento programmatico agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale nazionale, di seguito denominato “Documento programmatico agroalimentare”, che il Ministro delle politiche agricole e forestali, sentite le organizzazioni professionali agricole, nonché le organizzazioni cooperative, le organizzazioni sindacali degli operatori agricoli, le associazioni dei produttori e dei consumatori e le organizzazioni agroindustriali di settore, e sentita, altresí, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, presenta, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari, al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), ai fini della verifica della coerenza con la programmazione generale e della relativa approvazione.

L’approvazione del Documento programmatico agroalimentare da parte del CIPE comporta la contestuale attribuzione dei fondi di cui al comma 2.

6. Il Documento programmatico agroalimentare, di durata triennale, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e previa espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari, puó essere adeguato ogni anno, entro sessanta giorni dall’approvazione del

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Documento di programmazione economico-finanziaria, tenendo conto delle evoluzioni intervenute nelle normative comunitarie di settore; analogamente si potrà procedere alla revisione dell’attribuzione dei fondi di cui al comma 2.

7. Il Documento programmatico agroalimentare é costituito:

a)

dai programmi agricoli, agroalimentari, agroindustriali e forestali, nonché di sviluppo rurale predisposti da ogni singola regione e provincia autonoma, di seguito denominati

“programmi agricoli regionali”;

b) dai programmi di formazione professionale, volti ad agevolare l’inserimento di giovani nel settore primario, realizzati dalle regioni e dalle province autonome di intesa con istituti di istruzione secondaria, professionale e facoltà u n i v e r s i t a r i e a d i n d i r i z z o a g r i c o l o - f o r e s t a l e e agroindustriale delle università degli studi, e dagli interventi a favore della imprenditorialità giovanile;

c) dai programmi interregionali o dalle azioni comuni riguardanti l’insieme delle regioni e delle province autonome, da realizzare in forma cofinanziata;

d) dalle attività realizzate dal Ministero delle politiche agricole e forestali ai sensi del decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143;

e) dagli interventi pubblici e dalle azioni di sostegno previsti dal decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173, e dalle misure di razionalizzazione del settore;

f) dai programmi di interventi predisposti dalla società Sviluppo Italia e da altre strutture operanti a livello n a z i o n a l e n e l s e t t o r e a g r i c o l o , a g r o a l i m e n t a r e , agroindustriale e forestale.

8. Per il primo anno di attuazione i programmi agricoli regionali potranno essere sostituiti dai documenti di programmazione agricola, agroalimentare, agroindustriale e forestale, nonché di sviluppo rurale cui la programmazione regionale fa riferimento.

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9. In mancanza della presentazione di uno o piú programmi agricoli regionali o di uno o piú documenti di cui al comma 8, alla loro predisposizione si provvede ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.

10. I regimi di aiuto contenuti nel Documento programmatico agroalimentare, entro quindici giorni dalla approvazione di quest’ultimo sono notificati alla Commissione delle Comunità europee, e costituiscono il riferimento in ordine a quanto stabilito dagli articoli 87 e 88 del Trattato che istitui sce la Comunità europea, come modificato dal Trattato di Amsterdam di cui alla legge 16 giugno 1998, n. 209. Analogamente si provvede per la notifica di eventuali modifiche.

11. Il Ministro delle politiche agricole e forestali, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, presenta annualmente al CIPE ed al Parlamento un rapporto sullo stato di attuazione degli interventi previsti dalla presente legge e sullo stato dell’agricoltura italiana.

Art. 3.

(Dotazioni finanziarie delle regioni in attuazione del decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143)

1. Al fine di assicurare alle regioni, a decorrere dall’anno 2000, le risorse finanziarie ad esse necessarie per lo svolgimento delle funzioni loro conferite dal decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143, nonché in attuazione di quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, é autorizzata per gli anni 2000 e 2001 l’ulteriore spesa di lire 540,7 miliardi da devolvere all’apposito fondo da istituire nello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per essere ripartito tra le regioni stesse con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica sulla base di criteri fissati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi

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dell’articolo 2, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

2. A decorrere dall’anno 2002 si provvede con le modalità di cui all’articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.

Art. 4.

(Finanziamento delle attività di competenza del Ministero delle politiche agricole e forestali)

1. Per il periodo 1999-2002, é autorizzata per ciascun anno la spesa di lire 250 miliardi per le attività di competenza del Ministero delle politiche agricole e forestali concernenti in particolare la ricerca e sperimentazione in campo agricolo, svolta da enti, istituti e laboratori nazionali, la raccolta, elaborazione e diffusione di informazioni e di dati, compreso il sistema informativo agricolo nazionale, il sostegno delle associazioni ed unioni nazionali di produttori agricoli, il miglioramento genetico vegetale e del bestiame, svolto dalle associazioni nazionali, la tutela e valorizzazione della qualità dei prodotti agricoli e la prevenzione e repressione delle frodi, nonché il sostegno delle politiche forestali nazionali. Una quota di tali disponibilità puó essere destinata a progetti speciali in materia agricola predisposti da università degli studi e da altri enti pubblici di ricerca.

Con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali si provvede al riparto delle suddette disponibilità finanziarie tra le finalità di cui al presente articolo.

Art. 5.

(Disposizioni finanziarie)

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, determinato in lire 749,3 miliardi per l’anno 1999, in lire 889,8 miliardi per l’anno 2000, in lire 891,8 miliardi per l’anno 2001 e in lire 351,1 miliardi per l’anno 2002, si provvede, per gli anni 1999, 2000 e 2001, mediante

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corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale “Fondo speciale” dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l’anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per le politiche agricole.

2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica é autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

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OLIO, EXTRAVERGINE E BIO DI UNAPROL ANIMA “OILA'”

L’olio extra vergine DOP e Bio delle aziende di Unaprol sarà il protagonista di TASTE, la grande rassegna dedicata al gusto e ai sapori della capitale. Nei giardini dell’Auditorium Parco della Musica di Roma torna anche quest’anno dal 26 al 29 settembre OliLà; la squadra delle eccellenze che presenta alla ristorazione, alla distribuzione e ai consumatori una panoramica dei diversi sapori e profumi degli oli extra vergini di oliva prodotti nella regione Lazio. Nove le aziende olivicole che saranno le protagoniste dell’edizione 2013:

Francesco Saverio Biancheri – Priverno (LT); Cà Ollaria di Luigi Boccalari – Ponzano Romano (RM); Alfredo Cetrone – Sonnino (LT); Il Cervo Rampante di Camillo Gurgo di Castelmenardo – Castelnuovo di Farfa (RI); Paola Orsini – Priverno (LT); Tomei di Claudio Tomei – Maenza (LT); Frantoio Tuscus di Giampaolo Sodano – Vetralla (VT); Cooperativa olivicola di Canino – Canino (VT) e Oleificio sociale

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cooperativo agricolo di Tuscania – Tuscania (VT).

Agli extra vergini di oliva delle aziende di OliLà si accompagnano i DOL (di origine laziale), prodotti di eccellenza 100% made in Lazio e le birre dell’Associazione piccoli birrifici artigianali del Lazio; la collaborazione con lo chef Mauro Secondi – dell’omonimo pastificio – permetterà di abbinare gli oli di OliLà ad altri prodotti del territorio laziale: paste fresche artigianali, salumi, formaggi, pani tradizionali e legumi.

La cucina di Taste, che ha sposato i sapori propri della tradizione capitolina, vedrà anche numerose dimostrazioni di abbinamenti e contaminazioni ai fornelli (flash-mob) dove si alterneranno cuochi e ristoratori con proposte diverse di assaggi cucinati a base degli oli extra vergini di oliva del Lazio dando vita alla rassegna di “In cucina con…” . Uno spazio dedicato all’olio extra vergine buono quello fatto veramente con le olive del Lazio.

Incontrare l’olio extra vergine di oliva a Taste è un evento che riaccende l’economia dei territori perché l’olivicoltura rappresenta fonte di reddito per il 60% delle aziende agricole della regione. Dal 26 al 29 settembre Taste rappresenta una buona occasione momento perché produttori, consumatori, ristoratori, chef, appassionati, giornalisti, critici, foodies e gourmet si incontrino. Uno degli obiettivi di Taste è quello di scambiarsi pareri e opinioni, domande e curiosità per agevolare la crescita della conoscenza consapevole del consumo consapevole dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità made in Lazio.

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OCSE, ASSOCARNI: IPOCRISIA ITALIANA AUMENTA

“ I n c r e d i b i l e

” , s e c ondo Luigi Scordamaglia – vicepresidente di ASSOCARNI e di FEDERALIMENTARE – la “crescente disinformazione a cui quotidianamente assistiamo in tema di produzione agricola soprattutto in Europa e nel nostro Paese”. La stessa OCSE accusa l’Europa di aver fatto una riforma della politica agricola comune “troppo orientata a proteggere la produzione soprattutto delle aziende a maggior reddito, come se ciò fosse una colpa”. “Ma sono consapevoli i tecnici dell’Ocse di quanto pericolosamente si sia ridotto il livello di autosufficienza dell’Unione europea in termini di materie prima agricole – essenziale anche per la nostra industria di trasformazione – di quanto importante il mantenimento di un adeguato livello di redditività delle aziende agricole sia per convincere le nuove generazioni ad investire in agricoltura?”.

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Questo è ancora più vero per i prodotti di origine animale

“che stanno alla base di grandi eccellenze alimentari italiane , Dop ed Igp, ma che vengono attaccati quotidianamente da improbabili figure. Come l’anziano famoso scienziato che, dopo aver dogmatizzato su quelli che saranno le future tendenze sessuali alternative della popolazione mondiale e su quanto innocua sia la radioattività e la manipolazione genetica, parla ora di una congiura mondiale di multinazionali farmaceutiche ed alimentari che contrastano il vegetarianesimo di cui dopo anni di bistecche si è fatto testimonial”. Oppure – prosegue ancora Scordamaglia, “come l’ex ministro di un recente governo di centrodestra che ha appena presentato un disegno di legge su un argomento certamente prioritario e vitale oggi per gli italiani e cioè a chi affidare tra coniugi i propri cani e gatti in caso di divorzio”. “E’ proprio vero c h e a l p e g g i o n o n c ’ è m a i f i n e , m a l a p r o d u z i o n e agroalimentare è cosa troppo seria per affrontarla così”, conclude Scordamaglia.

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STUDENTI CREANO PROGETTO

DIETA MED-ITALIANA

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U n a b e l l a s t o r i a , u n a storia di giovanissimi, purtroppo rara, che merita di essere r a c c o n t a t a , i n u n ’ I t a l i a c h e r e g i s t r a s e m p r e p i ù preoccupazioni in merito al lavoro e all’occupazione, soprattutto giovanile, soprattutto al sud.

Parliamo di ciò che sta avvenendo a Lecce dove un’intera classe, coadiuvata dai docenti, da due anni si sta impegnando fattivamente nel tradurre quanto viene appreso in aula in un possibile e reale futuro lavoro. Gli studenti dell’attuale 5°B (indirizzo economico) dell’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce hanno infatti iniziato quando erano al terzo anno ad occuparsi del progetto “Dieta Med-Italiana” che promuove in maniera innovativa le produzioni agroalimentari del territorio allo scopo di sfruttare la “tripla A” di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente e tentare di costruirsi, mentre sono ancora a scuola, un vero e proprio lavoro, capace di dare ad alcuni di loro un’occupazione al termine degli studi superiori. E oggi

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hanno in mano, letteralmente, il primo frutto tangibile del loro impegno e della loro caparbia, un assegno di 1.120 euro (al lordo delle tasse). Non è una grande cifra, visto anche che deve essere frazionata fra i diversi “lavoratori”, ma è certo un inizio, un buon inizio e, considerando che hanno ancora questo intero anno scolastico per continuare nel loro intento, c’è da scommetterci che sentiremo ancora buone e confortanti notizie come questa.

L’assegno è frutto dell’organizzazione e della realizzazione nella centralissima piazza Sant’Oronzo del Festival della Dieta Med-Italiana dal 24 al 28 aprile scorso, una ricca kermesse di esposizioni, incontri e degustazioni rivolte ad un numeroso pubblico extrasalentino ed estero, invitato appositamente a Lecce per conoscere, apprezzare e, in futuro, acquistare le migliori produzioni agroalimentari del territorio. Erano presenti oltre 60 espositori con una grande varietà di prodotti: olio extravergine, vino, formaggi, cereali e derivati, ortaggi, miele, dolci e così via. Presenti anche alcune vere e proprie chicche, come il Pansorriso, il Vincotto, l’olio Nectarea e le Frisedde Regina. A supportare il lavoro degli studenti anche l’importante presenza delle istituzioni, la Provincia di Lecce, in persona dell’assessore Francesco Pacella, il Comune di Lecce con il sindaco Paolo Perrone e l’assessore Luigi Coclite e la Camera di Commercio con il presidente Alfredo Prete.

Per la buona riuscita dell’evento, gli studenti non si sono limitati ad allestire tutto l’occorrente in piazza ma si sono preoccupati anche di invitare, a partire da febbraio, un grandissimo numero di persone provenienti dal resto d’Italia e da paesi come la Germania, l’Inghilterra, la Spagna, la Francia e l’Olanda, con mirate azioni di web marketing e grande utilizzo dei social network. Sono riusciti persino a

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ridurre i costi di ospitalità presso oltre 200 hotel e b&b in tutto il Salento con l’originale operazione low cost “Vado, l’Assaggio e Torno”.

Come già accennato, questo sarà l’anno decisivo per il giovane gruppo di studenti salentini, hanno ancora undici mesi per completare l’infrastruttura del loro progetto e a settembre 2014, una volta superati gli esami di Stato, per coloro che non intendono proseguire gli studi in ambito universitario o seguire una carriera militare, ci saranno i presupposti per iniziare a lavorare senza chiedere nulla a nessuno e senza attendere improbabili assunzioni. Sono giovani che non sperano in un aiuto dall’alto ma credono in un futuro creato con le proprie mani, con la propria creatività e il proprio impegno.

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