Aspetti macroeconomici globali
Stima dell’impatto economico conseguenze della crisi provocata dal Covid-19
Ricerca Vanguard | Giugno 2020
La diffusione del Covid-19 ha provocato un drammatico crollo dell’attività economica a livello mondiale. Gli investitori devono aspettarsi una forte recessione profonda e di breve durata, seguita da una ripresa lenta e disomogenea. In questa nota esaminiamo l’approccio di Vanguard alla valutazione degli effetti della crisi del Covid-19 sul PIL del 2020 e oltre.
Modellazione economica in un periodo di estrema incertezza
Per i nostri modelli utilizziamo una vasta gamma di dati economici tradizionali e di indicatori a più “ad alta frequenza”. Nella nostra analisi suddividiamo gli effetti economici del Covid-19 in tre categorie:
1. Variazione settoriale: Poiché il virus e le
successive misure di contenimento riguardano in modo diverso i singoli settori dell’economia, è necessario adottare un approccio settoriale dal bottom-up. I settori con un maggior grado di interazione diretta saranno quelli più colpiti e dovranno affrontare un periodo di ripresa più lungo rispetto a quelli che possono funzionare bene anche con l’adozione delle misure di distanziamento sociale.
2. Domanda e offerta: L’offerta in definitiva sarà in funzione della strategia di contenimento dei singoli governi o dei singoli stati e delle decisioni a livello aziendale. Di norma, i settori che
prevedono un maggior grado di interazione diretta impiegheranno più tempo a riprendersi rispetto ad altri. La domanda risentirà della riduzione del reddito complessivo, della risposta da parte delle autorità monetarie e fiscali e del
“fattore paura”. Prevediamo che la riluttanza dei consumatori a partecipare ad attività a maggior rischio dipenderà in larga misura dai progressi verso un vaccino o trattamenti terapeutici efficaci.
Di conseguenza, prevediamo che la crisi della domanda durerà molto più a lungo rispetto a quella dell’offerta se non si avranno sviluppi inattesi sul fronte sanitario.
3. Variazioni a livello di paesi e di regioni: Teniamo conto delle differenze a livello di impatto economico tra i diversi paesi e regioni. Queste differenze possono essere attribuite, tra l’altro, a diversità per quanto riguarda i tempi e la gravità dell’epidemia, le strategie di contenimento adottate dai governi e le risposte di politica monetaria e fiscale
Autori: Andrew J. Patterson, CFA; Shaan Raithatha, CFA; Adam Schickling, CFA; Maximilian Wieland;
e Beatrice Yeo, CFA
Riservato agli investitori professionali secondo la definizione di cui alla Direttiva MiFID II In Svizzera solo per gli investitori
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Iniziamo col considerare le due fasi del nostro metodo:
misurazione dell’entità della crisi iniziale e misurazione della persistenza della stessa. La Figura 1 illustra la nostra analisi riferita all’economia statunitense.
Sintetizzeremo successivamente le nostre previsioni del PIL nelle principali regioni in cui operiamo.
Fase 1: Misurazione dell’entità della crisi iniziale Calibriamo l’entità della crisi iniziale con l’ausilio di metriche tradizionali e di dati “ad alta frequenza”, tra cui indicatori in tempo reale, come i consumi elettrici, gli indici di mobilità, le prenotazioni nei ristoranti e le attività di volo. Quindi combiniamo questi dati con le informazioni fornite dai governi sulle regole e sulle restrizioni imposte ai diversi settori durante il confinamento.
Gli effetti delle misure di contenimento non sono gli stessi in tutti i settori industriali. Quelli che ricorrono maggiormente alle interazioni dirette, come il commercio al dettaglio, la ricettività e i trasporti, stanno accusando un drastico calo dell’attività, mentre quelli che possono funzionare relativamente bene anche con le misure di contenimento sociale, come l’edilizia e l’attività manifatturiera, stanno risentendo meno della crisi.
Fase 2: Misurazione della persistenza della crisi Per modellare la persistenza della crisi di Covid-19, utilizziamo un processo autoregressivo come definito nell’Equazione 1 qui sotto. Il livello del PIL viene modellato in funzione di tre elementi principali: la crisi iniziale della produzione (e), il livello di produzione prima della crisi (x) e il fattore di persistenza della crisi (ρ).
Arti, intrattenimento, ricettività e ristorazione
Trasporti e magazzini Commercio
al dettaglio Produzione manifatturiera Finanza (compreso
immobiliare)
Assistenza sanitaria
Formazione
Edilizia Agricoltura, miniere e
servizi di pubblica utilità
Servizi professionali
Commercio all’ingrosso Informazione
–80 –60 –40 –20 0 20%
Persistenza della crisi
Effetti sul livello del PIL
Settori meno colpiti Settori moderatamente colpiti Settori più colpiti
x
t= (1 – ρ) * x + ρ * x
t –1+ e
xt = livello di produzione nel momento t ρ= persistenza della crisi
x= livello di produzione pre-crisi
xt –1 = produzione nel periodo precedente
e= crisi
Equazione 1.
Figura 1. La crisi del Covid-19 avrà effetti diversi sui vari settori dell’economia
Note: La dimensione delle bolle indica la ponderazione relativa dei singoli settori nel PIL statunitense. Le stime degli effetti iniziali sul livello del PIL e della persistenza della crisi sono basate su tutta una serie di indicatori ad alta frequenza (come indici di mobilità, consumi energetici, acquisti presso la grande distribuzione e presenze in ristoranti ed alberghi) e indicatori economici tradizionali.
Fonti: Google, Apple, Johnson Redbook Index, American Iron and Steel Institute, US Department of Energy, Association of American Railroads, US Bureau of Labor Statistics, Prodco Analytics, Smith Travel Research, OpenTable, Transportation Security Administration e SimilarWeb
Equazione 1.
Previa valutazione della ripresa dell’economia per quanto riguarda l’offerta, classifichiamo i settori come a basso, medio e alto rischio sulla base della possibilità del telelavoro e/o della prossimità dei lavoratori nella produzione dei beni o dei servizi. Tra i settori a basso rischio, che evidenziano una minore persistenza della crisi (ρ), figurano l’agricoltura (dove la produzione è
socialmente distanziata per natura) e i servizi
professionali (dove il telelavoro si è rivelato abbastanza efficace con solo minori cali di produttività). Figurano invece tra i settori ad alto rischio, che evidenziano una maggiore persistenza della crisi, i trasporti e le attività di intrattenimento al chiuso, dove il distanziamento sociale è più difficile.
Prevediamo che la ripresa a livello di domanda
complessiva richiederà più tempo rispetto all’offerta. La persistenza della crisi della domanda dipenderà
dall’aumento delle disponibilità finanziarie e dal fattore paura associato alle attività che prevedono un’interazione diretta. Quest’ultimo potrebbe non venire
completamente meno fino a quando non verranno scoperti un vaccino o un trattamento terapeutico, il che probabilmente farà slittare la ripresa al 2021 e oltre.
Le esperienze regionali danno un’idea su quello che potrà essere il futuro
Possiamo anche utilizzare l’esperienza delle economie che sono più avanti nella lotta al virus, come la Cina, per meglio calibrare quelle che possono essere le aspettative relativamente alle regioni più indietro, come Stati Uniti ed Europa. Come mostra la Figura 2, il settore manifatturiero cinese, nello specifico con riferimento alla produzione dell'acciaio, si è ripreso molto più rapidamente rispetto alle attività sociali, come andare al cinema, nelle quali la reticenza dei consumatori è ancora elevata.
29/11/19 29/01/20 29/03/20 29/05/20
0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000
Aumento giornaliero dei casi (lato sinistro)
Produzione di barre d’acciaio (su base annua, lato destro) Vendita di biglietti del cinema (su base annua, lato destro)
–100 –80 –60 –40 –20 0 20%
Numero di casi di Covid-19 in Cina Variazione percentuale su base annua
15.141
∼∼
Ripresa attiva
Ripresa in stallo
Figura 2. L’esperienza cinese può aiutarci a capire che cosa potrebbe accadere negli Stati Uniti e in Europa
Fonti: Vanguard, sulla base di dati Our World in Data, Wind e Baidu.
1 Il gap della produzione è la differenza tra il PIL effettivo e quello potenziale.
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Considerando questi dati nel loro complesso, la Figura 3 mostra la nostra previsione di base sul livello del PIL degli Stati Uniti, dell’area euro, della Cina e del Regno Unito.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, prevediamo un calo della produzione superiore al 10% rispetto al secondo trimestre del 2020 prima che si produca una ripresa lenta e graduale. Non si prevede che il PIL statunitense tornerà ai livelli pre-virus fino alla fine del 2021 ed è probabile che resti molto al di sotto prima di chiudere l’“output gap”1. Per le altre regioni prevediamo che il livello del PIL seguirà un andamento leggermente diverso. Questo il che può essere spiegato da diversi fattori, tra cui le differenze nei tempi e nella gravità dell’epidemia, nella severità delle misure di contenimento adottate dai governi, nei tempi di uscita dal confinamento dei diversi settori, nella composizione dei settori economici e nelle risposte di politica monetaria e fiscale.
Ad esempio, fino ad oggi la Cina è riuscita a contenere il virus più rapidamente rispetto a Stati Uniti ed Europa e la sua economia ha una quota minore dedicata ai servizi che comportano una maggiore interazione diretta. Si prevede pertanto che tornerà ai livelli pre-virus più rapidamente.
Nell’area euro e nel Regno Unito, la ripresa richiederà più tempo rispetto agli Stati Uniti, perché si prevede che la crisi iniziale della produzione sarà maggiore (soprattutto perché le misure di contenimento adottate sono state più severe) e la risposta politica da parte delle autorità monetarie e fiscali è stata meno decisa.
Base
Andamento pre-virus
12/19 6/20 12/20 6/21 12/21
80 90 100 110
Base
Andamento pre-virus
12/19 6/20 12/20 6/21 12/21
80 90 100 110
Base
Andamento pre-virus
12/19 6/20 12/20 6/21 12/21
80 90 100 110 Base
Andamento pre-virus
12/19 6/20 12/20 6/21 12/21
80 90 100
110 Stati Uniti
Cina
Area euro
Regno Unito
Livello del PIL Livello del PIL
Livello del PIL Livello del PIL
Figura 3. Andamento previsto del PIL negli Stati Uniti, nell’area euro, in Cina e nel Regno Unito Previsione di base
Nota: I grafici mostrano le nostre previsioni per il livello del PIL reale nei singoli paesi nelle rispettive valute locali, riconsiderate a dicembre 2019 = 100.
Fonte: Vanguard.
Queste previsioni rappresentano le nostre migliori stime, considerando l'incertezza di una situazione in rapida evoluzione. In queste previsioni di base ipotizziamo una riapertura graduale e scaglionata dell’economia globale, con i consumatori che eviteranno i settori ad alto rischio, fino a quando il virus non verrà contenuto, naturalmente o grazie allo sviluppo di nuovi farmaci.
La Figura 4 mostra le nostre previsioni di base per la crescita del PIL nel 2020 nelle principali regioni in cui operiamo e un confronto con quelle che avevamo fatto ad inizio anno nelle nostre previsioni economiche e di mercato annuali. I diversi esiti a livello sanitario
rappresentano maggiori o minori rischi rispetto alle nostre previsioni di base.
Nel nostro scenario peggiore le epidemie ricorrenti imporrebbero l’attuazione di confinamenti a livello nazionale, con un conseguente considerevole calo della produzione e tempi decisamente lunghi perché il PIL torni ai livelli pre-virus. Nel nostro scenario migliore, invece, lo sviluppo prima del previsto di nuovi farmaci, entro la fine del 2020, ridurrebbe i timori dei consumatori e consentirebbe ai settori dei servizi che prevedono un’interazione diretta di tornare più rapidamente alla normalità pre-virus.
A fronte di questa analisi prevediamo una contrazione molto forte dell’attività economica globale. Tuttavia la recessione dovrebbe avere una durata relativamente breve, di pari passo con l’allentamento delle misure di contenimento più rigide. La successiva ripresa sarà probabilmente lenta e varierà sostanzialmente nei diversi settori e nelle diverse regioni dell’economia globale.
Caso base
–13 –11
–10 –8
–9 –7
–5 –3
1 3
–5 –3
–8 –6
–4 –2
Giappone
Mondo Cina Area euro Stati Uniti
Australia Regno Unito
Canada
Positivo Negativo
1,3 0,9 0,7
2,1
5,8 0,6
1,3 1,3 Proiezione dicembre 2019
Figura 4. Riepilogo delle previsioni di crescita del PIL globale per il 2020 (%)
Nota: Le proiezioni di dicembre 2019 sono tratte da Previsioni economiche e di mercato di Vanguard per il 2020: un nuovo periodo di incertezza, Vanguard Investment Strategy Group, 2019.
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Vanguard global economics team Joseph Davis, Ph.D., Global Chief Economist Europa
Peter Westaway, Ph.D., Europe Chief Economist Alexis Gray, M.Sc.
Shaan Raithatha, CFA Nathan Thomas Asia Pacifico
Qian Wang, Ph.D., Asia-Pacific Chief Economist Beatrice Yeo, CFA
Adam Schickling, CFA
Americhe
Roger A. Aliaga-Díaz, Ph.D., Americas Chief Economist Jonathan Lemco, Ph.D.
Andrew J. Patterson, CFA Joshua M. Hirt, CFA Jonathan Petersen, M.Sc.
Asawari Sathe, M.Sc.
Maximilian Wieland
Riservato agli investitori professionali secondo la definizione di cui alla Direttiva MiFID II In Svizzera solo per gli investitori professionali. Non dev’essere distribuito al pubblico. Il presente documento è pubblicato da The Vanguard Group, Inc..
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