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Emergenza Covid19, l agenzia funebre La Precisa D Avino lancia raccolta fondi per il Ruggi

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Academic year: 2022

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Emergenza Covid19, l’agenzia funebre La Precisa D’Avino lancia raccolta fondi per il Ruggi

Aiutiamo a sconfiggere il Covid19. E’ questo l’appello lanciato da La Precisa d’Avino, agenzia funebre che, nei giorni scorsi, ha lanciato una raccolta fondi per sostenere l’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. “In questo momento di emergenza che sta colpendo il nostro Paese tutti possiamo fare qualcosa”, hanno dichiarato i titolari dell’impresa funebre La Precisa D’Avino che ha deciso di aiutare l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno con una raccolta fondi destinata all’acquisto di attrezzature mediche e protezioni per il personale sanitario.

I soldi saranno devoluti tempestivamente alla struttura.

Coronavirus, in Campania oggi 40 positivi. Nove tamponi esaminati al Ruggi

L’Unità di Crisi della Regione Campania comunica che sono stati esaminati 167 tamponi presso il centro di riferimento dell’ospedale Cotugno. Di questi 40 sono risultati positivi.

Sempre oggi sono stati analizzati: 49 tamponi dall’ospedale San Giovanni e Ruggi di Salerno, di cui 9 risultati positivi e 14 tamponi dall’ospedale Moscati di Avellino, di cui uno

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risultato positivo. Per tutti questi 50, come per gli altri fino ad oggi esaminati, si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.Positivi in Campania:

284Guariti: 5Deceduti: 2

Ruggi laboratorio di analisi.

Felice Santoro: “Bene così”

«Apprendo con soddisfazione l’attivazione del laboratorio di analisi dei tamponi al “Ruggi d’Aragona”. E’ una proposta che ho avanzato già da diversi giorni». Felice Santoro è consigliere comunale di Salerno, consigliere provinciale con delega alla sanità ma è anche un operatore sanitario che svolge la sua professione nel plesso di “Curteri” di Mercato San Severino. E’ un esperto di sanità e da tempo segue le sue problematiche. Ora più che mai nei giorni dell’emergenza Coronavirus. «E’ giusta anche la sospensione delle attività presso la struttura del “Da Procida” di Salerno che potrebbe essere destinato all’emergenza – spiega Felice Santoro – trasferendo la riabilitazione presso il “Ruggi d’Aragona”».

Tra le altre proposte che avanza c’è la riattivazione della rianimazione dell’ospedale di Agropoli: «Indispensabile per fronteggiare alla carenza di posti letto che c’è o che comunque potrebbe verificarsi con l’avanzata dei contagi». «In questo momento – prosegue il consigliere comunale e provinciale – c’è la necessità di reperire posti letto, di attrezzare le strutture ma anche di reperire organico. Credo che tra breve medici ed infermieri in pensione saranno richiamati o comunque ci sarà la possibilità di un ritorno in servizio per chi vorrà». Ma c’è un fortuna, in questa emergenza: «Abbiamo superato il commissariamento alla sanità grazie all’impegno di Vincenzo De Luca. In caso contrario

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sarebbe stato davvero complicato superare il tutto. La media nazionale di posti letto per 1000 abitanti è di 3,2 mentre in Francia è di 7,5 e in Germania è del 8,2. Con il nuovo atto aziendale del Ruggi siamo passati al 3,7 a livello provinciale. Le tante stabilizzazioni e i tanti concorsi in essere nella sanità regionale hanno un unico artefice:

Vincenzo De Luca». Naturalmente, prosegue: «Non si può consentire che ci sia un solo centro, quale è il Cotugno di Napoli, così come è incomprensibile che un malato del sud costi in più rispetto a quello del nord. Ma questi sono i danni di anni e anni di politiche nazionali contro la sanità».

Infine, da politico auspica: «Un rinvio delle elezioni amministrative e regionali. Ma si decida presto».

andpell

E’ positivo il salernitano di 65 anni ricoverato al Ruggi

di Pina Ferro

Primo caso confermato di coronavirus all’azienda ospedaliero- universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Un uomo e’ ricoverato nel reparto di malattie infettive dedicato ai pazienti affetti da Covid-19, struttura che, da oggi, ospita sei nuovi posti di degenza ed evita sovraffollamento nel nosocomio di Napoli Cotugno, centro di riferimento regionale. Era arrivato al pronto soccorso del Ruggi, nel pomeriggio di ieri, con febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Ai medici ha raccontato di essere stato a Napoli qualche giorno prima e di essersi anche fermato a mangiare in un locale. E’ bastato questo ai camici bianchi per attivare

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subito il protocollo previsto quando ci si trova di fronte ad un caso sospetto di Coronavirus. Il paziente, un uomo di circa 60/65 anni residente a Salerno centro è stato immediatamente posto in isolamento (pronto soccorso infettivi) ed è stato sottoposto ad un tampone Nel frattempo, sono state avvisate le autorità competenti e, deputate a mettere in atto tutte le iniziative per isolare le persone che sono state in contatto con il paziente posto in isolamento. Adagiato in una stanza del pronto soccorso l’uomo è stato costantemente monitorato dai medici e dal personale in servizio nel corso dei vari turni di lavoro. E, mentre il paziente si trivava in i s o l a m e n t o i n a t t e s a d e i r i s u l t a t i d e l t a m p o n e , inavvertitamente un camice bianco, forse non al corrente della disposizione, all’improvviso e senza alcuna protezione è entrato nella stanza dove si trovava il60enne. Incidente questo che ha portato il camice bianco, pare un pediatra, a doversi mettere in quarantena Intanto, sempre nella giornata di ieri, è arrivato da Napoli la conferma della negatività del tampone effettuato l’altro ieri sempre al Ruggi su un paziente che era stato posto in isolamento e che presentava sintomi che facevano pensare ad un’infezione da Covd 19. Appurato il non contagio il paziente è stato tolto dall’isolamento e trasferito nel reparto di medicina del nosocomio per le cure nevessarie alla patologia che presenta.

Ruggi, al via la raccolta fondi per potenziare la terapia intensiva

Una raccolta fondi da destinare all’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per

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rafforzare la terapia intensiva. E’ l’iniziativa di due giovani studenti salernitani, Ritapia Papa – 21enne studentessa di Medicina presso l’università degli Studi di Salerno e del fidanzato Marzio Galdi, studente di odontoiatria per fronteggiare l’emergenza coronavirus, il cui numero di contagi aumenta di giorno in giorno. I soldi raccolti saranno destinati non solo al nosocomio locale ma anche ai plessi di Ravello, Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino. «Sono in contatto con il direttore generale dell’Azienda ospedaliera salernitana che si è dimostrato gentilissimo e disponibile nei riguardi dell’iniziativa – hanno dichiarato Ritapia e Marzio – Dobbiamo soltanto definire le modalità della donazione, in modo da rendere chiari a tutti i donatori i passaggi effettuati, ma posso

tranquillizzarvi sul fatto che non è nessuna truffa, ci sono mail istituzionali a testimoniarlo». L’Italia difatti è “zona rossa” a tutti gli effetti: il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha esteso a tutto il Paese le normative legate, prima, a Lombardia e altre 11 province. «Ormai siamo tutti

“zona rossa” e abbiamo bisogno di non essere colti impreparati da questa emergenza che riguarda il nostro paese in toto – hanno dichiarato ancora i giovani salernitani – Invito chiunque può, a donare un piccolo contributo per l’acquisto di materiali necessari per rafforzare la terapia intensiva.

Invito inoltre chi non è in condizione di donare, a condividere questo appello. Non mettiamo i nostri eroi sanitari in condizione di dover scegliere chi salvare o meno!

Diamoci una mano a vicenda e seguiamo le regole; solo così vinceremo questa battaglia».

Erika Noschese

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Posti letto, medici e infermieri al collasso Ruggi:

manca il via per l’analisi dei tamponi

di Andrea Pellegrino

L’emergenza posti letto e personale negli ospedali è ad un passo. Il Cotugno di Napoli – unica struttura attualmente attrezzata – è al collasso, completamente utilizzato dai pazienti affetti da Coronavirus. Negli ultimi giorni sono stati riempiti ben tre reparti, con il trasferimento altrove di altri pazienti affetti da altre patologie. Si pensa all’utilizzo di una ulteriore struttura ospedaliera nel mentre si valutano misure da adottare nelle varie province. A Salerno, dopo il «Da Procida» si pensa al riutilizzo degli ospedali di Agropoli e Oliveto Citra per fronteggiare l’emergenza posti letto. Solo negli ultimi giorni, i casi a c c e r t a t i e i s o s p e t t i , h a n n o c o s t r e t t o , s e p p u r temporaneamente, la chiusura di diversi pronto soccorso, tra cui l’«Umberto I» di Nocera Inferiore e quello di Eboli, dove in quarantena è stato messo anche il reparto di medicina generale. C’è poi l’ospedale «Curteri» di Mercato San Severino, dove venerdì sono giunti due pazienti sospetti.

Anche qui è stata avviata la procedura prevista, con il blocco del pronto soccorso e la quarantena di medici ed infermieri.

L’assenza di un unico coordinamento e la sottovalutazione di alcuni protocolli (cosi come è accaduto ad Eboli), starebbe mettendo a repentaglio la tenuta del sistema sanitario in provincia di Salerno. Accanto all’assenza di posti letto c’è la più grave emergenza legata alla carenza di medici ed infermieri, molti dei quali costretti a quarantene dopo il contatto con alcuni pazienti infetti. L’espansione del virus e la saturazione del Cotugno di Napoli ha quindi portato i suoi

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primi effetti preoccupanti nelle restanti province della Campania. «Molti reparti sono stati sventrati per fare posto ai malati gravi – dice Edmondo Cirielli, parlamentare salernitano di Fratelli d’Italia – Una delle migliori sanità del mondo è in crisi. In Campania, dove in questi anni il centrosinistra non ha fatto nulla per migliorare il sistema sanitario regionale ma ha pensato soltanto a cambiare e ricambiare dirigenti amministrativi e sanitari per fare un po’

di clientelismo politico, rischiamo il collasso. Il governatore De Luca non può continuare a far finta di nulla, deve intervenire subito». Infine, per il “Ruggi d’Aragona”

mancherebbe ancora il via libera per l’analisi dei tamponi.

Il Nas torna al «Ruggi d’Aragona»: mancano ancora mascherine e protezioni Si pensa al «Da Procida» come centro d’emergenza: in 2 mesi la terapia intensiva

di Andrea Pellegrino

Nuova visita del Nas dei carabinieri all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno, nell’ambito dei controlli scattati all’indomani dell’emergenza coronavirus. Restano le criticità, già evidenziate durante i precedenti sopralluoghi del 24 e 28 febbraio. I reparti interessati, sono ancora una volta, malattie infettive, pneumologia e otorinolaringoiatria. Qui mancano anche i dispositivi di protezione individuale, a

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partire dalle mascherine, per il personale sanitario. Inoltre, così come riscontrato qualche settimana fa, manca ancora una stanza per eventuali isolamento di persone infette dal virus.

Intanto si prepara all’emergenza anche l’ospedale “Da Procida”

che rientra nella rete dell’azienda universitaria ospedaliera

“Ruggi d’Aragona”. Nelle ultime ore un sopralluogo del direttore generale e un successivo vertice interno, hanno definito le prossime linee guida, soprattutto se la situazione dovesse degenerare nel salernitano. Qui, nell’ex sanatorio – oggi struttura praticamente inutilizzata – pare che nell’immediato si trasferiscono gli eventuali pazienti affetti da coronavirus che non necessitano di terapia intensiva o di rianimazione nel mentre si valuta di attrezzare l’ospedale anche di questi reparti. Almeno per quanto riguarda la terapia intensiva si stima, secondo prima indiscrezioni, che potrebbe essere allestito un reparto in due mesi. Limitazioni anche al Comune di Salerno, con le nuove disposizioni del primo cittadino Enzo Napoli. Accessi controllati a Palazzo di Città e limitazioni nell’utilizzo degli ascensori. Al Comune potranno accedere, infatti, solo persone con appuntamento.

Test negativo per la famiglia salernitana ricoverata al Ruggi

di Erika Noschese

E’ risultata negativa al coronavirus la famiglia salernitana ricoverata all’ospedale Ruggi d’Aragona e messa in quarantena per sospetto contagio. Il padre, infatti, di ritorno da un viaggio in Arabia Saudita ha accusato sintomi febbrili. Dopo

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diversi giorni con la febbre alta il trasferimento all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dove, proprio nella serata di venerdì, è stata installata la tenda pre triage per evitare eventuali contagi tra il personale medico e i pazienti ricoverati al nosocomio. Padre, madre e i due figli avevano tutti la febbre alta, da qui la decisione di andare in ospedale dove il personale medico ha disposto deciso il ricovero presso il nosocomio locape per sottoporre alle dovute analisi l’intero nucleo in maniera da scongiurare il contagio da covid19. La famiglia vivrebbe al rione Carmine e il padre, recentemente, aveva fatto un viaggio di lavoro in Arabia Saudita. Nel pomeriggio di ieri, dopo i test effettuati è giunto il risultato: nessuno dei quattro componenti risultava positivo al coronavirus. In queste ore, numerose sono – in provincia di Salerno – le persone in quarantena volontaria dopo essere stati in zone del nord “contaminate”.

De Chiara:«Speranza di vita grazie ai medici del Ruggi”

di Pina Ferro

«Se sono qua a raccontare la miastenia lo debbo solo ed esclusivamente ai medici dell’ospedale “San Giovanni di dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno». Ad affermarlo, parlando di una sua rinascita è Carmine De Chiara per anni dipendente del nosocomio salernitano e impegnato in prima linea nel sindacato. Atroce la diagnosi che era stata fatta a Carmine De Chiaro: tumore polmonare con metastasi cerebrali. Era luglio 2019 quando De Chiara è stato costretto a fare i conti con una diagnosi che da poco spazio alle interpretazioni. Comincia la sua battaglia, conscio dell’impossibilità, che gli era stata

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comunicata, di poter intervenire chirurgicamente. «Ho fatto vari consulti in diverse realtà ospedaliere. Successivamente sono stato preso in cura dal day hospital oncologico del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, diretto dalla dottoressa Clementina Savastano di cui gia conoscevo le qualità professionali e umane». Carmine De Chiara si affida completamente alla dottoressa Savastano ed ai suoi collaboratori che lo seguono costantemente. Passano le settimane e gli esami diagnostici cominciano ad evidenziare l’efficacia delle terapie a cui Carmine De Chiaro è stato sottoposto fino ad arrivare alla completa scomparsa delle metastasi cerebrali. «Il mio grazie va anche aa tutte le professionalità di radiologia, il dottor Saponiero ed il suo staff, alla radio terapia con il dottor Di Gennaro ed il dottore Curcio per la loro testardaggine. Sicuramente anche la mia tenacia ha fatto la sua parte».

Detenuto accompagnato al Ruggi tenta la fuga verso la tangenziale

di Pina Ferro

Era stato accompagnato al pronto soccorso per essere sottoposto ad un controllo; detenuto, ferisce l’agente di polizia penitenziaria e tenta la fuga. Una “riconquista della libertà” durata poco, infatti, è stato rintracciato e ammanettato dagli uomini della Questura di Salerno prontamente allertati. Erano le 20.30 di lunedì sera quando al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”

è giunta un’ autovettura della polizia penitenziaria con a

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bordo il detenuto Gianluca Adinolfi che doveva essere sottoposto ad una visita. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, mentre, uno degli agenti scendeva dalla vettura di servizio, il detenuto si è scagliato contro l’altro agente e dopo averlo scaraventato con la testa contro il volante si è dato alla fuga dirigendosi verso il parcheggio Aci interno al perimetro del nosocomio di via San Leonardo. Immediatamente è scattato l’allarme. Tutte le forze dell’ordine sono state avvisate dell’accaduto. Nel frattempo gli agenti della Polizia penitenziaria hanno tentato di raggiungere il detenuto in fuga senza mai perderlo di vista. Il detenuto, approfittando del buio ha tentato di raggiungere l’area di servizio Salerno Sud, presente sulla tangenziale, a ridosso dell’ospedale. Adinolfi ha cercato di guadagnare la via di fuga attraverso alcuni terreni che separano il parcheggio dell’ospedale dall’area di servizio. Nel frattempo gli uomini della Questura di Salerno si sono posizionati lungo la tagenziale e le strade limitrofe all’nosocomio al fine di chiudere tutte le vie di fuga al detenuto. Dopo circa mezz’ora di ricerche il detenuto in fuga è stato bloccato dai poliziotti, mentre, cercava di raggiungere il bar dell’aria di servizio. Pochi minuti più tardi sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Penitenziaria, il comandante e il direttore dell’Istituto di pena di Fuorni. Gianluca Adinolfi, ammanettato è stato portato in Questura per l’espletamento delle formalità di rito.

Adinolfi, salernitano con diversi precedenti penali è in cura anche per problemi psichici. L’uomo, identificato, dopo diverse ore dalla sua fuga è stato nuovamente associato presso la casa circondariale di Fuorni e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria, informata dell’accaduto e ieri mattina è stato sottoposto al rito della direttissima.

L’agente di polizia penitenziario scaraventato dal detenuto con la testa contro il volanteè stato visitato dai medici del Ruggi che lo hanno giudicato guaribile in sei giori di prognosi. Grande professionalità è stata mostrata dagli agenri della penitenziaria e dagli uomini della polizia di Stato che hanno operato con grande discrezione e bloccando subito tutte

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le vie di fuga.

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