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DIALOGHI NEL REGNO De MORTI

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DIALOGHI

NEL REGNO De’ MORTI

DIALOGO VENTESIMO SETTIMO

FRA

FILIPPO SECONDO

.

HE DI SPAGNA

E

D. GARZIA HURTADO

DI MENDOZZA VICE

-

RE DEL PERÙ

TERZOABBOCCAMENTO.

BELL

*

ABATE LORENZO IGNAZIO THJULEN.

BOLOGNA

1818.

VELLA TIPOGRAFIAARCIVESCOVILE.

(2)

1

(3)

I

X

granditalentisono certamente unodei principali doni chelanatura dispensa,ese essi solinon va*

glionoaformar1*

uomo

grande,e 1'Eroe, nulla però digrande,e gloriososifanel

mondo

senzad’es- si.L’impiego deitalenti inbene, oin male,di- stingue1’Eroedall’

uomo

iniquo,ilbenefattore del genere

umano

dalmostro cheloopprime,e1'

nomo

sapiente dallo stolto.Quantoperò è raro divedere

igranditalentisempre,edunicamente impiegarsiin azionilodevoli,benetiche,e gloriose,senzacchèope_

reree,evergognose accompagnino le piùgloriose gesta?Quantevolteuneroicovaloreviene deturpa- to dall’orgoglio, dall’ ingiustizia,dallacrudeltà?lo zelo,elagiustiziadalla troppaseverità,e dagli ec- cessi?lamunificenza,ediprem) dalla parzialità

, edall’interesse?Spesso 1’

uomo

che in pubblico comparisceilpiù grande,sitrovain privatolaper- sona piùspregevole peri suoi vizj.Sembra che

1’

uomo

digraaditalentinonpossageneralmente con- tenersi entrola mediocritànènelle virtù,uènei vi- zj, e perciòfrequentementesiveggono campeggiare inuna medesimapersona alato delle piùbelle,e gloriosegestaipiùriprov abilivizj

.Questaè lavera

t

(4)

4

causa perlaqualelastoriacipresentamolteazioni eroiche,epochiEroi.

A

FilippoIIRediSpagnanon sipossono ne- gareunamente\asta, una memoriaprodigiosa,una tendenza d’animoallecosepiù sublimi,un genio cheloportavaadimprese grandi,unzeloil piùde- cisoperla religione

,ed unaliberalità degna d'un animogrande;tuaqueste grandi qualità erano ac*

compagnatedauna smisurataambizione,daundes- potismoinflessibile, da una durezza chespessos’ac- costava allatirannìa

, daun orgoglio senzalimite

,

eda mezzi ingiustinell’eseguimentode' suoi voleri.

Incontratisi nuovamentesecondo lapromessa il

Re

Filippocon D. Garzia,ilprimopreselaparola, edisse

Ho

convoil’impegnoditesseril raccontodel- la miavita.

Non

m’èignoto chegliStorici iqua- lihannodatoalpubblicola storia del mioregno V hannooltremodosfigurata, eche 1’odio<K alcu- ni miha tanto denigrato,quanto 1’adulazione,e laparzialità d'altrihannovoluto troppoinnalzarmi.

Iosarò ilpiù ingenuostorico di

me

stesso,e non tacerò nèlemievirtù,i mieidifetti.

Scorrerò conbrevitàla mianascita,eprimi an- ni d’educazionecomecosea voiben note.Nacqui a Vagliadolidilgiorno21Maggio P anuo i527 con

sommo

contento de’mieigenitori1Imperatore Car- lo

V

,edIsabelladìPortogallo,e grandeallegrezza ditutto^ilregno. Sottoilsuo parlo mia madrefe- ceestinguere tuttiilumi,enellalusinga dipartorire un maschio,stimòcosaindegnadileiildareilme*

nemo

segnodidoloretrattandosi dicosa che tanto interessava la pubblica espettazione,e felicità,li giornodopolamianascita pervenne in Ispagnala

«uova delsaccheggiodi

Roma

,edelleangustienel- lequali sitrovava ilPontefice con tanti Cardinali

«inehiusiinCastelS. Angelo,ciocchéamareggiò nel

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(5)

5 CHoreditutti,emassimamenteinquellodeiVesco- vi,e del Clero,ilpiacerechelanascita miaaveva n tutticaudato.L’Imperatorestesso dovetteper po- liticasospenderei fuochi d’allegrezza ordinati per talemotivo,

ma

ilmiobattesimosifece collamag- giorpompa’,e solennità.

Lamia prima educazionefuda miopadre in- tieramenteaffidala allamiamadre,in

modo

chepas- savanotalvoltaseimesi senzacheegli mi vedesse. Nell'*undecimo mese peròdell’etàmiamifececon grandissimasolennitàproclamare Re,e conciòdi- mostrò che quella apparentenoncuranza nonera di- fettod’amore,

ma

cheil suo genioera troppo gran- de,elesue occupazionitroppo importanti per per- dereil tempoascherzarecoibambini nellaculla.

Avanzaloin etàmifu dato per MaestroilCar- dinale Tavera,

uomo

dotto,ezelante,

ma

di mas- sime severe,edispoticheche facilmentesJinsinuerò*

noin unanimodasemedesimoinclinatoalrigore,, ed all’assolutocomando. N

D. Garzià.

Fu

questa una nonpiccoladisgrazia perV.

M.

Avrebbeellaavuto bisogno d'uneducatoreche aves- sesaputomoderare queste sue inclinazioni invece difomentarle.Quanto non influisce 1’educazione sulcarattere d’ungiovane,equanto perciòsideve aver cura di benediriggerla massimamente trattan- dosi d’uaPrincipedallacondotta delqualedipende la felicità,olarovina ditantimilionidi sudditi.

e

FilippoIL

La

riflessioneègiustissima,

ma

permiasfortu- nami vedeva circondatodapersone che tutte pen- savanocomeilCardiuale diTaveraFeci nell'»n-

(6)

ti

no i54*>n etàdi »5«aniuna campagna inFran- ciacheriuscìassai gloriosa, mercè che i Francesi condottidallo stessoDelfinofuronobattuti

,ecostret- tialevare1'assediodi Perpignano.

Un

rosifelice principio,chetuttofu a

me

attribuito, recòa mio padre tantocontento,,e piacerechemi nominòReg- gente diSpagnanellasuaassenza,dandomiperò per assistentiildetto Cardinale Tavera,unitamente al Ducad’Alba,edilGran Comeudatore delosCe- bosdeiqualivJ èbennotoil genio duro,ed or- gogliosochenonpocoinfluìaradicare taliprincipp neiranimo mio.

Sposainel1543Maria, figlia del

Re

Giovanni terzodiPortogallo,nata lo stesso anno,e giorno che io. Questamifeceneli545 padre d’unPrin- cipe chenelbattesimo fuchiamato Carlo,

ma

dopo quattrogiornidal partoella moriinetàdi 18 anni nonancora compiti.Rimasto vedovoioetàtantogio- vanile,m’intrigaiin una corrispondenza amorosa colla figliad’unmioSegretario diStatoLenez,dal- laquale ebbiunafigliachenonriconobbi mai pub- blicamente permia,

ma

che providdi sempre sinché in finesiritiròinunMonistero.

Desideravamiopadredifarmiconoscere,eren- dermiaccettoagliStati dell’Imperoper preparare a

me

coltempo1accessoaltrottoimperiale,eperciò disposeun mio viaggio inGermania. M*imbarcai nel i548aRoses,accompagnatoda 5ogalere,ed altrettantenavi.* quasi tutte le famiglie nobilidi Spagna mandarono unapersonadella loroparentela afarmicorteggio,e lapompa collaqualeintuttii luoghifuiaccolto eraquasisenza esempio.

Da

Roses ilviaggiosidiresse a Genova: ilDoge con4®Se- natorivennero soprauna galeraad incontrarmi;fui alloggiatoincasa

Dona

,etrattato coll’ultimama- gnificenza,nellaquale perònon mivoleva lasciare superare, edistribuii doni ,eregaliin copia,etìuo

V

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r ?

. brillanti*,ed altre pietrepreziosedi 12000scadidi valore.

A

chimipresentavasalvagiume,confetture, e bagatelle similifacevaregali dicento,eduecento zecchini,ed ogni facchino chele portava riceveva permanciaalmenododiciscudi.Nacqueperòintem*

podellamiadimorainquellacittàuntumulto che costò lavita amoltiSpagnuoli,emise

me

medesi-

mo

in nonlieve pericolo.Aveva miopadre ordinato d’ergere colàunacittadella,ciocché molto malcon- tentocausòai Genovesi,e dispetto neipopolo.

Un

giornocheisoldatispagnuolicondussero alcuniar- restati,e passarouo perunluogo oveerapostatauna guardiagenovese,isoldati diquestas’immaginaro-- nochevenisseroper impadronirsi del loroposto,e gridaronoallearmi.Sividesubitoil popolointu- multo,esisparsedelsangue,

ma

conosciutolosba- glio,elamalaintelligeuza,ilSenatodomandòper- dono,efecetuttelepossibiliscuse.

Di passaiaPavia, eMilano sotto continui archi trionfali,elapompacolla quale fui ricevut»

nell’ultima città fu grandissima. Tutti i Principi Italianigareggiaronoinfarmi laCorte,

ma

sidistin- seroi Duchidi Savoya,ediMantova,e tantospe- sequest’ultimonel miotrattamento cheisuoisud- ditisene risentironoper moltianni. Tuttalastra- da non fuche unacatenad’ Inviati,e dicompli- menti:ioascoltavatutto,

ma

rispondeva poco,ed aquei chesiraccomandavanoalla mia protezione,

edintercessione pressomiopadre,ebbilapoliticadi prometteretutto,edinonfarneparola.

SuiconfinidelTirolotrovaiilDucad*Arscot collaguardiaacavallodei Paesi Bassi chemiservi inseguito di scorta.EntraiilprimoAprile inBru- sellesoveincontraimiopadre colledue sue sorelle laRegina Eleonora, elaRegina Mariad’Ungheria, GoveruatrieediquegliStati. Fuisull’ordinedimio padre inauguratodapertutto,edilmioingresso i»

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» t

n

Anversa superò tuttoil passato inpompa, emagni- ficenza Ottocentosettanta persone a cavallotutte vestitedivellutoazurro, e quattromila cittadini a piedi,vestilisuperbamente,ini vennero adincon- trare

,eda ricevermi,enella cittàeranoerettiven- tiquattroarchitrionfali.

J

D.Garzia«

Tantapompa,e corteggio,e tanti onorisono una grande tentazione peril cuore d?un giovane Principechesi vedetrattatopoco

meno

d’unadivi- nità

,esi richiedemolta virtùpernon invanirsidi sestesso,eriguardareisuoi sudditicometantischia- viditutti isuoivoleri.

4

Filippo IL

Questavirtùnonera mia certamente, e mio padre ebbe motivodipentirsiditalprocederequan- doconpiù dipenetrazioneconobbeil mionaturale.

Avrebbeeglidesideratocheiofossi stato nominalo per secondo

Re

de’Romani,

ma

talcosa era senza esempio,etantoilmiozio Ferdinando già eletto

Re

de'Romani

,quantotutti gliElettori via’op- posero.

Mimisiinviaggio perritornare inIspagna,e passando perla cittàdiTrento ovealloraera accol- toilConcilio Generale,fuiricevuto,ecomplimen- tatodalPresidente,edai Padri.Feci visita alPre- sidente che miricevettecinque,o seipassi avanti allasua casa:eglimi restituì la visita,ed iogli andai incontroabassodella scala.In quella città miopadre permezzodi letterain’ordinòdisolleci- tare ilmio viaggio perla Spagna, affine ditrovare

ilmiocugino Massimiliano, cheinmiaassenzaave- valasciatoReggentedellaSpagna.Io perciòfeci sa-

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perea tutti iPrincipi.,e popoli perovedovevapas- saredinonfarenuove spese per accogliermi,non potendofermarmiinalcunluogo,econ ciòrispar- miare ad essi una inutile spesa,e ritrarre ioun eguale vantaggio,meutreadispetto dei magnificire- galichemifurono fattiin Italia,oveilsolo Duca- to diMilanomifeceunpresentedi tooooozecchi- ni,avevaesauritotesoripernonlasciarmi vincerein generosità.Trovai ilmio-cugino MassimilianoaBar- cellona,edegliritornò inItaliacolla medesimafiot- ta sulla'qualeio eravenuto.

Ripresi allorala mia reggenza che esercitaicon moltamoderazione,dipendendosempredallavolon- tà,edagli ordinidi miopadresinoatanto chere- sodalle avversitàchesoffridifficile,edinquietoco- minciaiad agirepiùindipendentemente,erisponde- vaaiconsigliericheproponevano di consultarel’Im- peratore,che

— Mio

padre hapitibisognod'assi- stenza che di fastidj: risolviamo perciò noiciòche megliocisembra.

Nullad’interessantepresentaquestamiareggen- zainIspagnaper alcunianni.Nel i55<$ però con- chiusemiopadreilmiomatrimoniocollaReginaMa- riad'Inghilterra.In virtùdelcontratto slipolatoa talfine,laRegina mi davailtitolo

,eladignitàdi

Re

d’Inghilterra,edovevaiounitamente a leigo- vernarea tenoredelleleggi,ecostumi del Regno.

I figli,elefigliechenascesserodalnostromatrimo- nio sarebberoglieredidel trono d’ Inghilterra,ed il miofiglioCarlo succederebbe a

me

nei Paesida

me

posseduti, peròinmancanzad’eredisuoi ifigli nati dalnostromatrimonio dovrebbero succederealui.

MorendolaReginaMariaiononavrei avuto piùaL

«undirittosopralacoronad* Inghilterra.

(10)

»*

D. Garzi*.

Mi sembranotalicondizioni dipoco,onore,e vantaggioa V.M.,nèsovedereinquestolasolita fina politicadeli’Imperatore CarloV.

FilippoII.

Voisapetefclaquasicontinua guerra chemiopa- dre ebbecollaFrancia, ela partechespessoinfa- vore d’ essaneprese1’Inghilterra Col miomatri- moniovenivaegliadassicurarsi di quella potenza,

ciòche stimòun

sommo

vantaggio.Delrestoquesto matrimoniofumale ideato,e nonfu molloamio genio.LaRegina Maria avevagiàcirca4°anni

>e poca speranzav’era di prole.GliInglesi videromal volentieriunPrincipeestero sul lorotrono,efucau- sa dimolte turbolenze,intrighi,pene, e castighi. Ilmionaturale,lamiagravità,e serietàspagnuola non piacquero puntoaiSignoriGrandi Inglesi nèla loro sciolta,eliberamanieraditrattare a

me

.Ve- devainoltre1’eresia tantoda

me

odiataserpeggiare pertutta1’Inghilterra,e lamiaautorità altronon eracheun ombra.

Avantidipartiredalla Spagnalasciai a miofi- glioCarlounaCortenumerosa.Sulle coste dell' In- ghilterrafuiricevutoda piùdi5o navi:laRegina mi

mandò

unmagnificopresente unito all* Ordine dellaGiarrettiera,ediolacoutracambiai con bril- lanti,edaltrepietreprezioseper ilvaloredi3oooo scudi.Losposalizios’effettuòilgiorno a5 Luglio a Winchesterconstraordinaria pompa.Allatavola fui io servitoda MilordiInglesi,elaRegina daGrandi diSpagna,chedi taleuffiziononsimostrarono mol- to soddisfatti.

LaReginaMaria nonera

meno

zelante per

U

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1 1

religionecattolicadiquellofossiiomedesimo,es’im- pegnò contutte leforzea restituirla ia Inghilterra nella suapurità,edintegrità.L’eresiaperò aveva colàpiantatotroppo profonderadici perriuscirviin tutto:trovòinmoltiunaosliuata resistenza e non pochicheapostataronodalla religione cattolicasoffri- rono queglistessitrattamenti che sottoEdoardo

VI

avevanogliapostatiusatocoi cattolici percostringer- liadapostatare. La stessa sorella della Reginala PrincipessaElisabettafuarrestata, e sarebbeperita ancòressase ionon mifossi impegnato infavore dellasuavita,ciocchésicuramente non avrei fatto seavessipotuto prevederein essa quellacrudeleper- sccutricedeicattolici,e quella dichiaratamia nemi- cachesimostròinseguito.

Fuida miopadre richiamato dall'Inghilterra aBruselles. Eglisentivagiàindebolitelesueforze, esoffrivagranditormentidallapodagra

,perloche

avevagiàfissatola risoluzioned’abdicarelesueco- rone perporlesulla miatesta. Prevedendo peròle fataliconseguenze chedalmionaturale,e geniopo- tevano derivare,mi diedei piò paterni,e saggi 1 avvertimenti. M’esortòa moderare quellagravità,

edalterigia spngnuolache eccitavanotanta avversio- nenellealtrenazioni:ditrattareimieisudditidei PaesiBassiconamore,e benignità.•di fuggiregli eccessinelcastigodegli eretici,edi vivereinbuo- naintelligenzacolmiozioilRede’RomaniFerdi- nando.Ilrispettoper unsigrande Padre fecebene chemostrassiattenzione,edocilità alle sue

ammo-

nizioni,

ma

niuna impressionefecero sulmiocuore, giàtroppo abituatonellemassimecontrarie,esopra

©gn*altracosam*offeseil riguardo che mi racco-

mandò

pergliereticichepresiperunaparzialitàper essi,e sospettaitantodella cattolicitàdi miopadre chepocomancò uonfacessifarealui formalepro- cessodopolasua morte;

ma

lutto il miosdegno

/

(12)

ta

caddesulsuoconfessoreeli»fuarrestato,emori in prigioneper lochefugiustiziato iueffigie.

A

mio zio nonpoteiperdonarel'avermitoltoipaesiAustria- ci elasuccessione allaCorona Imperiale,e perciò

1’armonìafra dinoi uon fumaiperfetta,ed ilmio disprezzodeipaterniconsigli fu la causa dimolti maliche accadderosottoilmiogoverno

.

D. Garzià.

. Sela politica,eledifficilicircostanzenellequa- lisitrovò 1’Imperatore Carlo

V

locostrinse a mo- strarsitalvoltaindulgentecogli eretici, la suafede fu peròsempreillibata.

Non

si disprezzanopoi im- punementei precetti,edi consiglidei genitori,e molto piùd’unpadre consumato nell’arte di re- gnare.

FilippoII.

L’inesperienzaèperlopiù accompagnata dall*

presunzione, dallaquale ioerahen lontanod’esser esente,echein vecediscemare s’accresceva nei contrasti,enelle disgraziecheincontrai.

ChiamatigliStati deiPaesiBassi aGand,die- deegliprincipio allasuaabdicazione con quelladi questipaesi.Ciò accaddeil giornoa5 Ottobrei555 coll'interventodellepiù rispettabili persone fra le qualiiofigurava comeRed’ Inghilterra,evierano ilRediBoemia,ilDucadì Savoja,lemiezie,e moltitudined’ altrigrandi Signori.Dopo unaparla- ta teneradaltronoa

me

,miopadre,m’abbracciò, s’alzò,e sortìdall’Assemblea.Io montaisultrono, ericeveigliomaggi degli Stati.Feci il Principe d’Oraoges Governatored’Olanda,di Zeelanda,e d’Utrecht,e locreaiinseguitoCavalieredell’Or- dinedelTosoud*oro dandogli 4° 000 zecchini di

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. .

13 rendita. Egualibenefizj ricevetteroiContid’Egmoud, ed’Morti,chetuttidopodivenneroimiei più acer- riminemici. Debboperòdireche libeneficaisulla solaraccomandazionedimio padre, mentre ionon ebbimaiperessinèinclinazionenègrande stima.

L’anuo dopo t556ilgiorno6 Geunajo miri- nunziòil miopadrelo scettrodellaSpagna, nella quale occasionenonmancò d’istruirminuovamente comedoveva comportarminel governare.Finalmen- teconsegnataa suoFratello*Ferdinando la Corona Imperiale,s’imbarcònelSettembrelostessoanno, e passòinIspagna.

S' era fattauna tregua dicinque anni colla Francia,die peròprestosiruppe perimaneggidel CardinalCaraffa,LegatoinFrancia,della Regina,

edellaDuchessa diValenciennes.IlPapa Paolo

IV

quanto amicodei Francesi altrettanto avverso agli Spagnuoli,edImperiali de'qualiilgrandedominio in Italia glidispiaceva,edangustiava,perliberarsi daquel giogo aveva fattolegaconEnricoII

Re

di Francia ilquale

mandò

unesercito inItaliasottoil

comandodelDuca diGuisa,edunaltroperattac- carmi nelleFiandre.

D. Garzià,

Lo

sacco datoa

Roma

dagli Imperiali,sottoil regnodivostropadre,e lecrudeltàesercitateda es- siinquellametropolidovevanonaturalmente rendere

il Ponteficealieno a prenderepartitoperessi,edis- porload altriligami.

FilippoII.

Seiononavessiavuto piùrispettoper lareli- gione,eperilsuo capodimiopadreciònon avreb- beprodottocheun nuovosacco,e nuove crudeltà

(14)

ì4

perchèqtiestaguerraandò infelicemente perilPa- pa,e perilRediFrancia,mentreilDucad’Alba

*inItaliasifecegrande onore nelle armi,e tagliò ogniprogressoalGuisa.IopassaiinInghilterra tan- toper vederesemi riuscivachela Regina mides- seerediquanto per procurare chelanazioneInglese dichiarasselaguerra alla Francia, e quanto poco fortunatofuinei primo disegno, altrettanto riuscii nelsecondo.Laguerra fudichiarata dall’Inghilter- raalla Francia,e 4°°° Inglesi vennero ancora a congiungersicon40000delle mie truppenei Paesi Bassi.Presidiverse piazze,e posil’assedio alla for- tezzadiS.Quintino tenuta per inespugnabile

. Qui

sivenneabattagliailgiornodiS.Lorenzodel155?, e per

me

comandavailvalorosoDucadiSavoja

Ema-

nueleFiliberto.Fecialloraunvotod' edificareuna dellepiùmagnifiche Chiese,edunmonasteroinono- redi S.Lorenzose Iddio m’avesse conceduto la vittoria.Fuiesaudito,edessafucompita in

modo

cheframorti,e prigionieriiFrancesiperdetteroda 8000 uomini,emisitutta laFrancia in costerna- zione,espavento.S.Quintinos’arreseavendode- bole guarnigione,ed avreipotutoandarea dirittura aParigi seunatroppotimidaprudenzanonm’aves- se trattenuto,edatotempoalRediFranciadi por- siinmigliorstatodidifesa,richiamandodall*Italia lasua armata colDuca diGuisa, ed assoldando

14ooo Svizzeri.Dallamiapartepoi 1’alterigia na- zionaleaveva talmentedisgustatogli Inglesiche m’ab- bandonarono. Laguerra proseguiconvaria sorte:ì FrancesipreseroCalai» agliInglesi,edilMarescial- lodiTermess’impadronì ancoradiDunquerque,e S.Vinox,

ma

a Gravelin fu battuto,e fattoprigio- niero dalConted’

Egmont

,edell’ armata France- se,fortedi20000 uomini

,poco piùdi millefuro- noquellichesisalvarono.Questa grande battaglia

«idiedeil i3.Luglio i558.

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(15)

i5 Richiamatoeh’ebbe il

Re

di Francia lesue truppedall' ItaliailPaparimasealladiscrezione del- leforze delDuca d'Alba,che certamente nonsi lasciava tratteneredarispetti religiosi.Tuttelecittà Pontificieintornoa

Roma

eranogià occupate,eRo-

ma

stessabloccata,esulpuntod’esserassalitaJ

La

mia religioneperòera piùsinceradi quelladelmio padre,edebbi orrorea vedere quella capitale di nuovosaccheggiata,edevastata. IlmioConfessore, iVescovi,e gli ecclesiastici poterono perciòtanto più facilmente persuadermi di riconciliarmi colPa- pa.ScrissipertantoalDucad’Alba che

Roma

alla mianascita avevagiàversatotroppe lagrime perchè iolafacessi spargerediuuovo,eche perciòvoleva farela pacecolS.Padre,amando meglio pertale ragionedi perderequalchecosa delmio onore che di causaredanno,e rovina alla SedeApostolica.

Una

talerisoluzionefece molto onoreallamia reli- gione,emoderazione,eguadagnaidi poterimpie- garele mietrupped’ Italia controlaFrancia.

Questa conservavalasua alleanzacollaTurchia laqualevedendoilRegnodi Napolispoglio ditrup- pe,

mandò

fuoriunaflottadicentogalere chede- vastò moltiluoghinelNapoletano, fece granbotti- ' no,e portòvia più persone schiave.

IntantoEnrico lì aveva unito un' armata di 4oooouomini,allaqualepotei opporreunadi5ooqo, edil Ducad'Albaèra venutoa raggiungermi eoa moltialtribraviGenerali.

Le

due armate stavano già infaccia1’unaall'altra,es’aspettavaunabat- tagliadecisivaquandoEnrico

mandò

aproporretrat- tativedipace, lomandaiil Ducad’Alba colPrin- ciped’Oranges,eper partedel

Re

di Francia fu nominatoilContestabile,edaltriSignori,fraiqua- lis’apriilCongressonell'Abaziadi Corcamp.

Non

sipotèalloraconchiudere cheun armistizio didue mesi,insistendo io sulla restituzione diCalaisedil

(16)

i6

Re

diFranciasuquelladellaNavarra

?che nè l’ano nè I’nitro volevacedere.Forsetuttosarebberiuscito vanosenza dueincidentichevernieroacangiard’as-v saiTaspetto degli affari.

Ilprimofu lamortedimiopadre che accadde la notteavanti algiornodiS.Matteo21Settembre

*558,eche mollosollecitavail mioritornoiuIspa- gna.Volli però primapassareiu Inghilterra ovetro- vaimortala ReginaMaria mia consorte,e tuttoil

Regnoinfermento: questo secondoavvenimentonoti contribuìpocoa larmipensarecon più serietàalla pace. Seppi ancorache laRegina Maria d’ Unghe- riaera mortain Ispagna if18 Ottobre, sicché in

meno

diduemesi,essendolaRegina Maria d’ In- ghilterramortail dì 17Novembreperdettiilpadre, la consorte,e la zia.

InInghilterranonstimaiprudenza di trattener- mi lungotempo,eperciòritornaineiPaesiBassi,e feci offerirelamia

mano

allaReginaElisabetta,elet- ta dagliInglesi, dalla quale ricevetti un rifiuto

,

avendoelladall’unapartepoco bisognod’unmari- to,e per1’ altralasuapoliticaera quella di non dividere conalcunoilcomando.

Desiderandoiopertanto di poter intieramente rivolgere imieipensieri,epremureal governo del mioregno,enon avendopiùquell’impeguopergli interessidell’Inghilterracomeallora che miconsi- deravacomeRediquel regno,le trattative proce- dettero conpiòfacilità.Si conehiusc finalmentela pacenelCastelCambresisil tiAprile t559,ele condizioniprincipalifuronocheiFrancesiavrebbero tenuto perottoanuiCalai*,alfine delle qualido- vevanorestituirequellacittàagliIngloei,sein quel tempo nullaavessero intrapresodipregiudicevolealla Francia.

Ma

questoarticolonon ebbetpaieffetto,

ediFrancesisono ancora oggigiorno in possessodi quella piazza,il Duca di Savoja doveva essere

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restituitonel possesso de’ suoiStati,ariserva d’al- cuuepiazze che rimaserocomeiudepositodel Redi Franciasino alla liquidazione d’alcuni suoidiritti per ragionedtll’avolasua.Olirediciòsiconchiuse il mio matrimoniocolla PrincipessaIsabellafigliadel

Re

Enrico che alprincipiodei trattali dipareera statadomandalaper mogliedelmio figlio Carlo,• cheorapresiper

me

medesimo.Si stabilironoanco- ralenozzedelDucadi Savoja conMargheritaSo- rellad’Enricoaffinedi rendere quella pace piùsta- bile,e sicura.

Un

principio infelicedel mio matri- moniofu cheeglicostòla vitaalmioSuocero.Voi sapete chein occasionedellefeste che si feceroia tal circostanza,il

Re

Enrico volendoinfiuerompe- _ reduelancie colContedi Mongommeri unascheg- giadellalancia delConte chesiconficcònell’occhio

*

delRelocoudussea morte.Avanti però dimorire si contrassero nellasua stanza lenozze suddettedel Ducadi Savoja.

Era tempocheiopensassiseriamentealmiori- tornoinIspagua,sedeprincipalede’miei dominje dadoveera inistato di reggere tuttoil restodel miovastoImperio.Lasciaiper GovernatricedeiPae- siBassilamiasorella Maria, Duchessa diParma, dellaquale avevapresso di

me

ilfiglio Alessandro quasicome unostaggio. Conobbi sino d' allora il cattivoumoredimolti individui deiPaesiBassi,e leinclinazionilorodisottrarsi allalegittimaautorità tantospiritualeche temporale,e partii con animo esacerbato controd'essi,Misialla velailgiornoa

6

Agosto i559 con ^>ea armate navi,sulle quali oltreimmenseprovigioni di viveri si trasportarono ancoragrandissimitesoriinpietrepreziose,eccellen- / ti quadri,edaltricapi d’operadelle arti raccolte da miopadre inItalia

,eGermania.Presiterra nel- laBiscaja,

ma

appenaera iosmontatodalla mianq-.

vechesilevò unafieratempesta che sotto imiei T.

XXFIL

a

(18)

« i8

occhidistrusseunagran parlodellamiaflotta,efi- taolanavesullaquale ioeravenuto divenne preda delleonde.Perironoi tesoriche meco avevareca- to,esembrava chemiopadrenongliavesse raccol- tosullaterrache perchè da

me

fosserodatialmare.

AlmioarrivoiuIspagnatrovai molli disordini chemirecarono gravi dispiaceri. I Moreschi tene- vanosecretecorrispondenzecoiTurchi dell’Affrica

,

esimostravanocattivisudditi,e peggiori cristiani

.

TenevanodeiCristianicomeschiavi,ciocchéproibii ad essi: fecigiuraredaimieisudditifedeltà almio figlioCarlocomeuU’erededeltrono:fissai la mia residenzaaMadrid,ed ampliai quella cittàin

modo

che divennein brevelaCapitaledella Monarchia.

Sopra^ tuttomiferiilcuore di vedere chele eresie, grassantisicominciarono ad insinuare ancora nella Spagna, epresi la risoluzione di nonrispar- miarealcunrigorepersalvareilmioregno dalle fu- neste conseguenze cheneltemporale,e spirituale es- sesecoportano,e delle qualinon

meno

laGerma- nia chelaFrauda,el’Inghilterra miporgevanolut- tuosiesempisottogliocchi.Fino un miocappellano dicortes’era lasciato sedurre, e carteggiava con Calvino per spargerelasuaeresìain Ispagna,edin- trodurvilibripestilenzialidiseduzione, efutrova- talalettera di Calvinoa luidiretta in rispostaalla sua.OrdinaiallJInquisizionediprocederecollamas- simaseveritàcontroquelliche avevano abbracciato

1’ eresia,eche ostinatamente perseverarono inessa.

Iomedesimoin Vagliadolidassisteiadunodi quelli

Auto

di

cheinseguitodivennero più frequenti, evidi ventiottopersone perire nelle fiamme.

Una

d’ essedicondizionedistintami

domandò

grazia,

ma

iorisposichenonlafareineppurealmiopropriofi- glioseegli fosseostinatonell’eresia.Protestaianco- rachese pertalmotivo mancasseilCarnefice,sarei

‘statoprontoiomedesimoafaretaleuffizio

.

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(19)

D. Garzia.

*9

Non

sipotrànegare cheV.M.mostrasseinciò un grandezeloperla religione,

ma

In massimapar- tedegliscrittoridellasuavita dopola dilei morte hannocondannatoinleiuna crudeltà che davane- glieccessi. Dicono che questa povera gentenonera- noreidie d*unerroreintellettuale chenonsido- veva punire conferro,efuoco

ma

lasciarlo algiu- diziodivino. Chenonstàin

mano

aiPrincipi di metterleggialle coscienze,e violarle,pienlreIddio stessolehalasciatolibere

,echetaleeccesso ècon- trarioallaumanità.

FilippoII.

Conosco abbastanza lavostra cattolicità,edin- siemelavostra capacitànelragionare per credereche possiatevalutareisofismidi quelli che sostengono

1*indifferentismo perleventadivine rivelate

,eohe

insostanzasiriduce ad unaschietta incredulità.Con- vienin primo luogo per giudicareunrigorequalec- cessivoaver riguardoallecircostanze,perchèciòeh»

ingenere sarebbeeccessodi rigore in alcunecirco- stanze non loèallorché perrimediare adungravis- simomaledellasocietà,eprevenirloun talerigore divienenecessario,esopraogn’ altra circostanzaper usar

sommo

rigoreèquella quandodegli empiiten- tanoinfettareunasocietàcattolica,condottrine ere- ticali Guai aquelSovranochesulprincipios’ap- piglia adebolimisureintalicircostanze.Ionon ave- va da scegliereche odivedere la Spagna lacerata comelaFrancia, la Germania,ed altri paesi da citili guerre,daodj mortalifrai mandici,dpro- vinaspiritualedimilioni,emilionide’mieisudditi presenti,e futuridaquel fanatismoereticalechenon

(20)

ao

rispettavanè Dio,nòSovrano, nèleggi, dòdirit- ti,oppured’oppormicontutta 1*efficaciaaitenta- tivid*alcunicaparbi,ed ostinati innovatori,e col loroseverocastigosalvareil mioregnodallepiù fa- talirovine.Potevaiobilanciarefraquestidue par- titida prendersifChiunqueconoscela perfidiaere-- ticale,sevuoleessersincerodovràconfessarephe per domarlanonbastavanorigori comuni: io ricorsiai piùforti,eviriuscii,e nonhoavuto maimotivo dipentirmi,elaSpagnami saràdebitricedellasua salvezzaspirituale, e temperale.

11dire che Iddiolascialecoscienzelibere nella scelta dellareligione,e non castigagli erranti

, e

che perciò i Principi non debbonoingerirsi inta- liaffari,ècosaegualmente falsache empia.Altro cheun

uomo

senza religionealcunapuòdirecheId- diosiaindifferentesudiciòche gli uomini pensa- no,escelgonoingeneredireligione.Egliha rive- latouna,e questaèlasolavera,vuolee comanda chetutti abbraccino quella,e condanna chiunque da quella devia,nonèdunque1’

uomo

liberodi for- marsiunareligione asuocapriccio. /

Diconoche Iddiononcastigaquelliche abbrac- cianounafalsa,eperversareligione.Licastigaco-

me

castiga1’assassino,il ladro, 1’omicida chese rimangonoostinatineiloro delittisaranno puniticol- lepene delP inferno.Riguardoalle pene temporali vannodelpaririguardoalladivinagiustiziainque- sto

mondo

1*assassino,ePeretico, 1’omicida,ed

ilbestemmiatore.

Non

sarebbebelloilsentiliunas- sassinocondotto avantiaduntribunaledifendersi in questamaniera.

Sehofattomale,risponderòdi>

»

nanziaDio,egli èilgiudice delle mieazioni: 31che penam’ haeglidato perilmiodelitto?e se

»

eglinoumi

pun^e

qualdirittoavetevoi dipunirmi f

,W r «

i

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(21)

«

D. Gauzià.

V.

M.

mi perdonisele faccio rifletterechesi

puòtrovare«una disparitàgrande fra gli uni,egli altri.

Un

assassino,unladro,omicidaec. nuocedi- rettamente agliindividui,edalla società,aiquali però poco importa come unopeusainmateria dire- ligione.

Filippo-'II.

Questadisparitàèvera

ma

intieramente fuor di luogo.

Non

sitratta qui semplicemente come uno pensain materiadi religione che certamente poco importaallasocietà,comepoco importa aleicome pensa.1’assassinosebbene credesse che fossecosa le- cita,ebuona1’assassinare,edavessevoglia,ede- siderio difarlo

. Quisitrattadegliatti esterni che ineffettoturbanolasocietà,edalloral’ereticodogma- tizzante,seduttore,efanaticoèmille voltepiù no- civoallapace,sicurezza,efelicitàdellaSocietà di quellosiaqualunquealtropiùiniquo malfattore.Vtir- reichetuttoil

mondo

a\anti dicondannare i miei rigoriascoltassealmenolemiedifesefondatenonme- nonellavera religionechenella politica,e noui»

»naperversa,ecrudeleumanità.

D. Garzi*.

Ascoltereivolentieriunasimiledifesa,eciò tan- topiù quantocché tattiisettarjnon hanno maide- sistitod’ accusare,econdannareicattolici,i Pon-

tefici,ela Chiesacattolicad’aversenon comanda- toalmenopermesso talirigori.

(22)

B2

FiniròII.

Riflettiamoinprimoluogo che questicastighi

,

erigoridqusisonoinaiimpiegalicontroalcuno na- to,ed educalonell’eresia,e cheperciòpuòerrare perpura ignoranza,

ma

unicamente coutroquelliche illuminatidallavera religione1’hannoscientemente

,

evolontariamente abbandonataper per\ersa volontà, cdoltrediciòmanifestandosihannocercatodimet- tere lanazione,edil Regnoincombustione perpro- pagareleempieloro dottrine. Dis ingoiamo ancora beneun Regno,un Popolo,una INazione ove1’,er- rore,1’eresia, elosconvoglimeuto si sonogiàsta- biliti,ed ove souoconfusiinsiemei vericoifalsire*

ligiouarj

,da altriovelacredenzacattolica èlaso- la,elareligioneunicadella nazione. il procedere egualmenteneiduecasisarebbe imprudente,impo- litico,inutile

, edingiusto.

Con

altrimezziun ma- lesi previene,econaltri bisogna curarlo quando giàsiè radicato,edilatato.Seun incendiariovo- lesseattaccareilfuoco allamiacasa,e sJostinasse a volerloeseguire io1’uccidereiancora se inaltra manieranonpotessiimpedirlo,

ma

qupndogiàavesse attaccatoilfuocoa chemigioverebbe ucciderel’in- cendiario?Per estinguere

P

incendio bisognerebbe ricorrereall'acqua,edall' ajutoaltrui.

Un

estre-

mo

rigore,e severitàbastano per chiuderePingres- soall’eresìainun Regnoovela fedecattolicaèan- coraPunica,pura,edintatta,laddovenonfareb- berocheinasprireilmale, ove1’eresìa già conta moltitudine pervertita. Al principio col castigodi pochissimiapostati,eperturbatoris*arrestanoinfiniti disordinichealtrimentisono inevitabili.Io sonodi parerecheseiPrincipiavessero1 sempre usciouna simile giusta,eprudente condottasi sarebbero pre-

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(23)

I

*3 venulelemaggiori calamitàchehannoafflittolaTer- ra.Seinvece d’esiliareMaomettodallaMeccas'a- vessepunitodimortelui, cd il Monaco apostata che1’njutavaa sedurreipopolicoi loroasurdier- rori,qualipubbliciperturbatori dellasocietà,aquan-

timilionid’uomini nons’avrebbe salvato lavita,

quantiorrori,e crudeltàprevenuto,quante desola- zionidicittà,evillaggi impedito,e troncate nel suoprimo germe? Se PElettorediSassouia in vece diproteggere,avessefatto lo stessocon Lutero,non sarebbero comparsinègliZwingli,iCalvini,

gli Anabattisti,e Pinnumerabilc stuolo d’altrili- bertinispiritualiche sconvolsero tutta P Europa,e fecero scorrerefiumi disangue perdegliostinali ca- pricci.Molti credono che per ovviare a cosi gravi maliun innocente sarebbe obbligatoad unosponta- neosacrifiziodellasuavita,e pois’ardisce trattare d'inumano,ecrudele chi perlastessa causapuni- scealcunirei,malyaggi,e scelleratiuomini?

f%* V '.v -? t'. 1

;,'

> »

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D» Garzi*

*

Nulla vi sarebbedaopporre'ragionevolmente a talimassime,eraziocini se un errore d’ intelletto potessecaratterizzareun

uomo

per malvagio,e scel- lerato.Laragione,,P umanità,ela religione stessa Voglionoches*abbia compassione per chisitrova in errore,

* "

FilippoII.

/

*

t

Ho

abbastanzaumanità,raziocinio,e relÌ6̰ne perdistinguereunerroreinuocente,daunmalvagio, epernicioso5disaper compatireilprimo,e condan-

*Mreilsecondo. Solouna perversa, e malvagia fi-

(24)

r

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l 1 1, \

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X

Iosofia spuriapuòcercaredi confonderli insieme,e.

scusarelamalvagitàsotto

nome

d’errore. L’intei*

letto

umano

nonè forzatoad acconsentiinentosenon dallaevidenza,e questanon può trovarsi ove nel raziocinio

umano

v’èluogo adargomenti fortiiu fa*

vore,edincontrario,nelqualcasola decisionedel- lamentesiriducead unaopinione che liberamente

«i sceglie.

L

Jintelletto allora s’appoggia allamag- giore,o minoreprobabilitàchea luisembradiscor- gerenegli argomenti,

ma

giammai in

modo

dinon conoscere dubbiala verità,eperciòsemedesimoca- paced*errare.Moltopiù temerà d’errore seim- parzialmenteesaminandolasuasceltavitroverà,co-

me

spessosuccede,che1’amorproprio,1’interesse, o qualchealtrapassione hannopiùchegliargomen- ti influitoadeterminarci.Finchétrattasidicose in- differenti,e chenon offendono religione, onestà,

giustizia,edirittialtruiqualunque opinionepiaccia ad un

uomo

d’ abbracciare può bene renderloagli occhialtruispregievole,eridicolo

ma

noncolpevole

d.’alcunareitàdegna di pena

umana

. Tute altro devedirsi quando 1'opinione

, qualunque ellasia conducaaconseguenze checompromettonolaquiete sociale,eportanoa rovinatemporale,ed eternanel- lapratica. Alloras'è obbligatodirinunciareaqua- lunqueopinionecomunqueconcepita,ed appoggiata.

L’

uomo

lopuòperchè èunapura opinione chepuò liberamente abbracciare,erigettare,e lodeveper- chè ragione,giustizia,dovere,leggi divine,eduma- ne intalcasolocomandano,eses’ostinaaprefe- rireunasuaopinioneaisuoi doveri,a sostentarla, a volerladilatare,epersuadereaglialtria costo di qualunquerovinaella possa produrre, egli diviene reodelpiùgravedelitto,emeritevole digiusto, e severocasiigo.

Un

vano,e calunniavosotterfugio di quelliche' proteggono.empie,e sediziosemassimeè quellod’at-

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(25)

4

25 tribuirea castigodèli’opinioneciòcheiorealtàaltro nonè che penadidelittifisici,ereali controlaso- cietà.Finchéuria opinionerimanesemplice opinio- ne,qual è quel Sovranochepossa non dicocasti- garla,

ma

neppureconoscerla?

Non

v’è giudice dei peusieri,edelleopinionifuorché Iddio.

Ma

quando

1'opinioneconduceafattiperversi,ediniqui èso- prad’ essiche direttamente cadeil castigo.Se una opinionequalunquebastasse per difendere idelitti cheella produce,qualmisfattosarebbe più punibi- le? Il negareallapubblicaautoritàildirittodi pu- niredelittichesipossono coprire col noined’opi- nione sarebbetogliereilmezzodiconservarelapub- blica quiete,efelicità.

Un

opinionecheconducea malvagie azionièreainsestessa,echi nonrinun- ziaadessa

ama

,e vuoleildelitto.

D.

Gabzu

.

A me

sembra chequestiargomentiprovinotrop- po.Seessivalessero,ancora uucattolicoperilbe- ne, elatranquillitàpubblicadovrebbeabbandonare le sue opinionireligiosequandosottounapersecuzio- ned'*un Governoereticos'ostinasse aconservarle. Ammetterebbe Y. M. unasimiledottriua?

Filippo II.

\

Senzafallotrattandosi d’opinioni il cattolico sarebbeintal caso tenutoa tacerle,ocangiarle,nè perciò diverrebbeeretico,perché i dogmi cattolici nonsono opinioni

ma

certezze divine.Egli èvero chetantoilcattolicoquantol’ereticofondanole lo- rodottrinesullaScrittura Sacra,

ma

colladiilerenza cheilprimonell’intelligenzad’ essas’appoggia so- prauna autoritàdivina,edilsecondosopralapro- pria,debolee fallaceintelligeuza,e eoaciòètolta

(26)

26

ogniopinionealprimo,e 1’origine si formadelle infinitevariantiopinionideisecondi.Il primonon è libero a rinunziareaisuoi dogmi,ed ilsecondo può,edevefarlodellesue opinioniquandocones- sescandalosa,eturbalasocietà.

D.Gaiizia..

Evidenteèladiversità frail cattolico, el’ere- ticoinquesto,e qualunque die rettamente vuole giudicareècostretton confessare clic il primoha dogmi,cdilsecondonongli ha,nò può averli, dovendoil

dogma

esser infallibile,e 1’infallibilità dellaScritturaanullasuffragachi fallibilmente1in- terpreta,edinvanoellaci sarebbe stata data da Dioperregola della nostrafede senzaunanormain- fallibileperintenderla nelsuo vero senso. Leinfi- nite eresìeche daltempodegliApostolisinoaigior- ninostrihannoturbato il cristianesimo dimostrano all’ereticomedesimolanecessitàdi questa autorità divinainterpretativa non essendovi alcun puntodi dogma,odimoraledaiINìcolaitisinoaiGiansenisti chea causadifalsa interpretazione della Scrittura nonsiastatonegato, combattuto, e contradittoria- jnente appoggiatoalla SacraScrittura:enel mentre cheilscusodellaparoladivinaèchiarissimoperl’un entico, eglièegualmente chiaro perunaltroin sen- socontrndittorio.Seildogma, per esser taledeve essereinfallibilequalesarà dunquequell’ereticoche possaaverdogma? Tuttociòèevidente

ma

nonto- glieaffattolamiadifficoltà. Rimane sempre ave- dereseilcattolicopersostenere le sueverità reli-/

giosepossaopporsiall’ autoritàpubblica,cpreferire isuoidogmialloleggicivilif

\

Digitizedby

(27)

27

Filippo IL

Larispostaèfacilequandoconmentesincera,

e giustocriterios"esaminino tantoi fatticlicidi- ritti.Scorriamotuttiisecoli dalprincipio della re- ligionecristianasinoalgiorno presente,e trovere-

mo

che nonmaiivericristiani,

ma

soltantoifalsi sienostatiiperturbatoridellasocietà.

Due

epoche sipresentano,1’unanellaqualelareligionecristia*

tianel suo principio si predicòin mezzoallete- nebredell’idolatrìa:1’altradopo che ellaavendo trionfatodellaincredulitàpaganas’era dilatata

,e

stabilita inquasi tuttiipaesi conosciuti.Nellapri-

ma

1*ordinedipredicarlaper tuttoil

mondo

prò*

cedèimmediatamente dalla bocca diGesùCristo

,

checomeSignore,epadronedeli’universodondi- pendeva dalPautorità d’ alcttua potenza sovrana, eppurenel

modo

cheprescrisse si vede che questa autoritàfosse datuttirispettata.La solaconvinzio- ne,lasantitàdelladottrina,edi miracoliinnume- Cabili furonoimcz2ÌimpiegatidagliApostoli, e loro successoriperlapropagazione della dottrina evan- gelica:potevanoessi giustamente offendere alcuna, sovrana autorità operturbare alcuno Statot Giam- maiicristianiimpiegaronoleminacele, o la forza percostringerealcunoad abbracciare la loro fede,

ma

neppure per difenderesemedesimi; e piuttosto cheopporsiall’ingiustiziacheliperseguitava sila- ' sciaronoscannarecomeagnelli pregando Iddio per iloro persecutori.Seviera perciò scouvoglimento Sociale

,egli proveniva dall’ingiusto persecutore,e non maidal quieto, e pazientissimo perseguitato

.

Voigiamoora1Jocchio aifalsi cristiani, cioè agli eretici,escismaticiclicinsorsero in seguito,e ve»

dromo quantolaloro condotta è stata contrariaa quelladeiprimitivi veri cristiani. Quali miracoli

(28)

a8

feceroessi maiper provareche erano daDioman- dati qualinuovi Apostoli,e riformatori?Qualela santitàdellelorodottrine,chesotto arrivaliall*ec- cesso diformareditutteleopere buone altrettanti peccati 1Qualelaconvinzionecheessi adoperavano

•enoningiurie,esarcasmicontro 1'autorità spiri- tualedaDiostabilita; arbitrarie,ed

umane

inter- pretazionidellaparoladivina,elusingare lepassio- ni

umane

colsottrarle da quelle mortificazioniche tantodagli Apostolifurono inculcate,edaiveri cri- stianipraticate. Appena abbandonaronoessila vera religioneperabbracciare1’errore, impugnaronosu- bitolamenzogna,lacalunnia labestemmia,la fre- nesiastessapercombatterela verità.Corserofurio- siallearmecontroil legittimo loroSovranoche vo- leva ridurlidinuovoall’ubbidienza delle leggidi- vine,ecivili:scorrevano arrabbiati per i paesi a distruggereSantuarj,echiese, a calpestare lecose più auguste,e sacre, aspogliare,e diroccareiMo- nasteri,ascannareisacerdoti,i religiosi,e lesa- creverginidiquellareligionenella quale erano na- ti,ed educati, echesinoalloraavevanoprofessato»

Quando,

edovepoi poterono divenirei piùforti nonintimaronoachiunquesiconservava ancora fe- deleallaverareligionediscegliere fra1*apostasia r l*esilio,le confische,elamorte? Supponiamoan- cora,ciocchéèfalsissimo,cheiloro Sovranicatto- lici gliavesseroingiustamente perseguitalo;se essi fosserostativericristiani,e rinnovatoridello spirito dellaprimitivaChiesacomefalsamentevantavano,e perchènonimitavanolacondotta dei primitivicri- stiani soffrendo con pazienza la persecuzione perla giustiziasenzarivoltarsirribellarsi,esconvolgere lo Stato?

Non

è .evidentechelo spirito diDioguidava questi,elospiritomaligno,esconvoglitoregli ere- tici ?Scorretelestorietutte

,e vedrete chequesto spiritoperverso fusemprelacaratteristica degliere*

\

i

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(29)

tic!ditutti itempi.TalifuronogliAriani, iDo- natisti,gli Iconoclasti,edaltrideiprimitempi,ed eredidello stesso spiritofuronoposciagliHussiti,gli Anabattisti,Luterani,Calvinisti,Ugonotti,equanti altrideviarono dalrettosentiero.

Passiamoora allaseconda epoca quando ilca- tolicismos'era universalmentestabilito

, equandoi cristianiinunitàdifedetuttiaderivanoallorocapo visibileda Dio medesimostabilito.

Come

potevano, essiintalestatod’unità,econcordiadireligione, acausad’essainquietarelo stato?Non potevatur- barsiche daunfanatico novatore che insorgevaa combatterla religione universale,e ceti diabolica superbiacredevasiautorizzatoper unasua privata,

emalvagia opinioned’abbatteretutteleleggidivi- »

ne,edumane,insultareiSovranispirituale,etem- porale,mettereinScompiglio,ediscordiaicittadi- nifradi loro,esconvoglieretutto: eduntaleini- quoopinante,e suoiaderentipotrannoessereconside- ralicomeinnocenti,eYautorità sovrana priva di dirittodipunirliqualinemici,diDio, e dellaso- cietà?

Nelle guerredireligione fra icattolici, egli eretici cbisonostaliiaconvoglitori,gli insorgenti, gliaggressori ingiusti

,glispogliatori, i distruttori? Gliereticisottopretestodi libertàdellalorocosien- za dovevanoaverdiritto d’annichilare lacredenza cattolicaovunquepotevano farlo,sedurre isudditi deiSovranicattolici,violare le coscienze,abbattere iSantuarj,spogliare deiloro beni gli ecclesiastici, insultaree calunniareinmillemodi laverareligio- ne,violaretutteleleggidelloStato,ed icattolici possessori legittimi,epadronideiloro Stati,diritti elegginon dovevanoaverenemenoildirittodidi- fendersi,

ma

vedere colla più umile rassegnazione violareda alcuuifanatici,e ribelli concittadini le loroleggi,sedurreilorofigli a roviua spirituale.

(30)

30

rapireibenida essiconsacrati alialoro religionef eculto,insultare la loro credenza, distruggerei

LuoghiSacri,edinfine,comeè successo da per tutto ovelearminonhannopotutofrenare lafuria ereticalericevereisanguinosicomandi d’appostata- re,cvedere violatelelorocoscienze.Taliparados- si,Sig.Vice-Re,noupossonosostenersichedauna consumata empietà,che ha datobando adogni ra- gione,cgiustizia.Per quantosicerchi ditravesti- rediritti,cfattisaràperò sempre innegabile che gli ereticisonostatiperuna malvagia superbialoro, e delirjirreligiosi, gliaggressori

, gli scotivoglilori ,

eperturbatoridella società,i violatori deglialtrui diritti,inemicidellaloropatria,deiloroconcitta- dini,leggi,e religione,echeicattolicinel-castigo d*essialtronon hannofattoche difendere seme- desimi,leloto leggi

, patria

, diritti,e coscienze controchiiniquamente tentavarapirle.Pensi ognu- nonelsuo internocomevoglia che non avrà che Iddio per giudice,

ma

cheuno presuma d’assogget- tare leggi,Stali,Sovrani,concittadini ad unasua capricciosa,emalvagia òpinione

,questoè1*eccesso

<l’ognisuperbia,esecondoine ilmassimo deide-

litti sociali. Tornoaripeterechel’opporsi colla for- zae coicastighiall’eresìainun paesecattolico per impedirle1’ingressoèdovered’un Sovranocattoli- cosenonvuoleaspettare diprenderele armicon- trogliereticimoltiplicaticomeha dovutofareYIm- peratoreSigismondocogli HussitiinBoemia,etanti

Re

diFrancia controgliUgonotti

.

D.

Garzu

.

Io concedo,eveggo che

V

ereticonon puòave- rechemereopinioni nella sua religione:

ma

non potrebbedarsicheeglis’immaginassed’aver1’evi- denza?

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