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INDICE
1. INTRODUZIONE ... 3
2. NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO ... 4
2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI ... 4
2.1.1 AUTORIZZAZIONE UNICA (ART. 12 DEL D.LGS 387/2012) ... 6
2.1.2 DECRETO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DEL 10 SETTEMBRE 2010 ... 8
2.1.3 PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO UNICO REGIONALE (ART. 27-BIS, D.LGS. 152/2006 E SS.MM.II.) ... 9
2.2 ITER AUTORIZZATIVO ... 10
2.2.1 PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO UNICO REGIONALE (ART. 27-BIS, D.LGS. 152/2006 E SS.MM.II.) ... 10
2.2.2 ENDOPROCEDIMENTI ... 11
3. DESCRIZIONE STATO DI FATTO DEL CONTESTO... 13
3.1 DESCRIZIONE DEL SITO DI INTERVENTO ... 13
3.2 CARATTERISTICHE TOPOGRAFICHE DEL TERRENO ... 15
3.3 INDIVIDUAZIONE INTERFERENZE SUL SITO DI INTERVENTO ... 15
3.3.1 INTERFERENZE AREA DI IMPIANTO ... 15
3.3.2 INTERFERENZE CAVIDOTTO ... 17
3.4 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ... 25
4. DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 28
4.1 SPECIFICHE TECNICHE PANNELLI FOTOVOLTAICI E CABINE DI CONVERSIONE E TRASFORMAZIONE 29 4.2 OPERE CIVILI ... 31
4.3 CONTROLLO E TELEGESTIONE ... 33
5. DISPONIBILITA’ AREE E PROCEDURE ESPROPRIATIVE ... 33
6. SINTESI DEI RISULTATI DELLE INDAGINI ESEGUITE SUL SITO DI INTERVENTO ... 35
6.1 GEOLOGICHE, GEOMORFOLOGICHE ... 35
6.2 SISMICHE ... 36
7. ELEMENTI RELATIVI AL SISTEMA DI SICUREZZA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO ... 36
8. ELABORATI DEL PROGETTO ESECUTIVO E CRONOPROGRAMMA ... 40
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9. FASE DI CANTIERIZZAZIONE ... 42
9.1 MATERIALI ... 42
9.2 RISORSE UMANE ... 47
9.3 LIVELLAMENTI ... 48
9.4 SCOLO ACQUE ... 48
9.5 MOVIMENTAZIONE DI TERRA ... 48
10. VERIFICHE E COLLAUDI ... 49
11. PIANO DI DISMISSIONE ... 50
12. ANALISI DELI IMPATTI ATTESI ... 51
12.1 ANALISI DELL’IMPATTO VISIVO ... 51
12.2 IMPATTO PAESAGGISTICO - AMBIENTALE... 52
12.3 IMPATTO PER LA PRODUZIONE DEI COMPONENTI ... 54
12.4 IMPATTI DURANTE LA FASE DI COSTRUZIONE ... 55
12.5 IMPATTI DURANTE LA FASE IN ESERCIZIO ... 57
12.6 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI ... 57
13. REPORT ENERGETICI ED AMBIENTALI... 58
13.1 REPORT SULL’ENERGIA PRODOTTA ANNUALMENTE DURANTE LA VITA UTILE DELL’IMPIANTO... 58
13.2 BENEFICI AMBIENTALI ... 60
13.2.1 LE EMISSIONI EVITATE ... 60
13.2.2 RISPARMIO DI COMBUSTIBILE ... 60
14. RIEPILOGO DEGLI ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI DEL PROGETTO... 61
15. CONCLUSIONI: ATTUALITA’ DEL PROGETTO ... 61
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1. INTRODUZIONE
La società SR PROJECT 4 s.r.l. con sede legale in Largo Guido Donegani 2 – 20121 – MILANO, intende realizzare un impianto fotovoltaico di potenza elettrica pari a 9026,37kW denominato
“Impianto fotovoltaico Misiliscemi” in località Misiliscemi nel comune di Trapani (TP).
L’impianto fotovoltaico sarà realizzato per un'area complessiva di circa 17Ha, la sua realizzazione comporterà un significativo contributo alla produzione di energie rinnovabili.
In sintesi l’intervento proposto:
- è finalizzato alla realizzazione di un’opera infrastrutturale, non incentivato;
- è compatibili con gli obbiettivi di qualità e delle normative d’uso, non avendo alternative localizzative e/o progettuali;
- consente la produzione di energia elettrica senza alcuna emissione di sostanze inquinanti;
- utilizza fonti rinnovabili eco-compatibili;
- consente il risparmio di combustibile fossile;
- non produce nessun rifiuto o scarto di lavorazione;
- non è fonte di inquinamento acustico;
- non è fonte di inquinamento atmosferico;
- utilizza viabilità di accesso già esistente;
- è previsto l’impiego di una porzione di area che globalmente è già interessata da impianti elettrici fino alla III categoria;
- comporta l’esecuzione di opere edili di dimensioni modeste che non determinano in alcun modo una significativa trasformazione del territorio, relativamente alle fondazioni superficiali, delle 23 cabine di trasformazione, una cabina di controllo, 9 cabine di stoccaggio e 8cabine di raccolta.
Il presente progetto viene redatto in conformità alle disposizioni della normativa vigente, nazionale e della Regione Puglia, con particolare riferimento alle Delibere della Giunta Regionale n° 24/23 del 23/04/20 08, n°30/02 del 23/05/2008 e relativi allegati, e al D. Lgs.152/2006, e s.m.i.
Inoltre ai sensi di quanto stabilito dal D.M. 10/09/2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” recepite dalla Regione Puglia, nella Delib. G.R. n. 3029 del 30/12/2010, la realizzazione in oggetto è soggetta ad Autorizzazione Unica e in tale procedimento confluisce anche la presente procedura di verifica. Alcuni contenuti, previsti nella normativa, come
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facenti parte del presente studio sono approfonditi in appositi elaborati ai quali si rimanderà nel proseguo della trattazione. In questo contesto la normativa prevede un livello di progettazione definitiva.
2. NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO
2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI
Per la realizzazione del presente progetto si è fatto riferimento, principalmente, alla seguente Normativa.
Normativa in materia di energia da fonti rinnovabili:
• Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387: Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.
• D.M. 10-9-2010: Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
• Decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.
• D. Pres.R. Sicilia 18/07/2012, n. 48: Regolamento recante norme di attuazione dell’art. 105, comma 5, della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11.
• D. Pres.R. Sicilia 10/10/2017: "Definizione criteri ed individuazione aree non idonee alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica ai sensi dell'art. 1 della legge regionale 20 novembre 2015, n. 29, nonché dell'art. 2 del regolamento recante le norme di attuazione dell'art. 105, comma 5, legge regionale 10 maggio 2010, n, 11, approvato con decreto presidenziale 18 luglio 2012, n. 48".
Normativa in materia ambientale e paesaggistica:
• Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia ambientale.
• Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42: Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi
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terreni montani”.
• Piano Territoriale Paesaggistico Regionale della Sicilia, P.T.P.R.:, approvato con D.A.del 21 maggio 1999 su parere favorevole reso dal Comitato Tecnico Scientifico nellaseduta del 30 aprile 1996.
• Piano Paesaggistico degli Ambiti 2 e 3 ricadenti nella provincia di Trapani: approvato con D.A.6683 del 29 dicembre 2016.
• Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Sicilia e ss. mm. e ii., P.A.I., approvato secondo le procedure di cui all’art. 130 della Legge Regionale n. 6 del 3 maggio 2001 “Disposizioni programmatiche e finanziarie per l’anno 2001”.
• Piano di Tutela delle Acque, P.T.A., corredato delle variazioni apportate dal Tavolo tecnico delle Acque, approvato definitivamente (art.121 del D. Lgs. 152/06) dal Commissario Delegato per l’Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque - Presidente della Regione Siciliana - con ordinanza n. 333 del 24/12/08.
Normativa generale in tema Elettrodotti, linee elettriche, sottostazione e cabina di trasformazione:
• Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 "Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici;
• D.P.R. 18 marzo 1965, n. 342 "Norme integrative della legge 6 dicembre 1962, n. 1643e norme relative al coordinamento e all'esercizio delle attività elettriche esercitate da enti ed imprese diversi dall'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica";
• Legge 28 giugno 1986, n. 339 "Nuove norme per la disciplina della costruzione e dell'esercizio di linee elettriche aeree esterne";
• Norma CEI 211-4/1996 “Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee elettriche”;
• Norma CEI 211-6/2001 “Guida per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti secondo le disposizioni del DPCM 8 luglio 2003 (Art. 6) – Parte 1: Linee elettriche aeree e in cavo”
• Norma CEI 11-17/2006 “Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – Linee in cavo”;
• Norma CEI 0-16/2019 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica”
• Norma CEI 0-2/2019 “Guida per la definizione della documentazione degli impianti elettrici”
• DM 29/05/2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti”.
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magnetici ed elettromagnetiche.
Normativa generale opere civili:
• Legge 5 novembre 1971, n. 1086 "Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica";
• Legge 2 febbraio 1974, n. 64 "Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche"; D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche".
• D.M. LL.PP. 14.01.2008 "Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche";
• Circolare Consiglio Superiore Lavori Pubblici del 02/02 2/009 contenente istruzioni per l’applicazione delle "Nuove norme tecniche per le costruzioni" di cui al DM 14gennaio 2008;
• Decreto 17 gennaio 2018 “Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni”;
• Circolare 21 gennaio 2019 n.7 ”Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle
“Norme tecniche per le costruzioni”» di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018″.
Normativa Sicurezza:
• D.LGS 9 Aprile 2008 "Testo unico sulla sicurezza”
Di seguito una descrizione delle norme più rappresentative ai fini del presente progetto.
2.1.1 AUTORIZZAZIONE UNICA (ART. 12 DEL D.LGS 387/2012)
Ai sensi di tale decreto gli impianti di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica sono considerati, ai impianti alimentati a fonti rinnovabili.
Tale decreto di attuazione della Direttiva 2001/77/CE, relativa alla promozione dell’energia
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delle fonti rinnovabili anche riducendo gli ostacoli normativi e accelerando le procedure di autorizzazione.
Come già evidenziato la norma di recepimento è il D.Lgs. n.387/03 che, in attuazione dei principi delineati dalla sopra richiamata Direttiva Europea, disciplina il procedimento per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili ed, in particolare, all’art. 12 comma 3 dispone quanto segue: “La costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad un’autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla Regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell'ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico”.
Tale autorizzazione è rilasciata, ai sensi del comma 4 del citato decreto Legislativo, “a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le amministrazioni interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità stabilite dalla legge 7 agosto 1990, n.
241 e dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10/09/2010 “ Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, e successive modifiche ed integrazioni” e “costituisce titolo a costruire ed esercire l’impianto in conformità al progetto approvato”.
Il procedimento autorizzativo così disciplinato deve coordinarsi quindi ad eventuali sub- procedimenti intesi alla verifica della conformità dell’impianto ai vari interessi pubblici incisi dalla sua realizzazione.
Infine occorre sottolineare come le opere autorizzate per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, come pure quelle connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, “sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti” (art. 12, comma 1, D.Lgs. 387/03).
Tale configurazione risulta pienamente conforme a quanto già prescritto dall’art.1, comma 4 della legge n. 10/1991, laddove si precisava che l'utilizzazione delle fonti di energia rinnovabile “è considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche”.
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2.1.2 DECRETO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DEL 10 SETTEMBRE 2010
Il decreto in questione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.219 del 18 settembre 2010, espone le
“Linee guida nazionali per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” in attuazione a quanto previsto dall’art.12 del decreto legislativo dicembre 2003, n.387.
Le Linee Guida, approvate dalla Conferenza Unificata insieme con il Conto Energia 2011-2013, erano molto attese perché costituiscono una disciplina unica, valida su tutto il territorio nazionale, che consente finalmente di superare la frammentazione normativa del settore delle fonti rinnovabili.
Il decreto disciplina il procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, per assicurarne un corretto inserimento nel paesaggio.
Il Decreto fornisce, in sintesi, la disciplina dei seguenti aspetti:
• regole per la trasparenza amministrativa dell’iter di autorizzazione;
• modalità per il monitoraggio delle realizzazioni e l’informazione ai cittadini;
• regole per l’autorizzazione delle infrastrutture connesse e in particolare delle reti elettriche;
• l’individuazione delle tipologie di impianto e modalità di installazione, per ciascuna fonte, che godono delle procedure semplificate (D.I.A. e attività edilizia libera);
• l’individuazione dei contenuti delle istanze, le modalità di avvio e di svolgimento del procedimento unico di autorizzazione;
• criteri e modalità di inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio;
• modalità per coniugare esigenze di sviluppo del settore e tutela del territorio.
Le Regioni e Province autonome possono individuare aree e siti non idonei all’installazione di specifiche tipologie di impianti. Per ciascuna aree dovranno però essere spiegati i motivi dell’esclusione, che dovranno essere relativi ad esigenze di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del
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della L.R. n.11 del 12.05.2010.
L’art.1 del regolamento decreta l’adeguamento alle linee guida del DM10.09.2010: le disposizioni di cui al DM 10.09.2010 trovano immediata applicazione nel territorio della Regione Siciliana; sia le linee guida per il procedimento autorizzativo, nonché le linee guida tecniche per gli impianti stessi. Fermo restando le disposizioni contenute nel regolamento stesso e annessa tabella esplicativa.
Il regolamento prevede che, in attuazione delle disposizioni del punto 17 del DM 10.09.2010, sia istituita apposita commissione regionale finalizzata all’indicazione delle aree non idonee all’installazione di specifiche tipologie di impianti.
Ad oggi risultano essere stati definiti criteri ed individuazioni delle aree non idonee alla realizzazione dei soli impianti eolici con Decreto Presidenziale del 10.10.2017 recante
“Definizione dei criteri ed individuazione delle aree non idonee alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica ai sensi dell’art. 1 della legge regionale 20 novembre 2015, n. 29, nonché dell’art. 2 del regolamento recante norme di attuazione dell’art. 105, comma 5, legge regionale 10 maggio 2010, n. 11, approvato con decreto presidenziale 18 luglio 2012, n. 48”.
2.1.3 PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO UNICO REGIONALE (ART. 27-BIS, D.LGS.
152/2006 E SS.MM.II.)
Il D.Lgs. n.104/2017 “Attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio”, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, ai sensi degli articoli 1 e 14 della legge 9 luglio 2015, n.114 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.156 del 06.07.2017 modifica il D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., ed istituisce nel D.Lgs 152/06 all'art.27 bis, il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, finalizzato al rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta ed assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione ed esercizio del progetto proposto.
Il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale è rilasciato nel caso in cui il progetto è sottoposto a procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale regionale.
Secondo il comma 7) dell’art. 27 bis del D.Lgs 152/06: “…l’autorità competente convoca una
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conferenza di servizi alla quale partecipano il proponente e tutte le Amministrazioni competenti o comunque potenzialmente interessate per il rilascio del provvedimento di VIA e dei titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto richiesti dal proponente. La conferenza di servizi è convocata in modalità sincrona e si svolge ai sensi dell’articolo 14-ter della legge 7 agosto 1990, n. 241. Il termine di conclusione della conferenza di servizi è di centoventi giorni decorrenti dalla data di convocazione dei lavori. La determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi costituisce il provvedimento autorizzatorio unico regionale e comprende il provvedimento di VIA e i titoli abilitativi rilasciati per la realizzazione e l’esercizio del progetto, recandone l’indicazione esplicita. Resta fermo che la decisione di concedere i titoli abilitativi di cui al periodo precedente è assunta sulla base del provvedimento di VIA, adottato in conformità all’articolo 25, commi 1, 3, 4, 5 e 6, del presente decreto.”
2.2 ITER AUTORIZZATIVO
2.2.1 PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO UNICO REGIONALE (ART. 27-BIS, D.LGS.
152/2006 E SS.MM.II.)
Come sopra detto, il D.Lgs. n.104/2017 modifica il D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., ed istituisce nel D.Lgs 152/06 all'art.27 bis, il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, finalizzato al rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta ed assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione ed esercizio del progetto proposto.
Il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale è rilasciato nel caso in cui il progetto è sottoposto a procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale regionale. A tal fine, si precisa che gli impianti fotovoltaici rientrano nell’elenco dei progetti di cui all’Allegato IV della Parte II
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lotto di terreno in cui verrà ubicato il progetto 17 Ha, per il progetto in esame la Società Proponente ha scelto volontariamente di presentare istanza di VIA, al fine di effettuare una valutazione ad un livello di maggiore dettaglio dei potenziali impatti sulle componenti ambientali connessi con le fasi di realizzazione, esercizio e dismissione dell’impianto.
In definitiva la Società Proponente, ai sensi dell’art. 27 bis comma 1 del D.Lgs 152/06, presenterà all’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana- Dipartimento Regionale dell’Ambiente Servizio 1- VAS/VIA, l’Istanza per il rilascio del provvedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23 comma 1 del D.Lgs 152/06, chiedendo la contestuale attivazione della Istruttoria Tecnico Amministrativa di cui all’art. 27 bis comma 1 ed allegherà la documentazione e gli elaborati progettuali previsti dalle normative di settore per consentire il rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto e indicati puntualmente in apposito elenco predisposto dal proponente stesso.
2.2.2 ENDOPROCEDIMENTI
Ai sensi dell’art. 27 bis comma 1 del D.Lgs 152/06, la Società Proponente, al fine di procedere con l’attivazione della Istruttoria Tecnico Amministrativa di cui all’art. 27 bis comma 1, allegherà la documentazione e gli elaborati progettuali previsti dalle normative di settore per consentire il rilascio di tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto e indicati puntualmente in apposito elenco predisposto dal proponente stesso.
Di seguito vengono descritti i principali Endoprocedimenti da attivare per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale di cui all’art. 27 bis comma 7:
• autorizzazione Unica ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs 387/2003;
• costruzione ed esercizio delle opere necessarie al collegamento dell’Impianto fotovoltaico alla Rete di Trasmissione Nazionale secondo il Regio Decreto 11/12/1933 n° 1775;
Si noti che il cavidotto interrato di collegamento tra l’impianto fotovoltaico e la SSU attraversa una Fascia di rispetto dei corsi d’acqua e le relative sponde per una fascia di 150m ciascuna (art.
142 lett. c del DPR 42/2004 EX. L 431/85) che in virtù dell’art. 2 del DPR n. 31/2017 “Regolamento
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recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata”, risulta essere un intervento escluso dall’Autorizzazione Paesaggistica, in quanto il cavidotto interrato rientra nella fattispecie A.15 dell’Allegato A:” fatte salve le disposizioni di tutela dei beni archeologici nonché le eventuali specifiche prescrizioni paesaggistiche relative alle aree di interesse archeologico di cui all’art. 149, comma 1, lettera m) del Codice, la realizzazione e manutenzione di interventi nel sottosuolo che non comportino la modifica permanente della morfologia del terreno e che non incidano sugli assetti vegetazionali, quali: volumi completamente interrati senza opere in soprasuolo; condotte forzate e reti irrigue, pozzi ed opere di presa e prelievo da falda senza manufatti emergenti in soprasuolo; impianti geotermici al servizio di singoli edifici; serbatoi, cisterne e manufatti consimili nel sottosuolo; tratti di canalizzazioni, tubazioni o cavi interrati per le reti di distribuzione locale di servizi di pubblico interesse o di fognatura senza realizzazione di nuovi manufatti emergenti in soprasuolo o dal piano di campagna; l’allaccio alle infrastrutture a rete. Nei casi sopraelencati è consentita la realizzazione di pozzetti a raso emergenti dal suolo non oltre i 40 cm;”
• parere di conformità del progetto alla normativa di prevenzione incendi, di cui all'articolo 3 del DPR 151/2011 rilasciato dal Ministero dell'Interno - comando Provinciale VV.FF., in quanto verrà inserito un nuovo trasformatore in olio contenete più di un mc di olio nella SS Utente di C.da Coniglia, tale costituisce attività n. 48.B dell’allegato I del DPR 151/11;
• nulla osta delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica) per le servitù militari e per la sicurezza del volo a bassa quota solo se necessario e solo nel caso di impianti ubicati in prossimità di zone sottoposte a vincolo militare;
• nulla osta idrogeologico previsto dal R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267, in conformita' a quanto stabilito dall'articolo 61, comma 5, del decreto legislativo n. 152/06;
• nulla osta per la sicurezza del volo da rilasciarsi da parte dell'aeronautica civile (ENACENAV), ai sensi del R.D. 30 marzo 1942, n. 327 recante il codice della navigazione;
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3. DESCRIZIONE STATO DI FATTO DEL CONTESTO
3.1 DESCRIZIONE DEL SITO DI INTERVENTO
Il sito d’installazione ricade nel territorio amministrativo del Comune di Trapani (TP) ed è localizzato a circa 12.8 km sud - est dal centro abitato del comune di Trapani.
L’impianto risulta facilmente raggiungibile da sud percorrendo la SP48, svoltando a destra per via Portorelli percorrendola per circa 1,5 km e imboccando Strada d’Altavilla Adragna, dopo circa 400 m si arriva all’impianto fotovoltaico.
L’area ha una estensione complessiva pari a 17 Ha ed è composta da un’unica area recintata avente le seguenti coordinate geografiche:
Latitudine
[°] Longitudine
Area 1 37.904099° 12.588107° [°]
Il cavidotto ha una lunghezza complessiva di circa 6,9 km e si sviluppa sia nel comune di Trapani(TP)e costeggia due strade provinciali la SP N.48 e la SP N.35. Le coordinate geografiche del cavidotto sono indicate nella seguente tabella
Latitudine
[°] Longitudine
VERTICE 1 Cavidotto 37.902051° 12.589334° [°]
VERTICE 2 Cavidotto 37.898988° 12.587536°
VERTICE 3 Cavidotto 37.895699° 12.577001°
VERTICE 4 Cavidotto 37.895920° 12.575732°
VERTICE 5 Cavidotto 37.883385° 12.581136°
VERTICE 6 Cavidotto 37.881151° 12.580156°
VERTICE 7 Cavidotto 37.873377° 12.583224°
VERTICE 8 Cavidotto 37.871459° 12.576131°
VERTICE 9 Cavidotto 37.877753° 12.559365°
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Figura 1: Inquadramento su IGM
Nel catasto terreni del comune di Trapani (TP), l’aria d’ intervento è individuato dai seguenti identificativi catastali:
- Foglio 134 particelle:92-93-95-14-32-31-13-12
La cabina di consegna è individuata al catasto dei terreni del comune di Trapani al Fg 134 p.lla 92, mentre la cabina di smistamento è accatastata al Fg. 157 p.lla 211del comune di Trapani.
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3.2 CARATTERISTICHE TOPOGRAFICHE DEL TERRENO
L’area di impianto risulta essere nella sua estensione sub-pianeggiante, come si evince dal rilievo effettuato. Possiamo rilevare un dislivello verso Sud di circa 2 m con una pendenza pari allo 0.3%, ed un dislivello verso ovest di circa 6.9 m con una pendenza di circa il 2%.
Per maggior dettaglio si rimanda all’elaborato “Rilievo planoaltimetrico”
3.3 INDIVIDUAZIONE INTERFERENZE SUL SITO DI INTERVENTO 3.3.1 INTERFERENZE AREA DI IMPIANTO
L'intera superficie pari a circa 18.97 ettari viene ridotta a circa 16.9 ettari a causa dei seguenti buffer dovuti alle "RedFlags" e al vincolo di seguito elencate e meglio evidenziate nell’elaborato
“Interferenze aree impianto e cavidotto”:
- Rete Viaria: secondo le disposizioni del Codice della strada la fascia di rispetto dalla strada
"vicinale" è pari a 10 m.
- Condotte dell’acquedotto di Bresciana: secondo le N.T.A. in base al diametro della condotta la fascia di rispetto dall’asse della condotta è pari a 10 m.
- Beni Paesaggistici (D.lgs 42/04 – Art.142 let.c): secondo l’art. 142 let.c del D.Lgs 42/04 il citato articolo bisogna applicare un buffer di 150 m dai fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua
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3.3.2 INTERFERENZE CAVIDOTTO
Il cavidotto interrato a servizio dell'impianto in oggetto, seguirà nei tratti iniziali un percorso definito da strade poderali in corrispondenza delle quali non sono presenti sottoservizi esistenti.
Come riportato nella figura 3, il cavidotto su strada esistente, intercetta il buffer dell’art. 142 let.c del D.Lgs 42/04
Figura 3: Interferenza cavidotto con Aree fiumi 150m su strada esistente
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Per altri tratti si riporta di seguito l’analisi delle interferenze riscontrate:
- Interferenza 1 - Incrocio tra linea MT e tubazioni metalliche interrate.
In corrispondenza della prima interferenza si osserva l’incrocio tra la linea MT in progetto e una condotta idrica della rete di distribuzione dell’acquedotto.
L’incrocio fra cavi di energia e tubazioni metalliche adibite al trasporto e alla distribuzione di fluidi non deve effettuarsi sulla proiezione verticale di giunti non saldati delle tubazioni metalliche stesse e non si devono avere giunti di cavi di energia a distanza inferiore a 1 m dal punto di incrocio, salvo nel caso in cui la distanza minima, misurata fra le superfici esterne di cavi di energia e di tubazioni metalliche o fra quelle di eventuali loro manufatti di protezione, è superiore a 0,5 m. Tale distanza può essere ridotta fino ad un minimo di 0,3 m quando una delle strutture di incrocio è contenuta in manufatto di protezione non metallico, prolungato per almeno 0,3 m per parte rispetto all’ingombro in pianta dell’altra struttura, oppure quando fra le strutture che si incrociano venga interposto un elemento separatore non metallico, ad esempio lastre di calcestruzzo o di materiale isolante rigido.
Questo elemento deve poter coprire, oltre alla superficie di sovrapposizione in pianta delle strutture che si incrociano, quella di una striscia di circa 0,3 m di larghezza ad essa periferica.
Si prescrive, quindi, di osservare la distanza minima di 0,3 m misurata tra le superfici affacciate sia nel caso in cui la tubazione metallica è sovrapassante che in quello in cui è sottopassante. In entrambi i casi deve essere osservata la profondità minima di posa del cavidotto MT.
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Figura 4: Soluzione Interferenza 1
- Interferenza 2 – Incrocio tra linea MT e tubazione gas.
La prima interferenza è data dall’incrocio tra la linea MT in progetto e la tubazione interrata impiegata per il trasporto di gas infiammabile. In riferimento alle prescrizioni sulle modalità di posa dei cavidotti MT, prendendo in considerazione il caso più critico di tubazioni di gas metano a pressione nominale maggiore di 5 bar, la posa sarà del tipo in sovrapasso o sottopasso garantendo una distanza in senso verticale fra le superfici affacciate di almeno 1,5 m. Qualora non sia possibile osservare tale distanza, la tubazione del gas deve essere collocata entro un tubo di protezione il quale deve essere prolungato da una parte e dall'altra dell'incrocio per almeno 1 m quando sovrapassa la canalizzazione MT e 3 m quando la sottopassa, evitando in ogni caso il contatto metallico tra le superfici affacciate.
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Figura 5: Soluzione interferenza 1: a)sovrapasso, b)sottopasso, c) sovrapasso con tubo di protezione, d) sottopasso con tubo di protezione
- Interferenza 3 – parallelismo tra linea MT e tubazione gas.
La seconda interferenza è data dal parallelismo tra la linea MT in progetto e la tubazione interrata impiegata per il trasporto di gas infiammabile. Considerando sempre il caso con pressione nominale maggiore di 5 bar, la distanza minima tra le superfici affacciate non deve essere inferiore alla profondità di interramento della condotta del gas (figura 2a), salvo l’impiego di diaframmi continui di separazione (figura 2b). Pertanto, non potendo stabilire con certezza la profondità di interramento della condotta del gas, si intende impiegare, per il caso in esame, la modalità di posa con setto separatore.
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Figura 6: Soluzione interferenza 2
- Interferenza 4 - incrocio tra linee MT e AT interrate.
In corrispondenza del punto individuato dall’intersezione della SP35 e SP48 si realizza un incrocio tra la linea AT esistente e la linea MT in progetto; l’interferenza verrà risolta posando il cavo MT superiormente alla linea AT esistente ad una distanza minima di 0,5 m e proteggendolo, per una lunghezza non inferiore ad 1 m, con idonea protezione meccanica disposta simmetricamente rispetto all’altro cavo.
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La protezione meccanica deve essere costituita da involucri in acciaio zincato a caldo od inossidabile, con pareti di spessore non inferiore a 2 mm.
Figura 7: Soluzione interferenza 4
- Interferenza 5, 6, 8, 10,11,12 – attraversamento di canali
In corrispondenza di attraversamenti di canali si può procedere con un sovrappasso rialzato in tubo, con un sovrappasso in tubo o con un sottopasso a seconda della geometria e della
“importanza” del canale; in figura 4 e in figura 5 si illustra la tipologia di attraversamento che si intende adottare, ovvero il sottopasso, in particolare adottando la tecnologia “NO- DIG” (letteralmente “senza scavo”). Si tratta di una tecnica che, partendo dal piano campagna, permette di installare tubazioni al di sotto di fiumi (o altre opere) senza dover ricorrere allo scavo a cielo aperto.
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Figura 8: Posa interrata con tecnologia no-dig
Figura 9: Soluzione interferenza 5-6-8
- Interferenza 7 - parallelismo tra linee MT.
Questa interferenza è data dal parallelismo formato dal cavidotto MT esistente che percorre lo stesso tratto della linea MT in progetto lungo la SP35 in prossimità della connessione alla cabina primaria. Come da prescrizione dell’Ente Distributore, tale interferenza è superata mediante l’osservanza della fascia di rispetto di 4 m dal cavidotto esistente con posa della linea MT sul lato opposto della strada.
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- Interferenza 9 - incrocio tra linee MT interrate.
Un ulteriore attraversamento da considerare è quello individuato dall’incrocio di cavidotti MT che viaggiano lungo la SP35. L’interferenza verrà risolta posando il cavo MT in progetto superiormente o inferiormente a entrambi i tratti della linea esistente ad una distanza minima di 0,5 m e proteggendolo, per una lunghezza non inferiore ad 1 m, con idonea protezione meccanica disposta simmetricamente rispetto all’altro cavo. La protezione meccanica deve essere costituita da involucri in acciaio zincato a caldo od inossidabile, con pareti di spessore non inferiore a 2 mm.
Figura 10: Soluzione interferenza 8
Per maggiore dettaglio si rimanda all’elaborato “Interferenze aree impianto e cavidotto”.
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3.4 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Si riporta di seguito un report fotografico dei terreni interessati dall’impianto fotovoltaico.
Figura 11: Tavola dei punti di scatto
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Figura 12: Foto 1
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Figura 14: Foto 3
Figura 15: Foto 4
Figura 16: Foto 5
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4. DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L’impianto sarà suddiviso in n. 2 sottocampi aventi le seguenti specifiche tecniche:
Sottocampo Potenza DC (W) N. moduli N. stringhe N. cabine inverter Potenza trasf. (kVA)
1 4.499.550 8.910 330 1 3437
2 4.526.820 8.964 332 1 3437
Tabella 1: Configurazione sottocampi
La potenza nominale totale del generatore fotovoltaico, pari a 9.026,37kWp, è intesa come somma delle potenze di targa o nominali di ciascun modulo misurata in condizioni standard (STC).
Considerazioni inerenti l’affidabilità (e di conseguenza la producibilità) dell’intero impianto hanno indotto alla scelta della conversione decentralizzata basata su più convertitori anziché uno solo. In questo modo l’eventuale guasto di un convertitore non coinvolgerà la produzione di tutto l’impianto ma solo quella del sub-campo corrispondente.
Per l’intervento sono stati previsti le seguenti componenti principali:
- il generatore fotovoltaico;
- il gruppo di conversione e trasformazione;
- i dispositivi di protezione.
Nella ipotesi di progetto, la superficie totale captante sarà di circa 43.077,77 m2.
Altra occupazione fisica del suolo è data dalle aree impegnate per i locali tecnici, le strade di nuova realizzazione per un totale di circa 8.422,6 m2. In ogni caso il rapporto fra lo spazio occupato dagli apparati costituenti l’impianto e l’intera superficie, che resta immutata rispetto all’attuale configurazione, risulta pari a:
51.500,37 / 170.000 = 30,29 %
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E’previsto che la connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale avvenga in corrispondenza della Cabina primaria Birgi 150/20 kV di proprietà di e-distribuzione ed esistente in agro di Trapani (TP), la cui distanza, in linea d’area è di circa 4 km dall’area di impianto.
Il collegamento si effettuerà interamente mediante linea in cavo interrato, doppia terna Al 185 mm2. Il cavidotto interrato si sviluppa complessivamente su circa 6,9 km di lunghezza, di cui 1,3 km su terreno naturale e 5,6 km su strada asfaltata.
L’allaccio dell’impianto avverrà mediante connessione da sbarra MT di cabina secondaria, pertanto si prevede la realizzazione del collegamento della cabina di consegna mediante l’interposizione del tratto di linea derivato dalla cabina di smistamento inserita lungo la linea stessa.
4.1 SPECIFICHE TECNICHE PANNELLI FOTOVOLTAICI E CABINE DI CONVERSIONE E TRASFORMAZIONE
Il generatore fotovoltaico sarà costituito da moduli da 455 W:
Caratteristiche generali
− Potenza nominale: 505 W, certificata in Condizioni Test Standard (STC): irraggiamento 1000W/m2 con spettro di AM 1,5 e temperatura delle celle di 25 °C.
− 150 Celle solari in silicio policristallino collegate in serie.
− Dimensioni: 2187x1102x35 mm;
− Peso : 30,1 kg;
Caratteristiche elettriche
− Potenza elettrica nom.: 505Wp a 1000 W/m2, 25°C, AM 1,5;
- Tensione a circuito aperto: 51,7V;
- Tensione alla massima potenza: 43,7V;
- Corrente di corto circuito: 12,17 A;
- Corrente alla massima potenza: 11,56A;
− Efficienza del modulo: 21,0 %;
− Coefficiente di temperatura – tensione a circuito aperto: -0,25%/°C;
− Coefficiente di temperatura – corrente di corto circuito: +0,04 %/°C;
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Valori limite
− Temperatura di utilizzo (cella): da -40 a +85 °C;
− Tensione massima di sistema: 1500 V / 1000 V;
Il generatore fotovoltaico fornirà energia elettrica in rete attraverso cabine elettriche dotate di inverter e trasformatore le quali presentano le seguenti caratteristiche:
Ingresso inverter cabine SG3125HV-MV-20
− Intervallo di tensione MPPT:875-1500 V
− Numeri di ingressi DC: 18 (22 o 24 opzionali)
− Corrente massima DC per MPPT: 4178 A
Dati in uscita trasformatore cabina SG3125HV-MV-20
− Potenza AC nominale: 3125 kVA-50°C, 3437 kVA-45°C
− Tensione AC a valle dell’inverter: 600 V
− Corrente massima AC: 3458 A
− Intervallo di funzionamento frequenza di rete (fAC) : 50 Hz / 60 Hz
− Distorsione della corrente di rete : < 3 % con potenza nominale
− Fattore di potenza (cosφ) :≅1
Grado di rendimento cabine SG3125HV-MV-20
− Grado di rendimento massimo PCA, max (η) :99.00 %
− Euro (η) : 98,70 %
Dati generali cabine SG3125HV-MV-20
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Conformità agli standard cabine SG3125HV-MV-20
− IEC 61727 : Photovoltaic (PV) systems – Characteristics of utility interface
− IEC 62116: Utility-interconnected photovoltaic inverters – Test procedure of islanding prevention measures
− CE IEC 62109: Safety of power converters for use in photovoltaic power systems
4.2 OPERE CIVILI
Le strutture dei moduli
La taglia dell’impianto (circa 9,026MWp) consente al progettista di predisporre il sistema in modo tale da poter accettare moduli provenienti da unico fornitore, così come per gli altri componenti fondamentali, quali gli Inverter, i Trasformatori e gli organi di sezionamento e controllo. Ciò per uniformare tutta la logica di esercizio e facilitare la manutenzione. La tipologia di modulo è stata individuata secondo il criterio di massimo valore di efficienza.
Sono state individuate soluzioni che escludono il ricorso a fondazioni o altri manufatti in cls, in modo da incidere minimamente sull’ambiente e facilitare la dismissione dell’impianto a fine ciclo di utilizzo.
I fabbricati tecnici
I fabbricati tecnici previsti sono:
• N.2 locali di alloggiamento del trasformatore BT/MT e degli inverter dislocati in corrispondenza dei sottocampi. Le apparecchiature di conversione della potenza saranno ospitate in un apposito locale chiuso e ventilato per smaltire la potenza dissipata dall’inverter e dal trasformatore (vedi “Particolari costruttivi: Cabine inverter”);
• N.1 cabina generale di ricezione che raccoglie la potenza prodotta dalle cabine di conversione e trasformazione (vedi “Particolari costruttivi: Cabina generale ricezione MT”);
• N.2 container adibito ad uso magazzino di dimensione 6,00 x 2,60 m.
• N.1 cabina chiamata Auxiliary per l’alloggiamento delle apparecchiature dei servizi ausiliari
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Il fabbricato relativo al punto di consegna deve essere realizzato ad elementi componibili prefabbricati in calcestruzzo armato vibrato o a struttura monoblocco, tali da garantire pareti interne lisce senza nervature e una superficie interna costante lungo tutte le sezioni orizzontali. Il box realizzato deve assicurare verso l’esterno un grado di protezione IP 33 Norme CEI EN 60529. A tale scopo le porte e le finestre utilizzate debbono essere del tipo omologato e-distribuzione. La ventilazione all’interno dei box deve avvenire tramite due aspiratori eolici, in acciaio inox del tipo con cuscinetto a bagno d’olio, installati sulla copertura e le due finestre di aerazione in resina o in acciaio.
Il basamento d’appoggio sarà del tipo prefabbricato in c.a.v., realizzato in monoblocco o ad elementi componibili in modo da creare una vasca stagna sottostante tutto il locale consegna dello spessore netto di almeno 50 cm. Deve essere altresì dotato di fori per il passaggio dei cavi MT e BT, i quali saranno predisposti di flange a frattura prestabilita verso l’esterno e predisposti per l’installazione dei passacavi.
Le altre opere civili
Sono da considerare opere civili, inoltre, la recinzione e la posa delle canalizzazioni elettriche, sia lato corrente continua che lato corrente alternata.
La recinzione corre lungo tutto il bordo dell’area occupata dall’impianto, la sua realizzazione è prevista con rete Keller su cordolo in cls, realizzato in modo da garantire spazi per il passaggio della fauna locale, il tutto per un’altezza complessiva di circa 2,3 (vedi “Particolari costruttivi: Strade interne - recinzione – cancello” ).
Le canalizzazioni ed i pozzetti di ispezione e raccordo saranno realizzati in osservanza alle norme che ne determinano tipologia, sezione e profondità in funzione delle caratteristiche della corrente e dei segnali che in esse dovranno passare. Un esempio tipico (sezione) è riportato negli elaborati grafici allegati.
La viabilità
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4.3 CONTROLLO E TELEGESTIONE
Il sistema di telecontrollo e telegestione dell’impianto consentirà il monitoraggio e l’azione sui principali parametri funzionali e di sicurezza dell’impianto, riducendo di fatto in modo significativo la necessità di intervento in loco (campi fotovoltaici e relative cabine) e consentendo di adottare, inoltre, un piano di manutenzione predittiva, sulla base dell’andamento storico e dei trend delle grandezze controllate.
Il sistema di controllo centralizzato realizzerà le seguenti funzioni:
- parametri dei campi fotovoltaici (temperature, sollecitazioni termiche e meccaniche , etc.)
- rilevamento e registrazione continua del funzionamento delle varie apparecchiature di protezione e manovra in media e bassa tensione
- calcolo dei tempi di funzionamento dei vari apparecchi sorvegliati con emissione di messaggi in chiaro per interventi di manutenzione
- sorveglianza dei limiti di funzionamento delle grandezze controllate e trasmissione di allarme nel caso di superamento dei valori impostati
Gli ingressi in tensione ed in corrente arriveranno da opportuno trasduttore. Gli ingressi digitali saranno opportunamente dimensionati e definiti in fase di progettazione esecutiva.
5. DISPONIBILITA’ AREE E PROCEDURE ESPROPRIATIVE
Nell’ordinamento italiano l’espropriazione per la pubblica utilità è regolamentata dal D.P.R. 08 giugno 2001, n° 327, recante il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”, rivisitato dal D.Lgs 27 dicembre 2002, n. 302 e integrato dal D.Lgs 27 dicembre 2004, n. 330 che in attuazione della Legge 27 ottobre 2003, n°.
290 ha dettato norme speciali relative alle infrastrutture lineari energetiche.
Il nuovo Testo unico ha riunito in un unico atto normativo tutte le disposizioni prima sparse su circa un centinaio di leggi e regolamenti, abrogando la risalente ma fondamentale legge 25 giugno 1865, n° 2359.
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L’articolo 42, terzo comma della Costituzione della Repubblica italiana e l’articolo 834 del codice civile stabiliscono che la proprietà privata può essere espropriata per pubblica utilità. Il fondamento costituzionale dell’espropriabilità è ancora più chiaro se si legge l’articolo 42, terzo comma in combinato disposto con l’Art._2, che sottopone tutti i cittadini a “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. In virtù di questi doveri, e della tutela e garanzia data alla proprietà privata si prevede che il privato che subisce il provvedimento espropriativo debba ottenere un indennizzo e non un risarcimento: il bene espropriato passa in capo alla pubblica amministrazione per ragioni di pubblica utilità, cioè nel perseguimento di un interesse pubblico, ovvero della collettività organizzata di cui anche l’espropriato fa parte.
Per le infrastrutture lineari energetiche, il procedimento autorizzativo di cui all’art. 12, D.Lgs.
387/2003 e gli effetti dell’autorizzazione unica ottenuta dopo opportuna conferenza dei servizi, comportano la dichiarazione di pubblica utilità degli interventi previsti a progetto, ai sensi degli artt.
52-quater “Disposizioni generali in materia di conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e pubblica utilità” e 52-quinquies “Disposizioni particolari per le infrastrutture lineari energetiche facenti parte delle reti energetiche nazionali” D.P.R. 327/2001. Ne consegue che porzioni di aree scelte per la realizzazione dei cavidotti risulterebbero essere disponibili a norma di legge.
A prescindere da quanto sopra, si specifica che sono in fase di finalizzazione tutti gli accordi necessari a perfezionare i contratti preliminari dei diritti di superficie e le servitù di passaggio relativi alle aree interessate dal progetto.
Le superfici necessarie alla realizzazione degli interventi sono state considerate e ripartite nel piano particellare come di seguito esposto, per completezza offre una ricognizione di tutte le superfici inclusa l’area impianto non soggetta alla procedura di esproprio:
AREE IMPEGNATE DALL’IMPIANTO FOTOVOLTAICO: sono così definite le aree, ove non diversamente specificato, interne alla recinzione di impianto sulle quali saranno posizionati moduli fotovoltaici e strutture di sostegno moduli, rispetto alle quali il richiedente ha stipulato
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rispetto alle quali il richiedente ha stipulato accordi di diritto privato come riportato nei contratti preliminari allegati alla presente richiesta di Autorizzazione Unica “Disponibilità dei suoli”.
AREE DI INTERVENTO CAVIDOTTO MT INTERRATO DI PROGETTO: riguardano tutte le superfici necessarie alla realizzazione e permanenza dei cavidotti elettrici interrati per la connessione dell’impianto alla cabina primaria 150/20 kV, per la delimitazione di queste aree è stata considerata una distanza di rispetto di 2 metri ambo i lati.
AREE DI INTERVENTO CABINA DI SMISTAMENTO: riguardano tutte le superfici interessate alla realizzazione e permanenza della cabina di smistamento.
Le criticità del piano di esproprio per il seguente progetto, riguardano la presenza di difformità tra lo stato di fatto del percorso stradale e la viabilità cartografata nelle mappe catastali.
La difformità in questione si evidenzia in prossimità dell’incrocio tra la SP 48 e la SP 35, sarà necessario, quindi, richiedere un aggiornamento catastale poiché il cavidotto MT interrato di progetto segue l’andamento di queste due strade per collegare l’area dell’impianto fotovoltaico alla cabina primaria 150/20 kV.
Si rimanda al documento “Piano Particellare” per una trattazione di dettaglio.
6. SINTESI DEI RISULTATI DELLE INDAGINI ESEGUITE SUL SITO DI INTERVENTO
6.1 GEOLOGICHE, GEOMORFOLOGICHE
Sulla base del rilevamento geologico effettuato e tenuto conto dei dati raccolti, il progetto in esame non è in contrasto con l’attuale assetto stratigrafico – geomorfologico - idrogeologico dei luoghi e pertanto risulta compatibile.
Sotto il profilo morfologico ed idrogeologico nessun problema si presenta per la stabilità geostatica delle neostrutture costituenti l’impianto fotovoltaico, nell’area di studio infatti, allo stato attuale, non sono presenti segni di dissesto idrogeologico in atto o potenziali né sono state rinvenute strutture idrogeologiche significative da potere interferire con le opere in progetto.
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Sotto il profilo geolitologico, si può affermare che la stratigrafia riscontrata durante il rilievo e dall’interpretazione dei dati derivanti dalle prove effettuate evidenziano una stratigrafia costituita da:
• Orizzonte costituito da terreni di copertura di natura eluvio colluviale con caratteristiche geomeccaniche scadenti fino alla profondità di circa 100 – 200 cm.
• Orizzonte a prevalente componente limo-argillosa costituiti prevalentemente da terre di colore biancastro ed argille grigiastre più o meno sabbiose. Lo spessore è valutabile in circa 10mt; dotato di buone caratteristiche geomeccaniche.
Per meglio comprendere la stratigrafia dell’intera area comunque si rimanda alla visione sia delle carta geologica ( e sia della sezione stratigrafica eseguiti.
Per maggior dettaglio si rimanda alla “Relazione geologica” e “Relazione geotecnica”.
6.2 SISMICHE
Per ciò che concerne l’aspetto sismico, si ricorda che l’area è inserita nella zona 4 della nuova classificazione sismica (Ordinanza del P.C.M. n. 3274 del 20 Marzo 2003).
Il calcolo delle Vseq30, permette di classificare i terreni di fondazione in una delle categorie di suolo in ottemperanza del D.M 14/09/2005, NTC 14/01/2008 e 17/01/2018. In base alla situazione geologica esistente, costituita da terreni alluvionali poco addensati con spessori rilevanti e senza un vero e proprio bedrock entro i primi 30 metri, si può considerare, in maniera cautelativa, l'intera area di studio rientrante nella CATEGORIA C.
7. ELEMENTI RELATIVI AL SISTEMA DI SICUREZZA PER LA
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In questa sede ci si interesserà principalmente dei rischi mentre, per le più probabili misure di prevenzione ed irelativi dispositivi di protezione collettivi ed individuali, si farà solo qualche cenno generale.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, ai sensi della normativa vigente, il PSC conterrà:
In riferimento all’area di cantiere:
• caratteristiche dell'area di cantiere, con particolare attenzione alla presenza nell'area del cantiere di lineeaeree e condutture sotterranee;
• presenza di fattori esterni che comportano rischi per il cantiere, con particolare attenzione:
o ai lavori stradali al fine di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori impiegati nei confronti deirischi derivanti dal traffico circostante;
o ai rischi che le lavorazioni di cantiere possono comportare per l'area circostante.
In riferimento all'organizzazione del cantiere:
• le modalità da seguire per la recinzione del cantiere, gli accessi e le segnalazioni;
• i servizi igienico-assistenziali;
• la viabilità principale di cantiere;
• gli impianti di alimentazione e reti principali di elettricità, acqua, gas ed energia di qualsiasi tipo;
• gli impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche;
• le disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 102;
• le disposizioni per dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 92, comma 1, lettera c);
• le eventuali modalità di accesso dei mezzi di fornitura dei materiali;
• la dislocazione degli impianti di cantiere;
• la dislocazione delle zone di carico e scarico;
• le zone di deposito attrezzature e di stoccaggio materiali e dei rifiuti;
• le eventuali zone di deposito dei materiali con pericolo d'incendio o di esplosione.
In riferimento alle lavorazioni, le stesse saranno suddivise in fasi di lavoro e, quando la complessità dell'opera lo richiederà, in sotto-fasi di lavoro. Inoltre sarà effettuata un’analisi dei rischi aggiuntivi, rispetto a quelli specifici propri dell’attività delle imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi, connessi in particolare ai seguenti elementi:
• al rischio di investimento da veicoli circolanti nell'area di cantiere;
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• al rischio di seppellimento da adottare negli scavi;
• al rischio di caduta dall'alto;
• al rischio di insalubrità dell'aria nei lavori in galleria;
• al rischio di instabilità delle pareti e della volta nei lavori in galleria;
• ai rischi derivanti da estese demolizioni o manutenzioni, ove le modalità tecniche di attuazione sianodefinite in fase di progetto;
• ai rischi di incendio o esplosione connessi con lavorazioni e materiali pericolosi utilizzati in cantiere;
• ai rischi derivanti da sbalzi eccessivi di temperatura;
• al rischio di elettrocuzione;
• al rischio rumore;
• al rischio dall'uso di sostanze chimiche.
Per ogni elemento dell'analisi il PSC conterrà sia le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e protettive richieste per eliminare o ridurre al minimo i rischi di lavoro sia le misure di coordinamento atte a realizzare quanto previsto nello stesso PSC.
Per quanto concerne la terminologia e le definizioni ricorrenti si rimanda al D.Lgs. n. 81/08 ss.mm.ii.
Come detto in precedenza l’impianto sorgerà nel comune di Trapani (TP) e la sua estensione complessiva sarà paria circa 17 Ha con una potenza complessiva di9.026,37 kWp.
Gli interventi di progetto, analizzando le diverse categorie di lavoro, per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, consistono nel:
• livellamento e sistemazione del terreno mediante eliminazione di pietrame sparso, taglio di spuntoni diroccia affiorante da eseguirsi con mezzi meccanici tipo escavatore, terna, ruspa;
• formazionedi percorso carrabile di ispezione lungo il perimetro del fondo con spianamento e livellamento del terreno con misto di cava da eseguirsi con mezzi meccanici tipo escavatore,
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• posa delle strutture metalliche portanti motorizzate, previo scavo per l’interramento dei cavi elettrici permedia e bassa tensione di collegamento alle cabine di trasformazione ed alla cabina d’impianto, previste in struttura prefabbricata;
• assemblaggio, sulle predette strutture metalliche portanti preinstallate, di pannelli fotovoltaici, compreso il relativo cablaggio;
• posa di gruppi di conversione di stringa completi di relativo cablaggio e quadri di protezione;
• installazione di cabine di trasformazione di impianto per ogni sottocampo previsto;
• a completamento dell’opera, smobilitazione cantiere e sistemazione del terreno a verde conpiantumazione di essenza vegetali tipiche dei luoghi, previa realizzazione di apposite buche nel terrenoe riempimento delle stesse con terreno vegetale.
Gli interventi previsti per l’esecuzione del cavidotto interrato MT per il collegamento della cabina d’impianto alla stazione d’utenza, analizzando le diverse categorie di lavoro, sono riepilogate in seguito. In relazione alla lunghezza del collegamento la realizzazione dell’opera avverrà per fasi sequenziali di lavoro che permettano di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea in progetto, avanzando progressivamente sul territorio.
In linea di principio le operazioni si articoleranno secondo le seguenti fasi:
• realizzazione delle infrastrutture temporanee di cantiere;
• apertura della fascia di lavoro e scavo della trincea;
• posa dei cavi e realizzazione delle giunzioni;
• ricopertura della linea e ripristini.
In casi particolari e comunque dove si renderà necessario, in particolare in corrispondenza di attraversamenti, si potrà procedere anche con modalità diverse da quelle su esposte. A titolo di esempio si evidenzia che in alcuni casi specifici potrebbe essere necessario procedere alla posa del cavo con:
• Perforazione teleguidata;
• Staffaggio su ponti o strutture pre-esistenti;
• Posa del cavo in tubo interrato;
• Realizzazione manufatti per attraversamenti corsi d’acqua.
Al termine dei lavori civili ed elettromeccanici sarà effettuato il collaudo di tutte le opere.
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Il cantiere principale dell’impianto e quello per la realizzazione della stazione d’utenza dovranno essere dotati di locali per i servizi igienico assistenziali di cantiere (del tipo chimico) dimensionati in modo da risultare consoni al numero medio di operatori presumibilmente presenti in cantiere e con caratteristiche rispondenti all'allegato XIII del D.Lgs. 81/08 ss.mm.ii. Il numero dei servizi non potrà essere in ogni caso inferiore ad 1 ogni 10 lavoratori occupati per turno.
Sulla base delle attività suddette dovranno essere analizzati e valutati i rischi e quindi, sulla base delle
dettagliate valutazioni che saranno svolte durante la predisposizione del piano di sicurezza e coordinamento (PSC) saranno proposte procedure, apprestamenti e attrezzature per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori, oltre che stimati i relativi costi. Il PSC proporrà altresì le misure di prevenzione dei rischi risultanti dall’eventuale presenza, simultanea o successiva, di varie imprese e di lavoratori autonomi, nonché dall’utilizzazione di impianti comuni quali infrastrutture, mezzi logistici e di protezione collettiva.
8. ELABORATI DEL PROGETTO ESECUTIVO E CRONOPROGRAMMA
La redazione degli elaborati del progetto esecutivo seguirà le indicazioni dell’art. 33 del D.P.R.
207/2010. Il progetto esecutivo definisce in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento. Il progetto sarà redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo e delle prescrizioni dettate in sede di conferenza di servizi e di valutazione di impatto ambientale. Esso sarà composto dai seguenti elaborati:
• Relazione generale
• Layout generale dell’impianto fotovoltaico
• Rilievo Topografico
• Inquadramento Urbanistico
• Relazione e studio idrologico di dettaglio
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• Sezione fondazione della recinzione e dettagli
• Calcoli esecutivi delle strutture
• Planimetria sistema di illuminazione e videosorveglianza
• Struttura di sostegno dei moduli con indicazione di montaggio
• Schema elettrico unifilare
• Schema a blocchi dell’impianto
• Studio del sistema di messa a terra
• Planimetria del sistema di messa a terra e dettagli
• Relazione descrittiva e planimetria sistema rilevamento incendi e antincendio
• Schema elettrico della connessione ai servizi ausiliari
• Dettagli per la connessione dei cavi (Stringhe, cabine inverter)
• Calcoli esecutivi degli impianti
• Descrizione del sistema di monitoraggio e controllo
• Piano di manutenzione
• Piano di sicurezza e di coordinamento
• Computo metrico Esecutivo
• Cronoprogramma
• Elenco dei prezzi unitari
• Schema di contratto e Capitolato speciale di Appalto Gli elaborati elencati potranno subire variazioni in fase.
Di seguito si riporta il cronoprogramma per la redazione del progetto esecutivo e per la realizzazione dell’opera
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Figura 17: Cronoprogramma
9. FASE DI CANTIERIZZAZIONE
La realizzazione dell’impianto sarà divisa in varie fasi. Ogni fase potrà prevedere il noleggio di uno o più macchinari (muletti, escavatrici, gru per la posa della cabina prefabbricata, ecc.).
Nessuna nuova viabilità esterna sarà realizzata essendo l’area già servita da infrastrutture viarie, benché le strade adiacenti all’impianto dovranno essere adeguate per consentire il transito di
mezzi idonei ad effettuare sia il montaggio che la manutenzione dell’impianto.
9.1 MATERIALI
È previsto complessivamente un numero di viaggi al cantiere da parte di mezzi pesanti per trasporto materiale di circa89
La tabella seguente fornisce una panoramica di tipo e quantità dei trasporti previsti.
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Bobine a cavo 9
Canalette per cavi e acqua 9
Cabine prefabbricate 3
Recinzione 2
Pali 2
Impianti tecnologici (telecamere,
ecc.) 2
Lampade e armature pali 1
Trasformatori 1
Quadri MT 1
Quadri BT 1
Ghiaia per strade interne 2
Asporto finale residui di cantiere 2 Totale CAMION trasporto
materiale 89
Struttura Portante
Per la struttura portante si devono prevedere circa 6 forniture per ogni MW con l’autoarticolato.
Figura 18: Autoarticolato per consegna struttura portante
Moduli
Per i moduli si devono prevedere container come rappresentato nella figura 19delle seguenti dimensioni
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• Lunghezza:12.20m
• Larghezza: 2.45 m
• Altezza: 2.60m
Con i container di questo tipo si possono trasportare 36 box dei moduli; in ogni box si trovano 50 moduli con una potenza di 505 Wp.
Figura 19: Box contenente moduli fotovoltaici
Le forniture avvengono con rimorchi piatti
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Figura 21: stoccaggio moduli fotovoltaici
Cabina di campo
La cabina di campo sarà fornita in singoli pezzi mediante un rimorchio piatto
Figura 22: Trasporto cabina di campo
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Figura 23: Scarico cabina di campo
L’assemblamento sarà fatto sul sito e per ogni cabina di consegna si deve prevedere un viaggio Cabina inverter/trasformazione
Le cabine per gli inverter e i trasformatori sono forniti in due pezzi, con il primo trasporto arriverà la basa degli inverter / trasformatori e con il secondo le cabine.
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Figura 24: Scarico cabina inverter/trasformazione
Oltre ai veicoli per il normale trasporto giornaliero del personale di cantiere, saranno presenti in cantiere 1 autogru per la posa delle cabine e degli inverter, 1 o 2 muletti per lo scarico e il trasporto interno del materiale, 1 escavatore a benna ed 1 escavatore a pala.
9.2 RISORSE UMANE
È previsto l’intervento di squadre di operai differenziate a seconda del tipo di lavoro da svolgere. È previsto l’intervento minimo di 2 squadre per fase di esecuzione.
Verranno impiegati in prima analisi i seguenti tipi di squadre:
• Manovali edili
• Elettricisti
• Montatori meccanici
• Ditte specializzate
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9.3 LIVELLAMENTI
Sarà necessaria una pulizia propedeutica del terreno dalle graminacee e dalle piante selvatiche preesistenti. L’adozione della soluzione a palo infisso senza fondazioni ridurrà praticamente a zero la necessità di livellamenti localizzati.
Saranno necessari degli sbancamenti localizzati nelle sole aree previste per la posa del locale cabina d’impianto e dei locali cabina di trasformazione BT/MT.
La posa della recinzione sarà effettuata in modo da seguire l’andamento del terreno. La posa delle canaline portacavi non necessiterà in generale di interventi di livellamento.
Il profilo generale del terreno non sarà comunque modificato, lasciando così intatto il profilo orografico preesistente del territorio interessato. Né saranno necessarie opere di contenimento del terreno.
In generale gli interventi di spianamento e di livellamento, dovendo essere ridotti al minimo, saranno ottimizzati in fase di direzione lavori.
9.4 SCOLO ACQUE
Si prevede un sistema di raccolta e incanalamento delle acque piovane verso i canali naturali esistenti. Tale sistema avrà il solo scopo di far confluire le acque meteoriche all’esterno del campo, seguendo la pendenza naturale del terreno, in modo da prevenire possibili allagamenti.
9.5 MOVIMENTAZIONE DI TERRA
Di seguito si riporta un quadro di sintesi delle voci di scavo con relativi volumi di terra movimentata
Attività Volume da scavo [mc]