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Parere Conclusivo n. 213/2020 del

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Academic year: 2022

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OGGETTO: “Progetto di un impianto TMB di biostabilizzazione di rifiuto solido urbano con valorizzazione della frazione secca da realizzare in C.da Bucchera nel Comune di Augusta (SR)”.

Sigla Progetto: “SR1 RIF 30”

Proponente: “Siracusa TMB srl ”.

Procedimento: Procedura di Valutazione impatto ambientale (VIA) ai sensi dell’art. 23 del D.lgs.

152/06 e ss.mm.ii (previgente al D.Lgs 104/2017).

Parere predisposto sulla base della documentazione e delle informazioni fornite dal servizio 1 del Dipartimento Regionale Ambiente Regione Siciliana e contenute nel portale regionale.

Parere Conclusivo n. 213/2020 del 01.07.2020

VISTO l’art. 91 della Legge Regionale n. 9 del 07 maggio 2015 recante “Norme in materia di autorizzazione ambientali di competenza regionale”, come integrato con l’art. 44 della Legge Regionale n. 3 del 17.03.2016;

Visto il D.A. n. 207/Gab. del 17/5/2016 - Costituzione della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;

Visto il D.A. n. 230/Gab. del 27/05/2016 - Nomina Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;

VISTO il D.A. n. 57/GAB del 2020, che regolamenta il funzionamento della C.T.S. per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;

VISTA la Nota prot. 605/GAB del 13 febbraio 2019, recante indicazioni circa le modalità di applicazione dell’art. 27-bis del D.lgs. 152/2006 e s.m.i;

VISTO il D.A. n. 295/GAB del 28/06/2019 che approva la “Direttiva per la corretta applicazione delle procedure di valutazione ambientale dei progetti”;

Visto il D.A. n. 311/Gab. del 23 luglio 2019, con il quale si è preso atto delle dimissioni dei precedenti componenti della Commissione Tecnica Specialistica (C.T.S.) e contestualmente sono stati nominati il nuovo Presidente e gli altri componenti della C.T.S;

Visto il D.A. n. 318/Gab. del 31 luglio 2019 di ricomposizione del Nucleo di coordinamento e di nomina del vicepresidente;

VISTO il D.A. n. 414/GAB del 19 dicembre 2019 di nomina di nn. 4 componenti della CTS, in sostituzione di membri scaduti;

Visto il Decreto Legislativo del 03 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii.;

Considerato che sono sottoposti alle procedure di compatibilità ambientale di competenza

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regionale i progetti di cui all'Allegato III alla Parte Seconda del D.lgs. 152/06;

VISTO il DPR 13.06.2017 n. 120: Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo;

Vistoil Piano gestione dei rifiuti solidi urbani approvato dalla Giunta Ragionale con deliberazione n. 2 del 18.01.2016;

Visto il Piano stralcio della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, approvato con Delibera della Giunta Regionale 5.04.2018, n. 158;

Visto il Piano d’Ambito per la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati nel Bacino Territoriale- ATO Siracusa Provincia;

Vista la nota prot. 8282/GAB del 20/12/2018 Piano Regionale per la gestione dei rifiuti- Apprezzamento della Giunta Regionale-Nota Integrativa;

Visto il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 Legge 6 luglio 2002, n. 137”;

Visto il Decreto A.R.T.A 9 agosto 2007. “Nuove procedure in materia di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera”;

Visto il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa”;

Vista il Legge 26 ottobre 1995, n. 447: “Legge quadro sull'inquinamento acustico”;

Visto il Decreto 16 marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”;

Vista la nota prot. ARTA n. 6884 del 31.01.2017, con cui la Ditta Siracusa TMB S.r.l. ha presentato istanza per l’ottenimento del Provvedimento di VIA, anteriormente all’entrata in vigore del D.lgs. 104/2017;

Vista la nota prot. ARTA n. 27436 del 04.05.2018 con cui il Servizio 1 VIA/VAS trasmette alla C.T.S. per le autorizzazioni ambientali di competenza regionali l’istanza della Ditta Siracusa TMB S.r.l.;

Vista la nota prot. ARTA n. 34539 del 01.06.2018 con cui il Servizio 1 - Valutazioni Ambientali - ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., ha comunicato la procedibilità dell’istanza, la pubblicazione della documentazione sul portale SI.VVI., il pagamento degli oneri istruttori ed il Responsabile

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del procedimento;

Considerato che, ai sensi del D.A. n. 57/GAB del 2020, ogni accertamento connesso alla procedibilità dell’istanza è di competenza del Servizio I del Dipartimento Regionale Ambiente della Regione Sicilia;

Vista la nota prot. ARTA n. 42476 del 4/7/2018 con cui la Soprintendenza per i beni Culturali e Ambientali attesta la non sussistenza di vincoli paesaggistici nell’area destinata all’intervento in progetto, ai sensi del D.Lgs 42/04.

Vista la nota prot. ARTA n. 39983 del 17 maggio 2017 con cui il Libero Consorzio comunale di Siracusa esprime parere positivo di compatibilità ambientale dell’impianto a condizione che si fornisca riscontro alle seguenti osservazioni e prescrizioni:

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Visto il progetto, lo studio di impatto ambientale e gli altri documenti allegati alla superiore istanza della Ditta Siracusa TMB S.r.l., trasmessi in formato digitale al Gruppo Istruttorio e costituiti dai seguenti elaborati:

 Relazione Tecnica

 Studio di Impatto Ambientale

 Sintesi non Tecnica

 PMC ante operam

 PMC

 Studio Previsionale Impatto acustico

 Schede AIA

 Studio Geologico

 Tav. B1” Inquadramento cartografico”

 Tav. B2 “Planimetria generale stato di fatto”

 Tav. B3 “Planimetria generale con lay out stato di progetto (1°stralcio progettuale)”

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 Tav. B4 “Planimetria con lay out stato di progetto – area di raffinazione (2°stralcio progettuale)”

 Tav. B5 “Planimetria reti idriche”

 Tav. B6 “Planimetria rete antincendio”

 Tav. B7 “Planimetria reti interrate”

 Tav. B8 “Planimetria rete elettrica apparecchi”

 Tav. B9 “Schema di flusso”

 Tav. B10 “Schema d’interconnessione”

 Tav. B11 “Dettaglio biofiltro”

 Tav. B12 “Particolari macchinari di raffinazione”

 Tav. B13 “Prospetti”

 Tav. B14 “Sezioni”

 Tav. B15 “Particolare vasca di accumulo acque meteoriche e riserva antincendio”

 Tav. B16 “Piante prospetti e sezioni fabbricato ufficio e spogliatoio con servizi”

Rilevato dallo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) e dalla documentazione sopra indicata quanto di seguito riportato.

Premessa e Localizzazione del progetto

Il progetto riguarda un impianto di Trattamento Meccanico Biologico del Rifiuto Solido Urbano al fine di ridurre significativamente le quantità di rifiuti destinati allo smaltimento in discarica.

L’impianto è progettato per trattare un quantitativo di rifiuto pari a 80.000 – 90.000 t/a di RSU; i calcoli di dimensionamento sono stati applicati a partire dal quantitativo di 90.000 t/a con una capacità di circa 250 ton/giorno. Il rifiuto in ingresso considerato per il dimensionamento dell’impianto TMB è un Rifiuto Solido Urbano Indifferenziato.

La soluzione impiantistica scelta e sviluppata è quella del TMB a flusso unico (monoflusso), che a parere del proponente unisce una grande flessibilità operativa, una maggiore riduzione volumetrica della massa entrante dei rifiuti ed un elevato livello di automazione dei processi di trattamento.

La soluzione prevede che il rifiuto nella sua totalità viene sottoposto a bioessiccazione, per ridurne l’umidità, la presenza di sostanza organica ed in definitiva aumentarne la biostabilizzazione, e successivamente a trattamenti meccanici finalizzati al recupero di materiali da avviare a riciclo e/o di una frazione combustibile da avviare a recupero energetico.

La zona in studio è ubicata in contrada Bucchera nell’immediato entroterra a sud dell’abitato di Augusta.

INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO

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Considerato che il Proponente ha fornito all’interno del Quadro Programmatico, semplicemente una stima dei rifiuti solidi urbani, con riferimento all’annualità del 2002.

Considerato e Valutato che la coerenza con la pianificazione urbanistica comunale viene valutata nel Quadro Progettuale in cui si rappresenta che l’area è classificata come “Zona territoriale omogenea “D” – SOTTOZONA D/2 – INDUSTRIALE DEL PIANO A.S.I. . Si evidenzia che nel certificato di destinazione urbanistica prot. n. 54872 del 04/10/2016 viene riportata la seguente dicitura: “tutte le particelle sono soggette al vincolo S.I.N. ai sensi della Legge 426/98 e del Decrteto del Ministero dell’ambiente del 10/01/2000 pubblicato sulla G.U. 23/02/2000. In sede conferenza di servizi decisoria indetta dal Ministero dell’Ambiente tenutasi giorno 03/06/2013, il sito in esame è stato liberato dal vincolo S.I.N., per svolgere attività industriali, in quanto a seguito delle attività di caratterizzazione concordate con ARPA Sicilia è emerso che c’è conformità ai limiti fissati dalla normativa vigente in materia di bonifiche.

Considerato altresì che all’interno del Quadro Programmatico viene riportato quanto segue:

- Uso del suolo: seminativi;

- Patrimonio culturale: l’area di progetto ricade in priva di beni culturali da salvaguardare e nel raggio di 1 km si riscontra la presenza di beni isolati di scarsa rilevanza;

- Industrie incidente rilevante: L’area di progetto si trova a circa mt 200 dallo stabilimento SASOL Italy S.p.A. identificato a “rischio di incidente rilevante; risulta anche che l’area di progetto ricade interamente nell’area di osservazione delle seguenti industrie ad rischio d’incidente delle seguenti ditte: ESSO ITALIANA Srl; SASOL Italy S.p.A;

- Vincoli: L’area di progetto ricade in una zona priva di vincoli, non si riscontra la presenza di riserve naturali, aree archeologiche, aree con vincolo paesaggistico e aree a rischio geomorfologico.

INQUADRAMENTO PROGETTUALE

L’impianto di Trattamento Meccanico Biologico del Rifiuto Solido Urbano è composto da:

 Sezione di ricezione del rifiuto;

 Sezione di Pre-trattamento, per la preparazione del materiale alla fase di biossidazione aerata mediante operazioni meccaniche di triturazione e/o vagliatura;

 Sezione Biologica, ovvero il cuore dell’impianto dove avviene la biossidazione del materiale (favorita dalla componente organica e dal sistema di aerazione forzata) finalizzata alla biostabilizzazione e/o bio-essiccazione del materiale stesso;

 Sezione di Raffinazione, che consiste in operazioni meccaniche di separazione delle frazioni indesiderate e di triturazione del prodotto per il raggiungimento dei delle caratteristiche richieste per la produzione di CSS.

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La struttura proposta per l’impianto tecnologico TMB consiste in un corpo fabbrica a due file diviso in tre zone principali più una secondaria. In generale, le aree a contatto con rifiuti e/o dove è prevista la presenza di percolati devono avere un adeguato grado di impermeabilizzazione.

L’area di ricezione sarà dotata di due fosse con pavimentazione grigliata collegata al sistema di aspirazione e di una zona pavimentata a livello del piano di camminamento per la manutenzione dei carriponte e in generale per l’accesso all’area. La zona di ricezione e quella di biossidazione sono divise da una parete di circa 6-7 m di altezza (superiore all’altezza dei cumuli in maturazione).

Il reattore di biossidazione è un’area unica, con basamento diviso in settori fino all’altezza della pavimentazione grigliata.

La zona di Raffinazione è prevista a lato di quella di biossidazione; può essere edificata come seconda campata della prima, sebbene i carichi a cui è sottoposta siano minori (assenza di carroponte). La pavimentazione deve essere liscia e in grado di sorreggere i carichi delle macchine installate; deve inoltre prevedersi un’impermeabilizzazione. In aggiunta si prevede la presenza di una area da adibire a officina/stoccaggio di materiali contigua a quella di raffinazione.

Il conferimento del rifiuto avviene mediante camion di diverso tipo (scarrabili, ribaltabili, a piano mobile, etc…). I Camion vengono pesati in ingresso mediante pesa a ponte a pavimento e in uscita (peso tara) per la registrazione dell’effettivo quantitativo di rifiuto conferito da registrare sui registri di carico/scarico. I camion si recano quindi verso la zona di scarico in prossimità dei portoni ad apertura rapida e automatica. Lo scarico nella fossa di ricezione avviene direttamente dal veicolo posizionato all’esterno del capannone di ricezione attraverso i portoni. In questo modo le ruote del veicolo non entrano in contatto con il rifiuto evitando la necessità di lavaggio ruote prima dell’uscita dall’impianto.

Il materiale all’interno della fossa di ricezione è già aerato mediante ventilatore che aspira dal fondo grigliato della fossa. La pur bassa portata d’aria così dedicata, che attraversa il materiale dalla sommità del cumulo formatosi al fondo, riduce l’impatto odorigeno del materiale dirigendo l’aria esausta al sistema di trattamento.

La fossa di ricezione è dimensionata per poter ricevere almeno 1,5 volte il quantitativo giornalieri di conferimenti stimati (su base annuale) in modo da far fronte a conferimenti variabili o eccezionali e a situazioni di fermo impianto.

Dalla fossa di ricezione in cui i conferimenti sono scaricati, il rifiuto viene movimentato mediante carroponte con benna e alimentato al trituratore primario. Lo scopo dell’operazione di triturazione è quello di aprire i sacchi di rifiuto e omogeneizzare il materiale riducendo i pezzi più grossolani. La riduzione dimensionale e l’omogeneizzazione favoriscono l’aerazione (aumentando la superficie esposta) e quindi i processi biologici delle fasi successive. In aggiunta, il processo di triturazione provvede a un leggero riscaldamento della massa triturata che favorisce la successiva attività biologica e quindi il processo di bio-stabilizzazzione/bio- essiccazione. Il materiale triturato viene scaricato in un’altra fossa di stoccaggio intermedio simile alla prima per dimensioni e sistema di aerazione.

A questo punto, il rifiuto triturato può essere prelevato dalla benna e spostato a formare i cumuli della zona di biostabilizzazione aerata.

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Il materiale triturato viene movimentato attraverso la benna del carroponte che lo preleva dalla fossa di stoccaggio intermedio e lo dispone in cumuli sui settori del reattore di bio-ossidazione.

Ogni cumulo, corrispondente a un settore del reattore, può raggiungere un’altezza variabile da 4 a 6 m in base alle esigenze di processo di capacità di trattamento. Nell’aera di biostabilizzazione in rifiuto “riposa” su una pavimentazione composta da piastre forate e prefabbricate, appositamente progettate per questa funzione. Queste piastre, che formano un doppio fondo rispetto alla base del capannone, permettono all’aria di attraversare il materiale e al percolato che viene a formarsi di essere raccolto e gestito. Il “plenum” che si crea al di sotto della pavimentazione forata permette inoltre la formazione di una zona di depressione per favorire l’aerazione del materiale.

Al di sopra del pavimento forato i settori non sono fisicamente divisi, permettendo una più semplice gestione del materiale con la benna; nella zona del plenum, invece, ogni settore è separato pertanto il flusso d’aria può essere gestito in maniera indipendente per ciascun cumulo di materiale.

Il processo biologico nel complesso è gestito per Batch corrispondenti a ciascun settore; ogni batch deve rispettare le condizioni di processo (principalmente durata del ciclo di biostabilizzazione) prima di procedere alla fase successiva. Ogni settore, al termine del ciclo biologico, viene spostato verso la tramoggia di carico della sezione di raffinazione per mezzo del carroponte con benna.

Al termine della fase di bio-ossidazione accelerata, il materiale avrà caratteristiche tali da garantire valori dell’Indice Respirometrico Dinamico (IRD) < 1000 mg O2 / Kg S.V.*h., così come previsto al punto 4.2, nell’aggornamento del Piano Regionale dei Rifiuti (Ordinanza n. 323 del 25.04.2004).

La fase biologica del sistema TMB rimuove il 35-40% in peso sul materiale in ingresso in termini di evaporazione. Dopo questa fase, il materiale è raffinato mediante macchinari per il trattamento meccanico.

Il trommel consiste in un tamburo rotante che gira ad una velocità compresa tra 1 e 12 giri/min, con un’inclinazione di 3 gradi tra il punto di caricamento e quello di uscita del material (sopravaglio). Il tamburo interno (rotante) è composto da una serie di piastre con foratura tarata sulla granulometria desiderata (30 mm). Il sottovaglio attraversa le griglie e viene scaricato dal fondo del tamburo esterno su un nastro di raccolta, il sopravaglio raggiunge invece la fine del tamburo e viene scaricato mediante uno scivolo sul nastro di estrazione.

Il sepratore magnetico consiste in un nastro trasportatore con tappeto in gomma contenente all’interno nella parte basse un magnete permanente. Le componenti ferrose sono attratte dal magnete e poi trasportate dal nastro verso la zona di scarico dove il campo magnetico non agisce. Il materiale viene scaricato in appositi bidoni di raccolta.

Lefficinza di separazione è prossima al 95 % del materiale ferroso presente nella corrente trattata.

Il sistema di pressatura e imballaggio del materiale è compost da:

- Tramoggia di carico, caricata da nastro trasportatore;

- Camera di compressione a pistone idraulico, con compressione da 2 a 4 volte la densità iniziale;

- Portale di imballaggio con film plastico idoneo; imballaggio su sei lati, balle simil-cubiche;

- Tappeto di scarico a terra delle balle formate.

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Per la produzione di CSS si farà riferimento ai dettami dell’Allegato 1 al D.M. 14 febbraio 2013, n. 22 “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni”.

La linea di produzione del CSS sarà indicativamente così articolata:

Il sopravaglio in uscita dal vaglio rotante, è inviato al separatore aeraulico a doppio stadio:

- La prima frazione più pesante è scaricata in container,

- La seconda frazione medio-pesante è scaricata su nastro verso la separazione del PVC e dei metalli non ferrosi;

- La frazione leggera prosegue verso il trituratore secondario;

La frazione medio pesante (plastiche dure, alluminio, altro) è avviata verso il separatore NIR (scarto PVC) e poi verso l'eddycurrent (scarto non-ferrosi) e deferrizzatore, il restante prosegue verso il trituratore secondario;

La frazione leggera dal separatore aeraulico va direttamente al trituratore secondari;

Il CSS triturato viene vagliato per la correzione della pezzatura in un vaglio a dischi:

- La frazione sottovaglio corrisponde al prodotto finito,

- La frazione sopravaglio è riprocessata nel trituratore secondario.

I percolati sono prodotti principalmente nelle fasi di:

- Ricezione, fossa di ricezione del RSU;

- Pre-trattamento, fossa di stoccaggio del rifiuto triturato,

- Bio-stabilizzazione, settori di maturazione insufflata del materiale.

È quindi previsto un sistema di raccolta dei percolati che muove per caduta il percolato dal plenum di insufflazione delle fosse e dei settori ad uno o più pozzetti di raccolta fino ad un pozzetto principale dotato di pompa sommersa per il rilancio nella vasca di raccolta principale.

Dalla vasca di raccolta principale il percolato può essere ricircolato per la bagnatura del materiale in biostabilizzazone oppure prelevato con auto spurgo e mandato a smaltimento.

Sono previsti due serbatoi di accumulo dedicati da mc 65.

L’aria provenente quindi dalle fasi biologiche del processo viene trattata mediante biofiltr.

Il sistema di aspirazione assicura una efficiente rimozione dell’aria polverosa generata dai macchianri di lavorazione meccanica, ovvero il Trommel di raffinazione. La captazione dell’aria avviene attraverso cappe opportunamente dimensionate collegate alle tubazioni e ai collettori che mandano al filtro a maniche posto all’esterno del capannone. La filtrazione avviene grazie a diversi filtri in tessuto ingegnerizzato che trattengono la polvere per principio dimensionale facendo passare l’aria.

Il sistema di regimentazione acque consta di:

- Vasca di accumulo con capacità pari a circa mc 50;

- Vasca raccolta prima pioggia (1°sedimentazione) con capacità pari a circa mc 50;

- Impianto di trattamento acque prima pioggia;

- Vasca accumulo acqua antincendio con capacità pari a circa mc 1.200.

La vasca di accumulo antincendio, prevista in cemento armato con sistema di copertura tipo Kopron, consta di due sezioni da circa mc 600 ciascuna.

Da questa vasca di prevede uno scarico, in eventuali e rari casi di sovrappieno, mediante dei cosiddetti canali drenanti delle acque superficiali di natura antropica che sono presenti nell’area

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di studio che convogliano le acque meteoriche in un canale antropico esistente, nel rispetto dei limiti previsti dalla Tab.3 allegato 5 D.lgs 152/06. Le acque meteoriche provenienti dalle tettoie di copertura del capannone verranno inviate alla “vasca di accumulo per poi essere convogliate nella “vasca di accumulo acqua antincendio”.

Le acque provenienti dagli scarichi civili del fabbricato uffici e dagli spogliatoi, verranno convogliate in fossa Imhoff ed i liquami confluiranno nei serbatoi di raccolta dei percolati per essere smaltiti come rifiuti da ditte specializzate.

L’approvvigionamento idrico avverrà mediante allaccio all’acquedotto comunale.

INQUADRAMENTO AMBIENTALE

Il Proponente ha fornito nello Studio di Impatto Ambientale una descrizione dei possibili impatti legati alla realizzazione e all’esercizio dell’intervento di progetto, con riferimento alle componenti ambientali ritenute significative ai fini della valutazione degli impatti.

Atmosfera. Durante la fase di cantiere gli impatti sulla qualità dell’aria sono riconducibili a emissioni di polveri dovute a scavi ed in generale alla movimentazione di terra e suolo e a emissioni gassose da mezzi impiegati per il trasporto dei materiali in ingresso e in uscita. Si può ritenere, infatti, che le fasi di escavazione e riempimento abbiano un impatto significativo in termini di produzione di polveri che comunque risulta lieve e reversibile nei tempi di conclusione del cantiere. In ogni caso, al fine di mitigare gli impatti sulla componente in argomento prodotti dai mezzi di cantiere, sarà garantita una scrupolosa manutenzione degli stessi ed assicurata la copertura con teloni e/o la bagnatura dei carichi responsabili della produzione di polveri.

Il Proponente afferma inoltre che L'area interessata dall'impianto è posta in una zona valliva e pianeggiante, servita da strade, con una discreta vegetazione, caratteristiche queste di una zona apparentemente non inquinata, infatti il sopralluogo effettuato non ha identificato nella zona altre sorgenti esterne all'area dell'impianto già esistente che possono contribuire al degrado della qualità dell'aria. Non essendoci nella zona stazioni di rilevamento dell'inquinamento atmosferico e non potendo quindi avere notizie sullo stato della qualità dell'aria abbiamo ottenuto un quadro della qualità della stessa attraverso la valutazione del tipo di risposta che la vegetazione può avere nei confronti dei diversi contaminanti; per fare ciò siamo ricorsi a indicatori biologici, rappresentati da campioni di vegetali presenti nell'area di studio. L'uso di indicatori biologici per la valutazione della qualità ambientale rappresenta un metodo semplice e sicuro per diagnosticare la presenza di contaminanti anche quando questi sono presenti in concentrazioni molto piccole e difficilmente determinabili direttamente. Si fa notare comunque che è stata osservata la vegetazione spontanea. E' noto infatti che anche le piante spontanee manifestano segni di deperimento attribuibili agli inquinanti atmosferici, e pur non permettendo, salvo che in alcuni casi (ad esempio gli effetti dell'acido fluoridrico sul pino domestico), la diagnosi distintiva del singolo contaminante, offrono interessanti informazioni sull'effetto in toto dell'inquinamento atmosferico. Durante i sopralluoghi abbiamo osservato attentamente la vegetazione spontanea esistente nelle aree esterne all’impianto. Le piante osservate attualmente non presentano segni particolari che possano evidenziare sofferenze da inquinamento atmosferico.

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Rumore. Durante la fase di cantiere, vista la tipologia delle macchine utilizzate, la distanza tra l'area destinata al cantiere ed i recettori individuati, la presenza di riporti di terra schermanti (es.: terra scavo fondazioni) attorno all'area dove si effettueranno le opere edili, è plausibile prevedere un contributo di rumore da parte delle attività di cantiere praticamente nullo al clima acustico attuale.

Per la stima e la caratterizzazione delle emissioni sonore che potranno essere generate dalle componenti dell’impianto di trattamento, non disponendo di dati specifici, ci si è basati su informazioni disponibili per attrezzature simili utilizzate in impianti analoghi (che normalmente hanno una pressione sonora inferiore a 75 dB(A) e, considerato che i livelli di potenza sonora ammissibili delle macchine prodotte in conformità alla Direttiva 2000/14/CE dovranno essere i più contenuti, è stato ipotizzato prudenzialmente che il livello continuo equivalente di pressione sonora “A” all’interno dell’impianto sia di 75 dB(A).

Dai calcoli effettuati dal Proponente, risulta che ai ricettori il livello di pressione sonora sia nettamente inferiore ai limiti normativi.

Ambiente Idrico. Durante la fase di cantiere la tipologia d’impatto più rilevante può riguardare l’aumento di torbidità delle acque causato dal dilavamento del materiale asportato dai fenomeni meteorici. Tale impatto è dovuto alla movimentazione del terreno durante le operazioni di scavo, e riempimento, sia per quanto riguarda le aree oggetto della costruzione della nuova opera, sia in prossimità delle piste di accesso. Si ritiene tuttavia che tali impatti possono essere considerati lievi e reversibili a breve termine, in considerazione della non eccessiva vastità dell’opera in progetto.

Le misure di riduzione dell’inquinamento adottate al fine di provvedere alla protezione delle acque sotterranee ed il suolo da eventuali impatti derivanti dalle attività di esercizio dell’impianto sono le seguenti:

- realizzazione del sistema di impermeabilizzazione delle aree dell’impianto interessate dal trattamento;

- modalità di conferimento dei rifiuti nelle apposite aree di stoccaggio adeguatamente impermeabilizzate;

- monitoraggio dell’efficacia del trattamento.

Sottrazione di suolo. Durante la realizzazione dell’impianto verranno adottati degli accorgimenti costruttivi che garantiscono la sicurezza per gli sversamenti accidentali. Tutte le aree di lavorazione, così come i bacini di contenimento, saranno realizzate in modo da garantire la perfetta tenuta nei confronti del loro contenuto. Le acque di dilavamento provenienti delle superfici esterne asfaltate, prima pioggia, verranno inviate ad un impianto di sedimentazione e trattamento, per essere scaricate in un canale antropico previo passaggio in un pozzetto di campionamento. La possibilità di un inquinamento del suolo è molto remoto in quanto le

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caratteristiche geomorfologiche dell'area di progetto e quelle geotecniche sono tali da poter escludere potenziali interazioni negative, inoltre su tutta l'area di sedime dell'impianto, verranno realizzate idonee opere di impermeabilizzazione e sistemi di regimentazione al fine di evitare ogni contatto diretto con il suolo.

Paesaggio. Al fine di rendere minima la visibilità dell'impianto è stato previsto in progetto, la realizzazione di una fascia arborea di protezione a separazione, di costituita da alberi di ulivo, tale specie arborea è autoctona e pienamente compatibile con la vegetazione esistente.

Flora e fauna. L'area di progetto non presenta particolari emergenze floristiche e /o faunistiche.

Le caratteristiche delle biocenesi presenti sono infatti quelle tipiche dei terreni incolti e degli agro ecosistemi ampiamente diffusi su tutto il territorio circostante.

L’inserimento di tipiche essenze arboree locali permetterà da un lato la riduzione degli impatti visivi dovuti alla realizzazione e dall’altro di armonizzare l’opera nel contesto territoriale di riferimento.

VALUTAZIONI FINALI

Rilevate e valutate le numerose criticità espresse dal Libero Consorzio comunale di Siracusa e riportate nella nota prot. ARTA n. 39983 del 17 maggio 2017;

Valutato che non è stata valutata la coerenza con il Piano d’Ambito della S.R.R. di Siracusa in relazione alla necessità impiantistica definita dallo stesso, nel quale ai sensi della L.R. 9/2010 devono essere individuate le infrastrutture e la logistica necessarie ai fini della definizione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti;

Considerato che per quanto sopra, il quantitativo di rifiuti per il quale si chiede autorizzazione deve essere coerente con le previsioni del Piano d’Ambito della SRR di riferimento;

Rilevato che non è allegato il nulla osta della S.R.R. Siracusa;

Considerato e Valutato che trattando anche rifiuti speciali, il SIA doveva considerare nella trattazione dei rapporti di coerenza con la pianificazione di settore, anche il Piano di Gestione Regionale dei Rifiuti Speciali;

Considerato e Valutato che nello SIA non è presente l’analisi delle alternative ragionevoli di progetto, compresa l’alternativa zero, con indicazione delle principali ragioni della scelta anche sotto il profilo dell’impatto ambientale;

Considerato che all’interno dello SIA non viene fornita la descrizione della tecnica progettuale prescelta, con riferimento alle migliori tecniche disponibili (BAT Conclusions 2018) e delle altre tecniche previste per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, confrontando le tecniche prescelte con le migliori tecniche disponibili (All. VII, parte II, D.Lgs. 152/06);

Considerato e Valutato che non viene definito il carico emissivo proveniente dalle varie sorgenti dell’impianto e le concentrazioni degli analiti in uscita dall’impianto di biofiltrazione, anche facendo riferimento a dati empirici provenienti da impianti analoghi o da stime analitiche;

Rilevate alcune significative incongruenze nella documentazione presentata, ad esempio la

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richiesta di autorizzare all’impianto riguarda, come da istanza del Proponente, impianto per il trattamento dei rifiuti urbani, tuttavia viene richiesta anche l’ammissibilità di alcuni rifiuti speciali; ed ancora, se in premessa si prevede la discarica come fine ultimo dei rifiuti in uscita dall’impianto, in altre parti della documentazione, si fa invece riferimento al recupero del biostabilizzato e del CSS.

Considerato che non viene specificato quali siano in termini di recupero gli sbocchi e le destinazioni per il materiale biostabilizzato e per il CSS prodotto.

Valutato che manca, per ciascuna componente ambientale un adeguato approfondimento dello stato attuale, solo a valle del quale sarebbe stato possibile valutare la compatibilità dell’opera in termini di sostenibilità degli impatti attesi durante le fasi di costruzione e di esercizio. Peraltro l’analisi dello scenario attuale si sarebbe potuto conseguire utilizzando informazioni derivanti da fonti bibliografiche o in loro assenza, da misure realizzate ad hoc.

Considerato e Valutato che gli elaborati cartografici prodotti non consentono una chiara lettura del contesto; a titolo di esempio benchè in relazione si faccia riferimento ad un’area caratterizzata da terreni incolti, dalla consultazione dei geoportali regionali e nazionali sembrerebbe che l’area è caratterizzata dalla presenza di essenze arboree e parzialmente da uso del suolo ad oliveti (Corine landcover IV livello).

Considerato e Valutato che con riferimento alla componente atmosfera, i bioindicatori che il proponente afferma di utilizzare per la valutazione della qualità dell’aria, possono essere utili parametri funzionali a determinare le condizioni di stress dell’area in esame, incluso quindi eventuali fenomeni di degrado atmosferico; tuttavia il monitoraggio di tali indicatori è un processo di raccolta sistematica di dati qualitativi e quantitativi, operata con una procedura standardizzata in un dato periodo di tempo. Pertanto, la sola valutazione visiva circa il deperimento o meno della vegetazione spontanea durante un numero non definito di sopralluoghi, si considera non idonea a fornire una descrizione dello stato di qualità dell’atmosfera. Si evidenzia inoltre che anche in assenza di centraline ARPA, è comunque onere del Proponente descrivere gli aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente (scenario di base). Considerando infine che il contesto in cui si prevede la realizzazione dell’impianto, la necessità di caratterizzazione in fase progettuale appare quanto mai importante, e non si ritiene condivisibile aprioristicamente l’affermazione del Proponente secondo cui il sopralluogo (non dettagliato ulteriormente) effettuato non ha identificato nella zona altre sorgenti esterne all'area dell'impianto già esistente che possono contribuire al degrado della qualità dell'aria;

Considerato e Valutato che non è stato prodotto un apposito studio previsionale di dispersione degli odori, che considerasse il contributo emissivo di tutte le possibili fonti interne all’impianto ed il dato è particolarmente rilevante in termini di salute pubblica;

Considerato che non sono stati valutati i possibili impatti ambientali significativi, diretti e indiretti, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, dovuti all’effetto cumulo con altri impianti di trattamento e smaltimento rifiuti realizzati, ovvero in fase di richiesta di autorizzazione, considerando un’area di raggio pari a 10 km;

Considerato e Rilevato che la documentazione non definisce in modo chiaro quali sono le unità

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impiantistiche previste dal progetto per la selezione delle frazioni secche;

Valutato che è assente il Piano di Monitoraggio Ambientale,

Valutato che è assente il computo metrico, necessario al fine di consentire una verifica degli interventi di progetto e di assicurare che anche gli interventi di mitigazione citati in relazione (con maggiore riferimento a quelli strutturali previsti per la fase di esercizio), i volumi di terre movimentati e le attività di monitoraggio ambientale siano stati realmente inseriti tra le voci di progetto;

Valutato che è assente una sezione dedicata al tema delle terre e rocce, che definisca volumi di terre scavate e movimentate e la gestione delle stesse;

Valutato che non è presente uno studio specifico della cantierizzazione, con indicazione delle aree di cantiere, della viabilità interferita, dei siti di approvvigionamento e trattamento, del riutilizzo e recupero dei materiali già inclusi nel Piano delle terre di cui al precedente punto e che dettagli gli aspetti legati all'approntamento e la gestione del cantiere per tutti gli aspetti ambientali in esso implicati;

Valutato infine che non possano essere condivise le premesse fornite dal Proponente in merito alla funzione che l’impianto di progetto assolverà. In linea con la più recente Direttiva Europea 851/2018 e con gli indirizzi nazionali, si ritiene necessario incentivare e spingere l’iniziativa, soprattutto privata, verso una economia circolare nella quale lo smaltimento a discarica permanga all’ultimo posto della gerarchia dei rifiuti, a vantaggio delle operazioni di recupero e riciclaggio.

In tal senso l’impianto in oggetto si ritiene non possa configurarsi come trattamento propedeutico allo smaltimento in discarica, bensì debba essere destinato al trattamento volto alla selezione e alla “rinascita” di materie prime seconde. Alla luce di quanto appena affermato, non è inoltre accoglibile la richiesta del Proponente di realizzare la sola linea di biostabilizzazione, senza che a valle venga attivata contemporaneamente la linea di raffinazione della frazione secca.

Valutato, perciò, che per le motivazioni e criticità sopra esposte, il progetto non può essere oggetto di favorevole apprezzamento,

La Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale Tutto ciò VISTO, CONSIDERATO E VALUTATO

ESPRIME

parere contrario riguardo alla compatibilità ambientale del “Progetto di un impianto TMB di biostabilizzazione di rifiuto solido urbano con valorizzazione della frazione secca da realizzare in C.da Bucchera nel Comune di Augusta (SR)”

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