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Quel giorno papà era partito per lavoro diretto negli States. Era l 11 settembre Quel giorno due aerei di linea, dirottati da un gruppo di

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Academic year: 2022

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LA GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione… cos’è?? “Processo che porta ad integrare gli assetti economici, politici e culturali dell’intero pianeta, al fine di creare un grande mercato mondiale” Questa è la definizione formale di globalizzazione, che, più semplicemente, dice che tutto il mondo cerca di adeguarsi ad un unico modello: si tratta ovviamente del modello occidentale… ma esso è davvero il migliore? Il problema è che un sistema politico culturale ed economico perfetto non esiste e, dunque si tende a

“copiare” le politiche culturali e economiche delle nazioni più importanti del periodo storico che si sta svolgendo. A nostro avviso il modello occidentale è uno dei migliori, ma presenta un difetto colossale: per poterlo realizzare è indispensabile possedere mezzi economici importanti, in quanto esso si basa sui settori industriali e dei servizi. Ovviamente non tutti i paesi hanno a disposizione un grande capitale da investire… È allora giusto parlare di globalizzazione a livello mondiale? E non bisogna dimenticare che è proprio la politica occidentale la causa, ancora oggi, della povertà di alcuni paesi, che ha le radici in un punto fondamentale della globalizzazione: il decentramento produttivo, ossia spostare le sedi delle aziende in paesi dove la manodopera costa poco, i sindacati sono deboli e non ci sono leggi che possano “frenare” lo sviluppo dell’azienda stessa. Il

decentramento produttivo, porta quindi lavoro ai paesi poveri, che però non produce loro ricchezza e anzi porta grandi problematiche sociali come lo sfruttamento minorile, e toglie lavoro alla

“madrepatria”.

I primi ideali di globalizzazione si diffondono tra il 1944/48, quando nascono la Banca

Mondiale(che garantisce fondi per lo sviluppo) e il Fondo Monetario Internazionale(che allora aveva il compito di garantire la stabilità monetaria).

Proprio l’FMI rimase spiazzato ne 1971 quando il presidente degli USA Nixon decise che non era più fondamentale avere l’oro per poter stampare le banconote, favorendo dunque gli scambi a livello mondiale. Ma il passo più clamoroso si ebbe nel 1995 quando nacque la World Trade Organisation (organizzazione mondiale del commercio) che, detto semplicemente, è un

organizzazione che impone vincoli ai paesi partecipanti al fine di favorire l’evoluzione economica.

La quasi totalità dei paesi ha accettato queste normative,molto probabilmente senza neanche sapere cosa stabilissero. La più clamorosa affermava che non poteva esserci alcuna legge di alcun tipo che potesse intromettersi nello sviluppo di un’industria… così quando il governo del Canada, dopo aver proibito il commercio di una benzina venduta nel proprio paese gravemente dannosa all’uomo e all’ambente, fece ricorso all’industria che la produceva, dovette ripagare la stessa industria per parte degli incassi che avrebbe avuto in Canada e dovette reinserire

la benzina sul mercato nazionale. Conclusione: l’azienda è stata risarcita, ha venduto la benzina che avrebbe venduto in Canada altrove, guadagnando altri soldi, e ha potuto rimettere in commercio il suo prodotto sul mercato…

In questo senso l’unica svolta negativa si ebbe nel 1999 nella”battaglia di Seattle” quando nacquero organizzazioni internazionali come il movimento altermondialista.

Ormai però, precisamente dall’11 settembre 2001, la globalizzazione non è più il sistema centrale a livello mondiale, sebbene i suoi effetti negativi si sentano ancora e si sentiranno per molto. Infatti, a nostro parere è stato fatto un passo indietro, perché è tornato “di moda” l’imperialismo con guerre in Afghanistan e in Iraq…

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Quel giorno papà era partito per lavoro diretto negli States.

Era l’11 settembre 2001.

Quel giorno due aerei di linea, dirottati da un gruppo di terroristi andarono a schiantarsi contro le Twin Towers (torri gemelle) di New York.

Quel giorno stavo guardando i cartoni animati STOP

La TV si spense per alcuni istanti; poi proiettò all’improvviso l’immagine di un aereo che andava a sbattere contro un grattacielo.

In quel momento non mi resi assolutamente conto che ero un tassello della storia.

Allora sentivo solo l’apprensione di mia madre per la sorte incerta di papà.

Non riuscivo a capire la logica di quell’atto! Pensavo che fosse soltanto una sorta di disprezzo da parte di una banda di uomini cattivi con la barba lunga. Da allora non m’interrogai più sulla vicenda.

Circa un anno fa andai al cinema a vedere il film intitolato “Ground Zero”

che parlava di due poliziotti che durante il loro turno di lavoro quotidiano, quella mattina, si trovarono intrappolati tra le macerie per alcuni giorni.

Allora vidi l’attacco alle T.T. dal punto di vista della sofferenza dei protagonisti.

Un mese fa a scuola un ragazzo membro dell’ associazione “Granello di senape”, è venuto a parlarci della globalizzazione economica. È stata una conferenza ricca di dati stimolanti che però mi hanno reso assai confuso.

La conferenza ha avuto il pregio di farmi ritornare a pensare sull’

argomento.

In particolare credo che l’attacco alle Torri Gemelle sia stato effettuato per colpire il simbolo del commercio globale: il W.T.O.

Un’organizzazione che esercita attraverso le aziende affiliate un potere economico superiore a quello politico.

L’ambito economico più potente è quello del mercato petrolifero che ha il suo fulcro nei paesi Islamici del medio oriente; che è in mano alle società statunitensi.

L’attacco in terra americana, al cuore di New York ha fatto risaltare sia il senso di patria degli statunitensi sia gli interessi commerciali delle società petrolifere; e ha spinto il mondo in una guerra economica sotto il pretesto di un conflitto tra modelli di civiltà e religione.

Il mio sgomento rimane, perché la sensazione che allora era legata alla paura che mio papà non sarebbe tornato; oggi è dettata dal sentimento che

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non si voglia cercare una via di conciliazione tra il prosperare dell’

economia e lo sviluppo dei popoli.

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LA GLOBALIZZAZIONE

Chi non ha mai sentito parlare della globalizzazione? Quante volte abbiamo visto manifestazioni, proteste, cortei dei cosiddetti “no-

global”? L’argomento che vogliamo raccontarvi è ormai sulla bocca di tutti e riscontra sempre varie opinioni tra la gente.

Questa ricerca-relazione non vuole essere un raggruppamento di

noiose nozioni, ma punta prima di tutto a far riflettere sul problema in questione e a far capire quali sono i vantaggi e gli svantaggi portati da questo processo inesorabile che colpisce ogni parte del mondo.

In primo luogo, vi indicheremo quali sono gli elementi base della globalizzazione, ovvero ciò che realmente avviene quando si

“globalizza” un territorio.

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LA DEFINIZIONE

Molti libri presentano la definizione di “globalizzazione”, ma sostanzialmente dicono tutti le stesse cose. I concetti fondamentali sono riassunti in queste

righe:

Globalizzare significa rendere globale il sistema di scambi che avvengono nel mondo (economici ma anche culturali) al fine di creare un ampio mercato.

Chi non è d’accordo? Sembra difficile, ma in realtà è tutto sotto i nostri occhi:

qualsiasi tipo di scambio, specialmente economico e commerciale, avviene ai nostri giorni ad incredibile velocità, e tutti siamo parte integrante di questo ciclo. È difficile non definirsi globali; per esserlo, infatti, basta comprare dei vestiti prodotti in Cina o guardare la TV satellitare,

e non si hanno più scuse...

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GLI ELEMENTI DELLA GLOBALIZZAZIONE

I termini seguenti si riferiscono ad un particolare aspetto della globalizzazione, che forse è anche quello che ci tocca più da vicino, e cioè l’economia.

Protagoniste di questa forma di globalizzazione sono le grandi aziende.

™ DECENTRAMENTO PRODUTTIVO

Le aziende spostano gli stabilimenti dove la manodopera costa di meno, insediandosi ad esempio nei paesi in via di sviluppo.

™ PRODUZIONE “JUST IN TIME”

Le ditte producono i materiali su ordinazione, in modo da ridurre gli sprechi.

™ APERTURA DI NUOVI MERCATI FINAZIARI

Si estende la vendita e la produzione in luoghi dove un prodotto non è ancora conosciuto, per ottenere nuovi acquirenti.

™ RIVOLUZIONE INFORMATICA

Negli ultimi anni, molti paesi hanno utilizzato il computer e la rete per dialogare, vendere e comprare anche a grande distanza sul pianeta. Questo ha comportato un cambiamento radicale nei tempi e nei metodi di scambio.

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PRO E CONTRO

È ovvio che queste misure, messe in atto da potenti aziende e multinazionali (ovvero ditte presenti in quasi tutti i paesi), portano a discutere sui benefici e sui rischi che possono introdurre sulle economie nazionali e, più

ristrettamente, sulla vita di ognuno di noi. In questo senso, si sono venute a creare due correnti di pensiero, con diverse opinioni. I cosiddetti “ottimisti”

ritengono che la globalizzazione abbia innalzato il livello di benessere in tutto il mondo e che abbia offerto ad un’ampia fascia di popolazione la possibilità di accedere ad uno standard di vita più elevato. I “pessimisti”, invece, pensano che si sia accresciuto il divario tra le nazioni ricche e quelle povere, che sia venuta meno la sicurezza sociale e che si sia anche esteso il degrado ambientale.

Questo dibattito resta aperto, e ciascuna persona interessata all’argomento può dire la sua, magari prendendo posizione rispetto ai “grandi pensatori” che, a nostro parere, vogliono saperla sempre più lunga degli altri.

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IL RUOLO DELLA GLOBALIZZAZIONE NELLA CULTURA E NELL’INFORMATICA

Ci sono altri due aspetti della globalizzazione che influenzano in particolare la cultura delle singole popolazioni e la loro predisposizione ad accettare o no l’informatica e la rete come strumento di comunicazione veloce.

1. Il mondo è sempre stato un infinito insieme di persone, culture e religioni diverse. Globalizzando questo sistema sono sorti però dei problemi, poiché la popolazione mondiale ha voluto uniformarsi

prendendo come riferimenti i modelli di vita dei paesi più benestanti, senza rispettare quelle tradizioni che sono da sempre state caratteristiche del proprio popolo. Se pensiamo bene, non è necessario andare troppo lontano per riscontrare questo fenomeno: quanti di noi, in casa, sentono parlare due lingue diverse? Il dialetto dei nonni, che appartiene ad una generazione passata, e la lingua italiana moderna dai genitori? Altro esempio è quello del cibo; che non riesce a mantenere vecchie usanze e ricette contro a nuove mode. Domanda: quanti di voi, all’anno,

mangiano al McDonald invece che in una trattoria tipica sulle colline? Il problema ha una semplice risposta.

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2. L’altro argomento che desideriamo affrontare è quello delle nuove tecnologie, in particolare dell’informatica. Perché, infatti, il mondo moderno è diventato “globalizzato”? Da dove è nata questa idea?

Certamente da una concezione diversa dell’uomo di vedere le cose, ma anche dall’incredibile progresso tecnologico degli ultimi due secoli.

Oggi, nel mondo, circola un’enorme quantità di informazioni, anche da un capo all’altro della terra. Questo è possibile grazie all’invenzione e all’utilizzo di mezzi di comunicazione veloce, in particolare il computer.

In questo senso, però, si è venuta a creare una frattura sempre più evidente tra quei paesi che hanno la possibilità di comunicare telematicamente e di accedere alla rete e quelli che sono ancora

sprovvisti di educazione e servizi in questo campo. È questo il cosiddetto

“Digital divide”, cioè il divario digitale, ennesima dimostrazione di

come la globalizzazione porti sì dei vantaggi, ma anche degli svantaggi.

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