Corso di Semiotica
19 marzo 2018
Prof.ssa Luisa Salvati
salvati@unistrasi.it
• Secondo Agostino e Saussure, il segno scambiato fra mittente e destinatario è un’entità a due facce:
una fisica e una mentale
• Agostino ritiene che la controparte mentale della voce sia solo il significato (il pensiero verrebbe colato
dentro una forma fonica)
• Saussure spiega che prima di associarsi a un
significato, la voce articolata in parole viene analizzata dal cervello nella sua immagine acustica ovvero in
un’immagine mentale della voce articolata
Qualcosa in più sul segno …
• Secondo Saussure il segno linguistico si scinde in due distinte realtà: quella della comunicazione immediata, nella quale osserviamo determinati segnali fisicamente percepibili, prodotti oralmente o per iscritto, fatti di un supporto materiale e di un senso; e quella psichica o
mentale, sottostante alle diverse realizzazioni individuali, nella quale il segno si configura come un’entità bifacciale composta da un’immagine acustica (significante) e un concetto (significato). È solo grazie alla mediazione del secondo piano, quello mentale, che i segni si rendono comprensibili
Qualcosa in più sul segno …
• Il piano materiale o della “parole” è il regno delle
differenze individuali, il piano mentale o della lingua
(‘sistema’) è il regno di quel che è condiviso da una stessa comunità
Qualcosa in più sul segno …
Che cos’è la semiotica (di nuovo)?
• “La semiotica non si occupa dello studio di un particolare tipo di oggetti, ma di oggetti ordinari in quanto (e solo in quanto) partecipi della semiosi”
• La semiosi dipende dal fatto che qualcuno interpreti qualcosa come segno dotato di senso (tutto può potenzialmente diventare segno, a patto che vi sia un atto interpretativo)
• Semiotica dalla prospettiva dell’interprete
Morris
• La comunicazione è “la trasmissione di qualsiasi influenza di un sistema vivente da una parte all’altra” che produca “con ciò delle trasformazioni. “Sono i messaggi che vengono trasmessi “ e che ritardano “gli effetti disorganizzativi della seconda legge della termodinamica; vale a dire la comunicazione tende a far diminuire localmente l’entropia”.
• La semiosi va riconosciuta e indagata in tutte le forme di vita
Sebeok
• La cultura umana nel suo insieme è studiabile come fenomeno di comunicazione, ogni volta che si riveli un processo fondante di significazione: “il processo di significazione si verifica solo quando esiste un codice.
• Un codice è un sistema di significazione che accoppia entità presenti a entità assenti. Ogni volta, sulla base di regole soggiacenti, qualcosa materialmente presente alla percezione del destinatario sia per qualcosa d’altro, si dà significazione”.
• Ogni processo di comunicazione suppone un sistema di significazione “come propria condizione necessaria”, mentre non è vero il contrario
Eco
• “[…] una scienza che studi la vita dei segni nell’ambito della vita sociale: essa potrebbe
formare una parte della psicologia sociale e, di conseguenza, della psicologia generale; noi la chiameremo semiologia”.
• Le leggi della semiologia sono applicabili alla linguistica e ad altri sistemi di segni
Saussure
• Non ha senso mettere sullo stesso piano, come fossero semioticamente equivalenti, il linguaggio verbale e altre forme di comunicazione: “non è affatto certo che nella vita sociale del nostro tempo esistano, al di fuori del linguaggio umano [cioè del linguaggio verbale], sistemi di segni di una certa ampiezza”. “Non appena si passa a insiemi dotati di un’autentica profondità sociologica, si incontra di nuovo il linguaggio”.
• La linguistica dovrebbe fungere da riferimento per capire tutti gli altri sistemi di segni
Barthes
• Condivide con Eco l’idea che la significazione sia alla base della comunicazione, ne riformula però il concetto spiegando che essa consiste nella relazione fra un indice e un indicato “quando tale relazione non sia naturale, ma istituita da una società”.
• Vi sarebbe una semiotica della significazione, che ritaglierebbe il suo oggetto nel mondo degli indici
convenzionali (semantizzazione del comportamento per Barthes, Prieto aggiunge che tale processo, per acquisire reale rilevanza semiologica, deve assumere una effettiva stabilità sociale)
Prieto
• Connotazione (dal lat. cum+notare), indica quelle pratiche semiotiche che selezionano determinati segni in base al fatto che, in un contesto dato, essi fungano, nel loro
insieme, da significanti di altri segni, che avranno per significato elementi aggiuntivi rispetto al puro valore denotativo, letterale e referenziale, dei segni di partenza
Connotazione (e denotazione)
• Ha offerta un’ipotesi rigorosa di classificazione dei codici semiologici, intesi, nel senso di Saussure, a partire dal
principio della centralità del significato e lavorando sui diversi modi in cui i codici organizzano quest’ultimo nei loro vari modi di funzionare
• Scala di crescente complessità che vede al vertice il linguaggio verbale, con la sua forse unica capacità di saldare la regolarità del codice con l’indeterminatezza della sfera semantica
De Mauro
• Ha offerta un’ipotesi rigorosa di classificazione dei codici semiologici, intesi, nel senso di Saussure, a partire dal principio della centralità del significato e lavorando sui diversi modi in cui i codici organizzano quest’ultimo nei loro vari modi di funzionare
• Scala di crescente complessità che vede al vertice il linguaggio verbale, con la sua forse unica capacità di saldare la regolarità del codice con l’indeterminatezza della sfera semantica
De Mauro
• La comunicazione si staglia come una delle possibilità, importantissima, ma non unica, di un dispositivo, il linguaggio naturale, che è dispositivo cognitivo ed espressivo.
Deacon
Come funziona la comunicazione?
• Un processo di comunicazione avviene quando si ha passaggio di un messaggio da un mittente a un
destinatario
• Perché tale processo avvenga, è necessario che le
componenti che formano il messaggio (i segni) siano
costruite secondo certe regole e combinate secondo altre regole (tali regole formano un codice): mittente e
destinatario devono condividere tali regole, altrimenti non possono comunicare tra loro
• I messaggi codificati viaggiano su un canale fisico
• Il contesto in cui la comunicazione si realizza gioca un ruolo ora più ora meno importante a seconda del codice.
La struttura astratta della comunicazione
di Charles Shannon (1916-2001)
Il modello elementare della comunicazione
secondo Jakobson (1960)
• Funzione referenziale contesto (es. elementi deittici o indicali, come qui, là, questo, ecc.)
• Funzione espressiva mittente (es.
esclamazioni, interezioni, forme linguistiche che esprimono il punto di vista del mittente, ecc.)
• Funzione conativa destinatario (es.
imperativo, forme di seconda personale sing. e plur. ecc.)
• Funzione fàtica canale (es. forme utilizzate per verificare la tenuta del canale, come «Mi senti?», ecc.)
• Funzione metalinguistica codice (es. forme che si riferiscono al codice, tematizzandone aspetti o il
funzionamento generale, come «La parola canale significa…», ecc.)
Le funzioni comunicative
• Funzione poetica messaggio (tutte le volte che cerchiamo di valorizzare in modo speciale le risorse
linguistiche utilizzate per potenziarne il significato)
Le funzioni comunicative
• La comunicazione viene presentata come un processo Sì/NO, senza ulteriori alternative, ma nei codici
comunicativi più potenti la dinamica comunicativa è enormemente più complessa
• La forma e il senso delle parole e delle frasi incorporano fin dal loro prodursi il punto di vista di chi ascolta
• Non è affatto detto che mittente e destinatario debbano condividere a pieno titolo il codice perché avvenga la comunicazione : non ci si capisce mai in assoluto ma sempre e solo in relazione a determinate circostanze
• Un grave difetto del modello è che non riesce a dar conto del processo di interpretazione
Limiti del modello di Jakobson
• Pierce e il carattere interpretativo della semiosi umana
• Supponendo che il processo sia messo in moto da un’esperienza empirico-percettiva, la mente
dell’interprete (mittente o destinatario) reagisce
producendo una lettura di tale esperienza, consistente in una sua prima elaborazione conoscitiva e in una forma sensibile che la rappresenta; ma tale lettura si concretizza immediatamente in una riformulazione dell’esperienza, attraverso un gesto, un comportamento, una parola,
insomma attraverso un interpretante, che pur contenendo in sé qualcosa dell’evento inziale, se ne discosta
inevitabilmente perché esso è espressione di una soggettività
Mittente e destinatario
• Un segno ha una relazione triadica con il suo Oggetto e con il suo Interpretante. Ma è necessario distinguere l’Oggetto immediato, o l’Oggetto come il segno che lo
rappresenta, dall’Oggetto dinamico, o Oggetto realmente efficiente, ma non immediatamente presente