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R ivista Friulana di Cultura

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Academic year: 2022

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LA NUOVA BASE EDITRICESETTEMBRE 2013 - N.178

ANNO XLVI N. 178 - SETTEMBRE 2013 - RIVISTATRIMESTRALE - LA NUOVA BASE EDITRICE

 R i v i s t a F r i u l a n a d i C u l t u r a

Orchestrina tascabile composta da sassofono, clarinetto, violino, pianoforte, basso elettrico e batteria, suona musica strumentale fra ispirazioni contemporanee, folk e jazz.

I Démodé –friulani doc!– propongono il loro immaginario musicale fatto di spazi, luoghi e suggestioni d’altri tempi. Raccolgono un mondo di jazz, tradizione popolare, fusion, musica tzigana, tango, rock e progressive per tesserne nuove trame sonore brillanti, solari, imprevedibili e personalissime. L’ensemble è formato da giovani musicisti dall’estrazione variegata ma dal suono compatto e intenso.

Le composizioni fanno di questa band un piccolo caso di originalità in mezzo a mille altri gruppi.

A maggio si sono aggiudicati il primo premio a “Musica nelle Aie”, il più grande folk festival d’Italia. Il loro nuovo album s’intitola “Le Parole al Vento”, racchiude undici brani originali ed è uscito a settembre 2011.

Per informazioni e contatti:

www.wearedemode.com · info@wearedemode.com

Foto di Liana Fides Frappa©

ISSN 1594-8293 > 178/13

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Anno XLVII - N. 178 - Settembre 2013

Rivista Trimestrale - un numero € 8,00 Abbonamento Italia € 29,00

Abbonamento Italia sostenitore € 50,00 Abbonamento Estero € 60,00

Abbonamento Estero sostenitore € 100,00 Spedizione in abb. postale

art. 1, c. 1, del D.L. 24/12/3 convertito in L. n. 46 del 27/02/04 Tassa riscossa - Taxe perçue - Udine, Italy Registro stampa del Tribunale

di Udine n. 222 del 4/4/1968.

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Redazione: MARIA CARMINATI, GIAN CAMILLO CUSTOZA, ALESSANDRO MORGERA, STEFANO STEFANUTTI, MARIO TURELLO

Segreteria di redazione: VALENTINA GONANO Direttore responsabile: SILVANO BERTOSSI In copertina: opera di Arrigo Buttazzoni.

© «La Nuova Base Editrice», Udine, Italia. Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotogra- fie o altri materiali alla Redazione ne autorizza, ma non ne garantisce in alcun modo, la pubblicazione a titolo gratuito sulle testate e sui siti di proprietà del o riferentesi all’Editore. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno re- stituiti, anche se non pubblicati. Il materiale inviato alla rivista, se accolto per la pub- blicazione, potrà essere rivisto o modificato, quando richiesto da esigenze tecniche, a giudizio insindacabile della Redazione. Parimenti è riservata in via esclusiva alla Reda- zione la formulazione dei titoli dei vari articoli. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza l’autorizzazione scritta pre- ventiva da parte dell’Editore. Gli autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dall’uso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. L’Edito- re, nell’assoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

Impaginazione, editing e ufficio stampa: libramente, www.libramente.eu

Stampa: Litografia Ponte Talmassons (Ud)

Tel. 0432 766577 - info@litoponte.com Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

SOMMARIO

7 vPRENDERE L'INIZIATIVAittorio Zanon

11 Esiro angeli: poeta verormes Dorigo

19 MLA BATTAGLIA DIMENTICATA DELLA VAL arco Pascoli RESIA

29 JLA GRANDE AURORA BOREALE DEL 1938urij Cozianin

33 CIL QUARTO SAGGIO SULLA SCUOLA arlo Enrico tincani FRIULANA

39 SUNA SCUOla migliore con la tefano Stefanutti fondazione crup

45 AADI DESIGN INDEX 2012lessio Murello

51 AI mille volti della maddalenandrea Nunziata

57 GFILARETE E LA SCULTURA DEL TARDO ’400ian Camillo Custoza

61 Fun mantello pieno di stellelaviano Bosco

71 BLA DANZA MACABRAernardinode Hassek

75 Vsensualità e intimità in 35 mmalentina Gonano

81 Zintercettazioni al caffè /xviuane Pieri

83 Mventicinque anni di volontariato assimo Lavarone culturale

91 Fcastelporpeto, tra presenza e assenzaederico Bulfone Gransinigh

97 Pla realtà delle favole e la favola ier Giorgio Micelli della realtà

103 Dcontaminazioni mediterraneeaniela Barone

111 SFRIULI-BRASILE: LE POSSIBILITÀ DI DUE PAESI!ilvano Bertossi

115 marilenghe

119 Sal sucedeve une volte: piligrins in ergio de Cecco sclavanie

121 Aune rose par ogni stagjonlessandro Secco

rivista friulana di cultura

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Tra i molti racconti di vita e di Storia ascoltati dalla voce dei nonni materni c’è n’è uno che mi è rimasto particolarmente impresso, relativo a ciò che essi videro nel cielo del Friuli nella tarda serata di Mar- tedì 25 Gennaio 1938: la più grande auro- ra boreale che si sia manifestata in epoca moderna alle nostre latitudini.

“Dopo cena, a Ponente e sopra di noi il cielo si fece di un rosso molto intenso, come se alle spalle del Monte di Ra- gogna si fosse sviluppato un enorme incendio. Lo fendevano ampi fasci di luce, dai colori simili a quelli dell’arco- baleno e così potenti da illuminare la notte, come al chiaro di Luna. Le stelle brillavano in modo straordinario e ci sembravano molto più vicine. Il feno- meno si protrasse a lungo, suscitando in noi profonda ammirazione ed altret- tanto turbamento. In strada, nei cortili e nelle case era opinione diffusa che

LA GRANDE

AURORA BOREALE DEL 1938

di Jurij Cozianin

quell’improvviso, misterioso e gran- dioso evento celeste fosse il presagio di una prossima sventura”.

La diretta testimonianza dei nonni è fe- delmente confermata da quanto scrive il

“Corriere della Sera” nelle sue “ultimissi- me” di quel giorno. Dopo aver riferito di come l’aurora boreale sia stata variamente osservata in tutta Italia, da Torino a Roma, da Domodossola a Como e Venezia, il ce- lebre quotidiano milanese si sofferma su come essa sia apparsa nella nostra Regio- ne ed in particolare sul Carso:

Gli abitanti di parte dell’altopiano car- sico hanno visto, invece, verso le 22, tutta la volta del cielo verso Occidente improvvisamente accesa di un rosso vivo, come per riflesso di un gigante- sco incendio. Subito dopo, sempre da Occidente, sono spuntati all’orizzonte, disponendosi a ventaglio in alto, lun- ghi fasci di luce multicolori, quasi che

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il cielo fosse tagliato dalle lame lucenti di migliaia di riflettori. Il fenomeno, verificatosi con un’atmosfera perfet- tamente limpida e serena, si è esteso in breve da Occidente a Nord e verso Oriente, invadendo quasi tutta la linea dell’orizzonte e lasciando sgombro sol- tanto il settore marino del sottostan- te Golfo di Trieste, sul quale pareva quell’ora una leggera nebbia.1

L’altrettanto noto quotidiano torinese “La Stampa”, nella sua edizione del 26 Genna- io, riporta:

Il Comm. Malignani di Udine, appas- sionato di astronomia e meteorologia, il quale lo ha ammirato in tutte le sue fasi dal suo osservatorio, ha defini- to il fenomeno un riverbero di aurora boreale, della stessa natura di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine.2

La conferma viene dallo stesso “Popolo del Friuli”:

Un fenomeno interessantissimo e mol- to raro si è verificato ieri sera, destan- do non poca curiosità. (…) È apparso verso le ore 21, con un bagliore rossa- stro in direzione nord, che in breve si è dileguato gradatamente. Mezz’ora dopo si ripeteva più alto e più vasto, formando un’estesa fascia rossa sulla linea est-ovest centrata verso il nord.

Questa immensa nube folgorante ten- deva a spostarsi verso nord-ovest ed agli occhi dell’attento e stupito osser- vatore (il Cavaliere del Lavoro Comm.

Malignani) lentamente e progressiva- mente cambiava colore per assumere

verso le 22 una tinta verde. È stato un fenomeno non solo rarissimo ma anche particolarmente rimarchevole per le sue proporzioni. Infatti questa aurora boreale si spingeva fino alle Alpi, che per il riflesso luminoso si profilavano suggestivamente nonostante la serata senza Luna.3

In effetti, in Italia analoghi fenomeni, sebbene di intensità inferiore, risalivano al 1848, al 1859, al 1870 ed appunto al 4 Febbraio 18724. Intervistando i massimi esperti dell’epoca, ovvero i direttori de- gli Osservatori astronomici sparsi nella penisola, tra i quali quello di Torino, di Monte Mario in Roma e dello Ximeniano di Firenze, la stampa attribuì l’evento di

“eccezionale luminosità”, “di un’ estensio- ne ed intensità senza pari”, alla “grande

Immagine 1. Il cavaliere Arturo Malignani.

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agitazione solare” rilevata in quel periodo ed alle “vaste macchie visibili sulla super- ficie del sole”.5

Apparsa in Italia poco dopo le ore 19 del 25 gennaio e protrattasi in alcune zone fin dopo l’una del giorno 26, l’aurora boreale fu ampiamente visibile in tutto il Vecchio Continente, da Oslo a Londra, dalle coste della Normandia all’Olanda, in Belgio e Svizzera, in Baviera ed Austria, in tutta l’Europa centrale e sud-orientale, in Spa- gna, Gibilterra e Nord Africa, in Grecia e nella Crimea sovietica. I “fantastici splen- dori” di quella notte, comparsi anche ne- gli Stati Uniti, in Canada ed alle Bermu- da, furono preceduti e poi accompagnati da autentiche tempeste magnetiche con sensibili perturbazioni nelle comunicazio- ni telegrafiche e telefoniche, nonché nelle trasmissioni radio, specie quelle in onde corte. Violente oscillazioni colpirono an- che gli aghi delle bussole di navi ed aerei.

Lo attestano anche i giornali di bordo de- gli equipaggi della squadriglia dei “Sor- ci Verdi”, vanto dell’allora “Ala fascista”, impegnati proprio in quelle ore nella ce- lebre trasvolata oceanica intercontinen- tale Roma – Dakar – Rio de Janeiro. Già a mezzogiorno del 25 Gennaio, in volo sull’Atlantico ai comandi del suo “Spar- viero”, ovvero il “Savoia Marchetti S79T”, è lo stesso Bruno Mussolini, 19 anni, fi- glio del Duce, a segnalare la difficoltà di ascoltare la stazione radio di Guidonia (la base di partenza) e, complici le avverse condizioni meteo, di effettuare i rileva- menti radiogoniometrici con il sestante,

“prima di perdere la visione del sole”. 6

Ovunque i testimoni furono convinti di trovarsi in presenza di un vastissimo in- cendio, tanto che quella notte le chiamate ai pompieri furono migliaia. Gli scienziati dell’Università di Grenoble affermarono che in Europa Occidentale non si vedeva nulla di simile dal 1709. L’altezza stimata dell’aurora da terra fu di 350 chilometri.

Moltissimi i resoconti oculari:

Sulla Manica, per più di due ore una vasta luminescenza di color giallastro si è manifestata a settentrione men- tre il sole allo zenith si colorava di un rosso violaceo, con zone verdognole e turchine. In certi momenti fasci di luce bianchissima si sprigionavano in linee parallele, rendendo ancor più pit- toresco il fenomeno. Il cielo era terso e le stelle brillavano di vivo splendore.

Da varie città della costa meridionale numerosi aeroplani si sono levati in volo, portando a bordo passeggeri de- siderosi di godere in aria l’eccezionale spettacolo”.7 “A Vienna il fenomeno è durato dalle ore 20 alle 22: il cielo a settentrione aveva assunto l’aspetto di una grande parete drappeggiata di ros- so e attraversata da strisce orizzontali bianche. Dal lato inferiore si dipartiva un arco verde.8

La grande aurora apparve anche nel cie- lo del Portogallo, destando profonda im- pressione. In molti gridarono “alla fine del mondo”. Come noto, Suor Lucia Dos Santos, veggente di Fatima, interpretò quell’evento celeste come il segno divino di cui la Madonna le avrebbe parlato nel messaggio del 13 luglio 1917:

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Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimi- ni, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.(…)

Nei drammatici giorni dell’immediata vigilia dell’effettivo inizio della Seconda Guerra Mondiale la profezia parve avere ulteriori riscontri. Lo si evince da quanto accadde nel famoso chalet di Adolf Hit- ler, nell’Obersalzberg bavarese, a ridosso del Berchtesgaden, la notte del 22 agosto 1939. A raccontarlo, nelle sue “Memorie del Terzo Reich”, è nientemeno che Albert Speer, l’architetto del nazismo:

Quella notte ci intrattenemmo con Hit- ler sulla terrazza del Berghof ad am- mirare un raro fenomeno celeste: per circa un’ ora, un’ intensa aurora borea- le illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, men- tre la volta del cielo era una tavolozza

1. “Una luminosa aurora boreale nel cielo d’Europa”, Corriere della Sera, 25/01/1938.

2. “Un’aurora boreale sull’Italia”, La Stampa 26/01/1938.

3. “Un’aurora boreale osservata iersera in Friuli”, Il Po- polo del Friuli, 26/01/1938.

4. “Grande aurora polare ed altri fenomeni cosmici”, La Stampa, 07/02/1872.;

5. “Il nostro Sole è in tumulto”, Stampa Sera, 28- 29/01/1938: ;

6. “Il curioso fenomeno si ripeterà stasera? I rilevamen- ti dell’Osservatorio di Arcetri e i perturbamenti nelle

di tutti i colori dell’ arcobaleno. L’ ulti- mo atto del «Crepuscolo degli dei» non avrebbe potuto essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo pro- dusse nelle nostre menti una profonda inquietudine.

Affascinato e rivolto a Nicolaus von Be- low, capitano della Luftwaffe ed uno dei suoi più fedeli consiglieri militari, il Füh- rer disse: “Sembra una grande massa di sangue. Questa volta non raggiungeremo il successo senza usare la forza”.9

Il giorno dopo, al Kremlino di Mosca venne solennemente firmato il famigerato

“Patto di non aggressione” nazi-sovietico

“Molotov – Ribbentrop”, al quale era al- legato il protocollo segreto di spartizio- ne dell’area baltica e dell’Europa centro- orientale. Una settimana più tardi, il 1º settembre 1939, le armate tedesche inva- sero la Polonia. La Seconda Guerra Mon- diale ebbe ufficialmente inizio.

Jurij Cozianin

comunicazioni radio”, Stampa Sera, 26/01/1938.

7. “Le bussole impazzite sulle navi in viaggio nella Ma- nica”, Corriere della Sera, 26/01/1938.

8. “Al fuoco! si grida a Vienna nella convinzione che sia un incendio”, Corriere della Sera, 26/01/1938.

9. Albert Speer, Memorie del Terzo Reich, Mondadori, 1997, p. 197. A margine l’autore riporta: «Il 23 Ago- sto 1939, il ‘Völkischer Beobachter’ annunciò quanto segue: “Martedì mattina (22 Agosto), alle ore 2.45 l’osservatorio astronomico del Sonnenberg ha notato una gran luce nel cielo settentrionale».

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