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la cui passione per la Rinchiostra è solo una delle sue infinite qualità che mi hanno ispirato.

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Academic year: 2021

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A mio zio Primino,

fondamentale nella mia crescita,

la cui passione per la Rinchiostra è solo una delle sue infinite qualità che mi hanno ispirato.

Se le mie scelte ci hanno diviso, spero questa ci riavvicinerà.

Nondimeno, a Enzo e Arturo,

per avermi insegnato la generosità e la caparbietà.

(2)

Introduzione 3

La Villa Della Rinchiostra 7

I Progetti Comunali 53

‘Ritorno al futuro’: idee di rilancio 61

Conclusioni 101

Bibliografia 106

Sitografia 109

Materiale Grafico 110

Ringraziamenti 112

Allegati 114

(3)

Introduzione

Il seguente lavoro propone un progetto di recupero di un prezioso bene comune della città di Massa: la Villa della Rinchiostra.

In risposta al malcostume diffuso nel nostro paese, dove il ‘vivere di rendita’

ha portato a una trascuratezza generale nella gestione delle emergenze storiche, artistiche e paesaggistiche, si vuole offrire una prospettiva di lungo termine per ‘l’autosussitenza’ del bene stesso e un aiuto a (ri)pensare il modello turistico dell’intera destinazione.

Il lavoro è stato concepito come un aiuto, e uno strumento, per la pianificazione strategica, relativa al rinnovato dibattito sulla ‘Rinchiostra’.

Infatti, dopo anni di proposte, progetti e promesse, oggi siamo a un punto cruciale per il futuro della Villa: il piano urbanistico legato all’ampliamento del vicino supermercato ‘Esselunga’, ha portato al centro della discussione l’esigenza di riqualificare la Villa e il suo parco, grazie anche, e soprattutto, alle risorse ‘portate in dote’ dalla perequazione urbanistica.

Figurandosi la possibilità di un progetto concreto, che accompagni al recupero una destinazione di utilizzo coerente in una visione a lungo termine, si è presentata l’occasione perfetta per ripercorrere la storia della Villa della Rinchiostra.

Partendo da una scrupolosa ricostruzione storica del bene si cercherà infatti

di evidenziare il valore della Villa, e i profondi mutamenti subiti, sotto diversi

profili di indagine: storico, artistico, culturale, urbano, paesaggistico,

ambientale e sociale. A livello di ricerca, è opportuno specificare che questo

capitolo si potrebbe suddividere in due macro-aree: nella prima, dalle origini

fino alla Seconda Guerra Mondiale, ho attinto soprattutto dalla bibliografia

specifica; nella seconda, per gli sviluppi successivi, si è resa necessaria

un’attenta ricerca e un’elaborazione personale degli avvenimenti, indagando

le cartelle di Archivio di Stato, Soprintendenza, Archivio Diocesano, Agenzia

del Territorio (conservatoria e catasto), Fondazione Dalmine e archivi privati

di associazioni e professionisti.

(4)

Il dilungarsi di questa prima parte servirà come base della successiva pianificazione. Da queste radici s’intende sviluppare una destinazione di utilizzo coerente, contestualizzando le scelte intraprese secondo la storia stessa della Villa e del suo parco.

La seconda parte servirà per introdurre l’attuale discussione comunale e soprattutto i dettagli dell’opportunità che consente, finalmente, un sostanziale intervento, non solo di restauro, ma anche di indirizzo funzionale.

Nella parte conclusiva verrà infine presentata la personale proposta attraverso la quale integrare il piano di lavori per sfruttarne tutte le potenzialità. Verranno descritti i singoli interventi, l’analisi che ne ha portato all’elaborazione e una serie di considerazioni con cui poter ragionare sul ruolo che la Villa può avere nel rilancio generale della destinazione in ottica turistica.

L’intero progetto è stato pensato per rispondere a due obiettivi principali: un polo culturale cittadino, attorno al quale coinvolgere la popolazione e ri- costruire un’identità locale; e nuova attrazione per il turismo, in una visione più generale di rinnovamento della destinazione come meta di turismo culturale.

Il fermento progettuale intorno al bene storico si colloca all’interno di una cornice di generale riassetto urbano del quartiere interessato, nonché di un importante percorso di crescita personale.

Ricordo ancora con molta lucidità il primo incontro con l’ufficio Career Service dell’università: <<In quale settore del turismo ti piacerebbe lavorare?>>. Una semplice domanda di routine, normale iter nella creazione di un profilo personalizzato di ogni studente, per un migliore accompagnamento verso lo stage e il mondo del lavoro.

Ma una domanda che mi sembrava infinita. Solo in quel momento ragionai di

non aver mai pensato a cosa ‘fare da grande’. Mi ero iscritto al corso di

Scienze del Turismo con l’ingenua speranza che da quel ‘calderone’ sarei

riuscito a ritagliarmi un ruolo e un’occupazione anch’io, ma non sapevo di

certo quali.

(5)

<<Non ti preoccupare, col tempo avrai le idee più chiare. E’ così per tutti all’inizio, poi ci sarà una via che ti attirerà di più>> fu la risposta, sicuramente leggendo l’incertezza nel mio viso.

Una ‘via’ ora ce l’ho. Destination Management e promozione turistica. Dallo studio e dalle varie esperienze extra-curriculari ho cercato di costruire attorno a ciò il mio background formativo. Mi affascina l’idea di lavorare allo sviluppo di un territorio, per un interesse generale e collettivo; mi affascina poter mettere in campo la mia creatività e le mie idee, confrontandomi con trend e strumenti sempre nuovi; mi affascina sapere che ci sono numerose sfide da affrontare e potenzialità da sfruttare: dal web marketing allo storytelling, dalle

‘reti di sistema’ a un profondo cambio di mentalità.

Per sviluppare questa mia inclinazione, sono state decisive le esperienze che ho fatto all’estero, dove ho potuto maturare la consapevolezza che un’opportuna pianificazione e un lavoro scrupoloso riescono a supplire persino alla mancanza di un vasto patrimonio culturale come quello italiano;

ma al tempo stesso non sono mai riuscito a distaccarmi dagli sviluppi della città in cui sono nato e cresciuto: Massa.

Per chi conosce questa realtà, non giungerà di certo nuovo l’argomento della mia tesi, la Villa della Rinchiostra, da sempre al centro del dibattito pubblico e politico circa il suo recupero e utilizzo. Nel corso degli anni sono stati fatti importanti passi in avanti, ma la situazione attuale denuncia ancora caratteri d’incuria, e soprattutto potenzialità ancora inespresse in ottica turistica e culturale.

Sono stato molto fortunato a condividere questo percorso con il Dottor Luigi Ficacci, che come me ama e apprezza la città, nonostante le sue difficoltà.

Dal confronto ho trovato stimolante pensare alla Villa come punto di partenza

per un generale rilancio turistico della città.

(6)

‘At last, but not least’, determinante nella scelta è stato il forte legame

affettivo con la Villa della Rinchiostra e il suo parco: luogo che ha

accompagnato la mia infanzia, polmone verde e ‘isola sociale’ del quartiere.

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