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1. Bertolt Brecht N

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Academic year: 2021

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OTE BIOGRAFICHE

1. Bertolt Brecht

Berthold Eugen Friedrich Brecht nasce ad Augusta il 10 febbraio 1898 da Berthold Brecht, direttore di una cartiera, e Sophie Brezing. Nel 1917 acquisisce il diploma di maturità scientifica e inizia gli studi universitari di medicina a Monaco di Baviera. Nel 1918 svolge il servizio militare come infermiere in un lazzaretto per malattie contagiose.

Risalgono a questi anni le prime opere letterarie e l’iscrizione al partito socialdemocratico indipendente della Germania. Il suo primo lavoro teatrale,

Baal, venne pubblicato nel 1920 e messo in scena nel 1923.

Dopo la morte della madre, nel 1920, Brecht si sposta a Monaco dove completa Tamburi nella notte, rappresentato nel 1922. Sempre nel 1922 si trasferisce a Berlino, dove aveva compiuto un viaggio l’anno precedente e dove aveva iniziato a scrivere Nella giungla della città. Qui conosce lo scrittore espressionista Arnolt Bronnen e sposa la cantante Marianne Zoff da cui avrà una figlia (Hanne Marianne, 1923).

Nel 1924 a Monaco va in scena la prima di Vita di Edoardo II d’Inghilterra da Marlowe per la regia di Brecht con la collaborazione di Lion Feuchtwanger. In quello stesso anno mette in scena Nella giungla della città e inizia la stesura di Un

uomo è un uomo. Dal 1924 al 1926 lavora come consigliere teatrale presso il

Deutsches Theater di Berlino diretto da Max Reinhardt.

Fino al 1928 scrive per diversi giornali, per lo più di Berlino; conosce il pittore George Grosz, di cui diverrà amico e collaboratore; pubblica Breviario

tascabile (1926) e la prima edizione del Libro di devozioni domestiche (1927);

conosce e collabora con Piscator e con Kurt Weill, col quale mette in scena nel 1927 Piccola Mahagonny.

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Il 1928 vede Brecht impegnato nella scrittura di due dei suoi più famosi drammi: L’opera da tre soldi, musicata da Weill e rappresentata per la prima volta, in questo stesso anno, a Berlino; e Ascesa e rovina della città di

Mahagonny, terminata l’anno dopo. Dopo aver divorziato da Marianne Zoff,

sposa Helene Weigel. In questi anni inoltre s’avvicina al marxismo, influenzato da Fritz Sternberg, Walter Benjamin e Karl Korsch.

Nel 1929 vedono la luce Happy End, Il volo dei Lindberg, Il dramma

didattico sull’accordo e viene iniziata la stesura di Santa Giovanni dei Macelli,

conclusa l’anno successivo.

L’attiva collaborazione con il partito comunista comincia nel 1931. Nello stesso anno Brecht comincia a scrivere il dramma didattico Teste tonde e teste a

punta. Nel frattempo ha composto L’eccezione e la regola, Storielle del signor Keuner e il ciclo di poesie Dal libro di lettura per gli abitanti della città.

Scrive il film Kuhle Wampe, uscito nel 1932, e censurato prima della sua distribuzione: è l’inizio di una serie di divieti da parte del governo nazista. L’anno successivo, infatti, le autorità naziste impediscono la messa in scena di Santa

Giovanna dei Macelli; Brecht è costretto a fuggire, con la moglie e la figlia nata

dal secondo matrimonio, a Copenhagen. Qui compone Il romanzo da tre soldi. L’anno successivo termina di scrivere Teste tonde e testa a punta, messo in scena nel 1936 nella città danese, e Gli Orazi e i Curiazi.

Nel 1935 compie diversi viaggi tra Mosca, New York e Parigi, dove pronuncia un intervento polemico al congresso degli scrittori antifascisti; nel frattempo i nazisti tolgono a Brecht la cittadinanza tedesca. Sempre nel ’35, a New York, viene rappresentata la prima de La madre; s’inizia la stesura di

Terrore e Miseria del Terzo Reich.

Nei due anni successivi il drammaturgo mette in scena, tra Parigi e Mosca, alcuni dei suoi lavori; scrive I fucili di Madre Carrar, che rappresenta nel 1938; questo stesso anno lavora a Vita di Galileo e L’anima buona del Sezuan. Del 1939 sono Madre Courage e i suoi figli e L’interrogatorio di Lucullo.

L’anno successivo la Germania invade la Danimarca e Brecht ripara in Finlandia, dove scrive il dramma Il signor Puntila e il suo servo Matti, il ciclo di poesie L’acquisto dell’ottone, Dialogo dei profughi, pubblicato postumo, e una

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serie di saggi di tecnica teatrale. Del 1941 è La contenibile ascesa di Arturo Ui e il dramma Schweyk nella seconda guerra mondiale, terminato solo nel 1944.

Nel 1941 le truppe hitleriane entrano in Finlandia; Brecht parte per gli Stati Uniti, passando per la Siberia, e si stabilisce a Santa Monica, in California. Nei sei anni in cui rimane in America lavora per il cinema, collabora con riviste in lingua tedesca a Buenos Aires e New York, e mette scena in inglese alcuni dei suoi drammi: è del 1947 la nuova versione di Vita di Galileo che ha come protagonista Charles Laughton. Nel 1945 scrive Il cerchio di gesso del Caucaso. Nel 1947 viene interrogato dal comitato per le attività antiamericane della Camera dei rappresentanti; a quel punto decide di tornare in Germania. Aspettando il visto dalle autorità alleate per entrare a Berlino, si ferma a Zurigo. Nel 1948, via Praga, riesce ad entrare a Berlino est, dove si stabilisce; pubblica Breviario di estetica

teatrale.

Nel 1949, insieme alla moglie, fonda il Berliner Ensemble. Scrive il romanzo Gli affari del signor Giulio Cesare, che resterà incompiuto. Nel maggio 1953 viene eletto presidente dell’organizzazione internazionale dei letterati Pen della Germania orientale (l’acronimo sta per Poets, Essaysts, Novelists, le tre categorie di operatori intellettuali alle quali si rivolgeva originariamente l’associazione). A gennaio del 1955 riceve il premio Stalin a Mosca.

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2. Jean Genet

Jean Genet nasce il 19 dicembre 1910, alla Clinica Ostetrica di Tarnier, da Camille Gabrielle Genet e padre ignoto; la madre lo abbandona in un orfanotrofio di Parigi il 28 luglio 1911 e non lo rivedrà più. Il bambino viene affidato in adozione a Eugénie e Charles Regnier, che abitano nel paesino di Alligny-en- Morvan dove la madre gestisce una tabaccheria e il padre fa il falegname. Trascorre lì i suoi primi 13 anni, dimostrando un’attitudine spiccata sia per lo studio – nel 1923 consegue la licenza elementare e risulta il primo del comune – sia per il furto. A scuola ruba matite e quaderni ai compagni, a casa i soldi dalla tabaccheria della madre.

Nel 1924, grazie ai suoi straordinari risultati scolastici, viene accolto presso un centro di apprendistato nei dintorni di Parigi, la scuola d’Alambert, per imparare il mestiere di tipografo. A partire da quest’anno ha inizio una serie di fughe dalla scuola, fermi della polizia, episodi di piccola delinquenza, fino al ricovero presso la clinica psichiatrica Saint-Anne di Parigi. Il ragazzo fugge anche da qui. Il 19 luglio 1926 viene fermato dalla polizia su un treno, senza soldi né biglietto, e condannato a 45 giorni di carcere da scontare nel carcere di Meaux; dopodiché viene trasferito presso la Colonia Agricola Penitenziaria di Mettray. Questo luogo sarà uno dei più importanti nella vita dell’autore, rievocato negli scritti letterari e nelle interviste.

Nel marzo del 1927 riesce a farsi ad arruolare nell’esercito e nel 1930 parte volontario con le Truppe Orientali di stanza a Beirut. A Damasco viene incaricato di seguire la costruzione di un fortino che crolla il giorno dell’inaugurazione; viene rimpatriato ad Avignone. Nel 1931 è di nuovo nell’esercito, stavolta in Marocco, e vi rimane fino al 1933, anno in cui torna a Parigi; ma nel 1934 è di nuovo nell’esercito, con un contratto che prevede l’obbligo militare per almeno tre anni. Nel 1936 però diserta e si mette a girovagare per tutta l’Europa; viene arrestato l’anno successivo dalla polizia ceca e rientra in Francia. A settembre viene arrestato due volte e condannato a 5 mesi di prigione. Fra il 1938 e il 1941 continua a entrare e uscire di galera. Lo ritroviamo nel 1942 a vendere libri rubati

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in una bancarella sul lungosenna. Qui conosce Jean Turlais e Roland Lausenbach, due giovani intellettuali che, affascinati dalla sua cultura, lo introducono negli ambienti intellettuali. Nel ‘42 inizia la stesura di Nostra Signora dei Fiori, che concluderà nell’inverno; durante una nuova permanenza in carcere compone Le

Condamné a mort che consegna ad un suo amico stampatore falsario.

Nel 1943 incontra Cocteau che, affascinato dalle sue opere, gli procura il primo contratto editoriale: l’impegno a consegnare altri due romanzi (saranno

Diario del ladro e Enfants du Malheur) e la composizione di cinque pièce teatrali.

Ma poco dopo Genet viene di nuovo arrestato per furto, e la sua situazione si fa critica: secondo la legge francese, avendo subìto tre condanne, è passibile di “relegazione perpetua”. Di nuovo condannato, ma solo a tre mesi, grazie all’intercessione di Cocteau, nel 1944 viene liberato e poi arrestato ancora ma stavolta viene liberato, per merito di Cocteau. In carcere termina la prima stesura di Miracle de la rose e dopo la scarcerazione viene pubblicato sulla rivista “L’Arbalète” una parte di Nostra signora dei Fiori. Qualche tempo dopo conosce Sartre e Simone de Beauovir.

In agosto, durante gli scontri per la Liberazione di Parigi, muore il compagno Jean Decarnin, giovane militante comunista, per il quale scrive Pompes

funèbres. Nel 1945 pubblica i poemi Chants secrets, comincia Querelle de Brest, Le Pêcheur du Suquet e una pièce che non è stata mai ritrovata; nel 1946 vengono

pubblicati alcuni capitoli di Diario di un ladro, compone Chant d’amour, completa Vigilanza stretta e, dopo aver fatto la conoscenza del regista Louis Jouvet, gli sottopone la pièce Le Serve. Nel 1947 Vigilanza stretta viene pubblicato sulla rivista “La Nef” e Le Serve viene rappresentato al Théâtre de l’Athénéé; nel giugno Genet riceve il Premio della Pléiade per questi due lavori teatrali.

Nel 1948 viene allestito l’Adame Miroir mentre viene sottoscritta una petizione da numerosi scrittori, per ottenere la grazia definitiva per Genet; verrà accordata dal presidente della Repubblica Auriol il 12 agosto 1949. In questo stesso anno ha luogo la prima di Vigilanza Stretta.

Nel 1950 Genet gira la sua prima e ultima pellicola cinematografica: Un

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del film Le Bagne, che vorrebbe girare a Roma insieme ad un ragazzo di cui si è innamorato ma che lo respinge. Piombato in una profonda depressione, Genet medita il suicidio. Sempre nel 1952 Sartre pubblica la prefazione al primo tomo delle Oeuvres Complètes (il secondo sarà pubblicato nel 1951 e il terzo nel 1953): è il celebre saggio Saint Genet, comédien et martyr.

Nel 1953 Genet comincia la redazione di un’opera ambiziosa, che dovrebbe realizzare la sintesi dei generi letterari, La Mort: ci lavorerà tutto il resto della sua vita senza mai raggiungere una conclusione.

Il 1955 è un anno di intensa creatività: redige la prima versione de Il

Balcone; comincia Les Nègres; scrive la pièce Elle, rimasta inedita fino alla sua

morte. Si batte intanto contro la presenza francese in Algeria e si innamora di un giovane acrobata di circo Abdallah, una delle relazioni più importanti della sua vita.

Nel 1956 pubblica Il Balcone e lavora a I Paraventi, che terminerà l’anno successivo; nel 1957 pubblica L’Atelier d’Alberto Giacometti, riscrive I Negri – pubblicato nel 1958 su “L’Arbalète” – e compone Le Funambole dedicato ad Abdallah. In dicembre concede a Roger Blin di allestire I Negri. In seguito a una vacanza in Grecia progetta un’opera teatrale colossale, formata da sette pièce, su ispirazione delle tragedie greche, da intitolarsi Le Bagne o La Mort.

Nel 1959 ha luogo la prima de I Negri a Parigi. L’opera ha molto successo ma Genet rifiuta di andare alle prove e alla prima. Negli anni successivi le sue pièce teatrali girano l’Europa e gli Stati Uniti, e anche Genet viaggia moltissimo, raramente concede interviste.

Nel 1964 il compagno Abdallah si suicida; Genet distrugge tutti i propri manoscritti.

Nel 1966 I Paraventi viene presentato a Parigi, Genet collabora alla messa in scena; l’opera scatena una gran polemica e un’offensiva generale dei partiti dell’estrema destra.

L’anno successivo lo scrittore tenta il suicidio. Nel 1968 appoggia la rivoluzione degli studenti parigini. Nel frattempo le sue opere teatrali continuano ad essere messe in scena e Genet compone articoli di analisi della situazione politica e sociale che propone a diverse riviste parigine. Si reca diverse volte a

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Tangeri per sostenere gli studenti marocchini in rivolta; nel 1970 viene malmenato mentre partecipa ad una manifestazione a Parigi per protestare contro le condizioni di lavoro degli immigrati. Su richiesta delle Pantere Nere si reca a New York per fare propaganda al loro fianco nelle università americane. Nell’ottobre dello stesso anno si reca a Beirut e a Damasco preoccupato per le offensive dell’esercito giordano contro i campi palestinesi.

L’anno successivo comincia a lavorare ad un libro sulle Pantere Nere e i Palestinesi, che uscirà nel 1986 con il titolo Un Captif amoureux. Negli anni successivi si dedica ancora alla scrittura di articoli di denuncia e polemica nei confronti della società, a favore delle rivolte dei neri in America, senza trascurare la politica della sua nazione. Nel 1974 incontra un nuovo amore, il marinaio Mohammed El-Katrani.

Nel 1976 comincia a lavorare ad un film che lo tiene impegnato per due anni e mezzo: La Nuit venue. Abbandona il progetto nel 1978. Nel 1979 gli viene diagnosticato un cancro alla gola. Nel 1982 si stabilisce in Marocco, poi si reca in Medio Oriente dove assiste ai “massacri di Sabra e Chatila”. Tornato a Parigi scrive il suo articolo più importante: Quatre heures à Chatila.

Nel 1983 viene nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura Jack Lang e riceve il Gran Prix de Littèrature. Invia un giovane nero a ritirare l’onorificenza in vece sua.

Muore la notte tra il 14 e il 15 aprile 1986; è sepolto, secondo le sue volontà, nel piccolo cimitero spagnolo vicino a Tangeri, situato sul mare e confinante da un lato con la prigione municipale e dall’altro con una casa d’appuntamenti.

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3. Thomas Bernhard

Thomas Bernhard nasce a Heerlen, Olanda, il 9 febbraio 1931 da genitori austriaci. Il padre, Alois Zuckerstatter, esercita la professione di falegname a Heendorf, Salisburgo, dove incontra Herta Bernhard, figlia dello scrittore Johannes Freumbichler (che nel 1937 riceverà per il romanzo Philomena

Hellenhub il premio di stato austriaco). La breve relazione dei due si conclude con

la gravidanza di Herta: quando Alois viene a sapere che la ragazza aspetta un figlio, scappa in Germania e di lui si perdono le tracce. Solo anni più tardi si scoprirà che si è sposato con un’altra donna e ha messo al mondo cinque figli prima di suicidarsi nel 1940. Herta Bernhard si rifugia in Olanda per partorire il bambino. Torna poi a Vienna a vivere con i genitori.

Il nonno sarà la figura più importante per Thomas Bernhard; sarà lui a credere nelle capacità artistiche del nipote e ad iniziarlo all’arte e alla musica. Dopo un inizio folgorante a scuola, il piccolo Thomas perde interesse per lo studio e rischia la bocciatura già in terza elementare. Intanto la madre si è sposata nel 1936 con Emil Fabjan, un attivista del clandestino partito comunista austriaco che, per le sue attività politiche, si trasferisce con la moglie e il bambino in Germania, a Traunstein. E’ il 1938. La separazione dal nonno causa a Bernhard un grande dolore ma fortunatamente egli raggiunge figlia e nipote alla fine di quello stesso anno.

Il piccolo Thomas riprende la scuola; ma nella Germania nazista viene discriminato per la sua origine austriaca sia da parte dei compagni che degli insegnanti. Questa situazione è così opprimente che il bambino tenta più di una volta di togliersi la vita.

I rapporti tra la madre e il figlio si fanno sempre più tesi; a scuola Thomas colleziona insuccessi, tanto che viene spedito in un istituto di rieducazione per bambini difficili, in Turingia. La rieducazione è in realtà un’educazione al nazismo. Ciò che tiene in vita l’undicenne Thomas è il pensiero del nonno; il quale, quando il ragazzino esce dal collegio, gli regala un violino. L’amore per

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questo strumento e per la musica sosterrà Thomas Bernhard nei momenti più difficili della sua vita.

Nel 1943 entra nel convitto nazionalsocialista di Salisburgo; dopo poco lo scoppio della guerra gli permette di tornare in famiglia. Terminato il conflitto, riprende gli studi e frequenta il ginnasio, che però abbandona nel 1947: la rigidità del collegio cattolico e la direzione intransigente del preside, il parroco Franz Wesenauer, saranno descritti in uno dei suoi primi romanzi.

Lavora come apprendista in un negozio di generi alimentari, in uno dei quartieri più malfamati di Salisburgo, e prende lezioni di violino e canto. Ha sedici anni e una bella voce; il nonno lo manda a lezione dalla ex cantante lirica Maria Keldorfer e da suo marito, Theodor W. Werner. Ottiene significativi successi come cantante ma un’infreddatura trascurata si trasforma in pleurite e il giovane è costretto a letto per molte settimane, in bilico tra la vita e la morte. La sua carriera di cantante è stroncata irrimediabilmente. La convalescenza in ospedale, la sua vita appesa ad un filo, le sue condizioni che peggiorano sempre di più sono descritte in un’opera autobiografica, Il Respiro, scritto nel 1978.

Se Thomas riesce a guarire, il nonno invece, a sua volta ricoverato per una grave malattia polmonare, muore l’11 febbraio 1949. I medici trasferiscono il ragazzo in un convalescenziario, in realtà un luogo pieno di malati di tisi; è là che Bernhard contrae la malattia che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni: la tubercolosi. Disperato, si aggrappa alla lettura, divorando le opere di tutti i filosofi del passato.

Trasferito in sanatorio, vi conosce la compagna di vita, Hedwig Stavianicek, di 36 anni più grande di lui. Nel 1951 esce dal sanatorio e viene ammesso alla scuola superiore di musica e arti drammatiche di Vienna, ma non riesce a pagare la retta e poco dopo è costretto ad abbandonarla. L’anno successivo inizia gli studi al Mozarteum, che si concluderanno nel 1957 con un’analisi comparata del teatro di Artaud e di Brecht.

Dal 1951 al 1957 collabora con il quotidiano socialista “Demokratisches Volksblatt” scrivendo recensioni sugli eventi culturali e la cronaca giudiziaria. Sul giornale pubblica nel 1953 il suo primo racconto Maddalena la pazza. Dell’anno

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successivo è Grande, inconcepibile fame, che esce sulla prestigiosa rivista letteraria austriaca “Stimmer der Genenwart”.

Nel 1955 subisce il primo processo per diffamazione; da questo momento e fino alla sua morte, processi, accuse e querele lo accompagneranno, come risposte sociali alla sua ribellione a tutto e tutti: alla famiglia, alla scuola, alla malattia.

Tra il 1957 e il 1963 Bernhard intensifica la produzione pubblicando diverse raccolte di poesie; tra il 1963 e il 1967 si verifica una svolta: il suo primo romanzo, Gelo, pubblicato nel 1963, ottiene un largo successo di critica e pubblico e vince due importanti premi: nel 1964 il Premio Julius Campe e l’anno successivo il Premio Brera per la Letteratura. Nello stesso anno pubblica il romanzo che definirà il suo preferito, Amras; acquista un podere in Alta Austria e lì si stabilisce, viaggiando di tanto in tanto nelle maggiori capitali europee.

Nel 1967 esce Perturbamento che gli fa vincere il Premio di Stato austriaco per la letteratura. Durante la premiazione Bernhard ingiuria il ministro e il popolo austriaco, scatenando le ire dei politici. Le successive premiazioni a cui sarà invitato si svolgeranno senza cerimonie pubbliche o sarà lui stesso a non parteciparvi.

Dal 1969 al 1989, l’anno della morte, lo scrittore austriaco comporrà 21 copioni teatrali, diciotto romanzi (da ricordare La fornace del 1970, Correzione del 1975, Il soccombente del 1983, Estinzione del 1986), di cui 5 autobiografici (L'origine. Un accenno del 1975; La cantina. Una via di scampo del 1976; Il

respiro. Una decisione del 1978; Il freddo. Una segregazione del 1981 e infine Un bambino del 1982), quattro raccolte di racconti e diverse raccolte di poesie.

Nel 1980 gli viene diagnosticata una cardiomegalia che lo porterà alla morte nel febbraio del 1989. Come scritto nel suo testamento, l’annuncio della sua scomparsa fu dato il 16 febbraio 1989, a funerali avvenuti.

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