dalla Friesland Campina (la più gran- de cooperativa olandese) ai produttori che si impegnano a garantire un perio- do minimo di pascolo ai loro animali.
E ciò deriva, prima di ogni altra cosa, dal fatto che la vacca al pascolo rappre- senta un elemento molto importante del paesaggio olandese, che la gente richiede e che i turisti si aspettano.
Nelle aree del Nord Italia a forte vo- cazione per l’allevamento le bovine da latte sono allevate prevalentemente in stalla ( foto 1), con soluzioni diversifi - cate che sono cambiate negli anni, di pari passo con l’innovazione tecnolo- gica e l’evoluzione della ricerca e del- la sperimentazione in questo settore.
La progettazione e la costruzione di una nuova stalla rappresentano even- ti topici per l’azienda, che richiedono molto tempo e impegno anche da parte dell’allevatore e che dovrebbero essere affi date a professionisti con preparazio- ne specifi ca in questo campo e a impre- se con comprovata esperienza. Le scelte fatte a questo livello, infatti, avranno
effetti decisivi su benessere animale, salute, quantità e qualità del latte, ef- fi cienza riproduttiva, produttività della manodopera e bilancio aziendale.
È quasi superfl uo ricordare, infi ne, che la stalla rappresenta un rilevan- te impegno fi nanziario per l’azienda, sia per l’investimento iniziale, sia per l’incidenza annua delle quote di am- mortamento, manutenzione e assicu- razione sul bilancio aziendale. È quindi importante spendere bene i soldi, con- centrando le attenzioni sugli aspetti veramente rilevanti, che hanno effetti positivi diretti e duraturi sugli animali e sul lavoro dell’uomo.
La stalla dal punto di vista
degli animali
Per la vacca da latte la stalla rappre- senta il luogo di vita nel quale ogni giorno sarà chiamata a svolgere le at- tività tipiche del suo «lavoro», che sono la ragione stessa del suo allevamento.
La giornata lavorativa della bovina, dal punto di vista tecnico, viene identifi - cata con il time budget, ovvero con il bilancio del tempo disponibile nelle 24 ore, che rappresenta la distribu- zione temporale delle diverse attivi- tà dell’animale necessarie per la vita e per la produzione.
Molte ricerche hanno riguardato il time budget e il comportamento delle vacche in stalla e da queste derivano i tempi medi che vengono spesso in- dicati come valori ottimali:
● tempo per riposo (decubito) = 12-14 ore;
Stabulazione, le dimensioni che fanno la differenza
di
Paolo Rossi
I
ricoveri zootecnici sono degli im- portantissimi mezzi di produzio- ne, in grado di condizionare nel bene o nel male la vita degli ani- mali, il lavoro dell’uomo e la redditivi- tà delle imprese zootecniche.L’allevamento dei bovini in specifi - ci edifi ci in modo continuativo, senza accesso ad aree pascolative, è una pra- tica diffusa in molti Paesi nel mondo e rappresenta l’unica soluzione possibi- le quando esistono vincoli esterni in- sormontabili (tipologia di terreni non adatta al pascolo, scarsa disponibili- tà di terreni e prezzi troppo alti della terra in aree fortemente urbanizzate, insuffi ciente disponibilità di foraggio verde in alcune stagioni).
La tendenza
è la stabulazione in stalla
Anche in un paese come l’Olanda, peraltro, fortemente legato all’alleva- mento al pascolo, per tradizione e per cultura, si sta assistendo negli ultimi anni a un progressivo aumento delle aziende con bovini da latte che adot- tano la stabulazione continua in stalla.
Da dati Cbs (Uffi cio centrale olandese di statistica) si evince come dal 2010 al 2016 il numero di aziende senza pasco- lo sia passato dal 26 al 35%, per subire nel 2017 un lieve calo (32%), anche per effetto dei premi che vengono elargiti
● ALTEZZE, LARGHEZZE E SPAZI ADEGUATI AL BENESSERE DELLA MANDRIA
Per la stesura di un progetto adeguato che risponda alle aspettative e agli obiettivi dell’allevatore, illustriamo alcuni parametri dimensionali per la progettazione di stalle
per vacche da latte a stabulazione libera con zona di riposo a cuccette
1 1
Durante il riposo la mammella delle vacche è attraversata dal 25% in più di sangue
GRAFICO 2
- Altezza dei tubi della cuccetta per peso vivo della vacca
Altezze dei tubi della cuccetta inferiori potrebbero portare a una scarsa frequentazione delle cuccette, a causa del continuo disturbo arrecato agli animali nella fase di alzata, mentre altezze superiori renderebbero inutile la stessa installazione del tubo.
● tempo in piedi per alimentazione e abbeverata = 3-8 ore;
● tempo per altre attività in piedi = 4-9 ore.
Adeguati periodi di riposo hanno ef- fetti positivi sulla produzione di latte;
è infatti noto che durante il riposo ( fo- to 2) il fl usso di sangue che attraver- sa la mammella è circa il 25% in più rispetto a quando la vacca è in piedi.
Inoltre, bisogna considerare che il tempo trascorso in decubito dalla vac- ca è fondamentale per il riposo di arti e piedi, che sono sottoposti a un note- vole stress, dovuto ai pavimenti duri di calcestruzzo e all’elevato peso della bovina rispetto alla dimensione relati- vamente ridotta degli unghioni.
Per ottenere tempi di riposo idonei è richiesto un elevato comfort della zo- na di riposo, cioè dell’area della stalla specifi catamente pensata per questo fondamentale momento della vita del- la bovina. In questo modo si limiterà il tempo trascorso in piedi al minimo ne- cessario per l’alimentazione, l’abbeve- rata, la mungitura e le relazioni socia- li. L’eccesso di tempo in piedi, infatti, rappresenta un importante fattore di rischio per talune patologie podali e, di conseguenza, per la fertilità.
Anche le aree dove gli animali tran- sitano o stazionano in piedi devono essere realizzate in modo adeguato, in base al modello di stalla, alla sua di- mensione e alla reciproca interazione fra le aree funzionali. Elementi fonda- mentali, da questo punto di vista, so- no: larghezza delle corsie e dei pas- saggi, rastrelliera della mangiatoia, tipo e numero degli abbeveratoi.
Infi ne, merita una sottolineatura par-
ticolare lo spazio vitale complessivo at- tribuito alla singola bovina, perché è elemento basilare per il cow comfort, a prescindere dai dimensionamenti delle singole aree funzionali. Lo spazio dispo- nibile (m2/capo), alle volte espresso an- che con il suo reciproco, cioè con la den- sità d’allevamento (capi/m2), deve essere valutato almeno da tre punti di vista:
● spazio necessario alla bovina per compiere determinati movimenti o azioni, come alzarsi, sdraiarsi, man- giare, bere, pulirsi;
● spazio necessario per le interazioni sociali all’interno del gruppo, anche allo scopo di limitare la confl ittualità (vie di fuga);
● spazio necessario per garantire un buon livello igienico delle aree di sta- bulazione (a parità di produzione di deiezioni, maggiore è l’area vitale, mi- nore sarà il carico di effl uenti per uni- tà di superfi cie).
Di fatto, la superfi cie vitale totale non è mai un elemento da cui parte l’atto progettuale, ma semmai ne è il risultato fi nale, dopo che sono state disegnate le singole aree funzionali della stalla (zona di riposo, zona di alimentazione ecc.) e la loro reciproca collocazione e interazione.
Da quanto si è detto fi nora si può ben capire quanto sia importante il dimen- sionamento della stalla, che vuol di- re adeguato dimensionamento delle singole aree funzionali e dei singoli particolari costruttivi.
Dimensionamento adeguato
per il benessere animale
Le aree prioritarie da considerare quando si approccia il dimensiona- mento di una stalla per vacche da lat- te sono certamente le seguenti: zona di riposo (cuccette, corsia di smista- 2
2
GRAFICO 1
- Principali dimensioni corporee di vacche di razza Frisona
550 600 650 700 750
Lunghezza corpo (esclusi collo e testa) Larghezza alle spalle Altezza al garrese
Dimensioni (m)
Peso vivo (kg)
2,0
1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4
550 600 650 700 750
Tubo allineatore Tubo antifuga
Altezza tubi (m)
Peso vivo (kg)
1,3
1,2
1,1
1,0
0,9
0,8
0,7
Le cuccette vengono disposte su una o più fi le fra loro parallele, in genere con disposizione secondo l’asse longitudinale dell’edifi cio, originando schemi che sostanzialmente si rifanno ai due modelli di base: groppa a groppa (a) e testa a testa (b)
mento, lettiera); zona di alimentazionee rastrelliera della mangiatoia.
Negli ultimi 40 anni la ricerca, la spe- rimentazione e l’esperienza diretta de- gli allevatori hanno contribuito a defi - nire e ad aggiornare i parametri pro- gettuali, che oggi rappresentano degli standard tecnici di riferimento molto solidi. Non si tratta, ovviamente, di valori immutabili, perché il progres- so delle tecniche d’allevamento e la modifi ca delle dimensioni delle bovi- ne, ad esempio, possono comportare la necessità di adeguamenti, ma cer- tamente questi standard sono la base per una progettazione di alto livello.
Una delle più autorevoli pubblicazioni degli ultimi anni in materia è The desi- gn of dairy cow and replacement heifer housing del Cigr (2014), che rivede e ag-
giorna un precedente lavoro altrettanto importante (CIGR, 1994). Molte indica- zioni dimensionali riportate di seguito fanno riferimento a questa importante pubblicazione internazionale.
Il dimensionamento della stalla si deve basare innanzitutto sulle dimen- sioni medie dei bovini da allevare; nel caso delle vacche da latte si tratta di animali adulti che hanno raggiunto una massa corporea abbastanza stabi- le, benché le variazioni siano possibili in base allo stato fi siologico (gravidan- za), all’età e alle caratteristiche indivi- duali. Per le razze di grande mole, co- me la Frisona, esistono molti dati, de- rivanti da misure su numeri elevati di capi, che mettono in relazione la mas- sa corporea con le dimensioni princi- pali del corpo, al punto che è possi-
bile proporre grafi ci come il grafi co 1.
Queste relazioni fra unità di misura di tipo diverso (di lunghezza e di massa) sono dette allometriche.
Il riferimento di massa corporea per la progettazione dovrebbe essere quel- lo del 25-30% delle vacche più grandi della mandria. Nell’analisi che seguirà si farà sempre riferimento alle dimen- sioni corporee delle vacche defi nite nel grafi co 1, quindi con massa corporea variabile da 550 a 750 kg.
Zona di riposo a cuccette
Com’è noto, le vacche vengono alle- vate in tipologie di stalla che prendono il nome dal tipo di area di riposo pre- vista; in sostanza, si parla di stalle a lettiera e di stalle a cuccette. Limitan- 3a
3a 3b3b
FIGURA 1
- Tipologie di cuccette
MB = cuccetta a buca chiusa anteriormente;
LP = cuccetta a pavimento con materassino libera anteriormente
LB = cuccetta a buca libera anteriormente;
MP = cuccetta a pavimento con materassino chiusa anteriormente;
LB MB
LP MP
GRAFICO 3
- Lunghezza della cuccetta
per tipologia di cuccetta (
1) e peso vivo della vacca
In riferimento a una vacca del peso vivo di 700 kg, ad esempio, la lunghezza totale può variare da un minimo di 2,55 m per una cuccetta LP a un massimo di 2,94 m per una cuccetta MB.
550 600 650 700 750
MB MP LB LP
Lunghezza cuccetta (m)
Peso vivo (kg)
3,0
2,9 2,8 2,7 2,6 2,5 2,4 2,3
Cuccetta:
(1) Per le specifi che delle tipologie di cuccette si vede quanto riportato nella fi gura 1 a fi anco.
do l’attenzione sulle seconde, che sono certamente le tipologie più comuni e più diffuse e che, a loro volta, possono essere proposte in numerose varianti, bisogna capire quali sono le caratteri- stiche essenziali delle cuccette. Per que- ste, in particolare, è basilare un dimen- sionamento corretto, perché solo così si possono limitare i rischi di una scarsa frequentazione della zona di riposo e di un livello igienico non ottimale, con le conseguenze facilmente immaginabili.
Le tipologie di stalla libera a cuccette si differenziano essenzialmente per la diversa disposizione planimetrica del- le cuccette e delle aree di movimenta- zione della zona di riposo, oltreché dal modo in cui la stessa zona di riposo si collega alla zona di alimentazione.
Le cuccette vengono disposte su una o più fi le fra loro parallele, in genere con disposizione secondo l’asse longi- tudinale dell’edifi cio, originando sche- mi che sostanzialmente si rifanno ai due modelli di base: groppa a groppa ( foto 3a) e testa a testa ( foto 3b). In cia- scuna fi la, poi, le singole cuccette sono disposte l’una adiacente all’altra, con il loro asse maggiore perpendicolare all’asse longitudinale della fi la.
La cuccetta non è altro che un posto singolo per il riposo, delimitato su tre lati e aperto sul quarto lato posterio- re, caratterizzato da:
● superfi cie di riposo, che deve ga- rantire benessere e igiene alla vacca e che deve essere sopraelevata rispet- to ai pavimenti circostanti (per evi- tare che si sporchi durante la pulizia delle corsie);
● battifi anchi, posti a delimitazione laterale dell’area di riposo, che con- sentono di guidare la vacca nelle fasi di ingresso e di uscita e la proteggono durante il riposo;
● attrezzature di delimitazione ante- riore, fondamentali per la corretta po- sizione della bovina in riposo, per l’i- giene della cuccetta e per permettere movimenti naturali durante il passag- gio dalla posizione di decubito alla sta- zione eretta.
Le dimensioni principali di una cuc- cetta sono la sua lunghezza, la sua lar- ghezza e l’altezza del tubo allineato- re. Altre dimensioni possono poi es- sere indicate, allo scopo di ottenere una cuccetta confortevole e gradita alle bovine.
Nel defi nire le dimensioni consigliate è bene distinguere fra alcune tipolo- gie di cuccette (fi gura 1); in particolare, rispetto alla collocazione si possono considerare le cuccette con davanti un muro (o muretto) M e quelle libere an- teriormente L, mentre rispetto al tipo di superfi cie possiamo avere le cuccet- te a buca con cordolo posteriore B e le cuccette con pavimento in pendenza e sovrastante materassino sintetico P; ovviamente possiamo avere tutte le possibili combinazioni, ovvero MB, MP, LB e LP.
Queste differenze comportano di- mensioni diverse per la lunghezza to- tale, come si può vedere nel grafi co 3.
Con riferimento a una vacca del peso vivo di 700 kg, ad esempio, la lunghez- za totale può variare da un minimo di 2,55 m per una cuccetta LP a un mas- simo di 2,94 m per una cuccetta MB.
La cuccetta è costituita da una par- te principale destinata ad accogliere il corpo della bovina e da una parte an- teriore che deve consentire lo slancio della testa in avanti durante la fase di passaggio dalla posizione di decubito a quella eretta. A livello costruttivo, gli elementi che permettono di delimitare le due sezioni sono il tubo allineatore
(o fermo al garrese), posto di norma sul tubo superiore dei battifi anchi, e il fermo a terra, posto sulla superfi cie della cuccetta o agganciato alla parte inferiore dei battifi anchi. Entrambi i dispositivi si sviluppano per l’intera lunghezza della fi la di cuccette. L’altez- za del fermo al garrese è parametrata all’altezza della vacca, quindi, tramite le relazioni allometriche, alla massa dell’animale (grafi co 2).
Il tubo allineatore deve essere posto a una distanza defi nita, sul piano oriz- zontale, rispetto al bordo posteriore delle cuccette tipo P o al bordo interno del cordolo posteriore delle cuccette ti- po B; tale distanza è pari a 1,72, 1,81 e 1,88 m rispettivamente per vacche del peso vivo di 550, 650 e 750 kg.
Nelle cuccette tipo L, quindi anche in quelle contrapposte (testa a testa), è necessario un secondo tubo, detto antifuga, da collocarsi nella parte an- teriore, in corrispondenza dello spazio per la testa dell’animale. Questo tu- bo ha la funzione di impedire l’uscita dell’animale dalla parte anteriore della cuccetta, fatto che può accadere più fa- cilmente con le vacche più piccole del gruppo. Il tubo deve essere posizio- nato all’altezza indicata nello stesso grafi co 2; in questo modo si permette lo slancio della testa del bovino senza ostacoli. Altezze inferiori potrebbero portare a una scarsa frequentazione delle cuccette, a causa del continuo disturbo arrecato agli animali nella fa- se di alzata, mentre altezze superiori renderebbero inutile la stessa instal- lazione del tubo.
Infi ne, la larghezza della cuccetta, cioè la distanza libera fra i due batti- fi anchi che delimitano lateralmente lo spazio per il riposo, deve permettere un agevole accesso della bovina, consenten-
Con l’alimentazione continua (unifeed) è possibile prevedere non meno di 7 posti alla rastrelliera ogni 10 vacche presenti
44 GRAFICO 4
- Larghezza della cuccetta per peso
vivo della vacca
550 600 650 700 750
Larghezza massima cuccetta Larghezza minima cuccetta
Larghezza cuccetta (m)
Peso vivo (kg)
1,35
1,30
1,25
1,20
1,15
1,10
do anche dei movimenti na- turali nella fase di passaggio alla posizione di decubito. Bi- sogna porre attenzione al fat- to che anche le cuccette trop- po larghe possono essere un problema, perché le vacche possono sdraiarsi in diago- nale o girarsi di 180°, fi nendo con il posteriore nella parte anteriore della cuccetta; ciò sfocia inevitabilmente in pro- blemi di scarsa igiene dell’a- rea di riposo. Nel grafi co 4 so- no indicati sia il valore mi- nimo di larghezza utile della cuccetta, sia il valore che non deve essere superato.
Corsie e passaggi
La corsia di smistamento, che per- mette agli animali l’accesso alle sin- gole cuccette, può avere una larghezza variabile in base alla sua collocazione:
per corsie che servono 2 fi le di cuc- cette è bene non scendere al di sotto dei 2,8 m, mentre per corsie che ser- vono 1 sola fi la di cuccette si potrebbe scendere a non meno di 2,5 m. Ma in realtà il dimensionamento di queste corsie fa riferimento, più che a para- metri biometrici degli animali, al fatto che deve essere possibile il passaggio del trattore adibito alla distribuzio- ne della lettiera e/o alla pulizia delle cuccette; per questo la larghezza netta dovrebbe essere di circa 3 m.
La larghezza dei passaggi di collega- mento fra zona di riposo e zona di ali- mentazione dipende dal tipo di cuccet- te previste, nel senso che con cuccette groppa-groppa può essere suffi cien- te il passaggio singolo, largo 0,9-1 m, mentre con cuccette testa-testa è ne- cessario almeno il passaggio doppio, largo 2-2,2 m. Se però si prevedono gli abbeveratoi sui passaggi (come spes- so avviene nelle disposizioni testa-te- sta delle cuccette), questi ultimi devo- no avere una larghezza libera, escluso l’ingombro degli stessi abbeveratoi, di almeno 3,3 m con abbeveratoi su un lato e di almeno 4,3 m con abbevera- toi su due lati.
Zona di alimentazione e fronte mangiatoia
La larghezza della zona di alimenta- zione ha grande infl uenza sul benes- sere degli animali; questa corsia, che si sviluppa in genere per tutta la lun-
ghezza della stalla, deve consentire un regolare accesso delle bovine alla man- giatoia, un’adeguata movimentazione da e verso la zona di riposo, ma anche una normale attività motoria e di so- cializzazione della mandria.
La larghezza può variare in base al tipo di stalla; con cuccette testa-te- sta si può fi ssare un valore minimo di 4,2 m, mentre nel caso di cuccette groppa-groppa si potrebbe scendere a un valore minimo di 3,8 m. Di fatto, considerando che nel secondo caso gli abbeveratoi sono collocati sulla linea di separazione fra alimentazione e ripo- so, con accesso dalla corsia di alimen- tazione, è bene mantenere per tutte le tipologie di stalla una larghezza di almeno 4-4,2 m e optare, se possibi- le, per larghezze maggiori (4,5-5 m).
Un lato della zona di alimentazione è delimitato dalla rastrelliera della man- giatoia ( foto 4) e dal relativo muretto.
Lo sviluppo complessivo del fronte del- la mangiatoia dipende dal numero di vacche ospitate nella stalla, dal peso vivo di riferimento e dal tipo di ali- mentazione adottato.
Nel caso di distribuzione contempo- ranea (a pasti), tipica dell’alimentazio- ne tradizionale a base di foraggi affi ena- ti e freschi, è sempre necessario alme- no un posto alla rastrelliera per ogni posto in riposo; in questo caso, quindi, il fronte mangiatoia complessivo avrà una lunghezza netta pari almeno al nu- mero di posti in stalla per la lunghezza unitaria del singolo posto. Quest’ultima misura dipende, come sempre, dalla mole degli animali, come illustrato nel grafi co 5; la linea più alta rappresenta il valore consigliato, mentre la linea più bassa è il valore minimo al di sotto del quale non si deve scendere.
Se si adotta l’alimenta- zione continua tipo unife- ed, che prevede la presenza dell’alimento in mangiato- ia per almeno 18 ore/giorno, non è tassativo predisporre un posto alla rastrelliera per ogni posto in stalla, perché le vacche si recheranno alla mangiatoia in tempi diver- si e non tutte insieme; ciò è ancora più evidente quando si utilizzano sistemi auto- matici di alimentazione che prevedono numerose distri- buzioni di alimento nell’arco della giornata.
Con l’alimentazione con- tinua è possibile prevedere non meno di 7 posti alla ra- strelliera per ogni 10 vacche presenti mediamente in stalla.
Standard tecnici validati dalla ricerca
La defi nizione delle caratteristiche tecniche e dimensionali di una stalla richiede la conoscenza e la compren- sione di numerosi aspetti fra loro cor- relati, che afferiscono a grandi temi co- me l’allevamento, il benessere animale, l’etologia, il trattamento degli animali, la sicurezza sul lavoro, il controllo am- bientale, la gestione degli effl uenti, l’e- dilizia, i costi di costruzione, ecc.
L’atto progettuale, che deve sempre coinvolgere in modo attivo l’allevato- re, deve partire da standard tecnici di riferimento consolidati e validati dalla ricerca; solo in questo modo è possibile arrivare alla stesura di un progetto ade- guato alla situazione aziendale presen- te e che risponda alle aspettative e agli obiettivi dell’imprenditore zootecnico.
Nel presente lavoro sono stati illustra- ti alcuni parametri dimensionali per la progettazione di stalle per vacche da latte a stabulazione libera con zona di riposo a cuccette; ovviamente, sono ele- menti di base, di grande rilevanza, ma che rappresentano solo una parte del- la conoscenza necessaria per affronta- re una progettazione di livello elevato.
Paolo Rossi Crpa Reggio Emilia GRAFICO 5
- Misura del fronte unitario
della mangiatoia per peso vivo della vacca
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550 600 650 700 750
Dimensione consigliata Dimensione minima
Dimensione (m)
Peso vivo (kg)
0,78
0,76
0,74
0,72
0,70
0,68
0,66
0,64
0,62
0,60
Stabulazione, le dimensioni che fanno la differenza
$ ARTICOLO PUBBLICATO SUL SUPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO N. 3/2018 A PAG. 35
BIBLIOGRAFIA
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CIGR (2014) The Design of Dairy Cow and Replacement Heifer Housing. Re- port of the CIGR Section II Working Group N° 14 Cattle Housing.
CIGR (1994) The Design of Dairy Cow Housing. Report of the CIGR Section II Working Group N° 14 Cattle Housing.
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