BUTTERI M. CAP. 2 – CENNI GEOMORFOLOGICI
13 2 – CENNI GEOMORFOLOGICI
Come si osserva nella precedente fig. 1.2, la parte interna della Pianura di Pisa, originata essenzialmente dai depositi alluvionali dei sistemi idrografici dell’Arno e del Serchio, è separata dal mare da una fascia costiera formata da un alternarsi di sedimenti sabbiosi e limo-argillosi, corrispondenti ad un complesso sistema olocenico di lidi e di dune litoranei ed alle lagune e paduli (lame) rispettivamente retrostanti (Mazzanti, Rau, 1994); nella piana alluvionale si trovano inoltre zone depresse, un tempo occupate da stagni ed acquitrini palustri e attualmente prosciugate con opere di bonifica, situate sia nella fascia pedemontana dei M. Pisani, sia a margine dei depositi di esondazione prossimali, più grossolani. La continuità del sistema dunare è interrotta dai depositi alluvionali del Serchio e dell’Arno stessi, che vanno anche a interdigitarsi con quelli delle lame.
In altri termini, la morfogenesi del tratto di fascia costiera in esame, che fa parte del più esteso litorale Apuo-Versiliese-Pisano, è il risultato del complesso equilibrio tra le dinamiche litoranea, eolica e fluviale.
La fig. 2.1, che rappresenta le principali forme presenti nella fascia costiera della Pianura Pisana, è stata ottenuta dalla sovrapposizione georeferenziata tra un’immagine satellitare (Google Earth 2007) e gli elementi geomorfologici tratti dalla cartografia esistente alla scala 1:10000, relativa alla Provincia di Pisa (Casarosa e Putzolu, 2005).
I lidi sono ben riconoscibili perchè allineati secondo gli antichi andamenti del litorale (Mazzanti, 1984), dividendo l’area planiziale da quella più propriamente marina; essi si sono formati nel tempo, sia in relazione ai cambiamenti del livello marino medio dovuti ai fenomeni glacioeustatici (Della Rocca et al., 1987), sia a causa del sovraccumulo di sedimenti trasportati dalla deriva litoranea, scaricati sulle spiagge dal getto di riva e successivamente stabilizzati dalla vegetazione (Mazzanti, Rau, 1994).
Le dune, più elevate e del tutto irregolari rispetto ai lidi a causa della loro origine eolica, sono costituite da sabbie trasportate dal vento dalla zona di battigia alla zona asciutta, fino a ridosso della vegetazione. Le sabbie di duna più antiche sono più arretrate rispetto alle precedenti e si rinvengono in località Palazzetto e Coltano.
Le lame, con i loro depositi prevalentemente argillosi di origine palustre che si intervallano alle sabbie di duna recenti, occupano le depressioni interdunali, talora sommerse da acque salmastre.
BUTTERI M. CAP. 2 – CENNI GEOMORFOLOGICI
14 Fig. 2.1 – Immagine satellitare tratta da Google Earth (2007), con
sovrapposizione dei principali
elementi geomorfologici.
I maggiori di tali acquitrini sono presenti nella zona di S. Rossore, a nord della foce dell’Arno.
L’esame delle tracce degli alvei fluviali abbandonati mostra una
notevole quantità di queste
morfologie; il percorso prefociale, attraverso la fascia costiera, del Serchio era in effetti molto più lungo, come attestato dai meandri che divagavano in tempi remoti alle spalle dei cordoni dunari litoranei. Il tratto terminale, mostra una marcata deviazione verso nord, da imputare al trasporto solido netto lungo la riva.
Per quanto riguarda il tratto terminale e la configurazione della foce dell’Arno si rimanda agli specifici paragrafi 4.1.1 e 5.1.