CAPITOLO 4: DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Le praterie di Isolotto dei Topi e Cala delle Alghe presentano una densità di fasci di P. oceanica su m2, che le colloca nel stadio II della classificazione di Giraud (1977), che indica prateria “densa” e nella classe che indica densità normale, nella classificazione di Pergent et al., (1995)Dal confronto con la bibliografia (Cinelli et al., 2002) emerge che la prateria dell’Isolotto dei Topi non ha riportato rilevanti variazioni nella macrostruttura; una lieve inflessione nella densità dei fasci su m2 è stata invece notata a Cala delle Alghe.
Il dato potrebbe essere spiegato con la maggiore vicinanza di
questa prateria alla spiaggia di Cavo, soggetta al ripascimento, che causa una torbidità delle acque che si rinnova a ogni mareggiata e che a lungo termine, potrebbe aver influito sulla densità dei fasci. La prateria di Baratti presenta valori di densità, che la collocano nello stadio I della classificazione di Giraud (1977), che indica una prateria “molto densa” e nella classe che indica densità normale, nella classificazione di Pergent et al., (1995).
Da segnalare la presenza della “recife barriere” una struttura abbastanza rara nel Mediterraneo settentrionale, che indica un notevole grado di vitalità della pianta.
Il dato concorda con la bibliografia di riferimento (Acunto et al., 1997), sottolineando il pregio naturalistico di questa area.
Le analisi effettuate sui tassi di fioritura e di fruttificazione di P.
oceanica in queste 3 praterie, evidenziano le rilevanti dimensioni
assunte dalla fioritura del 2003 lungo le nostre coste.
I tassi di fioritura di Isolotto dei Topi e Baratti raggiungono valori considerevolmente maggiori, quasi doppi, rispetto a quelli
(Boudouresque, 1982; Caye & Meinesz, 1984; Acunto et al., 1996; Piazzi et al., 1996); il dato di Cala delle Alghe si colloca nella media rispetto alle fioriture descritte in bibliografia.
A differenza del tasso di fioritura, quello di fruttificazione presenta notevoli differenze a seconda della prateria di riferimento.
All’Isolotto dei Topi il tasso di fruttificazione ha valori notevolmente inferiori che a Baratti.
IL sostanziale fallimento della fioritura non è un evento nuovo per
P. oceanica, essendo già stato descritto numerose volte (Caye et al., 1984; Thélin, 1995), tuttavia in questa prateria non sembra
essersi verificato il fenomeno dell’aborto dei giovani frutti, più volte descritto in bibliografia, quanto piuttosto una mancata
fertilizzazione.
Le condizioni che possono aver causato un simile fenomeno sono molteplici, tra le quali riteniamo siano da considerare gli elevati valori di metalli pesanti e soprattutto di arsenico, che
caratterizzano questa zona , così che potrebbe esistere una relazione tra la mancata fertilità e l’elevata tossicità di questo elemento.
Negli ultimi anni numerosi studi mostrano come l’arsenico agisca sulle cellule vegetali e animali (Pesch et al., 2002).
Ulteriori studi volti a verificare gli effetti dell’arsenico sulle cellule riproduttive, sono auspicabili per valutare più attentamente questa ipotesi.
A Baratti il tasso di fruttificazione presenta valori altissimi, a
indicare una quasi totale trasformazione dei fiori in frutti. Il dato va tuttavia considerato in modo critico, in relazione alla distribuzione
“a patch” dei frutti all’interno della prateria.
Una accurata ricognizione dell’area ha mostrato come la fruttificazione non si fosse svolta in modo omogeneo, ma “ a
trasformata in frutti, mentre in altre l’aborto delle infiorescenze era stato massiccio, riducendo di molto il tasso di futtificazione
dell’intera prateria.
La maturazione dei frutti in entrambe le praterie è avvenuta a fine aprile, con un ritardo di circa 2 mesi rispetto a quanto descritto da Piazzi et al., 1996.
Una possibile spiegazione è legata al rallentamento del periodo vegetativo, che sembra correlato a quello riproduttivo ( Mazzella et
al., 1984), a seguito delle condizioni climatiche particolarmente
rigide, che hanno caratterizzato l’inverno e l’inizio primavera del 2004.
Il rilascio dei frutti è stato osservato in maggio.
A Baratti e all’Isolotto dei Topi non sono stati individuati germogli di P. oceanica. Il fenomeno è stato tuttavia rilevato in molte località vicine, segno che probabilmente le condizioni ambientali e le
correnti, non hanno permesso ai semi di insediarsi sul fondo e germinare.
L’indagine climatologia ci ha portato a concludere, che la temperatura gioca un ruolo fondamentale nella fioritura di P.
oceanica.
In particolare è stato osservato il ruolo di 3 parametri che
combinati tra loro, dovrebbero definire gli intervalli di temperatura che inducono o inibiscono la fioritura.
I parametri considerati sono :
• la temperatura massima estiva superficiale marina: in genere coincide con la temperatura massima del mese di agosto.
• la temperatura massima superficiale marina del mese di settembre.
• la differenza tra la temperatura massima superficiale marina del mese di agosto e di settembre.
Dei 3 parametri i primi due sembrano svolgere un ruolo di primo piano nell’induzione alla fioritura, mentre il terzo ha un importanza secondaria, che varia a seconda delle caratteristiche locali della prateria studiata.
Dai risultati sembra che una temperatura superficiale marina del mese di settembre superiore ai 24,5° C circa o una temperatura massima superficiale marina estiva superiore ai 26,50 ° C circa, provochi la fioritura di P. oceanica.
In pratica il superamento di una qualsiasi delle 2 temperature indicate sopra, sarebbe condizione necessaria e sufficiente per l’attivazione della fioritura.
Al contrario il fenomeno risulterebbe inibito da una temperatura massima estiva inferiore ai 26° C circa o da una temperatura massima del mese di settembre inferiore ai 23,5°C circa. Anche in questo caso le 2 temperature considerate, sarebbero condizione necessaria e sufficiente a inibire la fioritura.
La differenza di temperatura tra agosto e settembre ha dato risultati contrastanti; ad Antignano uno sbalzo termico marino superficiale di 2,75° C attiverebbe la fioritura , mentre a foce dal fiume Ombrone questa variabile non sembra avere alcuna influenza sulla fioritura. Pertanto riteniamo che questo parametro non abbia un forte rilievo nella fioritura.
In tutti i grafici è sempre possibile individuare una piccola fascia di temperature, in cui non sarebbe possibile stabilire a priori se il fenomeno si verificherà.
A nostro avviso questa area di incertezza sta a dimostrare l’esistenza di uno o più ulteriori fattori ancora sconosciuti, che influiscono in modo determinante sull’attivazione del processo di fioritura di P. oceanica.
Gli intervalli di temperatura individuati, trovano un riscontro nelle più rare segnalazioni di fioritura di P. oceanica (Bussotti et al.,
1996), che caratterizzano le praterie liguri, dove le temperature della superficie del mare sono generalmente inferiori.
In Sicilia invece le fioriture di P. oceanica si verificano con una maggiore frequenza, in perfetto accordo con i nostri risultati, visto che lungo le coste siciliane i limiti termici da noi identificati, sono raggiunti con una frequenza notoriamente maggiore rispetto a quanto avviene nei nostri mari.
Infine va considerata la straordinaria intensità con cui si è sviluppata la fioritura nel 2003, dalle dimensioni assai maggiori rispetto alle fioriture avvenute tra il 1991 e il 1994, quando le elevate temperature estive non avevano tuttavia raggiunto simili punte, o non erano protratte così a lungo.
Tutto questo fa ipotizzare che la temperatura non solo influisca sull’attivazione del processo di fioritura, ma che sia presente anche un legame tra il tasso di fioritura e il protrarsi nel tempo di
temperature particolarmente elevate.
E’ auspicabile che siano effettuati studi successivi, volti a chiarire in modo più esaustivo questi possibili rapporti.
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RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare il Prof. Francesco Cinelli, per avermi permesso di svolgere questa tesi, ma soprattutto per avermi convinto 4 anni fa a prendere le bombole, iniziandomi così al meraviglioso mondo della subacquea.
Un particolare ringraziamento va al Dott. Alfonso Crisci, per tutto il fondamentale aiuto che mi ha fornito nello svolgimento della tesi e al centro di ricerche IBIMET di Firenze, per la disponibilità che mi è stata offerta.
Un sincero grazie va alla Sig.ra Anna Proietti Zolla per la gentilezza e la pazienza con cui mi ha seguito in tutto il lavoro subacqueo e per avermi permesso di utilizzare le foto presenti in questa tesi. Desidero inoltre ricordare Luigi, Maria e soprattutto Valeria per come mi hanno accolto nel loro albergo e nella loro casa,
permettendomi non solo di acquisire importante materiale per lo svolgimento di questa tesi, ma insegnandomi molto sulla
subacquea, sulla cucina e sull’amicizia in genere.
Un grosso bacio va ai miei genitori per il sostegno tenace e
continuo che mi hanno offerto in tutti questi anni di studio e a mia nonna, a cui dedico questa tesi.
Un abbraccio va a tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi anni di università a cominciare dal gruppo “storico” della mansarda del Pacinotti, a Vale e a Rossella per i bei giovedì passati insieme, ai ragazzi del TAS, alla Associazione Per Mare Per Terra, a tutti gli impiegati del Polo di Scienze Ambientali, che sono stati in questi anni quasi una famiglia, alle mie compagne di casa passate e presenti per avermi sopportato ogni volta che si avvicinava la data di un esame, ai ragazzi e alle ragazze di Riotorto per la loro sincera amicizia, a Serena e Matteo per essere sempre stati
presenti in questi anni in ogni situazione, ed ad Antonella e a Stefano per la loro allegria contagiosa.
Un pensiero particolare va a Riccardo, con cui ho condiviso tutti questi anni di “fatiche” e che è stato amico sincero nelle difficoltà e paziente di fronte a tutte le mie “pazzie”.
Ultimo in questa lista, ma non certo nei pensieri un forte abbraccio va al mio ragazzo Simone, per l’aver ascoltato ogni sera tutte le mie angosce, legate alla realizzazione di questa tesi, per avermi dato coraggio e determinazione e soprattutto per aver deciso di starmi vicino.