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CAPITOLO 2 -La proposta urbanistica-

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 2

-La proposta urbanistica-

2.1 Elementi introduttivi

Il centro abitato di Bocca di Magra

Il piccolo centro abitato di Bocca di Magra nel Comune di Ameglia in provincia de La Spezia è ubicato, come del resto già il nome rivela, alla foce del fiume Magra. La sua posizione è estremamente caratteristica e singolare in quanto costituisce il limite abitato della sponda destra del fiume, nonché il limite di una striscia di pianura alluvionale alla base del promontorio del Monte Caprione, prima che l’ultima propaggine di quest’ultimo si affacci direttamente sul mare col suo roccioso versante orientale.

Piccolo centro abitato, dunque, parte di quel fenomeno delle frange urbane, citato nel primo capitolo di questo lavoro, il cui futuro appare in diretta dipendenza della qualità delle scelte urbanistiche che ne caratterizzeranno i suoi nuovi sviluppi.

La struttura insediativa caratterizzante Bocca di Magra infatti appare quantomai disomogenea; essa è costituita prevalentemente da unità residenziali di modesta altezza e qualità architettonica, per lo più destinate all’uso di seconda casa o residenza estiva, le quali sono più o meno uniformemente distribuite lungo la strada Provinciale che, correndo

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parallelamente al fiume, trova il suo termine nella propaggine estrema del borgo, dove, affacciato sulla darsena recentemente ristrutturata, è ubicato il nucleo abitato principale. Esso conserva le caratteristiche di un tipico borgo marinaro ligure, con viuzze strette fra abitazioni a tre quattro piani sorte probabilmente nella prima metà del Novecento.

L’area oggetto di questo lavoro, consiste in un ampia porzione di terreno di forma irregolare posta alle spalle della prima fila di abitazioni che introducono al nucleo principale del centro abitato. Quest’area è tuttora occupata da campi incolti e si estende fin quasi al piede della retrostante collina, confinando con la strada pedemontana, che corre anch’essa parallela al fiume.

E’ facile constatare che la già precaria trama insediativa, che si dipana irregolarmente lungo il Magra, subisce una brusca interruzione, conferendo al paesaggio un aspetto di desolazione e degrado per lo stato di abbandono in cui versa.

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-Proposta progettuale e sue finalità

In relazione a quanto appena descritto appare chiara la necessità di una ridefinizione del territorio tesa, almeno in questo limitato ambito, a conferire al paesaggio del costruito una maggior coesione, recuperando questi terreni incolti e degradati per utilizzarli nella definizione di un piano in scala urbanistica, il quale si possa poi configurare come una variante al P.R.G. vigente.

Le finalità principali sono quelle di utilizzare questi spazi per aumentare le capacità turistico ricettive del centro abitato, oltre che configurarsi come un intervento qualificante del paesaggio che funga da completamento e da cesura nel contesto insediativo attuale.

Le ragioni di queste scelte saranno esplicitate di seguito, partendo da un’analisi critica sulle previsioni degli strumenti urbanistici che incidono su questo territorio.

Cenni storici sugli strumenti urbanistici e lo sviluppo del borgo

A dimostrazione della carente uniformità insediativa del borgo di Bocca di Magra sta il fatto che non esiste nessuno strumento urbanistico antecedente al vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Ameglia (redatto nel 1985), se non un modesto Piano di Fabbricazione, precedentemente in vigore, che risale al 1975.

Questo è piano denominato: “Normativa edilizia in vigore nel Comune di Ameglia a decorrere dal 10 giugno 1975 in applicazione delle misure di salvaguardia di cui alla legge 3-11-1952 n. 1902”. Esso è redatto, nella sua parte grafica, in scala 1:2500 e rappresenta il territorio del Comune evidenziandone la zonizzazione con retini di diverso colore. Le norme

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tecniche attuative sono redatte in maniera scarna limitandosi ad evidenziare schematicamente le zone ed i loro indici principali, le distanze minime tra le costruzioni, quelle dall’asse stradale e le altezze massime degli edifici.

Da questo strumento si evince che bocca di Magra veniva definita , riportando fedelmente il contenuto del documento:

“-Zona I2- Intensiva (rosso rigato)

La distanza dai confini può essere di m.5 oppure 0 permettendo così eventuali costruzioni a schiera.

Altezza massima m. 7,5 Indice di Fabbricabilità 0,3 Piani 2

Distanza tra le costruzioni m 10 / 0 Distanza dall’ asse stradale m. 8,5

E’ fatto obbligo di procedere mediante Piani Attuativi Preventivi estesi ad almeno un ettaro. “

Un indirizzo ben diverso, come vedremo in seguito, rispetto a quello proposto nel P.R.G. vigente che inserisce queste aree nell’ambito delle zone di pubblico utilizzo (attrezzature per il tempo libero, verde pubblico ecc.).

In precedenza dunque nulla ha normato l’evolversi del costruito, sappiamo dall’analisi storica precedentemente condotta che il Borgo di Bocca di Magra, pur conservando vestigia di epoca romana (ville e brani di strade consolari) e di epoca medievale (Monastero di Santa Croce e fortificazioni annesse), nasce agli inizi del secolo scorso come villaggio di marinai e piccoli commercianti. Esso si sviluppa poi negli anni Trenta come scalo di supporto alle navi per il trasporto di derrate alimentari, di marmo e di sabbia; nella convulsa crescita del dopoguerra diventa piccolo centro turistico, meta

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marittima dedicata, le spiagge più belle della costa che dalla foce del Magra arriva a Lerici.

Una crescita disordinata e discontinua che ha permesso nel frattempo alborgo di dotarsi di una chiesa e una scuola materna, quest’ultima ormai purtroppo in via di demolizione.

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2.2 Inquadramento urbanistico

Il PTCP della Regione Liguria

Il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico della Regione Liguria, entrato in vigore nel 1990, è uno strumento normativo di tipo direttivo preposto a governare le trasformazioni del territorio ligure, con particolare riferimento all’impianto normativo. Esso si propone inoltre fornire una dettagliata classificazione del territorio regionale, suddividendolo in ambiti territoriali; questa classificazione è suddivisa in tre parti definite: assetto geomorfologico, assetto vegetazionale ed assetto insediativi.

Le indicazioni che il P.T.C.P propone si pongono concettualmente a monte del P.R.G. e ne suggeriscono gli indirizzi generali a livello territoriale, ma, fatte salve le diversità di linguaggio e di parametri utilizzati, tali indicazioni diventano anche confrontabili con quelle di P.R.G. e addirittura con gli strumenti per la progettazione urbanistica di dettaglio.

Il territorio è infatti discretizzato in tre livelli, perché dagli ambiti territoriali si passa all’ individuazione di situazioni differenziate all’interno di esse (con norme ed indirizzi specifici) fino ad arrivare ad un livello puntuale le cui indicazioni dovranno poi essere sviluppate nelle successive fasi della pianificazione paesistica. Tuttavia allo stato attuale il Piano tratta esaustivamente solo gli ambiti territoriali e locali, considerando il livello puntuale limitatamente alla definizione del campo di applicazione.

Come ho già detto il P.T.C.P. si articola secondo tre aree tematiche, tre assetti i quali in linea di principio pur essendo concorrenti in quanto si esercitano insieme su ogni porzione di territorio, sono però tra loro

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Più specificatamente:

- le indicazioni relative all’assetto insediativo valgono nei confronti degli interventi edilizi o assimilabili, quali la costruzione o la ristrutturazione di edifici di ogni genere e destinazione e di manufatti e impianti di qualsivoglia natura e destinazione, nonché delle relative opere complementari;

- le indicazioni relative all’assetto geomorfologico disciplinano le opere idrauliche e marittime, l’apertura e la sistemazione di cave e discariche, gli interventi di consolidamento dei pendii e in generale quelle opere che determinano profonde ed estese alterazioni del quadro morfologico e idraulico;

- le indicazioni relative all’assetto vegetazionale disciplinano gli interventi di deforestazione e quelli che hanno per oggetto lo sfruttamento economico e/o il miglioramento qualitativo dei boschi e delle praterie.

Questa impostazione costituisce una scelta precisa che caratterizza il Piano: scelta la cui motivazione va cercata nell’intendimento di non costringere gli utenti e gli interpreti del P.T.C.P a un faticoso esercizio combinatorio per accertare, ad esempio, se un intervento edilizio consentito da una norma dell’ assetto insediativo non sia incompatibile con le indicazioni dell’assetto vegetazionale.

Pur assomigliando a un P.R.G. in quanto opera mediante la suddivisione del territorio in porzioni normandole, il P.T.C.P. si esprime non in termini assoluti, ma relativi. Esso indica infatti in quali termini sia consentito apportare al territorio modificazioni rispetto alla situazione attuale, assunta come riferimento. Se infatti il P.R.G. esprime solitamente un “stato finale” che non ha alcun riferimento alla situazione “iniziale”, il P.T.C.P. disciplina invece gli “scostamenti” da questa.

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Conseguentemente gli elaborati normativi del Piano hanno un duplice contenuto: a) la definizione dello “stato attuale”; b) la definizione del “margine di scostamento” che viene ammesso.

Tale duplice contenuto è espresso rispettivamente dalle “categorie descrittive” le quali descrivono lo stato di fatto come un insieme di “caratteri ricorrenti o tipici, e dalle “categorie normative” che sono l’equivalente delle destinazioni d’uso del P.R.G..

Per finire questa breve descrizione non resta che considerare i rapporti del P.T.C.P. con gli strumenti urbanistici. Nella sua dimensione normativa esso opera attraverso la gestione di vincoli e la definizione di procedure. Pertanto, in termini del tutto generale può:

a) imporre vincoli di vario ordine alla trasformazione di aree in senso più stretto rispetto alla disciplina vigente;

b) dare indicazioni integrative alla disciplina vigente, relativa ad aspetti che questa non contempla;

c) istituire una disciplina meno vincolante in determinate porzioni di territorio, in quanto frutto di uno studio approfondito teso ad un regime di tutela più che di salvaguardia.

Specificatamente ai rapporti tra la disciplina propria del P.T.C.P. e la disciplina urbanistica generale si possono prefigurare pertanto le seguenti ipotesi (o combinazioni di esse):

a) il P.T.C.P. richiede una variante di adeguamento del P.R.G. e istituisce una salvaguardia rispetto ad essa;

b) il P.T.C.P. indica una possibile variante al P.R.G., il quale continua nel frattempo ad operare con la disciplina attuale;

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c) il P.T.C.P. aderisce totalmente alla disciplina dettata dal P.R.G. vigente, facendola propria senza modifiche o integrazioni;

d) il P.T.C.P. integra le prescrizioni del P.R.G. con altre che riguardano aspetti non disciplinati dal P.R.G.;

e) il P.T.C.P. non dà alcuna prescrizione o indicazione per l’area, limitandosi a rinviare al P.R.G. vigente e alle sue eventuali future varianti.

Collocazione del centro abitato di Bocca di Magra nel P.T.C.P.

Essendomi preoccupato nel precedente capitolo della descrizione accurata delle caratteristiche generali del territorio in questione nel senso più ampio del termine evidenziandone, come si è visto, gli aspetti legati alla storia, alla morfologia, agli aspetti naturalistici ed insediativi, mi propongo ora di verificare come questi aspetti siano contenuti e normati nel Piano appena descritto.

Assetto Geomorfologico

Il territorio di Bocca di Magra viene compreso nell’ambito territoriale N° 97 Valle Magra, ambito costituito dalla porzione finale di valle caratterizzata da un’ampia piana alluvionale con vallette laterali di modesta estensione.

In relazione agli indirizzi che il Piano prevede e che ho precedentemente definito, ci troviamo in questo caso in una zona con indirizzo generale di MODIFICABILITA’ (MO) e, in merito alle indicazioni locali, un regime normativo di MODIFICABILITA di tipo B (MO-B).

Più precisamente l’indirizzo generale di MODIFICABILITA’ (M):

1. Si applica nelle situazioni in cui l'ambiente, in assenza di valori emergenti, presenta una modesta vulnerabilità sotto il profilo

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geomorfologico, in modo tale che non si manifesta l'esigenza di specifiche azioni di tutela dell'attuale configurazione, ferme restando le normali cautele relative alla corretta gestione del territorio.

2. L'obiettivo è quello di rendere possibili quegli interventi che, seppure motivati da esigenze diverse da quelle proprie del Piano, siano comunque occasione per dar luogo ad un assetto più soddisfacente sotto il profilo ambientale.

3. La pianificazione dovrà pertanto assumere prevalentemente il compito di garantire l'osservanza delle normali cautele preordinate a tutelare la qualità dell'ambiente.

Inoltre l'indirizzo generale di MODIFICABILITA' comporta, per quanto concerne gli aspetti quantitativi, l'opportunità di prevedere sostanziali variazioni relative; gli aspetti qualitativi, la possibilità di adottare tipologie innovative; gli aspetti strutturali, la possibilità di definire nuovi schemi distributivi e organizzativi.

Mentre il regime normativo di MODIFICABILITA di tipo B (MO-B) è così definito:

MODIFICABILITÀ di tipo B (MO-B)

1. Tale regime si applica in tutte le parti del territorio non assoggettate ai regimi normativi di cui ai restanti articoli della presente Sezione.

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2. Gli interventi in tali zone, oltre a rispettare la specifica disciplina di settore, dovranno conformarsi a criteri di corretto inserimento ambientale delle opere.

Per la precisione al punto 1. di questa definizione ci si riferisce al regime normativo di CONSOLIDAMENTO o di TRASFORMAZIONE applicati in parti di territorio con condizioni idrogeologiche più importanti o compromesse.

Da questa situazione si evince che il Piano in questo senso non pone limiti particolari, quindi nell’ambito della sua integrazione con la normativa vigente si pone in una posizione di tutela ma non vieta interventi anche importanti, limitandosi ad esigere il rispetto la specifica disciplina di settore.

In questo caso mi preme far menzione del fatto che, nell’ambito della foce del Magra l’Autorità di Bacino del Fiume Magra, nella carta della pericolosità idraulica, inserisce un lembo del terreno da me considerato nelle zone a pericolosità di esondazione molto elevate. Questa situazione comporterà, come dirò in seguito, alcune precauzioni nella definizione dell’assetto urbanistico proposto.

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Assetto vegetazionale

In questo ambito il territorio appartiene a quelle aree individuate con la sigla COL, colture agricole; questo termine è comunque usato in maniera generica per designare anche tutte quelle zone antropizzate per le quali non valgono le categorie normative adottate per i boschi e per le praterie. Nel merito poi delle indicazioni normative a livello locale viene applicato il regime normativo “Impianti sparsi in serre” (-ISS), quindi la sigla completa che contraddistingue l’area è: COL-ISS.

Vediamo con precisione, per quanto riguarda i caratteri generali si ha: 1. Il Piano: pur non disciplinando le modalità di esercizio delle attività agricole, interferisce con le stesse nei casi in cui comportino la realizzazione di edifici, impianti ed infrastrutture, in quanto per tali opere valgono le pertinenti norme relative all'assetto insediativo.

2. Per quanto concerne l'estensione delle aree che possono essere interessate a tali attività, il Piano non pone limitazioni all'interno delle zone appositamente indicate con la sigla COL nella cartografia dell' assetto vegetazionale, mentre nelle restanti parti del territorio eventuali modificazioni dello stato attuale sono subordinate alla verifica di compatibilità con gli obiettivi definiti per "assetto vegetazionale”.

3. È comunque vietato costruire nuovi impianti di serre nelle zone sottoposte al regime normativo di CONSERVAZIONE degli assetti insediativi e geomorfologico.

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Nello specifico del regime normativo locale Impianti sparsi in serre (-ISS): 1. Tale regime si applica nelle parti del territorio con sigla COL non ricadenti tra quelle disciplinate dal regime normativo locale Impianti diffusi in serre (-IDS).

2. L'obiettivo della disciplina è quello di assicurare che l'evoluzione delle attività agricole verso una maggiore efficienza e competitività trovi riscontro nelle forme del paesaggio agrario senza tuttavia alterarne i caratteri prevalenti.

3. Le zone di cui al primo comma, per quanto riguarda la costruzione di nuove serre e la modificazione di quelle esistenti, sono pertanto assoggettate ad un regime normativo del MANTENIMENTO che consente la realizzazione di impianti opportunamente ubicati e dimensionati in funzione delle caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei suoli, ferma restando l'esigenza di non dare luogo a rilevanti concentrazioni.

Queste indicazioni non vincolano in nessun modo la pianificazione all’interno dei terreni che ricadono nel centro abitato di Bocca di Magra in quanto esso può ascriversi, nell’ampia accezione della sigla “COL”, proprio nelle già menzionate zone antropizzate, mentre non si registra la presenza di impianti in serra che giustifichino l’applicazione degli indirizzi normativi locali.

Dal punto di vista naturalistico quindi non c’è molto da salvaguardare, se non l’ovvia attenzione, nell’ambito della progettazione urbana, alla dotazione di adeguati spazi verdi di pubblica utilizzazione.

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Semmai mi pare degno di nota il fatto che i terreni in questione si trovano subito a ridosso di un ambito collinare di estremo valore naturalistico, quale il Parco Naturale di Montemarcello, il quale si presenta, con la sua macchia lussureggiante, in guisa di una quinta altamente scenografica la cui vista dovrebbe essere valorizzata.

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Assetto Insediativi

Ho già ampiamente descritto questo aspetto che poi è anche l’ambito che interessa direttamente la proposta progettuale, in quanto si prefigura come un intervento edilizio su cui appunto hanno effetto le norme relative a questo Assetto.

Anche il P.T.C.P evidenzia gli aspetti negativi di un sistema insediativo che, nell’ambito territoriale Valle Magra, ha subito recentemente un’incontrollato sviluppo, dettato da un’eccezionale espansione residenziale e industriale.

Nella fattispecie al il territorio da me preso in analisi viene attribuito un indirizzo generale di MODIFICABILITA’ (MO); per quanto riguarda l’indirizzo locale, ci troviamo in un’area definita “Insediamenti diffusi” a regime normativo di MODIFICABILITA’ di tipo A (ID-MO-A).

Per maggiore precisione:

1. L'indirizzo generale di MODIFICABILITA' si applica:

a) nelle situazioni in cui i livelli di compromissione paesistico-ambientale attuali sono tali da indurre a non subordinare i nuovi interventi a criteri di conformità rispetto all'esistente;

b) nelle altre situazioni in cui le esigenze di tutela paesistico ambientale sono compatibili con quelle relative al soddisfacimento di diverse istanze di ordine urbanistico e socioeconomico.

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2. L'obiettivo è quello di rendere possibili quegli interventi che seppure motivati da esigenze diverse da quelle proprie del Piano, siano comunque

occasione per addivenire ad un assetto più soddisfacente sotto il profilo paesistico.

3. La pianificazione dovrà pertanto assicurare agli sviluppi insediativi gli opportuni livelli di qualificazione ambientale, in forme compatibili con le esigenze urbanistiche e coerenti con il contesto d'ambito.

E ancora:

L'indirizzo particolare di MODIFICABILITA' comporta, per quanto concerne - gli aspetti quantitativi, la possibilità di prevedere sostanziali variazioni relative;

- gli aspetti qualitativi, la possibilità di proporre caratteri formali e funzionai i innovativi;

- gli aspetti strutturali, la possibilità di definire nuovi schemi distributivi. Per gli aspetti locali il regime normativo di Modificabilità di tipo A (ID-MO-A):

1. Si applica nei casi in cui l’insediamento presenti aspetti di forte eterogeneità e disorganizzazione, tali che nello stesso non siano riconoscibili né caratteri prevalenti, né uno schema organizzativo cui attenersi.

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2. L’obbiettivo della disciplina è quello di assicurare, mediante la definizione di nuove regole, lo sviluppo dell’insediamento verso un assetto maggiormente ordinato e confacente sotto il profilo paesistico-ambientale.

3. Gli interventi di urbanizzazione e di nuova edificazione o comunque incidenti in misura rilevante sull’assetto della zona devono pertanto essere riferiti a regole e schemi di organizzazione e riqualificazione ambientale dell’insediamento o di parti significative di esso, da definirsi mediante uno Studio Organico d’Insieme, ferma restando la conferma del suo carattere diffuso.

4. Ancora si precisa che esso ricorre nelle zone urbane di impianto recente, ma nelle quali lo sviluppo non è stato correttamente guidato da strumenti attuativi dando luogo a insediamenti disorganici ed eterogenei.

Consente interventi anche rilevanti di nuova edificazione, purché capaci di produrre effetti di riorganizzazione formale e funzionale e dell'esistente. A tal fine la norma richiede la redazione di uno studio organico di insieme che definisca gli elementi essenziali dell'organizzazione spaziale dell'insediamento.

E ancora:

L'indirizzo particolare di MODIFICABILITA' comporta, per quanto concerne - gli aspetti quantitativi, la possibilità di prevedere sostanziali variazioni relative;

- gli aspetti qualitativi, la possibilità di proporre caratteri formali e funzionai i innovativi;

- gli aspetti strutturali, la possibilità di definire nuovi schemi distributivi. Per gli aspetti locali il regime normativo di Modificabilità di tipo A (ID-MO-A):

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1. Si applica nei casi in cui l’insediamento presenti aspetti di forte eterogeneità e disorganizzazione, tali che nello stesso non siano riconoscibili né caratteri prevalenti, ne uno schema organizzativo cui attenersi.

2. L’obbiettivo della disciplina è quello di assicurare, mediante la definizione di nuove regole, lo sviluppo dell’ insediamento verso un assetto maggiormente ordinato e confacente sotto il profilo paesistico-ambientale.

4. Gli interventi di urbanizzazione e di nuova edificazione o comunque incidenti in misura rilevante sull’ assetto della zona devono pertanto essere riferiti a regole e schemi di organizzazione e riqualificazione ambientale dell’ insediamento o di parti significative di esso, da definirsi mediante uno Studio Organico d’ Insieme, ferma restando la conferma del suo carattere diffuso.

Ancora si precisa che esso ricorre nelle zone urbane di impianto recente, ma nelle quali lo sviluppo non è stato correttamente guidato da strumenti attuativi dando luogo a insediamenti disorganici ed eterogenei.

Consente interventi anche rilevanti di nuova edificazione, purché capaci di produrre effetti di riorganizzazione formale e funzionai e dell' esitente. A tal fine la norma richiede la redazione di uno studio organico di insieme che definisca gli elementi essenziali dell'organizzazione spaziale dell' insediamento.

L’ intento del P.T.C.P. appare dunque chiaro, suggerisce, come azione prioritaria, il rafforzamento delle qualità paesistiche, delle strutture di fruizione,delle strutture turistiche e residenziali collegate al corso del Magra.

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In questi termini esso si pone a mio avviso in una posizione collaterale al P.R.G. proponendo modifiche o integrazioni.

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Figura 48 P.T.C.P. -Assetto Insediativo-

Il Piano Regolatore del Comune di Ameglia

Il P.R.G. di Ameglia è uno strumento urbanistico in vigore dal 1987 e costituisce, unitamente al P.T.C.P. , lo strumento normativo del territorio di Bocca di Magra. E’ uno strumento molto importante storicamente, in quanto è il primo ed unico Piano Regolatore approvato, preceduto, come precedentemente visto, da un modesto Piano di Fabbricazione.

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L’intento del piano, secondo le opinioni di chi a quell’ epoca nè caldeggiò l’approvazione, era di proporre un nuovo modo di fare turismo, di incrementare la capacità ricettiva a livello turistico e di regolamentare, fare chiarezza sull’ utilizzo del territorio, dopo gli anni di scempio urbanistico del dopoguerra.

Questo P.R.G. esplicita come di consueto nelle Norme Tecniche di Attuazione le zone omogenee secondo le quali il territorio comunale è stato suddiviso; definendone gli indici pertinenti e descrivendone il loro utilizzo.

L’attuazione del piano è prevista nei due modi consueti di intervento previsti : strumento urbanistico attuativo previsto dalla legge urbanistica 17/8/1942 n. 1150 e successive modificazioni, nonché dalla legge regionale n.28 del 1976, e l’ intervento edilizio diretto attraverso apposita concessione.

Nella fattispecie dell’area interessata dal mio intervento riporto di seguito lo stralcio di P.R.G. nel quale sono descritte le zone omogenee in cui essa ricade.

Art. 46

S2 ZONE A VERDE PUBBLICO CON ATTREZZATURE

Tali zone sono destinate a verde con attrezzature pubbliche varie, secondo le specifiche destinazioni rilevabili dalle tavole di P. R. G., quando indicato. Il piano si attua per intervento diretto su aree unitarie, non interessate cioè da strade o fasce di altre

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If Indice di fabbricabilità fondiario 1 mc/mq Sc superficie coperta 1/ 10 S t

Art. 48

S3 ZONA PER ATTREZZATURE PUBBLICHE E COLLETTIVE

Le zone per attrezzature pubbliche e collettive sono destinate all'istruzione, alle attrezzature sociali e culturali, sanitarie e per pubblici servizi, alle chiese, in generale o a seconda del tipo di servizio.

In tali zone il piano si attua per intervento edilizio diretto, su ciascuna area unitaria, non interrotta cioè da strade o da fasce di altre zone, applicando i seguenti indici:

I f indice di fabbricabilità fondiario 1 mc/ mq S c superficie coperta 1 /3 St

Le superfici non interessate dalle attrezzature e dai relativi spazi di pertinenza sono da destinare a verde pubblico e sono soggette a norme e criteri espressi all'art. 45 per la S1.

Art. 49

S4 SPAZI E PERCORSI PUBBLICI ATTREZZATI PER IL TEMPO LlBERO.

Tali zone riguardano alcune diramazioni all'interno dei tessuti edificati esistenti di Bocca di Magra e Fiumaretta.

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Esse devono essere preservate e organizzate per la fruibilità e l'uso pubblico: pertanto è vietata qualsiasi forma di privatizzazione, recinzione o altri modi di intervento che ne impediscano il libero accesso e la percorribilità pedonale.

Il piano particolareggiato pubblico ovvero lo S. U. A. di iniziativa privata, nel quale tali zone ricadono, dovranno indicare gli accessi, le piantumazioni, le pavimentazioni e gli arredi fissi con eventuali attrezzature per la sosta pedonale.

Art. 50

S5 ZONE PER ATTREZZATURE PER IL TEMPO LIBERO

In tali zone è prevista l'installazione di attrezzature e l'organizzazione degli spazi a terra, inerenti allo svago, al gioco, allo sport, a manifestazioni culturali, al ristoro, al commercio minuto e a quanto altro connesso con la vocazione turistica della zona, fatta esclusione assoluta della residenza.

Per le zone D5. 1 S5; D5. 2 S5; D5. 3 S5; D5. 4 S5 e D5. 5 S5 il piano si attua attraverso lo stesso strumento urbanistico attuativo di appartenenza, che dovrà garantire l'uso pubblico di tali attrezzature attraverso un' impegnativa da parte dell' operatore da trascriversi nella convenzione.

Vanno osservati i seguenti indici:

I t indice di fabbricabilità territoriale D5. 1 S5 = 0, 3 mc./ mq -D5. 2 S5 = 0, 5 mc./ mq

D5. 3 S5 = 0, 3 mc./ mq -D5. 4 S5 = 0, 2 mc./ mq D5. 5 S5 = 0, 3 mc./ mq

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numero dei piani 2

S c superficie coperta massima 10% St superficie territoriale distanza minima dai confini 6, 00 m.

distanza dalla strada statale n. 432 e dalla strada provinciale 15, 00 m.

spazi destinati a parcheggi pubblici 10% St superficie territoriale distanza dalla strada statale n. 432 e dalla strada provinciale 15, 00 m.

spazi destinati a parcheggi pubblici 10% St superficie territoriale

Per le altre zone ( S2 S5 ) e ( S2 S3 S5 S7 ) comprese rispettivamente nei perimetri degli S. U. A. D5. 2 e D5. 4 (vedi art. 31 delle presenti norme) il piano si attua attraverso S. U. A. di intervento pubblico finalizzato a dosare per Fiumaretta e Bocca di Magra con un coordinato disegno pianificatorio le dotazioni di servizi più adeguate.

Lo strumento attuativo di dettaglio per altri interventi dovrà essere rispettoso delle seguenti prescrizioni:

I t indice di fabbricabilità territoriale 0, 50 mc/ mq H max altezza massima degli edifici 7, 80 m. numero dei piani 2

distanza minima dei confini m. 6, 00

distanza minima dai fabbricati ½ della somma delle altezze dei fabbricati interessati ed in ogni caso non inferiore ai m. 12, 00 .

Per le altre zone ( S2 S5 ) e ( S2 S3 S5 S7 ) comprese rispettivamente nei perimetri degli S. U. A. D5. 2 e D5. 4 (vedi art. 31 delle presenti norme) il

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per Fiumaretta e Bocca di Magra con un coordinato disegno pianificatorio le dotazioni di servizi più adeguate.

Lo strumento attuativo di dettaglio per altri interventi dovrà essere rispettoso delle seguenti prescrizioni:

I t indice di fabbricabilità territoriale 0, 50 mc/ mq H max altezza massima degli edifici 7, 80 m. numero dei piani 2

distanza minima dei confini m. 6, 00

distanza minima dai fabbricati ½ della somma delle altezze dei fabbricati interessati ed in ogni caso non inferiore ai m. 12, 00 .

Art. 52

S7 SPAZI DI SOSTA E PARCHEGGIO

Ove non prescritto diversamente e in misura maggiore dalle presenti norme, sono richiesti i seguenti spazi di sosta e parcheggio come segue:

-cinema, teatri, supermercati, impianti sportivi o per lo spettacolo coperti mq 20 ogni 80 mc di costruzione

-ospedali, case di cura, ambulatori e zone per attrezzature comuni mq 10 ogni 80 mc di costruzione

-edifici per uffici mq. 8 ogni 80 mc di costruzione -altri edifici mq 5 ogni 80 mc di costruzione

Gli spazi di sosta e parcheggio, come sopra specificati a seconda della destinazione d'uso degli edifici, vanno previsti come opere di urbanizzazione primaria e dovranno essere ubicati in contiguità all'area di

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sedime degli edifici e calcolati percentualmente sulla cubatura tecnica disponibile.

Art. 52 bis

Zone: S2 S3 S5 S7 di Bocca di Magra

Le relative previsioni saranno attuate mediante strumento urbanistico attuativo sottoposto ad approvazione o al nulla- osta regionale.

Tale strumento é redatto al fine di organizzare i rapporti dimensionali, di ingombro volumetrico delle attrezzature funzionaIi fra le diverse tipologie di servizi previsti all'interno della zona, tenuto conto delle analisi sui fabbisogni espressi tanto dalla popolazione residente che connessi alle migliori condizioni di fruibilità della zona del Parco Fluviale e dell'offerta turistica.

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2.3 La proposta progettuale

Considerazioni Introduttive

A titolo introduttivo occorre innanzitutto sottolineare, a mio parere, come le previsioni del Piano Regolatore di Ameglia nei confronti di questo limitato ambito territoriale siano confuse e mal definite. Come si può evincere dall’ ultimo articolo citato, il 52 bis, si prevede l’utilizzo della zona per le funzioni più svariate, nell’intento di soddisfare i fabbisogni dei residenti e la necessità di favorire lo sviluppo ed il turismo in armonia con l’ambito naturale. Sono presenti dunque 4 distinte “indicazioni di utilizzo” (S2, S3, S5, S7), ma non è chiaro nè il limite territoriale di ognuna di esse, ne quale di esse quindi, debba essere quantitativamente preponderante sulle altre. Questo fatto ha creato a mio avviso la situazione attuale in cui le previsioni non vengono attuate in mancanza di un più ordinato schema di intervento.

In quest’ottica mi preme sottolineare che proprio il P.T.C.P. in questo caso si inserisce come elemento normatore di supporto suggerendo in relazione all’indirizzo di modificabilità che esso propone: “…di assicurare, mediante la definizione di nuove regole, lo sviluppo dell’insediamento verso un assetto maggiormente ordinato e confacente sotto il profilo paesistico-ambientale.” Vale a dire che qualsiasi intervento di voglia intraprendere, esso deve portare ad un risultato che dia un senso “ordine” al costruito ed al contempo sia rispettoso delle caratteristiche ambientali di un sistema territoriale “delicatissimo” dal punto di vista paesistico ambientale.

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Articolazione schematica della proposta

1) Finalità: articolare spazi edificati e spazi aperti, collegare, connettere, gli ambienti insediativi e quelli naturalistici, migliorare la mobilità, prevedendo, nel contempo, destinazioni d’uso che rafforzino la capacità ricettiva di Bocca di Magra.

2) Temi di progetto:

a) Utilizzo dell’ambito come integratore dei vari ambienti naturalistici (colle/fiume), culturali (villa romana),insediativi (Bocca di Magra).

b) Definizione un nuovo assetto stradale, con un asse principale attrezzato di collegamento alla strada che corre ai piedi della collina, assi secondari di penetrazione e percorsi ciclo pedonali.

c) Articolazione degli spazi tramite l’inserimento delle destinazioni d’uso, degli spazi verdi e dei parcheggi.

d) Sviluppo di un’ immagine ordinata del completamento della frazione che non si configuri come “oppositiva” ai caratteri della frazione stessa.

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N Scala 1:500 0 10 50 20 40 30

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3) Destinazioni d’uso

Al fine di raggiungere gli obbiettivi previsti si individuano le seguenti destinazioni d’ uso:

-Ricettività turistica

-Spazi commerciali (negozi, ristorazione, svago) -Verde e spazi aperti al pubblico

L’idea generale è quella di articolare gli spazi in modo da spostare il traffico motorizzato alla periferia dell’intera zona, consentendone la penetrazione solo con piste ciclabili e strade pedonali. Sarà consentito l’accesso ai veicoli a motore limitatamente a quelli di servizio ed ai veicoli di soccorso attraverso un asse viario che taglia l’intera area da nord-ovest a sud-est.

Un’ampia porzione sarà destinata a verde pubblico e nella zona centrale verrà ricavato uno spazio aperto conformato come una piazza adatta ad ospitare manifestazioni di vario genere, essa sarà dotata di gradinate e di una grande fontana ornamentale. Ai margini di questo spazio sorgeranno gli interventi edilizi principali: un centro commerciale a nord e un centro turistico residenziale a sud affiancato da un’area verde con piscina pubblica.

Definizione delle zone omogenee

Al fine raggiungere gli obbiettivi proposti, l’area sarà suddivisa in due differenti porzioni che, per quanto riguarda gli aspetti quantitativi verranno normate secondo gli indici delle zone omogenee F1 (insediamenti direzionali e commerciali) e D5 (zone a ricettività turistica) contenute nelle

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Art. 31.

D5 ZONE PRODUTTIVE PER LA RICETTIVITA' TURISTICA

Lo strumento urbanistico prevede le seguenti nuove zone produttive turistiche:

La destinazione d'uso di tali zone consente le possibili forme di ricettività turistica temporanea che assicurino e garantiscano la caratteristica di “gestione” dell 'attività produttiva.

In tali zone il piano si attua mediante strumento urbanistico attuativo soggetto ad approvazione o a nulla osta regionale e relativa convenzione, esteso a tutta l'area così come individuata nelle tavole di piano; in assenza di tale strumento è vietato procedere a qualsiasi modificazione o intervento nelle zone suddette.

Art. 31. A

Per gli interventi previsti nelle zone di cui ai punti si applicano i seguenti indici:

It indice di fabbricabilità territoriale D5. 1 0, 6 mc/ mq D5. 3 1, 25 0, 8 mc/ mq

H max altezza massima m. 11, 20 numero dei piani 3

distanza minima dai confini m. 6, 00

distanza minima dagli edifici: 1/ 2 della somma delle altezze dei fabbricati interessati e in ogni caso non inferiore a m. 12, 00

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Spazi destinati a verde pubblico: 5% della superficie territoriale S t

E' consentita inoltre la sistemazione a terra dell'area di pertinenza per giochi e sport e relativi locali di servizio che abbiano un'altezza massima di m. 3,00 e una superficie coperta non superiore al 5% della superficie totale del lotto: questi volumi saranno compresi nel computo della volumetria massima consentita nell'area.

Art. 40

F1- ZONE PER INSEDIAMENTI DI CARATTERE COMMERCIALE

In essa è consentito l’insediamento di uffici pubblici o privati, attrezzature commerciali e qualunque altro insediamento che abbia carattere direzionale.

Sono escluse le residenze.

In questa zona il piano si attua mediante strumento urbanistico attuativo sull’ intera superficie come configurata nelle tavole di piano applicando i seguenti indici:

It indice di fabbricabilità territoriale 2 mc/ mq H max altezza massima m. 11, 20

numero dei piani 3

distanza minima dai confini m. 5, 00

distanza minima dagli edifici: 1/ 2 della somma delle altezze dei fabbricati interessati e in ogni caso non inferiore a m. 10, 00

Spazi destinati a parcheggi pubblici: 40/100 mq/mq della superficie lorda Sl

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In questo senso quindi si è formulata una proposta di variante al Piano Regolatore vigente, proprio nell’intento di favorire uno schema di intervento ordinato all’interno del quale poter sviluppare i temi progettuali proposti.

Definizione delle destinazioni d’uso

Ho precedentemente elencato le destinazioni d’uso risultanti dalla definizione delle finalità che mi sono preposto in questo lavoro, adesso cercherò di precisarle:

a) Ricettività turistica: nell’intento di offrire una maggiore possibilità di soggiorno ed alimentare una permanenza turistica stabile è stato indispensabile aumentare la capacità ricettiva di Bocca di Magra (peraltro molto scarsa) attraverso l’inserimento di un complesso edilizio a carattere alberghiero-residenziale.

b)

La porzione di territorio che occupa la parte sud occidentale dell’intera area verrà, come detto, normata secondo le prescrizioni della zona omogenea D5 e all’interno di essa verrà inserito il complesso edilizio articolato in 6 costruzioni e dotato di piscina privata. L’intera area sarà concepita come un complesso residenziale chiuso, delimitato da una recinzione e comprenderà un parcheggio pertinenziale ad uso esclusivo dei suoi residenti. Gli edifici ospiteranno appartamenti e camere di varie dimensioni, il centro direzionale per la loro gestione e un centro benessere.

L’accesso principale, quello carrabile, sarà ubicato sul lato meridionale, in comunicazione con la strada pedemontana, mentre saranno previsti anche accessi secondari che si apriranno all’interno dell’area interdetta al traffico motorizzato.

(42)

Nello spazio rimanente, sempre sotto le prescrizioni della Zona Omogenea D5, come precedentemente accennato, sarà prevista la realizzazione di una piscina pubblica all’aperto, come completamento della vasta area lasciata a verde; essa sarà dotata anche di un edificio che ospiterà gli spogliatoi, un piccolo punto di ristoro e la gestione della stessa.

L’idea della piscina pubblica nasce dalla necessità di conferire un ulteriore motivo di attrattiva e appetibilità alla zona, nel tentativo di trattenere il turista (questa volta di passaggio) anche nel caso che le avverse condizioni del mare sconsiglino l’imbarco per le spiagge della costa.

A completamento dell’intero intervento in questa porzione di territorio, sarà previsto, come da norma, un parcheggio pubblico direttamente comunicante con la strada principale, ubicato al termine dell’asse pedemontano attrezzato a sud ovest.

b) Spazi commerciali: l’aumentata capacità di ricezione turistica, presuppone il supporto struttura commerciale ad integrazione di quella esistente nel borgo, spazi commerciali a carattere ristorativo e di svago. In questo senso si deve intendere l’inserimento di questa destinazione d’uso ed il suo significato.

La porzione dell’area nord-orientale sarà così normata dalle prescrizioni della Zona Omogenea F1 ed ospiterà il centro commerciale, tema principale di questo lavoro e che verrà ampiamente descritto nel capitolo successivo. In questa sede mi limiterò a precisare che sarà concepito in tre edifici che sarà delimitato a nord da un’area verde attrezzata e a sud dal già menzionato spazio aperto.

Tale spazio verrà quasi “abbracciato” dal centro commerciale che ne costituisce una quinta, mentre la parte inferiore verrà limitata dall’asse viario

(43)

che da nord-ovest a sud-est costituisce il limite fisico tra le due porzioni di territorio che sono state previste.

Anche in questo caso l’area sarà completata, nella sua parte superiore, da un parcheggio pubblico di dimensioni adeguate, prospiciente e aggiuntivo a quello già esistente.

c) Verde a e spazi pubblici: come già ampiamente detto il motivo legante di tutta l’articolazione del territorio è il verde pubblico, e gli spazi dedicati alla fruizione di questo. Piste ciclabili e strade esclusivamente pedonali penetrano l’area intercettando perpendicolarmente l’asse viario traversale, permettendo di raggiungere la “piazza centrale” i giardini e le aiuole attrezzate che completano gli interventi principali.

La scelta di dedicare tanto spazio al verde è stata quasi obbligatoria, dettata dalla necessità di conferire all’intervento un aspetto “naturale” e di dare una continuità ideale alle vaste porzioni di verde che contornano tutto il centro abitato, costituite dai boschi del Parco Naturale che dalla collina si affacciano sul lembo di pianura che ospita Bocca di Magra.

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Ricettività Turistica

Spazi verdi e di svago

S= 3380 mq. Ricettività Turistica Parcheggi pertinenziali S= 1780 mq. Ricettività Turistica S= 300 mq. 1 piano Hmax 3,5 m. Ricettività Turistica S= 320 mq. 3 piani Hmax 10 m. Ricettività Turistica S= 205 mq. 3 piani Hmax 10 m. Ricettività Turistica S= 490 mq. 3 piani Hmax 10 m. Piscina Pubblica S=325 mq. 1 piano Hmax 3,5 m. Ricettività Turistica Parcheggi pubblici S= 2670 mq. Ricettività Turistica S= 180 mq. 2 piani Hmax 7 m. Ricettività Turistica S= 135 mq. 2 piani Hmax 7 m. Ricettività Turistica S=135 mq. 2 piani Hmax 7 m. Piscina Pubblica Verde di pertinenza S= 1780 mq. Spazi Commerciali S=900 mq. Piano Terra Hmax 3,5 m. Spazi Commerciali S= 425 mq. 1° piano Hmax 7 m. Spazi Commerciali S= 245 mq. 2° piano Hmax 11 m. Spazi Commerciali S=230 mq. 1 piano Hmax 4,5 m. Spazi Commerciali S= 290 mq. 1 piano Hmax 4,5 m. Spazi Commerciali S= 190 mq. 1 piano Hmax 4,5 m.

Strade carrabili zona commerciale s= 11300 mq. Verde e spazi pubblici attrezzati ricettività turistica s= 3110 mq. Verde e attrezzature pubbliche

Percorsi pedonali

Strade pedonali, carrabili ad accesso limitato LEGENDA

Scala 1:500 0 10 50 20 40 30 N Spazi Commerciali Parcheggi S=1600 mq.

(45)

2.3.5 Principali paramentri planovolumentrici

Riporto di seguito il computo delle superfici, in relazione a quanto prescritto nelle norme tecniche delle zone omogenee previste:

Tab. 1 Prescrizioni del P.R.G.

It

(mq)

Hmax

(mq)

V

(mc)

It

risult.

(mq)

Parcheggi

(mq)

Verde Pubblico

(mq)

Insediamenti commerciali 2 11,2 30000 0,6 916 916 Ricettività turistica 0,8 11,2 16000 0,7 1000 1000

Tab. 2 Parametri urbanistici risultanti

St

(mq)

Sf

(mq)

Sc

(mq)

Sl

(mq)

V

(mc)

Rc

Parcheggi

(mq)

Verde Pubblico

(mq)

Insediamenti commerciali 15030 12000 1622 2289 8012 0,45 1600 8360 Ricettività turistica 20000 15000 1890 4220 12565 1,7 2670 10140

(46)

Superfici fondiarie

Verde e attrezzature pubbliche

Parcheggi

Strade carrabili Zona D5 -Ricettività turistica- Zona F1 -Insediamenti direzionali e commerciali- LEGENDA

40/100 mq/mq di Sl 916 40/100 mq/mq di Sl 916 5% mq di St 5% mq di St 1000 0,6 0,7 risult. It 1000 15030 20000 1890 4220 12565 10140 1622 2289 Rc 1600 Insediamenti direzionali e commerciali Zone ricettività turistica 8012 1,7 2670 0,45 8360 Parametri Urbanistici Dest.

d'uso Zone ricettività

turistica Parametri Urbanistici Zone F1 Zone da P.R.G. It (mc./mq.) Hmax (mq.) 2 0,8 11,2 11,2 Parcheggi (mq.) Verde Pubblico (mq.) V (mc.) Sl (mq.) Sc (mq.) Sf (mq.) St (mq.) Verde Pubblico Parcheggi pubblici V possib. (mc.) 15000 12000 30000 16000 (mc./mq.) N Scala 1:500 0 10 50 20 40 30

(47)

Considerazioni finali

Al termine di questa trattazione è utile sottolineare ancora una volta come si sia tentato di recepire le importanti indicazioni del P.T.C.P. della regione Liguria al fine di maturare scelte progettuali maggiormente incisive per uno sviluppo omogeneo e coerente della zona, nel tentativo di conferire un’aspetto maggiormente ordinato e rispettoso delle urgenze in materia naturalistico ambientale. Con le scelte proposte non si è però rinunciato a tentare un possibile sviluppo mirato ad attirare l’eventuale turista che voglia provare soffermarsi in questo lembo di terra per un tempo maggiore di quello impiegato a salire e scendere dalle imbarcazioni che si dirigono verso la spiagge di Punta Corvo, proprio perchè trova strutture adatte ad un’ospitalità che finora Bocca di Magra non ha potuto ne saputo offrire.

(48)

A A B B C C 40 60 100 0 Scala 1:1000 20 80 D D

(49)

S e z . A -A S e z . B -B S c a la 1 :5 0 0 0 1 0 5 0 2 0 4 0 30

(50)

S e z . C -C S c a la 1 :5 0 0 S e z . D -D 0 1 0 5 0 2 0 4 0 3 0

Figura

Figura 41 -Vista aerea della foce del Magra-
Figura 42 Bocca di Magra -Area di intervento
Figura 43 - Bocca di Magra -Area di intervento -
Figura 44  Bocca di Magra -Area di intervento -
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Riferimenti

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