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CAPITOLO 3 BILANCIO E ANALISI DI BILANCIO DELLA SOCIETA’ 3.1 IL BILANCIO

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CAPITOLO 3

BILANCIO E ANALISI DI BILANCIO DELLA SOCIETA’

3.1 IL BILANCIO

Il primo significato attribuito al termine “bilancio” è quello di saldo dei conti, vale a dire di strumento di misurazione delle grandezze aziendali che vengono rilevate dal sistema informativo contabile.

Coordinati in modo da formare un unitario sistema di valori e rappresentati in appositi prospetti, i saldi dei conti forniscono un unitario sistema di valori che permette di ottenere informazioni quantitative riguardo il reddito e il patrimonio di impresa, assolvendo così allo scopo conoscitivo per il quale è tenuta la contabilità generale.

Il cd. “Bilancio legale” è quell’insieme di documenti, variamente ordinati e strutturati, che annualmente le imprese, in conformità a precise norme giuridiche, devono redigere e rendere noto all’esterno, attraverso prestabilite forme di pubblicità.

Quando parliamo di bilancio ordinario d’esercizio, o di bilancio “tout court”, non ci riferiamo genericamente allo strumento tecnico-contabile, utilizzato, di norma, per la rilevazione del reddito e del capitale di impresa, ma ci riferiamo a quel documento, avente rilevanza giuridica, che obbligatoriamente le imprese devono comporre ad intervalli annuali.

Il bilancio è un documento di efficace comunicazione esterna in materia economico-finanziaria (se redatto in modo corretto), fornisce infatti informazioni intorno alla gestione aziendale può essere utilizzato per migliorare l’immagine dell’impresa e accrescerne l’affidabilità.

Il normale bilancio (documento composto da Stato Patrimoniale, Conto Economico, e Nota Integrativa) non è in grado di assolvere tutte le funzione che comunemente gli sono assegnate: rilevare il reddito distribuibile e soddisfare bisogni informativi, questo per varie ragioni che possiamo riassumere in tre punti:

1. il bilancio non può fornire, contemporaneamente, tutte le differenti rappresentazioni del reddito e del capitale occorrenti per soddisfare esigenze eterogenee e differenziate, inoltre, per alcune di queste rappresentazioni è proprio strumento tecnicamente inadatto;

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2. molte delle informazioni richieste, e ritenute essenziali dai soggetti esterni, non sono riconducibili né allo stato patrimoniale né al conto economico (es. dati relativi alle aspettative);

3. la cadenza annuale propria del bilancio è troppo distanziata per essere significativa, l’informazione su alcuni fatti dovrebbe essere data in tempo reale e su altri fatti dovrebbe essere data ad intervalli comunque più brevi dell’anno;

Preso atto della già rilevata incapacità del bilancio a soddisfare direttamente e contemporaneamente tutte le esigenze, si pone innanzi tutto una scelta di ordine metodologico tra due alternative:

1. disciplinare la formazione del bilancio in modo che - attraverso una appropriata configurazione di reddito e di capitale - esso risponda all’esigenza ritenuta prioritaria e trascuri, tutte le altre;

2. disciplinare il bilancio in modo che esso rinunci a dare risposte dirette e immediate a questa o a quella esigenza, ma sia in grado di offrire una base informativa idonea a fornire - mediante opportune rielaborazioni e integrazioni - adeguata risposta a tutti i bisogni di conoscenza che ad esso di indirizzano.

Ovviamente l’unica strada percorribile è la seconda, per due motivi. Primo, perché presenta il vantaggio di non lasciare insoddisfatta alcuna esigenza d’informazione e, comunque, presenta il vantaggio di creare le condizioni perché, in qualche misura, tutte le esigenze possono essere appagate. Inoltre, perché la prima alternativa non assicura che quello a cui essa tende venga poi effettivamente raggiunto con immediatezza e completezza. Infatti, il bilancio e i suoi risultati di sintesi esigono in ogni caso un adeguata interpretazione e una qualche rielaborazione; esigono comunque di essere letti nel giusto contesto, dato che sono pur sempre grandezze convenzionali e non certo quantità oggettive dotate di univoco e immediato significato.

Analizzando un bilancio d’esercizio non dobbiamo mai dimenticare che la gestione d’affari è sempre unitaria e continua, ciò sta a significare che quello che è avvenuto nel passato condiziona sempre anche il presente.

La comprensione e valutazione del bilancio sono difficilmente comprensibili senza una sommaria conoscenza dei procedimenti attraverso cui nasce il bilancio e delle concezioni e tecniche contabili seguite nella tenuta della contabilità.

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La contabilità è la denominazione data al sistema ed alle tecniche comunemente usate per rilevare i fenomeni di un azienda, è un sistema che si è sviluppato progressivamente nel tempo fino ad ottenere e accettare oggi regole e convenzioni di uso generale.

Gli scopi cui devono soddisfare le informazioni contabili sono di due ordini: 1. controllo: processo con cui si assicura che l’organizzazione operi

secondo i piani e le strategie prefissate.

2. programmazione: decisioni che si prendono sul futuro in base al presente e al passato aziendale.

Il bilancio d’esercizio nella sua accezione più generale, risponde ad entrambi gli scopi. In particolare per il controllo il bilancio è:

strumento di comunicazione strumento di motivazione

strumento di valutazione dei risultati.

Dal punto di vista dell’utilizzazione delle informazioni, il bilancio è concettualmente rivolto sia all’esterno che all’interno del sistema aziendale, anche se per l’interno generalmente si preferisce usare la contabilità analitica o contabilità industriale, piuttosto che la contabilità generale, troppo condizionata da principi fiscali.

Le fasi tipiche di redazione del bilancio possono essere così schematizzate: analisi delle transazione: cioè esame dei fenomeni elementari attraverso i documenti e individuazione dei conti da addebitare e accreditare e dei rispettivi importi, al fine di registrare correttamente i fatti aventi rilevanza contabile, questa fase è di norma continuativa o può essere svolta periodicamente a brevi intervalli

composizione sul giornale e sulle schede contabili delle “scritture” cioè rilevanza contabile vera e propria a giornale e a mastro; anche questa operazione può essere di routine o periodica.

Alla fine del periodo contabile individuazione delle poste rettificative “di competenza” e loro rilevazione contabile ed extra contabile.

Preparazione del bilancio vero e proprio, fase conclusiva che a sua volta può articolarsi in progetto discussione ed eventuali emendamenti, bilancio vero e proprio.

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STATO PATRIMONIALE

Lo stato patrimoniale come è noto espone i valori delle attività, delle passività e del capitale netto dell’azienda ad una certa data, cioè alla fine dell’esercizio; è perciò una rappresentazione statica (valori stock).

Cominciando dall’attivo, o sezione degli impieghi, si trovano le immobilizzazioni: esse comprendono gli investimenti tecnici e immateriali, le partecipazioni e in genere i costi che non sono ancora stati imputati all’esercizio (spese pluriennali) al netto del relativo fondo di ammortamento.

Di norma gli importi compresi in questa voce sono formati da un accumulo di costi sostenuti nei vari anni precedenti e non hanno alcuna relazione con prezzi attuali di mercato: sono valori contabilizzati per lo più a prezzi storici, che possono risalire anche a molti anni addietro.

Il successivo macro-raggruppamento è il cd. Capitale circolante e comprende tipicamente le giacenze di magazzino, i crediti da clienti e diversi (anche questi al netto dei relativi fondi) e i costi anticipati o risconti nonché i ratei o stanziamenti di ricavi e proventi di competenza dell’esercizio. Si tratta di attività a breve, cioè di mezzi finanziari che circolano nell’azienda con una certa rapidità, vale a dire sono smobilizzabili in un tempo relativamente breve e riflettono un flusso circolante e ricorrente avendo riguardo al settore di attività dell’azienda.

Altra caratteristica di queste poste è la loro flessibilità: l’azienda può prendere frequenti e rapide decisioni su variazioni in questi elementi. La valutazione delle attività circolanti è diversa: clienti e temporanei impieghi di disponibilità di cassa, sono valutati di norma ai valori di mercato o di realizzo; le giacenze di magazzino e di lavorazioni in corso e i costi anticipati sono invece di norma valutati al costo.

Le disponibilità liquide (contanti, assegni, c/c bancari e postali, ecc.) hanno la caratteristica di non presentare problemi o quasi circa la valutazione, infatti esse costituiscono l’ultima sezione, cioè la più liquida, del capitale circolante lordo. Questa configurazione dell’attivo patrimoniale è pertanto esposta secondo un criterio di liquidità crescente, che si rivela molto utile in sede di analisi di bilancio.

La sezione passiva o delle fonti si apre con la voce patrimonio netto che comprende il capitale sociale e le cosiddette riserve costituite o residue a vario titolo, cioè l’insieme dei mezzi propri.

Questi elementi non individuano valori di mercato ma valori nominali o di conferimento. Qualche problema può sorgere intorno alla classificazione di alcuni

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elementi tra le riserve vere e proprie oppure tra i fondi. I fondi sono accantonamenti che l’azienda effettua al fine di coprire costi e oneri futuri o eventuali specifiche perdite di gestione. Essi costituiscono quindi una tipica posta in cui il giudizio interviene pesantemente nella determinazione dei valori.

Le passività a medio lungo termine comprendono i debiti accesi dall’azienda con scadenza superiore all’anno e non presentano in genere problemi in ordine all’omogeneità dei rispettivi valori.

Le passività a breve comprendono invece i debiti a scadenza inferiori all’anno,in vari gradi di esigibilità fino ai debiliti a vista. Anche questi elementi appaiono ai loro valori nominali di accensione e non presentano perciò problemi da questo punto di vista.

CONTO ECONOMICO

Il conto economico a differenza dello stato patrimoniale, che contiene delle grandezze stock, ha una rappresentazione dinamica, in quanto contiene delle grandezze flusso.

Il conto economico si ottiene dalla Situazione economica finale, ma mentre quest’ultima ha la forma a sezioni divise e la configurazione a costi, ricavi e rimanenze, il prospetto del bilancio ha la configurazione a valore e costi della produzione, ed essendo redatto in forma scalare è strutturato per aree di gestione (area della produzione, area finanziaria, area straordinaria e area tributaria).

Nel conto economico sono pertanto evidenziati, oltre al risultato finale (utile o perdita di esercizio), anche due risultati intermedi:

la differenza tra valore e costi della produzione che corrisponde al risultato della gestione caratteristica e della gestione accessoria;

il risultato prima delle imposte.

Alcuni componenti reddituali inclusi del conto economico sono legati a stime e a congetture effettuate a fine periodo allo scopo di determinare la competenza economica dei valori più comuni a più esercizi. Tali valutazioni sono da effettuare secondo corretti principi contabili, la cui funzione è di prescrivere il comportamento più razionale per ridurre la soggettività nella redazione del bilancio.

Il ricorso ai principi contabili è finalizzato a impedire alterazioni dei risultati e a ottenere un bilancio di esercizio significativo, che rappresenti efficacemente il reddito conseguito dall’impresa e il suo patrimonio di funzionamento.

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NOTA INTEGRATIVA

L’art 2427 c.c spiega in modo più dettagliato, i criteri di valutazione applicati delle voci dello stato patrimoniale e del conto economico

3.2. UTILITA’ DELL’ANALISI DI BILANCIO

Il sistema informativo di bilancio è lo strumento necessario, secondo la dottrina ragionieristica, la prassi contabile e la legge, per rappresentare il patrimonio e il reddito dell’azienda, sia pure riferiti, rispettivamente, a un determinato momento e a un determinato periodo amministrativo.

I documenti che compongono il sistema informativo di bilancio consentono agli stakeholders di esprimere un apprezzamento in merito:

• Alla situazione economica intesa come capacità dell’azienda di conseguire una congrua redditività;

• Alla situazione finanziaria intesa come attitudine della gestione a mantenere o a conseguire l’equilibrio tra entrate e uscite di denaro, tra risorse e impieghi;

• Alla situazione patrimoniale, intesa come capacità di conservare e migliorare il patrimonio aziendale.

La rappresentazione delle tre situazioni espresse nel bilancio d’esercizio ha però bisogno di essere interpretata.

L’interpretazione del bilancio si attua in più fasi tra loro concatenate.

La prima fase è rappresentata dall’interpretazione letterale che consiste nell’individuazione del significato delle voci di bilancio, in modo da comprenderne il contenuto. Questa fase è facilitata dalla normativa sul bilancio, che ha imposto alle imprese di applicare modelli omogenei e di fornire informazioni integrative nelle note esplicative e richiede conoscenze contabili limitate per la comprensione delle voci tecniche.

La seconda fase consiste nell’interpretazione revisionale, ossia nella verifica dell’attendibilità e della veridicità del bilancio, questa interpretazione è affidata nelle società di capitali al collegio sindacali o ad apposite società di revisione esterne. Generalmente nelle grandi imprese esistono inoltre uffici interni (internal auditing) che

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controllano la regolare applicazione delle procedute del controllo interno da parte del personale dipendente e collaborano con l’attività dei sindaci e delle società di revisione. L’interpretazione revisionale è la fase preliminare all’interpretazione prospettica, quest’ultima mira a estrapolare dai dati storici contenuti nel bilancio d’esercizio elementi di conoscenza per interpretare gli andamenti futuri in relazione alla possibile evoluzione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda. L’interpretazione prospettica è quindi proiettata al futuro e il suo scopo è di effettuare previsioni per orientare le decisioni di investimento.

Ciò si attua completando le informazioni degli schemi contabili con quelle contenute nella Nota integrativa e confrontando i dati aziendali, sia nella loro sequenza temporale, sia con quelli medi del settore merceologico di appartenenza.

L’interpretazione prospettica del bilancio può essere effettuata solo dopo averlo attentamente analizzato.

Gli obiettivi delle analisi sono diversi a seconda della posizione assunta dall’analista:

• Se l’analista è soggetto interno all’azienda, l’interpretazione prospettica di dati del bilancio è volta, in genere a verificare in un ottica strategica i punti di forza e di debolezza dell’impresa e le possibili linee di sviluppo alternative. L’analisi interna è svolta per esigenze conoscitive degli organi sociali, tuttavia l’azienda può portare a conoscenza dei terzi le analisi interne allegando al bilancio pubblico i documenti da cui esse derivano.

• Se l’analisi è svolta da soggetti esterni, gli obiettivi sono diversi a seconda delle informazioni che si vogliono desumere.

L’interpretazione prospettica del bilancio può essere effettuata attraverso l’analisi per indici o per flussi.

L’analisi per indici è effettuata sulla base di rapporti (denominati indici o ratios) tra valori, opportunatamente raggruppati. I valori possono essere tratti direttamente dal bilancio d’esercizio, oppure possono provenire da altre fonti contabili o extracontabili.

In pratica si tratta di mettere a confronto più voci di bilancio, o di valori, scelti e accorpati secondo certe logiche, così da ottenere rapporti o proporzioni tali da evidenziare la situazione su cui si sta indagando.

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L’analisi per flussi è basata sullo studio dei movimenti finanziari (fonti e impieghi) che avvengono durante la gestione. Analizzando i flussi è possibile individuare le modifiche intervenute nella struttura finanziaria e pervenire alla redazione del rendiconto finanziario.

Entrambi i tipi di analisi presentano dei limiti che possono rendere poco sicura la successiva interpretazione dei risultati delle indagini.

In particolare va sottolineato che i valori segnaletici desumibili dai dati di bilancio non hanno significato autonomo.

Pertanto essi dovrebbero essere interpretati considerando:

le molteplici relazioni esistenti tra loro: i dati dello stato patrimoniale non possono essere interpretati ignorando i dati di provenienza dal conto economico e viceversa; i valori di più esercizi (indagine temporale) ed effettuando opportuni raffronti con i medesimi valori ottenuti dalla media delle imprese operanti nello stesso settore di attività (indagine spaziale);

integrando le informazioni ricavabili dai dati di bilancio con informazioni di natura macroeconomica (dati che descrivono in contesto storico-economico in cui l’impresa si trova ad operare).

I presupposti affinché possano essere tratte le informazioni prospettiche desiderate, attraverso l’analisi per indici e per flussi, è costituito dalla rielaborazione del bilancio.

La rielaborazione dei documenti contabili del bilancio consiste in una riclassificazione e riaggregazione delle voci dello stato patrimoniale e del conto economico effettuate al fine di disporre di dati più significativi agli effetti della successiva analisi di bilancio.

La necessità della rielaborazione deriva dal fatto che i prospetti contabili del bilancio destinati alla pubblicazione non seguono criteri di classificazione pienamente coerenti con le indagini da effettuare.

In particolare, nello Stato patrimoniale, l’esposizione degli elementi dell’attivo secondo il criterio della destinazione economica non è idonea a fornire informazioni in merito alla liquidabilità dei beni stessi.

Nel conto economico, redatto a valore e costi della produzione, non è evidenziata l’area extracaratteristica della gestione.

Gli elementi afferenti a tale area, vengono inseriti tra i componenti del valore della produzione o dei costi di produzione (se si tratta di proventi o oneri derivanti dalla

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gestione di investimenti accessori in beni non strumentali), oppure tra elementi che appartengono all’area finanziaria (se si tratta di oneri o proventi atipici).

Inoltre la classificazione dei componenti di reddito per natura non pone in evidenza i risultati delle aree funzionali dell’azienda.

Per l’analisi di bilancio dell’Acquedotto del Fiora S.p.A la base di partenza è stata l’analisi del bilancio civilistico e, congiuntamente, lo studio della contabilità analitica. La riclassificazione è la seguente:

- Stato patrimoniale secondo il criterio finanziario, cioè gli impieghi vengono esposti in ordine (crescente o decrescente) alla loro liquidabilità, ossia in relazione al tempo da essi impiegato a trasformarsi in moneta, le fonti devono essere, invece, esposte in ordine (crescente o decrescente) in relazione alla loro esigibilità, cioè il tempo più o meno lungo entro il quale si prevede di sostenere l’esborso monetario connesso al rimborso.

- Conto economico a valore della produzione e del valore aggiunto, tale configurazione pone in evidenza il valore aggiunto, cioè la ricchezza creata con l’attività aziendale. In senso economico il valore aggiunto è l’incremento di valore che un azienda aggrega al valore dei beni e dei servizi che acquista da altre aziende, detto valore aggiunto viene ripartito tra i fattori della produzione che lo hanno determinato sotto forma di retribuzioni, interessi, imposte e l’azienda, sotto forma di autofinanziamento proprio o improprio.

La riclassificazione del conto economico è stata redatta in modo percentualizzato, ponendo uguale a 100 il valore della produzione.

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STATO PATRIMONIALE CIVILISTICO RICLASSIFICATO SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO

IMPIEGHI 2002 2003 2004

Disponibilità liquide 69.233 209.022 982.019

a)liquidità immediate 69.233 209.022 982.019

Crediti esclusi gli imposti esigibili

oltre l'esercizio successivo 42.197.351 66.951.430 59.777.113 Ratei e risconti esclusa la parte pluriennale

e il disaggio sui prestiti 101.824 367.954 207.254

b)liquidità differite 42.299.175 67.319.384 59.984.367

C. rimanenze 588.230 1.065.257 995.871

D)ATTIVO CORRENTE=(A+B+C) 42.956.638 68.593.663 61.962.257

Partecipazioni 113.963 104.515 73.641

Crediti solo per importi esigibili oltre

l'esercizio successivo 183.979 208.125 9.143.026 E) immobilizzazioni finanziarie 297.942 312.640 9.216.667 Immobilizzazioni materiali 4.658.259 10.618.570 16.566.578 F)immobilizzazioni materiali 4.658.259 10.618.570 16.566.578 Immobilizzazioni immateriali 3.368.188 7.363.241 15.520.033 G)immobilizzazioni immateriali 3.368.188 7.363.241 15.520.033

H)ATTIVO IMMOBILIZZATO= (E+F+G) 8.324.389 18.294.451 41.303.278

TOTALE IMPIEGHI=(D+H) 51.281.027 86.888.114 103.265.535

FONTI 2002 2003 2004

Debiti solo per importi esigibili entro

esercizio successivo 39.940.171 60.070.269 50.833.059 Ratei e risconti passivi esclusa la quota

pluriennale e aggio sui prestiti 1.350.370 2.578.242 5.624.623 A)passivo corrente 41.290.541 62.648.511 56.457.682 Fondi per rischi e oneri escluse le

quote a breve 323.071 419.243 1.757.439

Trattamento di fine rapporto di lavoro

subordinato esclusa quota a breve termine 1.486.360 1.758.350 2.120.458 Debiti solo per importi esigibili oltre

esercizio successivo 6.618.777 20.378.983 26.948.007 B)passivo consolidato 8.428.208 22.556.576 30.825.904

C) MEZZI DI TERZI (A+B) 49.718.749 85.205.087 87.283.586

Patrimonio netto 1.562.278 1.683.027 15.981.949

D)PATRIMONIO NETTO 1.562.278 1.683.027 15.981.949

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CONTO ECONOMICO A VALORE DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO 2.003 2.004 2.005

1)ricavi delle vendite e delle prestazioni 95,09% 95,35% 95,22% 4)incrementi di immobilizzazioni per lavori

interni 0,88% 2,28% 1,93%

5)altri ricavi e proventi(relativi alla gestione

caratteristica) 4,03% 2,36% 2,85%

A)VALORE DELLA PRODUZIONE 100% 100% 100%

6)costi per materie prime, sussidiarie, 6,49% 9,31% 8,78% di consumo e di merci

7)costi per servizi 65,47% 50,43% 44,80%

8)costi per godimento di beni di terzi 16,53% 16,15% 14,51% 11)variazioni delle rimanenze di materie prime,

sussidiarie, di consumo e merci -1,28% -1,13% 0,15% 14) oneri diversi di gestione (relativi gestione

caratteristica) 0,85% 0,91% 0,85%

B)COSTI DELLA PRODUZIONE ESTERNI 88,06% 74,21% 67,03%

A-B=C VALORE AGGIUNTO 11,94% 25,79% 32,97%

D)9)COSTI PER IL PERSONALE 14,15% 22,37% 26,07%

C-D= E) MARGINE OPERATIVO LORDO -2,21% 3,42% 6,90%

10)ammortamenti e svalutazione(gest.car) 5,89% 4,92% 8,62% 12) accantonamenti rischi (gest caratteristica) 0,55% 0,46% 2,88% 13) altri accantonamenti (gest. Caratteristica) 0,00% 0,00% 0,00% F)AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI

GESTIONE CARATTERISTICA 6,44% 5,39% 11,50%

E-F=G)RISULTATO OPERATIVO GESTIONE

CARATTERISTICA -8,65% -1,97% -4,61%

15)proventi da partecipazioni 0,00% 0,00% 0,00%

16)altri proventi finanziari 0,10% 0,01% 2,23%

19)svalutazione di attività finanziarie 0,00% -0,06% -0,10% H) PROVENTI NETTI DELLA GESTIONE

PATRIMONIALE 0,10% -0,05% 2,14%

G+H= I RISULTATO OPERATIVO (AZIENDALE) -8,55% -2,01% -2,47%

L)ONERI FINANZIARI 1,66% 3,44% 4,57%

I-L=M) RISULTATO LORDO DI COMPETENZA -10,21% -5,45% -7,04%

20)proventi straordinari 0,18% 7,46% 2,69%

21) oneri straordinari -0,52% -0,94% -5,11%

N)RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA -0,34% 6,53% -2,42%

M+N=O RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE -10,56% 1,07% -9,46%

P)26)IMPOSTE SUL REDDITO D'ESERCIZIO 0,40% 0,79% 1,34%

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L’autorità d’ambito n. 6 “ Ombrone costituita come forma di consorzio tra comuni ricadenti nell’ambito n.6, ai sensi della Legge Galli, come già detto, ha deciso di affidare in data 01.01.2002 per la durata di 25 anni all’Acquedotto del Fiora la gestione del Servizio Idrico Integrato di acquedotto, fognatura e depurazione. Nel primo anno di gestione (2002) l’azienda chiude con un risultato negativo parti a 3.899.917 Euro, questo non è confrontabile con quello degli esercizi precedenti per ovvi motivi, muta con il passaggio la grandezza gestionale. L’Acquedotto del Fiora passa, infatti, da piccola azienda con 50 dipendenti e un utile capace a sostenere l’attività economica a valere nel tempo, a grande azienda integrante varie realtà (ex gestioni dirette pubbliche, concessioni, società private come: INTESA S.p.A., CIGAF S.p.A. e GEA S.p.A.).

Il primo anno di gestione l’azienda non è in grado di operare da sola, quindi stipula convenzioni con gli ex gestori che continuano a gestire il servizio imputando i costi all’Acquedotto del Fiora, tale periodo si protrae fino al primo semestre del 2003.

La fase transitoria ha causato il sostenimento di maggiori costi, rispetto al Piano Tecnico Economico e Finanziario previsto dall’A.A.T.O, che riflettevano le precedenti conduzioni e pertanto, nonostante un controllo puntuale delle spese riconosciute, queste sono state superiori nel loro insieme rispetto a quelli evidenziati nel periodo successivo attraverso la gestione diretta da parte dell’azienda. Causa dei maggiori costi sono soprattutto le diseconomie di scala.

Dando uno sguardo a quanto previsto dall’autorità d’ambito si rileva che in questo caso nei primi anni di gestione l’andamento economico non è negativo (tabella 1), infatti, oltre a non registrare delle perdite, il risultato operativo, a differenza di quanto succede nella gestione effettiva, è sempre positivo.

Un reddito operativo positivo sta ad indicare che i ricavi di vendita sono in grado di coprire i costi della gestione caratteristica oltre ad una parte di quelli relativi ad altre gestioni.

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CONTO ECONOMICO PIANO D'AMBITO

2.003 2.004 2.005

Ricavi diversi 12,14% 11,62% 14,93%

Ricavi da tariffa 87,86% 88,38% 85,07%

A)VALORE DELLA PRODUZIONE 100% 100% 100%

Acquisti 14,78% 13,92% 13,13%

Godimento beni di terzi 0,39% 0,35% 0,30%

Servizi 28,62% 26,02% 22,70%

Oneri diversi 15,30% 14,07% 11,64%

B)COSTO DELLA PRODUZIONE 59,09% 54,36% 47,76%

A-B=C VALORE AGGIUNTO 40,91% 45,64% 52,24%

D)COSTI PER IL PERSONALE 28,35% 25,13% 21,52%

C-D= E) MARGINE OPERATIVO LORDO 12,55% 20,51% 30,72%

Quota ammortamento 4,98% 12,75% 17,35%

E-F= G) RISULTATO OPERATIVO 7,57% 7,76% 13,37%

Oneri finanziari 0,21% 4,42% 7,67%

Proventi finanziari 0% 0% 0%

H)RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA 0,21% 4,42% 7,67%

G-H=I)Risultato prima delle imposte 7,36% 3,34% 5,70%

L)Totale imposte 4,25% 2,63% 3,59%

I-L=M)UTILE O PERDITA DI ESERCIZIO 3,11% 0,70% 2,11%

Come prima fase dell’analisi di bilancio studieremo l’evoluzione particolare di alcuni dati nel triennio.

Le disponibilità liquide aumentano sostanzialmente ma non è una variazione significante, perché è solo sintomatico di un determinato momento, infatti sono le utenze pagate dai clienti gli ultimi giorni dell’anno e non ancora girate a copertura nel conto corrente passivi della banca Monte dei Paschi di Siena.

I crediti esigibili entro l’esercizio diminuiscono a causa di un più efficiente processo di fatturazione, infatti al 31/12/2004 ha avuto termine il processo di fatturazione dell’intero 2002, 2003 e restano gli ultimi 2 mesi del 2004. Il ritardo in questo processo è dovuto essenzialmente alla difficoltà di unire e aggiornare le vecchie banche dati clienti degli ex gestori. Il valore dei crediti a breve termine può essere guardato in relazione ai ricavi che nel tempo aumentano, non per una maggiore erogazione che per assurdo è diminuita anche rispetto alle previsioni dell’A.A.T.O., bensì per l’incremento di efficienza nella fatturazione, o per una maggiore tariffa adeguata al valore dell’inflazione. Rimane comunque alta la durata media dei crediti commerciali (2002 = 278 gg, 2003= 3541 gg, 2004= 312 gg)

1 In questo calcolo non è inserita la quota dei crediti verso clienti esigibile oltre 12 mesi in quanto questa corrisponde alla somma che l’AATO dovrebbe versare alla società in riferimento ai maggiori costi e minori ricavi sostenuti in relazione al piano economico finanziario.

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30,2 30,5 30,5 37,9 34,9 31,9 27,5 30,5 33,5 36,5 39,5 42,5 competenza 2002 competenza 2003 competenza 2004 mc/mln fatturati mc/mln piano d'ambito in vigore

grafico 1: andamento fatturazione volumi mc/Mln

35,6 32,3 34,4 38,9 33,3 44,7 25 30 35 40 45 50 55 competenza 2002 competenza2003 competenza2004 euro/mln fatturati euro/mln piano d'ambito in vigore adeguato all'inflazione

grafico 2: andamento fatturazione volumi euro/mln

I ratei e risconti presentano voci cospicue perché accolgono le somme dei contributi in conto impianti2 concessi per la realizzazione di manutenzioni sulle strutture o la costruzione di nuove opere per la parte di competenza dell’esercizio.

Le partecipazioni diminuiscono nel tempo a causa dei processi di dismissione delle aziende collegate e controllate o a causa delle loro svalutazioni dovute a perdite durature nel tempo. Nel 2004 i rapporti con le imprese collegate e controllate sono:

Imprese controllate:

2 Contributi in conto impianti: sono somme erogate da soggetti terzi (ad esempio Stato , Enti pubblici, ecc..) come contributo per investimenti realizzati dalla società. Essi sono iscritti in bilancio solo al momento in cui si attiene la ragionevole certezza di incasso, momento che può coincidere solitamente con la delibera di liquidazione o il momento in cui viene meno ogni vincolo per la riscossione.

Ai sensi del principio contabile CNDC-CNR n. 16, sono trattati contabilmente mediante accredito graduale del contributo a conto economico, in relazione ala durata di utilizzazione del cespite. Secondo il citato principio si procede all’iscrizione del contributo tra i ricavi e proventi, rinviandolo per competenza ai successivi esercizi iscrivendo un risconto passivo pluriennale che deve essere annualmente ridotto, con contropartita altri ricavi e proventi (A5 – contributi), corrispondente alla durata del cespite.

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o Acqueinforma srl: sono in corso le procedure di liquidazione della società; o Acqua e Ambiente srl: sono in corso le procedure di liquidazione della

società;

o Ombrone Service srl: sono in corso le procedure di liquidazione della società;

o Idris Srl: sono in corso le procedure di liquidazione della società. Imprese collegate:

o GeoSpring srl: costituita nel corso dell’anno 1999 congiuntamente alla provincia di Grosseto ed alla S.I. service snc di Grosseto, per lo svolgimento delle attività connesse alla raccolta, conservazione, produzione, controllo ed alla qualità dei dati per la costituzione del Sistema informativo provinciale. La società svolge per Acquedotto del Fiora attività di censimento schedatura di impianti e reti facenti parte del S.I.I. Sono attualmente in corso contatti con la Provincia di Grosseto che si è mostrata interessata a rilevare la quota di proprietà di Acquedotto del Fiora.

o Aquaser srl – della quale Acquedotto del Fiora possiede una quota del 10% - si occupa dell’esercizio delle attività, nessuna esclusa relative alla gestione dei servizi derivanti dall’esercizio del ciclo integrato delle acque di cui alla legge Galli nonché delle corrispondenti attività accessorie e strumentali dei servizi derivanti dall’applicazione del D.L 99/1992. La società svolge per l’Acquedotto del Fiora attività relative al trasporto e smaltimento di fanghi provenienti da depuratori.

o Interservice srl la società opera prevalentemente nel settore dei servizi pubblici, svolgendo le seguenti attività: lettura contatori (acqua, gas, enel etc.), consegna delle fatture emesse, indagini statistiche. La società svolge per Acquedotto del Fiora attività di lettura e sostituzione contatori.

o Mythos srl: la società ha per oggetto sociale la realizzazione di impianti di dissalazione delle acque di mare, di impianti di potabilizzazione di acqua salmastrosa o di acqua non potabile o di acqua reflua, di impianti di depurazione, al fine di ottenere acqua potabile e acqua per uso industriale o irriguo. La società è ancora inattiva, in attesa di ultimazione della costruzione di un impianto di dissalazione che dovrà in seguito gestire.

I “crediti verso altri” esigibili dopo 12 mesi sono riferibili agli importi riconosciuti dall’AATO n. 6 per maggiori costi e minori ricavi relativi all’anno 2003 e 2005,

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questa restituzione di crediti risulta avere scadenza annuale dal 2006 al 2010, il tasso di attualizzazione applicato è stato pari al 3,019% annuo, cioè l’Euribor 3 mesi, media mese aprile 2005 uno spread dello 0,85%, ogni anno vengono depurati dalla quota a breve e sul resto viene dunque applicata l’attualizzazione rispetto al periodo mancante.

Le immobilizzazioni materiali crescono, ma in maniera minore rispetto alle immateriali, questo aspetto è dovuto al fatto che in questa voce trovano ubicazione solo valori relativi a mobili e fabbricati di proprietà della società, per quanto riguarda invece gli altri impianti non figurano in bilancio in quanto sono presi in concessione. Alla fine del periodo di concessione del SII (25 anni) all’azienda spetta il riscatto del valore residuo delle immobilizzazioni immateriali. Il processo di ammortamento seguito è di tipo tecnico omogeneo alle aliquote fiscali.

Per quanto riguarda le immobilizzazioni immateriali, invece, il valore così alto è da attribuire essenzialmente ai lavori di manutenzione su beni di terzi. Il criterio di ammortamento seguito è quello finanziario, cioè il minore tra il periodo di concessione (25 anni) e quello di vita utile dell’immobilizzazione. Tale criterio è utile soprattutto in ottica di finanziabilità degli investimenti, infatti, gli istituti di credito mal accettano di finanziare un soggetto per un periodo maggiore della concessione.

Il Patrimonio netto aumenta nel corso del 2004 per effetto dell’entrate nella compagine aziendale di un nuovo socio, Ombrone SpA, costituito per il 51% da ACEA S.p.A e per la restante parte da Banca MPS.

Variazioni delle rimanenze materie prime, sussidiarie e di consumo, il trend è particolare, la variazione non è dovuta ad una politica delle risorse, bensì proprio dall’aumento inaspettato delle dimensioni aziendali dal 31/12/2001 al 1/1/2002, il magazzino della vecchia gestione infatti era adatto alle piccole dimensioni della stessa. Comunque nel tempo le scorte si sono stabilizzate.

Costo del personale, anche al trend di questo valore può essere attribuita la precedente spiegazione, aumenta in virtù dell’inglobamento profuso nel tempo della forza lavoro delle vecchie gestioni e della loro formazione. Questo processo termina a cavallo del 2003/2004.

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2002 2003 2004 margine di tesoreria 1.077.867 4.879.895 4.508.704 margine di struttura -6.762.111 -16.611.424 -25.321.329 patrimonio circolante netto 1.666.097 5.945.152 5.504.575 margine secondario di struttura 103.819 5.945.152 5.504.575

I margini di struttura patrimoniale, utili per verificare se una struttura patrimoniale è armonica ed equilibrata, denotano una situazione non totalmente disastrosa soprattutto nell’ultimo anno (2004) dove si è cercato di ridistribuire l’equilibrio nelle fonti di finanziamento, quindi all’aumentare dell’attivo immobilizzato la Società ha diminuito le passività correnti verso una maggiore quota di passività consolidate ma soprattutto ha aumentato il capitale proprio (come previsto dal piano d’ambito fin dal primo anno di gestione), insufficiente nei primi due anni di gestione a finanziare gli impieghi senza ricorrere massicciamente all’indebitamento. Gli impieghi durante il terzo anno di gestione (2004) hanno assunto delle percentuali di immobilizzato e circolante rispettivamente del 40% e del 60%, ciò significa che nel tempo la società sta effettuando investimenti in immobilizzazioni (materiali e immateriali)

Il Patrimonio circolante netto (attivo corrente - debiti a breve scadenza) dimostra che l’azienda è in grado di far fronte agli impegni delle fonti di finanziamento di prossima scadenza utilizzando impieghi liquidi o prontamente liquidabili.

Scendendo al margine di tesoreria - ((disponibilità liquide + disponibilità finanziarie) – debiti a breve scadenza) dimostra che anche senza rimanenze (parte dell’attivo circolante più difficilmente liquidabile) nell’eventualità di un integrale restituzione dei debiti agli aventi diritto, la Società sarebbe in grado di far fronte agli impegni assunti.

Il margine di struttura (capitale proprio – attivo immobilizzato) assume carattere di complementarità rispetto al patrimonio circolante netto. Questo indica che il capitale proprio non riesce a coprire l’attivo immobilizzato, questo indice non è molto significativo, infatti raramente nelle aziende italiane si coprono le immobilizzazioni solo con il patrimonio netto, in genere si utilizza anche una parte del passivo consolidato.

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Analizzando il margine di struttura secondario (capitale permanente3 – attivo immobilizzato) lo squilibrio finanziario cessa e la Società si ritrova di nuovo una situazione di liquidità.

Gli indici di redditività forniscono informazioni sulla capacità aziendale di produrre nuova ricchezza e sulla sua destinazione, in particolare l’analisi di redditività specifica mira ad ottenere informazioni sulla capacità di remunerare, dopo la copertura dei costi, il capitale proprio e il capitale di terzi.

2002 2003 2004

ROE RN/CP *100 -249 7,17 -31,49

Questo indice ci spiega il grado di remunerazione del rischio sostenuto dall’imprenditore e dai soci, si riferisce, ovviamente, a tutta la gestione aziendale (caratteristica, accessoria, finanziaria, straordinaria)

Dall’analisi numerica dell’indice si evince la situazione economica aziendale, infatti il primo anno a causa della fase transitoria, di cui si è già parlato, si è registrata una massiccia perdita.

Nel 2003 grazie ad altri proventi straordinari, dovuti al riconoscimento di maggiori costi sostenuti dalla società da parte dell’ AATO e ad un adeguamento di questi rispetto anche all’inflazione, si è registrato un utile, mentre nel 2004 la situazione migliora rispetto al primo anno ma l’indice è sempre negativo, la variazione in parte è dovuta all’aumento del capitale proprio che da € 1.683.027 passa a Euro 15.981.949 (denominatore della formula).

2002 2003 2004

ROA RO/TI *100 -5,93 -0,98 -1,11

Il ROA rappresenta l’indice di redditività del capitale investito, questo indice è più puntuale del ROE prende, infatti, in considerazione al numeratore i ricavi e i costi della sola gestione caratteristica. Come possiamo vedere il trend è in miglioramento rispetto al primo anno anche se ancora negativo.

Scomponiamo ora il ROA in due indici:

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2002 2003 2004 redditività

delle vendite RO/RN -8,99 -2,11 -2,59

rotazione attivo RN/ATTIVO

NETTO 0,6 0,46 0,43

L’andamento negativo dell’indice è dovuto essenzialmente alla cattiva redditività delle vendite. Questo essenzialmente perché l’AATO ha previsto una tariffa sul servizio troppo bassa, non capace di coprire neppure i costi della gestione caratteristica.

La tariffa del Piano d’Ambito, come già detto nel capitolo 2, è determinata da una media delle tariffe della gestione precedente non tenendo conto che si trattava di comuni e quindi non tenuti a far pagare tutto il costo, ma solo l’80% di questo, coprendo il restante 20% con fiscalità differita. Anche i costi delle gestioni precedenti sono sottostimati, infatti, in questa voce non erano compresi i mutui (si prendevano infatti quote derivante da mutui destinati ad altre opere e non usati totalmente per queste), i costi per la tutela e ripristino ambientale, il canone all’AATO.

Un esempio eclatante può essere quello dell’Isola del Giglio nella quale esiste un depuratore, con relativo costo analizzato dall’AATO, e costi sostenuti per

l’approvvigionamento di acqua derivante da terra ferma necessario per coprire il restante fabbisogno, non calcolato nel computo dei costi operativi analizzati dell’AATO, somma rilevante sottostimata.

Un altro indice che manifesta la situazione di squilibrio aziendale è il ROD (costo medio mezzi di terzi) che corrisponde al costo del denaro.

Il ROD misura la capacità dell’azienda di remunerare il capitale di terzi, ma nello stesso tempo fornisce la misura di incidenza del peso degli oneri finanziari sulla redditività complessiva. È da tenere conto che in genere tale indice è sottostimato in quanto non considera gli eventuali interessi impliciti non contabilizzati nel conto economico.

2002 2003 2004

ROD oneri finanziari/

mezzi di terzi*100 1,189 1,708 2,43

Tale valore assoluto preso da solo non è significativo per l’analisi, infatti, dimostra nel tempo un trend negativo, ma come percentuale non è preoccupante considerati i costi dell’indebitamento sul mercato e, soprattutto, considerando

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l’indebitamento totale. Mettendo però in relazione il ROD e il ROA si può stabilire la convenienza a finanziare o meno gli investimenti con indebitamento esterno. Il ROA, infatti, non produce un reddito neppure a garantire il pagamento degli interessi passivi che costituiscono la remunerazione del capitale di terzi, si va in questo modo ad avere un effetto leva negativo.

3.2.1. SITUAZIONE CONTABILE 2005

I seguenti schemi rappresentano la situazione contabile dell’ente gestore, relativi all’anno 2005, inviata ad ACEA S.p.A. per la redazione del bilancio consolidato, è doveroso sottolineare che i dati sono ancora privi della revisione tariffaria prevista dall’ATO, quindi, i ricavi di vendita sono calcolati sulla tariffa media oggi in vigore.

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO SEGUENDO IL CRITERIO FINANZIARIO

IMPIEGHI 2005

Disponibilità liquide 273.130

a)liquidità immediate 273.130

Crediti esclusi gli imposti esigibili

oltre l'esercizio successivo 52.411.612

Ratei e risconti esclusa la parte pluriennale

e il disaggio sui prestiti 162.585

b)liquidità differite 52.574.197

C. rimanenze 920.600

D)ATTIVO CORRENTE=(A+B+C) 53.767.927

Partecipazioni 69.875

Crediti esclusi gli importi esigibili entro

l'esercizio successivo 7.810.861

E) immobilizzazioni finanziarie 7.880.736

Immobilizzazioni materiali 25.475.498

F)immobilizzazioni materiali 25.475.498

Immobilizzazioni immateriali

Risconti attivi(quota pluriennale) e disaggio su prestiti

G)immobilizzazioni immateriali 13.501.358

H)ATTIVO IMMOBILIZZATO= (E+F+G) 46.857.592

TOTALE IMPIEGHI=(D+H)

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FONTI 2005 Debiti solo per importi esigibili entro

esercizio successivo 45.649.218

Ratei e risconti passivi esclusa la quota

pluriennale e aggio sui prestiti 7.170.923

A)passivo corrente 52.820.141

Fondi per rischi e oneri escluse le

quote a breve 1.897.751

Trattamento di fine rapporto di lavoro

subordinato esclusa quota a breve termine 2.540.768

Debiti solo per importi esigibili oltre

esercizio successivo 29.718.463

B)passivo consolidato 34.156.982

C) MEZZI DI TERZI (A+B) 86.977.123

D)PATRIMONIO NETTO 13.648.396

TOTALE FONTI = (C+D) 100.625.519

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

Ricavi delle vendite e delle prestazioni 95,4%

Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 1,4% Altri ricavi e proventi(relativi alla gestione caratteristica 3,2%

A)VALORE DELLA PRODUZIONE 100,0%

Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 6,3%

Costi per servizi 47,6%

Costi per godimento di beni di terzi 14,8%

Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie,di consumo e merci 0,2% Oneri diversi di gestione (relativi gestione caratteristica) 0,8%

B)COSTI DELLA PRODUZIONE ESTERNI 69,6%

A-B=C VALORE AGGIUNTO 30,4%

D)COSTI PER IL PERSONALE 25,3%

C-D= E) MARGINE OPERATIVO LORDO 5,1%

Ammortamenti e svalutazione(gest.Caratteristica) 7,9%

Accantonamenti rischi (gest Caratteristica) 1,1%

Altri accantonamenti (gest. Caratteristica) 0,0%

F)AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI GESTIONE CARATTERISTICA 9,0%

E-F=G)RISULTATO OPERATIVO GESTIONE CARATTERISTICA -3,9%

Altri proventi finanziari 1,7%

H) PROVENTI NETTI DELLA GESTIONE PATRIMONIALE 1,7%

G+H= I RISULTATO OPERATIVO (AZIENDALE) -2,2%

Interessi e altri oneri finanziari -3,6%

L)ONERI FINANZIARI -3,6%

I-L=M) RISULTATO LORDO DI COMPETENZA -5,8%

Proventi straordinari 2,7%

Oneri straordinari -0,6%

N)RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA 2,1%

M+N=O RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE -3,7%

P)IMPOSTE SUL REDDITO D'ESERCIZIO -1,2%

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È doveroso elencare una nota di lettura per ogni voce della situazione contabile prima di andare a svolgere una breve analisi:

IMMOBILIZZAZIONI

• Immobilizzazioni Materiali ed Immateriali: non essendo ancora state completate le operazioni di capitalizzazione la quantificazione delle poste è avvenuta sulla base dei valori risultanti dalla Contabilità Analitica (CO-AN) di Acquedotto del Fiora spa. Tutti gli investimenti risultanti da CO-AN sono stati considerati, in mancanza di dati definitivi, come entrati in funzione nel corso del 2005 mentre le Immobilizzazioni in Corso al 2004 non sono state stornate a compensazione degli eventuali costi sostenuti nel 2005 e che dovranno essere sospesi.

• Immobilizzazioni Finanziarie: non sono intervenute nel corso del 2005 operazioni che abbiano influenzato tale posta ad eccezione della chiusura della liquidazione di una partecipata la cui influenza in conto economico è stata appostata nella relativa voce.

ATTIVO CIRCOLANTE

• Rimanenze: sono state rilevate sulla base degli inventari fisici (in corso di verifica) e valorizzate sulla base degli stessi criteri 2004.

• Crediti: i crediti verso clienti sono stati calcolati sulla base della tariffa ad oggi vigente (piano d’ambito in vigore ante revisione) e dei volumi di vendita acqua stimati per l’anno 2005 sulla base degli andamenti storici. • Disponibilità Liquide: rappresentano la disponibilità dell’azienda al

31/12/2005. RATEI E RISCONTI

• Ratei e Risconti: rappresentano indicativamente proventi od oneri la cui competenza è anticipata o posticipata rispetto alla manifestazione finanziaria. PATRIMONIO NETTO

• Patrimonio Netto: le perdite del 2004 sono state coperte come da delibera dell’Assemblea dei Soci.

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• Fondi per Rischi ed Oneri: a tale posta sono stati imputati gli accantonamenti per rischi ed oneri tra cui le voci principali riguardano: i sinistri in corso di definizione, TOSAP e COSAP e probabili contenziosi.

TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

• Trattamento di fine rapporto: rappresenta la consistenza del debito della società al 31/12/2005

DEBITI

• Debiti v/Banche: rappresentano la situazione dell’azienda al 31/12/2005; • Debiti v/Fornitori: rappresentano debiti per fatture pervenute e non pagate e

la stima di fatture da ricevere avvenuta sulla base degli ordini evasi e non spuntati e delle fatture pervenute ed in corso di registrazione.

VALORE DELLA PRODUZIONE • Fatture da emettere:

o Fatture da emettere per vendita acqua: sono state calcolate sulla base della tariffa ad oggi vigente (1,261 €/mc) e sui volumi stimanti sulla base degli andamenti storici.

o Fatture da emettere varie: sono state valutate sulla base dei dati ad oggi in possesso.

• Incrementi per immobilizzazioni: in analogia con quanto evidenziato circa le immobilizzazioni il valore è stato desunto dalla CO-AN.

• Altri ricavi e proventi: sono rappresentati dai servizi resi all’utenza, dai diritti di allacciamento e dalle quote stimate di risconto dei contributi per OOPP di competenza 2005. Oltre alla quota, anch’essa stimata, del risconto relativo all’attualizzazione del credito della delibera AATO 2004. Si fa presente che è in corso con la società di revisione la definizione del criterio di valutazione di tale posta.

COSTI DELLA PRODUZIONE

• Costi per Materie prime, Servizi, Godimento Beni di terzi, Oneri diversi di gestione: sono stimati sulla base delle fatture pervenute e di quelle da pervenire derivate dalle risultanze degli ordini evasi e non spuntati.

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• Oneri del personale: rappresentano la competenza del 2005. • Ammortamenti e svalutazione dei crediti:

o Ammortamenti: sono stati calcolati sulla base dei presupposti indicati precedentemente relativi alle immobilizzazioni.

o Svalutazione dei crediti: il dato è presunto e calcolato come il 2% dei crediti sorti nell’anno 2005 in analogia a quanto fatto nell’anno 2004. • Variazione delle rimanenze: si rimanda a quanto detto in merito alla analoga

voce di Stato Patrimoniale.

• Accantonamenti per rischi: si rimanda a quanto detto in merito alla analoga voce di Stato Patrimoniale.

PROVENTI ED ONERI FINANZIARI/ RETTIFICHE DI VALORE DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE/ PARTITE STRAORDINARIE/ IMPOSTE E TASSE

• Proventi ed Oneri finanziari: rappresentano la competenza del 2005.

• Rettifiche di valore di attività finanziarie: rappresentano la competenza del 2005.

• Proventi ed oneri straordinari: gli oneri straordinari rappresentano costi di competenza di anni precedenti. I proventi straordinari sono riferiti in parte a sopravvenienze per eliminazioni di fondi rischi stanziati nel 2004 che non avevano più ragione d’essere nel 2005 ed in parte a proventi per maggiori ricavi degli anni precedenti.

• Imposte e tasse: rappresentano l’importo stimato relativo ad Ires ed Irap.

La situazione finanziaria segue il trend migliorativo del triennio, i debiti a lungo termine e il capitale proprio riescono a coprire le immobilizzazioni, inoltre, le necessità di liquidità delle passività correnti possono essere soddisfatti dall’attivo circolante anche al netto delle rimanenze.

Le immobilizzazioni nel tempo sono incrementate, nel 2005 raggiungono il 46% del totale impieghi. Tale somma è minore rispetto a quanto prospettato dal Piano

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d’Ambito, infatti, l’ente gestore non disponendo delle risorse economiche necessarie, ha deciso di non effettuare il totale degli investimenti imposti.

Come è possibile vedere dai valori, il 2005 chiude con una perdita pari a Euro 233.552, cioè il - 4,9% del valore della produzione, ma il risultato economico è migliore del triennio precedente, soprattutto per la sua composizione.

Il valore aggiunto è migliorato nettamente rispetto al triennio, i costi esterni di produzione vengono coperti dal valore della produzione, ma ancora l’azienda non riesce a coprire i costi della gestione caratteristica. La causa è di nuovo attribuibile alla mancata adeguazione della tariffa rispetto all’inflazione.

Passando agli indici è possibile vedere che il ROI, pari al -17,9%, è migliorato rispetto al triennio, l’incremento non è ovviamente dovuto alla riduzione del capitale proprio per copertura di perdite di esercizi precedenti, bensì alla diminuzione della perdita d’esercizio.

Il ROA, pari al -1,06, non subisce grandi oscillazioni rispetto al 2005 (-1,11%), infatti a fronte di una minore perdita, si registra anche un decremento di totale impieghi.

Indice di una migliore situazione finanziaria è anche il ROD che passa da 2,43% a 1,96%, trend in linea con la politica aziendale di ridurre la dipendenza verso banche.

3.3 ANALISI COMPARATIVA

Per svolgere un analisi comparativa, essendo l’Acquedotto del Fiora gestore unico e non avendo competitors diretti sul mercato, è stata presa in esame i gestori toscani con struttura analoga.

3.3.1. ACQUE S.p.A.

Il gestore in esame è la società Acque S.p.A che si occupa di servizio idrico integrato nell’AATO n. 2 Basso Valdarno.

I 57 Comuni oggetto di affidamento ad Acque ricadono nelle province di Pisa, Firenze, Siena, Pistoia e Lucca ed hanno una popolazione totale di circa 720.000 abitanti.

L’acqua è prelevata da 206 sorgenti, 20 prese d’acqua da corsi superficiali e da 479 pozzi, la rete di distribuzione idrica è costituita da 5230 km di tubazioni, la rete fognaria è di 2572 km di canalizzazioni, gli impianti di depurazione sono 135.

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Conformemente agli obblighi stabiliti negli atti di affidamento del servizio da parte dell’ATO, Acque S.p.A ha espletato la gara ad evidenza pubblica per la selezione del partner privato, che si è conclusa nei primi mesi del 2003 con l’aggiudicazione del 45% del capitale sociale al raggruppamento risultato vincitore, formato da Acea S.pA (capofila), Ondeo Services S.A. di Nanterre, Monte dei Paschi S.p.A. di Siena, S.I.L.M

Società Italiana per Lavori Marittimi S.p.A. di Roma, Ondeo Degremont S.p.A. di

Roma e Consorzio Toscano Costruzioni C.T.C. s.c.a.rl. di Firenze.

2003 2004 2005 IMPIEGHI a)liquidità immediate 5,53% 7,64% 1,41% b)liquidità differite 64,61% 56,14% 44,36% c) rimanenze 1,96% 1,01% 0,98% D)ATTIVO CORRENTE=(A+B+C) 72,11% 64,80% 46,75% E) immobilizzazioni finanziarie 0,90% 0,45% 0,35% F)immobilizzazioni materiali 24,80% 33,53% 50,12% G)immobilizzazioni immateriali 2,19% 1,23% 2,78%

H)ATTIVO IMMOBILIZZATO= (E+F+G) 27,89% 35,20% 53,25%

TOTALE IMPIEGHI=(D+H) 100,00% 100,00% 100,00%

FONTI

A)passivo corrente 77,77% 56,06% 55,52%

B)passivo consolidato 19,99% 25,73% 27,49%

C) MEZZI DI TERZI (A+B) 97,76% 81,79% 83,02%

D)PATRIMONIO NETTO 18,31% 18,29% 16,96%

TOTALE FONTI = (C+D) 100,00% 100,00% 100,00%

2002 2003 2004

A)VALORE DELLA PRODUZIONE 100,00% 100,00% 100,00%

B)COSTI DELLA PRODUZIONE ESTERNI 64,98% 65,30% 60,84%

A-B=C VALORE AGGIUNTO 35,02% 34,70% 39,16%

D)9)COSTI PER IL PERSONALE 24,06% 21,61% 20,56%

C-D= E) MARGINE OPERATIVO LORDO 10,96% 13,09% 18,60%

F)AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI

GESTIONE CARATTERISTICA 5,29% 7,84% 9,18%

E-F=G)RISULLTATO OPERATIVO GESTIONE

CARATTERISTICA 5,66% 5,25% 9,42%

H) PROVENTI NETTI DELLA GESTIONE

PATRIMONIALE 0,03% 0,09% 0,17%

G+H= I RISULTATO OPERATIVO (AZIENDALE) 5,70% 5,34% 9,59%

L)ONERI FINANZIARI -0,52% -1,34% -3,05%

I-L=M) RISULTATO LORDO DI COMPETENZA 5,17% 4,00% 6,55%

N)RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA 0,09% 0,06% 0,32%

M+N=O RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 5,27% 4,06% 6,86%

P)26)IMPOSTE SUL REDDITO D'ESERCIZIO 3,66% 3,41% 3,87%

(27)

Nel 2002 i ricavi da tariffa sono stati pari a € 55.937.501, cui vanno aggiunti ricavi per servizi fognatura e depurazione relativi a scarichi produttivi per € 1.297.231.

Il Rapporto fatturato/erogato pari al 58,2%, andrebbe depurato delle dispersioni fisiologiche (fontanelle, prese antincendio ecc.) ma testimonia comunque gli ampi margini di recupero di efficienza nel funzionamento della rete di distribuzione che l’Azienda ha dinanzi.

L’ammontare complessivo degli altri ricavi e proventi (lavori conto terzi, gestione impianti depurazione conto terzi, allacciamenti acquedotto e fognatura, attivazioni ecc.) è pari ad € 3.848.486.

Tra i costi per acquisto materiali, pari complessivamente a € 5.471.543, la voce più consistente è quella relativa ai materiali di ricambio apparecchi (3.640.161 € pari al 5,49% del valore della produzione); tra le spese per servizi, consistenti complessivamente in € 25.352.348, le due voci maggiori sono quelle per manutenzione ordinaria pari a € 8.154.628 € con una incidenza del 12,3% sul valore della produzione, e quella per energia elettrica ( 8.958.573 € e una incidenza del 13,52%).

I costi per godimento beni di terzi, sono soprattutto determinati dal canone di concessione dovuto ai comuni e all’ATO in base alla convenzione di affidamento del servizio, che con € 12.498.256, incide per il 18,86% sul valore della produzione.

I costi del personale, pari a € 15.937.582 incidono sul valore della produzione per il 24,05%. Il numero medio dei dipendenti nel corso del 2002 è stato di 400 unità. Il costo medio per dipendente è pertanto stato pari a € 39.819,07 , collocandosi all’interno delle medie del settore idrico integrato. Al 31/12/2002 il personale dipendente dell’Azienda era di 375 unità.

Gli ammortamenti sono di lieve entità essendo l’azienda al primo anno di attività ed avendo gli impianti e le reti in concessione d’uso. Negli anni futuri i costi per ammortamenti sono progressivamente destinati ad aumentare con il progredire dell’attuazione del piano d’Ambito degli investimenti.

Nel 2002 la gestione economica della Società mostra un margine operativo lordo di € 7.261.130 pari al 10,96% del valore della produzione, ed un margine operativo di € 3.753.149 - il 5,66% del valore della produzione - che per effetto delle imposte e della gestione finanziaria e straordinaria producono un utile netto di euro 1.001.991, un risultato migliore di quello ipotizzato in sede previsionale.

(28)

Il risultato relativo al ROE esprime una ottima redditività del capitale di rischio. Il dato è ovviamente influenzato dall’esiguità del capitale sociale del primo anno di attività.

Più significativi il tasso di redditività del capitale investito (ROI), che misura la redditività dell’intero capitale investito, pari al 5%, ed il tasso di redditività delle vendite (ROS), pari al 6%, che risultano comunque apprezzabili.

Tra i costi non operativi, considerato il volume d’affari dell’azienda, non appaiono di particolare rilievo gli oneri finanziari, pari a € 326.804, e sono scarsamente significativi gli oneri straordinari. Ragguardevoli invece gli oneri per imposte e tasse (2.425.094 €) determinati principalmente dalla tassazione in base alla normativa fiscale vigente di alcune componenti negative di reddito.

Nel 2003 il valore della produzione, pari ad € 72.168.994, registra un aumento di € 5.916.947, per effetto soprattutto dell’aumento dei ricavi da vendite e prestazioni, passati da 57.234.732 a 62.705.008 € (di cui € 1.732.448 per servizi fognatura e depurazione relativi a scarichi produttivi) con un incremento del 9,5%, dovuto soprattutto all’adeguamento delle tariffe in base a quanto previsto nella convenzione di affidamento, ed al recupero tariffario relativo all’anno 2002, riconosciuto dall’ATO per eliminare lo scostamento tra la tariffa media deliberata e la tariffa reale effettivamente registrata nel medesimo anno.

I mc fatturati, sono passati a 47.236.937 di contro ai mc 46.862.214 del 2002. Sempre nello stesso anno la componente positiva di reddito per capitalizzazione dei costi incrementativi del valore delle immobilizzazioni, pari a €5.978.885, indicano una variazione positiva di € 810.056.

L’ammontare complessivo degli altri ricavi e proventi (lavori conto terzi, gestione impianti depurazione conto terzi, allacciamenti acquedotto e fognatura, ecc.) è pari ad € 3.485.101, in lieve diminuzione (- 363.385) rispetto al 2002.

I costi della produzione ammontano complessivamente a € 68.381.159, con un incremento del 9,4% sul 2002.

Al loro interno diminuiscono i costi per acquisto materiali, mentre aumentano i costi per acquisto servizi. Il dato è spiegabile con il maggiore ricorso all’acquisizione di servizi esterni, dovuto soprattutto alla nascita delle controllate Acque industriali s.r.l. e Acqueingegneria s.r.l., avvenuta l’1/7/2002. Mentre nel 2002 i servizi svolti da queste società sono stati svolti per metà anno internamente, nel 2003 risultano interamente svolti all’esterno.

(29)

I costi del personale pari a € 15.597.458 incidono sul valore della produzione per il 22,8% e registrano una diminuzione di 340.124 € sul 2002, dovuto all’asimmetria del raffronto con il 2002 causata dalla nascita di Acqueindustriali e Acqueingegneria. Il numero medio dei dipendenti nel corso del 2003 è stato di 359.

Gli ammortamenti rispetto al 2002 registrano un aumento di € 1.416149, per l’entrata in funzione dei nuovi investimenti conclusi nel 2003.

La gestione economica della Società mostra un margine operativo lordo in di € 9.445.312 (13% del valore della produzione) in crescita rispetto a € 7.261.130 del 2002 (10,96% del valore della produzione). Il margine operativo netto risulta di € 3.787.835, in lieve aumento rispetto al 2002, ma in leggera diminuzione in rapporto al valore della produzione (5,24% contro il 5,66%) a causa dell’aumentata incidenza degli ammortamenti.

Per effetto dell’aumento dei costi non operativi, determinato soprattutto dall’aumento degli oneri finanziari (+ 563.535 €), l’utile netto registra una diminuzione di 529.666 €, attestandosi su un risultato (472.325 €) che appare sostanzialmente positivo ed in linea con le previsioni

La struttura patrimoniale e finanziaria appare solida ed equilibrata. Le immobilizzazioni nette, passate da 20.546.090 a 47.209.255 risultano controbilanciate nel passivo dai mezzi propri - passati da 1.646.991 a 24.551.760. Grazie all’aumento di capitale realizzato e per effetto dell’ingresso del partner privato - e dalle passività consolidate, salite da 14.728.065 a 34.547.685. Le passività correnti, pari a Euro 69.677.232, risultano ampiamente compensate dai crediti a breve (75.232.097) e dalla liquidità (10.250.282). Nel corso dei primi mesi del 2004 l’Azienda ha avviato un’azione tendente a recuperare i residui ritardi nella bollettazione, accumulati nelle fasi di passaggio delle competenze dai precedenti gestori, ed a accorciare i tempi di incasso delle bollette, in modo da ridurre la massa dei crediti verso clienti, per somministrazione acqua, pari al 31/12/2003 a € 54.471.637. Il lavoro avviato ha dato risultati molto positivi, tanto che i crediti verso clienti sono scesi a euro 44.933.193, registrando una diminuzione di euro 9.538.444, in una situazione di crescita del fatturato.

La struttura patrimoniale e finanziaria della Società ha subito delle modifiche a seguito soprattutto delle immobilizzazioni effettuate, delle nuove operazioni di finanziamento perfezionate e delle azioni tendenti ad assicurare flussi di cassa più veloci.

(30)

Le immobilizzazioni nette, passate da euro 47.209.255 a euro 84.334.229 risultano sostanzialmente controbilanciate nel passivo dai mezzi propri - passati da euro 24.551.760 a euro 26.859.273 per effetto dell’imputazione dell’utile netto del 2004 – e dalle passività consolidate, salite da euro 34.547.685 a euro 43.578.055.

Le passività correnti, pari a euro 79.003.867, risultano equilibrate dai crediti a breve (70.013.126) e dalla liquidità (2.230.754).

1.3.2. PUBLIACQUE S.p.A.

2001 2002 2003 2004

A)VALORE DELLA PRODUZIONE 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% B)COSTI DELLA PRODUZIONE ESTERNI 94,57% 67,84% 70,36% 63,11%

A-B=C VALORE AGGIUNTO 5,43% 32,16% 29,64% 36,89%

D)9)COSTI PER IL PERSONALE 0,00% 22,35% 22,07% 22,25%

C-D= E) MARGINE OPERATIVO LORDO 5,43% 9,80% 7,56% 14,64%

F)AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI

GESTIONE CARATTERISTICA 0,52% 4,00% 3,55% 6,80%

E-F=G)RISULLTATO OPERATIVO GESTIONE

CARATTERISTICA 4,9% 5,8% 4,01% 7,8%

H) PROVENTI NETTI DELLA GESTIONE

PATRIMONIALE 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

G+H= I RISULTATO OPERATIVO

(AZIENDALE) 4,9% 5,8% 4,01% 7,8%

L)ONERI FINANZIARI 0,00% 0,16% -2,71% 3,34%

I-L=M) RISULTATO LORDO DI

COMPETENZA 4,9% 5,96% 6,72% 11,17%

N)RISULTATO DELLA GESTIONE

STRAORDINARIA 0,01% 0,03% 0,97% 0,89%

M+N=O RISULTATO PRIMA DELLE

IMPOSTE 4,91% 5,99% 7,69% 12,06%

P)26)IMPOSTE SUL REDDITO D'ESERCIZIO -2,01% -1,23% -2,23% -3,32%

O-P= Q)26) UTILE DI ESERCIZIO 2,9% 4,76% 5,46% 8,75%

STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO 2001 2002 2003 2004 ATTIVO Liquidità immediata 1.028.835,00 352.725,00 286.287,00 1.066.053,00 Liquidità differita 51.499.226,00 143.218.010,00 153.444.618,00 221.225.293,00 Rimanenze 0,00 4.711.483,00 5.861.732,00 5.553.154,00 Immobilizzazioni nette 2.723,00 64.341.963,00 145.973.163,00 187.533.135,00 TOTALE ATTIVO 52.530.784,00 212.624.181,00 305.565.800,00 415.377.635,00 PASSIVO Passività correnti 50.805.154,00 195.640.213,00 287.589.667,00 259.403.121,00 Debiti a medi - lungo termine 164.544,00 7.402.875,00 9.159.320,00 62.270.904,00 Patrimonio netto 1.561.086,00 9.581.093,00 8.816.813,00 93.703.610,00 TOTALE PASSIVO 52.530.784,00 212.624.181,00 305.565.800,00 415.377.635,00

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