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R AMESSE II: QUADRO GENERALE E CONFRONTO STATISTICO 6. L A NECROPOLI TEBANA FRA THUTMOSI III E

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6. L

A NECROPOLI TEBANA FRA THUTMOSI

III

E

R

AMESSE

II:

QUADRO GENERALE E CONFRONTO

STATISTICO

§ 1. Le tombe dei nobili

In questo capitolo ci avvarremo di numerose tabelle sintetiche che permetteranno più agevoli comparazioni di ordine cronologico, topografico, iconografico e prosopografico fra le tombe tebane. È evidente che ogni dato di ordine statistico su un periodo così lontano deve indurci alla massima prudenza: molti dei dati utili alla compilazione di una ricerca di questo tipo sono infatti persi per sempre e, soprattutto, impossibili da quantificare; si aggiunga che, a livello iconografico, la maggior parte delle tombe tebane non è finita, per cui il loro programma decorativo è imperfetto, benchè nei novanta giorni tra la morte del proprietario e la sua inumazione si poteva rimediare con una certa efficacia al disequilibrio di una decorazione non finita. In secondo luogo, comparazioni statistiche hanno un maggior valore quanto è maggiore il numero di dati preso in esame, mentre hanno scarso valore su dati esigui. Per ovviare a queste imprecisioni si è cercato di ampliare l’arco cronologico preso in esame, con i regni da Thutmosi III a Ramesse II, che insieme coprono quasi tre secoli; si è in qualche caso accorpato in un'unica voce elementi affini (è il caso della tabella 3); infine si è fatto uso di valori percentuali, che rispettano in qualche modo le proporzioni fra i dati.

La seguente tabella1 permette in prima analisi di valutare l’entità dei dati a nostra disposizione: nella seconda colonna viene riportato il numero di tombe tebane risalenti al regno di un determinato re; nella terza colonna si è indicizzato il rapporto fra il numero di tombe e gli anni di regno (più lungo è il regno, più tombe si suppone ci siano). L’indice ideale è proprio quello di Akhenaten ad el-Amarna, in quanto quella necropoli (non utilizzata prima né dopo l’esperienza

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amarniana) ci restituisce il numero più o meno esatto di sepolture che ci si aspetta nella necropoli della capitale (per i re prima di Akhenaten anche sede della Corte) per una generazione di funzionari. Il numero piuttosto basso delle tombe tebane dovrebbe indurci a credere quante sepolture siano andate perdute o, senza iscrizioni o elementi datanti sicuri, non possano essere attribuite con certezza al regno di un sovrano.

Numero totale

di tombe Anni di regno tombeNumero di 2/anni di

regno

Hatshepsut/Tuthmosi III 27

Thutmosi III 25 33 2,48

Thutmosi III/ Amenhotep II 30

Amenhotep II 14 34 1,56

Amenhotep II/ Thutmosi IV 9

Thutmosi IV 11 33 1,00

Thutmosi IV/ Amenhotep III 13

Amenhotep III 32 38 1,29 Amenhotep III/Amenhotep IV3 4 Amenhotep IV (Tebe)4 6 6 1,835 Akhenaten (el-Amarna) 45 11 4,09 Amenhotep IV/Tutankhamen6 1 Ay7 2 4 0,75 Ay/Horemheb8 1 Horemheb9 2 28 0,18 Horemheb/Sethy I10 2 Ramesse I/Sethy I 1 Sethy I/Ramesse II 2 Ramesse II 40 67 0,82 Ramesse II/Merenptah 5 Ramesse II/Sethy II 1 Ramesse II/XIX din. 7

Tabella 1. Tombe dei funzionari divisi per regno e indice numero di tombe/anni di regno

§ 1.1. Dislocazione topografica delle sepolture

La necropoli tebana si divide tradizionalmente in diversi settori i cui toponimi sono di origine araba e che spesso prendono il nome da abitati moderni impiantati nelle vicinanze. Essi sono, da sud verso nord: Deir el-Medina, Qurnet Murai, Shiekh Abd el-Qurna (sud e nord), Khokha, Asasif, Deir el-Bahri, Dra

2 Il dato è calcolato anche su tombe di funzionari al servizio di più re, assegnandole ora ad un

regno, ora all’altro.

3 TT 46, TT 55, TT 192, Kampp -396-.

4 TT 188, TT 136, Hatiay, Setau, Nakhy, K99.1 (May).

5 Considerando che il periodo trascorso dal re a Tebe fosse di circa sei anni. 6 TT 40.

7 TT 49, TT 271. 8 A.8.

9 TT 50, TT 166. 10 TT 41, TT 255.

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Abu el-Naga (sud e nord), el-Tarif. Quest’ultima necropoli fu in uso solo nell’Antico e Medio Regno e quindi non interessa la nostra indagine.

W. Helck ha messo in luce come la scelta della posizione della propria tomba da parte dei funzionari fosse spesso condizionata dalla presenza nelle vicinanze di un Tempio di Milioni di Anni del sovrano che stavano servendo. Tuttavia, se questo è nettamente vero per Thutmosi III, Thutmosi IV, Ay e, in parte, per Ramesse II, non si può dire la stessa cosa per altri sovrani (Amenhotep III, Horemheb).

Per approfondire l’analisi abbiamo compilato una tabella comparativa in cui viene indicata sinteticamente la distribuzione topografica delle sepolture nelle varie necropoli, specificando il numero di tombe per necropoli e la percentuale sulle tombe totali. Le tombe che appartengono a funzionari vissuti sotto più re vengono assegnate al primo sovrano, quello durante il cui regno si suppone sia stato scelto il sito della tomba.

Deir el-Medina Qurnet Murai Sheikh Abd el-Qurna

Khokha Asasif Deir el-Bahri

Dra Abu el-Naga Thutmosi III 0 0% 3 5,17% 29 50% 10 17,24% 0 0% 0 0% 16 27,59% Amenhotep II 1 3,85% 0 0% 19 73,08% 3 11,54% 0 0% 1 4,36% 2 7,69% Thutmosi IV 0 0% 0 0% 12 44,44% 7 25,93% 0 0% 0 0% 8 29,63% Amenhotep III 0 0% 1 2,86% 18 51,43% 6 17,14% 4 11,43% 0 0% 6 17,14% Akhenaten 2 28,57% 1 14,29% 2 28,57% 0 0% 1 14,29% 0 0% 1 14,29% Ay 0 0% 1 33,33% 0 0% 1 33,33% 0 0% 0 0% 1 33,33% Horemheb 1 20% 0 0% 1 20% 1 20% 0 0% 0 0% 2 40% Ramesse I 0 0% 0 0% 1 100% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% Sethy I 3 75% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 1 25% Ramesse II 12 22,64% 2 3,77% 10 18,87% 10 18,87% 8 15,09% 0 0% 11 20,75%

Tabella 2. Distribuzione topografica delle tombe per regno (Thutmosi III-Ramesse II)

In rosso sono evidenziate le tombe della necropoli più vicina al Tempio di Milioni di Anni del sovrano regnante.

Una lettura più approfondita della tabella permette di notare come nella seconda metà della XVIII Dinastia la necropoli preferita fosse Sheikh Abd el-Qurna, seguita da Dra Abu el-Naga, da Khokha e infine da Qurnet Murai. Dopo l’esperienza amarniana, la necropoli di Sheikh Abd el-Qurna, pur restando la preferita, non concentra più il 50% delle sepolture come avveniva prima: se la necropoli di Dra Abu el-Naga non va incontro a particolari cambiamenti, ciò avvantaggiò le necropoli dell’Asasif e di Khokha. Infine, entra in scena con prepotenza quella, tutta particolare, di Deir el-Medina; ciò riflette la vita del

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villaggio, che in Età ramesside ebbe un’espansione mai conosciuta prima. Una terza tabella riassuntiva generale permette di focalizzare meglio i dati:

Deir el-Medina Qurnet Murai Sheikh Abd el-Qurna

Khokha Asasif Deir el-Bahri

Dra Abu el-Naga Totale Prima di Akhenaten 0,68% 2,74% 53,42% 17,81% 2,74% 0,68% 21,92% 146 (in 138 anni) Dopo Akhenaten 24,24% 4,55% 18,18% 18,18% 12,12% 0% 22,73% 66 (in 99 anni)

Tabella 3. Distribuzione topografica delle tombe prima e dopo Akhenaten

La distribuzione delle tombe nelle necropoli si affianca ad un secondo dato, assai significativo: il calo generale delle sepolture tebane dopo Akhenaten (quantificabile nel 35%, se calcolato sull’indice anni di regno/numero di tombe)11; ciò è probabilmente dovuto allo spostamento della corte verso Nord. Questa tendenza è confermata anche dall’analisi della prosopografia: prima di Akhenaten erano per lo più sepolti a Tebe sacerdoti e amministratori di proprietà templari (in genere connesse con Amon o con il culto dei re deificati), nobili della Corte (fanciulli del Kap, intendenti reali, flabelliferi alla destra del Re, maggiordomi), amministratori di alto rango (visir, sindaci, sovrintendenti al Tesoro o al Granaio, etc.) e militari. Dopo Akhenaten le tombe sono quasi esclusivamente di sacerdoti o amministratori sacerdotali, artigiani e funzionari di basso rango (per la maggior parte da Deir el-Medina), mentre i nobili della Corte e i militari spariscono; restano ovviamente i Visir dell’Alto Egitto (fra gli amministratori di alto rango) e i Viceré di Kush. Una quarta tabella permette di rendersi conto delle cifre:

Nobili della Corte Sacerdoti o amministratori templari Militari Amministratori

di alto rango Funzionari di basso rango Artigiani Nomarchi o governatori provinciali Thutmosi III 13,5% 42,3% 13,5% 13,5% 9,6% 1,9% 5,8% Amenhotep II 31,8% 27,3% 9,1% 22,7% - 4,5% 4,5% Thutmosi IV 20% 44% 16% 8% 4% 4% 4% Amenhotep III 23,8% 38,1% - 14,3% 9,5% 4,8% 9,5% Amenhotep IV 16,7% 33,4% - - 16,7% 16,7% 16,7% Tutankhamen - 100% - - - - - Ay - 50% - - 50% - - Horemheb - 66,7% - - 33,4% - - Ramesse I - 100% - - - - - Sethy I 20% - 20% - 60% -

11 Contando tutte le tombe tipologicamente ascrivibili al periodo Thutmosi III-Amenhotep III

(circa 259) e tutte quelle al periodo Tutankhamen-Sethnakht (96) il calo è anche più sensibile: il 63%.

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Ramesse II 2,6% 55,3% - 5,3% 7,9% 26,3% 2,6%

Tabella 4. Distribuzione dei titoli e delle cariche fra i proprietari delle tombe tebane

§ 1.2. Caratteristiche architettoniche

Tutte le tombe tebane (TT) sono rupestri: in ciò differiscono da buona parte delle tombe menfite, ma sono del tutto uguali alle tombe di el-Amarna. Non si tratta di una motivazione ideologica, ma di una necessità semplicemente geomorfologica: l’intera riva occidentale tebana è fiancheggiata da colline e montagne rocciose e la piana di el-Amarna è cinta lungo tutta la sua estensione da una falesia rocciosa, mentre la distesa sabbiosa di Saqqara non offre alcun rilievo, tranne l’altura del Bubasteion.

Come illustrato da K-J. Seyfried, l’architettura funeraria si divide in tre parti essenziali (“Drei-Ebenen-Grab”), ognuna con una sua specifica funzione: una sovrastruttura, un livello mediano, una parte ipogea. La sovrastruttura sottolineava l’aspetto solare del culto funerario e l’adorazione del Sole; il livello mediano, scandito in una corte e in una serie di ambienti scavati nella roccia, assolveva alla funzione sociale della sepoltura, costituendo un monumento alla rilevanza pubblica del defunto e offrendo lo spazio ai culti cerimoniali della sepoltura e della memoria; il livello ipogeo era interamente consacrato alla sepoltura del defunto e al ricovero del corredo funerario, rappresentando l’aspetto osiriaco del culto e la realizzazione materiale del paesaggio oscuro e sotterraneo dell’Aldilà.

La sovrastruttura era in genere costituita da una piccola cappella, da una nicchia ricavata nella facciata con una statua stelofora o da una piramide in mattoni crudi. Riguardo a quest’ultima, tuttavia, se la TT 131 (Hatshepsut-Thutmosi III) ne era sicuramente provvista, non possiamo esserne certi per tutte le altre sepolture della XVIII Dinastia: nell’iconografia delle tombe come appare nelle rappresentazioni delle tombe stesse essa fa la sua comparsa solo dopo l’Età amarniana e i resti archeologici sono troppo esigui per fornire una documentazione affidabile.

Lo schema del livello medio tipo è, idealmente, il seguente: avancorte (A), ingresso (B), sala trasversa (C), corridoio (D), santuario con nicchia (E).

L’avancorte può essere cintata da un muro in mattoni ed essere attraversata da una rampa o una scalinata poiché, a causa della necessità di ottenere un’ampia

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facciata, le tombe venivano scavate sotto il livello del terreno. Il pozzo che conduceva alla camera funeraria era spesso qui, circondato da una vera in mattoni crudi. Vi possono essere delle piattaforme rituali, usate forse per i riti collegati alla cerimonia di apertura della bocca, data la vicinanza del pozzo, e un

pyramidion in pietra come offerta votiva. A partire dal regno di Amenhotep III

diventano piuttosto comuni piante e vasi osiriaci, cioè sagome in forma di Osiri riempite di terra e di semi, che germogliando, davano alla figura il tipico colorito verde della divinità.

L’ingresso era generalmente verso est, in un percorso ideale E-W, se la qualità della pietra permetteva di scavare tombe con un tale asse. La facciata era decorata in modo molto semplice: cornice a gola egizia e coni funerari. Questi ultimi sono forse di origine architettonica – come imitazione di travi in legno delle case private – e poi passati a un significato solare, date le scene di culto e gli inni stampigliati sulla base che ad un certo punto prendono ad affiancarsi alle iscrizioni puramente prosopografiche.

La sala trasversa è la caratteristica più immediata di una tomba tebana, che le conferisce, assieme al corridoio, la tipica forma a T. Essa può essere doppia o supportata da pilastri o colonne quando di dimensioni maggiori al comune12. Era generalmente decorata alle estremità con stele falsa porta, a modo di santuari secondari.

Il santuario, la parte più interna di questo livello della tomba, contiene una statua – scolpita direttamente nella parete di roccia, realizzata in intonaco o in un blocco di pietra a parte – o una stele falsa porta. Tra sala trasversa e santuario si sviluppa l’area sacra della tomba, identificata da tre elementi collocati in posizione triangolare (la falsa porta e la stele alle estremità della sala trasversa, la statua in fondo al santuario). Il quarto elemento sacro, la mummia, è invece occultato13.

Alla camera funeraria si accedeva in due modi: un passaggio in discesa dalla camera più interna (a partire dal regno di Amenhotep II) o, come si è visto, un pozzo scavato nell’avancorte. Il passaggio in discesa (“sloping passage”) può

12 Sull’evoluzione dalle tombe a saff del Medio Regno alle tombe a T del Nuovo Regno un agile

riassunto in KAMPP-SEYFRIED F., The Theban necropolis: an overview of topography and tomb development from the Middle Kingdom to the Ramesside period, inSTRUDWICK N. – TAYLOR J.H.,

The Theban Necropolis: past present and future, The British Museum Press, London 2003, pp. 2-10.

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essere dotato di scalini e avere un andamento non rettilineo; raro in Età precedente, esso diventa l’unica forma a partire dalle tombe monumentali del regno di Amenhotep III. Secondo K-J. Seyfried, contrastato però da E. Hornung, questa lenta discesa verso la camera funeraria sembra essere suggerita da motivazioni religiose e più precisamente sembra trarre ispirazione dalla vignetta della IV ora dell’Amduat14. J. Assmann, in accordo con Seyfried, collega l’introduzione dello sloping passage a cerimonie annuali in onore di Sokar che richiedevano la riapertura della camera funeraria.

§ 1.3. Iconografia

Dopo che le pareti erano state opportunamente trattate (lisciate con strumenti di metallo le superfici, riempite di pietra o intonaco le irregolarità, mascherate o eliminate le tracce di noduli di selce) esse potevano essere direttamente dipinte oppure prima scolpite a rilievo e poi dipinte15. L. Manniche afferma che, con poche eccezioni, le tombe di Tebe sono le uniche dipinte della XVIII Dinastia16; tuttavia tombe dipinte si riscontrano ad el-Amarna, a Saqqara e ad el-Kab.

Ricordando che la parte mediana della tomba aveva rilevanti funzioni nella memoria del defunto e nella promozione sociale della sua famiglia, è facile immaginare come il proprietario fosse al centro della decorazione. Un posto di grande rilevanza, maggiore di quella del defunto, spettava tuttavia al sovrano, mentre gli dèi non erano usualmente rappresentati, tranne quelli collegati all’Aldilà (Osiri, Isi, Anubi, Nephti, Hathor). In genere, nella scelta iconografica si seguiva questo criterio: la parte più esterna è dedicata alla vita, la parte più interna all’Aldilà. In questo modo è possibile indicare quali fossero le scene selezionate per la sala trasversa, per il corridoio e per il santuario.

Nella sala trasversa, come si è detto, predomina il tema della vita, vi sono pertanto scene di agricoltura, artigiani al lavoro, caccia e pesca, banchetti festosi con musica, scene di vita professionale e le vette della carriera del defunto, quali

14 HODEL-HOENES S., Life and Death in Ancient Egypt. Scenes from private tombs in New

Kingdom Thebes, Cornell University Press, Ithaca-London 2000, p. 8.

15 “It should be mentioned […] that all carved walls were intended to be painted”; unica eccezione

la tomba di Ramose (TT 55), che analizzeremo più avanti (cfr. Cap. 9); cfr. MACKAY E., The

cutting and preparation of tomb-chapels in the Theban Necropolis, in JEA 7 (1921), p. 166.

16 MANNICHE L., The tombs of the nobles at Luxor, The American University in Cairo Press, Cairo

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udienze reali o premiazioni. Nelle tombe in cui il sovrano regnante è rappresentato, la scena è collocata sul muro che fronteggia l’ingresso, ai due lati della porta che conduce al corridoio.

Di fronte alla scena del re, sul muro alle spalle di chi è appena entrato nella tomba, il defunto è rappresentato mentre liba o incensa agli dei (che sono solo citati nei testi, ma non rappresentati). Il proprietario occupa tutto questo muro, ma, pur essendo in piedi, è rappresentato più basso del re, che sul muro di fronte è in genere seduto. La scena in cui il defunto incensa gli dèi può essere omessa, ma col risultato di rendere asimmetrica la composizione della parete; si rimedia spesso con una teoria di portatori di offerte su più registri. Dalla metà della XVIII Dinastia il defunto può essere accompagnato dalla moglie o dalla madre indifferentemente.

Gli studi di H. Junker e, dopo di lui, di L. Manniche, hanno evidenziato come la maggior parte delle scene di vita quotidiana, troppo idealizzate per essere cronache della vita del defunto, abbiano un preciso significato nascosto. Le scene di banchetto festoso, ad esempio: marito e moglie sono abbracciati, mentre gli ospiti no; il cibo non è servito, ma non manca l’ebbrezza delle bevande; fra i personaggi vi sono numerosi elementi carichi di allusioni erotiche (il frutto della mandragora con cui giocano le fanciulle, il fiore di loto che viene annusato dai commensali, le sensuali vesti semitrasparenti, le elaborate parrucche e il cono di grasso profumato sulla testa); in un angolo la preparazione del talamo nuziale. Tutto riconduce ad un solo fine: la completa rinascita del defunto. Le scene di banchetto sono spesso vicine a quelle della Bella Festa della Valle, la quale è stranamente dipinta solo nelle tombe pre-amarniane (né prima né dopo), sebbene la festa avesse luogo da molto tempo e sarebbe stata celebrata per lungo tempo a venire. Si trattava di una solenne processione in cui il dio Amon di Karnak veniva portato nella necropoli tebana, dove veniva ricevuto dai sacerdoti dei templi di milioni di anni dei sovrani e dai parenti dei defunti con offerte di incenso e mazzi di fiori. La festa era l’occasione per visitare la tomba dei propri morti e celebrare un banchetto rituale.

Le scene della caccia e della pesca sono così simmetriche, che una non è rappresentata senza l’altra. Anche qui è l’occasione per preconizzare la rinascita del defunto: la piccola oca che spesso compare sulla prua della nave, infatti, è un

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forte simbolo erotico; il defunto, inoltre, caccia e pesca sempre accompagnato dalla moglie e dalla prole.

Più all’interno della tomba, nel corridoio, predominano invece scene a soggetto funerario: la cerimonia di apertura della bocca, il pellegrinaggio ad Abydo, il giudizio osiriaco del defunto.

La scena del funerale non era mai omessa, e veniva di solito collocata sul muro di sinistra. Non tutto ciò che è rappresentato era parte del rituale di un vero funerale nella Tebe della XVIII Dinastia: si tratta della copiatura di modelli del Medio Regno (2040-1782 a.C.), che traggono a loro volta origine dall’Antico Regno (2686-2182 a.C.). Il funerale si articola in diversi momenti: la processione verso la casa di imbalsamazione, il trascinamento del sarcofago alla tomba, l’ultimo saluto della vedova che abbraccia la cassa, le fumigazioni e le abluzioni sul sarcofago prima del definitivo interramento. Sulla stessa parete, in parallelo su un altro registro o alla stessa altezza, campeggia la scena del pellegrinaggio verso Abydo della coppia di defunti, nella doppia versione del viaggio di andata e di ritorno (si capisce la direzione dall’uso delle vele o dei remi). Spesso, ma non sempre, sul muro opposto vi è la scena della cerimonia di apertura della bocca, con la mummia che guarda verso l’uscita e i sacerdoti verso il santuario.

Nel santuario il defunto è rappresentato, ai lati della propria statua di culto, mentre riceve offerte da parte della sua famiglia o seduto con la sua famiglia.

§ 1.4. Testi

Nella religione funeraria egizia il defunto, morendo, passa davvero da questa vita a quella eterna, ma ogni giorno l’anima del deceduto può tornare dall’Aldilà a questo mondo: da qui la presenza di una doppia falsa porta. L’ingresso delle tombe è ovviamente il luogo privilegiato per esprimere questo concetto: nella spalla di sinistra (a sud) viene posto un inno al sole che sorge e l’immagine del defunto che esce dalla tomba; nella spalla di destra (a nord) viene scolpito un inno al sole che cala o ad Osiri, mentre il defunto rientra nella sua eterna dimora. Si è visto come questa caratteristica fosse essenziale nell’escatologia amarniana.

Se la sala trasversa, luogo della memoria, è il posto ideale per il cosiddetto “Appello ai viventi”, in cui il defunto si rivolge direttamente ai visitatori chiedendo un’offerta o una preghiera e spesso dando consigli di ordine morale, la

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stele presenta un’autobiografia o un’autodescrizione del defunto, indicato come un uomo pio ed esemplare. Questo è anche il posto per collocare le scene “musicali”, dove arpisti e suonatori di liuto, accompagnati da un coro che batte il tempo con le mani e i piedi e da altri concertisti, intonano canti di diverso argomento. Un esempio particolare di questo genere è rappresentato dalla TT 50, appartenente a Neferhotep, funzionario vissuto sotto il regno di Horemheb17; in essa vi sono ben tre canti dal tema diverso: il primo canto (Neferhotep I) tratta il tema dell’ineluttabilità della morte, della sicurezza di un Aldilà confortevole, in quanto il defunto è stato un uomo moralmente integro, ma anche della necessità di ben approfittare dell’esistenza terrena (il tema coincide con il coevo Canto nella tomba menfita di Paatenemheb, cfr. Cap. 5, §. 5.3). Il secondo canto (Neferhotep II) riguarda la certezza di un Aldilà sereno, ma inevitabile, mentre il terzo canto (Neferhotep III) è un inno di lode e di onore al defunto.

Uno spazio particolare, nel corridoio, viene dedicato alla cerimonia di apertura della bocca, articolata – come evidenziato dagli studi di J. Assmann18 – in quattro diverse sequenze. La I sequenza, definita, “Ouverture” comprende purificazioni con libagioni e fumigazioni, l’avvicinarsi e l’ingresso alla tomba. La II sequenza è caratterizzata dalla meditazione del sacerdote-sem, dal trasferimento della visione nella statua del defunto, dalla prima apertura della bocca con il sacrificio del bue dell’Alto Egitto. Nella III sequenza si procede all’apertura della bocca con l’ausilio di diversi oggetti rituali. La IV sequenza si contraddistingue per la seconda cerimonia di apertura della bocca con il sacrificio del bue del Basso Egitto. Ora avviene l’investitura della statua con unzione, abiti e insegne. Le quattro sequenze sono composte precipuamente da parti dialogiche interpretate dal sacerdote-sem, dal sacerdote imiu-khenet, dagli artigiani, dal sacerdote-lettore, dal sacerdote detto “colui che è dietro Horo” dalle donne e dal macellaio rituale.

Le scene funerarie sono accompagnate spesso da estratti del Libro dei

morti, in particolare i capitoli 110, 125, 136, 144-146, 148-150, e da “liturgie” in

parte tratte dai Testi delle Piramidi, dai Testi dei sarcofagi e, assai meno, dal

Libro dei Morti. Non è una letteratura propriamente funeraria, anche se,

17 HARI R., La tombe thébaine du Père divin Neferhotep (TT 50), Éditions de Belles-Lettres,

Genève 1985.

18 ASSMANN J., The Ramesside Tomb of Nebsumenu (TT 183) and the ritual of Opening the Mouth,

inSTRUDWICK N. – TAYLOR J.H., The Theban Necropolis: past present and future, The British

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comparendo sui muri del tempio di Abydo (il cenotafio per eccellenza), hanno una loro logica19.

§ 2. L’iconografia del sovrano da Thutmosi III a Ramesse II: un confronto

Nel § 1.3 si è fatto breve accenno alla presenza del re nella decorazione della sala trasversa: chi aveva il privilegio di poter inserire nel proprio programma iconografico anche la figura del sovrano regnante sceglieva per essa il posto migliore: “Usually the king was given the most prominent wall-space available,

being shown on either side of the doorway leading from the transverse hall to the inner rooms of the tomb, frequently in a symmetrical representation, seated with his back to the doorway. Thus he caught the blaze of light from outside and was never overlooked. He is seated in his full regalia under a canopy. Facing him, outside the shelter, the tomb owner may be shown paying his respects”20. La presenza del re in una tomba privata fu sempre assai modesta lungo tutto l‘Antico Regno e il Medio Regno, dove al massimo si concedeva di inserire il cartiglio del sovrano. Al contrario, durante il Nuovo Regno “the king or the royal couple

appeared with increasing frequency in the decoration of private tombs. In most cases, these scenes do not reflect the king in any religious role, such as that of a mediator between the human and divine realms. These scenes emphasize the cordial personal relationship joining the deceased and his monarch during his lifetime, or tasks carried out at his monarch’s behest”21. Dopotutto “the tomb was

also a monument to the deceased, a medium by means of which he was able to immortalise the most important part of his life: his work in the service of the king”22, addirittura il re era “the most important person in the life of a tomb

owner, and for this reason he was the largest figure on the walls of the tomb”23. Era il re che concedeva il privilegio di una sepoltura decorosa: all’amministrazione regia probabilmente toccava stabilire o almeno verificare misure, collocazione, iconografia, testi.

19 DORMAN P., The Monuments of Senenmut, Kegan Paul International, London-New York, 1988,

pp. 82-84.

20 MANNICHE L., op. cit., p. 32. 21 HODEL-HOENES S., op. cit., p. 4. 22 MANNICHE L., op. cit., p. 31. 23 Ibidem.

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Nella seguente tabella viene proposto un confronto cronologico fra le tombe che possiedono scene de re: innanzitutto viene indicata la percentuale di tombe con scene del re sulle tombe totali di quel periodo, in seguito si riporta il numero delle tombe con le rispettive quantità di scene regali presenti in esse, in terzo luogo si specifica il numero massimo di presenze riscontrato in quel gruppo di tombe e, infine, la presenza media del re, cioè le quantità di volte che il re viene rappresentato nelle tombe con almeno una scena del re stesso.

Numero di

tombe con scene del re/tombe

totali

Numero delle tombe e quantità di

rappresentazioni del re presenze del Massimo di re per tomba Media di presenze del re per tomba Thutmosi III 12/55 (21,82%) TT 42 (2), TT 84 (3), TT 85 (1), TT 86 (2), TT 99 (2), TT 100 (1), TT 110 (1), TT 123 (1), TT 131 (2), TT 143 (4), TT 200 (2), TT 256 (1) 4 1,8 Amenhotep II 14/23 (60,87%) TT 42 (1), TT 43 (2), TT 56 (1), TT 72 (2), TT 85 (2), TT 88 (1), TT 92 (1), TT 93 (2), TT 96 (2), TT 101 (2), TT 200 (2), TT 256 (1), TT 367 (1). A.9 (1) 2 1,5 Thutmosi IV 16/27 (59,26%) TT 63 (2), TT 64 (2), TT 66 (1), TT 74 (2), TT 75 (1), TT 76 (1), TT 77 (2), TT 78 (2), TT 90 (2), TT 91 (1), TT 93 (1), TT 116 (1), TT 172 (1), TT 239 (1), TT 350 (1), C.6 (1) 2 1,4 Amenhotep III 11/23 (48%) TT 47 (1), TT 48 (2), TT 57 (2), TT 58 (2), TT 89 (1), TT 91 (1), TT 120 (2), TT 192 (7), TT 201 (1), TT 226 (1), TT 277 (2)24 7 1,8 Amenhotep IV (Tebe) 3/6 (50%) TT 55 (2), TT 188 (10), TT 192 (4) 10 5,33 Amenhotep IV (el-Amarna) 16/17 (94%) AT 1 (7), AT 2 (4), AT 3 (2), AT 4 (5), AT 5 (5), AT 6 (13), AT 7 (7), AT 8 (13), AT 9 (7), AT 10 (1), AT 11 (1), AT 14 (1), AT 19 (2), AT 20 (2), AT 22 (2), AT 23 (2), AT 25 (3) 13 4,5 Tutankhamen 1/1 (100%) TT 40 (3) 3 3 Ay 1/2 (50%) TT 49 (1) 1 1 Horemheb 2/3 (66,67%) TT 50 (1), TT 255 (1) 1 1 Ramesse I 2/2 (100%) TT 19 (1), TT 41(1) 1 1

Sethy I 2/6 (34%) TT 106 (3), TT 323 (su stele, 1) 3 2 Ramesse II 15/39 (38%) TT 2 (2), TT 4 (1), TT 7 (1), TT 9 (2), TT 10 (2), TT 31 (1), TT 157 (3), TT 183 (1), TT 216 (2), TT 217 (1), TT 341 (2), TT 360 (1), TT 387 (1), A.14 (1), C.7 (1) 3 1,5

24 Consultando – come è stato fatto in questa sede con opportuni aggiornamenti – il Porter-Moss,

A.P. Kozloff indica in numero di dodici le tombe con raffigurazioni di questo sovrano, a mio avviso includendo per errore la TT 161, dove il proprietario offre sì un mazzo di fiori ad un re, che trattasi però di Thutmosi III e non di Amenhotep III: cfr. KOZLOFF A.P., Theban Tomb Paintings

from the Reign of Amenhotep III: problems in Iconography and Chronology, in BERMAN L.M.(A CURA DI), The Art of Amenhotep III: Art Historical Analysis, Cleveland Museum of Art-Indiana

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Tabella 5. Frequenza delle scene con il re nelle tombe tebane e confronto con el-Amarna

Se non si possono riscontrare evidenti differenze fra il prima-Akhenaten e il dopo-Akhenaten ed escludendo i dati su Tutankhamen e Ramesse I, viziati dalla brevità del loro regno o dalla bassa quantità di tombe a loro attribuibili, il dato che emerge con più forza è quello sulle tombe di el-Amarna, anche se pure il dato sulle tombe tebane dell’Età di Akhenaten è abbastanza sui generis. Se dunque raramente oltre il 60% delle tombe tebane offre scene con il re, ben il 94% delle tombe di el-Amarna lo fa; se il re è in media rappresentato due volte nelle tombe tebane, in quelle di el-Amarna lo è in media più del doppio; infine, se nelle tombe tebane il re compare al massimo quattro volte (sette con Amenhotep III, ma anticipa già tendenze amarniane), in quelle amarniane può comparire fino a tredici volte. Il dato è estremamente significativo.

Una seconda comparazione a livello iconografico può essere tentata: si tratta di stabilire fra tutte le scene di una tomba quante sono dedicate al re. Nella tabella 6 si è fatta una campionatura fra le tombe tebane che mostrano la maggiore presenza del re: in esse il sovrano compare fra il 5 e il 15% delle scene totali, quindi una realtà molto esigua:

TT Scene del Re/Scene totali Media

TT 143 (Thutmosi III) 4/12 (33,34%) TT 96 (Amenhotep II) 2/81 (2,47%) TT 63 (Thutmosi IV) 2/18 (11,11%) 15,64% TT 57 (Amenhotep III) 2/21 (9,52%) 9,52% TT 40 (Tutankhamen) 3/32 (9,38%) TT 49 (Ay) 1/48 (2,08%) TT 50 (Horemheb) 1/19 (5,26%) 5,57% TT 19 (Ramesse I) 1/19 (5,26%) TT 106 (Sethy I) 3/69 (4,35%) TT 157 (Ramesse II) 3/34 (8,82%) 6,14%

Tabella 6. Frequenza delle scene con il re in alcune tombe tebane

Nelle tombe di el-Amarna il dato è quasi l’opposto; se la media totale si attesta su oltre il 60% delle scene totali, in quasi la metà dei casi esso sorpassa il 70%:

AT Scene col re/Scene totali Media totale

1 5/8 (62,5%)

2 4/5 (89%)

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3 2/4 (50%) 4 5/7 (71,4%) 5 4/5 (89%) 6 3/5 (60%) 7 4/5 (89%) 8 3/4 (75%) 9 6/10 (60%) 10 1/1 (100%) 11 1/2 (50%) 14 1/2 (50%) 19 0/1 (0%) 20 1/1 (100%) 22 1/1 (100%) 23 0/2 (0%) 25 2/7 (28,6%)

Tabella 7. Frequenza delle scene con il re nelle tombe di el-Amarna

Una ulteriore comparazione può essere effettuata sui temi iconografici che interessano il sovrano stesso. Nelle tombe tebane vi sono dei temi “cronachistici” e dei temi “simbolici”. Nei primi il re viene rappresentato nelle due funzioni della regalità, quella amministrativa (riceve doni, premia o nomina, riceve stranieri e tributi, è raffigurato in trono, riceve rapporti sul raccolto) e quella religiosa (viene adorato, accompagna il defunto in scene rituali, appare davanti a divinità o re deificati, è mostrato davanti a barche divine). Nei secondi il re viene rappresentato al di là della sua realtà fisica in scene di forte significato metaforico (caccia, abbatte i nemici, viene allattato dalla vacca-Hathor, è protetto da divinità).

Nelle tombe di el-Amarna l’accento viene posto sul re come agente, sia sul più tradizionale piano amministrativo (ricompensa il cortigiano dalla Finestra delle Apparizioni, riceve il Tributo delle Nazioni, investe il funzionario, concede udienza, sul cocchio passa in rassegna i posti di guardia) sia sul rinnovato piano sacerdotale, più che banalmente religioso (visita il tempio, si sposta verso il santuario in portantina, sul cocchio si reca al tempio e torna dal tempio, celebra in prima persona il servizio divino). A questi due temi si aggiunge quello privato, del tutto assente nell’iconografia precedente e assai raro anche in quella successiva: esso ha un carattere rituale, liturgico (il re a tavola mangia o beve, la regina gli versa da bere)25.

25 Sull’interpretazione liturgica di queste scene, che non sarebbero dunque mere cronache di vita di

Palazzo, è illuminante la proposta di R. Vergnieux, che analizza così le simili scene delle talatat tebane: “L'accent fut essentialment porté sur des scènes montrant les époux royaux dans leurs gestes quotidiens. Le roi et la reine sont montrés sur les murs du Roudj-Menou en train de se laver, de s'habiller, de boire, de se coucher. Le pas théologique le plus important a été franchi: la bonne marche du Monde est garantie par l'existance même de la famille royale. […] La vie du roi

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Infine, è necessario insistere su quali siano le categorie di funzionari interessati dalla presenza del re nelle proprie tombe; parallelamente alla tabella 4, nella seguente tabella il dato che emerge è lampante: fino a che Tebe fu la capitale del regno e la sede della Residenza reale, le tombe dei nobili della Corte e dei militari furono le più numerose (il dato vale anche per el-Amarna); dopo il trasferimento della Corte, a Tebe restarono (e si fecero ritrarre con il sovrano nelle proprie tombe) i sacerdoti e gli amministratori templari legati al culto di Amon o al culto dei re deificati e gli artigiani che lavoravano alla necropoli reale (in qualche modo, gli unici tebani che potevano ancora avere contatti, reali o ideali, con il sovrano): Nobili della Corte Sacerdoti o amministratori templari Militari Amministratori di alto rango Funzionari di basso rango Artigiani Nomarchi o governatori provinciali Thutmosi III 4 1 3 3 - - - Amenhotep II 5 1 5 - 1 - 1 Thutmosi IV 7 2 4 1 - - 2 Amenhotep III 3 3 2 - 1 - 1 Amenhotep IV (Tebe) 2 - - 1 - - Amenhotep IV (Amarna) 7 3 3 1 1 - - Tutankhamen - - - 1 Ay - 1 - - - - - Horemheb - 1 - - - - - Ramesse I - 2 - - - - - Sethy I - - - 1 - 1 - Ramesse II 2 5 - - 1 6 -

Tabella 8. Categorie di funzionari interessati dalla presenza di scene con il re nelle proprie tombe

§ 3. L’eredità amarniana, “Sakralisierung des Grabgedankens”

“It has not yet become clear what effect the Amarna period had on the

necropolis of Thebes. […] Yet we have only six tombs which can be dated with certainty to the period of about thirty-five years after the return form Amarna to the beginning of the reign of Ramesses I”26. Eppure, dopo l’esperienza amarniana, le tombe tebane differiscono radicalmente dalle tombe della XVIII Dinastia. Le scene di vita quotidiana, comprendenti emozionanti cacce nel deserto o

elle-même est devenue le rituel, de telle sorte que l'endroit où il se trouve est le saint des saints. Le roi peut quitter Thèbes, plus aucune terre ancestrale ne lui est nécessaire. La famille royale, la cour, les rouages de l'état partent pour Amarna et emmènent avec eux l'équilibre du monde”, cfr. VERGNIEUX R., Recherches sur les monuments thébaines d’Amenhotep IV à l’aide d’outils

informatiques, méthodes et résultats, Cahiers de la Société d’Égyptologie, Genève 1999, p. 167.

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appassionate battute di pesca e uccellagione nelle paludi, banchetti dove vino e birra scorrevano copiosi sono sostituiti da scene di singoli arpisti o suonatori di liuto, file di parenti che non sono seduti a tavola, scene in cui il defunto e la moglie sono placidamente seduti a pescare nei pressi di un laghetto o di un fiume. Le scene agricole si riducono di numero e la viticoltura sparisce dalle rappresentazioni tombali; rare sono le scene in cui il defunto è rappresentato nelle sue funzioni e rare le apparizioni del re27, mentre sovrani deificati, come Amenhotep I e Ahmose Nefertari diventano molto popolari. Se le vignette dei libri funerari (Libro delle Porte, Libro dei Morti) sono sempre numerose, appaiono con maggiore frequenza le scene della Dea del sicomoro che nutre il defunto o di Hathor nella sua epiclesi di Vacca della Montagna occidentale.

Il defunto che adora gli dei è assente nell’Antico e nel Medio Regno. Nel Nuovo Regno compare limitatamente agli architavi delle porte e false porte o alla estremità occidentale del passaggio o della cappella, a ricevere il corteo funebre. In genere si tratta del dio sole, Anubi e Osiri sull’architrave e Osiri, Anubi e la Dea dell’Occidente al funerale. Dopo Amarna il numero degli dei rappresentati aumenta, e sono posizionati praticamente ovunque nella tomba, generalmente nei registri superiori; si tratta di Osiri, Anubi, Ptah, Sekhmet, Sokar, Thot, Isi, Horo, Hathor, Amenhotep I e Ahmose Nefertari, etc. Dopo Amarna la falsa porta (rappresenta nei suoi simbolismi l’intera tomba con i suoi passaggi e le sue camere) scompare dalla TT, al suo posto compare la stele-naos (rappresenta la tomba in due livelli: registro superiore adorazione di dei, registro inferiore ricezione di offerte).

Sempre a livello iconografico si assiste ad una bi- o tripartizione delle scene in registri orizzontali totalmente indipendenti: in alto sono preferibilmente poste le scene di culto divino, mentre in basso quelle di argomento funerario; inoltre, le scene possono continuare su un altro muro oltre l’angolo, una soluzione prima impossibile.

L’analisi dell’iconografia e dei testi delle tombe della XIX Dinastia effettuata da J. Assmann ha portato lo studioso tedesco a coniare l’espressione “Sakralisierung des Grabgedankens” (letteralmente ‘sacralizzazione dell’idea di tomba’); gli studi di F. Kampp sull’architettura delle tombe hanno approfondito e

27 Tuttavia non del tutto affrancate da modelli amarniani: nella tomba A.14 Ramesse II è

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confermato questa ipotesi. Tornando alla tripartizione formale della tomba tebana tipo, se nella XVIII Dinastia la sovrastruttura piramidale è sporadica e sembra prendere piede solo con il regno di Amenhotep III, è solo dopo l’Età amarniana che essa diventa parte essenziale dell’architettura funeraria. Per quanto riguarda il livello mediano, se l’avancorte della XVIII Dinastia era estremamente semplice e circondata da muri in mattoni crudi con la parte superiore ricurva, ora l’avancorte assume un aspetto decisamente “templare”: un ingresso a pilone, una o due corti a peristilio con un portico appoggiato alla sommità ora piatta del muro di cinta, una serie di statue del defunto in atteggiamento di preghiera, le due stele ai lati della porta con inni solari piuttosto che iscrizioni autobiografiche. Il cambiamento intervenuto è abbastanza netto: dalla corte come “spazio sociale” per la famiglia del defunto e il culto del morto a “spazio templare privato” in cui il defunto adora le divinità; l’impressione generale che si ottiene, anche in considerazione del programma decorativo, è che la tomba ramesside sia più severa. Nell’architettura della parte mediana scavata nella roccia, inoltre, le nicchie alle estremità della sala trasversa diventano santuari aggiunti a quello principale, con statue e, in qualche caso, immagini degli dèi, mentre la loro decorazione predilige temi religiosi. Il significato è chiaro: il defunto vuol tornare ad adorare gli dei come faceva in vita, vedere il sole ogni giorno e celebrare le feste annuali. La tomba amarniana non è un luogo di culto, è residenza del defunto: non vi è avancorte né piramide. Nella tomba tebana successiva si aggiunge una nuova funzione28: si tratta della funzione templare, dove il defunto non è oggetto di culto, ma soggetto della venerazione verso gli dei.

Resta da stabilire quale sia l’origine di questo cambiamento. La promozione del culto solare ha radici già dal regno di Thutmosi IV e riceve maggiore impulso con Amenhotep III (difatti alcuni cambiamenti sono già introdotti durante il suo regno). Con Akhenaten si arriva ad una rottura radicale

28 J. Assmann le identifica così: 1. nascondere il cadavere; 2. celebrarne il culto; 3. rimarcare

socialmente il defunto; 4. creare un’interfaccia tra il mondo del defunto e il mondo dei viventi. Una quinta funzione, caratteristica, ad esempio, di altre culture, e cioè secludere il morto per impedirgli di tornare e nuocere ai viventi, è dallo studioso tedesco esclusa perché in palese contrasto con 4; cfr. ASSMANN J., The Ramesside tomb and the construction of sacred space, in

STRUDWICK N. – TAYLOR J.H., The Theban Necropolis: past present and future, The British

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con la tradizione, anche se è più appropriato sottolineare, come è stato fatto29, l’aspetto reazionario dell’esperienza amarniana. Un tale ritorno a modelli della regalità e, forse e soprattutto, della religione funeraria tipici dell’Antico Regno ha forse causato una reazione nella XIX Dinastia in senso di una più spinta “democratizzazione” del culto funerario, come era avvenuto per la prima volta proprio nel Primo Periodo Intermedio? Non potremmo provarlo, ma sembra che da un Aldilà élitario (come ci appare o rischia di apparirci dalle tombe dei soli funzionari rimasteci), concesso solo ed esclusivamente dal re in funzione del grado di lealtà verso la dottrina (un Aldilà affatto simile a quello dell’Antico Regno, concesso ai soli nobili sepolti nei pressi della piramide del sovrano), si passi ad un nuovo Aldilà più personale, di un più intimo rapporto con la divinità che giudica sì il defunto, ma lo nutre (la dea del sicomoro) e lo accompagna anche nell’oscurità dell’altro mondo (la vacca della Montagna occidentale)30.

In secondo luogo, la descrizione della nuova impostazione della corte nella tomba ramesside corrisponde esattamente alla tomba menfita tipo della tarda XVIII Dinastia: nessuno sembra però essersene accorto. L’aspetto fortemente solare delle nuove tombe è forse, oltre che una evoluzione della religione amarniana – questo elemento non è sopprimibile, in quanto troppo grande deve esere stato lo shock per non creare una reazione31 – un’importazione in area tebana di modelli menfiti, in seguito al già citato spostamento della Corte verso Nord?

§ 4. Le tombe reali

§ 4.1. Dislocazione topografica delle sepolture

Sembra che il principio adottato dai primi sovrani che utilizzarono la Valle dei Re come necropoli reale fosse quello di nascondere il più possibile le proprie tombe, realizzando scalinate di accesso dimesse ed evitando di scavare facciate

29 La tesi di fondo che scorre attraverso i saggi raccolti in FREED E.R. – MARKOWITZ Y.J. –

D'AURIA S.H. (a cura di), Pharaohs of the Sun. Akhenaton, Nefertiti, Tutankhamon, Thames and

Hudson, Boston 1999.

30 Cfr. a questo proposito: BAINES J., Pratical religion and piety, in JEA 73 (1987), pp. 79-98;

POSENER G., La piété personelle avant l’âge amarnien, in RdE 27 (1975), pp. 195-210.

31 Della permanenza traumatica nella memoria collettiva (mnemostoria) egiziana dell’esperienza

amarniana ne parla intelligentemente lo stesso J. Assmann, che in questa chiave, ad esempio, interpreta la vicenda dei lebbrosi nel Contra Apionem di Giuseppe Flavio; cfr. ASSMANN J., Mosè

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appariscenti; inoltre le prime sepolture appaiono sparse ai quattro angoli della necropoli. Questo sistema è molto evidente nella successione Thutmosi I (1524-1528 a.C., KV 38) – Hatshepsut (1498-1483 a.C., KV 20) – Thutmosi III (KV 34) – Amenhotep II (KV 35) – Thutmosi IV (KV 43). I re successivi cercarono invece di affiancare la propria tomba a quella di un predecessore: è così per la serie Amenhotep III (KV 22) – Amenhotep IV (KV 25) – Ay (KV 23); Semenkhkare (KV 55) – Tutankhamen (KV 62) – membro della Famiglia reale amarniana? (KV 63); Ramesse I (KV 16) – Sethy I (KV 17); Ramesse II (KV 7) – figli di Ramesse II (KV 5) – Merenptah (KV 8); sfugge a questa logica solo la tomba di Horemheb (KV 57), che preferì comprensibilmente non farsi interrare presso Ay, considerato troppo compromesso con l’esperienza amarniana e di fatto colpito dalla damnatio

memoriae. A partire dall’Età ramesside, inoltre, le tombe vengono sempre meno

nascoste e le facciate sono realizzate ampie e ben decorate.

§ 4.2. Caratteristiche architettoniche

Con tutta probabilità la necropoli della Valle dei Re venne inaugurata da Thutmosi I, anche se gli operai di Deir el-Medina, che lavoravano alla costruzione e alla decorazione delle tombe reali, riconoscevano come loro divinità protettrici Amenhotep I e la madre Ahmose Nefertari. La tomba di questo re deve probabilmente trovarsi nei pressi dell’antica necropoli della XVII Dinastia a Dra Abu el-Naga.

Le prime tombe sono risultati architettonici piuttosto modesti, con camera funeraria ovale e in genere una curvatura dell’asse che ricorda le linee morbide della geografia dell’Aldilà come immaginato dagli Egizi. Thutmosi III inserisce per la prima volta una sala a pilastri e un pozzo, mentre schematizza con decisione la curvatura dell’asse con una rotazione netta di oltre 90°. Con Amenhotep II l’asse spezzato riceve una stabile curvatura di 90°, mentre le sale a pilastri diventano due, con un corridoio di connesione nel mezzo. Le pareti e i soffitti degli ambienti ipogei sono ora realizzati con maggiore cura rispetto alle tombe precedenti, mentre la più importante novità è l’introduzione della pianta rettangolare per la camera funeraria. Thutmosi IV adottò pienamente il modello del suo predecessore, pur aggiungendo una scala e un’anticamera fra le due sale a pilastri, aumentando così il numero complessivo di ambienti in una tomba reale.

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Amenhotep III aumenta notevolmente il numero di annessi, mentre ulteriori evoluzioni sono costituite dalla prosecuzione dell’ipogeo oltre la camera del sarcofago, dall’inserimento di un pilastro in uno degli annessi e dall’introduzione di un settore trasversale quadrato di cinque cubiti egizi all’interno dei corridoi. Con Horemheb si introducono nella necropoli tebana due novità che erano state sperimentate ad el-Amarna: innanzitutto si mantiene l’asse rettilineo che nella Tomba Reale di Akhenaten aveva sostituito l’asse spezzato ormai consolidato (anche la tomba di Ay opta per l’asse rettilineo), forse in considerazione di alcuni aspetti solari della nuova religione funeraria (il centro della camera funeraria potrebbe essere illuminato da un raggio di sole che entrasse sfiorando lo spigolo superiore della porta d’ingresso della tomba)32. In secondo luogo, le pareti della tomba vennero per la prima volta decorate da rilievi scolpiti e dipinti. La tecnica era già in uso nelle tombe private di Tebe all’epoca di Amenhotep III, ma divenne la norma (in genere con rifiniture di intonaco modellato) ad el-Amarna sia nelle tombe private sia nella Tomba Reale.

Dopo il “saggio contenimento”33 di Ramesse I, si ebbe il momento culminante con Sethy I, che si fece approntare la più grande tomba della necropoli reale tebana, che fornirà un modello poi rimasto in uso fino a Ramesse III (1182-1151 a.C.). In questa sede non è il caso proseguire con l’analisi degli ipogei reali della XIX Dinastia, salvo notare che le due novità introdotte a Tebe da Horemheb su ispirazione amarniana (l’asse diritto nell’architettura e il rilievo dipinto nella decorazione) rimasero in uso fino alle ultime tombe reali scavate nella Valle dei Re (Ramesse XI, 1098-1070 a.C.).

§ 4.3. Iconografia e testi

Anche nel programma iconografico e testuale possiamo considerare come un blocco compatto le tombe dei sovrani prima di Akhenaten, le tombe dei sovrani di transizione (Tutankhamen e Ay) e le tombe dei sovrani dopo Akhenaten (da Horemheb in poi). Fino ad Amenhotep III la camera del sarcofago era decorata con testi e scene tratte dall’Amduat e, nel caso di Thutmosi III, con la

Litania del Sole. Nel caso di Tutankhamen ed Ay, a causa della ristrettezza del

32 MARTIN G.T., The royal tomb at el-‘Amarna. Vol. II: reliefs, inscriptions, and architecture,

Egypt Exploration Society, London 1989, Tav. XIIa.

(21)

tempo a dispozione, scene e testi dell’Amduat si riducono a brevi citazioni e a singole scene (la barca solare di Kheper, la fila di babbuini adoranti, etc.). Nel caso di Ay compaiono per la prima volta in una tomba reale anche citazioni dal

Libro dei Morti. Con Horemheb, invece, il libro dell’Amduat viene

definitivamente abbandonato nella decorazione della camera del sarcofago34, in favore del nuovo Libro delle Porte, adottato poi anche dai suoi successori.

Una breve ma chiara analisi condotta da A. Piankoff aiuta a capire le ragioni della scelta: “La théologie égyptienne a créé pendant la durée de la 18e

Dynastie la notion d’un dieu invisible qui meurt et ressuscite, et dont la partie visible est le disque qu’il porte sur sa tête. A l’époque d’Amarna […] le disque, partie visible de la divinité, est proclamé divinité suprême. Après une réaction assez violente contre cette hérésie […] il y a eu une fusion de ces deux doctrines qui, en fait, ne se contredisaient en aucune façon, car Amarna et Thèbes parlaient en somme de la même divinité, vue de deux points différents”35. Nel Libro delle

Porte, in effetti, la diminuzione del ruolo del disco nel processo di rigenerazione

della divinità morta è nettamente sensibile, mentre nell’Amduat la carne di Ra era definita addirittura “Signore del Disco”. Sul piano del culto publico questo si traduce in una progressiva diminuzione dell’importanza di Aten, fino alla sua definitiva scomparsa entro la XIX Dinastia, e ad un esponenziale aumento del culto di Amon, dio definito appunto “il Nascosto”.

Le divinità rappresentate erano piuttosto poche all’inizio: si tratta della sola Isi come Dea del sicomoro che allatta il re nella tomba di Thutmosi III, di Osiri, Anubi e Hathor fino a Thutmosi IV, mentre Amenhotep III arricchisce il

pantheon aggiungendo Nut e Hathor come Dea dell’Occidente. Nella tomba di

Tutankhamen compare per la prima volta Isi e in quella di Ay Nephti e i quattro figli di Horo (che già erano presenti sul sarcofago reale). Horemheb aggiunge, oltre ad Horo (in relazione col proprio teoforo) e a Maat, le divinità menfite Ptah e Nefertum (sulla scorta delle più volte accennata influenza menfita che tuttavia non viene mai sottolineata), mentre Ramesse I aggiunse Atum, Kheper (altre due divinità settentrionali), il falco di Hierakonpolis e lo sciacallo di Buto.

34 Ma comparirà altrove nelle tombe di Sethy I, Ramesse II, Merenptah.

35 PIANKOFF A., Les tombeaux de la Vallée des Rois avant et après la réforme d’Amarna, in BSFE

Figura

Tabella 1. Tombe dei funzionari divisi per regno e indice numero di tombe/anni di regno
Tabella 2. Distribuzione topografica delle tombe per regno (Thutmosi III-Ramesse II)
Tabella 3. Distribuzione topografica delle tombe prima e dopo Akhenaten
Tabella 5. Frequenza delle scene con il re nelle tombe tebane e confronto con el-Amarna
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