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Pietro Angelini racconta che nei primi mesi del 1948 de Martino partecipa a un concorso per l’assegnazione di una cattedra in Etnologia

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Introduzione

Nel 1945 Ernesto de Martino inizia la sua militanza politica nei partiti della Sinistra italiana aderendo, in un primo momento, al Partito socialista e successivamente al Partito Comunista Italiano. L’attività politica rappresenta uno dei momenti più importanti nella formazione umana e culturale dello studioso;

infatti grazie agli incarichi che gli vengono assegnati (segretario di partito in diverse città del Sud), de Martino entra in contatto diretto con i problemi che in quegli anni affliggono il Mezzogiorno d’Italia. Nello stesso periodo, all’incontro con i contadini del Sud, si uniscono quelli con Carlo Levi (che nel 1945 pubblica Cristo si è fermato a Eboli) e quello con il poeta e politico lucano Rocco Scotellaro. L’esperienza diretta e le letture dei testi di Levi, di Scotellaro e di Gramsci costituiscono l’incipit che porterà lo storico delle religioni a studiare in prima persona, per mezzo di vere e proprie spedizioni etnografiche, le culture subalterne del Sud Italia.

Pietro Angelini racconta che nei primi mesi del 1948 de Martino partecipa a un concorso per l’assegnazione di una cattedra in Etnologia. L’esito del concorso sarà purtroppo negativo perché la commissione che deve giudicare i testi in esame, Naturalismo e storicismo nell’etnologia e Il mondo magico, considera le due opere testi di filosofia e non di etnologia. Nei volumi sopra citati, in effetti, la speculazione filosofica è ancora fortemente presente ma è sempre al servizio di una più vasta indagine etnologica in cui il momento filosofico rappresenta lo spunto e l’orizzonte intellettuale della riflessione.1

Nel tempo, alle due anime primarie dell’autore, filosofo e uomo politico d’azione, se ne aggiungono molte altre: storico delle religioni, etnologo, antropologo culturale e infine, quella di precursore dell’etnopsichiatria in Italia.

L’etnologo napoletano vanta anche un primato: la formazione di uno dei primi gruppi di ricerca interdisciplinare in Italia. In Morte e pianto e rituale nel mondo

1 P. Angelini, Introduzione a La collana viola. Lettre 1945-1950. In C. Pavese, E. de Martino, La collana viola. Lettre 1945-1950. Bollati Boringhieri, Torino 1991, pp. 29–30.

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7 antico e in Sud e magia si trova la testimonianza della creazione di questi gruppi, sino a giungere successivamente alla più strutturata équipe che nel 1959 si reca in Salento per studiare il tarantismo. Oltre allo storico delle religioni fanno parte dell’équipe uno psichiatra, una psicologa, un etnomusicologo, un’ antropologa culturale, un fotografo e una assistente sociale. Grazie alla ricerca interdisciplinare sul campo descritta ne La terra del rimorso, de Martino contribuisce attivamente alla formazione dell’etnopsichiatria italiana: le sue intuizioni e riflessioni sull’approccio metodologico di studio, saranno di esempio per la costruzione di una più ampia e articolata ricerca etnopsichiatrica.

L’idea per la stesura di questo elaborato ha origine proprio con lo studio delle opere di Ernesto de Martino e, in particolare, la sua idea di crisi della presenza intesa come l’incapacità dell’uomo di trascendere la situazione nel valore ovvero di mantenersi nella storia in un momento di difficoltà. Ciò che maggiormente affascina nella definizione di de Martino di crisi della presenza è l’idea che ogni fenomeno che riguardi l’esistenza e in particolare la sofferenza dell’uomo non possa essere osservata e interpretata con un approccio riduzionista ma si rende necessaria una valutazione sviluppata in maniera più vasta, complessa.

Della complessità dell’uomo è ben consapevole de Martino che nello svolgere le sue ricerche di carattere prevalentemente storico-religioso, è conscio che per lo studio di un fenomeno articolato come ad esempio il tarantismo è necessario un approccio interdisciplinare che possa offrire punti di vista differenti e più completi proprio per scongiurare il rischio di una visione unilaterale, incompleta e quindi errata.

Della complessità dell’uomo sono ben consapevoli autori che non hanno conosciuto o studiato de Martino come Bettelheim e Laing i quali però, nel descrivere l’autismo o la schizofrenia, hanno scongiurato il rischio di una interpretazione riduzionista delle malattie denunciando al contrario la presenza di un malessere individuale e biografico molto più profondo segnalando, inoltre, come le patologie da loro descritte non debbano essere necessariamente riconducibili a cause organiche. Stessa consapevolezza hanno gli autori che si sono formati sullo studio delle opere di de Martino come Michele Risso, Piero

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8 Coppo e Giovanni Pizza che hanno fatto dell’intuizione demartiniana un punto di riferimento fisso nel loro metodo di ricerca e di intervento.

La presente tesi, strutturata in quattro capitoli, si apre con la descrizione del lavoro teorico e pratico di de Martino, propedeutici per la comprensione dei capitoli successivi in cui si vuole porre l’attenzione sulla crisi della presenza intesa sia nella più specifica caratterizzazione di malattia, sia nella più generale accezione di sofferenza.

Nel primo capitolo, attraverso l’analisi dei testi, sono presentati quelli che possono essere considerati dei veri e propri termini-chiave del pensiero demartiniano: presenza, crisi della presenza e destorificazione del negativo. Dalla prima descrizione della crisi della presenza abbozzata ne Il mondo magico, si passa allo studio delle opere successive come Morte e pianto rituale nel mondo antico sino alla postuma Storia e metastoria. I fondamenti di una teoria del sacro in cui de Martino affina i concetti di presenza e crisi della presenza e spiega più dettagliatamente in cosa consista il meccanismo di difesa per la presenza di destorificazione nel negativo.

Il secondo capitolo è dedicato all’aspetto pratico del lavoro di de Martino, quello delle monografie sul mezzogiorno d’Italia. L’indagine etnografica compiuta in maniera indiretta in Naturalismo e storicismo nell’etnologia e ne Il mondo magico trova al contrario in Morte e pianto rituale nel mondo antico e in Sud e magia un’esperienza diretta, una ricerca sul campo svolta in Lucania che testimonia, allo stesso tempo, il primo tentativo di formazione di un gruppo interdisciplinare.

Gruppo interdisciplinare che de Martino formerà più organicamente per la spedizione fatta in Salento nell’estate del 1959 al fine di studiare e osservare direttamente il fenomeno religioso del tarantismo, esperienza raccolta nella più celebre delle tre monografie: La terra del rimorso.

Nel terzo capitolo, oltre a proporre parte della biografia di una donna tarantata, vengono presentate le affascinati descrizioni compiute da Laing e da Bettelheim rispettivamente sulla schizofrenia e sull’autismo. Ciò che colpisce nelle esposizioni degli autori è la descrizione della malattia psichica intesa non

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9 obbligatoriamente come alterazione organica ma come meccanismo di difesa nei confronti di una realtà circostante che viene percepita come minacciosa dall’individuo; una vera e propria crisi della presenza che trova nella dissociazione schizofrenica e nel ritiro autistico un meccanismo di difesa dell’Io.2 Nel quarto e ultimo capitolo si descrive l’esperienza clinica di Michele Risso e Wolfgang Böker con i giovani contadini italiani emigrati in Svizzera.

Successivamente l’attenzione è focalizzata sul lavoro di Tobie Nathan, etnopsicologo francese, che ha creato uno dei primi gruppi terapeutici interdisciplinari in Francia. Infine sono presenti alcune considerazioni sull’etnopsichiatria contemporanea in contrapposizione alla medicina di indirizzo riduzionista e delle riflessioni sulle modalità di intervento terapeutico in una prospettiva complessa e di rete interdisciplinare.

2 È necessario segnalare che la descrizione sul ritiro autistico formulata da Bettelheim viene presentata per la sua originalità descrittiva e non per la sua validità in merito all’eziopatogenesi della malattia. Infatti, nonostante le teorie di Bettelheim siano state ampiamente confutate e criticate, rimangono ancora oggi affascinanti e suggestive.

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