C A P I T O L O 5
AFFINITA' BIOGEOGRAFICA
Il Mediterraneo attuale presenta una configurazione molto diversa da quella che aveva la stessa area durante il Miocene. Il Mediterraneo così come lo conosciamo oggi non è che l'eredità di una parte della Tetide, oceano che collegava l'Atlantico con l'Indo-Pacifico (Roman, 1988) (fig. 38 e 39).
Figura 38 – La Tetide durante il Miocene inferiore (da Harzhauser et alii, 2001, modificato).
La Tetide aveva un'estensione maggiore all'area mediterranea attuale, visto che nella
sua parte settentrionale arrivava a coprire parte di quella che oggi è l'Europa centrale, a partire
dalla valle del Rodano ad Ovest fino al Mar Caspio ed al Lago d'Aral ed Est; in particolare, il bacino marino che si estendeva da Vienna fino al Lago d'Aral aveva il nome di Paratetide.
La Tetide miocenica era caratterizzata da acque calde, comparabili a quelle delle attuali zone tropicali; i depositi più frequenti sono quelli detritici, sia calcarei che terrigeni, a volte anche molto grossolani, ma non mancano le facies recifali, che testimoniano la presenza di scogliere coralline o algali.
Figura 39 – La Tetide durante il Miocene inferiore terminale (da Harzhauser et alii, 2001, modificato).
L'echinofauna miocenica colonizzava in maggioranza la piattaforma continentale, in acque poco profonde; la maggior parte dei taxa deriva direttamente dalla fauna paleogenica già presente nell'area (Roman, 1988). Nel corso degli anni molti autori (Cottreau, 1913;
Lambert & Thiéry, 1909-1925; Rose, 1974a, 1974b, 1975; Challis, 1980; Poddubiuk & Rose,
1984; Roman, 1988; ecc.) hanno messo in evidenza la grande diversità tassonomica
dell'echinofauna tetidea e sono state riconosciute fino a 600 specie, anche se la posizione sistematica di molte di queste è tuttora incerta. Il popolamento presenta un carattere relativamente arcaico, in quanto il 40% dei generi sono attualmente estinti (Roman, 1988) e la maggior parte delle specie sono scomparse durante la crisi di salinità del Messiniano. La chiusura dell'estremità orientale della Tetide alla fine del Miocene inferiore, e quindi dei collegamenti con la zona indo-pacifica (anche se alcuni autori (Ali & Cherif, 1987; Robba, 1986) sostengono l’esistenza di collegamenti intermittenti nella prima parte del Miocene medio) ha impedito una successiva ricolonizzazione dei fondali (Challis, 1980) da parte degli Echinoidi .
L'echinofauna maltese qui in esame è composta da 22 specie, 17 generi, 14 famiglie e 7 ordini (tab. 16).
Tab. 16 – Composizione dell'echinofauna maltese in esame.
Tra le specie presenti, soltanto una (Echinoneus cyclostomus) è attualmente vivente;
durante la crisi di salinità del Messiniano scompare definitivamente dal bacino del Mediterraneo, ma attualmente è presente nella maggior parte dei mari tropicali: Caraibi, Indo- Pacifico, Mar Rosso e Indie occidentali (Poddubiuk & Rose, 1984; Néraudeau et alii, 1998).
Specie Distribuzione nota
Prionocidaris avenionensis Rupeliano-Serravalliano
Schizechinus duciei Langhiano-Messiniano
Psammechinus tortonicus Rupeliano -Messiniano Echinoneus cyclostomus Rupeliano -Attuale
Clypeaster altus Tortoniano-Messiniano
Clypeaster latirostris Rupeliano-Messiniano Clypeaster marginatus Langhiano-Messiniano
Scutella subrotunda Cattiano
Echinolampas plagiosoma Burdigaliano-Messiniano Echinolampas wrighti Aquitaniano-Messiniano
Studeria spratti Cattiano-?Langhiano
Hemiaster (Gregoryaster) coranguinum Oligocene medio-Miocene medio Ditremaster scillae Rupeliano -Serravalliano
Pericosmus latus Rupeliano -Tortoniano
Schizaster eurynotus Cattiano -Messiniano Schizaster parkinsoni Rupeliano -Messiniano
Schizaster karreri Aquitaniano-Tortoniano Plagiobrissus (Rhabdobrissus) imbricatus Burdigaliano-Messiniano
Brissopsis crescentica Cattiano -Langhiano Eupatagus dekonincki Rupeliano -Burdigaliano
Spatangus pustulosus Cattiano -Langhiano (?Messiniano)
Lovenia anteroalta Cattiano -Langhiano
Tab. 17 – Distribuzione stratigrafica dell'echinofauna maltese in esame.