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(1)

MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO.

DIREZIONE GENERALE DELLA STATISTICA.

STATISTICA

DELLE

CAUSE DELLE MORTI

AVVENUTE

IN TUTTI I COMUNI DEL REGNO

nell' anno 1888

RO:MA

TIPOGRAFIA ELZEVIRIANA

nel Ministero delle Finanze

(2)
(3)

ì,

\.\

CAUSE DELLE MORTI

avvenute in tutti i Comuni

del

Regno 11.ell'anno 1888

INTRODUZION E.

§

1.

Metodo di esecuzione della

statistica.

La statistica annuale delle cause di morte fu iniziata coll'anno

188

I

e fino a tutto

il

1886

fu eseguita pei soli comuni capoluoghi di provincia o di circondario o di

di-stretto

(I),

i quali abbracciano un quarto circa della popolazione del Regno

(2).

Col

principio del

1887

essa fu estesa a tutto

il

Regno, non esclusi

i

più piccoli comuni

rurali; ed ora per la seconda volta si rende conto della mortalità avvenuta in tutti

quanti

i

comuni per singole specie di malattie, colle cifre relative al

1888,

che possono

confrontarsi con quelle pubblicate per l'anno precedente.

(I) Nel Veneto e nel MantovanQ non essendo istituiti i circondari, per la speciale circoscrizione

amministrativa che vi fu conservata, si inclusero nelle stati3tiche dell{ cause di morte fino dal

prin-cipio i comuni capoluoghi di

dist~!tto.

(2)

I

comuni capoluoghi di provincia (69), di circondario (137) e di distretto (78)' sommano

a 284. La loro popolazione alla data dell'ultimo censimento, fatto al 3

I

dicembre 1831, era di 4,509,159

abitanti nei primi, 2,022,728 nei secondi e 550,276 nei terzi, e complessivamente 7,082,163 abitanti,

cioè un quarto circa della popolazione del Regno, che si era trovata di 28,459,628. La popolazione

dei singoli comuni non può essere conosciuta che mediante l'operazione del censimento. Negli

inter-"alli fra due censimenti non potrebbe essere calcolata anno per anno colla semplice aggiunta dei nati

c la sottrazione delle morti, presa per base la cifra dei presenti secondo l'ultimo censimento, perchè

g,i spostamenti che avvengono da comune a comune nell'interno del Regno ovvero per emigrazione

all'estero, da un lato, e per immigrazioni o rimpatrii dall'altro, non possono essere conosciuti con

sufficiente esattezza.

Nel I88I e 1882 mancarono le notizie per i comuni di Agordo, Fonzaso e Gerace e per la

popolazione sparsa per la ca:llpagna dei comuni di Bobbio e Tempio Pausania.

Compl~s.3ivamente

la

(4)

- I V

-La statIstIca delle cause di morte si' fa raccogliendo sopra" schede individuali e

nominative dei defunti le dichiaraziòni delle malattie che causarono la morte; firmate

dai medici curanti, o in mancanza di essi, dai medici necroscopi che" rilasciano

il

per-messo di seppellimento; e pei bambini morti, poco dopo il parto le dichiarazioni si

fanno dalle levatrici.

Le schede originali si spediscono a cura del sindaco, e pel tramite delle

Pre-fetture, all'ufficio centrale di statistica, dove vengono esaminate da medici che

contra-segnano ciascuna di esse con un numero, corrispondente all'analoga voce di una

clas-sificazione presta bilita

(1).

Non mancano adunque le migliori guarentigie di autenticità nei documenti e di

competenza per parte di coloro che fanno le dichiarazioni delle cause di morte e di

coloro che ne fanno la classificazione per la statistica sanitaria; poichè gli uni e gli

altri sono medici, e le notizie le ritraggono dai documenti originali, non da ,copie.

Nè dobbiamo risparmiare i dovuti encomì al personale dei medici, che

volonta-riamente, per l'unica soddisfazione di contribuire ad un'opera scientifica e importante,

hanno concorso fino da principio a fornire le attestazioni delle cause di morte secondo

loro scienza e coscienza. Pochissime relativamente sono state le lacune per rifiuto di

denunzie. Sopra un totale di 820,43

l

morti nel 1888, le dichiarazioni si ottennero per

802,740, vale a dire in 978 casi su mille; solamente in 17,691 casi non si potè avere

la indicazione della causa di morte.

N~ll'anno

precedente, 1887, la proporzione era

stata quasi identica (974 per mille) poichè sopra 828,992 morti le dichiarazioni si erano

raccolte per 8°7,0 55 casi. Ora la legge 22 dicembre

I

888 sull'ordinamento

dell'assi-stenza sanitaria (n. 5849, serie 3

a)

fa obbligo tassativo ai medici di denunziare al

sindaco del comune, in ogni caso di morte, la malattia che ne fu la causa; e quindi

la

raccolta delle notizie non dipende più unicamente dalla spontanea collaborazione;

ma abbiamo fortunatamente da lavorare con un ceto nel quale il sentimento del dovere

scientifico e il sentimento del pubblico bene sono di gran lunga più efficaci di qualunque

sanzione legale.

Tutte le morti sono distribuite sotto 169 voci, secondo un elenco preparato da

una Commissione medica nel 1881, indi riveduto da altra Commissione nel IS83 (2)

cd approvato dal Consiglio superiore di sanità. Le 169 voci erano dapprima

raggrup-pate in

XVIII

classi (3); ma siccome l'aggruppamento delle malattie per classi dava luogo

(I)

La statistica delle cause di morte, come le altre statistiche relative alla igiene e sanità

pub-blica, si eseguiscono dalla Direzione generale di statistica per cura di una speciale sezione diretta dal

medico dotto Enrico Raseri.

(2)

Quella seconda Commissione era composta dei signori professori A. Corradi,

I.

Moleschott,

L

Pagìial;i, G. Sormani,

C.

Tommdsi-Crudeli, D. Toscani ed A. Verga.

(3) Le classi erano intitolate così:

(5)

,ii_

-

v

-- non di rado a critiche per parte dei medici appartenenti a diverse scuole, e pareva non

abbastanza conforme allo spirito di esame che anima la scienza medica, dacchè le nuove

scoperte batteriologiche fanno rimettere in discussione le antiche opinioni sull' eziologia

di molte malattie, così per consiglio della stessa Commissione medica, qual'era stata

composta nel

1883,

nuovamente consultata nel

1887,

si stimò opportuno di rinunciare

all'aggruppamento delle voci. Si è però conservato l'ordine in cui sono enumerate le voci

nell'elenco, perchè l'invertirlo o

il

raggruppare diversamente le malattie per classi avrebbe

reso difficili i confronti colle statistiche degli anni precedenti.

La st'atistica

no~

potrebbe dare la classificazione sotto 169 rubriche per

cb-scuno dei comuni separatamente, senza eccedere le giuste dimensioni in

c~i

deve

conte-nersi una _

pubblicazione annuale di questo genere. Conviene adunque conciliare le ragioni

><.iella spesa con quelle della scienza che ama entrare nei particolari. E ciò facciamo

col-l'offrire le più minute descrizioni non per singoli comuni, ma per l'insieme dei comuni

.di ciascuna provincia e per

il

complesso del Regno; mentre poi per alcune malattie,

meritevoli di speciale studio sotto l'aspetto dell' igiene, separiamo per ogni circondario

e distretto, ciascun comune capoluogo (sia di provincia, sia di circondario o distretto)

.dall' insieme degli altri comuni dello stesso circondario o distretto; e finalmente per il

.complesso dei comuni di ogni compartimento, e per

il

totale del regno, dividiamo

i

-morti per ciascuna delle 169 cause enumerate, anche secondo gruppi di ed, e i bambini

1110rti fino all'età di 5 anni li suddividiamo secondo che erano di nascita legittima od

illegittima.

In appendice alle tavole numeriche riportiamo l'elenco delle malattie secondo il

.quale si sono fatte le classificazioni ed il modello della scheda individuale adoperat:t

per raccogliere le notizie del sesso, dell'età, dello stato civile e della professione di

ciascun defunto, fornite dall'ufficiale di stato civile e la dichiarazione medica del morbo

.che ha causato la morte.

Finalmente, in appendice alla statistica medica delle cause di morte, pubblichiamo

la

statistica delle morti accidentali e dei suicidi avvenuti nel Regno durante l'anno

1888,

.confrontandola con quelle degli anni precedenti, a' cominciare dal 1865, cioè dall'anno

in cui la indagine fu iniziata.

§

II.

Popolazione.

Come abbiamo già avvertito, non si può istituire un bilancio annuale

sufficiente-mente esatto della popolazione dei singoli comuni; poichè se si conosce il numero dei

nati e quello dei morti, non si ha notizia abbastanza sicura delle immigrazioni ed

emi-grazioni da e per l'estero e nei rapporti cogli altri comuni del Regno. Si sa anzi per

esperienza che i grandi comuni si accrescono di popolazione più ancora per codesti

spostamenti che non per l'eccedenza dei nati sui morti; ma si ignora quale sia

l'au-mento causato dalle immigrazioni.

(6)

In

mancanza di notlzIe

plU

dirette e sicure, se non vogliamo correggere ,le cifre

del censimento con criteri troppo arbitrari, ci conviene partire dall' ipotesi che

l'au-mento medio annuale della popolazione dal

3 I

dicembre

188 I

al

3

I

dicembre

1088

sia stato identico a quello avvenuto fra il censimento del

1871

e quello del

1881

(I).

Per i comuni capoluoghi e per i circondari nei quali fu censita a questa seconda

data una popolazione inferiore a quella del

IH7I,

abbiamo conservata inalterata per il

1888

la cifra dell' ultimo censimento, non avendosi elementi sufficienti per stabilire se il

movimento discendente abbia continuato anche negli anni susseguenti.

Il

totale della popolazione del Regno, calcolato nel modo ora indicato, è di

29,780,9°0,

cioè

di

1,321,272

in

più

del

1881.

Il totale della popolazione dei

284

comuni capoluoghi è risultato di

7,593,739,

cioè di

5II,576

in pili del

1881.

A queste cifre di popolazione vennero riferite le cifre dei morti nel

1888

per

cia-scuna malattia.

§

III.

Dichiarazioni mediche raccolte.

Nell' anno

1888

morirono nel Regno

820,43 I

individui, che confrontati colla

popo-lazione calcolata al

j

I

dicembre dello stesso anno, danno per quoziente

27.55

morti

ogni

1000

abitanti. Nei

284

capoluoghi morirono

212,772

individui e il quoziente di

mortalità fu di

28.0

ogni

1000

abitanti.

Confrontando

dati dell' anno

1888

con quelli dei sette anni

1881-87

si hanno le

cifre seguenti:

REGNO

I

CAPO LUOGHI DI PROVINCIA

ANNI

' CIRCONDARIO E DISTRET'ro

Popol."on, 1 Morti

I

Morli

I

d" 1 "o.o',,'on, 1 Morti

1 M"ti

I

al31 dicembre (2) su 1000 abit" comuni al 31 dicembre su 1000 abit,

1881 ,

28 459 628/ 784 181

27.551 281

7 001 047

199 050

28.4

1882 .

28 648 381

787 326

27.48

282

7 008 977

201 228

28.7

1883 .

28 837 134

794 196

27.54

284

7 073 601

205 439

29.0

1884 .

29 025 887

780 361

26.88

284

7 283 077

210 705

28.9

1885 .

29 214 640

787 217

26.95

284

7 348 696

207 040

28.2

1886 .

29 403 393

844 603

28.72

284

7 440 287

219 715

29.5

188'7 .

29 592 146

828 992

28.01

284

7 521 474

214 447

28.5

1888 . . .

29 780 900

820 431

27.55

284

7 593 739

212 772

28.0

(I)

Lo stesso metodo viene seguito nelle statistiche ufficiali dell' Inghilterra, della Scozia e

del-l'Irlanda per il calcolo della popolazione a date differenti da quelle del censimento.

Nelle statistiche degli Stati dell'Impero germanico, le cifre di popolazione si calcolano ogni anno

aggiungendo alla cifra di censimento l'eccedenza dei nati sui morti negli anni susseguenti e sottraendone

la cifra di emigrazione transatlantica.

Nelle statistiche austriache suole ripetersi ogni anno la cifra di popolazione ottenuta col

censi-mento decennale. Nelle statistiche della Francia, della Svizzera, del Belgio e dell'Olanda, essa si calcola

colla sola eccedenza dei nati sui morti in base a quella censita.

(7)

~iC-- V I I

-Come già fu avvertito, le cause di morte, nel 1888, furono specificate dai medici

curanti

0,

in mancanza di essi, dai medici necroscopi, per 802,74° casi, e restarono

ignote per 17,69 r, sia perchè

il

medico non volle redigere il certificato, sia perchè

il

defunto non aveva ricevuto assistenza medica, sia finalmente perchè la causa di morte

non fu designata in termini abbastanza chiari e precisi perchè si potesse classificare

in una delle 169 voci dell'elenco.

Confrontando le morti, delle quali restò ignota

la.

causa, al totale delle morti

av-venute in ciascun compartimento, si forma la tavola seguente:

-r-;;~TI-P;~{~~~~~ I~~~rA

TOTALE o non determinata

dei - - _ . - - - -

-COMPARTIMENTI morti cifro

I

pl'0pol'Lionali assolute a 1000 m o l' t i 1888 1888 1881 Piemonte.

:1

78 179

4 G44

59

88

LigUl·ia.

23 234

339

15

]" ..1 I,ombal'dia .

99 043

576

G

10

Yeneto.

67

948

642

9

13

Emilia.

61

093

488

8

11

'foscana

59

334

665

11

14

Marche.

26 360

349

13

23

Uwbl'ia.

16 344

1St;

12

li>

Lazio.

27 265

494

18

12

Abruzzi e Molise.

44 599

1 431

32

cl0

Campania

88 600

1 201

14

15

Puglie .

52 930

252

5

11

Basilicata

16 979

582

34

33

Calabl'ie .

42 357

1 8150

44

58

Sicilia.

96 903

1

958

20

22

Sardegna.

19 263

2

022

105

72

Rsaso. 820

43

I I7

69

I 22 26

I

rapporti massimi delle persone morte senza assistenza medica, o delle

quali

non potè essere determinata la causa del decesso, si trovano nelle regioni montuose

del Piemonte, degli Abruzzi e delle Calabrie, come pure nella Basilicata e nell' isola di

Sardegna, dove è minima la densità della popolazione.

Nel 1887 su 828,992 morti restò ignota la causa per 21,937, cioè di 26 su

1,000.

Nei sei anni corsi dal 1881 al 1886, sopra un totale di 1,243,177 morti, ne

ri-masero ignote o non determinate Io,699, cioè soltanto 8.6 per

rOOo

morti; ma la

(8)

§

IV.

C a u s e d

i

DI

o r t e .

I prospetti

A), B)

e C) indicano in cifre assolute, in cifre proporzionali a

10,000

morti per qualunque causa (escluse quelle per cause non determinate) ed in cifre

pro-porzionali a

10,000

viventi,

la

mortalità causata da alcune malattie infettive e localizzate

e da cause violente, nei singoli compartimenti, nei due anni

1887

e

1888.

Esaminando la frequenza delle malattie nel

1888,

in ciascuno dei compartimenti

nei quali si suole dividere il Regno, si trova che il

vaiuolo

fece vittime comparativamente

più numerose in Sicilia

(20.6

morti ogni

10,000

abitanti) in Basilicata

(14.4),

nelle

Puglie

(10.9)

e in Sardegna

(8'7)'

Molto meno frequenti furono le morti per questa

causa in Piemonte

(0.9),

nel Veneto e nell'Umbria

(1.1),

nel Lazio

(1.2).

Nel Regno

si ebbero in media 6.

I

morti di vaiuolo per

10,000

abitanti.

Il

morbillo

fu grave in Calabria

(28.4

morti per

10,000

abitanti), negli Abruzzi

(17.9),

in Sicilia

(10.1)

e in Campania

(8.4);

fu molto più mite nelle Marche

(1.4),

nel Veneto

(2.2)

e in Sardegna

(2.4).

Media del Regno

7.0

morti per

10,000

abitanti.

~a

scarlattina

causò molte morti in Toscana

(5.3)

e in Calabria

(4.8);

poche

invece in Sardegna

(0.3),

in Liguria

(0.6)

e nel Veneto

(1.1).

Media del Regno

3.0.

La

difterite

ha infierito particolarmente nella Basilicata

(22.7),

nelle Puglie

(17.3)

e in Sicilia

(I

I.

5). Più rari ne furono i casi nelle Marche

(2.4),

nel Veneto e in

Lom-bardia

(4.2).

Media del Regno

7.4.

L'ipertosse

causò nelle Marche

5.1

morti ogni

10,000

abitanti, nelle Calabrie

3.7,

nell'Umbria

3,4,

in Liguria soltanto

1.2,

in Toscana e Campania

1.8.

Media del

Regno

2.6.

La

febbre tifoidea

diede in Sicilia la proporzione di

15.0

morti ogni

10,000

abi-tanti, nelle Puglie di

13.0,

in Toscana di

8.7,

negli Abruzzi di

8.3.

In Liguria invece la

proporzione arrivò soltanto a 4-8, in Piemonte a

5.2,

nelle Marche e nella Sardegna

a 5.4- Media del Regno

7.9.

Il

tifo esantematico

fu causa' di morte più spesso che altrove in Sardegna

(1.3),

nell'Umbria

1.2

e in Basilicata, Calabria ed Abruzzi

(1.0).

Media del Regno

0.7.

Il

colera

asiatico non causò nel

1888

alcun caso di morte nel Regno.

Le

infezioni da malaria,

colle loro molteplici manifestazioni acute e croniche,

fu-rono gravissime in Sardegna

(28.8

morti ogni

10,000

abitanti), in Calabria

(14.5),

in

Basilicata

(12.5),

in Sicilia

(12.4),

nel Lazio

(10.2),

nelle Puglie (9.4) e negli Abruzzi

(8.

I).

Nelle provincie situate a nord del Lazio, le morti causate da tale infezione

furono relativamente rare. Media del Regno

5.4

per

10,000

abitanti.

La

dissell teria

fu dichiarata causa di morte più spesso che altrove nell'V mbria

(5.1

(9)

- I X

-I casi di morte per

sifilide,

che per lo più si riferiscono a bambini morti per lue

congenita, toccarono il massimo nel Lazio (3.3 per 10,000 abitanti). Conviene però

rammentare, quando si parla del Lazio, che esso coincide col territorio di una sola

provincia, nella quale la città capitale comprende quasi la metà della popolazione totale,

e quindi male si può confrontare con quella di un compartimento territoriale molto

più esteso, come sarebbe

il

Piemonte, in cui prevale, per numero, la popolazione rurale.

Vengono in ordine discendente la Calabria (1.1), la Campania e l'O mbria (0.8) e gli

Abruzzi, le Puglie e la Sicilia (0.7). In Piemonte e Sardegna le dichiarazioni di morte

per sifilide furono solamente nella proporzione di 0.2 per 10,000 abitanti, nelle Marche·

e nell'Emilia di 0.3, nel Veneto, in Lombardia e nella Basilicata di 0.4. Media del

Regno 0.6.

La

febbre puerperale

è rappresentata da cifre relativamente alte di mortalità in

Sar-degna (1.2 per 10,000 abitanti), in Piemonte e nel Lazio

(L I),

e nell'Emilia (1.0).

Media del Regno 0.8.

Le

altre malattie di gravidil1lza) parto e puerperio

causarono in complesso 4,430

morti

(1.

5 per 10,000 abitanti); e se si sommano con esse i casi di febbre puerperale,

si forma un totale di 6,88r morti

(2.3

per ro,ooo abitanti). In complesso le differenze

fra

i

vari compartimenti circa l.a frequenza delle morti per questo gruppo di malattie

non sono molto grandi.

Se si paragona il numero delle madri morte per malattia di gLwidallza, parto c

pllerperio ed il numero dei bambini morti per accidenti sopravvenuti durante

il

parto)

al totale delle nascite avvenute nel Regno, si hanno questi dati:

,I

NUMERO

I

NUMERO

delle donne

NUMERO

SOPRA 1000 l'ARTI

dei parti morte dei bamhini MORIRONO

ANNO

per malattia morti

(nati vivi di gravidanza petO accidenti !

e nati morti) parto sopravvenuti donne neonati

I

e puel'perio nel parto

1

1888 . • .

1 148 179

6 881

2 939

6.0

2.6

Regno . . . 1887 . . .

1 181 277

6 940

3 738

5.9

3.2

I

284 Capoluoghi . . . 11881-83 . .

1 540 754

8973

4 043

5.8

2.6

Nei grandi centri la mortalità delle madri e dei neonati per conseguenze del parto

(10)

TAVOLA

A.

Piemonte . . Ligm·ia • . . Lombardia. Veneto . • • Emilia . . . Toscana . . Marche . . . Umbl'ia . . . Lazio . . . A bl'U7.Z i e Molise Campania .. Puglie . • . Basilicata •. Calabria . . Sicilia . . . Sardegna . . REONO • • 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1888 1887 1E88 1887 1888 1887 1888 1887 1888

- X -

- X I

-MORTI AVVENUTE IN CIASCUN

COMPARTI~"L,n-~ \.{~;'i'a&:;(iL4rSS:Ir

CAUSE PREDOMINANTI.

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CAUSE DI ltIORTE PER

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(1) In questa voce sono l'accolti i casi di morte pelo febbre migliare, meningite cerehr.) spi naIe epidemica, influenza, settieemia .--"'I1~:":o,ntnf'l1l1,ia. pustola maligna e carbonchio, moccio, lebbra e rabbia.

(2) Nella voce « tubercolosi diffusa, meningea e tisl » sono l'accolti i casi di morte l'egistrati sotto i numeri 30, 41; e 71 dell'elenco

-~3) Sotto la voce « tun. ori maligni» oltre i casi di morte per cancerosi diffusa, registrati al numero 43 dell'elenco, sono compresi di morte pel' cancro, Barcoma, ecc. dei singoli ol'gani, i quali nelle tabelle anali1iclle sono indicati sotto gli altri casi di morte per

malattia di quel dato organo

(4) Questa voce comprende le malattie dei bronchi, la congestione ed apoplessia polmonare, la pneumonite acuta e la pneumonite

(5) Sotto questa voce sono compresi i casi di morte pe,· gravidanza estrauterina, metrorl'agia dopo il parto, distocia,

(6) Avvelenamenti acuti accidentali, avvelenamenti cronici accidentali e avvelenamenti professionali.

t7) Escluse le morti accidentali per ubbriachezza e per avvelenamento aeuto.

(11)

- XII

TAVOLA.

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MORTI AYYENUTE IN CIASCUN COMPAKTIMENTq,,'

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-(CIFRE PROPORZIONALi'

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(1) Veggansi le note a pago X.

(12)

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XV

MORTI AVVENUTE IN CIASCUN

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CAUSE DI MORTE PER MALATTIE

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0.6 0.7 0.8 0.7 0.8 0.9 0.9 0.7 0.6 0.7 0.7 .. 0.6 0.5 0.6 0.6 1.3 1.2 2.3

2.1

1.1 1.0 ÌI

-;

~ Cl)

a

$,1 .

.. k ' . 8 . 18

(1) Le cifre di popolallione furono calcolate supponendo che l'aumento medio annuale della popolazione, avvenuto dal 81

(2) Veggansi le note a pago X.

... -

---:---;'-~--I--I-:Ò-~=-'''':'~--,-f-,g--;---....-:---;---ClS-;--,-IlI--;--o-,

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8

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ili

~

i

~ ~~ ~I ~~ ~.Cl ~ ~ ~ ~

~

~

.' 19 ~_~_~_---~---~----~--~---~~--~~~~~~~~~~~~~~8~4~~3.~~8-6 20 21 22 28 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 5 ____

I

3~ __ 0.8 0.5 0.2 0.1 2.9 2.7 3.8 8.6 7.7 10.0 5.0 10.4 4.8 9.7 5.2 5.2 9.6 4.4 4.0 9.1 4.71 4.4 8.2 2.3 6.6 8.4 2. O 6 1 8.8 0.6 6.4 10.8 0.7 6.6 12.5 1.4 1.8 1.1 1.8 0.1 O. I O~ 1 1.2 1.2 5.6 5.0 4.1 4.5 5.2 4.6 2.9 3.0 8.3 3.2 2.9 1.8 2.5 2.2 2.4 3.0 3.1 1.6 1.7 10.6 12.2 7.4 11. 6 5.9 8.3 10.0 13.4 8. O 10.0 6.5 7.8 8.8' 9.8 7.8 10.7 8.9 10.4 10.5 12.1 10.3 10.1 9.3 9.0 12.0 12.2 44.8 43.4 53.8 52.5 41. 2 41.4 10.6 86.0 10.6 87.5 12.8 47.8 12.9 49.0 12.1

I

37.9 12.6 41.4 16.7 17.4 12.6 14.5 10.9 11.9 11.4 12.1 9.6 10.4 9.7 9.8 7.7 6.2 6.0 6.8 9.2 9.4 7.7 8.9 47.6 51. 5 35.61 52.8 41.5 45.7 48.0 56.7 08A 71.1 59.8 60.2 68.1 (i3.5 51. 3 67.3 34.5 44.1 3~.0 34.9 15.0 15. (i 16.9 17.4 17.2 17.fi 13.3 13.6 13.6 18.1 15.6 16.8 14.7 14.5 13.7 16.3 14.2 14.8 11.8 13.1 15.0 16.9 12.4 11.5 11.6 12.3 7.5 9.6 7.8 7.8 5.9 5.9 3.0 2.7 2.7 1.9 2.2 1.9 1.6 1.5 1.3 1.5 0.8 0.9 1.3 1.2 1.3 1.2 0.8 1.0 2.1 1.9 1.8 1.6 1.9 1.8 2.3 2.8 2.7 2.5 3.9 3.7 2.4 1.9 2.2 2.0 1.8 1.9 2.6 2 6 1.8 2.1 1.2 1.3 1.6 1.8 1.3 1.4 1.6 1.3 1.1 1.3 1.8 1.9 1.8 2.1 2.3 2.8 2.4 2.3 2.3 2.3 2.3 2.1 2.1 2.1 3.7 3.7 24.8 23.6 27.6 25.3 30.0 27.7 18.7 17.5 23.2 21.0 23.5 2!'i.4 2,. l 27.5 20. l 20.9 2S.2 30.2 43.3 42.4 36.7 34.8 4j.5 4';.8 46.4 40.9 33.0 35.3 44.0 46.1 23.8 22.2 1.4 1.3 1.4 1.9 1.4 1.3 1.1 1.2 1.5 1.4 1.3 1.2 1.1 0.9 1.4 2.0 1. (i 1.4 1.9 2.0 1.8 1.5 1.6 1.4 2.4 1.9 1.5 :!.1 1.2 1.4 1.7 1.8 0.4 0.8 0.8 0.2 0.4 0.8 0.2 0.3 0.8 0.2 0.3 0.2 0.4 0.2 0.4 0.2 0.4 0.3 0.4 0.2 0.4 0.4 0.3 0.8 0.4 0.8 0.3 0.3 0.3 0.5 0.2 0.2 0.3 0.2 0.3 0.2 0.3 0.2 0.2 0.1 O. l 0.1 0.2 0.3 0.2 0.1 0.2 0.2 0.1 0.1 0.1 0.2 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.4 0.4 0.2 0.2 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 0.1 3.6 3.9 10.2 4.3 3.2 3.5 2.8 2.7 3.4 3.3 3.4 3.2 3.2 3.6 3. (i 5.2 4.8 5.2 3.3 I 4.2

I

3.8 4.2 3.7 3.7 3.8 3.7 3.4 3.4 3.2 3.5 4.1 3.8 0.7 0.8 0.8 1.0 0.5 0.6 0.6 0.6 0.8 0.8 0.6 0.6 0.5 0.4 0.5 0.5 0.7 0.9 0.2 0.3 0.3 0.3 0.2 0.3 0.1 0.2 0.2 0.2 0.4 0.3 0.3 0.4 0·5 0·5

al 31 dicembre 1888, flia stato identico a quello che si è otten~lto fra il cznsimento del 1371 e quello dcII S81.

(13)

-

XVI-Fra le

688 I

donne morte per malattie di gravidanza, parto e puerperio

6,265

erano coniugate, 5

II

nubili e

105

vedove.

Nel

1888

si ebbero nel Regno

1,°7),146

nati legittimi (nati e nati morti) e

86,424

illegittimi ed esposti; cosicchè, ogni

1000

donne coniugate che partorirono in .

detto anno, ne morirono 5.8, ed ogni

1000

nubili o vedove, ne morirono

7.1

(I).

Diamo qui le cifre separate per ciascun compartimento.

' O , "

I

I

NATI VIVI ~ ~

il

S'

DONNE MORTE PER 1000 PER 1000

t i . Q) ... i:I. ~ per malattie di gravidanza. nati legittImi nati llleglttimi

COMPARTIMENTI e Da morti

"8

~

§ a

parto e puerpel'io morirono ed esposti

::=~~ morirono

I

illegittimi ':

&

~ ~

.

I .. I

donne donne nubili

legittimi ed espusti

I S

al l'l.... coniUgate, nublh vedove

I

coniugate e vedove

Piemonte.

111 329

3 702

3.22

747

30

8

6.7

10.3

Liguria . .

31 101

1 804

5.48

225

18

4

7.2

12.2

Lombardia.

145 538

4 537

3.02

825

27

lO

5. 7

8.2

Veneto • . .

102 097

7 730

7.04

535

43

6

5. 2

6.3

Emilia . .

72 881

14 738

16. 82

480

71

6

6. 6

0.2

Toscana.

75 238

7 873

9.47

406

47

5

5.4

6.6

Marche . .

32 558

4 804

12.86

144

14

2

4.4

3.3

Umbl"ia . .

17 242

4 138

19.35

115

43

3

6. 7

11.1

Lazio • • • • .

29 381

9 542

24.52

196

38

9

6.7

4.9

Abl'uzzl e Molise.

51 392

2 393

4.45

365

23

6

7. 1

12.1

Campania

112 932

4 669

3.97

587

27

8

5.2

7.5

Puglie . .

76 805

2 879

3.61

343

11

6

4.5

5.9

Basilicata.

20.385

1 156

5.37

135

9

6

6.6

13.0

Calabrie.

48 439

4 336

8.22

343

37

11

7.1

11.1

Sicilia ••

125 036

9 313

6.93

639

40

12

5.1

5.6

Sardegna.

22 792

2 810

10.98

180

33

3

7. 9

12,8

REGNO . • I

075 146

86 424

7·44

6

265

5

11 10

5

5. 8

7.

I

Nei compartimenti dell'Italia centrale, in cui la natività illegittima è molto elevata,

come l'Emilia,

la

Toscana, le Marche ed il Lazio, la mortalità per malattie di

gravi-danza, parto e puerperio, fra le donne maritate,

è

poco diversa da quella che si osserva

fra quelle non maritate; anzi in Emilia, nelle lVIarche e nel Lazio la mortalid è più

elevata nelle prime che nelle seconde. All'opposto, nei compartimenti dell'Italia

set-(l)

Fra i nati da vedove alcuni possono essere stati legittimi; ma siccome non è indicata nella

scheda di morte la data di vedovanza, si sono sommate colle nubili tutte le vedove morte per

ma-lattia di gravidanza, parto e puerperio e si è ragguagliato

il

totale a roDo nati illegittimi.

, .

..

';~J

(14)

- XVII

-tentrionale e del napoletano, dove la natività illegittima

è

piìl bassa, la mortalità delle

madri nubili

è

molto più grande che in quelle coniugate. Notiamo ancora che nel·

l'Italia centrale sono molto più frequenti che altrove i riconoscimenti della prole

. illegittima, per parte di uno almeno dei genitori,

i

quali si occupano anche

dell'alle-vamento di essa, e che nella stessa regione la mortalità dei bambini illegittimi

è

più bassa che nel resto del Regno. Siccome nell'Italia centrale le condizioni di vita

delle famiglie non legalmente costituite non differiscono molto da quelle delle altre

famiglie, anche la mortalità delle madri non

è

ivi più grave.

Le

affezioni tubercolari

causarono nel Regno

20.2

moni ogni

10)000

abitanti, e più

particolarmente

I

S.o

per tubercolosi disseminata in più organi oppure localizzata nei poI.

moni o nelle meningi,

4.2

per tabe mesenterica ed

LO

per scrofola e tubercolosi della

pelle. Le proporzioni pill alte, prese assieme le diverse forme di affezioni tubercolari,

sono date dal Lazio

(27.9

per

10,000

abitanti), dalla Liguria

(24.9),

dalla Lombardia

(23.7),

dalla Toscana

(22.6)

e dall'Emilia

(21.4);

le proporzioni più basse dalla Calabria

(12.4),

dalla Basilicata

(12.8),

dalla Sicilia

(14.1),

dalle Marche

(IS.3),

dal Piemonte

(18.0)

e dalla Sardegna

(18.6).

Le differenze sono molto piìl grandi se si considerano soltanto le morti per tisi e

per tubercolosi disseminata. La minor frequenza delle morti per tisi nelle provincie

meridionali potrebbe d,ipender.e, in parte, dal fatto che in queste ultime molte morti per

tisi siano attribuite a catarro bronchiale od a polmonite. La massima frequenza delle

morti per

bronchite

e

polmonite

si ebbe in Campania

(7 I.

lagni

10,000

abitanti), in

Calabria

(67.3),

in Basilicata

(63.S),

nelle Puglie

(60.2).

La Sardegna, il Veneto e

la

Lombardia si trovano all' estremo opposto della scala. Media del Regno

50.6.

La

rachitidè

ha causato molte morti particolarmente nell' Italia centrale (il rapporto

massimo nelle Marche, con 3.

I

morti per

10,000

abitanti; segue l'Umbril con

2.2;

il minimo si trova tanto nel Piemonte e nella Campania che hanno entrambi il

rap-porto di

0.2:

la media del Regno è

0.9).

La

pellagra

figura come causa di morte, si può dire, soltanto nelle provincie che

si trovano a nord del parallelo di Roma. Si ebbero ancora 8 dichiarazioni di morte per

questa causa nella provincia di Roma,

I

in quella di Campobasso,

1

in provincia di

Bari

(I)

e

2

in quella di Catania

(2).

Invece nel Veneto le morti per pellagra furono

4.4 per

10,000

abitanti, in Lombardia

2.7,

nell' Emilia

2.0,

nell' U mbria 1.8, nelle

Marche

1.3,

in Toscana

0.7,

in Piemonte

o.S

e in Liguria

O.I.

I tumori maligni,

sia che fossero ritenuti localizzati in un solo organo, oppure

disse-minati in più organi, causarono nel Regno

12,625

morti, cioè

4.2

ogni

10,000

abitanti.

Le proporzioni più alte si trovano nell' Italia settentrionale e centrale in confronto

delle provincie napolitane ed insulari. (Toscana

6.6,

Emilia

6.

I,

Lombardia

S

.2,

Marche

5.0,

Liguria

4.8;

per contro Sardegna

1.7,

Calabria

2,4,

Basilicata

2.5,

Puglie

2.9,

Abruzzi

3.0

e Sicilia 3.

J •

Se si dividono i morti per tumori maligni secondo la sede del tumore, si

ottengono questi dati:

(1)

Nel comune di . Acquaviva delle Fonti: bambino di

I

anno, secondo dichiarazione del dotto De

Napoli Stefano.

(2)

Un maschio di 69 anni nel comune di Randazzo, secondo dichiarazione del dotto Rome Pietro

ed una femmina di 3

I

anni nel comune di Gravina, secondo dichiarazione del dotto Antonino Puglise.

(15)

- XVllI

-DrCORTI PER TUMORI MALIGNI NEGLI ANNI

1887

E

1888.

SEDE DEI TUMORI MALIGNI

rrumori maligni disseminati in più organi

Id. id. dell'utero e della vagina

Id. id. del torace e delle

mam-melIe

Id. id. dell'ovaia

Id. id. dei testicoli.

Id. id. dell'Ul'etra, prostata e

pene.

Id. id. della vescica .

Id. id. del rene.

Id. id. della bocca, lingua,

pa-lato.

Id. id. della parotide

Id. id. della faringe, tonsille,

e-sofago .

Id. id. dello stomaco.

Id. id. del fegato

NUMERO

dei morti

nell' anno SEDE DEI TUMORI MALIGNI

NUMERO dei morti nell' anno 1887 18S& 1887

I

1888

~.~---~----~----2 055 ~.~---~----~----2 163

Tumori maligni della milza.

39

27

2 327 2 337

Id. id. del pancreas .

27

28

997

040

Id. id. dega intestini

461

489

77

93

Id. id. del pel'itoneo (compre-so il cancro

addomi-nale) .

. .

488

459

71

67

Id. id. della tiroide

43

1

32

26

17

Id. id. della laringe.

99

103

153

155

Id. id. delle ossa

264

232

43

55

Id. id. delI' occhio e

dell'or-bita . • • . .

. I

64

65

234

259

Id. id. del cervello e midollo

spinale • • •

. .

144

131

30

20

Id. id. della pelle (del naso,

delle guancie e delle

640

579

294

303

orecchie) .

.

.

3

013 2 905

I

---1 042 ---1 066

l

TOTALE. 12

631

12 62)

La

congestione

e

l'apoplessia cerebrale

furono causa nel Regno di 33,489 morti, cioè

di

II.2

per 10,000 abitanti. La mortalità per questa causa ebbe

i

suoi massimi nel·

l'Italia centrale, ed

i

minimi nell' Italia meridionale (Marche 17,4, U mbria 14. 5, Emilia

12.9,

Toscana 12.6; per contro Basilicata 6.2, Calabria 6.8, Sardegna 8.9 per 10,000

abitanti).

Le malattie del

cuore

e del

pericardio

diedero massimi di mortalità in Lombardia

(17.)

per 10)000 abitanti), Liguria (17'4), Campania (16.9), Toscana (16.8), Umbria

(16.3),

Piemonte

(15.

6) e dei minimi nelle provincie meridionali (Sardegna

5.9,

Sicilia

7.8,

Calabria 9.6 e Puglie

11.5)'

Media del Regno 14.3.

Una disposizione inversa alla precedente hanno le morti per infiammazioni

del-l'intestino o di altri organi dell'apparato digerente.

Così la mortalità per

enterite

e

diarrea

raggiunse nella media del Regno la proporzione

di 31.3 per 10,000 abitanti. In Puglia invece essa fu di 46.8, in Sicilia di 46.1, negli

Abruzzi di 42-4 ed in Basilicata di 4°.9; al contrario nel Veneto essa fu soltanto di

17.5,

nell'Umbria di 20.9, in Sardegna di 22.2, in Piemonte di 23.6 e nell'Emilia

di 24.0.

Così pure

l'epatite,

che nella media del Regno causò 2.0 morti'ogni 10,000 abitanti, in

Sardegna, probabilmente in conseguenza dell' e;:stesa infezione malarica, sali a 3.7, nelle Puglie,

Basilicata e Campania a

2,3,

in Calabria e Sicilia a

2.1.

Fu pure elevata la, mortalità per

(16)

- X I X

-Il

reumatismo articolare aCllto

causo nel Regno

0.3

morti per

10,000

abitanti.

L'al-caolismo acuto e cronico

causo

423

morti; altre 5

I

avvennero per lesioni accidentali

riportate da individui ubbriachi. In complesso queste 474 morti causate da abuso di

bevande alcooliche corrispondono a

0.2

per

10,000

abitanti; esse offrono dei massim

i

in Sardegna (0.4), nelle Marche

(0.3),

in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Lazio

(0.2);

mentre sono una causa di morte quasi sconosciuta nelle provincie napoletane e in

Sicilia (meno di o. lagni

10,000

abitanti).

Le morti per

infortttnio accidentale

furono frequenti particolarmente nella provincia

di Roma

(5.2)

per le frequenti disgrazie che colpiscono muratori e braccianti addetti ai

lavori edilizi della capitale, nell' Umbria

(5.2),

in Liguria

(4.3),

negli Abruzzi e nella

Campania

(4.2),

nel Piemonte

(3.9)

e in Sardegna (3.8) dove l'industria mineraria

occupa un gran numero di braccia. Nel Regno qL1este morti furono in numero di

II, I 87

(3.8

per

10,000

abitanti).

I

suicidi

accorsero in numero relativamente elevato in Liguria

1.0,

nella provincia

di Roma

0.9,

in Piemonte e nell'Emilia

0.8;

mentre furono molto rari nelle

pro-vincie meridionali ed insulari. Media del Regno

0.5

per

10,000

abitanti.

Le. morti per

omicidio

dichiarate dai medici furono

1,637 (0.5

per

10,000

abitanti).

Superano notevolmente

la

media del Regno le Calabrie

(1.2),

la provincia di Roma

(1.

I),

la

Campania

(LO),

la Sicilia e gli Abruzzi

(0.9).

Le proporzioni minime sono

dat~

dal Veneto e dalla Lombardia

(0.2) (I).

§

V.

Confronto della statistica del 1888 con quelle di anni precedenti.

Fu già avvertito che la statistica delle cause di morte

è

stata estesa a tutti i comuni

soltanto col

J

o

gennaio

1887,

cosicchè i confronti fra le condizioni sanitarie di tutto il

Regno devono limitarsi ai due anni

1887

e

1888.

Invece, per ciò che riguarda i

284

comuni capoluoghi di provincia, di circondJrio e di distretto, è possibile di risalire nei

confronti fino all'anno

1881.

(I) La statistica degli omicidi fondata sulle dichiarazioni degli uffici comunali e dei medici curanti,

non può coincidere con quella che si ricava dagli atti giudiziari, perchè molte volte

!

l medico potè

dichiarare soltanto che la morte fu causata da una ferita o da altra lesione, senza specificare se questa

fosse accidentale o inferta da mano omicida; in tali casi le morti furono classificate fra le

acciden-tali. Soltanto l'autorità giudiziaria può, col tempo ed in seguito alle debite perizie, stabilire se si tratti

di omicidio. Secondo la statistica giudiziaria del 1888, i reati di omicidio per i quali seguI giudizio in

-quell' anno furono

2486

dei quali

2000

consumati e 4% tentati e mancati. Conviene avvertire ancora

çhe nelle cifre sopra indicate della statistica giudiziaria non sono compr0si i reati di omicidio, pei quali

non potè aver luogo giudizio, sia perchè gli autori rimasero ignoti, sia perchè non si poterono

racco-gliere indizi sufficienti nel periodo istruttorio. Malgrado l'impossibilitù di far coincidere le due

stati-stiche degli omicidi, si dovette aprire .anche nella

Statistica dè-lle cause di morte una rubric speciale per

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