SABATO 18 GENNAIO DOMENICA 19 GENNAIO 2014
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MODALITÀ DI AMMISSIONE ALLA SEZIONE SPECIALE DEL FONDO DI GARANZIA PMI PER LE IMPRESE FEMMINILICon la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 27 dicem-bre 2013, sono state definite le moda-lità operative per l’accesso alla Sezio-ne Speciale del Fondo Centrale di Ga-ranzia per le piccole e medie impre-se, destinata alle imprese femminili, ai sensi della Convenzione,
sottoscrit-ta il 14 marzo 2013, tra il Dipartimen-to per le Pari Opportunità della Presi-denza del Consiglio dei ministri, il Mi-nistero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Economia e delle Fi-nanze. La Sezione Speciale prevede ri-sorse pari complessivamente a 20 mi-lioni di euro, di cui 10 mimi-lioni a carico del Dipartimento Pari Opportunità e i restanti 10 provenienti dal medesi-mo Fondo Centrale di Garanzia, da utilizzare per interventi di garanzia di-retta, controgaranzia e cogaranzia
del Fondo mediante compartecipa-zione alla copertura del rischio sulle operazioni ammissibili con una ripar-tizione del 50% tra le risorse del Fon-do e quelle della Sezione Speciale. Una quota pari al 50% della dotazio-ne della Seziodotazio-ne è inoltre riservata al-le nuove imprese “start up”, costitui-te o che hanno iniziato la propria atti-vità da meno di tre anni rispetto alla data di presentazione della richiesta di ammissione alla garanzia del Fon-do. Riguardo ai requisiti, le imprese femminili ammesse direttamente al finanziamento sono quelle costituite ai sensi della Legge 215 del 1992 e successive modifiche recante "Azioni
positive per l'imprenditoria femmini-le". Ulteriori informazioni utili sono reperibili sul sito del Dipartimento delle Pari Opportunità oppure diret-tamente su www.fondidigaranzia.it. La Cisl ha seguito con attenzione tut-to l’iter che ha portatut-to all’elaborazio-ne di queste misure, anche attraver-so la partecipazione agli appositi ta-voli di confronto, sottolineando l’im-portanza strategica di promuovere l’imprenditoria femminile che, nono-stante la crisi, mostra segnali interes-santi di vitalità e sviluppo con ricadu-te positive sia in ricadu-termini di creazione di nuove imprese che di buona e nuo-va occupazione.
I
l Testo Unico sulla Rappresentanza Sindacale -sottoscritto da Cgil, Ci-sl, Uil e Confindustria il 10 gennaio - costituisce un fatto di portata storica in direzione della moderniz-zazione delle relazioni in-dustriali. Innanzitutto per-ché attraverso la formula del testo Unico è possibile dare alla rappresentanza, e alla validazione ed esigibilità dei contratti na-zionali e aziendali, una cor-nice complessiva e di siste-ma capace di caratterizzar-si come punto di riferimen-to concreriferimen-to per le parti so-ciali e per tutti i soggetti coinvolti. E in seconda istanza perché, come ha giustamente rilevato e ri-marcato nell’ultimo Consi-glio generale il nostro se-gretario Raffaele Bonanni, questo strumento si quali-fica come il migliore siste-ma regolatorio dei rappor-ti di lavoro e della rappre-sentanza e come tali pecu-liarità siano il frutto della capacità delle parti sociali di definire autonomamen-te ambiti di inautonomamen-tervento con-cordati e condivisi. Di fatto siamo di fronte a un’azio-ne sindacale e datoriale fortemente orientata a fa-vorire un’evoluzioneparte-cipativa delle relazioni in-dustriali; una evoluzione che costituisce un sicuro elemento di stabilità, di go-verno del conflitto sociale e di gestione responsabile e condivisa delle molte cri-si industriali e produttive con cui il Paese è costretto a confrontarsi. Visto in un’ottica di genere il giudi-zio positivo sul Testo Uni-co si fa anUni-cora più netto e lineare perché, come don-ne della Cisl, siamo convin-te che la regolamentazio-ne dell’esigibilità dei con-tratti costituisca una garan-zia di applicazione anche per alcuni temi cruciali - ri-guardanti ad esempio la conciliazione tra vita e lavoro e le pari opportunità -che purtroppo svolgono un ruolo e una funzione di complemento all’interno di molti degli accordi con-trattuali siglati. Capita quindi che accordi com-prensivi di importanti con-tenuti di genere risultino carenti in termini di appli-cazione e di esigibilità pro-prio su quel versante, tra-sformando le pari opportu-nità e le questioni di gene-re in enunciati e petizioni di principio che faticano a declinarsi nelle realtà aziendali e organizzative. Il
Testo Unico, inoltre, fa esplicito riferimento a “un’adeguata rappresen-tanza di genere” laddove si affrontano le questioni inerenti la regolamentazio-ne delle rappresentanze in azienda. Anche in questo caso riteniamo di potere esprimere la nostra soddi-sfazione, consapevoli di co-me il percorso da seguire per raggiungere un riequili-brio di genere - sempre più pervasivo ed esteso - sia un percorso graduale e in divenire. Dal nostro punto di vista, riteniamo impor-tante che la specifica relati-va rappresentanza di gene-re sia stata inserita nel capi-tolo sulla rappresentanza aziendale, perché in più di una circostanza abbiamo evidenziato e sottolineato quanto sia cruciale e strate-gico, per lo sviluppo di un punto di vista di genere, la nostra capacità di interve-nire sul secondo livello e quanto sia determinante poter contare su “antenne al femminile” direttamen-te nei luoghi di lavoro e del-la produzione. E’ lì, infatti, che si misurano le disponi-bilità reali nei confronti del-le prassi di conciliazione; è nella dimensione concreta delle singole aziende e dei
territori che è possibile ra-gionare realisticamente di orari di lavoro, di concilia-zione tra lavoro e vita pri-vata, di studio e formazio-ne, di percorsi di carriera e di procedure innovative di reinserimento lavorativo per le donne che rientrano in produzione a seguito del periodo di maternità. E questo punto di vista, che caratterizza da anni la no-stra azione, trova conforto anche nelle recenti scelte congressuali della Cisl che hanno confermato e rilan-ciato l’assetto di una confe-derazione incentrata sul-l’idea di una rappresentan-za dal basso, per dare anco-ra più valore ai bisogni dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro famiglie. Sia-mo quindi convinte che si possano davvero segnare importanti passi in avanti, dando alle questioni di ge-nere peso contrattuale, esigibilità, rappresentanza e un’energia capace di ali-mentare e catalizzare - at-traverso la conciliazione e le pari opportunità - un mainstreaming di genere e intergenerazionale di cui il Paese e il mercato del lavo-ro hanno estremo biso-gno.
Liliana Ocmin
FIT CISL E TELEFONO ROSA TORNANO A DISCUTERE DI VIOLENZA DI GENERE
Ripartono le iniziative della Cisl
sui temi della violenza contro le
donne. Il prossimo 23 gennaio si
terrà a Roma, presso l’Auditorium
Antonianum di Viale Manzoni 1,
un incontro seminariale,
promos-so dal Coordinamento donne
del-la Fit Cisl nazionale, con del-la coldel-labo-
collabo-razione dell'Associazione
naziona-le volontarie del Tenaziona-lefono Rosa,
per discutere e affrontare gli
aspetti psicologici e legali
connes-si al fenomeno della violenza di
ge-nere.
“Se tutti gli uomini del mondo...
più forti insieme contro la
violen-za sulle donne” è il titolo del
semi-nario, a cui prenderanno parte i
componenti del comitato
esecuti-vo nazionale e le componenti del
coordinamento donne nazionale
Fit Cisl. L'iniziativa, sostenuta
dal-la segreteria nazionale e dal
coor-dinamento nazionale donne della
categoria, coinvolgerà il quadro
di-rigente nazionale in un momento
di dibattito e riflessione, per
pre-venire e contrastare questo
aber-rante fenomeno. Interverrà ai
la-vori il segretario confederale Cisl
Liliana Ocmin, mentre le
conclu-sioni saranno affidate al
segreta-rio generale della Fit Cisl Giovanni
Luciano.
FEMMINICIDIO: IL GENOA SCENDE IN CAMPO AL FERRARIS CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Il Genoa scende in campo contro la violenza sulle donne e lo farà dome-nica prossima in occasione della sfi-da con l'Inter. La società rossoblù ha deciso infatti di appoggiare il Pro-getto Andromaca, iniziativa dell' Udi (Unione Donne in Italia) e sup-portato dal Genoa Club Red 'n Blu Ladies, un club composto unica-mente da tifose.
“Siamo felici di aderire a questa ini-ziativa - ha sottolineato Giovanni Marchese, difensore del Genoa - e speriamo che sia da esempio anche per le altre società”. Nato due anni fa con lo scopo di raccogliere fondi per garantire la sopravvivenza del Centro Antiviolenza di Via Masche-rona il Progetto Andromaca vuole inoltre contribuire al cambiamento di una cultura che vede spesso anco-ra le donne in posizione subordina-ta rispetto all'uomo. Tra le iniziati-ve che andranno in scena domeni-ca al Ferraris la trasmissione di un filmato che racconterà l'attività del Centro Antiviolenza e una coreogra-fia dedicata da parte dei ragazzi del Genoa Academy in collaborazione con il club “Figgi du Zena”.
(A cura di Leonardo Malatacca)
Osservatorio
Cronache e approfondimenti delle violenze sulle donne / 218