NOTIZIE E APPROFONDIMENTI > INTERVISTE >
Disoccupazione giovanile: il Jobs
Act è una soluzione? Intervista a
Giulia Rosolen di ADAPT
28 Luglio 2016 - 16:00 Chiara Troncarelli
Jobs Act, Garanzia Giovani e apprendistato bastano per
sconfiggere la disoccupazione in Italia? Forexinfo ha intervistato
Giulia Rosolen, ricercatrice ADAPT, per fare il punto della
situazione tra presente e futuro.
QUOTAZIONI IN TEMPO REALE
EURUSD
1.1097
GBPUSD
1.3141
EURCHF
1.0881
USDJPY
104.72
XAUUSD
1337.6
cerca su forexinfo.itDemo Forex Broker Forex Analisi Forex Market Mover Calendario Economico Formazione
FOREX FINANZA RUBRICHE STRUMENTI QUOTAZIONI
CONDIVIDI
Il mercato del lavoro è in continua e v o l u z i o n e : G a r a n z i a G i o v a n i , contratto di apprendistato e sistema duale sono gli strumenti su cui punta il G o v e r n o R e n z i p e r f a r r i p a r t i r e l’occupazione in Italia.
Il Jobs Act è sufficiente per contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile?
N e a b b i a m o p a r l a t o c o n Giulia Rosolen, che ringraziamo per il suo prezioso contributo, ricercatrice ADAPT e dottore di ricerca in Formazione della persona e mercato del Lavoro, nonché responsabile dell’area formazione di ADAPT.
1. Partiamo da Garanzia Giovani. Il ministro Poletti punta molto sul programma europeo per contrastare la disoccupazione giovanile e il numero di iscritti al programma sembra dargli ragione. Ma è veramente cosi?
Secondo i dati del Ministero del lavoro, i giovani italiani che non studiano e non lavorano sono oltre due milioni. Il numero più alto registrato in tutta Europa. C’è poco da festeggiare allora se i giovani NEET iscritti a Garanzia Giovani sono quasi un milione e crescono di settimana in settimana di alcune migliaia. Soprattutto se si pensa che solo poco più del 4% dei giovani NEET italiani ha potuto contare su un’offerta di lavoro. Tutto questo più che del successo dell’iniziativa, ci pare, insomma essere e s p r e s s i o n e d i u n a d i f fi c o l t à strutturale dei giovani non solo a fare il primo ingresso nel mercato del lavoro, ma anche a permanervi con forme contrattuali stabili.
I più penalizzati sono i giovani del Sud con basse qualifiche e con esperienze di lavoro frammentate che faticano a collocarsi nel mercato del lavoro, permanendo per lunghi periodi nella disoccupazione. Rispetto a quindici anni fa la disoccupazione giovanile in Italia è a u m e n t a t a d i q u a s i 2 0 p u n t i percentuali, eppure non c’è stato un Governo che a prescindere dal colore non abbia posto la questione giovanile in cima alle priorità della propria agenda politica. Con risultati largamente insoddisfacenti.
Il tutto si è tradotto in una crescente sfiducia nelle istituzioni, in un deterioramento del valore del lavoro che viene percepito da oltre il 90% dei
Fonte: ANIA aprile 2015. Raccolta premi mercato diretto in Italia. Messaggio promozionale con finalità commerciali. Prima di sottoscrivere leggere il fascicolo informativo su Genialloyd.it
CALCOLA IL TUO
RISPARMIO
TARGA dell'auto AA123BB DATA DI NASCITA del proprietario GG / MM / AAAA Forexinfo intervista Stefano M. Torelli di ISPI: ISIS nel cuore dell’EuropaSteve Keen e il debito privato: ecco perché superare la teoria neoclassica
Disoccupazione giovanile: il Jobs Act è una soluzione? Intervista a Giulia Rosolen di ADAPT ► Disoccupazione ► Available Jobs ► In Jobs Job Search Scegli Tu!
giovani come una forma di sostentamento più che come una fonte di realizzazione. U n a generazione smarrita, che fatica a trovare un senso, un’appartenenza. Uno spreco incredibile di risorse, di opportunità, di capitale umano. Una rotta che si può ancora invertire a patto però di investire su di loro davvero, sulle loro competenze.
2. Altro contratto su cui punta molto il governo è l’apprendistato di primo livello come strumento di placement anche attraverso il sistema duale di alternanza scuola - lavoro. Ci spiega di che si tratta e come dovrebbe funzionare?
Secondo la definizione data da Cedefop p e r sistema duale si intende un sistema di apprendimento che combina periodi di istruzione a scuola con periodi di formazione professionale sul luogo di lavoro.
La presenza di un sistema duale implica quindi necessariamente una cooperazione tra scuola e impresa per consentire ai giovani di imparare a fare facendo. Si tratta di un metodo didattico che dovrebbe consentire ai giovani di esprimere liberamente vocazioni e sperimentare attitudini e portarli a compiere successivamente scelte più consapevoli, stimolando al contempo il pensiero critico e abituandoli a comportarsi in modo autonomo e responsabile. L’apprendistato di primo livello che nel nostro Paese esiste dal 2003 consente ai giovani di conseguire il diploma o la qualifica professionale lavorando e formandosi a scuola.
Pur essendo uno strumento diffuso in Germania e in Austria, in Italia fatica a radicarsi. Gli apprendisti di primo livello nel nostro Paese sono p o c o p i ù d i 3.500, peraltro in calo netto rispetto alle annualità precedenti. Le ragioni di questo insuccesso sono da ricercarsi principalmente nella percezione delle opportunità collegate alla formazione duale che tende ad essere assimilata ad un semplice m o m e n t o d i p r e p a r a z i o n e a l l a v o r o m a n u a l e t r a d i z i o n a l e piuttosto che ad una metodologia didattica innovativa pensata per rispondere ai fabbisogni professionali attuali e potenziali valorizzando la componente formativa dell’esperienza.
3. Cresce il numero di disoccupati di lungo periodo. Qual è la sua opinione sull’Anpal la nuova agenzia per il lavoro? Quali crede saranno i suoi effetti nel panorama occupazionale italiano?
In Italia i disoccupati di lungo periodo costituiscono il 61,4% del totale, un tasso superiore di oltre 10 punti percentuali rispetto alla media europea. Il loro n u m e r o è r a d d o p p i a t o t r a i l 2 0 0 7 e d i l 2 0 1 4 , r a g g i u n g e n d o p i c c h i preoccupanti soprattutto tra i più giovani.
Il rischio di trovarsi intrappolati in questo status è particolarmente elevato soprattutto per i più giovani (15-24 anni) con basse qualifiche e con un background di disagio. Questo è tanto più grave se si pensa che più a lungo le persone rimangono escluse dal mercato del lavoro, tanto più difficile è che vengano nuovamente assunte e tanto è più probabile che si scoraggino dandosi per vinte ed entrando nel novero delle persone non attive. Ciò significa che una parte crescente della nostra popolazione è a forte rischio di povertà e di esclusione sociale.
L a disoccupazione di lungo periodo sta diventando un “fenomeno di massa”, rappresentando una minaccia non solo per la ripresa economica, ma per la coesione sociale. Di fronte ad un problema grave e importante come questo il nostro Paese sta facendo davvero troppo poco. Non esistono percorsi di inserimento dedicati specificamente a questa fascia della popolazione, sebbene le esperienze condotte altrove in Europa con questa impostazione
IG è il broker numero uno al mondo per i CFD: prova il conto demo.
O p i n i o n i
DEMO GRATUITA
abbiano dato buona prova di sé. E’ presto per valutare l’operato della neo-costituita Agenzia Nazionale per le politiche attive (Anpal n.d.r.) insediatasi solo lo scorso giugno e che si è riunita per la prima volta solo qualche giorno fa. Certo è che la sua fisionomia presenta molti dei tratti di quella Struttura di M i s s i o n e i n t r o d o t t a d a l G o v e r n o L e t t a c o n l ’ o b i e t t i v o d i g u i d a r e l’implementazione di Garanzia Giovani. Come è andata è sotto gli occhi di tutti. 4. Tirando le somme, secondo lei il Jobs Act ha semplificato o complicato il quadro normativo italiano?
8 decreti e oltre 200 articoli di non facile lettura: questo è il Jobs Act. Siamo, insomma, ancora lontani da una vera semplificazione del diritto.
Si tratta della settima riforma del lavoro in 10 anni. E questo è già di per sé un elemento negativo. Ma non basta, il nostro quadro normativo non solo è ipertrofico, ma spesso anche incompiuto.
Basta pensare ai massicci rinvii a provvedimenti attuativi di secondo livello, spesso tardivi o mancanti. Solo il Jobs Act contiene quasi 8 0 r i n v i i a provvedimenti di secondo livello. I termini per adottarli sono già scaduti in quasi un quinto dei casi. Ma semplificare non è solo una questione di numeri, significa valorizzare la dimensione antropologica e relazionale delle regole. Per realizzare tutto questo è necessario un più alto livello di coinvolgimento dei lavoratori e dei corpi intermedi come uno dei fattori più importanti per determinare la qualità di un sistema di relazioni industriali oltreché del quadro normativo all’interno del quale si collocano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Disoccupazione Riforma del lavoro Contratto di apprendistato
Garanzia Giovani NEET Jobs Act Giuliano Poletti
► Apply Jobs ► Jobs lavoro ► Jobs Forex ► Search Jobs Scegli Tu!
Messaggio pubblicitario a finalità promozionale.
Scegli la migliore
RC Auto sul mercato
Calcola il prezzo
Data di nascita proprietario Targa auto
AA123BB GG/MM/AAAA
Info privacy
MAZDA CX-5 DISEGNATO PER MERAVIGLIARE
Vieni a scoprirlo in tutti gli showroom Mazda con
Semestrale Snam: perché il calo di utili e ricavi non sorpre...