• Non ci sono risultati.

STORIA ECONOMICA IL MERCATO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "STORIA ECONOMICA IL MERCATO"

Copied!
10
0
0

Testo completo

(1)

STORIA ECONOMICA 2018-19 IL MERCATO

La storia economica si occupa di distribuzione, produzione e consumo di beni e servizi, nonché di come e perché alcune Nazioni si sono sviluppate prima e altre sono rimaste più arretrate a causa di un mancato processo di convergenza.

Per farlo studia alcune grandezze macroeconomiche:

1. Crescita= esprime il successo o l’insuccesso di un paese misurando delle grandezze macroeconomiche quali gli investimenti o il PIL e la sua variazione in positivo o in negativo

(progressione o recessione). Il PIL esprime il valore di beni e servizi prodotti all’interno di un singolo paese da operatori nazionali o stranieri e misurato in prezzi correnti. Il fatto che sia misurato in prezzi correnti, cioè stabilito dal mercato, è un limite perché non considera tutto ciò che non passa dal mercato (esempio il mercato nero); inoltre non è possibile anche calcolarlo per quei paesi dove l’economia si basa sull’autoconsumo cioè dove i prodotti non passano sul mercato (succedeva fino all’800), infatti tale indicatore si inizia a calcolare a partire dalla crisi del 1929, quando si vuole sapere quali sono le risorse di cui dispone il Paese per poter programmare una ripresa. Il PIL dipende da una serie di fattori, primo tra questi è la produttività di un Paese che esprime l’output che si ottiene dall’impiego di determinati fattori produttivi o input.

2. Sviluppo= Unisce elementi quantitativi cioè la crescita (indicatori macroeconomici) ad elementi qualitativi ad esempio il miglioramento del livello di alfabetizzazione, della qualità della vita o della qualità delle istituzioni (da regimi dittatoriali a regimi democratici). Lo sviluppo è quindi considerato anche in termini di sostenibilità e impatto ambientaleimpronta ecologica = mi dà la misura di quello che il Pianeta Terra impiega per ricostituire le risorse che sono state utilizzate nel percorso di industrializzazione e nello smaltire i rifiuti.

La crescita e lo sviluppo dipendono anche dall’allocazione efficiente di risorse scarse; c’è l’idea che sia il mercato a distribuire al meglio le risorse, con la conseguenza che se i prodotti non possano per il mercato allora si sprecano risorse. Ma cosa significa allocare al meglio le risorse?

A partire dal 1776 cioè dalla pubblicazione di “La ricchezza delle nazioni” di Adam Smith l’economia acquisisce importanza. In questo testo si studia cosa secondo Smith ha portato certe nazioni ad essere più ricche di altre e si evidenza il concetto di mercato, lo strumento che avrebbe permesso di allocare al meglio le risorse scarse. Esso è un luogo astratto in cui si incontrano la domanda e l’offerta di consumatori e produttori che sono tutti troppo piccoli per influenzare il prezzo. Il mercato di Antico Regime aveva caratteristiche in parte comuni al mercato moderno e in parte no. Tra le principali ricordiamo:

1. Proprietà privata: diversa da quella di oggi che è un diritto pieno ed esclusivo (io ho una casa e posso decidere chi fare entrare); ai tempi dell’A.R il proprietario doveva cedere dei diritti a terze persone ad esempio alla servitù di passaggio.

2. Certezza del diritto: la legge si muove affinché vengano garantiti dei diritti che mi spettano (se sono proprietario di un terreno la legge cerca di garantirmi la proprietà).

3. Sicurezza materiale: necessaria perché si verifichino gli investimenti (non investo in Afghanistan perché c’è la guerra).

4. Divisione del lavoro: siccome in città l’uomo dipende da qualcuno e c’è un primo livello di specializzazione, si crea un’interdipendenza tra l’uno e l’altro chiamata solidarietà organica.

Secondo Smith la divisione del lavoro permette la specializzazione che è alla base della ricchezza delle nazioni ed è limitata dall’ampiezza del mercato. Esistono molte imprese che producono una sola componente di un prodotto, ad esempio un computer. Questo significa che il mondo è altamente specializzato; questo tipo di specializzazione ha senso solo se esiste un certo numero di

(2)

altre imprese è disposto ad acquistare le mie componenti ed è determinato dall’ampiezza del mercatose il mercato è ampio allora ho più acquirenti e si crea un mercato mondiale = globalizzazionela specializzazione sostiene il processo di globalizzazione.

5. Libertà di iniziativa: Se non ci fosse libertà di iniziativa l’economia sarebbe penalizzata perché non si farebbero investimenti.

6. No domanda e offerta: autoconsumo e prezzi determinati dal governo, non dall’incontro tra D e O e quindi i prodotti non passano dal mercatoscarsa allocazione delle risorse.

Secondo Smith il mercato = luogo dove l’individuo è iposociale cioè non guarda agli altri per fare le sue sceltedotato di assoluta razionalità, ovvero dispone di un’informazione perfetta utile a fare una scelta (non esiste l’asimmetria informativa).

L’incontro tra D e O divenne possibile a partire dal 1800 quando la produzione divenne meno incerta, ovvero i produttori disponevano di un surplus da mettere sul mercatosi passa da una società di

autoconsumo ad una società basata sugli scambi. Il fatto di disporre di un surplus sta alla base della libertà di iniziativa (io dispongo di qualcosa che tu non hai e posso vendertelo) la quale a sua volta è la base di quello che sarà il mercato liberale. Tale modello di mercato portò all’affermarsi della democrazia poiché il capitale non era mobile in quanto vi erano divieti imposti agli imprenditori dallo Stato che in cambio garantiva il pagamento di alti salari (per incentivarli a stare in territorio nazionale). Dagli anni ’70 quando crollano il sistema di Bretton Woods e l’Unione Sovietica queste garanzie vennero meno e i capitali

divennero mobili. La finanza iniziò a dominare l’economia sostituendo il potere dello Stato, infatti è sempre stata cosmopolita (cioè non legata ad uno Stato) quindi lo Stato non può più imporre divieti e perde la sua sovranità sull’economia.

L’ANTICO REGIME (1492- seconda metà del 1700)

1. Economia dei vari paesi era soprattutto agricola perché era difficile procurarsi il cibo, quindi la maggior parte della popolazione nelle società di Antico Regime (Europa Occidentale) era impiegata nel settore agricolo.

2. La città era poco sviluppata.

3. La ricchezza disponibile pro capite poca

4. Mercato era sottile= mercato o dove intervengono pochi operatori o dove ci sono poche transazioni economiche (si contrappone a “spesso”).

5. Economia caratterizzata dell’incertezza = assenza di informazione che comporta delle difficoltà nella valutazione del rischio (L’orizzonte economico è così opaco da esserci assenza di scenari probabilistici). L’incertezza colpiva specialmente le disponibilità di beni alimentari, quindi

l’attenzione dello Stato verso l’approvvigionamento di beni primari era altissima e dato che la gente usava spesso la totalità dei propri redditi per acquistare questi prodotto bisognava fare in modo che venissero definiti dei prezzi ragionevoli. Chi determinava tali prezzi erano le autorità

annonarie= autorità che si preoccupavano dell’approvvigionamento di generi alimentari e di beni primari e determinavano i loro prezzi. Questo serve a mantenere la città con un livello di

popolazione sufficientemente elevato (accadeva spesso che il popolo si spostasse in cerca di condizioni migliori) e a mantenere un certo livello di pace sociale (cattive condizioni sociali=rivolte).

Per favorire il popolamento l’Annona incentivava l’immigrazione cioè “l’arrivo di cervelli” in particolare di manodopera qualificata (artigiani) che rappresenta la ricchezza della città. Un’altra cosa che l’autorità annonaria faceva era assicurare un certo livello di benessere (welfare), specialmente nei periodi di pestilenze ed epidemie.

La concezione del rischio cambia con l’avvento del commercio dei beni a largo raggio o distant trade (generi voluttuari) e dei beni di lusso che è un capitalismo a largo raggio, commerciale e congiunturale. Il commercio di questo tipo si avvantaggia delle asimmetrie informative (una parte ha delle informazioni che l’altra non ha) e si basa sull’arbitraggio= operazione economica che

(3)

sfrutta la differenza nello spazio. Il commercio di distant trade si avvantaggia di alcune realtà come le fiere=mercati per mercanti che vedono l’incontro di tutti gli operatori che producono uno stesso bene e quindi riducono i costi transazionali= costi che sostengo per una determinata transazione commerciale e si dividono in costi di ricerca (sostenuti per cercare una controparte che abbia il mio stesso interesse nel concludere una transazione), costi di contrattazione (sostenuti a reciproca tutela dei soggetti che intervengono nella transazione) e costi di contenzioso (sostenuti quando una delle due parti risulta inadempiente).

6. No individualismosei riconoscibile solo in quanto membro di una “Corporazione” cioè dei corpi intermedi che organizzano il lavoro nella città; esse raggruppano artigiani in base ad uno stesso mestiere o all’appartenenza ad un livello di una stessa filiera produttiva (tessilechi produce filo, chi produce maglia). Questo comporta che per svolgere un’attività devi essere iscritto ad una corporazione (simile agli Albi professionali attuali); tali corporazioni funzionano come un cartello = accordo limitativo della concorrenza.

IL MERCANTILISMO 1600

E’ una teoria economica che viene a consolidarsi nel ‘600 perché c’è il problema della formazione degli stati nazionali e quindi dell’importanza di acquisire una quantità di ricchezza materiale sufficiente a renderli potenti. I mercantilisti sostengono che la ricchezza di una nazione dipenda dalla quantità di metalli preziosi che possiede e che quindi bisognasse reperirli con qualunque mezzo tra cui l’aumento delle esportazioni (pagate in monete d’oro o argento) e la conseguente compressione del mercato interno. Le caratteristiche sono:

1. La ricchezza del mondo è fissa o “gioco a somma zero”: questo perché prima l’idea era che una nazione potesse acquisire ricchezza soltanto togliendola ad altre attraverso la guerra. Si riteneva, guardando all’esperienza del paese, (province unite e Olanda) che la ricchezza stesse nel

commercio e quindi nella dimensione della circolazione. In particolare si faceva riferimento al commercio di import-export perché si pensava che un saldo positivo della bilancia commerciale (esportazioni>importazioni) potesse portare all’entrata di metalli preziosi (oro e argento)si collega a

2. Bullionismo: (bullio=oro) la ricchezza delle nazioni deve essere associata ad un saldo positivo della bilancia commerciale e quindi all’accumulazione di metalli preziosiil paese è in grado di prestare ricchezza.

3. Ruolo del mercato interno e del lavoro: si cerca di comprimere il mercato interno, cioè di sfavorire il consumo, attraverso l’abbassamento dei salari “discriminazione del mercato del lavoro”. Per evitare che ci siano uscite di denaro anche le importazioni però sono tenute compresse, escluse quelle di materie prime.

4. Fattori monetari: si ritiene che siano i fattori monetari (bullionismo) a determinare la ricchezza delle nazioni.

REPUBBLICA INTERNAZIONALE DEL DENARO

Il ‘600 è anche un momento in cui iniziano ad essere create le borse valori e le borse merci che crearono quella che viene definita la “Repubblica internazionale del denaro”comunità finanziaria coesa,

cosmopolita e internazionale.

Le compagnie privilegiate sono le antenate delle attuali S.p.a perché le loro quote sono trasferibili; dalla possibilità di trasferire la quota deriva la responsabilità limitatase la posso trasferire non devo essere responsabile con tutti i beni di cui dispongo ma solo della quota sociale conferita. Esse sono a metà tra un organismo di stato e un organismo privato perché lo stato concede il monopolio dei commerci su certe

(4)

rotte e le compagnie riescono a gestirsi privatamente questi commerci e hanno delle prerogative statali perché sono in grado di battere moneta o di armare degli eserciti.

IL DENARO

L’esistenza del denaro deve essere curata perché se ce ne fosse troppo o se circolasse troppo velocemente ci sarebbe inflazione cioè il generale aumento dei prezzi e la perdita di valore della moneta; se invece ce ne fosse poco o circolasse troppo lentamente ci sarebbe deflazione cioè diminuzione del livello generale dei prezzi, che genera un incremento del potere d'acquisto della moneta. La velocità di circolazione esprime il numero di volte che la moneta passa di mano in mano: se c’è inflazione è alta mentre se c’è deflazione è bassa

Il concetto di denaro è diverso da quello di moneta.

Denaro= qualsiasi strumento utilizzato per pagare, anche un credito trasferibile lo è;

Moneta= denaro denominato in un certo modo, cioè denaro coniato (euro, sterlina, dollaro).

C’è un vecchio contrasto che riguarda l’origine della moneta:

1. Economia naturale: economia senza monetabaratto. Mai esistita perché sono sempre esistite forme di “monete merci”.

2. Economia monetaria: scambio di beni con pagamento in moneta. L’economia naturale non è mai esistita perché sono sempre esistite forme di “merci moneta”.

Si riteneva che la moneta fosse un’evoluzione del baratto nonché un miglioramento perché il baratto vedeva una serie di problematiche, tra cui:

1. Problema delle preferenze: le due parti non vogliono la stessa cosa 2. Problema dell’unicità della misura: attribuire il valore ai beni 3. Problema della corrispondenza delle quantità da scambiare

Le caratteristiche della moneta è fatta invece di una

1. Misura di valore astratto, misura una cosa allo stesso modo per tutti (unicità della misura) 2. Trasferibile

3. Riduce i costi transazionali (costi di contenzioso, di contrattazione e di ricerca)

4. Una buona moneta deve essere stabile, cioè il suo valore non deve cambiare tanto nel tempo perché costituisce una riserva di valore nel tempo. Ovviamente anche come strumento di conto la moneta deve essere necessariamente stabile, altrimenti sarebbe come misurare con un metro che varia ogni volta la misura di una stessa cosa.

Le merci moneta nel tempo sono state tantissime, tuttavia la moneta metallica era quella favorita poiché ha delle caratteristiche che la rendono più adatta:

1. Divisibilità senza perdita di valore (se prendo un lingotto d’oro e lo taglio in tanti lingotti più piccoli, il valore di questi ultimi è sempre proporzionale al peso e alla purezza del lingotto originario) 2. Si conserva del tempo e si altera poco.

Lo Stato iniziò a coniare la monetaattraverso il conio (immagine stampata su moneta) attestava che quella moneta ha un certo valore e appartiene ad un certo paese. Passando di mano in mano la moneta si deteriorava, cosi la gente la “pelava” ovvero toglieva parte di metallo intorno alla moneta e le usava per pagare anche se avevano perso valore perché lo stato era obbligato ad accettarle avendole coniate lui stesso; le monete non deteriorate invece venivano tesorizzate (legge di Grishan: moneta cattiva scaccia moneta buona).

(5)

La prima riforma monetaria dell’occidente cristiano venne fatta da Carlo Magno perché le monete che circolavano nell’Impero carolingio erano deteriorare e non accettate nei commerci internazionali. Creò una moneta stabile, la lira (che non venne mai coniata pertanto non era moneta ma denaro) a partire da un peso in argento che si chiamava piede monetale dalla quale si ricavava un certo numero di monete tutte uguali, cioè i denari. Una parte dell’argento del piede monetale era trattenuta dallo Stato che faceva signoraggio. Essa aveva elevato tenore di fino, cioè aveva tanto argento e tanto oro in proporzione al suo peso.

(Moneta esogena: fatta dall’alto (BCE) - Moneta endogena: prodotta dallo stesso sistema)

Sistema arretrato perché l’offerta è rigida (non c’erano molti metalli) e perché i sistemi monetari a base metallica sono deflativi. La domanda era invece relativamente elastica, nel senso che la gente ha spesso bisogno di denaro per acquistare qualcosa e quindi succedeva che vi era offerta rigida a fronte di una domanda che invece era spesso alta.

La tendenza al risparmio comporta una lenta circolazione della moneta e quindi alta deflazioneuna prima risposta è svilire la moneta, cioè ridurre la quantità di metallo nelle monete in modo da poterne produrre di più con una stessa quantità. Il risultato è un leggero incremento di prezzi in un quadro deflativo=reflazione.

Grazie allo svilimento della moneta, in circolazione c’è + moneta ma di minore valore e non viene accettata nei pagamenti internazionali quindi i commerci rallentano. Si decise quindi di tornare indietro: la moneta “nera” si usa solo internamente come fosse una moneta complementare (usata solo da chi è fidelizzato, come ad esempio sono monete complementari i punti delle tessere dei supermercati ecc), mentre ne creano una con maggior valore da usare solo in casi particolari coniano a Venezia un soldo che è più grande di un denaro o di una lira. Dopo un po’ di tempo anche il soldo non fu più sufficiente e si tornò alla coniazione dell’oro si affermano tre distinti circuiti monetari nel senso che ogni moneta assolve ad una specifica funzione.

Successivamente in Cina nacque la cartamoneta come strumento di pagamento delle tasse ed è un denaro che non ha valore intrinseco cioè che in sé non ha valore ma lo stato garantisce che con essa può essere comprata una certa quantità di beni o servizi. Tuttavia il governo ne emise troppa rispetto a quella necessaria al funzionamento del sistema macroeconomico e crollò la fiducia delle persone nella monetacrolla la sua utilità.

Siccome l’offerta di metallo era poca si cercò anche di trovare dei sostituti della moneta e vennero identificati nella cosiddetta moneta scritturale che era un documento certificante l’esistenza di un credito che diventa moneta perché è trasferibile. Il credito è una relazione che collega un debitore ad un creditore e nell’Antico Regime questa relazione era molto più forte di adesso; infatti era importante che tra creditore e debitore ci fosse un importante rapporto di fiducia (tali metodi di pagamento erano spesso utilizzati tra persone che si conoscevano). Questo tipo di relazioni fa sì che la scadenza del credito fosse incerta perché il debitore non sapeva quando il creditore si sarebbe presentato per ottenere il pagamento. Così nacquero i primi istituti creditizi, cioè le banche che potevano fare operazioni di credito industriale ed erano azioniste delle imprese che finanziavano. I governi avevano deciso di specializzare le banche raccogliendo depositi a breve e concedendo finanziamenti a breve, ma anche a lungo termine.

Vi erano due istituti che praticavano il credito al consumo: I Banchi ebraici e i monti pii, cioè istituti che erogavano il credito dietro garanzia reale. Essi si facevano dare un bene che tenevano a garanzia del loro credito (in caso di non restituzione del debito si tenevano il bene). Questi istituti finanziavano il consumo e sostenevano il mercato finanziando persone indigenti a causa della mancanza di lavoro.

Shrinkflation= è una forma di reflazione attuale che è stata adottata da ditte inglesi che hanno deciso di vendere allo stesso prezzo una minore quantità di prodotto.

(6)

PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE

Con la rivoluzione industriale l’economia inglese subì delle trasformazioni strutturali (o legge di Clarks:

tendenza di lungo periodo, nelle economie in crescita, a passare dalla prevalenza di addetti al settore primario, poi secondario ed infine terziario) cioè trasformazioni che subisce un’economia quando un macro settore (primario secondario o terziario) aumenta o riduce il suo peso nella formazione del prodotto nazionale lordo (PNL) o nel prodotto interno lordo (PIL) ma anche una variazione aumentativa o diminutiva del numero di occupati in ciascun settore. Durante la rivoluzione l’impatto è sull’economia reale perché aumenta il peso dell’industria e si riduce quello dell’agricoltura. Sono cambiamenti dovuti a trasformazioni tecnologiche che riguardano:

1. L’energia inanimata sostituisce l’energia animata (da animali a energia a carbone);

2. Nuove materie prime e nuove fonti di energia: carbone;

Il fenomeno avviene all’insegna dell’empirismo cioè affrontare un problema e procedere a tentativi fino a che non viene risolto. La rivoluzione industriale interessò diversi aspetti: la demografia, l’agricoltura, l’industria e altri ancora.

DEMOGRAFIA (PRIMO DOSSIER POSSIBILE)

La prima cosa che porta alla rivoluzione industriale è la rivoluzione demografica che avviene in due momenti:

1. Neolitico: passano da cacciatori-raccoglitori a sedentari

2. Rivoluzione industriale: in realtà da poco prima di questo momento la popolazione inizia a crescere ad un ritmo più veloce rispetto al passato perché sono nelle condizioni di poter fare più figli a causa di un migliore sfruttamento delle risorse.

Prima della rivoluzioneregime demografico di tipo “antico”:

1. Mortalità ordinaria è alta ma anche quella catastrofica (dovuta a guerre, carestie ed epidemie);

2. Natalità era alta e quindi non c’era un controllo sulle nascite;

3. Alta mortalità infantile, specialmente nei primi anni di vita (la speranza di vita alla nascita era più alta se si riusciva a superare l’infanzia);

4. Durata di vita media molto bassa.

Uno dei primi economisti, Malthus, aveva teorizzato che la povertà non dovesse essere eliminata anche se la causa di essa erano gli stessi poveri che non controllavano le nascite. Secondo lui se il governo avesse dato sussidi ai poveri questi avrebbero visto l’aumento del loro reddito come ragione per fare più figli e quindi sarebbero diventati sempre + poveri.

Malthus elabora il “saggio sul principio di popolazione” nel 1798 in cui sosteneva che per un qualche motivo ad un certo punto la popolazione aumenta mentre le risorse disponibili crescono + lentamente. Di conseguenza aumenta il prezzo dei beni di prima necessità comportando una diminuzione dei salari reali (esprimono il potere d’acquisto). Questo comporta una diminuzione della nuzialità e ad un aumento della mortalitàquesti due elementi vengono definiti “freni repressivi” = se ti sposi meno e muori di più allora diminuiscono anche i nati e la popolazione in generesi chiude il circolo.

Quando scrisse questo saggio la situazione che descrisse era già stata superata perché la popolazione inglese era aumentata e non erano intervenuti i FRENI REPRESSIVI. Inoltre l’agricoltura è diventata più efficiente e in questo modo molti contadini si resero disponibili a lavorare nelle industrie. Tale

trasformazione che vede un fortissimo incremento demografico è detta transizione

demograficapassaggio da regime demografico di tipo antico ad uno di tipo moderno = natalità e mortalità basse

(7)

Tale transizione avviene in più fasi, l'andamento di natalità e mortalità prima diverge e poi converge perciò nella parte della transizione demografica la natalità rimane alta ed inizia progressivamente a ridursi la mortalità. Queste due variabili si incontrano in un punto di equilibrio detto “malthusiano” cioè in cui la popolazione cresce. Successivamente la mortalità diminuisce e la natalità rimane alta e questo causa un aumento della popolazione. La transizione finisce quando la natalità e la mortalità diminuiscono e di conseguenza l’equilibrio della popolazione si sistema sul livello più basso: l’ultima fase della transizione si scosta su un equilibrio “smithiano”, in cui una grande percentuale di popolazione anziana è affiancata da pochi nati.

La popolazione aumenta perché la disponibilità di risorse alimentari è più regolare e quindi finiscono progressivamente le carestie. Inoltre migliorano i trasporti (è più facile trasportare le risorse), l’igiene personale e ci sono progressi in ambito medico (vaccini).

Nei secoli 18° e 19° avviene anche una transizione epidemiologica trasformazione del tipo di malattie che colpiscono gli uominida malattie epidemiche (tifo, colera, peste) a malattie del benessere (cancro, infarto).

Piramidi delle età: Sono costruite a partire dal censimento della popolazione di un paese in un certo momento e dividono la popolazione in relazione al genere e alle classi di età.

- Piramide di una società piuttosto sviluppata: tendenzialmente stretta;

- Piramide paese in via di sviluppo: base molto larga (molte nascite) e si stringerà andando verso l’alto.

- Piramide società di antico regime: base molto larga ma che si stringe rapidamente (tanti nati che muoiono presto).

- Piramide fase conclusiva della transizione demografica: base stretta e punta larga = nascite ridotte e tanti anzianianziani non lavorano quindi la popolazione di “mezzo” deve farsi carico dei bambini e degli anziani. Inoltre una popolazione anziana ha un impatto più elevato sui costi della spesa sanitaria.

4 modelli di piramidi:

1) natalità e mortalità alti si bilanciano fra loro 2) calo della mortalità e le nascite restano alte 3) aumenta il tasso di sopravvivenza

4) crollo delle nascite e aumenta il tasso di sopravvivenza

(8)

AGRICOLTURA

Con il passaggio dall’antico regime all’età contemporanea c’è un progressivo spostamento della popolazione dalla campagna alla città.

L’agricoltura non era efficiente a causa dell’arretratezza delle tecnologie; inoltre le famiglie contadine erano insieme unità di produzione, riproduzione e consumo quindi le merci passano poco per il mercato (sistema basato sull’autoconsumo). Il tipo di coltivazione più presente in tutta Europa è il GRANO, che è un tipo di coltivazione che richiede maggiori superfici di terreno e maggiori capitali, quindi pone dei limiti che comportano una crescita più lenta della popolazione (meno risorse per mantenersi) cioè ha scarso

potenziale biotico= capacità che ha una popolazione di crescere se non si autolimita.

Caratteristiche agricoltura di antico regime:

1. Estensiva intensiva e specializzata, quindi ognuno coltiva una cosa e si crea una società interdipendenteno individualismo.

2. Maggese: In un terreno per due anni si seminavano colture diverse e poi un anno si lasciava in maggese perciò la produzione è bassa perché in ogni caso una parte dei terreni non è coltivata.

3. a partire dal 1700 ci sono dei miglioramenti nella tecnologia e nelle tecniche agronomiche e la principale è il passaggio da maggese a foraggere = piante che arricchiscono il suolo e permettono di tenere il bestiame tutto l’anno.

4. Open fields (campi non recintati e common lands (terreni di tutto il villaggio): iniziano a sostituirsi terreni di proprietà ovvero “enclosures”. Nascono leggi che tutelano la proprietà dei terreni (come

“l’enclosures bill”)individualismo agrario.

La rivoluzione agricola sostiene quella industriale perché: + risorse+ popolazione- contadini e + operai nelle industrie+ produzione+ vendite+ reddito+ del potere di acquisto= mercato si allarga. Per alcuni studiosi la rivoluzione agraria ha permesso l’accumulo di capitali che ha permesso la rivoluzione industrialeaccumulazione originaria.

TRASPORTI

Il miglioramento dei trasporti crea un mercato integrato e più grande che rende sostenibile il processo di industrializzazione. Il mercato si integra per gradi: inizialmente c’è un miglioramento delle strade che comporta un aumento del reddito ricavabile da esse (pedaggi e tasse). Il secondo tipo di integrazione del mercato avviene grazie alla creazione di canali artificiali che uniscono le vie d’acqua naturali: i canali sono un grosso investimento e sono realizzati come S.p.a. Per ciò che riguarda le ferrovie esse prevalentemente consolidano delle destinazioni già esistenti.

UK ha una grossa marina e per sviluppare i commerci adotta delle pratiche mercantilistiche: il modello di economia inglese è basato sulle esportazioni. UK attua l’atto di navigazione 1651: provvedimento mercantilistico adottato per escludere l’Olanda dal commercio di riesportazione (acquisto di merci straniere, solitamente dalle colonie, e rivendute in Europa)riservato solo a navi inglesi. Uno degli elementi che ha permesso la crescita dell’economia inglese è stato il COMMERCIO TRIANGOLARE: da AFRICA portavano gli schiavi in UK, rivenduti poi in USA e in Africa si portavano oggetti che le popolazioni africane compravano. Il commercio degli schiavi ha portato ad un forte migrazione forzata di manodopera che ha permesso il popolamento delle Americhe.

Con l’espansione del commercio c’è un aumento della domanda di prodotti, soprattutto tessili, a basso costo. Si cambia il modo di organizzare il lavoro: PUTTING OUT SISTEM o industria a domicilio Il

mercante imprenditore, provvisto di capitali, forniva ai lavoranti le materie prime da trasformare e spesso anche gli strumenti di lavoro; periodicamente ritirava il prodotto finito da immettere sul mercato privato.

(9)

Caratteristiche: tessitura rurale, finissaggio urbano e sbocco sul mercato privato.

Questo sistema ha uno svantaggio: l’imprenditore può spendere solo per comprare il capitale circolante: il capitale che esaurisce la sua utilità in un solo eserciziono immobilizzazionisistema fortemente

flessibile: se c’è un crollo della domanda posso licenziare i lavoratori perché non sono vincolato da un contratto; se la domanda aumenta però i lavoratori, che puntano ad un livello minimo di benessere, lavorano solo fino a quanto ritengono sufficiente per assicurarsi la sopravvivenzaall’aumentare della domanda gli addetti lavorano menola curva di offerta del lavoro è REGRESSIVA meno li paghi, più lavorano e viceversa. Perciò questo tipo di produzione ha creato una STROZZATURA. Il mercato in questo caso a fronte di un aumento della domanda, non è in grado di svolgere la sua funzione: la soluzione è togliere delle funzioni al mercato e riunirle sotto l’impresa in cui le risorse sono allocate non dal mercato ma dall’imprenditore.

Prima del sistema di fabbrica ci sono tre tipi di organizzazione del lavoro che convivono:

1. CORPORAZIONI: in esso l’artigiano controlla tutto il processo produttivo e si occupa personalmente del FINISSAGGIO = termine tecnico che individua tutte le operazioni necessarie per avere un prodotto. L’artigiano corporato vendeva i suoi prodotti sul mercato pubblico mentre adesso sono venduti in un MERCATO PRIVATO.

2. MANIFATTURA CENTRATA: in alcuni casi in un’ottica di tipo mercantilistico sono state costruite delle grandi strutture che riunivano, soprattutto in Francia, tutte le fasi della produzione (per esempio il Louvre raccoglieva una serie di telai per produrre beni di lusso che venivano venduti all’estero). Tale manifattura tipicamente francese, in un’ottica mercantilistica vede la vendita di prodotti di lusso, in quanto tali, sul mercato privato. LUSSO+ MERCATO PRIVATO SEMPRE.

3. PUTTING OUT SYSTEM

La rivoluzione industriale si fondò su due settori “traenti”, siderurgico (ferro) e tessile (cotone).

SETTORE TESSILE

L’Inghilterra nasce come paese esportatore di lana, ma essendo le materie prime povere di valore aggiunto, il guadagno era limitato. Al contrario manufatto aveva un V.A più alto, perciò con l’inizio delle esportazioni di manufatti l’Inghilterra riesce ad avere introiti maggiori.

La rivoluzione industriale è innescata dal cotone e non dalla lana perché:

1) Il cotone dispone di un mercato più ampio, nazionale e internazionale e la domanda è più elastica di quella della lana.

2) Il cotone ha una fibra di buona qualità, cioè più robusta che è una caratteristica importante considerando il livello di arretratezza dei macchinari che, appunto, lavoravano solo fibre molto robuste in quanto resistenti alla trazione.

3) Il cotone ha un costo basso (importato dall’India)

I prodotti hanno un prezzo basso perché crollano i costi di produzione grazie all’introduzione di innovazioni.

Durante la prima rivoluzione industriale inglese il meccanismo di trasmissione delle innovazioni avviene secondo un meccanismo di “botta e risposta” = ad ogni innovazione si verifica una strozzatura nella fase precedente e successiva che spinge le persone a cercare di superare quel problema e quindi a introdurre ulteriori innovazioni.

Prima si trasforma la filatura e poi la tessitura: si producono filati in grande quantità e poiché la filatura è un lavoro manuale, i salari di coloro che si occupano di questa fase produttiva crescono moltissimo. La risposta alla crescita dei salari è l’introduzione del telaiono lavoro manualecrollo salari. Nuove

(10)

industrienuove città industrialipassaggio da importazioni di tessuti già filati a importazioni della sola fibra di cotone.

Le nuove macchine rendono velocissima e poco costosa la produzione; in particolare una nuova macchina chiamata “Jenny” (1764) lavora un filato che costa poco e poiché anche la macchina costa poco avviene il passaggio dalla lavorazione a domicilio al sistema di fabbrica. Ma la trasformazione in senso industriale è determinata dal filatoio di Arkwright (1769)un filatoio ad acqua che essendo idraulico è molto costoso

l’industria si sposta dove c’è l’acqua e, poiché la macchina è cara, l’imprenditore rimane “prigioniero del suo investimento” perché se la domanda crolla, il costo del capitale fisso (del filatoio) resta a carico dell’imprenditore aumenta il tipo di rischio.

Le macchine sostituirono piano piano l’uomoil lavoro manuale viene affidato a meno personesalari più alti per loroaumento produttività del lavorocrollo dei posti di lavoro crollo dei prezzideflazione buona: questo perché sono i prezzi che determinano il grande allargamento del mercato (esempio attuale di deflazione buona: prezzi di computer e cellulari sono diminuiti e tutti se li possono permettere).

Aumentano anche le importazioni di cotone e questo dimostra il successo di questo tipo di produzione (costa meno e la qualità è migliore). Questo meccanismo rappresenta la classica “distruzione creatrice” di Schumpetersi crea lavoro in altri settori ma nei settori in cui i robot sostituiscono le persone la

manodopera non qualificata fa fatica a ricollocarsi.

Analizzando l’andamento della produttività si riesce a spiegare il motivo della crescita o del declino di una impresaLa produttività dipende dal progresso tecnico e dall’organizzazione del lavoro. Si distinguono produttività ed efficienza: l’efficienza è il guadagno di produttività che si ha a parità di tecnologia; la produttività comprende anche la trasformazione della tecnologia. La produttività aumenta se aumenta la dimensione del lavoro: Adam Smith diceva che la ricchezza delle nazioni stava nella divisione del lavoro e nella sua specializzazione, che però è limitata dall’ampiezza del mercato. Se viene servito un grande mercato ha senso che qualcuno si specializzi in un ambito perché qualcuno assorbirà la sua offerta.

SETTORE SIDERURGICO

Inghilterra inizia a sfruttare le risorse boschive di cui disponeeconomia organica avanzata = cioè trae tutte le sue risorse dalla terra. Una volta esaurita la risorsa boschiva si inizia ad importare il legno da Svezia e Francia ma è molto caroimportazioni non sono soluzione. In una prima fase il problema viene superato utilizzando il carbone minerale si trova nelle miniere e viene utilizzato subito per il

riscaldamentoproduce il doppio del calore del legno. In un primo momento questa nuova materia prima SEMBRA NON ESSERE DESTINATA A FINIRE FONTE DI APPROVVIGIONAMENTO ELASTICO.

I passaggi che trasformano l’industria siderurgica sono:

La scoperta del carbon coke (Darby, 1709)estratto dal carbon fossile riscaldando il minerale in un ambiente chiuso per eliminare le impurità. Tuttavia produce una cattiva qualità del ferro; fu necessaria un’altra innovazione, il puddellaggio = processo di decarburazione mediante cui la ghisa veniva fusa in un forno ad alte temperature e agitata continuamente per togliere il carbonio in eccesso e ottenere ferro e acciaio.

Lo sfruttamento delle miniere fa sì che gli scavi raggiungano la falda freatica e quindi l’acqua presente viene eliminata svuotando la miniera con una nuova macchina, la macchina di Newcomenquesta in seguito venne migliorata da James Watt che diede vita così alla macchina a vapore.

CURVA DI KUTZETS

Riferimenti

Documenti correlati

(c) Se l’offerta di moneta rimane costante al livello m t , una variazione del tasso di crescita dell’offerta di moneta fa variare il livello dei prezzi nello stesso verso. (d) Se

[r]

I saggi: Rilancio dei mercati: l’interesse pubblico e le proposte private (Anna Maria Bianchi); I mercati coperti (Laura Francescangeli); Il Piano di Assetto dei

The perfecting of trade and of financial intermediation, the importance of financial institutions as a historically contingent structural feature of monetary

riflessione sull’acceso dibattito tra Keynes e gli economisti contemporanei in particolare sui fondamenti dell’economia classica (capitolo IV); infine una lettura della

La politica monetaria, intesa come controllo della qualità e quantità di moneta, da parte delle autorità pubbliche, in vista degli effetti sull‘attività

Questi si- stemi di pagamento, tecnologicamente innovativi, sono servizi offerti da intermediari specia- lizzati (come possono essere banche, istituti di pagamento, Poste,

Oltre ad una breve premessa, nel testo sono presentati una descrizione sintetica del calcolo di adeguamento valutario tra differenti periodi temporali, un esempio numerico pratico