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MERCOLEDI’ 13 FEBBRAIO 2019

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MERCOLEDI’ 13 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DEL VENETO

Analisi costi-benefici sulla Tav veneta «Vanno considerate le alternative»

Il professor Ponti: «Pronta a giorni». L’ipotesi: sbilancio inferiore alla Torino-Lione

VENEZIA - No Tav, o meglio: non ancora. Il ministero delle Infrastrutture, ieri, ha reso nota l’attesa analisi costi-benefici della ferrovia ad alta velocità. Per la valutazione dei progetti, il gruppo di esperti ha speso 78 pagine, e altre 53 contengono la relazione tecnico-giuridica, stima di penali e costi per la rinuncia al completamento dell’opera. A sorpresa, ma forse neppure poi troppo, del Veneto e del suo pezzo di Tav la relazione dice nulla. C’è «solo» la radiografia della Torino-Lione, bocciata senza appello: più costi che benefici per 7 miliardi, secondo la task force guidata da Marco Ponti, su incarico del ministro pentastellato, Danilo Toninelli.

Ordinario di Economia del Politecnico di Milano in via di pensionamento nonché blogger del Fatto Quotidiano , a Ponti chiediamo del «pezzo mancante». Messaggio di risposta al cellulare: «Analisi non ancora consegnata ma prossima...». Poi la voce del professore: «L’analisi della parte veneta sarà consegnata a giorni. Non ho ancora una data precisa ma a breve sarà consegnata, questo sì».

Possibile, almeno a grandi linee, avere qualche anticipazione sui contenuti? «Come immagina, ho con il ministro un patto di riservatezza sui contenuti fino alla pubblicazione. Posso dirle che, nel caso in cui l’analisi fosse negativa, qui ci sono alternative realistiche che andrebbero considerate. Se fosse positiva, aggiungo, non è del tutto inutile guardare ad alcune alternative». Ovvero?

«Alternative con uguali risultati a costi inferiori». Parliamo di autostrade? «Nulla sui contenuti. Le posso dire che lo studio per il Veneto è più complicato. Bisogna valutare se e quando si satureranno i livelli (di traffico, ndr) esistenti».

Il dossier sulla Tav veneta, par di poter capire, esprimerà una contrarietà all’opera, ma meno radicale/pesante rispetto a quella che ha impallinato la Torino-Lione. Il capo dei tecnici valutatori, le sue parole, fanno pensare a un delta tra costi e benefici meno sfavorevole rispetto a quello indicato per il tratto piemontese. Si offrono, forse, dei ripieghi: le citate alternative. Franco Miller, delegato alle infrastrutture di Confindustria veneto e presidente di Transpadana, comitato promotore della Tav, la mette giù dura: «Come sulla Torino-Lione, calcolano i dati in base al risultato che intendono ottenere. Non sono credibili le analisi sul tratto piemontese, quindi perché dovrebbero esserlo quelle sulla parte veneta? Quali alternative ci sarebbero? L’A4 è intasata ma la quarta corsia su quell’autostrada dove la andiamo a fare? Non ci sta!». Non ci sta, almeno per Miller, un

«contrordine compagni» su opere decise e avviate da tempo: «I cantieri sono pronti, i finanziamenti ci sono dal 2014 e e gli espropri sono in corso da tempo. Non capisco - chiude - perché creare ulteriori ostacoli a quest’opera, che è fondamentale per il nord Italia, non solo per il Veneto».

Sentimenti opposti per Francesca Businarolo, che plaude ai 322 milioni ottenuti dal Veneto col riparto dei fondi ministeriali per il trasporto locale. «Una bella notizia per la regione - dice la deputata padovana del M5s - sesta per finanziamenti». Dei fondi, sottolinea l’onorevole,

«beneficeranno anche le linee ferroviarie: sono molte, in Veneto, quelle problematiche, a cominciare dalla Verona-Rovigo, considerata per numero di corse e mezzi obsoleti tra le peggiori tratte d’Italia. Confido che, ben presto, altre risorse potranno liberarsi dalla Tav, la cui analisi costi- benefici ha evidenziato l’insostenibilità dell’opera». «Quanto sta succedendo sulla Tav ha del ridicolo ed è frutto di un governo schizofrenico, che preferisce tornare indietro per rincorrere la piazza, invece di andare avanti e investire sul futuro». Così Stefano Fracasso, capogruppo Pd in consiglio regionale. Si, no, forse; Tav. (R.Piv.)

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