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Rapporto Annuale Regionale 2011 Abruzzo

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Rapporto Annuale Regionale 2011

Abruzzo

ottobre 2011

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Rapporto Regionale 2011

Direttore Regionale: Dott. Enrico Susi

A cura della Direzione Regionale Abruzzo

Con la collaborazione del

Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali istituito dalle Camere di Commercio d'Abruzzo

Stampato dalla Tipografia Inail - Milano

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Indice

Prefazione del Direttore Regionale

Prima Parte

La realtà economica regionale dagli indicatori Inail Andamento infortunistico 2011

Andamento socio-economico regionale

Le attività delle consulenze tecniche Inail Abruzzo Le attività del Settore Ricerca, Certificazione e Verifica –

Dipartimento di Pescara Le attività di Prevenzione

Il fenomeno della Malattie Professionali in Abruzzo nell’anno 2010

Terza Parte - Le tavole statistiche analitiche

pag. 7

pag. 9

pag. 11

pag. 17

pag. 27

pag. 35

pag. 39

pag. 43

pag. 45

pag. 57 Seconda Parte Monografie

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PREFAZIONE DEL DIRETTORE REGIONALE DR. ENRICO SUSI

E’ con un sentimento di cauto ottimismo che presento i dati del rapporto annuale 2011. Essi infatti sembrano confermare l’inizio di quella netta inversione di tendenza più volte auspicata.

L'andamento in diminuzione dei casi di infortunio, ormai iniziato da oltre due lustri , trova per il 2011 nuova conferma con una riduzione dei casi denunciati di circa un sei per cento con un totale dei casi denunciati nell'anno di circa 18.000 contro i 19.000 del 2010. Analoga tendenza anche sul fronte dei casi mortali scesi a 21 nell'anno trascorso con una riduzione del venticinque per cento a fronte dei 28 del 2010 ed i 37 del 2009.

A mio parere l’impegno comunicativo profuso dai massimi vertici istituzionali,civili,e religiosi del paese , le iniziative poste in essere dagli organi dello stato centrali e periferici, dalle prefetture agli organi giudiziari, da quelli deputati alla vigilanza agli organismi regionali e locali, cominciano ad incidere concretamente ed in forma sinergica e coordinata.

A questo impegno si è aggiunto quello messo in campo dalle associazioni di categoria,dalle rap- presentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro ,dagli ordini professionali, dal sistema educativo ( scuola ed università) .

Non sono mancati il senso di responsabilità e le energie profuse dalle innumerevoli associazioni di volontariato e di organismi benemeriti, quali la Protezione Civile ed i Vigili del Fuoco , dell'Anmil, dei Comitati Consultivi Provinciali insediati presso le nostre sedi provinciali, e di altre innumerevoli forze presenti sul territorio a cui sin da ora chiedo venia se non cito espressamente.

L’impegno comune sta dunque realizzando quella rete di interventi e sensibilità considerata in- dispensabile per conseguire risultati concreti e duraturi.

Nelle pagine che seguono ,oltre ai dati completi ed alle tabelle analitiche , presentiamo anche un resoconto delle attività più importanti svolte in ambito regionale dai nostri uffici oltre che uno studio,svolto sui dati del 2010, di analisi del fenomeno dell'elevato numero di denunce di malattia professionale presentato presso i nostri sportelli, che ha posto la nostra regione, da un paio d'anni tra le prime in Italia, come indice di frequenza, per questa specifica richiesta di tutela.

Non potrei chiudere queste brevi osservazioni senza far cenno alla crisi economica che si mostra sempre più aggressiva nei confronti del sistema produttivo regionale .

I dati macroeconomici presentati nel nostro rapporto attraverso la consueta e preziosa collabo- razione del CRESA, essendo riferiti all'anno 2011, offrono una descrizione del nostro tessuto economico ancora parzialmente positiva ove si ponga mente al grado di occupazione rilevato ,nella media nazionale, ed alla sostanziale tenuta delle attività produttive. Dati confermati anche dal nostro rapporto che evidenzia per l’anno 2011 un piccolo incremento dei premi assi- curativi e del numero delle aziende assicurate.

Purtroppo i dati che cominciano ad affluire relativi al corrente anno non confermano la tendenza anzi denotano l'entrata in crisi del sistema economico regionale con riflessi già evidenti sul nu- mero dei nuovi cantieri aperti e sul notevole aumento di richieste di rateazione.

E' facile prevedere che un tale scenario, se non saranno adottati adeguati provvedimenti correttivi, finirà per mettere a rischio proprio quelle conquiste in tema di sicurezza e legalità che oggi elenchiamo e tenderà a riportare indietro il nostro territorio verso quelle condizioni di lavoro precario,illegale e pericoloso, dalle quali oggi cominciamo ad uscire.

Il mio auspicio è che il prossimo rapporto non smentisca i buoni dati odierni, ma in uno scenario di superamento della attuale congiuntura, possa farci considerare ormai irreversibile il cammino intrapreso verso una effettiva ed assimilata Cultura della Sicurezza.

Il Direttore Regionale Enrico Susi

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Prima Parte

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1. LA REALTA’ ECONOMICA REGIONALE DAGLI INDICATORI INAIL

1.1 Il portafoglio

Per una lettura più agevole dei dati che seguono è da premettere che la gestione del rapporto as- sicurativo (INAIL/Datore di Lavoro) avviene tramite apposita procedura informatica denominata

”GRA- Gestione Rapporto Assicurativo”.

Detta procedura consente la contestuale rilevazione di dati relativi al cliente (datore di lavoro), agli insediamenti produttivi del territorio e alla tipologia di assicurazione, il tutto nell’ambito di un rap- porto unitario intrattenuto con il Datore di Lavoro.

In particolare:

1.

la Posizione Cliente (Azienda), dove vengono gestiti in maniera unitaria i dati anagrafici di carattere generale, gli eventi che riguardano l’azienda nel suo complesso (inizio attività, so- spensioni, cessazioni, agevolazioni), tutti i rapporti economici e contabili;

2.

le Posizioni Assicurative Territoriali (P.A.T.) inserite all’interno della Posizione Cliente (Azienda), dove vengono gestite le informazioni riferibili al singolo punto di attività (dati sul rischio assicurato, agevolazioni locali);

3.

le Polizze, inserite all’interno della singola Posizione Assicurativa Territoriale, consentono la gestione delle varie tipologie di assicurazione (dipendenti, artigiani, altri soggetti assicu- rati) attraverso il trattamento dei dati classificativi e retributivi.

Portafoglio Inail Regionale

ABRUZZO 2010 2011 %

Portafoglio Aziende 77.563 78.517 1,23

Portafoglio P.A.T. 93.516 94.798 1,37

Aziende emesse nell’anno 6.177 5.903 -4,44

Aziende cessate nell’anno 5.889 6.190 5,11

P.A.T. emesse nell’anno 9.971 9.713 -2,59

P.A.T. cessate nell’anno 8.062 8.363 3,73

Tab. 1.1

A livello regionale le Nuove Posizioni Clienti/Aziende emesse nell’anno 2011 registrano un de- cremento del - 4,44% rispetto al 2010 mentre quelle cessate un incremento del 5,11%.

Stesso andamento per le Nuove Posizioni Assicurative Territoriali (PAT) emesse nell’anno che presentano un decremento del - 2,59% rispetto al 2010, mentre quelle cessate un aumento del 3,73% rispetto al 2010.

A livello regionale, tuttavia, il Portafoglio Aziende e il portafoglio delle Posizioni Assicurative Territoriali (P. A.T.) gestite dall’Inail nel 2011 presentano rispettivamente un incremento dell’1,23% e dell’1,37%. Si tratta di Aziende riattivate in fase di variazione con aperture di PAT corrispondenti.

Portafoglio sedi della Regione Abruzzo

CHIETI L'AQUILA AVEZZANO PESCARA TERAMO

2010 2011 % 2010 2011 % 2010 2011 % 2010 2011 % 2010 2011 %

Portafoglio Aziende 21.517 21.620 0,48 10.610 10.945 3,16 7.173 7.237 0,89 18.508 18.683 0,95 19.755 20.032 1,40 Portafoglio P.A.T. 27.168 27.205 0,14 13.682 14.314 4,62 8.659 8.750 1,05 21.243 21.463 1,04 22.764 23.066 1,33 Aziende emesse nell’anno 1.555 1.444 -7,14 1.055 874 -17,16 534 515 -3,56 1.432 1.463 2,16 1.601 1.607 0,37 Aziende cessate nell’anno 1.615 1.695 4,95 555 747 34,59 417 533 27,82 1.543 1.560 1,10 1.759 1.655 -5,91 P.A.T.emesse nell’anno 2.745 2.471 -9,98 1.868 1.775 -4,98 786 737 -6,23 2.275 2.393 5,19 2.297 2.337 1,74 P.A.T.cessate nell’anno 2.412 2.441 1,20 795 1130 42,14 546 666 21,98 2.127 2.104 -1,08 2.182 2.022 -7,33 Tab. 2.1

A livello territoriale, nonostante il decremento delle Aziende e PAT emesse nell’anno e l’incremento di quelle cessate, la Sede che presenta il maggior incremento del Portafoglio, sia Aziende che P.A.T., è quella dell’Aquila con una percentuale di scostamento rispettivamente del 3,16% e del 4,62% rispetto all’anno precedente.

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Premi accertati e incassati

2010 2011

UNITA' Accertamento Incassato in conto com-

petenza

In %

Incassato in conto

esercizi precedenti

Accertamento Incassato in conto com-

petenza

In %

Incassato in conto

esercizi precedenti Chieti 51.945.224 45.473.054 88 3.337.358 66.837.038 51.920.005 78 2.506.383 L'Aquila 21.008.528 11.460.735 55 1.390.211 26.150.590 23.150.678 88 2.246.090 Avezzano 13.053.987 12.570.547 96 713.614 14.194.492 12.017.458 85 417.948 Pescara 31.157.559 29.678.220 95 1.795.201 31.767.801 30.668.789 96 1.047.770 Teramo 41.876.199 34.269.309 82 2.455.153 43.312.304 36.300.256 84 2.189.996 TOTALE 159.041.497 133.451.865 83,9 9.691.537 182.262.225 154.057.186 84,5 8.408.187

Tab. 3.1

A livello regionale la percentuale di premi incassati rispetto alle somme accertate (84,5%) è su- periore a quella realizzata nel 2010 (83,9%). Complessivamente nel 2011, considerando sia gli in- cassi in conto competenza sia quelli relativi ad esercizi precedenti, sono stati riscossi in termini assoluti 162.465.373 di euro; 19.321.971 in più rispetto al 2010. Tale tendenza è pressoché uguale in tutte le sedi.

Spesa per indennità di temporanea

Dicembre 2010 Dicembre 2011 Var. %

Chieti 5.692.507 5.471.822 -3,88 L'Aquila 3.994.311 3.896.084 -2,46 Pescara 3.474.604 3.255.996 -6,29 Teramo 4.820.280 4.809.527 -0,22 ABRUZZO TOTALE 17.981.702 17.433.429 -3,05

Tab. 4_1

Il sensibile decremento evidenziato più avanti nell’andamento infortunistico, da collegare verosi- milmente al particolare scenario occupazionale ma anche ai rilevanti interventi operati nel campo della sicurezza, ha influito anche a livello finanziario dove si è rilevata una riduzione della spesa per Indennità di temporanea. A livello territoriale tale contrazione è rilevabile in tutte le Province.

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ANDAMENTO INFORTUNISTICO 2011

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2.1 La dinamica del fenomeno infortunistico: analisi statistica

2.1.1 Infortuni

Tav. A - Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2010 e 2011 denunciati all'INAIL per modalità di evento e territorio

Complesso Gestioni

L'Aquila Chieti Pescara Teramo Abruzzo % di

scostamento ITALIA % di scostamento Modalità di

evento 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

In occasione di

lavoro 3.762 3.481 5.965 5.718 3.685 3.564 3.953 3.750 17.365 16.513 - 4.9 687.970 643.313 Ambiente di

lavoro ordinario 3.536 3.263 5.626 5.433 3.371 3.237 3.688 3.529 16.221 15.462 - 4,67 633.369 593.285 Con mezzo di

trasporto 226 218 339 285 314 327 265 221 1.144 1.051 - 8.12 54.601 50.028

In itinere 361 321 643 518 560 425 505 498 2.069 1.762 -14.84 88.129 81.861

TOTALE 4.123 3.802 6.608 6.236 4.245 3.989 4.458 4.248 19.434 18.275 - 5,96 776.099 725.174 -6,56 tav 1.2

Sono stati 18.275 gli infortuni (tutte le gestioni, compresa quindi quella per conto stato) denunciati all’INAIL nell’anno 2011. Il confronto tra il 2010 e il 2011 conferma l’andamento decrescente degli infortuni (- 5,96%).

Prima di effettuare un’analisi dettagliata del fenomeno infortunistico sulle gestioni è importante analizzare il fenomeno sulle modalità in cui avviene l’infortunio. Le principali sono: in occasione di lavoro –sono i casi avvenuti in ambiente di lavoro ordinario e quelli avvenuti con mezzo di trasporto (autotrasportatori merci/persone, commessi viaggiatori, addetti manutenzione stradale, ecc..);

in itinere – i casi accaduti al di fuori del luogo di lavoro, nel percorso casa - lavoro - casa e causati, nella maggior parte dei casi ma non esclusivamente, dalla circolazione stradale.

• Nell’analizzare gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro emerge che questi diminuiscono del 4,9%, passando da 17.365 a 16.513.

• Entrando nello specifico, diminuiscono del 4,67% gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro (Ambiente di lavoro ordinario), che passano complessivamente da 16.221 a 15.462.

• Diminuiscono invece dell’8,12% gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro (Con mezzo di trasporto) che passano complessivamente da 1.144 a 1.051.

Gli infortuni in itinere decrescono del 14,84% passando da 2.069 a 1.762

Tav. B - Infortuni mortali sul lavoro avvenuti negli anni 2010 e 2011 denunciati all'INAIL per modalità di evento e territorio Complesso Gestioni

L'Aquila Chieti Pescara Teramo Abruzzo % di scosta-

mento ITALIA % di scosta- mento Modalità di evento 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

In occasione di lavoro 10 4 7 7 3 3 4 1 24 15 -37,50 744 632

- Ambiente di lavoro ordina-

rio 7 4 3 6 3 2 4 1 17 13 -23,52 452 421

- Con mezzo di trasporto 3 4 1 1 7 2 -71,42 292 211

In itinere 1 1 1 3 2 2 4 6 50,00 229 221

TOTALE 11 5 8 10 3 3 6 3 28 21 -25,00 973 853

tav 2.2

Diminuiscono del 25% i casi mortali che passano complessivamente da 28 a 21, una contra- zione superiore al dato nazionale pari al 18,99%.

• Diminuiscono del 37,5% anche casi mortali avvenuti in occasione di lavoro, che passano complessivamente da 24 a 15.

• Diminuiscono del 23,52% anche gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (Am- biente di lavoro ordinario) che passano complessivamente da 17 a 13.

• Diminuiscono del 71,42% anche gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (Con mezzo di trasporto) che passano complessivamente da 7 a 2.

• Gli infortuni mortali in itinere invece, in controtendenza al dato nazionale, in Abruzzo aumentano del 50% passando da 4 a 6.

13

-12,33

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Se sommiamo gli infortuni avvenuti con Mezzo di trasporto ( 1.051) e in Itinere (1.762) arri- viamo nel complesso a 2.813 casi, pari al 15,39 % sul totale di 18.275.

Gli infortuni mortali avvenuti con mezzo di trasporto (2) e quelli avvenuti in itinere (6) sono n. 8 e rappresentano il 38,10% - del totale (21).

La circolazione stradale, e la strada di per sé, diventano dunque un fattore di rischio importante, con un numero di infortuni, tra cui quelli mortali, pari a quelli di una intera gestione produttiva.

2.1.1.1 Gestione Industria Servizi e Agricoltura

Nella gestione assicurativa Industria e Servizi si concentra l’ 83,98% degli infortuni del 2011 (15.349 infortuni), l’11,57% nella gestione Agricoltura (2.115 infortuni) e il restante 4,43 % (811 infortuni) tra i Dipendenti pubblici nella gestione per conto Stato.

Nel 2011 la riduzione degli infortuni è stata più sostenuta nel settore Costruzioni -15,14% (2.173 casi nel 2010 e 1.844 nel 2011), seguito dall’Industria manifatturiera con -7,6 % (3.796 casi nel 2010 e 3.505 nel 2011); dall’Agricoltura -2,57% (2.171 casi nel 2010 e 2.115 nel 2011), dai Servizi - 1,85 % (6.778 casi nel 2010 e 6.652 nel 2011).

Passando agli infortuni mortali del 2011, il 90,47% si concentra nella gestione assicurativa Industria e Servizi (19 casi su un totale di 21).

Il maggior decremento - 62,5% si registra nel settore Costruzioni ( 8 casi nel 2010 e 3 nel 2011) e in Agricoltura -60% ( 5 casi nel 2010 e 2 nel 2011).

Stabile l’andamento nella gestione Industria ( 9 casi nel 2010 e 9 nel 2011) mentre la gestione Servizi registra un decremento del - 18,18% ( 11 casi nel 2010 e 9 nel 2011).

2.1.1.2 Infortuni Cittadini stranieri

Diminuiscono del 4,3% gli infortuni denunciati occorsi a cittadini stranieri (2.336 nel 2011 - 2.441 nel 2010 ) e del 16,6% ( 5 nel 2011, 6 nel 2010) i casi mortali.

La percentuale di incidenza rispetto al totale degli infortuni si aggira come lo scorso anno nell’ordine del 12,72 %. Per quanto riguarda la nazionalità dei lavoratori stranieri infortunatisi in Abruzzo, quella prevalente risulta essere la romena (452 casi), seguita da quella svizzera (247 casi) e albanese ( 242).

2.1.2 Malattie Professionali

La richiesta di indennizzo per Malattie Professionali (MP) si conferma per la regione, sempre più come fenomeno macroscopico, basti pensare che nel 2010 l’aumento rispetto al 2009 era stato del 39% passando dalle 4.048 denunce del 2009 alle 5.647 del 2010.

Ta v.4 a - Malattie professionali manifestatesi nel 2010 e denunciate all'INAIL per gestione e territorio

Gestione L'Aquila Chieti Pescara Teramo Abruzzo Sud e Isole ITALIA

Agricoltura 233 1.598 238 138 2.207 3.824 6.380

Industria e Servizi 484 1.355 1.077 506 3.422 11.197 35.548

Dipendenti conto Stato 4 4 9 1 21 161 419

Totale 721 2.957 1.324 645 5.647 42.347

tav 3.2

14

15.182

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Tav.4 - Malattie professionali manifestatesi nel 2011 e denunciate all'INAIL per gestione e territorio

Gestione L'Aquila Chieti Pescara Teramo Abruzzo Sud e Isole ITALIA

Agricoltura 175 1.346 370 149 2.040 3.229 7.971

Industria e Servizi 501 1.252 1.193 703 3.649 8.524 38.101

Dipendenti conto Stato 4 6 9 6 25 140 486

Totale 680 2.604 1.572 858 5.714 11.893 46.558

tav 4.2

Nel 2011 l’aumento del numero di denunce di malattie professionali è stato contenuto: si è passati dalle 5.647 del 2010 alle 5.714 nel 2011 con un aumento percentuale del 1,18%

Molto disomogenea la distribuzione sul territorio: Chieti e Pescara rappresentano i due terzi delle richieste pervenute

Delle 5.714 M.P. denunciate nel 2011, 3.649 appartengono alla gestione Industria e Servizi, che presenta un incremento del 6,63% rispetto a quelle denunciate nel 2010. Aumentano anche le M.P. denunciate nella gestione Dipendenti conto dello Stato che con i 25 casi denunciati nel 2011 rispetto ai 21 del 2010, comportano un incremento del 19,04%.

In controtendenza l’andamento delle denunce delle M.P. nel settore Agricoltura che presenta una diminuzione pari al -7,56% rispetto al 2010.

Le malattie più denunciate nelle gestioni Agricoltura, Industria e Servizi sono le osteo-articolari e muscolo-tendinee, di cui le affezioni dei dischi intervertebrali, tendiniti e ipoacusie.

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ANDAMENTO SOCIO-ECONOMICO REGIONALE

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3. L’ANDAMENTO SOCIO-ECONOMICO REGIONALE NEL 2011

3.1 L’andamento sociodemografico

La popolazione abruzzese al 31 dicembre 2011, secondo i dati provvisori ISTAT, ammonta a 1.344.933 unità, il 51,4% del quale composto da donne.

Chieti si conferma la provincia con il maggior numero di residenti (29,5%), seguita da Pescara (24,1%), Teramo (23,3%) e L’Aquila (23,1%).

La regione, dopo un lungo periodo di crescita demografica superiore a quella media nazionale, mostra per il terzo anno consecutivo un incremento più debole rispetto ad essa (+1,9‰ contro +3,2‰); Pescara e Teramo fanno registrare aumenti superiori alla media regionale (rispettiva- mente +3,6 e +2,2‰), L’Aquila e, in misura assai più pesante, Chieti, aumenti inferiori (+1,4 e +0,7‰).

FIG. 1 ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE ABRUZZESE. Anni 1981-2011

* dati provvisori Tav. 1.3

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT

L’andamento demografico è stato determinato da una dinamica naturale che si conferma negativa e peggiore di quella nazionale (rispettivamente -1,8‰ e -0,6‰ nel 2011), compensata da movi- menti migratori positivi (+5,3 per mille) e leggermente superiori rispetto a quelli medi italiani (+4,3‰).

Sotto il profilo della dinamica demografica si osserva che la regione conferma un tasso di natalità che, seppur in lieve aumento rispetto al passato, è inferiore a quello del resto del Paese (Abruzzo:

+8,7‰; Italia: 9,1 ‰) e un tasso di mortalità più elevato (rispettivamente +10,5‰ e 9,7‰). Le pro- vince che mostrano minore vivacità endogena, sotto il profilo sia delle nascite che delle morti, sono L’Aquila e Chieti.

TAB. A DINAMICA NATURALE IN ABRUZZO E ITALIA. Anni 2006-2011 (val. per 1.000 abitanti)

Tassi generici di natalità Tassi generici di mortalità Tassi di crescita naturale 2006 2007 2008 2009 2010 2011* 2006 2007 2008 2009 2010 2011* 2006 2007 2008 2009 2010 2011*

Abruzzo 8,5 8,7 8,8 8,5 8,8 8,7 10,1 10,4 10,3 10,9 10,6 10,5 -1,6 -1,7 -1,5 -2,4 -1,8 -1,8 Italia 9,5 9,5 9,6 9,5 9,3 9,1 9,5 9,6 9,8 9,8 9,7 9,7 0,,0 -0,1 -0,2 -0,3 -0,4 -0,6

* stima Tav. 2.3

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT

Per quanto riguarda, invece, i fenomeni migratori, nel 2011 si osservano incrementi superiori a quelli medi nazionali sia sul fronte estero (rispettivamente +5,4‰ e +4,4‰) che su quello interno (+0,9‰ e 0,6‰). In tutte e quattro le province la popolazione cresce grazie all’ingresso di stranieri; solo L’Aquila vede un numero di iscrizioni anagrafiche di persone provenienti da altre parti d’Italia inferiore a quello delle cancellazioni.

1,200,000 1,215,000 1,230,000 1,245,000 1,260,000 1,275,000 1,290,000 1,305,000 1,320,000 1,335,000 1,350,000

1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 20102011*

19

(20)

TAB. B DINAMICA MIGRATORIA IN ABRUZZO E ITALIA. Anni 2006-2011 (val. per mille abitanti)

Tasso migratorio interno Tasso migratorio con l'estero Tasso migratorio totale 2006 2007 2008 2009 2010 2011* 2006 2007 2008 2009 2010 2011* 2006 2007 2008 2009 2010 2011*

Abruzzo 1,7 1,7 1,4 1,0 0,6 0,9 3,1 10,0 7,8 5,5 5,0 5,4 3,1 10,0 9,5 5,5 4,4 5,3

Italia 0,4** 0,4** 0,3** 0,3** 0,2** 0,1** 3,7 8,3 7,6 6,0 6,3 5,3 3,7 8,3 7,3 5,3 5,2 4,3

* stima Tav. 3.3

**Il motivo per cui il saldo migratorio interno non è pari a zero, a livello nazionale, è da imputare allo sfasamento temporale tra data di cancella- zione di una persona dal comune di emigrazione e data di iscrizione della stessa presso il comune di immigrazione.

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT

La consistente immigrazione verificatasi in Abruzzo, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, come nel resto del Paese, ha portato a trasformazioni profonde della struttura sociale. Il peso degli immigrati stranieri sul totale della popolazione regionale è passato dall’1,7% del 2000 al 6% del 2010. Con un incremento rispetto al 2009 del 7,0%, inferiore a quello medio nazionale (7,9%), gli immigrati stranieri in Abruzzo nel 2010, ultimo anno di disponibilità del dato, ammontavano a 80.987 persone. Particolarmente intensa la loro presenza nelle province di Teramo e dell’Aquila, nell’ambito delle quali essi rappresentano rispettivamente il 7,6% e il 7,1%

del totale dei residenti, mentre Pescara e Chieti mostrano una minore concentrazione (4,9%).

Passando a considerare le caratteristiche degli stranieri presenti in regione, si osserva innanzitutto la prevalenza in tutto il territorio regionale della componente femminile (53,6%), a conferma che i loro ingressi sono stati trascinati principalmente dall’offerta di lavoro domestico, di tipo assistenziale e di cura, per sua natura specificamente femminile. Su 100 stranieri quasi 73 sono europei, prevalentemente donne e romeni, 12 sono africani, per la maggior parte uomini e marocchini, quasi 10 asiatici, con una prevalenza della componente femminile, più di 5 sono americani, principalmente donne provenienti dall’area centro-meridionale del Nuovo Continente.

La loro presenza influenza profondamente la struttura per età della popolazione.

FIG. 2 POPOLAZIONE ABRUZZESE PER CLASSE DI ETA'. Anni 1998 e 2010 (peso % su totale popolazione)

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT Tav. 4.3

Il peso dei residenti stranieri sul totale della popolazione regionale è maggiore nelle classi più gio- vani (0-14 anni: 7,7%; 15-39 anni: 10,0%) e tende a diminuire all’aumentare dell’età (40-64 anni:

5,1%) fino ad essere praticamente ininfluente tra gli over 64 (0,8%).

14.5

35.4

30.5

19.6

13.0

31.0

34.7

21.3

0.0 6.0 12.0 18.0 24.0 30.0 36.0

0-14 anni 15-39 anni 40-64 anni 65 anni e più 1998 2010

20

Quella regionale è una società nella quale il basso tasso di natalità e l’allungamento della vita media hanno innescato un inesorabile processo di invecchiamento rallentato dalla presenza di un crescente numero di donne e uomini stranieri, principalmente in età attiva e riproduttiva. Mettendo a confronto i dati del 1998 con quelli del 2010, si osserva come sia drasticamente diminuito il numero di residenti 0-39 anni, e aumentata in modo sensibile la quota delle altre due classi di età considerate. Particolarmente allarmante l’incremento degli over 80 anni, il cui peso passa dal 4,4% del 1999 al 6,8% del 2010.

(21)

Il processo di avanzamento dell’età della popolazione regionale porta a pesanti ripercussioni sul piano socio-economico. In Abruzzo ci sono 163 persone con più di 65 anni ogni 100 individui con meno di 14 anni (indice di vecchiaia), valore sensibilmente più elevato di quello medio nazionale (144,5); situazioni particolarmente critiche si osservano nelle province dell’Aquila (174,9) e Chieti (169,7).

Ogni 100 persone in età attiva (0-14 anni e 65 anni e più) ve ne sono più di 52 in età non at- tiva(indice di dipendenza), 19,8 delle quali hanno meno di 15 anni (indice di dipendenza giovanile) e 32,3 più di 64 (indice di dipendenza anziani).

TAB.C INDICI DI STRUTTURA REGIONALI E NAZIONALI.

Anno 2010

Territorio Indice di

vecchiaia Indice di dipendenza

Indice di dipend.

Giovanile

Indice di dipend.

anziani

Abruzzo 163,2 52,1 19,8 32,3

Italia 144,5 52,3 21,4 30,9

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT Tav. 5.3

3.2. L’andamento delle principali variabili macroeconomiche

Dopo la pesante caduta del 2009 (-7%) e la ripresa, ancorché più debole di quella nazionale (Abruzzo: +0,7%; Italia: +1,3%), del 2010, l’economia regionale nel 2011 torna a far registrare nuovamente un decremento (-0,2%), in controtendenza rispetto a quanto si osserva nel resto del Paese (+0,4%). La flessione del PIL è stata determinata da contrazioni degli investimenti fissi lordi e della domanda interna, parzialmente compensate da un interessante incremento delle esporta- zioni nette, non sufficiente però a mantenere il PIL sul livello dell’anno precedente. I consumi, in particolare, mostrano un debole decremento sul fronte privato, certamente influenzato dalla de- bolezza del reddito disponibile e dalle incerte prospettive occupazionali, e una più consistente ri- duzione su quello pubblico, determinato dalle politiche di rigore e contenimento della spesa adot- tate per fronteggiare la crisi in corso. Il buon andamento dell’export non riesce ad incidere in modo significativo sul PIL poiché significativo è stato il contestuale incremento delle importazioni.

Il PIL medio per abitante e per unità di lavoro* degli ultimi 10 anni possono fornire indicazioni utili per valutare il livello di sviluppo e la capacità di tenuta del sistema economico regionale.

Tab. D PIL PRO CAPITE E PER UNITA' DI LAVORO (valori concatenati, anno di riferimento 2000)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Prodotto interno lordo pro capite

Abruzzo 86,3 85,7 84,5 81,4 82,5 83,2 82,9 84,1 83,6 84,7 84,2

Centro Nord 118,3 118,1 117,9 117,9 117,7 117,4 117,4 116,7 116,4 116,6 116,5 Mezzogiorno 67,4 67,6 67,8 67,5 67,6 67,8 67,7 68,5 99,1 68,6 68,5

Prodotto interno lordo per unità di lavoro

Abruzzo 89,1 89,1 89,3 89,2 88,8 89,8 89,9 90,3 93,6 93,7 91,0

Centro Nord 105,3 105,5 105,2 105,2 105,2 105,1 104,9 104,2 104,0 104,0 104,2 Mezzogiorno 86,4 86,1 86,6 86,5 86,5 86,5 86,9 88,5 89,1 88,9 88,4 Fonte: elaborazioni CRESA su dati Prometeia, Scenari economie locali, aprile 2012 Tav. 6.3

Posto come 100 il dato medio italiano, il PIL pro capite regionale si attesta sull’84,2% della media italiana, valore superiore a quello del Mezzogiorno (68,5%) ma decisamente inferiore al Centro Nord (116,5%). Nel periodo 2001-2011 la regione perde 2,1 punti percentuali, più del Centro Nord (-1,8%), mentre il Mezzogiorno guadagna l’1,1%. Meno negativo l’andamento del Pil per occu- pato, misura che ci fornisce un’idea della produttività del lavoro. Esso si attesta al 91,0% della

* Le unità di lavoro a tempo pieno (ULA) si possono riferire al lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno, oppure alla quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro. L’unità di lavoro non è dunque legata alla singola persona fisica ma si riferisce convenzionalmente a una quantità di lavoro standard a tempo pieno definita dai contratti nazionali.

21

(22)

media italiana, valore lievemente superiore a quello del Mezzogiorno (88,4%) anche se inferiore al Centro Nord (104,2%). Tra il 2001 e il 2011 la regione guadagna poco meno di un punto percen- tuale, il Centro Nord ne perde 1, mentre il Mezzogiorno guadagna 2 punti percentuali.

Per quanto riguarda la formazione del valore aggiunto, che misura il contributo dato dai vari settori produttivi alla crescita economica, positivo solo l’apporto del settore dei servizi (+0,9%). Partico- larmente negativo si conferma anche nel 2011 il contributo delle costruzioni (-6%) e, dopo l’ottima performance del 2010, torna a contrarsi il valore aggiunto dell’agricoltura (-2,1%). In lievissima flessione l’industria (-0,1%).

A livello provinciale si osservano decrementi delle costruzioni in tutto il territorio regionale, con va- riazioni peggiori della media regionale all’Aquila (-9,6%) e a Teramo (-6,2%). L’agricoltura fa regi- strare cali diffusi tranne che nella provincia di Chieti nella quale si registra un incremento dell’1,2%. Il valore aggiunto dell’industria si contrae a Pescara (-3,3%), e aumenta nelle altre pro- vince, con aumenti intorno all’1% all’Aquila e a Teramo e del 2,5% a Chieti. I servizi mostrano un diffuso, anche se lieve, andamento positivo con la sola eccezione di Teramo che fa registrare un -0,3%.

TAB. E VALORE AGGIUNTO PER PROVINCIA E SETTORE. Anni 2010 e 2011

Agricoltura Industria Costruzioni Servizi Totale

2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

in milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000

L'Aquila 146,9 137,9 884,8 893,0 279,0 252,4 3.396,0 3.433,0 4.706,7 4.716,2 Teramo 154,5 144,3 1.222,3 1,231,2 312,1 292,6 2.914,3 2.906,5 4.603,1 4.574,7 Pescara 120,4 119,4 910,7 880,9 322,5 305,9 3.534,7 3.557,2 4.888,3 4.863,4 Chieti 220,2 222,7 1.660,6 1,702,1 334,0 327,1 3.900,7 3.909,5 6.115,5 6.161,5

variazioni % sull'anno precedente

L'Aquila -11,9 -6,1 6,4 0,9 -8,1 -9,6 4,0 1,1 3,0 0,2

Teramo -13,4 -6,6 6,1 0,7 -2,1 -6,2 1,9 -0,3 2,1 -0,6

Pescara 8,8 -0,8 -0,3 -3,3 0,1 -5,2 3,3 0,6 2,5 -0,5

Chieti 17,3 1,2 8,9 2,5 5,6 -2,1 2,7 0,2 4,9 0,8

composizione % per settore

L'Aquila 3,1 2,9 18,8 18,9 5,9 5,4 72,2 72,8 100 100

Teramo 3,4 3,2 26,6 26,9 6,8 6,4 63,3 63,5 100 100

Pescara 2,5 2,5 18,6 18,1 6,6 6,3 72,3 73,1 100 100

Chieti 3,6 3,6 27,2 27,6 5,5 5,3 63,8 63,5 100 100

Fonte: elaborazioni CRESA su dati Prometeia, Scenari economie locali, aprile 2012 Tav. 7.3

22

3.3 Il sistema produttivo

Le imprese attive in Abruzzo a fine 2011 sono 133.066 con un incremento rispetto all’anno prece- dente assai modesto (+0,1%), di poco superiore l’aumento di quelle registrate (+0,2%).

Esse rappresentano il 2,5% del totale nazionale. Il numero delle attive aumenta nelle province di L’Aquila (+1,0%) e di Teramo (+0,6%), diminuisce in quelle di Chieti (-0,3%) e Pescara (-0,4%).

Continua il processo di rafforzamento della struttura imprenditoriale come dimostra l’aumento del numero di società di capitali (+5,6%), soprattutto in provincia dell’Aquila (+8,8%). Le altre tipologie hanno subito flessioni inferiori all’1%. Nonostante ciò, prevalgono le imprese individuali (69,7% del totale) in quasi la totalità dei comparti. Limitata, ma in aumento rispetto al 2010, continua ad essere la quota delle società di capitali (14,1%) le quali prevalgono solo nei settori della fornitura di energia elettrica, gas e vapore (79,3%) e dell’estrazione di minerali (60,6%). Le società di per- sone costituiscono il 14,4% del totale regionale, le altre forme giuridiche solo l’1,8%.

Dal punto di vista territoriale le specializzazioni produttive restano assai diversificate: la provincia dell’Aquila mostra un indice di specializzazione calcolato sulle imprese attive (rapporto tra il peso che le imprese di un comparto assumono sul totale delle imprese della provincia e l’analogo peso che lo stesso comparto assume nella regione) superiore a 1 nelle attività di estrazione dei mine- rali, nell’alloggio e ristorazione, nelle costruzioni e nei servizi di informazione e comunicazione. La

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provincia di Teramo eccelle per la fornitura di energia elettrica, gas e vapore, per le attività mani- fatturiere, immobiliari, artistiche, sportive e di intrattenimento. La provincia di Pescara emerge per l’istruzione, i trasporti, le attività professionali, scientifiche e tecniche e l’estrazione di minerali. A Chieti prevalgono le imprese agricole, a causa della metodologia impiegata che, non tenendo conto del valore aggiunto e del numero di addetti, penalizza le grandi imprese particolarmente presenti nel territorio provinciale.

Tutti i comparti, ad eccezione dell’agricoltura, dell’estrazione di minerali, delle attività manifattu- riere, del commercio, dei trasporti e delle attività finanziarie ed assicurative hanno fatto registrare variazioni percentuali positive delle imprese attive.

Il calo delle imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,9%) ha riguardato tutto il territorio regionale ed è stato più accentuato nella provincia di Chieti (-2,5%). Le attività estrattive hanno subito un calo del 2,1%, in particolare nella provincia di Chieti (-8,0%). Anche le attività manifattu- riere hanno registrato una lieve flessione (-0,9%), soprattutto nella provincia di Pescara (-2,5%).

Le imprese che forniscono energia elettrica, gas e vapore hanno evidenziato un aumento conside- revole (+64,0%), in particolare nella provincia di Teramo (+117,0%), da valutare, tuttavia, conside- rando che il comparto è caratterizzato dalla presenza di sole 246 imprese attive nell’intera re- gione. Le imprese attive nel comparto delle costruzioni hanno visto un debole aumento (+0,6%) grazie all’incremento registrato in provincia dell’Aquila (+2,7%). Il comparto del commercio ha fatto registrare un lieve calo (-0,4%), soprattutto nella provincia di Pescara (-1,4%). I servizi di alloggio e ristorazione sono in aumento (+2,8%) in special modo a L’Aquila (+3,4%). Il calo delle imprese di trasporto e magazzinaggio (−2,1%) ha coinvolto tutte le province e in particolare quella di Pescara (−3,2%). Gli altri comparti del terziario continuano ad essere tutti in crescita.

Il 25,0% delle aziende abruzzesi opera nel settore del commercio, il 22,9% nel settore agricolo, silvicolo e della pesca, il 15,4% nelle costruzioni e il 9,7% nel settore dell’industria in senso stretto.

Per quanto riguarda il peso dei singoli settori sul totale provinciale non si osservano variazioni di rilievo rispetto agli anni precedenti. Le imprese del terziario, ad eccezione di Chieti in cui costitui- scono poco più del 43% del totale, rappresentano più del 50% in tutte le province, arrivando al 61% a Pescara. Le agricole costituiscono il 34,7% delle imprese chietine, mentre nel resto della regione rappresentano tra il 15 e il 20% del totale provinciale. Le manifatturiere superano il 12%

del totale teramano e si attestano a poco meno del 9% nelle altre province. Nelle costruzioni la- vora quasi il 20% delle imprese aquilane, più del 16% e del 14% di quelle teramane e pescaresi e solo il 12% delle teatine.

3.4 Le esportazioni

Il commercio estero abruzzese, dopo le pesanti contrazioni del 2009 sia sul fronte dell’export che dell’import e l’energica ripresa del 2010, dimostra con le performance del 2011 potenzialità di cre- scita superiori alla media nazionale. Le vendite regionali all’estero sfiorano i 7.267 milioni di euro (+14,7% rispetto all’anno precedente), gli acquisti dall’estero raggiungono i 4.080 milioni di euro (+7,0%), la bilancia commerciale chiude, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, con un attivo di 3.190 milioni di euro. Il peso dell’export regionale sul totale nazionale è dell’1,9%, quello dell’import dell’1,0%.

Nel 2010 le esportazioni verso i Paesi UE crescono del 15,1% ed essi costituiscono la destina- zione del 72,2% del totale delle vendite estere regionali, inferiore l’aumento delle vendite dirette verso i soli Paesi UEM (+12,8%) e verso i Paesi europei non UE (12,1%) che assorbono rispetti- vamente 53,7% e il 9,4% dell’export regionale. Aumenta del 7,5% il valore dei flussi verso l’Africa (2,4% del valore delle merci esportate), del 15,8% quello dell’export in America, destinazione di quasi il 10% dell’export regionale. In aumento anche le vendite verso l’Asia (Medio oriente:

+16,2%; Asia centrale +40,1%; Oriente: +9,6%) il cui peso sul totale regionale è del 5,7%. Varia- zioni percentuali superiori alla media e di consistente valore assoluto fa registrare l’export verso la Francia, la Germania.

I mezzi di trasporto, che fanno registrare un incremento del 22,8% producono il 42% del valore dell’export regionale. Buone anche le performance dei macchinari ed apparecchi meccanici (+39,6%) il cui fatturato estero è pari al 10% del totale regionale.

23

(24)

Sotto il profilo territoriale, L’Aquila è l’unica provincia a far osservare un calo (-8,4%), con conse- guente ulteriore perdita di peso sul totale dell’export regionale (9,1%), Pescara mette a segno la variazione positiva più consistente (+23,7%) e arriva a produrre il 7,3% delle vendite estere abruzzesi. I flussi commerciali in uscita provenienti da Teramo registrano un aumento del 17,8% e costituiscono il 16% del totale regionale. Chieti, con un incremento del 17%, grazie principalmente alle vendite dei mezzi di trasporto (+21,7%), si conferma la provincia abruzzese più importante per l’export regionale (68% del totale).

3.5 Il mercato del lavoro

Dopo un biennio di recessione, nel 2011 gli occupati in Abruzzo, aumentano e raggiungono le 507 mila unità, recuperando in tal modo i livelli precedenti la crisi del 2008-2009. L’incremento rispetto all’anno precedente è di 13 mila unità, che in termini percentuali corrisponde al +2,7%, variazione percentuale superiore a quella del Mezzogiorno (+2,4%) e a quella media nazionale (+ 95mila oc- cupati in più in Italia cui corrisponde un aumento annuo dello 0,4%). Tale incremento ha interes- sato soprattutto la componente maschile (uomini: + 8.000 unità; donne: + 5.000).

In controtendenza rispetto a quanto si rileva a livello nazionale, le persone in cerca di occupa- zione diminuiscono, passando da 48 mila a 47 mila, cui corrisponde un calo in termini percentuali del 1,4% (Italia: +6.000 unità pari al +0,3%). L’analisi di genere evidenzia che tale decremento è il risultato di un aumento di circa 1.000 unità della componente maschile in cerca di occupazione e della contrazione di 2.000 unità femminili, donne che rinunciano definitivamente a cercare occu- pazione.

Le forze di lavoro, date dall’insieme degli occupati e delle persone in cerca di occupazione, cre- scono in regione del 2,4% mentre aumentano dello 0,4% a livello nazionale.

Nel 2011 il tasso di attività è passato dal 60,9% al 62,1%, superiore alla media nazionale (59,4%), e il tasso di inattività in Abruzzo si è ridotto dal 39,1% al 37,9%, attestandosi in linea con la media del Paese. La quota di persone inattive in possesso del solo titolo di licenza elementare è in crescita, mentre sono in diminuzione coloro che sono in possesso di titoli di studio superiori, in particolar modo quelli con diploma di laurea triennale e magistrale.

Il tasso di occupazione§ della popolazione in età 15-64% è stato, nel 2011, pari al 56,8%, in significativo aumento rispetto al 2010 e sostanzialmente in linea con la media nazionale. I tassi di occupazione aumentano in maniera generalizzata a livello territoriale, in particolare a Chieti, dove la spinta della componente femminile è stata piuttosto consistente.

In calo il tasso di disoccupazione**, che scende dall’8,8% all’8,5%, valore in linea con i dati nazio- nali. Tale diminuzione ha riguardato esclusivamente la componente femminile (dall’11,4% al 10,7%), mentre quella maschile aumenta leggermente (dal 7,0% al 7,1%).

Tasso di attività: rapporto % tra le persone appartenenti alle forze lavoro (15-64 anni) e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di inattività: rapporto % tra le persone appartenenti alle forze lavoro (15-64 anni) e la corrispondente popolazione di riferimento.

§ Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati (15-64 anni) e la popolazione di riferimento

** Tasso di disoccupazione: rapporto % tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze lavoro.

24

(25)

TAB. F COMPOSIZIONE DELLE FORZE DI LAVORO E TASSI DI ATTIVITÀ, OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE IN ABRUZZO PER PROVINCIA E SESSO. Anni 2010 e 2011

Provincia

Occupati (val. ass.

in migliaia)

In cerca di occupazione

(val. ass. in migliaia)

Forze di lavoro (val. ass. in

migliaia)

Tasso di attività (val. %)

Tasso di occupazione

(val. %)

Tasso di disoccupazione

(val. %) 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011 2010 2011

Maschi

L'Aquila 68 71 5 5 74 76 70,3 73,8 65,2 68,4 7,0 6,3

Teramo 73 75 5 5 78 80 74,9 73,1 69,7 71,6 6,9 6,6

Pescara 69 70 5 6 75 76 70,8 76,8 65,7 65,6 7,1 8,3

Chieti 88 90 7 7 95 97 72,5 71,7 67,3 68,3 7,1 7

Abruzzo 298 306 22 23 322 329 72,5 73,8 67,0 68,5 7,0 7,1

Femmine

L'Aquila 49 48 4 6 53 54 51,8 53,0 48,2 47,1 7,1 11,1

Teramo 46 46 6 5 52 52 50,3 50,1 44,7 44,8 11,2 10,6

Pescara 48 50 7 5 55 56 51,2 51,7 45 46,7 12 9,5

Chieti 52 56 9 7 61 63 46,5 48,2 39,6 42,7 14,8 11,3

Abruzzo 195 200 25 23 221 225 49,8 50,6 44,1 45,2 11,4 10,7

Totale

L'Aquila 117 119 9 11 127 130 61,1 62,1 56,8 57,8 7,0 8,3 Teramo 119 121 11 10 130 132 62,6 63,1 57,2 58,2 8,6 8,2 Pescara 118 120 12 11 130 132 60,8 63,4 55,2 56,0 9,2 8,8 Chieti 140 146 16 14 156 160 59,5 61,5 53,4 55,5 10,1 8,7 Abruzzo 494 507 47 46 543 554 60,9 62,1 55,5 56,8 8,8 8,5

Fonte: elaborazione CRESA su dati ISTAT Tav. 8.3

Nel 2011 si riduce anche, dopo il picco del 2010 e pur restando elevato, il tasso di disoccupazione giovanile nelle classi 15-24 anni, (25,6% rispetto al 29,5% del 2010; al contrario, a livello nazionale il tasso aumenta di 1,3 punti percentuali fino al 29,1%). La provincia dell’Aquila si distingue dal resto della regione poiché è l’unica a far registrare una significativa crescita della disoccupazione (dal 7% al 8,3%) attribuibile alla componente femminile. Sotto il profilo di genere, nonostante un netto miglioramento della situazione della componente femminile determinato tuttavia dal crescente numero di occupati con contratti atipici o part-time nel terziario, si osserva la persistenza di un forte divario: il tasso di attività maschile è del 73,8%, quello femminile del 50,6%; il tasso di occupazione maschile si attesta sul 68,5%, quello femminile sul 45,2%, il tasso di disoccupazione maschile è del 7,1%, quello femminile del 10,7%.

Dopo tre anni di continue flessioni il numero dei posti di lavoro nell’industria è tornato a crescere (15mila occupati in più rispetto al 2010, pari al +10,4%) mentre hanno subito una lieve flessione gli addetti nei servizi (2 mila unità in meno pari al -0,4%) e nell’agricoltura (1.000 unità in meno pari al -5,0%). A seguito di tali variazioni l’industria passa dal 29% al 30,4% del totale dell’occupazione regionale (Italia: 28,5%), i servizi dal 67,0% al 65,0% (Italia 67,8%), l’agricoltura dal 4,0% al 3,8% (Italia: 3,7%).

Questo andamento si è ripercosso in maniera piuttosto differenziata a livello territoriale: la provin- cia dell’Aquila ha mostrato un incremento complessivo relativamente più modesto rispetto alle al- tre (+1,5%), risultando l’unica provincia con segnali negativi nell’occupazione industriale in parte compensati dalla buona performance dei servizi, cresciuti viceversa a ritmi più sostenuti che al- trove. L’occupazione a Teramo decresce in agricoltura e aumenta nell’industria e nei servizi, a Pescara fa registrare un forte calo nel settore agricolo e dei servizi e un incremento nell’industria e a Chieti vede una diminuzione nel terziario e incrementi consistenti nel primario e secondario.

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LE ATTIVITÀ DELLE CONSULENZE TECNICHE INAIL ABRUZZO

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4.1 AVVOCATURA REGIONALE

4.1.1 RELAZIONE SUL CONTENZIOSO 2011

I dati relativi al numero dei procedimenti di contenzioso giudiziale appaiono particolarmente inte- ressanti ed utili, in quanto consentono di evidenziare fenomeni non rilevabili con altri strumenti e di indirizzare l’attività istituzionale dell’INAIL al soddisfacimento delle esigenze maggiormente sentite dall’utenza.

Il numero dei procedimenti giurisdizionali relativo all’anno 2011 indica una riduzione del fenomeno contenzioso rispetto all’anno precedente, così come d’altra parte era avvenuto già nel 2010 ri- spetto al 2009.

Inoltre la diminuzione appare sostanzialmente in linea con il dato nazionale.

Variazione Procedimenti Iniziati suddivisi per Materia 2011

AVVOCATURE REGIONE ABRUZZO

Materia Num. Procedimenti

Iniziati

Num. Procedimenti Iniziati Anno

Precedente Variazioni Procedimenti Iniziati PATRIMONIO –

INVESTIMENTI 1 0

PERSONALE 2 1 100%

PREMI 60 51 18%

PRESTAZIONI 781 888 -12%

RESPONSABILITA`

CIVILE 28 23 22%

VARIE 1 1 0%

Totale complessivo 873 964 -9%

Tav. 1.4

L’analisi delle singole materie permette di rilevare, insieme alla consistente riduzione delle cause promosse per prestazioni, che costituiscono, come è naturale, la gran parte del totale, un rilevante aumento percentuale dei giudizi volti al recupero di quanto erogato per responsabilità dei datori di lavoro o di terzi, ove ne ricorrano i presupposti di legge.

Quanto sopra a dimostrazione da una parte della sempre maggior cura posta dall’Istituto alle esi- genze dei lavoratori infortunati, e dall’altra del consistente impegno dedicato alle azioni di surroga e regresso.

Anche il medesimo dato scomposto per grado di giudizio, conferma tale analisi e permette ulte- riormente di evidenziare il più ampio ridimensionamento subito dai procedimenti in grado di ap- pello e Cassazione.

Variazione Procedimenti Iniziati suddivisi per Grado 2011

AVVOCATURE REGIONE ABRUZZO GRADO DI

GIUDIZIO

NUM.

PROCEDIMENTI INIZIATI

NUM. PROCEDIMENTI INIZIATI ANNO PRECEDENTE

VARIAZIONI PROCEDIMENTI INIZIATI

1° GRADO 696 728 -4%

2° GRADO 176 233 -24%

Ancora da

determinare 1 2 -50%

CASSAZIONE 0 1 -100%

Totale

complessivo 873 964 -9%

Tav. 2.4

Interessante appare la suddivisione territoriale dei procedimenti giudiziari iniziati.

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AVVOCATURA PRESTAZ PREMI PERSONALE PENALE RESP

CIVILE VARIE TRIBUTARIO PATRIMONIO GESTIONE INVESTIMENTI

PROCED INIZIATI

AVEZZANO 93 8 0 101

CHIETI 280 19 2 0 3 0 0 304

PESCARA 206 16 0 0 19 1 242

TERAMO 113 14 2 0 129

REGIONALE 89 3 4 1 0 97

REGIONE

ABRUZZO 781 60 2 0 28 1 0 1 873

Tav. 3.4

La tabella che segue permette di apprezzare invece gli scostamenti subiti dalle singole realtà ter- ritoriali.

N.B.: il dato relativo all’Avvocatura regionale Abruzzo comprende anche i procedimenti iniziati provenienti dalla Sede di L’Aquila, essendo l’Avvocatura unica

Infine si conferma la tendenza alla riduzione dei tempi medi di definizione dei procedimenti giudi- ziari che, così come negli anni passati, si dimostra sempre ampiamente inferiore alla media na- zionale.

Variazione Procedimenti Iniziati suddivisi per Avvocatura Regionale AVVOCATURE REGIONE ABRUZZO

Anno Competenza 2011 AVVOCATURA

REGIONALE

AVVOCATURA DI SEDE

NUM.

PROCEDIMENTI INIZIATI

NUM. PROCEDIMENTI INIZIATI ANNO PRECEDENTE

VARIAZIONI PROCEDIMENTI INIZIATI

AVVOCATURE REGIONE ABRUZZO

AVEZZANO 101 110 -8%

CHIETI 304 311 -2%

PESCARA 242 297 -19%

TERAMO 129 127 2%

REGIONALE

ABRUZZO 97 118 -18%

TOTALE COMPLESSIVO 873 964 -9%

Tav.4.4

Avvocature regione Abruzzo

Tempo Medio di Definizione Giudiziale in giorni 626 Tempo Medio di Definizione Giudiziale 1 Anni e 8 Mesi

Tempo Medio Definizione Giudiziale - Ultimi 10 Anni (Grafico)

Tav.5.4

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