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2021_10_15_INT6 - RELAZIONE TECNICA INTEGRATIVA (8298 KB)

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(1)

Regione Veneto Provincia di Treviso

Comune di Trevignano

DISCARICA PER RIFIUTI INERTI DENOMINATA

“POSTUMIA 2”

SECONDO AMPLIAMENTO

INTEGRAZIONI a seguito della Conferenza di Servizi del 25 giugno 2020

RELAZIONE TECNICA INTEGRATIVA

Data: Settembre 2021 Cod.: 1423/16-6

Committente

Viale delle Fosse, 7 - 36061 Bassano del Grappa (VI)

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: contepegorer@gmail.com - Sito web: www.contepegorer.it

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

INT 06

(2)

INDICE

1 PREMESSE ... 3

2 RELATIVAMENTE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ... 4

2.1 CAPACITÀ DELLIMPIANTO ... 4

2.2 ALTERNATIVE DI PROGETTO ... 5

2.2.1 Soluzioni alternative prodotte dal progetto presentato ... 5

2.2.1 Nuova alternativa di progetto: discarica a capacità ridotta ... 6

2.3 MATRICE ACQUA ... 18

2.3.1 Configurazione dei piezometri ... 18

2.3.2 Modello di dispersione di eventuali contaminanti ... 21

2.4 PROGETTO: RIMBONIMENTO LATERALE E DISPOSIZIONE DEI DRENI ... 29

2.5 RICHIESTA DEL COMUNE DI ISTRANA: ATTIVITÀ DI CONTROLLO ... 34

3 RICHIESTA INTEGRAZIONI A SEGUITO DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 25/06/2020 ...35

3.1 PIANO RIFIUTI ... 35

3.2 DATI DIMENSIONI AUTORIZZATI ... 35

3.3 STOCCAGGIO PERCOLATO ... 35

3.4 POZZETTI ISPEZIONE PERCOLATO ... 38

3.5 SCHIACCIAMENTO TUBAZIONI PERCOLATO PROVENIENTI DAI LOTTI ESISTENTI ... 38

3.6 DETTAGLI IN MERITO A COLLEGAMENTI E GIUNTURE NELLE TUBAZIONI ... 39

3.7 DOCUMENTI DI ACQUISIZIONE MAPPALE 562 ... 42

3.8 INTERAZIONE TRA CAVA ATTIVA E AMPLIAMENTO ... 42

3.9 AGGIORNAMENTO SEZIONI ... 43

3.10 SPECIFICHE TECNICHE MATERIALI ... 44

3.11 ARGINE DI SEPARAZIONE LOTTI ... 44

3.12 TUBAZIONI PERCOLATO ... 44

3.13 DISCONTINUITÀ DELLE BARRIERE ... 44

3.14 REVISIONE PGO: PROTEZIONE DEI FRONTI APERTI ... 45

3.15 ADEGUAMENTO DEL PGO ... 45

3.16 RICOMPOSIZIONE AMBIENTALE ... 46

3.17 REVISIONE PIANO ECONOMICO FINANZIARIO ... 47

3.18 CORREZIONE REFUSI TAB.1 PAG.6PEF ... 47

3.19 CHIARIMENTO IN MERITO AL CALCOLO ONERI FINANZIARI ... 47

3.20 GARANZIA PIANO ECONOMICO FINANZIARIO ... 47

3.21 COSTI SMALTIMENTO RIFIUTI NELLE DISCARICHE ... 48

(3)

1 PREMESSE

La Ditta POSTUMIA CAVE s.r.l. gestisce da anni la discarica di rifiuti inerti denominata

“Postumia 2”, in località “Pilastroni”, in comune di Trevignano, realizzata nella cava di ghiaia di proprietà.

È intenzione della Ditta richiedere l’ampliamento della discarica ed ha presentato istanza in data 20/11/2019 (prot. Prov. n.ri 71582-71586-71587-71589-71595-71596-71598- 71599-71601-71604 del 20/11/2019) per ottenere il provvedimento autorizzativo unico di tale proposta.

A seguito della Conferenza di Servizi istruttoria svoltasi in data 25/06/2020 è emerso la necessità, da parte degli Enti di controllo, di richiedere ulteriore documentazione integrativa.

La presente relazione ed i relativi allegati integrano il progetto e lo Studio di Impatto Ambientale presentato come da richiesta prot. prov.le n. 36240 del 18/6/2021, ai sensi del comma 5 dell'art. 27 bis del D.Lgs. n. 152/2006.

(4)

2 RELATIVAMENTE ALLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

2.1 CAPACITÀ DELLIMPIANTO

Non è stato chiarito come si arrivi a determinare la capacità dell’impianto nell’arco dei 15 anni di operatività previsti da progetto, anche in rapporto alle quantità annuali conferite ad oggi nella discarica attualmente in esercizio. Si richiede anche di fornire i dati di produzione annua dei rifiuti conferibili nella discarica in questione, riferiti al suo bacino di utenza potenziale, fornendo anche una stima a medio termine e tenendo conto delle priorità stabilite dall’art. 179 del D.Lgs. 152/2006, parte IV. Su questa base dati, verificare la durata potenziale dell’impianto di smaltimento.

Si producono in allegato i conferimenti nel periodo 2017 – 2020 (ALL.INT.6.1) riassunti per anno di seguito:

Rifiuti conferiti D1

Rifiuti conferiti R10

t t

2017 98.666 78.885

2018 41.826 29.131

2019 93.256 22.083

2020 31.199 19.311

La durata dell’esercizio di 15 anni, complessivi (residuo + ampliamento), è stata calcolata prevedendo un conferimento medio di circa 105.000 m3/anno (30 m3/mezzo), corrispondente, in peso a circa 160.000 t/anno.

Tale dato, in incremento rispetto agli anni passati, è ricavato dai recenti segnali di mercato che mostrano una vivace attività edilizia. Le nuove tecnologie di costruzione, indirizzate al risparmio energetico, stanno determinando, con il supporto degli incentivi statale, una completa revisione del sistema abitativo, prediligendo, in particolare, la demolizione delle costruzione con più di 50 anni.

Da ciò la maggiore richiesta di smaltimento di rifiuti inerti non recuperabili che si protrarrà per diversi anni.

(5)

2.2 ALTERNATIVE DI PROGETTO

Tra le alternative non sono state valutate ipotesi diverse dall’opzione prevista come, ad esempio, ipotesi con capacità di stoccaggio inferiori rispetto all’unica richiesta.

La valutazione delle soluzioni alternative è una fase di analisi richiesta dal punto 2 dell’allegato VII alla seconda parte del D.Lgs 152/06, e s.m.i., prodotto di seguito:

“2. Una descrizione delle principali alternative ragionevoli del progetto (quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelle relative alla concezione del progetto, alla tecnologia, all’ubicazione, alle dimensioni e alla portata) prese in esame dal proponente, compresa l’alternativa zero, adeguate al progetto proposto e alle sue caratteristiche specifiche, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell’impatto ambientale, e la motivazione della scelta progettuale, sotto il profilo dell’impatto ambientale, con una descrizione delle alternative prese in esame e loro comparazione con il progetto presentato.”

Il progetto presentato ha elaborato alcune alternative che sono integrate, con la presente istanza, con quella richiesta nella nota.

2.2.1 SOLUZIONI ALTERNATIVE PRODOTTE DAL PROGETTO PRESENTATO

Nell’elaborato presentato, “C04:QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE”, sono state prodotte, al capitolo 3, le soluzioni alternative di seguito citate con le relative conclusioni:

Alternative dal punto di vista della tecnologia utilizzata

Il progetto applica le prescrizioni contenute nel D.Lgs n. 36/2003 così come modificato dal decreto legislativo 121 del 3 settembre 2020 e, quindi, adotta metodi e tecnologie rientranti nel campo delle Migliori Tecniche Disponibili, per quanto riguarda le discariche controllate.

In base all’attuale livello di conoscenza raggiunto, non vi sono alternative alla tecnologia adottata per produrre un rendimento ed un impatto ambientale migliore di quelli previsti dal progetto.

Alternative dal punto di vista dell’ubicazione

Il sito risponde ai requisiti in merito ai parametri: distanza dai centri abitati, destinazione urbanistica, collegamento alla viabilità pubblica e vincoli territoriali.

(6)

La gestione ha dimostrato una buona sostenibilità dell’impianto con pochi o nulli effetti sull’esterno. Le dimensioni della cava permettono una movimentazione particolarmente agile dei mezzi all’interno dell’impianto.

Il progetto proposto consta nell’ampliamento di una discarica in esercizio e i nuovi terreni interessati rientrano nello stesso insediamento estrattivo. L’ampliamento riguarda, inoltre, un progetto già sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale.

Non è conveniente, in termini di impatti ipotizzare un intervento di tipologia e dimensioni simili in altro sito vergine.

Alternativa zero

La mancata realizzazione del progetto comporta il mantenimento della situazione attuale che determina la rinuncia ad utilizzare la completa potenzialità del sito che si ribadisce ha dimostrato una buona se non ottima compatibilità a ricevere rifiuti inerti.

Si evidenzia che le cave estinte o comunque esaurite rappresentano i siti da preferire per la realizzazione delle discariche controllate.

2.2.1 NUOVA ALTERNATIVA DI PROGETTO: DISCARICA A CAPACITÀ RIDOTTA

È valutata di seguito l’alternativa di realizzare un progetto di ampliamento di capacità ridotta rispetto a quello presentato. Si ipotizza una riduzione del 50% rappresentata nella seguente sezione tipo:

Lo stralcio operato, come visibile in figura, determina una riduzione significativa della superficie dei nuovi lotti (6 e 7).

Per la valutazione dell’impatto prodotto dalla nuova ipotesi, si utilizza lo stesso metodo adottato nell’istanza presentata, esplicitata al capitolo 3 “VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

(7)

PRODOTTI TRAMITE MATRICE” dell’elaborato “C05: VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI MITIGAZIONI – CONCLUSIONI”.

Nella matrice elaborata (check list o lista di controllo), nel documento citato, è stato attribuito, per ogni singola componente, un punteggio da -10 (impatto negativo) a +10 (impatto positivo). La valutazione è stata effettuata, per ogni singola componente, eseguendo il confronto del nuovo intervento rispetto a quello autorizzato. Il raffronto è confacente, in quanto, il progetto autorizzato è stato anch’esso oggetto di Valutazione di Impatto Ambientale.

Si riproduce di seguito la matrice elaborata, quindi, dal raffronto fra l’istanza presentata e il progetto autorizzato:

(8)

Raffronto con il Progetto autorizzato Valutazione numerica

1 ATMOSFERA: aria

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

-2

2 AMBIENTE IDRICO: acque

superficiali Non si individuano variazioni d’impatto. +0

3 AMBIENTE IDRICO: acque

sotterranee Non si individuano variazioni d’impatto. +0

4 LITOSFERA: suolo Non si individuano variazioni d’impatto. +0

5 LITOSFERA: sottosuolo Non si individuano variazioni d’impatto. +0

6 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

-1

7 BIOSFERA: flora e

vegetazione Non si individuano variazioni d’impatto. +0

8 BIOSFERA: fauna

Si valuta un incremento d’impatto negativo connesso alla fase di esercizio della discarica ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

-1

9 BIOSFERA: ecosistemi

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

-1

10 AMBIENTE UMANO: salute e

benessere Non si individuano variazioni d’impatto. +0

11 AMBIENTE UMANO:

paesaggio Non si individuano variazioni d’impatto. +0

12 AMBIENTE UMANO: beni

culturali Non si individuano variazioni d’impatto. +0

13

AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani)

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso al

prolungamento nel tempo dell’attività. -1

14 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità)

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso al

prolungamento nel tempo dell’attività. -1

TOTALE -7

Componente ambientale

Valutazione dell’impatto

Tabella 1: Matrice elaborata nell’istanza presentata

Si analizzano di seguito per ogni componente ambientale le possibile variazioni di impatto con il progetto autorizzato della nuova ipotesti progettuale di ampliamento ridotto del 50%

rispetto a quello proposto.

(9)

1 ATMOSFERA: aria

Valutazione del progetto presentato Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della

superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -2

Valutazione del progetto alternativo in riduzione del 50%

Le modalità operative di esercizio e di realizzazione delle opere rimangono immutate. È interessata un’area adiacente alla discarica autorizzata che ancorchè ridotta e, quindi si comporta ugualmente una estensione delle possibili sorgenti di emissione polverosa nella fase di esercizio e realizzazione del bacino di discarica.

Continuano ad avere efficacia le attuali mitigazioni ed in particolare la morfologia depressa della cava e le barriere arboree. Il progetto non comporta un intensificarsi delle operazioni rispetto all’esistente che sono comunque funzionali all’andamento del mercato, ma un inferiore prolungamento nel tempo dell’attività e quindi delle possibili emissioni. Il trasporto mezzi giornaliero si manterrà sui livelli registrati con il progetto autorizzato.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

L’ipotesi alternativa determina una riduzione della durata della discarica.

2 AMBIENTE IDRICO: acque superficiali

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

Non variano le condizioni rispetto al progetto autorizzato. Non vi sono nuove interferenze con l’idrografia locale.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

(10)

3 AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

È comunque incrementato il bacino di discarica, mantenendo le impostazioni dettate dalla normativa che non ha variato le condizioni rispetto al progetto autorizzato.

Il progetto prevede l’impermeabilizzazione e la raccolta del percolato con lo smaltimento in impianti di depurazione, come nella versione autorizzata.

La dispersione delle acque superficiali, che non entrano in contatto con i rifiuti, continuerà nel substrato.

Il progetto non prevede escavazione, sono mantenute le quote di fondo cava attualmente raggiunte.

La rete dei piezometri sarà aggiornata e garantirà la continuità del monitoraggio chimico - fisico della falda freatica.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

4 LITOSFERA: suolo

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto prevede sempre l’interessamento di nuove aree ricadenti nell’ambito di cava in cui lo strato pedologico originario è assente a causa dell’attività estrattiva svolta in passato.

Con la ricomposizione finale sarà riportato, al piano campagna, uno strato vegetale idoneo allo sviluppo della vegetazione.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

(11)

5 LITOSFERA: sottosuolo

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

È comunque incrementato il bacino di discarica, mantenendo le impostazioni dettate dalla normativa che non ha variato nel tempo le soluzioni del progetto autorizzato.

Il progetto prevede, come nella versione autorizzata, la dispersione nel substrato delle acque superficiali, che non entrano in contatto con i rifiuti.

Il progetto non prevede escavazione, sono mantenute le quote di fondo cava attualmente raggiunte.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

6 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e radiazioni

Valutazione del progetto presentato Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della

superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto prevede comunque l’interessamento di nuove aree e l’estensione del bacino di discarica. L’attività è svolta sempre nell’ambito della depressione di cava.

Lo studio previsionale di impatto acustico ha individuato le opere per mitigare la diffusione rumorosa e rispettare i limiti dettati dalla normativa comunale. Si individua un incremento del rumore di fondo dovuto alla maggiore estensione dell’area d’intervento (ancorchè ridotta).

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

La riduzione della durata della discarica non determina l’annullamento dell’impatto.

(12)

7 BIOSFERA: flora e vegetazione

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto manterrebbe le impostazioni del progetto originario per le nuove aree interessate. Con la ricomposizione ambientale saranno create nuove macchie boscate sulla sommità.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

8 BIOSFERA: fauna

Valutazione del progetto presentato

Si valuta un incremento d’impatto negativo connesso alla fase di esercizio della discarica ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto interessa nuove aree e, quindi, si ha una maggiore diffusione dei disturbi prodotti dall’attività. Anche in questo caso, con la ricomposizione ambientale si creano le condizioni per il richiamo ed il rifugio di nuova fauna.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

La riduzione della durata della discarica non determina l’annullamento dell’impatto.

(13)

9 BIOSFERA: ecosistemi

Valutazione del progetto presentato Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso all’aumento della

superficie interessata dalle operazioni ed al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto interessa comunque nuove aree, comunque inserite nell’ambito di cava, e, quindi, si ha in ogni caso una maggiore diffusione dei disturbi prodotti dall’attività.

È mantenuta l’impostazione della ricomposizione ambientale con i benefici già individuati per la componente citata.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

La riduzione della durata della discarica non determina l’annullamento dell’impatto.

10 AMBIENTE UMANO: salute e benessere

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto interessa nuove aree, anche se meno estese, senza determinare, tuttavia, l’avvicinamento ad insediamenti abitativi. Il passaggio dei mezzi si mantiene invariato.

Continua l’indotto economico positivo collegato all’attività dovuto alla richiesta di servizi, materiali, attrezzature e manodopera.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

(14)

11 AMBIENTE UMANO: paesaggio

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto interessa comunque nuove aree situate, tuttavia, sempre all’interno della depressione di cava e mascherate dai principali punti di vista (viabilità pubblica). La ricomposizione ambientale segue le impostazioni di quella autorizzata.

Il passaggio dei mezzi si mantiene invariato.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

12 AMBIENTE UMANO: beni culturali

Valutazione del progetto presentato

Non si individuano variazioni d’impatto.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0

Valutazione del progetto alternativo Non si ravvisano, anche nella versione eventualmente ridotta, nuovi elementi di

impatto sui beni culturali, rispetto al progetto autorizzato.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: 0 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

(15)

13 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani)

Valutazione del progetto presentato

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

Valutazione del progetto alternativo

Il progetto non varia i rapporti con il sistema insediativo. La normativa (piano gestione rifiuti della regione veneto) comporta comunque l’incremento della distanza degli edifici stabilmente occupati con il bacino di discarica. Non muta la distanza con i centri abitati più prossimi. Il passaggio dei mezzi giornalieri sulla viabilità pubblica si mantiene invariato.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

La riduzione della durata della discarica non determina l’annullamento dell’impatto.

14 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità)

Valutazione del progetto presentato

Si valuta un incremento dell'impatto negativo connesso al prolungamento nel tempo dell’attività.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1

Valutazione del progetto alternativo

Il passaggio dei mezzi giornalieri sulla viabilità pubblica si mantiene invariato. Non variano i percorsi utilizzati sulla viabilità pubblica.

VALUTAZIONE NUMERICA DELL’IMPATTO: -1 È confermato il dato anche con l’ipotesi alternativa.

La riduzione della durata della discarica non determina l’annullamento dell’impatto.

A seguire la matrice con il raffronto finale fra i punteggi attribuiti per il progetto presentato e per l’ipotesi alternativa di riduzione di capacità della discarica:

(16)

Progetto

presentato Ipotesi alternativa

1 ATMOSFERA: aria -2 -1

2 AMBIENTE IDRICO: acque superficiali +0 +0

3 AMBIENTE IDRICO: acque sotterranee +0 +0

4 LITOSFERA: suolo +0 +0

5 LITOSFERA: sottosuolo +0 +0

6 AMBIENTE FISICO: rumore, vibrazioni e

radiazioni -1 -1

7 BIOSFERA: flora e vegetazione +0 +0

8 BIOSFERA: fauna -1 -1

9 BIOSFERA: ecosistemi -1 -1

10 AMBIENTE UMANO: salute e benessere +0 +0

11 AMBIENTE UMANO: paesaggio +0 +0

12 AMBIENTE UMANO: beni culturali +0 +0

13 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale

(insediamenti umani) -1 -1

14 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) -1 -1

Totale -7 -6

Componente ambientale

Valutazione numerica

(17)

La variazione dell’impatto è in definitiva minima, ridotta ad una unità. Tale risultato è spiegabile dalle seguenti considerazioni.

L’applicazione della normativa di settore, che rientra fra le migliori tecniche disponibili, delle prescrizioni degli atti autorizzativi del progetto vigente, dell’ulteriore normativa di tutela, in particolare, del sistema insediativo e delle mitigazioni adottate in conseguenza della procedura VIA già svolta in passato, determina, in definitiva, degli impatti non significativi dell’intervento e, quindi, punteggi minimi.

La riduzione d’impatto connessa alla realizzazione di un progetto di minore dimensione, in conclusione, non potrà mai essere tale da annullare il modesto impatto negativo individuato.

Per quanto riguarda la componente “ATMOSFERA: aria”, l’unica di cui si è individuata una possibile riduzione d’impatto determinata dalla riduzione della durata della discarica con il progetto alternativo, essa è stata oggetto di uno specifico approfondimento.

Tale valutazione ha utilizzato procedure messe a punto dall’US – EPA (United States Enfironmental Protection AgencY) ed adottate da altri Enti Pubblici (Provincia di Firenze e A.R.P.A.T.). Il metodo, adattato al caso in oggetto, ha quantificato le sorgenti emissive e le attenuazioni attualmente presenti.

Lo studio eseguito ha dimostrato per il progetto presentato, considerando la massima operatività dell’impianto, che non vi sono probabilità di superamento dei limiti normativi in corrispondenza dei ricettori sensibili individuati.

Si conclude che la realizzazione di un progetto di ampliamento con minore capacità di quella prospettata non produce benefici ambientali significativi.

Dal punto di vista economico, vista la complessità del progetto, non conviene realizzare un bacino di discarica di minore capacità. La presenza del vincolo della distanza dalle abitazioni di 200 m comporta il ricorso a volumi consistenti di terreno per il rimbonimento laterale entro la fascia tutelata. La progettazione è stata, quindi, indirizzata al fine di garantire un adeguato utile d’impresa in considerazione degli evidenti costi per l’allestimento del bacino e la gestione dell’opera ed infine, ma non meno importante, permettere alla ditta Postumia una programmazione gestionale a medio termine.

(18)

2.3 MATRICE ACQUA

Atteso che l’area si colloca in alta pianura con un materasso alluvionale indifferenziato e quindi con elevata vulnerabilità dell’acquifero, non è chiaro il motivo per cui l’attuale rete di controllo costituita da 10 piezometri (due a monte e 8 a valle rispetto alla direzione di flusso della falda) venga ridotta di tre unità: vengono aboliti quattro piezometri, sostituiti da uno soltanto.

Si chiede, in primo luogo, di aggiornare il modello di dispersione di eventuali contaminanti già elaborato per il progetto precedente (2012) e, in secondo luogo, di rivedere la distribuzione della rete di monitoraggio e controllo delle acque di falda, anche in relazione alla variabilità della direzione di deflusso documentata alle pagine 38 e 39 della relazione geologica, geotecnica ed idrogeologica allegata all’istanza.

2.3.1 CONFIGURAZIONE DEI PIEZOMETRI

Nella figura seguente è rappresentata la disposizione dei piezometri del progetto autorizzato (blu), quelli eliminati (croce rossa) e quello del nuovo progetto (rosso).

È riportato, inoltre, il sedime del progetto autorizzato e quello del nuovo progetto.

(19)

Quelli con croce rossa, sono stati eliminati dal progetto perché ricadono entro il sedime dell’ampliamento.

Il piezometro P7 era stato realizzato su richiesta della Provincia solo per via dell'aumento volumetrico del primo ampliamento, vedi prot. n. 22503 del 03.03.2011 - Provincia di Treviso – Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale – Ufficio V.I.A. – che faceva richiesta di integrazioni ai sensi dell’art. 26 D. Lgs. 152/06, tra cui la realizzazione di nuovi piezometri: “Tenuto conto dell’aumento di importanza in termini volumetrici e areali della discarica, venga implementato il monitoraggio della falda con almeno ulteriori due pozzi idrogeologicamente a valle.”

Successivamente la Commissione Tecnica Provinciale per la Valutazione di Impatto Ambientale integrata ai sensi dell’art 23 della L.R. 10/99, che assume pertanto le funzioni della Conferenza di Servizi prevista dall’art. 208 D. Lgs. 152/2006, ai fini del rilascio del provvedimento, ha espresso, nella seduta in data 01.12.2011, parere favorevole di

(20)

Compatibilità Ambientale e alla Incidenza Ambientale (VINCA), con prescrizioni tra le quali due riguardavano due nuovi piezometri:

“q) prevedere un piezometro di controllo nelle immediate vicinanze dello scaricatore di fondo e posto idrogeologicamente a valle.”

Il nuovo piezometro fu identificato con il codice P9.

“r) Si prescrive un piezometro, al fine di monitorare le previsioni del modello di ADR, al limite dell’invaso di discarica in direzione di deflusso secondo le indicazioni di input e output della ADR.”

Il nuovo piezometro fu identificato con il codice P10.

Sulla base di questo si ritiene sufficiente integrare l'attuale rete di monitoraggio con il piezometro P11 che va a sostituire il P9 perché verrà realizzato nelle vicinanze dello scaricatore di fondo, e il piezometro P12 che va a sostituire il P10 perché realizzato a valle della discarica lungo la direzione di deflusso della falda e rappresenta il Punto di conformità (POC) a valle della discarica che verrà di seguito utilizzato nell'analisi di rischio.

(21)

Figura 1 planimetria con ubicazione nuovi piezometri in progetto (P11 e P12)

2.3.2 MODELLO DI DISPERSIONE DI EVENTUALI CONTAMINANTI

Si aggiorna il modello di dispersione di eventuali contaminanti contenuti nel percolato che potesse fuoriuscire dal fondo della discarica per filtrazione attraverso lo strato a bassa permeabilità.

Il modello concettuale applicabile al caso in esame vede quindi un fondo omogeneo di discarica con sorgente rappresentata da un battente di percolato pari a 0,5 metri.

L’analisi quindi dovrà stimare l’impatto che la percolazione del refluo in uscita dallo strato a bassa permeabilità al fondo della discarica, attraversando lo strato insaturo di terreno e giungendo in falda, produrrà sulla falda stessa al di sotto del sedime della discarica quindi

(22)

a distanza orizzontale pari a 0 rispetto alla sorgente e ad una distanza di 50 m calcolata come distanza minima tra il sedime dei rifiuti e il confine dell'area di proprietà lungo la direzione di deflusso della falda considerando quindi i fenomeni di diluizione correlati al trasporto in falda.

L’analisi procederà con il determinare:

 Il flusso di percolato in uscita dal fondo della discarica;

 L’azione attenuante data dall’attraversamento dello strato insaturo sotto la discarica (SAM);

 La capacità della falda di diluire il percolato giunto in falda sulla verticale.

 Determinazione della concentrazione attesa sotto la discarica per la falda e confronto con i valori limite previsti dalla norma. L’Allegato A della D.G.R.V. n. 1360 del 30/07/2013, stabilisce infatti che il POC (punto di conformità) deve essere posto immediatamente sotto la potenziale sorgente di contaminazione (discarica) lungo la verticale, ovvero a distanza zero dalla sorgente.

 Determinazione della concentrazione attesa in falda al POC =50 m e confronto con i valori limite previsti dalla norma.

Per l'implementazione dell'analisi di rischio si è utilizzato il foglio di calcolo Leach8 vers. 1 aggiornato al gennaio 2017, sviluppato da Reconnet.

In particolare, lo strumento di calcolo è stato sviluppato facendo riferimento ai “Criteri metodologici per l’analisi assoluta di rischio applicata alle discariche” (ISPRA, 2005).

Inoltre lo strumento di calcolo è stato predisposto in modo da tener conto delle indicazioni contenute nei pareri ISPRA del 16 settembre 2010 (prot. ISPRA n. 30237) e 31 ottobre 2011 (prot. ISPRA n. 36365) redatti nel contesto del tavolo tecnico istituito dalla Regione Veneto con DGRV 1766/2010, coordinato dalla Direzione regionale Ambiente, tra Regione, URPV (Unione regionale delle Province del Veneto) ed ARPAV.

Al termine di questo tavolo tecnico è stata emanata la deliberazione regionale (DGRV) n.

1360 del 30/07/2013

(23)

Come quota piano campagna si è assunta la quota di colmo della discarica di 73 m s.l.m.

Come punto di emissione del percolato si è assunta la quota minima del bacino 36,8 m s.l.m.

L'estensione della discarica lungo la direzione di deflusso della falda e perpendicolamente ad esso sono state misurate considerando l'escursione della falda tra periodi di piena e di magra che determina una variazione della direzione di deflusso. Analizzando i livelli della falda dal 2011 a 2021 e le relative direzioni di deflusso nei periodi di magra e piena le due direzione di deflusso estreme risultano quelle della piena straordinaria del febbraio 2014 e quelle della magra del dicembre 2013.

Come minima soggiacenza della falda si è assunta quota di 33 m s.l.m. (vedi relazione geologica elaborato A02)

Il Valore di permeabilità è quello riscontrato in sito tramite prova Le franc nel piezometro P2 (vedi relazione geologica elaborato A02)

Il gradiente è stabile sia in fase di piena che di magra ed è pari a 0,00112.

Dispersività verticale e spessore miscelazione vengono calcolati dal foglio di calcolo con le seguenti formule:

(24)
(25)

Il software calcola il flusso di percolato in uscita dalla discarica.

(26)

Successivamente calcola come si attenuano le concentrazioni degli elementi del percolato attraversando l'insaturo (SAM). Quando il percolato, attraversati lo strato a bassa permeabilità e lo strato insaturo, raggiunge la falda, si attiva un processo di diluizione (LDF) che dipende da diversi fattori:

 velocità della falda

 spessore della falda dove avviene la miscelazione

ed è direttamente proporzionale alla portata della falda ed inversamente proporzionale al flusso di percolato.

(27)

Infine LF è il fattore complessivo di lisciviazione e diluizione

Si ricorda ora la formula dell’Allegato A della DGRV n. 1360 del 30/07/2013 per la determinazione del fattore complessivo di lisciviazione e diluizione

Dove:

LF = fattore complessivo lisciviazione e diluizione SAM = fattore di attenuazione nel non saturo LDF = fattore di diluizione da parte dell’acquifero

Come da applicazione delle formulazioni dell’Allegato A della D.G.R. n 1360 del 30/07/2013, le concentrazioni in falda, sulla verticale immediatamente di sotto della

“sorgente discarica”, risultano il prodotto del fattore di lisciviazione e diluizione (LF) per la concentrazione stimata nella sorgente percolato e corrispondente alle nuove concentrazioni richieste.

C

acc (acque sotterranee)

= C

acc (discarica)

* LF

(28)

L’applicazione del fattore LF, consente di passare dalla concentrazione potenzialmente in uscita dal fondo della discarica alla concentrazione in falda al di sotto della discarica (POC=0).

Il programma ha poi calcolato le stesse concentrazioni applicando le formule del trasporto in falda (DAF3) al punto di conformità di 50 m distanza minima dal confine del sito:

Le concentrazioni di percolato elaborate sono quelle massime relative alle analisi degli ultimi 3 anni (2019_2021) (vedi ALL.INT6.2: ANALISI DEL PERCOLATO) per quei metalli per i quali le concentrazioni negli ultimi anni risultano sotto limite di rilevabilità strumentale come Arsenico, Cadmio, Cromo e Nichel si sono introdotte le concentrazioni già valutate per il progetto precedente (2012)

L'implementazione evidenzia che non vi è rischio per la falda né appena al di sotto della discarica né a 50 m dal punto di emissione dl percolato, infatti le concentrazioni di percolato attese in falda sono tutte inferiori alle concentrazioni limite ed il rischio per la

(29)

2.4 PROGETTO: RIMBONIMENTO LATERALE E DISPOSIZIONE DEI DRENI

Nel progetto allegato all’istanza ci sono alcune soluzioni tecniche che non sono molto chiare:

1) Non si capisce la geometria e la struttura degli allestimenti della discarica nella zona di raccordo tra rifiuti già abbancati, terreno di rimbonimento e nuovi rifiuti.

La complessità del progetto è dovuta, oltre alla morfologia dei luoghi, alla variazione della normativa in tema di fascia di rispetto dalle abitazioni, che dai 150 m applicato al progetto originario è mutato in 200 m con l’attuale ampliamento.

Ciò comporta che al di fuori della fascia di rispetto dei 200 m il conferimento dei rifiuti in ampliamento sarà in continuità con quello autorizzato.

Entro la fascia dei 200 m può verificarsi la situazione particolare, cui fa riferimento la nota, rappresentata nella sezione tipo della tavola B11BIS, in cui ai rifiuti abbancati con il progetto autorizzato seguono i nuovi terreni per il rimbonimento laterale fino a raggiungere il limite dell’area vincolata e, quindi, i nuovi rifiuti.

Di seguito un estratto della sezione tipo:

(30)

Figura 2: Estratto della sezione tipo della Tavola B11

I terreni per il rimbonimento, in questo caso, sono protetti alla base e al tetto dallo strato di terreno a bassa permeabilità di spessore 50 cm e relativo geotessile.

Per chiarire ulteriormente tale aspetto, alle sezioni trasversale prodotte nuovamente (TAV. B08BIS E TAV.B09BIS) è stato tratteggiato con colorazioni diverse il corpo rifiuti del progetto autorizzato e quello del nuovo progetto.

2) In merito alla disposizione dei dreni alla base del volume dei rifiuti, sembra che si sia passati da un modello con disposizione a spinapesce ad un modello con disposizione a rami perpendicolari al collettore principale.

Il fondo dei due nuovi lotti (nr. 6 e 7) sarà costituito da due piani inclinati verso un punto di maggior depressione dove sarà realizzato l’attraversamento dell’argine di contenimento e

(31)

I piani saranno realizzati applicando una doppia pendenza:

 0,5% perpendicolare al nuovo argine di contenimento

 1% parallela al nuovo argine di contenimento.

Ciò comporta che la massima pendenza si realizzi in direzione intermedia fra le due citate.

L’intenzione del progetto era di disporre le tubazioni fessurate in posizione trasversale rispetto alla direzione di massima pendenza in modo da intercettare il deflusso superficiale.

La disposizione a spina di pesce, a 45°, delle tubazioni fessurate determina la loro collocazione parallela al deflusso superficiale e, venendo meno la sua intercettazione, si concretizza la possibilità di formazione di ristagni nelle fasce fra una condotta e l’altra.

Per mantenere la continuità dell’impostazione del progetto autorizzato si accoglie, tuttavia, tale osservazione disponendo le tubazioni a spina di pesce con angolo a 30° rispetto alla tubazione principale.

Di seguito un estratto della Tav. B06bis, che sostituisce la corrispondente presentata, con la nuova soluzione per il drenaggio del percolato sul fondo.

(32)

Figura 3: Il lotto n. 6 con la nuova disposizione delle tubazioni di drenaggio

3) In merito all’attività R10 ed ai vincoli di distanza per questa lavorazione dai vari punti sensibili, non è chiaro dove essa venga effettivamente eseguita.

Si chiede pertanto di presentare documentazione integrativa che chiarisca i punti suddetti.

Per chiarire tale punto si riproduce un estratto della Tav. B05bis, che sostituisce la corrispondente presentata, depurata degli elementi grafici che interferiscono con il tema in questione.

Nell’estratto è mantenuto visibile, quindi, solo il tratteggio dove è operato il riporto di terreno associato all’operazione R10.

(33)

Figura 4: Estratto della Tav. B05bis con riportato solo i tratteggi del riporto dei terreni.

L’operazione R10 è effettuata entro la fascia di rispetto di 200 m dalle abitazioni al fine di conformare il bacino di ampliamento (tratteggio celeste). Tale operazione è svolta anche in zone esterne al vincolo al fine di costituire le scarpate a 25° (tratteggio celeste intenso).

Poiché il nuovo progetto rivede le quote finali al fine di creare una morfologia uniforme, il riporto riguarderà, in limitate zone, le aree del corpo rifiuti autorizzato.

Si tratta di una fascia compresa tra le quote finali dei rifiuti del progetto autorizzato e la base della copertura finale prevista dal progetto di ampliamento.

(34)

2.5 RICHIESTA DEL COMUNE DI ISTRANA: ATTIVITÀ DI CONTROLLO

Siano fornite le integrazioni indicate nella nota dal COMUNE DI ISTRANA pervenuta in data 25 giugno 2020 (prot. Prov. n. 32679).

“Considerato, per le eventuali emissioni odorigene la direzione dominante del vento dalla discarica in parola verso il territorio di Istrana, nonché la direzione della falda entrante nel territorio di Istrana, si chiede che alla scrivente amministrazione siano inviati, sulla base della periodicità concordata con le autorità preposte, sia in fase di gestione operativa che post-operativa, i rapporti delle attività manutentive e di controllo svolte dalla gestore del sito di discarica, come riportato nei relativi piani.

Preso atto che dall’analisi del fattore viabilità di cui alla valutazione degli impatti redatta dal tecnico, il movimento dei mezzi si manterrà con i livelli attuali, non si evidenziando situazioni di criticità.”

I rapporti delle attività di controllo inviati alla Provincia di Treviso saranno inviati per conoscenza anche al Comune di Istrana.

(35)

3 RICHIESTA INTEGRAZIONI A SEGUITO DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 25/06/2020

3.1 PIANO RIFIUTI

1. di rappresentare negli elaborati grafici i limiti di cui al Piano Rifiuti relativi alle distanze dalle abitazioni: 100 m, 150 m, 200 m (in raffronto a quanto riportato nel verbale della conferenza – punto g) qui sopra riportato).

Nelle nuove planimetrie prodotte (TAV. B05 BIS,TAV. B06BIS,TAV. B07BIS) sono riportati i limiti citati.

3.2 DATI DIMENSIONI AUTORIZZATI

2. di descrivere in modo completo lo stato autorizzato con i dati corretti ed essenziali relativamente anche alle superfici, integrando la relazione tecnica con una tabella riassuntiva dei dati dimensionali autorizzati collaudati: superficie finale, volumi autorizzati, riferiti al netto di tutti provvedimenti autorizzatori. Tali dati dovranno essere messi a confronto con i dati relativi all'ampliamento.

Nella nuova relazione tecnico descrittiva aggiornata (A01TER), è stato inserito un nuovo paragrafo, il 6.5, con riportata la tabella con i dati principali di raffronto fra il progetto autorizzato ed il nuovo ampliamento.

3.3 STOCCAGGIO PERCOLATO

3. di presentare una specifica valutazione sulla necessità di ampliare lo stoccaggio del percolato in base all'ampliamento del fronte di discarica e dei lotti aperti. Deve anche essere descritto correttamente l'attuale stoccaggio e la capacità delle cisterne, in quanto nella relazione tecnica appare errato.

Allo stato attuale, come da progetto autorizzato, lo stoccaggio del percolato consta di due vasche monoblocco in calcestruzzo armato da 30 m3 e due cisterne verticali da 60 m3. La raccolta del percolato è, quindi, organizzata per lotti in base al seguente schema:

(36)

 Vasca 1 cap. 30 m3  lotto 5

 Vasca 2 cap. 30 m3  lotti 1 – 2 – 3

 Cisterna 3 cap. 60 m3  lotti 1 – 2 – 3

 Cisterna 4 cap. 60 m3  lotto 4

La capacità di stoccaggio complessivo è di 180 m3.

Di seguito un estratto dell’elaborato del progetto autorizzato con l’ubicazione dei sistemi di contenimento citati.

Si fa presente che il progetto originario prevedeva l’installazione di nr. 3 cisterne da 30 m3: con le seguenti funzioni:

 Cisterna 3 (nuova) cap. 30 m3  lotti 1 – 2 – 3

 Cisterna 4 (nuova) cap. 30 m3  lotto 4

 Cisterna 5 (nuova) cap. 30 m3  riserva

In corso di allestimento tale disposizione è mutata in favore di nr. 2 cisterne da 60 m3. È stata eliminata la cisterna nr. 5 di riserva, compensata dal raddoppio della capacità delle due cisterne rimanenti. Nel suo complesso lo stoccaggio incrementava da 150 m3 a 180 m3.

La disposizione del progetto di ampliamento mantiene tale disposizione integrandola con

(37)

Lo stoccaggio del percolato non avviene più per lotti, tuttavia con l’inserimento dei pozzetti prima dello scarico, prescritti dalle presenti integrazioni, nella vasca permette il controllo separato dei reflui almeno per gli ultimi 4 lotti (4, 5, 6, 7).

È mantenuta la capacità di stoccaggio complessiva di 180 m3 che si è dimostrata, nella passata gestione, più che sufficiente a gestire i flussi che si sono verificati. Si specifica che durante la gestione si cercherà come sempre di limitare, per quanto possibile il fronte aperto. La tipologia dei rifiuti conferiti, si specifica, è in genere particolarmente porosa determinando un rilascio del percolato assorbito molto lento. Il refluo prodotto è poi carico della componente solida, da qui l’esigenza di inserire la vasca di accumulo e sedimentazione.

Un eventuale incremento dei sistemi di stoccaggio potrà essere valutato con l’avanzamento della gestione sulla base di riscontri oggettivi.

È da evidenziare che i tubi di scarico sono dotati di serranda di chiusura, che permettono eventualmente di interrompere i flussi, qualora fosse necessario.

(38)

3.4 POZZETTI ISPEZIONE PERCOLATO

4. di valutare l'inserimento di pozzetti di ispezione prima del conferimento del percolato nella vasca di sedimentazione per poter analizzare il percolato da ciascun lotto di provenienza.

Si inseriscono, come richiesto, i pozzetti di ispezione prima del conferimento del percolato nella vasca di sedimentazione. I pozzetti saranno 5:

 uno per ogni arrivo delle condotte relative ai lotti 4, 5, 6 e 7;

 uno per l’arrivo della condotta comune dei lotti 1, 2 e 3.

I pozzetti avranno la funzione di:

controllo dei reflui prodotti dalla discarica ed anche di protezione della valvola di chiusura delle condotte.

3.5 SCHIACCIAMENTO TUBAZIONI PERCOLATO PROVENIENTI DAI LOTTI ESISTENTI

5. di inserire nella valutazione sullo schiacciamento delle tubazioni del percolato un paragrafo che valuti anche lo schiacciamento delle tubazioni provenienti dai lotti esistenti.

Con le presenti integrazione si adotta la soluzione di incamiciare il prolungamento delle tubazioni in HDPE, diam. 400 mm, interrate provenienti dai lotti esistenti con tubazione in C.A.V. diam. 600 mm. Si adotta, quindi la stessa impostazione delle condotte che attraversano l’argine di contenimento.

Tale accorgimento, esclude ogni possibilità di schiacciamento, come illustrato nelle verifiche prodotto in allegato A01TER.4, alla relazione tecnico descrittiva aggiornata.

L’elaborazione dimostra, inoltre, che i cedimenti calcolati sono dell’ordine dei 3 cm e minori sono quelli differenziali. Ciò determina che l’entità del movimento verticale della tubazione non influisce in modo significativo sulla pendenze assegnate, quindi, sulla loro capacità di drenaggio.

(39)

3.6 DETTAGLI IN MERITO A COLLEGAMENTI E GIUNTURE NELLE TUBAZIONI

6. di dettagliare i collegamenti e le giunture nelle tubazioni del percolato al fine di scongiurare il pericolo di “trafilazione” del percolato.

Si produce in allegato il grafico B10BIS, in sostituzione del corrispondente presentato, aggiornato con ulteriori dettagli.

Si descrivono di seguito i punti di giuntura.

 Tubazione dei lotti 6 e 7 che si inserisce nell’argine di contenimento

Figura 5: Estratto B10bis – Punto di inserimento della tubazione HDPE nell’argine.

Alla tubazione in HDPE è saldata una flangia, sempre in HDPE, a sua volta bullonata alla testa del tubo in C.A.V. Nell’intercapedine fra le due tubazione è gettato magrone e all’esterno il tutto è ricoperto da calcestruzzo.

(40)

 Punto di scarico di tutte le tubazione prima dell’invio alla vasca di accumulo e sedimentazione

Figura 6: Estratto B10bis – Punto di scarico della tubazione in HDPE

Alla tubazione in HDPE è saldata una flangia, sempre in HDPE, a sua volta bullonata alla parte del pozzetto in C.A.V. Nell’intercapedine fra le due tubazione.

(41)

 Collegamento alla tubazioni esistenti in uscita (lotti 1, 2, 3, 4 e 5) dall’attuale argine di contenimento per loro prosecuzione fino alla vasca di accumulo e sedimentazione

Figura 7: Estratto B10bis – Allaccio alle tubazioni di scarico dai lotti 1 5

L’attuale collegamento allo stoccaggio esistente è eliminato, quindi, il pozzetto di sollevamento asportato. La tubazione è fatta proseguire con altre saldature applicando sempre la tubazione camicia in C.A.V.

(42)

3.7 DOCUMENTI DI ACQUISIZIONE MAPPALE 562

7. di inoltrare i documenti di acquisizione del mappale (562) e di trasmettere le visure catastali dei mappali coinvolti datate almeno al 2019.

Vedi allegati A01TER.2 alla relazione tecnico descrittiva aggiornata A01TER dove si riportano le visure catastali dei mappali n. 560, 561 e 562. Si specifica che il Catasto non ha ancora aggiornato l’intestatario dei mappali in oggetto.

3.8 INTERAZIONE TRA CAVA ATTIVA E AMPLIAMENTO

8. di indicare con maggiore chiarezza quali percorsi amministrativi e tecnici intende proporre/seguire relativamente l'interazione tra l'esistente cava attiva e il proposto ampliamento. Di precisare, anche con eventuali ulteriori verifiche di campo, se il ripristino della cava possegga le caratteristiche della barriera di fondo. Inoltre, si specifichino le caratteristiche ambientali delle terre del fondo da utilizzarsi per l'approntamento (se colonna A, B della tabella 1 allegato 5 parte IV titolo V del D,Lgs. 152/2006 ed eventuali correlazioni con il test di cessione secondo metodica del DM 05/02/1998 con limiti della tabella 2 allegato 5 parte IV titolo V del D. Lgs. 152/2006).

L’aspetto relativo a “l'interazione tra l'esistente cava attiva e il proposto ampliamento.” è stato risolto rimodellando la discarica nel vertice Nord in modo da isolare un’ultima porzione di cava oggetto di escavazione. L’argine di contenimento, presente inizialmente solo lungo il lato Est, è stato fatto continuare e deviare sul lato Nord in modo da arretrare il bacino di discarica di 10 m dal piede della scarpata oggetto di estrazione futura.

Per rafforzare la separazione delle due attività, di cava e di discarica, sarà realizzata una recinzione di separazione con due ingressi in corrispondenza dell’area stoccaggio del percolato. La recinzione sarà di tipo rimovibile in modo da consentire un’agevole manutenzione dei luoghi ed in particolare lo sfalcio dell’erba.

Le terre sul fondo per la sagomatura del bacino rispondono alle caratteristiche del ripristino ambientale della cava e rispettano pertanto i limiti di colonna A .

Per gli aspetti geotecnici si rimanda all’allegato alla relazione tecnica A01 (prima versione) allegato A01.3 prove geotecniche.

(43)

In ogni caso saranno in sede di inizio lavori, le terre argillose presenti saranno riverificate sia sotto l’aspetto chimico che geotecnico secondo le disposizioni del direttore lavori e del collaudatore.

3.9 AGGIORNAMENTO SEZIONI

9. di aggiornare le sezioni in modo tale che siano chiaramente distinguibili tutti gli strati sezione per sezione facendo riferimento anche agli strati autorizzati e collaudati.

Le sezioni prodotte negli elaborati presentati contengono i seguenti profili:

 Profili stato autorizzato

 Tetto allestimento del bacino e altre opere

 Sistemazione finale: tetto copertura

 Profili stato di progetto

 Base barriera di fondo

 Tetto allestimento del bacino e altre opere

 Sistemazione finale: tetto copertura

 Sistemazione finale: tetto rifiuti

Con le presenti integrazioni si ripresentano le sezioni (TAV. B08BIS E TAV. B09BIS) con inserito l’ulteriore profilo: “Sistemazione finale: tetto rifiuti”.

Si completano, quindi, tutte le discontinuità presenti nel progetto autorizzato e nel nuovo progetto.

Per chiarire ulteriormente i rapporto fra le due situazioni, alle sezioni trasversale prodotte nuovamente è stato tratteggiato con colorazioni diverse il corpo rifiuti dello stato autorizzato e dello stato di progetto.

(44)

3.10 SPECIFICHE TECNICHE MATERIALI

10. di produrre una versione aggiornata delle specifiche tecniche dei materiali utilizzati del progetto del 2012, anche in base alle prescrizioni dei provvedimenti più recenti.

Nella nuova versione della relazione (A01TER RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA) sono descritti in dettaglio, al paragrafo 4.4.1, i materiali che costituiscono il capping.

Il geodreno per il capping in scarpata, così come tutti gli altri materiali in fornitura, dovrà essere accettato dalla direzione lavori e contro accettato dal collaudatore.

3.11 ARGINE DI SEPARAZIONE LOTTI

11. di valutare l'inserimento negli elaborati di progetto di un setto di separazione tra i due nuovi lotti, in modo tale da avere due vasche funzionalmente separate.

Si recepisce l’osservazione inserendo un argine in terreno a bassa permeabilità di altezza 1,5 m dal tetto della barriera impermeabile di fondo e, quindi, 1 m dal piano di posa rifiuti.

3.12 TUBAZIONI PERCOLATO

12. di disporre le tubazioni del percolato a spina di pesce, prevedendo l'utilizzo di tubi fessurati.

Si recepisce tale prescrizione. Le tubazioni saranno disposte a spina di pesce come descritto al punto 2.4.

3.13 DISCONTINUITÀ DELLE BARRIERE

13. di revisionare il progetto affinché i livelli costituiti da geosintetici, con particolare riferimento alle interazioni tra l'approntamento dell'invaso e del capping ai punti di raccordo, non si sovrappongano/colleghino determinando delle vie preferenziali di infiltrazione delle acque meteoriche ovvero si vanifichi l'effetto impermeabilizzante degli strati minerali.

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