Progetto realizzato nell'ambito dell'accordo di Programma per lo Sviluppo Economico e la Competitività
ANALISI CONGIUNTURALE SULL’AGRICOLTURA LOMBARDA
L’andamento del settore nel 1° semestre 2020
in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura
INDICE
1. IN EVIDENZA ... 3
2. LE PRINCIPALI TENDENZE DEL SEMESTRE ... 4
3. LE ANALISI SETTORIALI ... 17
3.1 Lattiero-caseario ... 17
3.2 Carni bovine ... 25
3.3 Carni suine ... 28
3.4 Cereali ... 31
3.5 Vino ... 35
4. LA DEMOGRAFIA D’IMPRESA ... 39
5. APPENDICE STATISTICA ... 42
Il rapporto è stato realizzato con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano (Gruppo di lavoro: Chiara Mazzocchi, Stefano Corsi, Guido Sali).
Si ringraziano Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Crefis – Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili e Consorzio Grana Padano per la gentile
fornitura delle informazioni.
NOTA PER GLI UTILIZZATORI
I dati del presente rapporto provengono da elaborazioni fatte da Unioncamere Lombardia su dati di varie fonti (Agea, Clal, Consorzio Grana Padano, Consorzio Parmigiano Reggiano, Crefis, CCIAA Milano Monza Brianza Lodi, Eurostat, Infocamere, Istat, Ismea) e sono protetti da licenza “Creative Commons”.
Dati, grafici ed elaborazioni possono essere utilizzati liberamente SOLO A CONDIZIONE di citare correttamente la fonte nel seguente modo "Fonte: Elaborazioni di Unioncamere Lombardia su dati ……... ” (inserire qui la fonte) oppure riportare “Fonte: Elaborazioni di Unioncamere Lombardia su fonti varie” e il riferimento alla licenza “Creative Commons”.
1. IN EVIDENZA
PIL e valore aggiunto agricoltura, Italia
Elaborazioni Unioncamere Lombardia su dati ISTAT, 2010=100
Produzione dell’industria alimentare lombarda
Unioncamere Lombardia, 2010=100 Esportazioni agro-alimentari lombarde
Elaborazioni Unioncamere Lombardia su dati Istat, 2010=100
Prezzi agricoli alla produzione
Ismea, 2010=100
Redditività imprese panel Unioncamere Lombardia
Panel Unioncamere Lombardia
Fatturato imprese panel Unioncamere Lombardia
Panel Unioncamere Lombardia
PIL Valore aggiunto
agricoltura
80 85 90 95 100 105 110
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Industria totale
Industria alimentare
85 90 95 100 105 110 115
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Export agroalimentare
Export complessivo
80 90 100 110 120 130 140 150 160 170
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Totale
Coltivazioni
Zootecnia 90
100 110 120 130 140 150
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
-0,07
-0,20 -0,28
-0,18
-0,04 0,05
-0,02
0,06
0,00
-0,20 0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Molto positivo Positivo Normale Negativo Molto negativo Indice sintetico
0,12
-0,37 -0,19
-0,29
0,23 0,28
-0,02 0,09
0,01 0,14
-0,08
-0,35 0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Aumentato Uguale Diminuito Indice sintetico
2. LE PRINCIPALI TENDENZE DEL SEMESTRE
L’andamento economico del settore agroalimentare lombardo nel primo semestre 2020 è stato fortemente influenzato dalle peculiari condizioni socioeconomiche dovute all’emergenza Covid-19.
Nell’analisi e nel commento dei dati non si può prescindere dalla situazione di assoluta eccezionalità che il nostro Paese ha attraversato nel primo semestre di quest’anno, con differenze anche notevoli tra i primi due mesi, che erano lo specchio fedele della situazione economica dei diversi comparti agro- alimentari lombardi e che avrebbero potuto, come sempre, fungere da modello per le tendenze a breve termine del settore, e i quattro mesi successivi, che mostrano risultati e tendenze in gran parte legati alla situazione lockdown e post-lockdown. La particolare congiuntura socioeconomica in cui si trova l’economia italiana e mondiale verrà debitamente considerata nella successiva trattazione dei dati.
Da questa premessa si può partire per affermare che l’andamento economico dell’agricoltura lombarda del primo semestre 2020 mostra risposte differenti nei diversi comparti: mentre il settore suinicolo, che partiva da una situazione congiunturale positiva, è decisamente stato penalizzato durante il periodo di lockdown, così come il comparto delle carni bovine, l’orticolo industriale e le uova sembrano invece essere stati avvantaggiati dalla situazione e hanno migliorato le proprie performance. Per quanto riguarda il settore cerealicolo, le produzioni di riso e triticale sono rimaste stabili, se non addirittura leggermente aumentate, mentre altri cereali, hanno subito una flessione delle produzioni, più consistente per frumento duro e tenero, prevalentemente a causa di una diminuzione delle superfici, a fronte di rese stabili rispetto all’anno precedente. Il mais sembra avere prospettive favorevoli circa le produzioni dell’annata in corso, in quanto il clima è stato particolarmente buono, contrariamente a quanto accaduto nel 2019.
Il settore lattiero-caseario ha invece risentito della situazione di emergenza, non tanto per problemi legati alla produzione, quanto per la chiusura del canale Horeca che ha prodotto una contrazione della domanda di latte e formaggi freschi. Inoltre, gli acquirenti nel canale GDO si sono orientati verso prodotti stagionati e a lunga conservazione, probabilmente a causa delle restrizioni relative alle limitate possibilità di movimento della popolazione durante il periodo di lockdown. In sostanza, i cambiamenti delle abitudini di acquisto e consumo hanno favorito alcuni settori e ne hanno penalizzati altri, come descritto in dettaglio nella parte 3.
Gli indici sintetici ottenuti dalle interviste ai testimoni privilegiati del panel Unioncamere Lombardia hanno sottolineato le diversità di performance nei diversi comparti, con una tendenza negativa complessiva, data dalla media tra i settori. Alcune variabili analizzate sono poi risultate decisamente stabili, come le spese relative ai mezzi di produzione.
Tabella 1: PIL e valore aggiunto dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (variazioni trimestrali tendenziali, valori concatenati destagionalizzati con anno di riferimento 2015), Italia
1°
2018 2°
2018 3°
2018 4°
2018 1°
2019 2°
2019 3°
2019 4°
2019 1°
2020 2°
2020
PIL 1,3 0,9 0,4 0,1 0,3 0,4 0,5 0,1 -5,6 -17,7
Valore aggiunto
agricoltura -0,1 0,2 5,0 1,5 -0,7 -1,0 -4,1 -0,5 -2,3 -4,9
Fonte: Istat
Per quanto riguarda i dati aggregati (Tabella 1), si registra il calo del valore aggiunto agricolo del primo trimestre (-2.3%) che ha contribuito, insieme agli altri settori economici, a portare il PIL in territorio negativo (-5.6%), dopo un 2019 che aveva fatto sperare in un lento miglioramento e assicurando una certa stabilità del sistema. Il PIL nel secondo trimestre continua il trend decisamente negativo del primo, con un calo consistente, attestandosi a -17.7%. Tuttavia, nonostante si registri anche un peggioramento del valore aggiunto agricolo, con -4.9% nel secondo trimestre, rispetto agli altri settori quello primario contribuisce molto meno al risultato negativo del PIL. In sintesi, il settore agricolo ha subito un calo più contenuto rispetto all’intero PIL, confermandosi settore anticiclico anche in occasione dello shock derivante dalla chiusura delle attività produttive nei mesi di marzo e aprile.
Tabella 2: Export per categoria merceologica (valori in Euro e variazioni tendenziali), Lombardia e Italia
PRODOTTO (Ateco 2007)
Lombardia Italia
Valore (€) Var. % Var. %
Gen-Giu
2020 Gen-Giu
2020 Anno
2019 Gen-Giu 2020
Agricoltura, silvicoltura e pesca 239.663.282 -0,2 8,3 1,1
- Prodotti di colture agricole non permanenti 149.216.548 5,6 11,4 4,7
- Prodotti di colture permanenti 65.167.924 -0,6 5,9 5,2
- Piante vive 9.890.144 -44,4 3,2 -12,9
- Animali vivi e prodotti di origine animale 6.733.732 -5,4 -9,3 -19,2
- Prodotti della silvicoltura 3.749.867 -7,3 31,9 -7,5
- Prodotti della pesca e dell'acquacoltura 4.905.067 15,2 -4,4 -8,9 Industria alimentare e delle bevande 3.181.870.394 2,0 6,2 2,9
- Carne lavorata e conservata 397.682.818 10,2 5,6 -0,7
- Pesce, crostacei e molluschi 103.848.983 10,4 -0,6 4,3
- Frutta e ortaggi lavorati e conservati 109.545.040 4,4 6,1 6,0
- Oli e grassi vegetali e animali 67.100.045 2,1 8,9 5,3
- Prodotti delle industrie lattiero-casearie 673.139.868 0,8 10,4 0,8 - Granaglie, amidi e di prodotti amidacei 219.024.241 14,4 0,6 8,7
- Prodotti da forno e farinacei 324.679.957 7,1 -2,6 15,6
- Altri prodotti alimentari 694.948.176 0,9 8,5 3,1
- Prodotti per l'alimentazione degli animali 66.046.913 6,6 5,5 11,3
- Bevande 525.854.353 -9,4 6,8 -4,5
Esportazioni agroalimentari 3.421.533.676 1,8 6,3 2,6
Esportazioni complessive 53.912.473.926 -15,3 0,0 -15,3
Fonte: Istat
I dati sul commercio estero mostrano che le esportazioni agroalimentari lombarde continuano a crescere seppur meno velocemente rispetto alla dinamica positiva che aveva caratterizzato il 2019, consolidando così i livelli raggiunti. Nonostante il lockdown del periodo di marzo e aprile 2020, il primo semestre 2020 fa segnare un +1.8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando la crescita dell’agroalimentare lombardo, a fronte di valori fortemente negativi sull’export lombardo complessivo (-15.3%). In Lombardia è l’industria alimentare a trainare il comparto per quanto riguarda le esportazioni del primo semestre, con una performance positiva di +2% a fronte di un risultato negativo dell’agricoltura, -0.2%, sempre relativamente all’andamento tendenziale. In Italia, invece, sebbene sia l’industria agroalimentare a registrare un andamento tendenziale migliore, +2.9%, anche l’agricoltura chiude abbastanza bene il primo semestre, con +1.1%.
Per quanto riguarda il comparto agricolo, in valore percentuale sono le Piante vive a registrare il risultato peggiore in assoluto (-44%). La flessione dello -0.6% relativo ai prodotti delle colture permanenti può far preoccupare e riflette l’emergenza sanitaria e la chiusura dei mercati esteri nel periodo di lockdown. Positivi invece i risultati lombardi dei Prodotti di colture agricole non permanenti (+5.6%).
Per quanto concerne le esportazioni, il settore agroalimentare risulta anche in periodo di pandemia uno dei più resilienti dell’economia italiana, con performance molto migliori della media dell’export complessivo, che registra un andamento tendenziale negativo del -15.3% confrontabile con un +2.6 per le esportazioni del settore agro-alimentare.
Tabella 3: Export agroalimentare (valori in Euro e variazioni tendenziali), province lombarde Valore (€) Var. %
Gen-Giu
2020 Gen-Giu
2020 Anno 2019
Milano 825.365.354 -2,3 7,8
Bergamo 489.484.003 -2,1 13,1
Mantova 382.026.345 15,0 1,9
Cremona 310.357.592 0,1 11,4
Brescia 309.483.832 -2,9 3,9
Pavia 241.130.863 7,3 8,0
Varese 213.129.883 12,3 -1,4
Como 204.526.604 -3,8 4,2
Lodi 196.237.364 8,5 -0,3
Lecco 135.852.496 5,5 7,1
Monza e della Brianza 72.851.597 -0,7 1,1
Sondrio 41.087.743 -7,0 -2,1
Lombardia 3.421.533.676 1,8 6,3
Fonte: Istat
L‘analisi del dato delle esportazioni agroalimentari lombarde a livello provinciale segnala i buoni risultati delle province di Mantova e Varese (+15.0%; +12.3%); Milano e Bergamo, le province più importanti in valore assoluto per l’export, registrano invece una tendenza negativa (-2.3%; -2.1%).
Grafico 4: Spesa per i consumi delle famiglie (numeri indice 2010=100, valori trimestrali destagionalizzati concatenati con anno di riferimento 2015), Italia
Fonte: Istat, (a) dati provvisori
Tabella 5: Valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio (variazioni congiunturali mensili e trimestrali, dati destagionalizzati a prezzi concatenati), Italia
4°
2019 Gen
2020 Feb
2020 Mar
2020 1°
2020 Apr
2020 Mag
2020 Giu
2020 2°
2020 - Vendite
alimentari 0,3 1,0 1,5 0,7 2,2 -0,1 -1,1 -0,6 -0,1
- Vendite non
alimentari -0,3 -0,6 0,4 -37,6 -12,5 -24,0 65,3 24,4 -14,8
Totale vendite 0,0 0,1 0,9 -21,0 -6,2 -10,7 24,0 12,1 -7,9
Fonte: Istat 90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
totale consumi alimentari e bevande non alcoliche alcolici e tabacco alberghi e ristoranti
Grafico 6: Vendite alimentari e non alimentari del commercio fisso al dettaglio (numeri indice grezzi, 2015=100), Italia
Fonte: Istat, (a) dati provvisori
I dati Istat in Tabella 5 e Grafico 6 testimoniano, a livello nazionale, l’influenza dell’emergenza sanitaria sul commercio al dettaglio, alimentare e non. Infatti, per quanto riguarda il commercio alimentare, se nel primo trimestre si registrano le crescite positive di gennaio e febbraio, che si attestano rispettivamente a +1% e +1.5%, già da marzo la crescita si dimostra più contenuta, per poi diventare negativa nel secondo trimestre, registrando il picco negativo a maggio (-1.1%), mentre a giugno si ha un rallentamento del calo rispetto al mese precedente (-0.6%), che fa sperare in una definitiva risalita dei consumi alimentari nel terzo trimestre 2020. A fine secondo trimestre 2020 dunque, la situazione è una tendenza negativa (-0.1%), anche se contenuta, grazie ai discreti risultati del primo trimestre (2.2%).
Interessante anche il commercio al dettaglio del settore non alimentare, che ha visto una drastica frenata dei consumi nel mese di marzo (-37%) e aprile (-24%), compensata poi da un’impennata dei valori in maggio (65.3%) e giugno (24.4%), in occasione della riapertura di molti esercizi commerciali e del contestuale aumento della fiducia da parte dei consumatori, confortati dalla possibilità di un (seppur lento) ritorno alla normalità. Resta tuttavia negativo il risultato delle vendite del settore non alimentare (-14.8%), mentre il commercio alimentare, riguardando beni primari, ha comunque retto lo stress economico. Inoltre, in alcuni settori dell’agroalimentare lombardo le aziende hanno registrato un aumento delle vendite spinto dalla situazione di forzato immobilismo che ha portato milioni di italiani a trascorrere le giornate a casa, quindi anche ad aumentare i consumi presso la propria abitazione, il che ha stimolato la domanda di prodotti alimentari.
40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio(a) Febbraio(a) Marzo(a) Aprile(a) Maggio(a) Giugno(a)
2019 2020
Vendite alimentari Vendite non alimentari
La spesa delle famiglie per i prodotti agroalimentari, rilevata dall’indagine Ismea-Nielsen (2020)1, indica nel primo trimestre 2020 una spinta al consumo di beni alimentari per le famiglie, che fa registrare un +18% nel mese di marzo. In particolare, sono i prodotti di largo consumo confezionati (+9.7%) ad essere acquistati maggiormente nelle prime settimane d’emergenza, dato confermato dalle aziende del Panel Unioncamere Lombardia interessate al settore delle colture industriali destinate alle conserve in scatola. Interessante anche il dato della crescita dei prodotti freschi sfusi (+9%) e in particolare delle uova, che fanno registrare un +14.1% del primo trimestre 2020 in rapporto allo stesso trimestre dell’anno scorso: infatti, nelle prime settimane di lockdown, anche questo prodotto alimentare è stato preferito negli acquisti dei consumatori. Andamento positivo anche per la spesa per olii e grassi vegetali (+8.1%) e per ortaggi (+7.9%).
Le spese per Vini e spumanti invece, sono diminuite, facendo registrare un -4.2% sul trimestre dell’anno scorso, il che rende questo comparto il fanalino di coda nella spesa delle famiglie nella prima parte del 2020.
Tabella 7: Dinamica dell’indice dei prezzi agricoli alla produzione (variazione trimestrale congiunturale e tendenziale, serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
1° 20 2° 20
/4° 19 /1° 19 /1° 20 /2° 19 Totale prodotti
agricoli -2,1 -1,3 -6,7 -0,9
- Coltivazioni
agricole -1,1 -4,1 -3,1 8,0
- Prodotti
zootecnici -3,6 2,6 -9,4 -9,6
Fonte: ISMEA
Il grafico dei prezzi agricoli alla produzione (qui sopra) e la tabella 7, evidenziano una generale decisa flessione nel secondo trimestre 2020 in termini congiunturali per i prodotti agricoli (-6.7%), con il comparto zootecnico che mostra le performance peggiori (-9.4%), rispetto alle coltivazioni (-3.1%).
Infatti, come si vedrà in seguito, sono proprio gli allevamenti da carne e da latte e le relative filiere produttive, ad avere sofferto maggiormente in questo semestre, mentre le coltivazioni mostrano quotazioni comunque superiori rispetto allo stesso periodo del 2019.
Se si considera la disaggregazione dell’indice dei prezzi Ismea per singolo prodotto (tabella 53 dell’Appendice Statistica), si può osservare che da gennaio a giugno 2020, gli aumenti più significativi dell’indice nel primo semestre 2020 si registrano per frumento duro (+11.5%), riso (+13.7%), semi oleosi (+8%) e colture industriali (+1.5%). Sul fronte opposto, si acuisce la diminuzione delle
1 Consumi alimentari. I consumi domestici delle famiglie italiane, Report numero 3 (2020).
Available at: http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/serveblob.php/l/it/idpagina/10463
Totale
Coltivazioni
Zootecnia 90
100 110 120 130 140 150
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
quotazioni delle carni, con una performance estremamente negativa data dal comparto dei suini che, sempre considerando le variazioni dell’indice dei prezzi da gennaio a giugno 2020, fa registrare una contrazione di -39.9%, seguito dai cunicoli, con -33.4%, e dagli ovicaprini, -16%. Il trend negativo è costante sia nel primo che nel secondo trimestre. Significative anche le contrazioni dell’indice dei prezzi dal mese di gennaio a quello di giugno del settore lattiero-caseario (-7.7%), con i formaggi duri, come Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che mostrano il dato peggiore, -12.2%, dato probabilmente derivante dalla contrazione della domanda da parte del canale Horeca. Il Burro continua la tendenza negativa degli anni recenti, con un -11.2%, accompagnato anche da Latte e crema freschi, scarsamente acquistati in tempi di lockdown ma con un’offerta produttiva invariata, che ha probabilmente contribuito al calo delle quotazioni.
Tabella 8: Dinamica dell’indice dei costi dei mezzi di produzione in agricoltura (variazione trimestrale congiunturale e tendenziale, serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
1° 20 2° 20
/4° 19 /1° 19 /1° 20 /2° 19 Totale prodotti
agricoli 0,8 -1,0 -2,1 -3,8
- Coltivazioni
agricole -0,4 -0,7 -2,9 -4,1
- Prodotti
zootecnici 1,9 -1,3 -1,4 -3,6
Fonte: ISMEA
Sul fronte dei costi di produzione nel primo semestre 2020 si registra una tendenza alla diminuzione dei prezzi per l’acquisto dei mezzi di produzione in entrambi i trimestri, sia in termini congiunturali che tendenziali. In termini tendenziali si registra una diminuzione dei costi, sia per gli input per la zootecnia che per le coltivazioni, diminuzione da imputarsi in prevalenza al calo del prezzo dei carburanti e dell’energia elettrica (Tabella 9).
Totale Coltivazioni
Zootecnia 100
102 104 106 108 110 112 114
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
Tabella 9: Dinamica dell’indice dei costi dei principali input produttivi in agricoltura (variazione trimestrale congiunturale e tendenziale, 2010=100), Italia
1° 20 2° 20
/4° 19 /1° 19 /1° 20 /2° 19 Totale prodotti agricoli 0,8 -1,0 -2,1 -3,8
- Sementi e piantine 0,0 0,3 0,7 0,8
- Fertilizzanti -0,4 -1,4 0,3 -0,9
- Fitosanitari 0,0 -0,3 0,1 0,0
- Prodotti energetici -0,5 -5,0 -15,1 -19,9 - Animali da allevamento 8,1 7,5 -4,4 -3,8
- Mangimi 0,1 -4,0 1,0 -1,9
- Salari 0,0 1,2 0,0 0,0
- Servizi agricoli 0,4 -8,8 0,6 -8,1
- Altri beni e servizi 0,0 2,3 4,4 6,7
Fonte: ISMEA
Tabella 10: Dinamica dell’indice della ragione di scambio (variazione trimestrale congiunturale e tendenziale, 2010=100), Italia
Fonte: ISMEA
1° 20 2° 20
/4° 19 /1° 19 /1° 20 /2° 19 Totale prodotti agricoli -2,9 -0,2 -4,7 3,1 - Coltivazioni agricole -0,7 -3,5 -0,2 12,6
- Prodotti zootecnici -5,4 4,0 -8,2 -6,2
Grafico 11: Dinamica dell’indice della ragione di scambio (serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
Fonte: ISMEA
I dati raccolti dall’indagine sul settore manifatturiero svolta da Unioncamere Lombardia indicano già nel primo trimestre 2020 una battuta d’arresto per l’industria alimentare lombarda nella crescita del fatturato (-0,4), che peggiora ulteriormente nel secondo trimestre (-8.7). Anche produzione e ordini interni peggiorano, invertendo il trend positivo del 2019. La produzione fa registrare -1.4 nel primo trimestre e -5.7 nel secondo trimestre. Il valore degli ordini interni, in termini tendenziali, diminuisce dello 0.4 nel primo trimestre e del 6.8 nel secondo.
Per il totale dell’industria manufatturiera restano positivi i valori di tasso di utilizzo degli impianti e di quota di fatturato estero, mentre la dinamica delle altre variabili è negativa. Da notare i risultati dell’industria alimentare rispetto al totale manifattura, in particolare per il Tasso di utilizzo degli impianti, ma anche per gli ordini interni, nonostante la tendenza sia negativa, e gli ordini esteri, che mostrano migliori performance.
90 100 110 120 130 140 150
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
Ragione di scambio Prezzi Costi
Totale agricoltura
90 100 110 120 130 140 150
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
Coltivazioni
90 100 110 120 130 140 150
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
Zootecnia
Tabella 12: Produzione industriale (industria alimentare e totale manifattura), Lombardia
Industria alimentare Totale manifattura 2°
19
3°
19
4°
19
Media 19
1°
20
2°
20
Media 19
1°
20
2°
20
Produzione (1) 1,7 5,7 3,3 3,0 -1,4 -5,7 0,2 -10,1 -20,7
Tasso utilizzo degli impianti 77,1 77,2 80,8 77,2 73,7 71,1 75,1 66,0 60,9
Fatturato totale (1) 3,4 8,3 2,5 3,5 -0,4 -8,7 1,9 -8,2 -19,6
Ordini interni (1) 3,8 1,4 1,1 1,6 -0,4 -6,8 -0,2 -8,7 -22,2
Ordini esteri (1) 2,7 11,0 4,5 5,4 8,8 -4,1 0,7 -4,0 -19,8
Quota fatturato estero 18,0 19,3 17,1 17,7 20,9 17,8 39,4 40,3 39,7 Giornate produzione assicurata 59,4 52,3 50,7 51,1 42,6 29,3 65,1 56,9 56,6
Fonte: Unioncamere Lombardia (1) Variazione tendenziali
Tabella 13: Produzione industriale (variazioni tendenziali mensili e trimestrali, dati corretti per gli effetti di calendario), Italia
4°
2019 Gen
2020 Feb
2020 Mar
2020 1°
2020 Apr
2020 Mag
2020 Giu
2020 2°
2020 Industria
alimentare 2,8 7,4 2,7 -6,8 0,7 -8,5 -8,4 -4,7 -7,2
Totale
manifattura -2,0 0,6 -1,7 -31,3 -11,7 -46,4 -22,0 -14,7 -27,2
Fonte: Istat
Gli indici sintetici relativi alle principali variabili analizzate nelle interviste ai testimoni privilegiati del panel Unioncamere Lombardia mostrano una situazione economica complessiva che è prevalentemente frutto della situazione di mercato conseguenza dell’emergenza sanitaria da Covid- 19. Le interviste evidenziano elementi sia positivi che negativi, differenziati per i diversi settori produttivi. In generale, comunque, la dinamica è tendenzialmente negativa sia nel primo che nel secondo trimestre 2020.
L’indice sintetico relativo al fatturato cumulato fa registrare nel primo trimestre 2020 un peggioramento netto raggiungendo un valore negativo di -0.08, per poi diminuire ulteriormente nel secondo trimestre (-0.35). Quindi, l’indice sintetico si sposta in territorio negativo, a differenza di quanto era avvenuto nel primo semestre 2019, con un 50% degli intervistati che afferma di avere avuto una diminuzione del fatturato, mentre circa il 20% sostiene di aver beneficiato di un aumento dello stesso (secondo trimestre).
L’indice relativo al costo dei mezzi di produzione scende al valore di +0.16 nel primo trimestre e resta stabile nel secondo: le indicazioni di aumento (31% nel secondo trimestre) superano quelle di
diminuzione (15%), ma il saldo tra le due opzioni di risposta risulta in ridimensionamento negli ultimi due anni. La maggior parte del campione indica comunque spese di produzione sostanzialmente stabili (54%).
Grafico 14: Variazione del fatturato cumulato nei primi trimestri dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (% di risposta e indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia
Grafico 15: Variazione delle spese totali per l’acquisto dei mezzi di produzione rispetto al trimestre precedente (% di risposta e indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia
* dato basato su un numero inferiore di interviste 0,12
-0,37
-0,19
-0,29
0,23 0,28
-0,02
0,09
0,01
0,14
-0,08
-0,35 0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Aumentato Uguale Diminuito Indice sintetico
0,27
-0,14 0,14
-0,05 0,16
0,02
0,48 0,40
0,30
0,24
0,16 0,16
0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1* 2* 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Aumentate Rimaste uguali Diminuite Indice sintetico
Complessivamente negativo l’andamento degli affari aziendali (grafico 18) nel secondo trimestre 2020 che, da un valore dell’indice pari a 0 nel primo trimestre, raggiunge -0.20 nel secondo. Infatti, la gran parte degli intervistati (50% nel secondo trimestre) conferma il dato negativo, mentre circa il 25%
giudica positivo l’andamento del secondo trimestre. In particolare (Grafico 19), pessima la valutazione dell’andamento del comparto suinicolo da parte degli allevatori (-0.75) e di quello delle carni bovine (-0.36), mentre meno negativa la valutazione data dai cerealicoltori (-0.06) e dagli imprenditori del settore lattiero-caseario (-0.09).
Grafico 16: Valutazione dell’andamento degli affari dell’azienda (% di risposta e indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia
Grafico 17: Valutazione dell’andamento degli affari dell’azienda nel secondo trimestre 2020, dati per settore (indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia -0,07
-0,20
-0,28 -0,18
-0,04 0,05
-0,02
0,06
0,00
-0,20 0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Molto positivo Positivo Normale
Negativo Molto negativo Indice sintetico
-0,75
-0,36
-0,20 -0,18
-0,17 -0,13
-0,09 -0,06
-0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0,0
Carni suine Carni bovine Totale Vino Ortaggi Florovivaismo Lattiero-caseario Cereali
Nonostante la situazione peculiare di questo semestre, le aspettative dei testimoni privilegiati intervistati in merito alla situazione economica della propria azienda nei prossimi 2-3 anni sono prevalentemente orientate all’ottimismo, più nel primo (indice sintetico pari +0.26; vedi grafico 20) che nel secondo trimestre 2020 (+0.19). Alla fine del primo semestre 2020 il 10% pronosticava un netto miglioramento, forse dovuto al rimbalzo in seguito al crollo determinato dalla situazione Covid- 19, mentre il 30% prevedeva un leggero miglioramento; circa il 2% si attendeva un forte peggioramento.
L’indice sintetico così calcolato risulta, come abbiamo visto, positivo (+0.19), anche se in peggioramento rispetto a quello del primo trimestre (+0.26).
Grafico 18: Aspettative sulla situazione economica aziendale nei prossimi 2-3 anni (% di risposta e indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia 0,09
0,02 0,10
0,05 0,15
0,02
0,18
0,10
0,18 0,16
0,13 0,22
0,15 0,26
0,19
0%
25%
50%
75%
100%
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Migliorerà molto Migliorerà poco Rimarrà invariata Peggiorerà poco Peggiorerà molto Indice sintetico
3. LE ANALISI SETTORIALI
3.1 Lattiero-caseario
Dopo un 2019 che aveva mostrato nei primi tre trimestri dell’anno un miglioramento costante nelle performance del settore, con un calo solo nell’ultimo trimestre, il 2020 si apre con un crollo importante, con valori in costante calo fino alla fine del semestre. La ragione di questa tendenza negativa (Grafico 21) è da ascriversi alla particolare congiuntura relativa all’emergenza sanitaria, prima in Italia, e poi in tutto il mondo. Infatti, il comparto ha subito un forte calo della domanda interna di latte fresco e di formaggi DOP come Grana Padano e Parmigiano Reggiano, associata ad un’offerta stabile o in alcuni casi in crescita, che ha portato al crollo del prezzo del latte con picchi negativi in marzo e aprile 2020.
Anche in ambito internazionale l’emergenza Covid-19 ha influito negativamente sulla domanda di prodotti lattiero-caseari, con calo dei prezzi in tutta Europa (Clal, 2020)2. In particolare, prendendo in esame il mese di giugno, Germania e Repubblica Ceca hanno subito una notevole riduzione del prezzo del latte alla stalla, rispettivamente - 9% e -12%, mentre in Francia si sono registrate diminuzioni del prezzo di circa il 3%. Tuttavia, da metà giugno in poi il mercato dei prodotti lattiero-caseari in UE sembra mostrare timidi segnali di ripresa, con prezzo del burro e del latte in polvere in risalita e, in media, un generale arresto del trend negativo del prezzo del latte alla stalla, confermato anche dall’andamento del prezzo del latte delle stalle italiane dal mese di maggio a quello di giugno.
Grafico 19: Valutazione dell’andamento degli affari, settore lattiero caseario (indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia
2 Clal.it, https://www.clal.it/?section=quadro_europa -0,6
-0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Lattiero-caseario Agricoltura lombarda
unioncamerelombardia
Funzione Informazione Economica
Il recupero del prezzo del latte sui mercati internazionali ha probabilmente influenzato anche l'andamento delle quotazioni del latte crudo spot nazionale che, come risulta dal grafico 22, dopo il livello molto basso di aprile è risalito fino a superare i 35€/q alla fine di giugno, sebbene resti comunque molto al di sotto delle quotazioni dello stesso periodo del 2019 (43€/q), ma anche a quelle del 2018.
Grafico 20: Prezzo del latte crudo spot nazionale (Euro per 100 litri), piazza di Lodi
Fonte: CCIAA Milano, Monza-Brianza e Lodi
Grafico 21: Prezzo del latte crudo alla stalla (Euro per 100 litri), Lombardia
Fonte: Clal (stime) 30
35 40 45 50
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/100 lt
2018 2019 2020
34 36 38 40 42
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/100 lt
2018 2019 2020
30 35 40
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/100 l
2013 2014 2015
Grafico 22: Prezzo del burro Reg.CEE 1234/07 (Euro al Kg), piazza di Milano
Fonte: CCIAA Milano, Monza-Brianza e Lodi
Importante monitorare le consegne di latte, le quali al momento sono in crescita rispetto a quelle dell’anno scorso, che è stato caratterizzato da un primo semestre in cui si registrò un’inattesa diminuzione delle consegne di latte a livello nazionale pari a -1,2% sui valori del 2018.
Le produzioni attuali, se da una parte sono il segno delle buone performance dei nostri allevamenti (in particolare si evidenziano quelle delle aziende lombarde per quanto riguarda la quantità prodotta, in quanto rappresentano il 44% della produzione di latte in Italia; vedi tabella 23) dall’altro lato potrebbero portare ad un’eccedenza dell’offerta che in un periodo di contrazione della domanda, come quello attuale, condurrebbe inevitabilmente ad un nuovo calo dei prezzi del latte. In effetti, secondo alcuni testimoni privilegiati del panel Uniocamere Lombardia, il calo dei prezzi alla stalla in periodo di lockdown sarebbe frutto delle richieste di alcune grandi aziende casearie in Italia, che costringendo all’abbassamento dei prezzi del latte in stalla hanno stimolato un contenimento dell’offerta. In ogni caso, la riapertura del canale Horeca dovrebbe aiutare lo smaltimento del prodotto e stimolare la domanda interna.
2 3 4 5 6 7
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/Kg
2018 2019 2020
Tabella 23: Consegne di latte (variazioni su base annua e composizione % per il periodo gennaio-maggio 2019), principali regioni italiane
Fonte: Agea
La disaggregazione territoriale del dato lombardo segnala una crescita in tutte le province, tranne quella di Varese, che mostra un calo di -2.4%; in particolare, i risultati migliori sono quelli di Sondrio (+10.1), di Brescia (+4.9%) e di Cremona (+4.9%).
Tabella 24: Consegne di latte (valori assoluti in tonnellate e variazioni tendenziali), province lombarde Gen-Mag 2020
Valore (t) Var. %
- Brescia 798.258 4,9
- Cremona 727.104 4,9
- Mantova 538.926 4,2
- Lodi 262.984 4,4
- Bergamo 226.264 2,9
- Milano 168.937 3,7
- Pavia 72.424 4,8
- Sondrio 30.377 10,1
- Varese 22.897 -2,4
- Como 20.352 2,2
- Lecco 13.930 0,6
- Monza e Brianza 7.124 1,4
Lombardia 2.889.576 4,4
Fonte: Agea
Primo semestre a tinte fosche anche per i formaggi duri DOP, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, stretti da una parte dalla contrazione della domanda Horeca e dall’altra, dalle condizioni di vendita con quotazioni al ribasso del prodotto imposte dalla GDO in tempo di lockdown. La chiusura di bar e
Gen–Mag
2018 Gen–Mag
2019 Gen–Mag 2020
- Lombardia 3,6 0,6 4,4
- Emilia Romagna 4,2 -1,1 3,9
- Veneto 2,8 -1,8 1,0
- Piemonte 3,7 -1,0 4,0
- Altre regioni 2,3 -5,4 -0,8
Italia 3,6 -1,4 2,9
Lombard.
44%
Emilia Romagna
16%
Veneto 10%
Piemonte 9%
Altre regioni
21%
ristoranti è stata solo parzialmente compensata dall’acquisto di formaggi DOP in GDO da parte delle famiglie; tuttavia, l’aumento della produzione, rispetto a quella dell’anno scorso (tabella 26), non ha contribuito alla tenuta del prezzo del formaggio che in giugno, per quanto riguarda il Grana Padano, ha toccato i 6.2€/kg, eguagliando la performance negativa del 2018, ben lontano dagli 8€/kg dell’anno scorso. Stessa sorte, se non peggiore, per il Parmigiano Reggiano, che secondo le rilevazioni Ismea in maggio ha toccato i 9.8€/kg, contro i 12.2€/kg del 2019.
Grafico 25: Prezzi medi, Italia
Fonte: Ismea
Per quanto riguarda le produzioni invece (Tabella 26), i valori tendenziali del Grana Padano sono buoni, migliori nel primo trimestre con +5.4% di forme prodotte e + 2.9% nel secondo trimestre, rispetto agli stessi periodi del 2019. In effetti, nel primo trimestre dello scorso anno, a causa delle alte quotazioni del latte spot diversi caseifici avevano dirottato il prodotto alla vendita in quel canale, senza trasformarlo in formaggio; nel primo trimestre di quest’anno invece, si era nella situazione opposta, per cui la trasformazione in forme di Grana Padano o Parmigiano Reggiano è stata considerata la più vantaggiosa per la congiuntura.
5 6 7 8 9
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/kg
Grana Padano, 4-12 mesi
2018 2019 2020
Tabella 26: Produzione di Grana Padano (forme prodotte e variazione tendenziale), Italia Periodo Produzione
2019 Produzione
2020 Var. %
- Gennaio 468.126 488.991 4,5
- Febbraio 446.582 480.152 7,5
- Marzo 504.197 526.982 4,5
1° trimestre 1.418.905 1.496.125 5,4
- Aprile 496.110 511.132 3,0
- Maggio 493.998 505.352 2,3
- Giugno 442.645 457.311 3,3
2° trimestre 1.432.753 1.473.795 2,9 Gennaio-Giugno 2.851.658 2.969.920 4,1
Fonte: Consorzio Tutela Grana Padano
Le forme di Grana Padano prodotte sono aumentate del 4,3%, con sensibili differenze tra le province.
Si passa infatti da +9.2% della Provincia di Bergamo a +6.4% di Mantova, al primo posto tra le province lombarde nella produzione di Grana Padano, al +1.9% di Brescia.
Tabella 27: Produzione di Grana Padano (forme prodotte e variazione %), province lombarde Periodo Produzione
Gen-Giu 2019 Produzione
Gen-Giu 2020 Var %
- Mantova 810.112 862.025 6,4
- Brescia 666.080 678.789 1,9
- Cremona 500.123 517.379 3,5
- Bergamo 54.875 59.939 9,2
- Lodi 49.548 51.226 3,4
- Pavia 9.028 9.506 5,3
Lombardia 2.089.766 2.178.864 4,3
Fonte: Consorzio Tutela Grana Padano
Tabella 28: Importazioni di latte sfuso (valori assoluti in tonnellate e variazioni tendenziali), Italia 3°
2018 4°
2018 1°
2019 2°
2019 3°
2019 4°
2019 1°
2020 2°
2020 Valori assoluti (t) 312.644 302.017 274.125 296.476 375.274 311.992 253.011 257.634
Variazioni % tendenziali -2,2 5,3 17,3 6,9 20,0 3,3 -7,7 -13,1
Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat
Le variazioni tendenziali delle esportazioni sia in valore che in quantità di Grana e Parmigiano nel primo trimestre sono positive, anche se il valore dell’export in assoluto tende a peggiorare leggermente. Nel secondo trimestre invece, il valore dell’export cala decisamente (Grafico 31), come attestano anche le variazioni negative sia in quantità (-6.2%), che in valore (-11.1%), probabilmente a causa del calo della domanda nei mercati internazionali, principalmente dovuto alle restrizioni del commercio causate dall’emergenza Covid-19.
Grafico 29: Esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano (valori assoluti in milioni di Euro, variazioni tendenziali in valore e quantità), Italia
Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat
L’indice Ismea dei costi dei mezzi produzione per il settore dei bovini da latte nel primo trimestre 2020 in termini congiunturali fa registrare un lieve aumento (+0.2%) e nel secondo un calo contenuto (- 0.4%). Alla fine del primo semestre la variazione tendenziale indica comunque una decisa diminuzione dell’indice del 4.5% (Grafico 32).
8,9
1,3
6,9 10,2 12,4 14,2
25,5
5,9 4,6
-11,1 7,6
1,2
8,3 8,8
3,9
0,0
8,0
-3,2
7,6
-6,2 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30
100 120 140 160 180 200 220 240 260 280 300
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
%Milioni €
Variazione valore Variazione quantità Valore Export
Grafico 30: Dinamica dell’indice dei costi dei mezzi di produzione per il settore dei bovini da latte (variazione congiunturale e tendenziale, serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
Fonte: Ismea 5,4
0,7
-4,5
2,5 1,8
-0,8
-4,7
0,4 0,2
-0,4 9,8 10,0
4,6 3,8
0,2
-1,3 -1,4
-3,4 -4,9 -4,5
-10 -5 0 5 10 15
90 95 100 105 110 115
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
%
Variazione congiunturale Variazione tendenziale Indice
3.2 Carni bovine
Si conferma l’andamento altalenante del settore delle carni bovine, dopo un secondo semestre 2019 che aveva visto una netta ripresa rispetto al primo semestre dello scorso anno. I primi sei mesi del 2020, secondo il Panel Unioncamere, fanno registrare un nuovo crollo del comparto, complice la situazione sanitaria emergenziale. Infatti, il maggiore prezzo al dettaglio della carne bovina rispetto alle altre tipologie ha pesato sugli acquisti famigliari in periodo di lockdown e, come registrato dagli indici Ismea, le famiglie hanno preferito acquistare carni meno pregiate e costose, come gli avicunicoli.
Inoltre, la chiusura del canale Horeca ha inferto al settore un duro colpo, con una ripresa che ancora oggi sembra lenta, soprattutto a causa della mancanza di turismo estero che contribuisce ad alimentare l’economia della ristorazione lombarda, dove vengono impiegati i tagli bovini più pregiati, come i posteriori. Secondo i testimoni del Panel Unioncamere Lombardia, i dati di marzo e aprile indicano una facilità di vendita dei tagli anteriori, meno pregiati, mentre i posteriori sono in alcuni casi rimasti invenduti e sono spesso stati destinati a prodotti di secondo livello (hamburger, trita, etc…).
Quindi, ad una contrazione della domanda interna già strutturale da anni, si è aggiunta la congiuntura negativa, come testimoniano i prezzi all’origine dei bovini da macello che, almeno per questo semestre, non paiono ancora risalire (grafico 34).
Grafico 31: Valutazione dell’andamento degli affari, settore carni bovine (indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia -0,6
-0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Carni bovine Agricoltura lombarda
Grafico 32: Indice mensile dei prezzi all’origine dei bovini da macello (2010=100), Italia
Fonte: Ismea
Anche i prezzi dei vitelloni da macello, che rappresentano circa i due terzi del consumo di carne bovina in Italia, avevano fatto registrare una tendenza positiva fino a metà marzo beneficiando di un primo trimestre positivo che ha fatto salire i prezzi medi fino a 2.5€/t, mentre da aprile hanno subito un calo che non si è più arrestato fino a giugno, raggiungendo nuovamente i bassi prezzi del 2019 (2.4€/t).
Le quotazioni delle vacche da macello sono risultate in sensibile calo per tutto il primo trimestre 2020, con un picco negativo a metà marzo. Successivamente, nel secondo trimestre, c’è stato un aumento dei prezzi che però si è assestato, senza più crescere, attorno a 1.1€/t, rimanendo ben distante dai prezzi dello stesso semestre dell’anno scorso, che a giugno era di 1.2€/t (grafico 62 dell’Appendice Statistica).
Decisamente negativa anche la dinamica delle quotazioni dei vitelli da macello, che per tutto il primo semestre 2020 fanno registrare una dinamica negativa costante, con i prezzi 2020 (3.5€/t) ben al di sotto di quelli dello stesso periodo del 2019 (3.75 €/t).
110 112 114 116 118 120
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
2018 2019 2020
Grafico 33: Prezzi medi, Italia
Fonte: Ismea
In termini congiunturali, sia nel primo che nel secondo trimestre 2020 i costi di produzione hanno subito un aumento (+0.7; +1.9). Tuttavia, il confronto in termini tendenziali fa registrare una diminuzione dei costi rispetto ad un anno fa, con una diminuzione percentuale sensibile sia nel primo trimestre (-3.0%) che nel secondo (-2.6%).
Grafico 34: Dinamica dell’indice dei costi dei mezzi di produzione per il settore dei bovini da macello (variazione congiunturale e tendenziale, serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
Fonte: Ismea 2,3 2,4 2,5 2,6
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/t
Vitelloni da macello
2018 2019 2020
1,9
4,4
-2,0 -2,6
0,0 1,4
-2,1 -2,9
0,7 1,9
3,4
5,5
3,3 1,5
-0,3
-3,2 -3,3 -3,6 -3,0 -2,6
-10 -5 0 5 10 15
85 90 95 100 105 110
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
%
Variazione congiunturale Variazione tendenziale Indice
3.3 Carni suine
Il comparto delle carni suine è quello che, probabilmente, in Lombardia ha sofferto maggiormente durante il periodo di lockdown, nel primo semestre 2020. Infatti, a fronte di un 2019 concluso positivamente, in primo luogo per l’aumento delle importazioni dalla Cina a causa dell’epidemia di peste suina che ha colpito gli allevamenti cinesi portando le quotazioni dei prezzi della carne di maiale a salire fino a raggiungere 1.80€/kg nel mese di dicembre 2019, il primo trimestre 2020 ha visto un vero e proprio crollo dei prezzi. Il prezzo della carne suina (grafico 38) ha raggiunto il valore di 1.60€/kg nel mese di aprile, ma nel secondo semestre la quotazione è arrivata, nel mese di giugno, ad 1.00 €/kg con un calo, rispetto a dicembre 2019, di circa il 45%. Le motivazioni sono principalmente da ricondursi alla diminuzione delle importazioni cinesi che avevano caratterizzato la fine del 2019, ma soprattutto all’emergenza sanitaria, con relativa chiusura degli esercizi commerciali di ristorazione del canale Horeca che assorbe gran parte del prodotto stagionato e da preparazione culinaria. Inoltre, durante il lockdown, a causa della chiusura forzata dei macelli gli animali non sono stati ritirati alla maturazione. Con la permanenza in stalla, i capi sono ingrassati eccessivamente rispetto agli standard definiti dai contratti e, una volta riaperti i macelli, sono sorti problemi relativi al ritiro dei capi, poiché spesso non erano conformi ai disciplinari dei Consorzi dei Prosciutti DOP (es. Parma e San Daniele), che stabiliscono il massimo del peso dei suini per il prosciutto attorno ai 170 Kg. Inoltre, secondo il Panel Unioncamere Lombardia, dato che il prezzo pagato alla stalla per la carne suina è stato in costante calo per tutto il semestre, anche il prezzo del prosciutto pagato agli stagionatori dai commercianti è calato, fino ad arrivare a circa 7-8 €/kg contro gli usuali 12-13 €/kg. Il prezzo al dettaglio dei prosciutti DOP non è però diminuito in corrispondenza del calo dei prezzi al macello, scaricando la crisi solo sulla prima parte della filiera produttiva, cioè allevatori e trasformatori, lasciando i distributori del prodotto finale al di fuori dalle dinamiche reali di mercato.
Grafico 35: Valutazione dell’andamento degli affari, settore carni suine (indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia -0,8
-0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Carni suine Agricoltura lombarda
Grafico 36: Prezzi settimanali (Euro al Kg) dei suini da macello 160-176 Kg
Fonte: elaborazioni Crefis su dati CUN suini
Anche l’indice Crefis (grafico 40) sulla redditività dell’allevamento suino mostra una tendenza nettamente negativa, con una diminuzione sullo stesso periodo del 2019 di circa 2 punti.
Per quanto riguarda i costi dei mezzi di produzione, si ha un aumento sia congiunturale che tendenziale dei costi del primo trimestre, e una diminuzione degli stessi nel secondo trimestre, bilanciando parzialmente il dato semestrale.
Grafico 37: Dinamica dell’indice dei costi dei mezzi di produzione per il settore dei suini (variazione congiunturale e tendenziale, serie storica dell’indice, 2010=100), Italia
Fonte: Ismea 0,9 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9
€/Kg
2018 2019 2020
6,9
2,2
-9,7
-4,5
4,1 4,7
-3,5
-0,7
10,8
-9,0 4,1
-0,6
-7,2 -5,7
-8,2 -6,1
0,4
4,4
11,1
-3,4
-15 -10 -5 0 5 10 15 20
60 70 80 90 100 110 120 130
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2018 2019 2020
%
Variazione congiunturale Variazione tendenziale Indice
Grafico 38: Indice CREFIS di redditività dell’allevamento dei suini
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun e borsa merci Milano 4,0
4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
2018 2019 2020
3.4 Cereali
Nonostante l’indice resti negativo nel primo semestre 2020, confermando un trend che purtroppo perdura da molti anni, il settore cerealicolo ha visto una ripresa nella valutazione dell’andamento degli affari da parte del Panel Unioncamere, nei primi due trimestri di quest’anno. La situazione resta comunque variegata a seconda della tipologia di cereale, con frumento duro e tenero che, secondo i dati Istat (2020), hanno subito una flessione delle produzioni (rispettivamente -26.7%; -4.3%) data da una diminuzione delle superfici rispettivamente del 28.7% e del 4.4%, che corrispondono in valore assoluto a circa 3800 ha in meno per il duro e 2500 ha in meno per il tenero. Anche l’orzo fa registrare una diminuzione delle superfici di circa 200 ha, che porta ad un decremento della produzione corrispondente a -5.6%.
Lievi aumenti si hanno per triticale e avena, che però hanno un’importanza minore in Lombardia per produzione.
Grafico 39: Valutazione dell’andamento degli affari, settore cereali (indice sintetico)
Fonte: panel Unioncamere Lombardia -0,6
-0,4 -0,2 0,0 0,2
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Cereali Agricoltura lombarda
Tabella 40: Superficie, produzione e resa dei principali cereali autunno-vernini, granella (valori assoluti e variazioni %), dati provvisori, Lombardia
Superficie (ha) Produzione (q) Resa
2019 2020 Var.
% 2019 2020 Var.
% 2019 2020 Var.
% Frumento tenero 54.767 52.383 -4,4 3.032.106 2.903.129 -4,3 55,4 55,4 0,1 Frumento duro 12.937 9.230 -28,7 559.029 409.676 -26,7 43,2 44,4 2,7
Segale 326 236 -27,6 10.409 7.861 -24,5 31,9 33,3 4,3
Orzo 23.034 21.703 -5,8 1.338.612 1.263.156 -5,6 58,1 58,2 0,2
Avena 337 546 62,0 11.593 19.034 64,2 34,4 34,9 1,3
Triticale 2.728 2.852 4,5 129.213 135.003 4,5 47,4 47,3 -0,1
Altri 578 677 17,1 20.701 24.434 18,0 35,8 36,1 0,8
Totale 94.707 87.627 -7,5
Fonte: Istat; dati provvisori luglio 2020
Inoltre, i frumenti hanno sofferto per le condizioni climatiche, in particolare per la siccità, che ha colpito soprattutto il grano tenero, ma anche il duro. In termini congiunturali comunque, il frumento tenero mostra una dinamica dei prezzi all’origine positiva (tabella 54 dell’appendice statistica), mentre i valori tendenziali seguono andamento negativo, sia nel primo che nel secondo trimestre, ma in miglioramento.
Il prezzo medio del frumento duro ha fatto registrare dinamiche positive dei prezzi all’origine, sia in termini congiunturali che tendenziali; inoltre, per quanto riguarda i prezzi medi, ha toccato i 270 €/t nel mese di aprile e di nuovo a giugno, a fronte di 210 €/t dello stesso periodo dello scorso anno (grafico 43).
Grafico 41: Prezzi medi, Italia
Fonte: Ismea
In Lombardia il miglioramento delle condizioni climatiche della primavera e dell’inizio dell’estate ha permesso condizioni sanitarie e di rese ottimali per un’altra coltivazione fondamentale, il mais, con un andamento in campo della coltura decisamente buono, sia per qualità che per quantità. Se a gennaio
170 190 210 230 250 270 290
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/t
Frumento duro
2018 2019 2020
160 170 180 190 200 210 220
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
€/t
Frumento tenero
2018 2019 2020