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Academic year: 2022

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Numero 2/2018

Il SSN continua ad arretrare

SANITÀ PUBBLICA

Aldo grasselli

La concorrenza del privato e l’assenza di una politica sanitaria stanno facendo soccombere il nostro Sistema sanitario nazionale

T

roppi cittadini rinunciano alle cure o decidono di rivolgersi a strutture private. 

Le forze politiche sono senza un pro- getto strategico sul welfare e avallano non scelte che complicano e incancre- niscono la situazione. 

II sindacato della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria chiede da anni un’inversione di rotta e certo non si è mai sottratto a un confronto, ad aiu- tare processi di riorganizzazione delle aziende, ad avanzare proposte a co- minciare dal chiedere la laurea abili- tante per i sanitari e nuovi percorsi di specializzazione attraverso contratti di formazione-lavoro, e nuovi criteri di merito per le carriere professionali. 

La crisi economica, però, ha cancella- to ogni concertazione ed è diventata l’alibi tecnico per l’inerzia o le scelte politiche regressive mascherate dall’i- neluttabilità. 

È invece sempre più evidente e trasver- sale la volontà di non agire o addirittu- ra di ostacolare in ogni modo il Sistema sanitario nazionale con la scusa di do- ver risparmiare.

Ormai le Regioni stanno raschiando il fondo del barile e, dopo gli accorpa- menti e i tagli, i manager stanno pro- ponendo l’inefficienza compensata. 

In pratica si tolgono servizi pubblici facendo costare il ticket più della pre- stazione fatta con la sanità privata che risponde subito senza liste d’attesa. 

Cerchiamo di identificare la genesi del problema

“efficienza del SSN” 

Se è ancora vero che la Sanità la fanno

i sanitari, riducendo drasticamente il personale sanitario è prevedibile che si riducano le prestazioni erogabili. 

I LEA sarebbero per definizione i Li- velli essenziali di assistenza, ma non è limitato al SSN erogarli, soprattutto se le Regioni preferiscono dismettere alcuni reparti e servizi o mantenerne il simulacro formale con la sola fun- zione regolatoria della spartizione dei flussi della domanda verso il privato accreditato. 

In realtà, questa politica/non politica sanitaria sta solo razionando la esigi- bilità del diritto alla salute dei cittadini attraverso il SSN per distruggerne il ba- silare principio solidaristico legato alla fiscalità generale. 

In tal modo, essendo la Sanità circa l’80% della spesa regionale,   si potrà ridurre il fabbisogno per il Fondo sa- nitario nazionale e conseguentemen- te ridurre l’imposizione fiscale, e poi – anziché colpire l’evasione – liberare ulteriormente gli elettori-evasori dalle modeste tasse che uno Stato diseduca- tivo e criminogeno riesce pigramente a recuperare.

Anche i pagatori obbligati di tasse, i lavoratori dipendenti in particolare (vedi articolo sulla Flat Tax), stanno disdegnando il SSN per via della sua inefficienza (l’efficacia e la qualità cli- nica ancora regge in certe Regioni, ma non in tutte) e pattuiscono contratti di lavoro che prevedono polizze sanitarie integrative.

Una manna per gli assistiti che po- trebbe rivelarsi ingannevole in caso di disoccupazione e cassa integrazione o peggio nel periodo di maggior fragilità:

la pensione. 

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Stimolante aperitivo che prelude a un grande banchetto per le assicurazioni che – ora in campagna promozionale – offrono allettanti pacchetti, attendendo di impadronirsi del core business red- ditivo appena il SSN arretrerà ancora. 

Deregulation la chiamava la Tatcher, Flat tax qualcun altro, competizione pubblico privato i sacerdoti del ma- nagement, nomi diversi per definire la malcelata volontà di scaricare il SSN dopo che ha servito per 40 anni

il Paese garantendo salute, volano economico e stimolo alla ricerca bio- medicale e all’industria farmaceutica, ammortizzazione sociale, clienteli- smo, consociativismo spartitorio, cor- ruzione, voti etc.. 

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