DISCORSO
IN
LODE
lùa a. \yaa®aia(D m mmì
LETTO AGLI ECCLESIASTICI
1\ELL’
\CCADEM1A LITIRGICA
DIROMA
il di
21
Luglio1869
dal
Rio
PadreiiliiiSii liiPilii lini
dell’ ordine
di s.benedetto
ABATE ORDINARIO
DELLA BASILICA E MONISTERO
DI S.PAOLO
ROMA - 1869
TIPOGRAFIA DI BENEDETTO GUERRA
piaziadell'Oratorio di S.MarcelloSO
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2016
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Se mai
fuuomo
, venerandi Sacerdoti, in cui si vedesse al vivo ritratta T
immagine
dell’Aposto- lo , che delineò nel ministero evangelico laforma
degli angeli(1): ciòavvenne
indubitatamente nella nobile figura di S.Vincenzo
dei Paoli , cheoggi ammiriamo
ed esaltiamo. IlVaso
di elezione fuveramente
ispirato nel rappresentarci, in quellasu-
blime lettera agli Etesii (Gap.
1, 3, et 4.) , l’idea del Sacerdote di Cristo ,come
benedetto inogni
benedizione spirituale tra gli spiriti celestiali in Cristo,come
eletto inGesù
innanzi la creazione delmondo
, per essere santo e
immacolato
alla sua presenza nella carità.La supereminente gran-
dezza della divina podestà del Salvatore si riflet- te nel Sacerdote ; che credesenmdwn
operatìo-nem
virtutis ejus (Ibil. 19.), crede e perciò par- la , crede e perciò opera ,crede e perciò si trae die- tro la turba degliuomini
che sentono la virtù del-r
Altissimo.Ora
la virtù omeglio
la potenza divi-na
operò inGesù
(tutta dottrina dell’Apostolo), ri- suscitandoloda morte
e collocandolo alla destra delPadre
tra gli spiriti celesti, sopra tutti i principati(1) Questo esordio è tratto dall’ Ep. 76 della Class. 2 di
S Ambrogio ad Ireneo.
-
4-
c le potestà e le virtù c le dominazioni c sopra cpianto vi lia di eccelso
non
solo in questo secolo,ma
eziandio nel futuro; c tutto sottopose ai suoi piedi, c lo fece
capo
di tutta la Cliicsa eli’ è il suo corpo c il suocomplemento
, perchèadempie
tutto in tutti.Di
qui derivanodue
veri ; ilprimo
cherumauità
dispersa per ilpeccato fuda
Cristo subli-mata
al trono diDio
, riconciliandola, raccoglien- dola, edificandola sul
fondamento
degli apostoli e dei profeti , suH’angolare pietra CristoGesù
, edifi-cata dissi e costrutta in
tempio
santo delSignore
;il
secondo
che ciascheduncristianovienecoedificato in abitacolo diDio
spiritualmente.Che
se questo edificio spirituale deltempio
delSignore
permezzo
diGesù
s’inalza inogni anima
redenta,
quanto
più ciòdeve
compiersi in quelleanime
elette echiamate
insorternDomini ad
essere ministri dell’evangelio,conforme
aldono
dellagra- zia diDio
che viene loro data amodo
emisura
delle opere della divina
potenza? Più abondaute
per certo , più copiosa, più ricca più bella più sfol-gorante deve
essere la casa diDio
spirituale nelleanime
dei Sacerdoti ; i quali sono ibuoni
architet-ti a fabbricare l’abitazione di
Dio
per la fede nel cuore degli altriuomini
, fondandola nella carità;Chrisium
habitarejjerjìdemin cordjbus ....in ca- ritate radicati etf
andati 3, 17,)Per
essiloro a detto dell’ Apostolo, leanime
si uniscono in cor-})0
commesso
c concatenato per lo giunture del mi- nistero , nel volgersi di ognimembro
sul suonodo
in
aumento
del corpo dellaChiesa , sotto la testa di tutta rumanità
che’ èGesù
sedente nel trono diDio
in Paradiso.Ebbene
quest’imagine
sublime e quasi dissi divina del Sacerdote cattolico miratela,o venerabili fratelli , acomune
addottrinamento, esortazione ed emulazione, in S.Vincenzo
dei Paoli che ne fu vi-vo
esemplare e pratico esecutore.Pare
ame
infatti,che Egli a tanto riuscisse, facendosi il
buon
solda- to della fede; certavitbomm
cerlamenfuìel{\/r\n\.6. 12.)
Fu
la sua fede sincera, c peròebbe
accesa lacarità inun
cuore puroe inuna buona
coscienza;caritas de corde
puro
et conscieìitiabona
etJi.denon
Jicta.
Fu
la sua fede operosa , o imperciù costrussc in migliaia dianime
iltempio
diDio
; laboracìt titbonns
miles Christi Jesu.Fu
la sua fede forte, c così confessò la verità innanzi a molti e ottenne lapalma
della vittoria ; confessns estbonam
confessio-nem coram
multis testibus....
apprehendit vìtarn aeternam.La
fede sincera di S.Vincenzo
nella pro- pria santificazione, la fede operosa nella salvazione delleanime
, la fede forte nel publico ministero o nellamorte
; ecco il subbictto clic ilminimo
dei vostri conservi vi propone, e cheaddimanda
la vo- strabenigna
sopportazione.I.
Questa
è la difierenza che corre tra leanime
volgari e i Santi, che quellecredono
neicomanda-
menti
diDio
laddove questi credono aicomanda-
-
6—
meati
di Dio ; la fede degli uni è estrinseca ogget- tiva , la fede degli altri intrinseca soggettiva.
S.
Ambrogio
all’uopo
(in Ps. 118. 9. 12.) rav- visa , cbe il credere ai precetti delSignore
è ilfatto
con
cuiuno
siconforma
aicomandamenti
di Dio,vivendo
a loronorma. Questa
fedesinceracreala scienza della dottrina celeste nella
mente
dell’uo-mo,
e dalla scienza nasce labuona
conversazione della vita , che dicesi disciplina santa. Tutti i di- scepoli delNazzareno
credononeicomandamenti
diDio
, licommendano
, limagnificano
, li portanoscritti a
mo’
dell’ antico Pontefice dellaSinagoga
sulle loro vesti :
ma
rari sono quei prodi cheliscol- piscono col cisello dell’opera ne’ loro cuori, che lirappresentano vivi nelle loro azioni. Quella si pare
una
fede simulata,come
laparvenza
diuna
perso-na
camuffatada
rementre
è plebea : questa è sin- cera , perchè è diventata scienza nell’ intelletto ,amore
nella volontà; sostanzia nei pensieri nelle parole e nei fatti.Ora
la fede sinceramira
a ciò,che
r immagine
dell’uomo
terreno sia tramutata in quella del celesteuomo
, di Cristo : affinchè,come
1’ Apostolo diceva (Gal. 4. 19.), si formi in coloro eh’Egli colle sue apostoliche fatiche di nuo-vo
partoriva alla grazia.Gesù
formato nelleanime
dei redenti diviene carneo sul cuore c sigillo nel braccio (Cant. 8. 6.),mentre
i sacramenti della ri-generazione e confermazione lo
hanno
segnato sulcapo
e sulla fronte. Ivi sta asegno
di perpetua con- fessione, nel cuore di tenera dilezione, nel braccio_
7—
di santa operazione.
E
diipuò
dire qual mirabilecomunanza
dimoventi
e diconseguenze
,donde
tornano a ingenerarsi le cagioni, rimutandosi cosir uomo
nell’imagine
di Cristo?La
fede sincera a guisa di scintilla siapprende
alle fibre del cuore e viaccende
il fuoco,donde
bolle un’ardente fornace di carità , la quale si alimenta della speranza del-l’eterno amore, equivi si rinnovasi
rinfiamma
sfol-gora
digran vantaggio
lalampana
della fede, giànon
più favilla,ma
faro di salute ;donde
si ridestar accendimento
della carità a mille doppi!purgata
ed efficace. Circolo stupendo, in cui la fede la spe- ranza e la carità amuta
amuta
simantengono
e crescono e si rinnovellano inun moto
continuo diamore
e di opera ;ex
Jide caritas,ex
caritate spes, et rursus insesanctoquodem
circuita refwndimtur.
Cosi S.
Ambrogio
(InLue
8. lib 6.)Di
sorte che ,vana
è quella fede chenon accende
la carità,spen- ta quella carità chenon
si alimenta di speranza ,mendace
la speranza chenon
rileva la fede. Insomma
la fedenon
è sincera senon prorompe
alle opere ,nò
alle operemai
discende senon
èanimata
dalla carità.0
carità splendido raggio della divina essenza!Dardo
acuto della divina energia !Fuoco
affinatore della divina
bontà
!Eccovi
il perchè S.Vincenzo
dei Paoli fuun
globo di orosempre
investito dallefiamme
del- ramore, sempre
arroventato,fiammante, brucian-
te,
sempre
vergine nell’amore e nel progresso della fede e della santità.Ah
l’amoremena
allamorte
:—
8—
moriem
habet caritas.(S.
Ambros.
de Isaac et a-nima
c. 8. ) Dappoicliè siccome lamorte
è la fi-ne
del peccato , così l’amore
lo ritoglie, mortifica le inclinazioni,
soggioga
le passioni, fa dell’
uomo un
angelo e della terra il cielo.E
che io dica il ve- ro eccone le prove. Ilprimo malo
istinto dell’uomo terreno è 1’amore
di se:ma
inVincenzo
la carità iiccisel’amor proprio, e voiilvedetebambino
ancora spasimare pei poverelli, edar
loro il suopane
isuoi abiti i suoi meschiniguadagni
:mortem
habetca-
ritas.
Sembra
che lamassima
parto degliuomini
sia
venuta
almondo
a cattare le ricchezze per sa-lire in istato;
ma Vincenzo
stabilisce afondamento
della sua vita la fatica e il servigio diDio
, ancorgiovane
protestando che so gli avvenisse in futuro essereabbondante
ciòmai
sarebbeda
lui adoperatoad
opulenza della famiglia :mortem
habet caritas.Brama
1’umana
inclinazione la gloria ene
lascia spiccareilampi
fin dagli albóri della vita ;ma Vin-
cenzo attende agli studii
con
perspicaceingegno, con
diligenza fedele,con
costanza perseverante,mettendo
sua gloria nella pietà nellasommessiono
nell’
innocenza
dei costumi ;mortem
habetcaritas.Sono
tratti gliuomini massime
nella balda età al piacere alla ricreazione alla dissipazione ;ma Vin-
cenzo è infaticabile nello studio.Non pago
diave-
re ascoltato lezioni per quattro anni con tutto zelo,
va
inSaragozza
eposcia a Tolosa,spende
sette an- ni nella Teologia, equando vaca
istruisce altrui,
mai
si riposa:mortem
habet caritas. L’addottrina-—
9—
mento
nelle scienze anclie sacre gitta nei fervidi petti dellagioventù
semidisuperbiadigonfiamento
di
arroganza
; pare che sottilizzando loingegno
lorenda vano
di sé emeno
disioso diDio
;ma Vin-
cenzo aborre dalle questioni di scuola che più ser-vono
apompa
chead
edificazione,cava da
ogni te- siun
succo di pietà per nutrire edimpinguare
lo spirito, e tutto coordina al fine propostosi diascen-
dere al sacerdozio per farsi santo;moriem
hahetca- ritas.Già bone possiamo
inferirequanto
debole sia latempera
di nostra fede, senon
valse finora asu-
perare i nostri disordinati appetiti , a rivolgere lonostre distorte cupidigie,
ad
attutire la nostra bal- danza.Oltracciò la fede di S.
Vincenzo
fu ravvivata dalla carità, e la caritàha
il zelo.Giacche come
è proprio del fuoco rendere bragia il legno a cui siappiglia, così la carità infoca tutta
ad amore
l’ani-ma
che sene
accende.Amore
ordinatoprima
verso Iddio poscia verso il prossimo.E
chipuò
a pezza descrivere la carità del nostroEroe
inversoDio
?Non
viebbe
santonellaChiesa chenon
facessedell’o-razione il suo esercizio la sua scuola le sue delizie:
zelim hahet caritas. (S.
Ambr.
ibi.)Ma
ardisco dire cheVincenzo
seppe piuabbondevolmente
proffittar- ne. Il suometodo
di pregare, tanto umileper viadi gemiti dicompunzione
, tanto fiducioso permezzo
di atti di rassegnazione, tanto acceso sopra atti di
amore
; quel suo starsene alla divina presenza
come
la pianta al caler vivificante del sole
; quel
con-
— 10 —
giungersi a Cristo nella divina orazione dell’
amo-
re angoscioso
; quell’ aspettare dal cielo
con
info- catebrame
larugiada
delle grazie divine: tuttomi
ricorda la visione del PatriarcaGiacobbe
ebecontemplava
la scala per ascendereediscendere dal cielo, simbolo della
Croce
diGesù donde
sicom- pongono
inarmonia uomini
ed angeli.La
sentenza è di S.Ambrogio,
il quale ripone ilprimo
atto del- la carità nell’orazionesiccome
ilprimo
frutto di essa nel zelo di accoppiarsi agii angeli, di emularli e di eccitarli a toccaresoavemente
le corde dei loro liuti ,accompagnando
di angelico concento lapo-
vera prece dell’uomo
pellegrino.Non
viebbe san-
to sacerdote nella Cbiesa, che
non
rifulgesse di lu- centissima carità nella celebrazione degli augusti misteri de’ nostri altari ;zelum
ìiahet caritas.Ma
Vincenzo agguagliò
in questoipiù santi sacerdoti, di guisa die del suo pio affetto e pronto fervorevenivano
presi ed infiammati gli astanti ,non
giàad una
devozione ordinaria,ma
aisensi sublimidel- la celeste contemplazione.Voi
il sapete ebe si udi- rono i circostanti esclamare; Questi èun
santo an- ziun
angelo.Ob
sì, egli eraun
angelo di carità: e perciò si accentuata la pronunzia, sìmaestoso
l’in-cesso , sì
modesto
ilsembiante
, sì studiose le ceri-monie
, sì tenero il sentimento, si efficace il saluto di pace, sì copiosa la benedizione. Egli eraun an-
gelo di carità, e però avanti il divino prigione diamore Gesù
sacramentato stavasi genufiesso ,im-
mobile, cogli occhi scintillanti, tuttoimmerso
nella—
Il—
meditazione di tanto eccesso di amorosità; c però nei suoiviaggiad
ogni
cliiesiuola lo adorava;eperòi negozii più rilevanti
comunicava
a Lui offerendo- dogli inomaggio
della sua divina volontà 1’esitoqualunque
si fosse di quella impresa.Non
vi ebùe santo sacerdote nella Chiesa , chenon
sopportasse peramor
diDio
gravi traversie e tribolazioni :zelim
liahet caritas.Ma
S.Vincenzo
dei Paoli, ol- tre quellamesse abbondantissima
di spine che col- se insiem colfrumento
eletto nei vasticampi
delle sue missioni , impreso illungo
corso della sua vita apostolica dal servaggio in Africa.Fece
egli colàilsaggio
diogni
sorta di patimenti ; di dolori, di scherni, di travagli, di fame, di malattie, di ferite;stenti sopra
una
navicellada
pescatore alla molesta brezza del mare, ardenti bruciori nelgoverno
delle fornaci , ansainenti e sudori nel lavoro delle terre sopraun
suolo arido e sottoun
cielo di bronzo,pene
di spirito a rimpetto della superstizionemu-
sulmana
e della perfida apostasia dei cristiani , as-saltiallasuafedesincera di catolico,timoridi
un
av- venire buio ed incerto ; ed in tuttociò lodare Iddio, benedirlo , glorificarlo , sperare contro speranza ,amarlo
più nelle avversità che nel favore: eccouna
carità eccelsa frutto di
una
fede sincera.Se non
che quimi
si apre 1’adito a favellare della sua carità verso il prossimo.Egregiamente
ilProfeta reale sentenziava
non
avermai
vistoun
uomo
caritativoabbandonato
:non
vidijiistvm de- relicUm. (Psalm. 3G.)E siccome
il zelo diDio ac-
—
12—
cendc
quello del prossimo , o il nostroSanto
ebbe pertalmezzo
convertito il misero rinnegato nizzar- do,da
lui ccon
lui ottennenon
senza prodigiodella benedetta stella delmare
, la salvazione e il felice ritorno sulla terra di Francia.Ed
eccoiprimi bale- ni del zelo del prossimo ,prorompenti da
questouomo ammirabile
a luce delmondo
aliitroppo cieco deiramor
di sè stesso.Ma
zelo retto, prodigaliz- zato , generoso.Quanti
sacerdoti sidanno
alleo-
pere di beneficenza, enondimeno
sono moltolun-
gi dall’avere principalmente edunicamente
inmi-
ra la salute delleanime
!E
tuttavianon
saprebbero perdere cica della loro riputazione,nè
ilfumo
delle loro terrene speranze per tale esercizio!E
rifiutano di portare il peso delle tribolazioni delle angustie e dellepene
dei prossimi !0 quanto povera
carità è cotesta ebenon
rassomiglia a quella dell’Apostolo, die coigementi
piangeva, cogliammalati inferma-
va,coitentati afflitti e disertisicrucciavane
doleva e pativa !Deb
ci fiaad esempio
la carità di S. Vin- cenzo.Mai
dalsuo zelo si produsse altro frutto ebe la redenzione delleanime
dalla servitù delpeccato.Per amore
degli altrisostenne l’ignominosatacciadi ladro cb’èilpiùgrande
scornoeilpiùvileimproperionon
ebe perun
sacerdoteanche
soload un uomo
civile ed onesto. Per la salvezza di
un rinomato
dottore , di tutto espertissimo fuori die di umiltà ,si caricò egli della croce di atrocissime tentazio- ni contro la fede la speranza e la carità ,
onde
Iddio mortificava quel sapienteburbanzoso
della—
13—
sua sapienza :zelmn habet caritas.
E
qual zelo dare ranima
sua per quella del fratello , sacrificareuna mente
illuminata altormento
del dubio,una
fanta- siacomposta
allo scorruccio del terrore,un
cuoreamante
all’ odio delSommo Amore
; affincliè ritor- ni la fede a consolare l’intelletto, la speranzaacal-mare
r imaginazione, elacarità a confortare1’affet- to diun
povero tribolato? Nobiledavvero
fu ilcombattimento
di S.Vincenzo
nella fede sincera,
mentre
per la carità diDio
e del prossimo santificò sèmedesimo.
IL
E
già r orazione deesi volgereallafede operosa.Conciossiacbè la fede in cotal
modo
abbellita,rav-
vivataesostanziosa perl’amore
si fonde nell’amo-
re istcsso, e in esso diviene sensibile , e per esso si fa fruttuosa a quella
misura
cbesempre
trabocca, perché insaziabile è la carità.Ed
allora , acconcia-mente
dice S.Ambrogio
, questa virtùmette
ali di fuoco.Imperocché
,come
vaticinavaGeremia
(20.9. ), il sacro incendio
infiammando
tutte le ossa,
l’
uomo
ne é tutto rovente enon può
più contener-ne
in sé stesso l’ardore. Perciò la caritàerompe
al difuori,né
solamente diventa operosa ,ma con
alidi fuoco é tutta opera: vola nel petto e sul cuore dei santi,
consuma quanto
viha
di materiale e ter- reno , rafferma e purifica ciò che vi é di sincero , edove
tocca guarisce e risana.Né potendo
rattenersi inertedona
alle potenze dell’anima il pensiero il vi-—
14—
gore il lancio, die sono la sua operosità: alas ignìs habetcarìtas. (S. Amlir.^'^/.)
Con
queste ali trasvolòEnoch quando
fu tratto;con
queste fu assunto Elia alcarro difuocoda
cavalli igniti tirato; con questeilSignore
Iddiomenava
alla terrapromessa
ilpopo-
lo eletto sotto la
guida
della colonnainfiammata
;
con
questeloSpiritoSanto
disceseriempiendo
tutta la casadove
erano raccolti gli Apostoli. I quali di colà uscirono colle ali di fuoco a volare per tutta la terra ,onde
accendere i cuori degliuomini
al-l’
amore
diGesù
, che ilprimo
portòquaggiù
dal cielo la sacrafiamma. Ma
di queste ali soprattutto noi , venerabili sacerdoti ,siamo
stati imbracciati nel giorno della nostra ordinazione ,quando
nel- r atto che ci siimponevano
lemani,
il serafino to- glieva dall’ altare diDio un
accesocarbone
, econ
quello toccava l’intelletto il cuore e la volontàno
-stra, per rimutarci nella novità dello spirito , nella operosità della fede, in incenditori del
mondo. 0
grazia preziosa che
mira
a fare dei ministri del- r evangelio de’ santi degli apostoli degli angeli !Fortunati voi , venerandi sacerdoti , che per tanto
dono
offerito aDio ogni
giorno frutta squisiteab- bondanti
gustevoli.Per me
confesso sentirmiumi-
liato
meco medesimo
perlamia
negligenza, alquan- to sol confortato nella speranza della conversione.Deh
chemi
giovi 1’esempio
di S. Vincenzo,quan- tunque
piuttostoammirabile
che imitabile.Ed
in vero , sol eh’ io volessinon
descriverema annove-
ra re tuttele sue opere di carità, qui ci troverebbe
—
15—
raccolti al suo ritorno ,
non
stanchima
attoniti , ilsole che ora si affretta al tramonto.
E nondimeno
io
debbo almanco rammemorarle
a confermazionedell’ assunto.
Or
che visembra
dell’ amministrazioneda
luitenuta nelle
due
Parrocchie di Clichy e di Chàtil- lon?Quanto
zelo per il culto diDio
!quante anime
convertite !
quante
elemosine a sollievo dellamen-
dicità ! quanti
ammaestramenti
c indirizzi per fu-gare
l’ignoranza
delle cose dell’anima
!Una com- pagnia
del Rosario per ottenerelaprotezionediMa-
ria ;
un
seminario di cherici per accrescere decoro alleauguste
cerimonie della Chiesa : molti abusi spianaticon
invitta costanza : richiamato il clero alla santità della vita ebuona
edificazione; soventi visitazioni alle famiglie emassime
agli infermi ;fervore e diligenza nell’amministrazione dei sacra- menti.
Che
potròiodiro dello sue innumerahili mis- sioni,non
solo per tutta la Francia,ma
intrapreseancora
aMadagascar,
in Barberia, in Corsica, nelPiemonte,
in Irlanda, in iseoziacon una
carità ve- loce paziente indomabile!Ammirano
gliuomini
loconquiste di coloro in cui parve Iddio avere
im-
presso più vaste
orme
della sua potenza ,ma molto
piùdebbono
mirarecon
meraviglia lo conquisto delleanime,
che sono francate dalle forze del brac- cio e dalle astuzie della guerra.Ah
cosi Iddio su- scitasse ai giorni nostriun
S.Vincenzo
deiPaoli, c noivedremmo
tantostomutata
la faccia dellena-
zioni, che sparuteesmarrite sono dal peccato spin-
—
IG—
te verso 1’abisso.
Degnisi
1’Onnipotente
c miseri- cordiosoPadre
ascoltare questa preghiera!Tutta-
fiata le istituzioni del nostro
Eroe
superanoogni
concetto; alas ignis liahet caritas.Questa miraco-
losaCongregazione,
sottolacuiombra siamo ades-
so riuniti, è il più appariscentemonumento
della sua fede operosa. S.Vincenzo
lavoracon
essada dugento
trenta e più anni , e durerà nell’ opera (io 10 spero) fino alla fine dei secoli. Così infatti abbia-mo
diritto di confidare diun
Istituto, chefufonda-toe si
mantiene
nella semplicità, nell’ umiltà, nellamansuetudine
, nella mortificazione e nel zelo della salute delleanime
: queste cinquegemme
incasto- natedal loroFondatore
nell’oropurissimo della fede sincera operosa e forte. Gli esercizi per disporre ioberici agli ordini sacri
non hanno duopo
di altroencomio
senon
che la Chiesa se liha
appropriati e11faosservare inviolabilmente. Gli ospedali peicon- dannati alle galere , ideale della carità cristiana
,
hanno
eccitato la cosi detta filantropia a trattarecon
misericordia nelle suepene
il povero traviato.No, non
sono i principii dell’ ottantanovema
le or-dinanze di S.
Vincenzo
chehanno
allievato lean-
goscie di quei tapini.Le
conferenze ecclesiastichehanno
contribuito a ridonareal clero secolare, quel-l’amore
perglistudii sacri, quella concordia, quel- la pietàemirabile operazione: di chemi
piace ren- dere testimonio di singolare lode ai sacerdoti del nostro tempo. I ritiri spirituali perogni
sorta di persone recano frutto ancora : da che la gioventù-
17—
meglio
divisa sulla sua vocazione, l’etàmatura
piùsi
rinfiamma
alla cristiana virtù, ciascuno attendeal
gran
fine dell’eternità.Deh
così questacome
altre istituzioni avessero tanto largo
campo quanto ne
voleva la smisurata carità diVincenzo
!Ma
lefiglie della carità
, questo prodigio dell’ integrità, cattolica ,
sgorgante
(lasciatemi dir cosi) dalgran
cuore dell’ApostolodellaFrancia,di quella Francia cheavanza
tutta la cristianità nel generoso sacrifi- cio,ben valgono
apruova
di tutto.Eppure non
sitenne
appagato
Vincenzo; e collacompagnia
delledame venne
a soccorso degliammalati
; e col suo seminario nel collegio dei iuonifigliuoli die le nor-me
dell’ educazione del clero; e col ricovero dei
bambini
esposti salvò dallamorto
del corpo e dei-fi
anima
tanti poverini , cui altro delittonon
era che essere nati perun
delitto.Se non
che lacon-
fermazione della sua fedo operosa è recata alcolmo
dalmodo
ch’Egli tenne nella controversiaecondan- na
dei Giansenisti ;oh
alloradavvero
certavit ho-nim certamen
fidei.Quanto
è difficile in cosiffatti combattimenti, conservare perfetta fi obbedienza almagistero della Chiesa e serbare viva la carità ver- so i fuorviati, avversarefierrore ed
amare
leanime
degli erranti, conversare con essi c nulla delle loro
macchie
contrarre,rompere
l’amiciziaenon
odiarli,condannare
le false ed eretiche sentenze enon
isti-gare
fiamor
propriodeifalsidommatizanti
alla per- tinacia, sceverarelaquestione delle dottrine daltor-mento
delle persone !Or
bene, seniun
eretico ebbe—
18—
mai
scusazione nellacondanna
, ardisco dire chemolto meno
1’ebbero e l’Abbate
di S. Girano ,ed Arnaud
, e ilSignore
diHorgny
, e il Dottore di SaintAmour
, e ilSignor
Hallier e tutta la turbadei loro seguaci
; tanto eroiche furono le
pruove
della carità di S.
Vincenzo
pel loro ravvedimento.E
saràsempre
scolpitaa
caratteridioro nellaChie- sa lamassima
diLui
:Che
in materia difede
la conciliazione consiste inuna
vera e perfetta obbe- dienza.III.
Ma
se il nostroSanto combattè come un buon
soldato di
Gesù
Cristo nella fede operosa, funon meno stupendo
nella forte. Conciossiachè quella carità che accese in luiun
zelo ardente, eche
gli
aggiunse
ali di fuoco ,doveva anche
infigger- gli nel cuoreun
chiodo diamore
: habet clavurn caritas. Così ilmedesimo
S.Ambrogio. (De
Isaac etanima
c. 8. )E
di vero , Iddio è Caritàon-
de la sua parola è pur essa carità,ma
validaed
acuta più d’ogni spada
affilata e tagliente , che penetra infino a dividerel’anima
e lo spirito e colpisce fin dentro le intime midolla delle ossa.Di
tal sorta l’anima ferita di
amore imprime
il Croci-fisso
come
sigillo sul suo cuore e loprende come
bandiera nellamano
: perchè l’amore
è robusto co-me
la morte. Il colpo inesorabile di essa separal’a-nima
daltempo
e persempre
laimmette
nell’eter- nità: in egualmodo
la carità uccide la colpa e il—
19•—
peccato, e attacca 1’
uomo fermamente
aicomanda- menti
di Dio, Ella èun
chiodo che si conficcanelle potenze dell’anima
e le rende felicemente schiave deiramore
diDio
: habetclmmn
caritas.Donde
la fortezza in tutti gli eventi, e la rettitudine del con- siglio, e r evangelica libertà , c laprudenza
senzaumano
riguardo , e la fedeltà del segreto , e il dis- pregio del guiderdono,el’ invitta costanza nelbene
e
una morte
gloriosa. Tali sono i frutti della for- tezza della fede nella indomabile carità.Se non
che , venerabili sacerdoti ,mi manca
iltempo ad accennare anche
di volo dello moltissimepruove
di questi ed altri pregi nel nostroincompa-
rabile Santo.Fu
Egli (chi noi sa! ) consigliere di stato sotto lareggenza
diAnna
diAustria,dove
se rappresentò il più vivoevermiglio della pitturanon mancavano
eziandio leombre
a farlo spiccare viep- più.E ad
ontadellemacchinazioni
dell’invidia del- r ingiustizia e della malignità , Egli beneficò alla Chiesa e a tutti, fuorichè a sè stesso e a’suoi.Ah
inegoziideiSantisono molto dissimilidainostri!
Des-
si tutto per Iddio dimentichi di sò stessi, e noi
non sappiamo
dividere noi ste.ssi dagli affari di Dio.Ma
S.Vincenzo, quanta
sapienza e cura adoperò nella collazione delle pensioni , delle coadiutorie , dei benefizii , c sopratutto dei vescovati 1 Infino a sopportare la sfrontata calunniadisimonia.Quanto
studio e sollecitudine a sostenere1’episcopale
auto-
rità, riducendo al dovere l’abuso degliappelli
come
di
abuso
!Quanto appoggio
c conforto Egli diede—
20—
alla riforma degli ordini religiosi !
Mi gode
1’animo
professarmegli grato diquanto
fece allafamosa Congregazione
di S.Mauro. Quale
illuminata pie- tà ebbe Egli innestata nei giardini delle Sante Ver- gini,dove un
velenoso serpenteavea
cominciato acontaminare
le sorgenti delle grazie divine!Bene-
dette quelle leggi contro le
bestemmie
, forsennatoardimento
dell’umana
tracotanza ! contro i ducili,
infame diritto di falso onore! contro la
stampa
li- cenziosa , mortifera pestilenza delleanime
semplici ed incaute ! contro lecommedie
, spettacolisempre
ontosi allamodestia
eall’umiltà!Ammirabile
quel- la ponderazione nel risolvere, quella prontezza nel- r eseguire, quella costanza in sostenere, quella fe- deltà in serbare il segreto , quellanon
curanza di sè stesso ed infaticabile ardore per tutti !La
sedi- zione è in Parigi,dirittelebarricate, confuso azzuf-famento
di plebearmata
e soldati;
meschino
bozzo dellesanguinose
giornate dei nostri tempi.E
il de Paoli? Egli solo innocentetramolti colpevolimette
a repentaglio la sua vita in Clichy tra le spade dei ribellanti , in Neuilly tra i frangenti delleonde
, e accorre a S.Germano
per dare allaEegina
quel li-bero consiglio , che lo Spirito
Santo
gli spirava.Non
gli fu atteso,ma
a riguardo della sacra pote- stà reale si tacque, lasciando che il popolo lui pure tenesse per regalista. Profittando delle civilidiscor- dieirrompono
i nemici nella Francia, disertanodue
provincic,uccidono
vecchidonne bambini
, sac-cheggiano
le case e vimettono
il fuoco , lasciano-
21—
per retroguardia la
fame
e la peste : tutto è in i- scompiglio insoqquadro
inconquasso.E
ildePaoli?Egli solo, poverissimo fra tanti
straboccatamente
ricchi trova il
modo
disovvenire (o prodigio di for- tezza !) a più chedugento
cittadiborgate
e villag- gi , offerisce aDio
in vittime di olocausto i suoi apostolici Missionarii, le sue eroichefiglie della ca- rità,la sua vitamedesima avvegnaché
tanto neces- saria a sìgran cumulo
di miserie. Sì , Egli infermò allora dell’ultima malattia , ola rabbia delnemico
di
Dio
scaricò sopra il suo cuore innocente dal tur- casso del suo veleno, tutti i dolori, tutte le traver- sie,tuttiidispiaceri, tutti gli_insulti,tutte lecalun- nie, le battitureparanco
e le minacele di morte.Ma
tutto indarno.La
fede di S.Vincenzo
era di- ventata saldacome diamante
, incorruttibilecome r
oro, pura e splendentecome un
rubino.E
così crocifisso nell’amore
confessus esthonam
confessio-nem coram
muìtis testibns, et app'ehenditvitam
aeternam. Serenocome un
bel giorno diprimave-
ra , ridente e vezzosocome un
fanciullo ignaro del male, riboccante di pacecome un
potente vincitoreil
Santo Vecchio
rendette la sua bell’anima
a Dio, colle parole dellafortezza :Qui
coepit opusbomm
ipse perjicìet.
Testamento degno
di quelgran cuo-
reavvampante
di carità, peruna
fede sinceraope-
rosa e forte. Il qualenon
era contentoesoddisfatto diuna
vita di ottantaciquo anni tutta spesa per la carità ,ma
voleva perla carità eterna perpetuarsi—
22—
nel sacrificio di sè stesso a beneficio dei prossimi e gloria di Dio.
Venerandi
sacerdoti,ah
se la fede nostra aves- sealmanco
il bagliore della chiarezza smagliante di quella di S.Vincenzo
!come gioveremmo
alla nostra santificazione!Quanto saremmo
operosi per la salute delleanime
!Quanto
forti in avereilmon- do
a noi crocifisso e noi vivere crocifissi almondo
!E
pureilsegreto per conseguire tantobene
stascrit- to nell’Evangelio
:Quicumque
humiliaveritse sicut 'parmdv.s iste hic estmajor
in regno coelormn. Saràil più
grande
nella fede eh’ è dottrina di umili, il
più
grande
nella carità eh’ èistinto di umili, il piùgrande
nella costanza e nella gloria che sono virtù ericompensa
di umili.Imitiamo adunque
il glorio- soEroe
della Francia nell’umiltà, esaremo
sacer- doti fedeli operosi e forti.T. e. X.
IMPRIMATUR
Fr. Raph. Arch. Salini 0. P. S. P. A.
M.
SociusIMPRIMATUR
Joseph Angelini Archiep. Corinth. Vicesg.
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